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«La persona davvero in rivolta è l'ottimista, che di solito vive e muore nel tentativo disperato e suicida di convincere tutti gli altri del loro valore. Tutti i grandi rivoluzionari, da Isaia a Shelley, erano ottimisti. Non s'indignavano per la bruttezza dell'esistenza, ma per la lentezza con cui gli uomini si accorgono della sua bellezza. Il profeta che viene lapidato non è un attaccabrighe o un guastafeste, ma soltanto un amante respinto.»
— G. K. Chesterton, L'imputato.
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Amare l'uomo come se stessi, secondo il comandamento di Cristo, non è possibile. ... L'io è di ostacolo. Cristo soltanto poteva farlo, ma Cristo era l'ideale eterno sin dall'inizio dei tempi, quell'ideale al quale tende, e deve tendere per legge di natura, l'uomo. Invece, dopo la comparsa di Cristo come ideale dell'uomo incarnato, è diventato chiaro come il giorno che lo sviluppo supremo, l'evoluzione ultima della personalità deve appunto arrivare (nell'ultimo stadio dello sviluppo, nel momento stesso in cui il fine sia raggiunto), a far sì che l'uomo trovi, riconosca e con tutta la forza della sua natura si convinca che l'uso più elevato che egli può fare della propria personalità, della pienezza di sviluppo del proprio io, consiste quasi nell'annientare l' io stesso, nel consegnarlo a tutti e a ciascuno indivisibilmente e senza riserve. E questa è la massima felicità. ... Questo appunto è il paradiso di Cristo. Tutta la storia, sia dell'umanità sia, in parte, di ciascuno singolarmente è soltanto evoluzione, lotta, perseguimento e conseguimento di questa meta.
(Fëdor Dostoevskij, Quaderni e taccuini 1860-1881)
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Esistono storie d'amore e poi esiste l'amore.
Non sempre sono la stessa cosa.
Prima di fare l'amore ci sono milioni di altri sentimenti.
Il dialogo, l'altruismo la complicità.
Ci sono i sorrisi,
la gelosia, gli abbracci, il desiderio.
Non si spreca tutto facendo subito l'amore altrimenti diventa solo sesso.
La bellezza dell'amore sta nell'accettazione di ciò che ci rende diversi.
Nel rispetto reciproco che ci differenzia
Nella voglia di venirsi incontro.
Nella follia di stringersi senza mollare la presa e non perdersi mai. L'amore non ha stagioni, non ha età, arriva all'improvviso, ti sfiora l'anima, ti accarezza il cuore. Le cose che devono accadere accadono comunque anche se non insisti e non le cerchi sono loro che prima o poi vengono a cercarti perchè gli incontri più importati sono già combinati dalle anime, ancor prima dell'unione dei corpi. Dicono che per innamorarsi ci vuole del tempo, non è così, per innamorarsi ci vuole solo la persona giusta, quella che sa perfettamente di cosa hai bisogno senza che tu glielo chieda.
Si chiamano "ATTENZIONI" quelle che rendono vivo un rapporto.
Liana Ippolito - Pensieri
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...lo amava alla follia, ma in uno strano modo delirante; non si abbracciavano e non si sbaciucchiavano mai, si limitavano a parlare e c’era tra loro un’intesa profondissima che nessuno di noi sarebbe mai riuscito a capire. C’era anche una vena di strana freddezza e ostilità, in realtá si trattava di una forma di umorismo con la quale si comunicavano le loro speciali, sottili vibrazioni. L’amore è tutto.
da "sulla strada" di J. Kerouac
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"Riconciliatevi sempre! Non tramonti il sole sopra la vostra ira. La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie. Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché satana non vi tenti nei momenti di passione. Questo però vi dico per concessione, non per comando. Vorrei che tutti fossero come me; ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro.
Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io; ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere."
