Qual è il nostro modello, Crep? Darwin o Gesù Cristo? A chi dobbiamo guardare, come credenti?
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Anche noi, come tutte le Coppie del mondo, abbiamo passato momenti difficili, fatti di incomprensione e incomunicabilità. Siamo andati in crisi, specie dopo la malattia e la morte della nostra terza figlia, Magiostrina. Si son presentate davanti a noi due strade: Dire basta, basta con Dio, con la Chiesa, col Matrimonio, coi Figli....con tutto. O dire "Signore, abbiamo fede in te. Confidiamo nel Tuo Amore Infinito!"
Ebbene, la mia presenza su questo Forum da più di undici anni, è solo la Testimonianza grande che Dio esiste. Che Dio c'è e ci ama. Immensamente! Perchè se ha ricostruito così il nostro Matrimonio, può farlo con chiunque. Poichè Egli, ama chiunque. Ci siamo riaperti piano piano alla Vita, abbiamo avuto altri figli, s'è attraversato momenti duri di non lavoro e di cassa integrazione. Ma sempre con la certezza d'avere Lui al nostro fianco. E questo è un fatto. Una Realtà, capisci? Potranno imprigionarci, torturarci, costringerci in ogni modo a dire che Dio non esiste.... Ma non potremo farlo.
Ciao, Buon Natale!
Buon Natale a tutti quanti voi, cari amici.
Tutte le coppie del mondo hanno difficoltà prima o poi, ma non tutte hanno Dio in mezzo (chi l'avrebbe mai detto che a cono piacciono le cose a tre?:D) eppure anche le altre resistono e vanno avanti, mentre molti di quelli che ci credono sono spesso i primi a mollare. Quindi direi che non è Dio la discriminante, ognuno trova la sua e può chiamarla come vuole, tipo la speranza. E' quella che può farti riaprire alla vita, ma non serve per forza Dio per ritrovarla.
Più comunemente, senza scomodare la divinità, basta saper chiedere scusa per non mandare all'aria un rapporto.
questo presuppone una lite, qualcosa per cui chiedere scusa;
ma se uno si accorge di non amare più, magari provare affetto ma non ritrovarsi più in quella situazione, è una colpa ?
di solito, se non ci sono liti o contrasti gravi su cose essenziali, il motivo effettivo di una rottura è semplicemente aver realizzato che quella non la "tua" vita, ma uno schema cui hai aderito per motivi che non ci sono più, una circostanza in cui la tua identità non esiste, è una finzione; niente di più facile se si è presa una strada in un momento in cui l'identità non è completamente formata, non si ha esperienza, i valori sono quelli cui si è stati educati senza aver avuto la possibilità di elaborarli in proprio alla luce della propria esperienza.
Mi sembra all'incirca come accorgersi di non amare più l'altro o che l'altro non ci ami più. Prima o poi si riesce a prenderne atto e andare avanti per la propria strada, però non credo sia necessaria la presenza o l'assenza di Dio in ogni caso. Voglio dire, ci sono tante coppie che non credono in Dio ma continuano ad amarsi... O forse non ho capito cosa intendi dire.
o forse non mi sono spiegato bene io;
allora, nella versione conesca, del perdonarsi, o chiedersi scusa, il presupposto della rottura da evitare è un'offesa, un comportamento lesivo posto in essere dall'altro; ci siamo ?
