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Allegati: 1
Citazione:
Originariamente Scritto da
efua
Restodelcarlino non fare il furbo, perché Cono stava a farmi prendere un colpo e stava pure sulla nave?
E non sbagliarmi il nick!
Suvvia mi sbagli pure la vocale? :v
Tu che hai una mente tecnica, non ignori gli universi paralleli del paesaggio cosmico...da me richiamati con l'ammiccare alla teoria del caos....quindi il fatto che Cono (nella fattispecie) sia uno e trino non puo' lasciarti perplessa :D
salvo fosse una astuta trappola per prendermi in castagna :nono:
Per il refuso, potrei argomentare che il semplice fatto di scrivere "pensare" a te mi turba e sconvolge....ma lascio questa mink... (scusa idiota maschile n° 3006) a Gaspare.
Confesso: reguso ...oops, refuso da dislessia fu. :azz:
Allegato 30526
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Citazione:
Originariamente Scritto da
efua
Bumble stavo andando a letto, mannaggiaate! :v
Oh però sto Gaspare e’ un genio a lasciare in giro le tracce dell’indirizzo mio!! :asd:
Cmq culturismo e muscoli possenti, sappi che su di me hanno effetto repellente
Alex Britti me lo ricordo che ero ragazzina e adesso sarebbe inaccettabile da sentire
Ci siamo con la macchinetta del caffè e lo spazzolino nuovo però :v
Ah e poi la mutazione genetica dei sentimenti, da fastidio ad ammmore, la ebbi l’ultima volta nel secolo scorso, a 17 anni per il cugino della mia amica, che conoscevo da quando ero bambina
Da bambina lo reputavo uno stronzo
Lo rivalutai ma dovetti riconvertire nuovamente il mio pensiero in quello originario
In quinta elementare ebbi il trauma della strega con i baffi dal bimbo del quale ero perdutamente innammmorata
Feci tanto per riprendermi che a 14 anni, il periodo di Brutta di Alessandro Canino, quello che mi piaceva allora, me la cantava quando salivo sul pullman per andare al liceo
Volevo sprofondare e mi sentivo pure felice perché la cantava per me!!
Ma voi avete sentito cantare altre canzoni da Alessandro Canino??
E poi era pure il periodo di Paolo Vallesi
Una gioia dentro l’altra
Lasciami stare Bumble che io con gli uomini nella mia vita non ho avuto sorte
E sto Gaspare mi sembra un’altra pigna :D
Uno che canta Alex Britti sotto la doccia è da escludere a priori proprio, direi :asd:
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Vi attaccate al particolare... :D
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Darky, esattamente :D
Restodelcarlino non avevo pensato che Cono oltre a fare il carceriere, il navigatore per mare, sta pure al bar :v
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Citazione:
Originariamente Scritto da
bumble-bee
Vi attaccate al particolare... :D
Chiamalo particolare! E' essenziale! Alex Britti? Ma seriamente? Uno che canticchia Alex Britti mi fa venir voglia di farmi suora, altro che attrazione! :rotfl:
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Ho cercato la prima canzone che avesse un testo pertinente e che desse sui nervi, e in effetti... :D
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Allegati: 1
Navigando con molta attenzione, la Regina dei Mari si ritrovò oltre lo stretto di Dover. Adesso si dirigeva verso nord per raggiungere il delta del Tamigi. Nessun battello l’aveva seguita.
Le autorità a guardia dello stretto chiesero al Comandante, rotta, velocità e direzione per trascriverlo sui registri. Il primo ufficiale Pazza di Acerra, diede loro false informazioni riguardo
la destinazione, Anversa. Ma asuperato lo stretto, dopo qualche miglio, la nave cambiò rotta, dirigendosi a Nord.