PRIMA LETTERA AI CORINZI
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"Come io vedo il mondo"
di Albert Einstein
Antagonismo tra religione del terrore e scienza
Giungiamo cosi a una concezione dei rapporti fra scienza e religione assai differente dalla concezione abituale.
Secondo considerazioni storiche, si è propensi a ritenere scienza e religione antagonisti inconciliabili, e questo si comprende facilmente.
L'uomo che crede nelle leggi causali, arbitro di tutti gli avvenimenti, se prende sul serio l'ipotesi della causalità, non può concepire l'idea di un Essere che
interviene nelle vicende umane, e perciò la religione-terrore, come la religione sociale o morale, non ha presso di lui alcun credito; un Dio che ricompensa e
che punisce e per lui inconcepibile perchè l'uomo agisce secondo leggi esteriori ineluttabili e per conseguenza non potrebbe essere responsabile
verso Dio, allo stesso modo che un oggetto inanimato non e responsabile dei suoi movimenti.
A torto si è rimproverato alla scienza di insidiare la morale.
La condotta etica dell'uomo deve basarsi effettivamente sulla compassione, l'educazione e i legami sociali, senza ricorrere ad alcun principio religioso.
Gli uomini sarebbero da compiangere se dovessero essere frenati dal timore di un castigo o dalla speranza di una ricompensa dopo la morte.
Si capisce quindi perchè la Chiesa abbia in ogni tempo combattuto la scienza e perseguitato i suoi adepti.
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"The Human Stain"
di Philip Roth.
Ho letto credo 13 libri di Roth e questo è il mio preferito. Ecco l'inizio.
It was the summer of 1998 that my neighbor Coleman Silk - who, before retiring two years earlier, had been a classics professor at nearby Athena College for some twenty-odd years as well as serving for sixteen more as the dean of faculty - confided to me that, at the age of seventy-one, he was having an affair with a thirty-four-year-old cleaning woman who worked down at the college.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Barrett
"The Human Stain"
di Philip Roth.
Ho letto credo 13 libri di Roth e questo è il mio preferito. Ecco l'inizio.
It was the summer of 1998 that my neighbor Coleman Silk - who, before retiring two years earlier, had been a classics professor at nearby Athena College for some twenty-odd years as well as serving for sixteen more as the dean of faculty - confided to me that, at the age of seventy-one, he was having an affair with a thirty-four-year-old cleaning woman who worked down at the college.
Letto qualche mese fa. Mi è piaciuto e mi era piaciuto anche il film.
Ho appena finito " il lamento di Portnoy" che mi è piaciuto di più
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Dio c'è, ma non si vede. Oppure si vede, e allora non c'è. Sono tante le cose che non si vedono, eppure ci sono: esistono! Voi non vedete il vostro pensiero, ma il pensiero esiste; non vedete la forza che muove il vostro corpo, ma il corpo si muove: la forza esiste. Anche il vento esiste, ma non si vede. Si vedono le cose, i corpi, i gesti, le azioni; si sente il respiro, ma non si vede. Tanto che, se non respiri, muori. Ecco, Dio è come il respiro. Anche la voce non si vede, ma si sente: e Dio è come la voce che ora ti invita a risalire il fiume per scoprire la sorgente.
È questo il mistero della vita. Dio è questo mistero. Dio è la vita stessa: è il respiro delle cose, il vento che spira dove vuole; è il pensiero che ordina ogni cosa; è la voce che parla nel silenzio del mondo, la voce che ti suggerisce pensieri buoni nel fondo del cuore: è l'amore che ama e crea.
(David Maria Turoldo , Diario dell'anima)
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Herman Hesse: viaggio in india. Non ricordo la frese perfettamente ... ( non trovo più neppure il libro @@) " potresti prendere 100 bottiglie di acqua di mare, ma non avresti il mare.