ora, questa è una possibilità, ma non è affatto detto che sia l'unica; pensare in questi termini significa di fatto non contemplare la possibilità che, a prescindere da eventuali dissidi conclamati, sia venuta meno la ragion d'essere della coppia, oppure che vi sia mai stata in termini sostenibili;
per esempio, ci si può accorgere in un secondo momento che l'altro non condivide aspetti essenziali del nostro modo di vedere le cose, senza essere sgarbato o offensivo; semplicemente, non li capisce, non è interessato a capirli a causa dei suoi limiti; non lo ritiene necessario, e questa cosa non la potevamo comprendere prima;
magari ci apprezza perché la nostra presenza gli dà conforto e sicurezza, ci è affezionato, ma con quella persona abbiamo poco da spartire a parte le circostanze della routine quotidiana; non possiamo essere noi stessi e dobbiamo lasciar appassire passioni e interessi fondamentali per la nostra identità;
qui c'è poco da chiedere scusa, perché se una persona, dopo averti "conquistata" e aver conquistato lo status di accoppiata, torna ad essere se stessa - non una persona malvagia, ma semplicemente coi suoi limiti di carattere, personalità ed educazione - non è che cambia; se tu, per fare un esempio, dipingi e attribuisci un grande valore a quell'esperienza, che è il tuo filtro dell'esistenza e il tuo compagno o marito è completamente disinteressato a quel tuo mondo - magari nei primi tempi ha inconsapevolmente finto pure entusiasmo, che era entusiasmo mutuato dalla prospettiva di averti, cosa frequentissima, per poi lamentarsi del troppo tempo che dedichi a quella passione - quanto potresti vivere una relazione così, senza cercare altrove un'anima, se non gemella, almeno cugina, purché non estranea ?
tutto sto discorso per dire che al fondo il più delle volte in una coppia c'è un investimento egoistico - che, beninteso, non condanno, perché è una cosa naturale - che non può essere dato per scontato, dal momento che di fatto rispecchia una contrattazione, un equilibrio di potere e di possesso di una persona che diviene oggetto della transazione;
per cui, il pensiero sotteso è che non sia legittimo sottrarsi, per nessun motivo che non sia estremo; pensa ai cd "doveri coniugali";
l'impianto concettuale dell'idea tradizionale di coppia, persino quella ufficializzata nei codici, contempla l'idea che un partner possa desiderare legittimamente anche l'altro che non voglia, e pretendere l'adempimento della prestazione; cioè, facci un attimo mente locale e poi mi dici... :asd:
Crep comè che quando esci da spiritualità dici parolacce ?...ho letto cazzo scopare ecc spiega un pò
Eh sono errori di gioventù oppure di inesperienza e ingenuità. Casomai bisogna chiedere scusa a se stessi per non essersene accorti prima, anche perché non è così scontato accorgersene in fretta e magari nel frattempo sai quanti litigi? Ma chiedere scusa non è l'espressione esattamente corretta, l'ho usata per evitare la parola 'perdono'. In realtà è più giusto dire 'dimenticare', nel senso ovviamente non di perderne totalemnte la memoria, ma di non usarla per appenderci su un rancore o un senso di colpa.
Per stare a cuor leggero bisogna stare senza pensieri.
ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Donne e giovìnetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Infatti mi sembra che quello che Cono e tutta la banda chiamano 'perdono' sia il concetto corrispondente al più laico 'dimenticare'. Alcuni concetti cristiani onestamente li condivido, quello che mi dà l'orticaria è l'aureola e la porporina dorata che ci cospargono sopra, quando invece sono regole del buon vivere abbastanza universali. Cioè mi sembra un'appropriazione indebita di paternità artistica, un furto di copyright, un'occupazione abusiva di un bene pubblico.
E dimenticare è pure necessario per accettare il concetto del dovere. Che sia a tutti i costi è una faccenda è un bel po' complessa però. Idealmente posso concordare che è antiquato e sbagliato, soprattutto se mi immedesimo nel ruolo di quella che non vuole e viene costretta. Il fatto è che quanto intraprendi un'avventura o un progetto con un socio, la base è che si faccia lavoro di squadra e ci si possa fidare l'uno dell'altro. Non è che alla prima difficoltà mi molli e te ne vai? Il senso di quell'impianto lì è questo e lo dico come una che a volte fa cose per dovere, per forza, perché quando hai figli funziona così, sia che sei in coppia sia che sei da sola.
Ma è proprio per questo che è giusto e necessario il divorzio, perché quando la volontà viene a mancare in modo stabile e continuativo, la fine del contratto deve essere possibile, negoziabile e sottoscrivibile. Rimanere controvoglia significa dedicarcisi male e fare più danno che bene.