Intanto Gaspare ed Efua lasciarono l’appartamento. Gaspare cronometrò il percorso che avrebbe dovuto fare l’indomani con Efua. Scelse il percorso più veloce, cioè a Nord del Tamigi,
dove i collegamenti erano più capillari. Dal quartiere Battersea, continuando verso Est, a sud del fiume, i collegamenti erano più difficili. Sia perché a Battersea mancava del tutto una
stazione della metropolitana e quindi si era obbligati ad usare i Bus, sia perché la zona a Sud di Londra era una zona residenziale, più tortuosa e quindi si perdeva molto più tempo ad
attraversarla. Gaspare prese il bus che da Battersea lo portava verso Nord, a Sloane Square Station, la stazione più vicina.
Allegato 30563
Arrivato in stazione, prese poi il metrò della linea gialla, la cosiddetta “Circle” ed attraversò le stazioni di Victoria, Westminster, Embankment , Temple. Giunto a Tower Hill, scese e
cambiò linea, prendendo quella tratteggiata bianca e azzurra, la cosiddetta linea “DLR”, che lo portò finalmente a Canary Wharf.
Quindi, riassumendo :
- circa venti minuti di viaggio da casa di Efua a Sloane Square station via bus;
- circa venti minuti da Sloane Square a Tower Hill.
- circa dieci minuti da Tower Hill a Canary Wharf.
Totale tempo necessario per giungere al luogo dell’appuntamento, poco men di un’ora. Considerato che il recupero sarebbe avvenuto di sera, pensò che l’orario giusto per arrivare sul
posto era tra le diciannove e le venti. Da quel momento poi, avrebbero dovuto attendere Bumble, il quale, secondo il programma sarebbe dovuto arrivare verso le ventuno. Sempre se
non ci fossero stati altri ritardi.
Canary Wharf fa parte della East End di Londra dove una volta si trovavano i depositi che servivano i moli della zona portuale denominata Isle of Dogs. In questo luogo il commercio con
le isole Canarie era molto fiorente. Da qui l’origine del nome dato all’area circostante. Curioso il fatto che questa tratta commerciale veniva anche denominata come la tratta tra le isole
dei cani. Le isole Canarie infatti vennero chiamate così dagli spagnoli poiché quando questi vi giunsero, rimasero sbalorditi dai numerosissimi cani selvatici che vi trovarono.
Così il commercio si svolgeva tra le "Isole dei Cani" e la londinese Isle of Dogs (che, a dispetto del nome, non è un'isola).
Uscito dalla stazione Gaspare si diresse verso Ovest, per raggiungere Chanary Circus, una grande rotonda con al centro un piccolo parco. Poco distante, vi era il molo in cui Bumble sarebbe
approdato. Per poter accedere al molo, Gaspare acquistò due biglietti dalla compagnia che si occupava del servizio traghetti, In questa modp, non avrebbero avuto problemi ad accerdervi nel
momento in cui bisognava salire a bordo della scialuppa di bumble. Poi, cercò una zona tranquilla dove potersi nascondere con Efua durante l’attesa. Tutto sembrava facile e scontato, tuttavia
sapeva bene che qualunque cosa sarebbe potuta andare storta e compromettere la missione, doveva quindi pensare ad un piano alternativo, qualora ci fosse stato un contrattempo… tuttavia
non c’era tempo sufficiente per prepararlo. Tutto doveva andare secondo i piani stabiliti.
Efua giunse al ristorante al solito orario. Entrò, salutò amici e colleghi, si mise in grembiule e cominciò la sua giornata lavorativa come al solito. Tra se pensò che l’indomani sarebbe stato l’ultimo
giorno di lavoro e soprattutto, di permanenza coatta in quel luogo che non aveva mai amato sin dall’inizio. La gente si ammalava tutti i giorni e niente veniva fatto per evitare i contagio. Il suo
datore di lavoro, poi, aveva vietato al personale di indossare le mascherine, che naturalmente, a suo dire, impressionava i clienti facendoli allontanare. La stampa non riportava notizie veritiere,
sminuendo la portata del disastro con false teorie su normali influenze di stagione e terapie farmacologiche atte a contenere la pandemia. Mentre girava tra i tavoli, i soliti funzionari governativi
entrarono. Sempre vestiti alla stessa maniera, così facilmente identificabili, anche se in verità fu Gaspare a farglieli notare. Si sedettero e ordinarono le solite birre, osservandola, mentre, un terzo
uomo, rimase fuori dal locale, in auto. Efua fece finta di niente, ma in cuor suo era molto preoccupata. Aveva paura che la sua fuga da Londra potesse fallire, trovandosi di fatto, costretta a rimanere
in quella terra straniera per sempre.