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Dal libro "la noia" di A. Moravia
"...ciò che mi colpiva, soprattutto, era che non volevo fare assolutamente niente, pur desiderando ardentemente fare qualche cosa. Qualsiasi cosa desiderassi fare mi si presentava accoppiata come un fratello siamese al suo fratello, al suo contrario che, parimenti, non volevo fare. Dunque, io sentivo che non volevo vedere gente ma neppure rimanere solo; che non volevo rimanere in casa ma neppure uscire; che non volevo viaggiare ma neppure vivere a Roma; che non volevo dipingere ma neppure non dipingere..."
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Sapevate qual è una delle scene più belle e commoventi di tutta la letteratura? Questa è una scena che pochi ricordano, ma racchiude uno dei messaggi più belli di sempre!
Ecco, Ulisse finalmente sta per tornare a casa. Dalla sua nave finalmente rivede le coste della sua amata Itaca! Manca così poco, un soffio lo separa dalla sua terra, da Penelope, da suo figlio. Ma poi, vinto dalla stanchezza, il sonno lo coglie e mentre dorme i suoi compagni iniziano a confabulare tra loro. E cosa accade? Pieni di invidia per l’otre che Eolo, il dio dei venti, ha donato ad Ulisse, lo aprono. E tutti i venti che vi erano racchiusi li scaraventano lontani mille miglia da Itaca! Ulisse si risveglia e maledice i suoi compagni. In quel momento è pieno di rabbia, di disperazione. Perché proprio a me, si domanda? È perso, è smarrito. È solo.
Ma poi gli succede qualcosa. E allora dice una cosa bellissima: «sopportai e rimasi». Vedete, in appena due parole Omero è riuscito a incastonare una verità splendente di profondità e di bellezza: Sopportai e rimasi. Perché c’è un momento per lottare e un momento per lasciar andare. «Non sono quello che mi è successo,» diceva Jung, «sono quello che ho scelto di diventare». Perché per i greci non è ciò che ti capita, ma come reagisci a ciò che ti capita che ti caratterizza.
Ciò che neghi, ti sottomette. «Ciò che accetti, ti trasforma.» La rabbia consuma: il tuo tempo, la tua mente e il tuo cuore. E allora Ulisse la lascia andare. Sopporta ciò che deve essere sopportato, accoglie ciò che non può essere rifiutato. Ma Ulisse non dice soltanto «sopportai» ma «rimasi». Ecco, in quella parola «restare» c’è tutto: carne, sangue, forza, coraggio, anima.
Perché chiunque può resistere e sopportare. Ma rinascere quando gli altri si aspettano di vederti cadere a pezzi, questa è la vera forza. Capite ora la bellezza di queste parole? Ulisse accetta la vita così com'è, con tutte le sue difficoltà e i suoi ostacoli, ma resta comunque li. Come la ginestra di Leopardi resta lì, a creare bellezza nel bel mezzo del deserto, a fare qualcosa di bello anche se nessuno dovesse mai saperlo.
«Sono molto orgogliosa di dire che quest'anno abbiamo rimosso l'Iliade e l'Odissea dai nostri programmi», dichiara Heather Levine, che insegna alla Lawrence High School. Negli Stati Uniti non hanno gradito che gli eroi omerici siano guerrieri «forti e dai capelli biondi», e hanno pensato bene di impedire ai ragazzi di leggerlo in classe.
Ecco oggi voglio aggiungere una cosa: oggi voglio mandarli tutti al diavolo! Al diavolo quelli che parlano di maschilità tossica per bandire Omero, di quelli che in nome della cancel culture vorrebbero bandire i classici. Perché vedete, dentro Omero c’è tutto: c’è l’amicizia, la passione, la ricerca, c’è il dilemma tra una vita pacifica e la gloria, tra la mortalità e l’eternità, tra l’ambizione sfrenata e la dolcezza del ritrovarsi e c’è il destino, la guerra, il sacrificio… e l’amore che travolge e consuma. Le tempeste infuriano, le città cadono e gli uomini e gli dei cercano conforto l’uno tra le braccia dell’altro. C’è la forza della natura che atterrisce e incanta. Ma soprattutto fa una cosa semplicissima in apparenza ma che cambia tutto: ti insegna a pensare.