Cioè anche se viene riconosciuto il concetto di costrizione, viene tuttavia garantita l'opportunità di sottrarvisi. Così non si scontenta nessuno, da bravi avvocati :D
come fanno ?
è facilissimo: metti insieme la suggestione dell'inesperienza, per cui da giovane una persona che ti desidera ti gratifica comunque, a prescindere dai motivi; il fatto che la morale comune subordina il desiderio al sentimento, per cui ti vergogneresti a dire a te stesso che quella ti interessa solo per fare sesso, e non hai un quadro di riferimento dialettico per rapportarti in quel modo, dato che lei, a sua volta, è stata educata a darla solo a chi si impegna e si offenderebbe, nonostante la pensi esattamente come te; mettici l'ambiente intorno che spinge, i parenti, gli amici già "sistemati", mettici il desiderio di andarsene di casa con la benedizione dei genitori, quindi con un "motivo valido", mettici il fatto di aver conosciuto poche persone, e poco anche se stessi... è estremamente probabile sbagliarsi; più facile di quanto un neopatentato con una Ferrari rischi di schiantarsi sulla vecchia FI-BO se va a 200 kmh...
E' tutto un altro mondo quello della spiritualità, ed io non so che cosa il padrone di casa possa gradire. Forse lì non si dicono e non si fanno le porcherie:asd:.....ed in più ci potrebbero essere i fedeli che potrebbero offendersi, anche se c'è scopata e scopata e pene e pene:dentone:.
Già cominci male. Per affrontare tutta una vita in due e forse anche più, ed il più sotto la tua responsabilità, bisogna per forza essere maturi. Quella che tu dici io la intendo come una incosciente bravata, ma l'amore non esiste. Sarà una moda? Forse, ma prima o poi passerà perché sparsi per il mondo, causa la suggestione e l'inesperienza, ci sono tanti figli infelici.
fai attenzione, perché "dovere" fa rima con "potere", nel senso che è l'espressione di un equilibrio di potere;
ci può anche stare, purché sia una transazione consapevole, posto che se un equilibrio di scambio si fonda sul potere, cioè, sulla forza, cambiate le condizioni viene meno anche quel patto;
la manifestazione più tipica e comune è lo sbraco dei coniugi, una volta raggiunto lo status desiderato, il matrimonio, i figli, la "sistemazione"; la litania invariabile è quella del coniuge che non è più quello di prima, laddove prima metteva in scena un finto se stesso per conquistare, e poi torna il se stesso reale, perché ha conseguito il suo scopo e ora ha più potere;
quando hai figli, hai doveri verso i figli, non verso il coniuge, o non necessariamente;Citazione:
Che sia a tutti i costi è una faccenda è un bel po' complessa però. Idealmente posso concordare che è antiquato e sbagliato, soprattutto se mi immedesimo nel ruolo di quella che non vuole e viene costretta. Il fatto è che quanto intraprendi un'avventura o un progetto con un socio, la base è che si faccia lavoro di squadra e ci si possa fidare l'uno dell'altro. Non è che alla prima difficoltà mi molli e te ne vai? Il senso di quell'impianto lì è questo e lo dico come una che a volte fa cose per dovere, per forza, perché quando hai figli funziona così, sia che sei in coppia sia che sei da sola.
il punto è se ha un senso pensare ancora alla famiglia come a quella roba lì, che deve tenere anche a costo di mortificare l'esistenza delle persone nel momento in cui la coppia è finita, e senza particolari traumi a giustificare; è utile ai figli apprendere via sentimento che l'amore di coppia è quel sacrificio, se non peggio in termini di soggezione e squilibrio ?
siccome si sa che in grande misura tante famiglie finiscono così, i sostenitori della famiglia tradizionale vogliono la donna procreatrice ad oltranza, che stia a casa e non lavori; perché a casa non ci sono incontri che possono degenerare in tentazioni e fughe, consapevolezze nuove; la donna che lavora e che ha persino tempo libero è già nelle grinfie dello dimonio; i mariti "tradizionali", invece, hanno tante opportunità, alla peggio in tangenziale :asd:
non è un equilibrio di potere questo, su cui si fondano i "doveri" ?