Gli uomini di don Vito Genovese ci misero poco a trovare l’abitazione di Efua. Suonarono il campanello ma ovviamente nessuno era in casa. Uno di loro, Carmelo, il killer professionista, forzò la serratura
ed entrò per ispezionare la casa. Gli altri due, si appostarono in strada. Dopo aver controllato, usci per riferire.
“Allora, cosa hai trovato?” chiese Pasquale.
“sembra l’abitazione di una single, una donna. Non ho visto indumenti da uomo in armadio, però, in bagno ci sono due spazzolini, entrambi ancora umidi, quindi, usati di recente da due individui.
Forse il “fetuso” che stiamo cercando è stato suo ospite. Nella cesta degli indumenti da lavare c’è un accappatoio…. sembra usato solo una volta, capo, come se fosse stato prestato.” Disse Carmelo.
“Sicuramente la donna lo ha ospitato. Non ci resta che aspettare, prima o poi rientrerà e magari, se siamo fortunati, rientreranno insieme!!” commentò Pasquale.
“Si ma poi che facciamo? capo” si intromise Pippo.
“Che vuoi fare, lasciate testimoni? Vorrà dire che li accoppiamo entrambi.”
“Giusto.” Sentenziò Pippo, compiacendo Pasquale.
Ciò detto, attesero il ritorno di Gaspare ed Efua.
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Troppe difficoltà mi ponete per le mie rime improvvisate. Efua, xmanx, Axe, Bumblee, Hawkwe ecc. o cambiate nick o mi costringete al silenzio... :mumble:
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Bumble sta ponendo troppe difficoltà per affrontare questo viaggio
Adesso ha insinuato pure il dubbio che posso lasciarci le penne qui
Mi ha messo uno stato di agitazione addosso :D
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Ormai era l’ottava settimana di reclusione forzata.
“Tocca di nuovo a te”, disse la dama nera.
Lui depose la tazza del tea e, dopo una breve pausa con gli occhi abbassati, prese la parola.
“Anche questa è una storia vera riferitami da un amico che per affari si trova a percorrere in lungo e in largo le strade d’Europa.
La capanna dello storione
Il canale era stato scavato ai tempi in cui le strade erano fangose e insicure. Nei pochi secoli di attività, sulle sue acque erano stati trasportati il sale, spezie, farina, carbone, legna da ardere e anche bestiame. Questo aveva indotto una discreta ricchezza per chi, in mancanza di altri lavori, aveva trovato qui l’occasione per il proprio sostentamento. Lungo il percorso, nei periodi di pausa dal lavoro dei campi, i contadini gettavano le reti per portare all’ asciutto gli storioni che popolavano numerosi le sue acque. Per questo, poco distante dalla riva, non era insolito trovare dei capanni dove il pescato veniva appeso e affumicato bruciando ciocchi di faggio ancora verde che ne insaporiva e conservava la carne.
Poi arrivò l’ asfalto come arriva un tumore maligno che silenzioso conquista un chilometro dopo l’altro, un villaggio dopo l’altro e finisce per raggiungere ogni angolo del paesaggio contaminando e uccidendo ogni organismo sano privandolo della libertà.
Le chiatte che si muovevano sul canale spinte dal vento sparirono assieme allo storione; porticcioli, silos e capanni vennero abbandonati, i contadini e gli allevatori barattarono il silenzio e il tempo con il fragore e il ritmo febbrile del progresso.