Guendalina Middei, (Tratto da «Sopravvivere al lunedì mattina con Lolita».)
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Si sa che il moralismo e quella pulsione sadica che spinge chi ne è vittima a conservare i propri cadaveri negli armadi altrui Ed è anche l'unica forma di perversione socialmente ammessa, capace di relegare tutte le altre a comparse sul palcoscenico degli atti proibiti. Moralismo e ipocrisia, poi, sono complici e il loro legame indissolubile governa l'universo del pregiudizio. Il moralista è in grado perciò di suddividere il mondo, con la sola forza delle proprie sentenze, tra ciò che e ammesso e giusto e ciò che va condannato
Daniele Brolli dalla prefazione di " Gioventù cannibale"
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L' amore è innanzitutto prendersi cura dell'altro...
Spiace dirlo ma oggi la gente non sa più amare. I nuovi rapporti si creano e si cancellano con un clic del mouse. Viviamo in un’epoca che tende a ridurre tutto a consumo, persino i sentimenti.
La velocità con cui viviamo ci porta a confondere l’amore con l’eccitazione del momento o con il bisogno di riempire vuoti emotivi. Basta pensare al cambiamento di valore della parola amico tra ieri e oggi su internet per capire come i rapporti siano diventati facili e superficiali. Ma l’amore, quello vero, richiede tempo. È un sentimento che cresce, si trasforma e resiste alle tempeste della vita. È un atto di pazienza, di ascolto e di cura.
Amare non è solo un’emozione, ma una decisione. È un impegno che prendiamo verso l’altro, e che ci richiede di dare senza pretendere sempre qualcosa in cambio. Ecco perché credo che l’amore non sia qualcosa da rincorrere o da possedere, ma da vivere. È una scoperta continua, una danza tra due persone che scelgono di camminare insieme, pur sapendo che ogni passo è incerto. Amare, in definitiva, significa accettare la vita in tutta la sua imprevedibilità e imparare, giorno dopo giorno, ad essere più veri, più autentici, e, forse, anche più felici.
(Umberto Galimberti) LA FINESTRA DELLA LETTERATURA
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"Le singe sans effort la singe devint homme*
lequel un peu plus tard désagrégea l'atome"
Raymond Queneau :" Petite cosmogonie portative"
Traduzione (Sergio Solmi Einaudi ed. ): "Piccola cosmogonia portatile"
"La scimmia senza sforzo divento'
l'uomo, che un po' più tardi disgrego'
l'atomo"
*
nella seconda edizione:
Le singe (ou son cousin) la singe devint homme
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Buongiorno Carlino, a proposito di scimmie ... :asd:
https://m.media-amazon.com/images/I/51YSY3c95zL.jpg
Guardo questa foto e penso al saggio dell’etologo e zoologo inglese Desmond Morris “ La scimmia nuda – Studio zoologico sull’animale uomo”, titolo originale “The Naked Ape”, pubblicato nel 1967, in lingua italiana nel 1968.
La tesi principale del libro è che la pelle sia l’organo che distingue di più gli esseri umani dagli altri primati. La relativa assenza di peli (esclusa la testa, le ascelle, il petto maschile e la zona inguinale) è legata, secondo l’autore, alla necessità del contatto fisico tra la madre e il suo bambino.
Non sono d’accordo con quanto scrisse Morris, perché nei filmati sul mondo animale si vedono gli abbracci tra madri e figli.
Il biologo e naturalista Charles Robert Darwin, celebre per aver formulato la teoria dell’evoluzione delle specie vegetali e animali per selezione naturale, pubblicata nel 1859 nel suo libro titolato “L’origine delle specie”, afferma che la selezione naturale agisce sulla variabilità dei caratteri ereditari e della loro diversificazione e moltiplicazione per discendenza da un antenato comune.