Beh, per l'esperienza amorosa non ci vogliono molti anni, se consideri che i matrimoni mediamente vanno dai 25 ai 35 anni.
Sarebbe uno spreco sia per l'uomo che per la donna sposarsi od unirsi o stare insieme oltre i 50.
Se poi la buttiamo a ridere, io ormai ho poco da ridere, potrei cedere la mia casa al posto di una donna, ma poi dove andrei a dormire? Oggigiorno non ci vuole più il consenso dei genitori ci vuole quello dei figli:rotfl:.
appunto, in quell'arco di età fai l'esperienza di fallimenti, durante un periodo in cui non sei generalmente stabilizzato come reddito, aspettative, desideri; a quell'età si è interamente presi da ciò che si vuole diventare, dalle ambizioni; e questo falsa molto la percezione di ciò che si vuole; magari sei di ceto basso e ti piace una di buona famiglia, perché ti illudi di elevarti socialmente; perciò non consideri tanti aspetti; a quell'età si strumentalizza la coppia per raggiungere obiettivi che sono in realtà solo dell'individuo; che esperienza ha un 25enne di convivenza, di noia, di obblighi ?
io l'ho fatta tra i 38 e i 44 anni, e non sono stato per niente viziato, anche mi ma' è un po' crucca e poco propensa; ho sempre fatto tutto da me da quando ho 20 anni; a 45 avrei avuto l'energia e sarei stato preparato, ma non è stato possibile.
Il tuo matrimonio è andato a rotoli?
una convivenza, di oltre 5 anni, con prassi matrimoniale di frequentazione frequente delle famiglie d'origine, trattati da coniugi;
non direi a rotoli; per la maggior parte del tempo è stata un successone e non ho nulla da recriminare; poi hanno pesato stress di lei, il fatto che fosse parecchio più giovane di me e con poca esperienza, oltre che mie mancanze e stress personali;
le cose finiscono e si deve accettare, senza troppe lagne e recriminazioni, rancori e veleni, rispettando volontà ed esigenze altrui.
cioè, che io ero trattato dalla famiglia di lei come fossimo sposati;
tieni conto che lei viene da una famiglia numerosissima, iper-tradizionalista e cattolica, militari - lefevristi francesi - ma i suoi sono divorziati, tutta la loro generazione, nati attorno al 1950, quindi, teoricamente noi saremmo stati "scandalosi"; eppure eravamo invitati sempre a matrimoni, battesimi... i miei sono più alla mano, anche se meno divertenti, molto più anziani dei miei ex-suoceri, di cui avrebbero potuto quasi essere i genitori.
e allora perché il connubio è finito? Figli ne hai?
Non si possono fare i fidanzati a vita, a un certo punto arrivano altri progetti per cui rimboccarsi le maniche. Tutti i rapporti umani si basano su un equilibrio di potere e lo sbraco accade a entrambi i coniugi, accade sul lavoro dopo anni che sei nello stesso posto con le stesse persone, si perde forse un po' di entusiasmo (oppure si trasforma nella comoda poltrona dell'abitudine), ma si guadagna in esperienza e stabilità.
Sul dovere forse non capisco cosa vuoi dire. Quando penso al dovere io intendo quello morale verso i figli e la persona che si ama, non alla lista dei compiti del vecchio codice civile o dei 10 comandamenti. Più o meno quello che intendeva Dostoevskij quando diceva 'mi sento responsabile appena un uomo posa lo sguardo su di me', cioè siamo tutti responsabili di tutto e di tutti, o almeno dovremmo sentirci.
Ogni epoca esprime equilibri diversi fra potere e dovere. La risposta che ci siamo dati in questa società civile è che non ha più senso la vecchia impostazione di famiglia perchè è cambiato il ruolo della donna, infatti esiste il divorzio. Le famiglie a tutti i costi oggi sono la minoranza, resti fossili o roba per fanatici, la maggioranza sono le famiglie che tengono per convenienza mentre ognuno si vive la sua vita, oppure gli idealisti che ancora credono all'amore e che quindi divorziano.