In uno di questi capanni sopravvissuti allo scempio, nascosto dietro al parcheggio del supermercato, le canoe a noleggio per i vacanzieri del fine settimana presero il posto dello storione e, dalle minuscole stanze una volta residenza del garzone, Karlheinz aveva ricavato un ufficio e una stanzetta che abitava nei mesi estivi quando la clientela era più numerosa.
In questo angolo nascosto, protetto da una fila di aceri campestri, Karlheinz e Siglinde avevano trovato il loro rifugio, la loro scheggia di paradiso.
Siglinde arrivò puntuale come ogni mercoledì, giorno di mercato. Attraversò il parcheggio del supermercato, scese la rampa che porta ai silos, percorse gli ultimi cento metri di strada sterrata con il batticuore e nascose la macchina dietro la siepe di bosso.
“Davvero ti piaccio?” Chiese come ogni volta con l’ansia nel petto.
Lui non rispose, segui’ con l’indice il profilo delle sue labbra, gli zigomi, passò lentamente la mano dietro la nuca, scese lungo il collo, sulle spalle, sui fianchi e l’attirò a se’. Scambiarono tanti piccoli baci sulle labbra, carezze lungo la schiena, brividi leggeri in tutto il corpo e finalmente si amarono, senza più una parola, con movimenti sempre più ampi e veloci, impazienti di appartenersi e fondere in un unico organismo la disperata ricerca della propria esistenza nel cielo buio e infinito dell’universo.
Esausti ed appagati, restarono lunghi minuti abbracciati, stretti, come per trattenere la diffusa sensazione di benessere che li aveva invasi dopo l’amore; complici, amanti, colpevoli.
“Girati” disse lei prima di uscire dal letto.
“Che stranezza” pensò lui.
In pochi minuti si rivestì, aggiustò i capelli e, dopo un ultimo bacio appassionato, lasciò il talamo segreto dell’unico vero amore della sua vita.
“Romeo, perché sei tu, Romeo?” aveva scritto con il pennarello sullo specchio del bagno.
“Insegnami a scordarmi di pensare” rispose lui con un messaggio sul cellulare.
“Innamorarmi alla mia età, gli aveva detto in una pausa di quell’amore rubato, e non poter essere completamente tua; è un dolore nel profondo del petto che vorrebbe esplodere”.
“È un dolore che ci fa sperare in una prossima volta” aveva risposto lui, consapevole del peccato di non poterle guarire il cuore con un patto alla luce del sole.
“Ma forse questa è la vita, pensò una volta rimasto solo, scorgere da lontano la terra promessa senza poterci mettere piede”.
Si rivestì senza fretta, attraversò il magazzino dove le canoe appese avevano fatto da guardie silenziose al mistero della fine del tempo, al dilatarsi dello spazio, al compiersi dell’unità che annienta ogni orizzonte, ogni dettaglio, ogni ricordo, ogni identità.
Sedette all’aperto, sulla sponda del canale. Si sorprese a pensare alle vicende umane di cui la corrente era stata testimone. Destini e vite, passate e finite; eppure l’acqua scorreva ancora fra le due sponde.
Ricordò le parole del poeta:
“Gli esseri umani sono nati dalla stessa perla, se il destino è causa del dolore di uno di loro, anche gli altri soffrono”.
KK
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Spettacolo King Kong :clap
Hai la capacità di far toccare con mano le emozioni
Bellissimo!
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KK, tu sei un poeta!!!
Davvero molto bravo, complimenti :clap :clap :clap
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Citazione:
Originariamente Scritto da
efua
Spettacolo King Kong :clap
Hai la capacità di far toccare con mano le emozioni
Bellissimo!
Citazione:
Originariamente Scritto da
Kanyu
KK, tu sei un poeta!!!
Davvero molto bravo, complimenti :clap :clap :clap
Grazie, :ciaociao::ciaociao:
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