Torno a Desmond Morris. E’ ancora vivente: ha 97 anni, ed ha riscritto per i bambini una versione del suo noto libro. L’ha titolato “La scimmietta nuda. Breve storia degli animali” edito da Bompiani.
Il libro aiuta a capire da dove veniamo e cosa siamo. Morris dice che “Se comprendiamo la nostra natura biologica, allora abbiamo gli strumenti per affrontare la vita. Siamo ancora influenzati dai nostri antichi impulsi animali, e li ignoriamo a nostro rischio e pericolo. Abbiamo trascorso un milione di anni evolvendoci come animali tribali e siamo ancora tribali oggi, anche se viviamo in grandi città. Oggi la tua tribù è nella tua rubrica telefonica, ma il significato resta lo stesso”.
Ed ancora: “Uno dei vantaggi di passare il tempo al cellulare o al computer è che si evitano gravidanze indesiderate ! Lo svantaggio è che si perde il contatto con le gioie del cinema, della tv, dei libri, delle riviste e dei giornali,. E il divertimento di stare con altre persone…”.
https://ae01.alicdn.com/kf/Ha85ffc09...640x640q90.jpg
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Citazione:
Originariamente Scritto da
doxa
saggio dell’etologo e zoologo inglese Desmond Morris “ La scimmia nuda – Studio zoologico sull’animale uomo”, titolo originale “The Naked Ape”, pubblicato nel 1967, in lingua italiana nel 1968.
Ricordo il libro in casa e lo lessi...nel secolo scorso. E lo trovai interessante. E' andato perso nei trasferimenti di biblioteche :bua:
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Nessuno può consigliarvi o aiutarvi, nessuno.
C'è un'unica via da percorrere. Penetrate in voi stessi.
Amate la vostra solitudine e sopportate il dolore che essa vi procaccia con lamento armonioso. Lasciate ai vostri giudizi il loro proprio sviluppo indisturbato, che - come ogni progresso - deve venire dall’intimo profondo e non può essere da nulla represso o accelerato.
Tutto è portare a termine e poi generare. Lasciar compiersi ogni impressione e ogni germe d’un sentimento dentro di sé, nel buio, nell’indicibile, nell’inconscio irraggiungibile alla propria ragione, e attendere con profonda umiltà e pazienza l’ora del parto d’una nuova chiarezza: questo solo si chiama vivere da artista: nel comprendere come nel creare.
Qui non si misura il tempo, qui non vale alcun termine e dieci anni son nulla.
Essere artisti vuol dire: non calcolare e contare; maturare come l’albero, che non incalza i suoi succhi e sta sereno nelle tempeste di primavera senz’apprensione che l’estate non possa venire. Ché l’estate viene.
Ma viene solo ai pazienti, che attendono e stanno come se l’eternità giacesse avanti a loro, tanto sono tranquilli e vasti e sgombri d’ogni ansia.
Io l’imparo ogni giorno, l’imparo tra i dolori, cui sono riconoscente: pazienza è tutto.
Rainer Maria Rilke
"Lettere a un giovane poeta"
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Nessuno ......oissis....
"Lettere a un giovane poeta"
Hai amato il libro avendolo letto? Tutto, dalla prima all'ultima pagina?
Non é che hai copincollato il brano (avulso dal testo, che non hai mai nemmeno sfogliato) da siti di letteratura di feisbùc e consimili, vero?
La discussione é "Piccoli paragrafi di libri amati", non "Scopiazzature carine prese que o là".
Quindi, il libro lo hai avuto in mano e letto tutto.
Vero?
No, non rispondere. Pé carità, no. Nun lo fà.
tenchiù
:D
No, Anacleto, lascia perdere.
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"Il deterioramento dell’ambiente e quello della società colpiscono in modo speciale i più deboli del pianeta, spesso considerati un mero danno collaterale. Per questo, un vero approccio ecologico deve essere anche sociale. La soluzione, allora, non è la riduzione della natalità, ma il contrasto ad un consumismo “estremo e selettivo” di una parte della popolazione mondiale. Di fronte, poi, ad un certo intorpidimento e ad una spensierata irresponsabilità nell’uomo contemporaneo, urge creare un sistema normativo per assicurare la protezione degli ecosistemi."
LAUDATO SI' Capitolo 1
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«Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace»
(Confessioni). Agostino d'Ippona
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L'essere o il nulla, ecco il problema. Salire, scendere, andare, venire; tanto fa l'uomo che alla fine sparisce.
Zazie nel metrò, Raymond Queneau.
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L'ABBRACCIO: UN GESTO MERAVIGLIOSO
"Due braccia sanno raggiungere gli abissi, venirti a prendere se cadendo tocchi il fondo
rendere dolce la vita quando è amara, asciugar le lacrime se parti e vai nel mondo .
L’abbraccio è il gesto dell’amore. Per questo accompagna e connota tutte le relazioni importanti della nostra vita. Ci si abbraccia quando si è intimi, quando si vuole far capire all’altro che “io ci sono per te”, quando l’amore straripa, quando il dolore non può essere attraversato nella solitudine e ha bisogno di essere visto, condiviso, accompagnato.
Siamo tutti affamati di abbracci. Lo siamo soprattutto nell’esperienza dell’ amore e in quella del dolore. Ovvero in quei passaggi e frangenti della vita in cui, come bambini, ci troviamo bisognosi della prossimità, dell’affetto e della protezione che non siamo in grado di darci da soli. L’abbraccio è un gesto completo perché tocca il corpo, il cuore e la mente."
(Tratto da "Di cosa è fatto un abbraccio" di A.Pellai e B.Tamborini, Mondadori ed.; 2024)
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"Adesso ci sono i manuali, gli esperti, i logopedisti...le ludoteche! Posti dove si gioca a pagamento e a tempo, come se per i bambini giocare non fosse semplicemente scoprire il mondo. Adesso c'è la piaga degli animatori alle feste, dove si preferisce infliggere ai bambini coretti demenziali piuttosto che lasciarli finalmente liberi di correre, di fare rumore, di litigare anche, senza la mediazione degli adulti. Senza più piazze, strade e cortili, dove impareranno a cavarsela da soli, a risolvere anche con qualche botta (data e presa) a prepararsi a quello che li aspetta fuori? Per non parlare della crudeltà dei villaggi vacanze con il baby-parking dove i bambini (dicono entusiasti i genitori egoisti) te li dimentichi: parcheggio per bambini? Ma io i miei bambini non me li voglio dimenticare! Tantomeno in vacanza, momento della famiglia per eccellenza, quando ai bambini và restituito tempo, ascolto, gusto per la lentezza, anche il diritto alla noia, condizione feconda per conoscere sé stessi. Oppure, all'altro estremo rispetto a quelli del baby-parking, ci sono i genitori professional, quelli che inorridiscono se il virgulto ha assaggiato una goccia di Coca cola, se la zucchina nella sua pappa non è biologica e la medicina non è omeopatica...
Solo così sono certi che a tre anni potrà cominciare a studiare musica e a sei il suo carnet di impegni sarà completato con inglese, scherma e rugby. Tanti sforzi dovranno essere premiati con un figlio perfetto, candidato come minimo a un oro olimpico, a un Nobel, a un Oscar e pazienza se non sa perché sta al mondo e dove va.
Questo, invece, è essere genitori: amare, accogliere, dare a quel bambino il permesso di esistere così come è! E poi indicargli la strada, sempre ricordando che non siamo noi ma è Dio che fa crescere e tifa per la sua vera riuscita."
Costanza Miriano - Sposati e sii sottomessa - Vallecchi editore, pagina 185
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Quelle che chiamate cose Solide sono in realtà delle Superfici; quello che chiamate Spazio non è in realtà che un grande Piano. Io sono nello Spazio, e guardo giù all’ interno delle cose di cui voi vedete solo l'esterno. Anche voi potreste lasciarlo, questo Piano, se solo riusciste a raccogliere tutta la forza di volontà necessaria. Basterebbe uno spostamento minimo verso l'alto o verso il basso per mettervi in grado di vedere tutto quello che io vedo.
Flatlandia, E. Abbott
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"L'assenza è una presenza costante: ti sfida in un corpo a corpo quotidiano, ti assedia. Ti vuole nella lotta, misura il tuo respiro. La nostalgia è fisica, poi. È proprio impossibile colmare la mancanza di un corpo vivo: quell'odore, quella morbidezza della pelle, quella voce quando ti chiama. Quel tipo di resistenza docile all'abbraccio, quel modo di piegare il collo. Non c'è niente, nessuno che possa sostituire l'assenza di qualcuno. Solo il sogno".
(Mi sa che fuori è primavera - Concita De Gregorio)
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Arrivi a un punto della vita in cui ti sembra che i giochi siano fatti, che nulla possa più migliorare, che tutto sia andato storto, che non sia ciò che avevi sognato: quello è il tuo matrimonio, quello è il tuo lavoro, quelli i tuoi figli, quella insomma è la tua realtà e vorresti solo scappare via. E invece no! È proprio nel momento del dolore e della delusione più nera, che avviene l'incontro più bello, un incontro che indica la strada della salvezza, per noi e per chi ci vive accanto e che ci insegna a non fuggire dalla fatica di vivere, ma a benedirla come un dono.
Proprio quando sembra di aver toccato il fondo, nasce l'occasione per riconciliarsi con la propria storia. E amare. Senza condizioni.
COSTANZA MIRIANO, "Niente di ciò che soffri andrà perduto" Sonzogno editore
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Dio ci fa continuamente regali preziosissimi, solo che sono impacchettati proprio male (e qualcuno dovrà trovare il modo di dirglielo, prima o poi). Si sa che i maschi -Dio è maschio di sicuro, sennò perché non farci nascere tutte già con il copriocchiaie addosso?- non se la cavano benissimo coi pacchetti, ma a volte Dio esagera: è come se per noi avvolgesse dell'oro nella carta di giornale o degli orecchini di Cartier dentro un involucro da macellaio. Non so perché faccia così. Ma siccome sul senso del male nel mondo si sono scervellati svariati geni mondiali -filosofi, teologi, anche il mio barista- senza arrivare a spiegare il mistero, mi accontento di procedere per piccole intuizioni. La prima è che Dio è un pedagogo e ha in mente un piano. Nel piano è prevista la sofferenza e io so che ha un senso. Lo deve avere. La fatica è la carta di giornale. Bisogna avere la pazienza di scartare e poi cercare e trovare il diamante nascosto. Se ce lo regalasse senza la carta, senza costringerci a fare uno sforzo, non diventeremmo mai uomini e donne veri. Cioè figli suoi.
COSTANZA MIRIANO Niente di ciò che soffri andrà perduto
Sonzogno editore
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Non è che la vita sia come giocare alla roulette russa e se ti va male sono fatti tuoi. Il caso non esiste: siamo figli amati. E la croce, anche se rimane un mistero, è pensata per noi. Sapere che quello che ti succede è stato pensato per te dall'inizio dei tempi, cambia tutto. Se invece il cuore è ingannato, la vita sembra contraddirti in continuazione ed è una fatica immensa, un masso da far rotolare una mattina dopo l'altra, ricominciando sempre da capo, dal fondo della montagna. Ed è proprio così, la vita per alcuni è una vera tortura. Ma se intuisci di essere amata, allora ti è chiaro che tutto è stato pensato, tutto è Provvidenza, che ogni fatica e ogni intoppo sono occasioni di incontro con l'Amato, anche se a volte all'amica che te lo dice daresti volentieri un pugno.
COSTANZA MIRIANO "Niente di ciò che soffri andrà perduto"
Sonzogno editore