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"Ad Astra" di James Gray. Continuano a uscire film dedicati alle spedizioni spaziali dopo tra gli altri "Gravity" e "First Man". In questo caso però il genere è solo un pretesto per indagare sulla natura umana e non è un caso che Gray abbia dichiarato che il film era liberamente ispirato a "Heart of Darkness" di Conrad, come lo fu a suo tempo "Apocalypse Now" di Coppola. E infatti sin da subito il personaggio interpretato da Brad Pitt (ottimo) rimanda a quello interpretato da Martin Sheen nel capolavoro del regista italo americano; entrambi sono alla ricerca di una persona che possa far luce sui loro problemi esistenziali, nel caso di Pitt è addirittura il padre, astronauta come lui, rimasto intrappolato su Nettuno da quasi due decenni. Il film ha alcune pagine cinematografiche bellissime mentre altre rimandano a temi cari a Malick, come l'introspezione e la solitudine. Non mi sembra che tutto funzioni sempre al meglio e non credo che gli appassionati di fantascienza possano rimanere particolarmente colpiti da un film che non presenta alcuna innovazione tecnologica che già non si conosca. Rimane una decisa variazione al tema delle vicende spaziali.
Ad Astra ***
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Barrett, meno male che ci sei.
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Uno come me non poteva fare ameno di andare a vedere "Yesterday". Carino, commovente per chi ha vissuto in diretta il mito Beatles. Trama abbastanza scontata, ma in certi film secondo me non è la trama quello che conta. Mi ha fatto piacere vedere come attore Ed Sheraan, cantante che fino a ieri non conoscevo, bravo assai, con quella faccia incredibile da liceale nerd... (A proposito, ho lasciato il biglietto di prima visione a 7 euro, oggi me lo ritrovo a 9,30...anche da voi è così?)
https://www.youtube.com/watch?v=Psm0jY9J4uA
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Ieri tra il programma "fuori dal coro" e un film ho preferito il film, giusto per farmi del male :
"La casa delle bambole" ma forse era meglio il programma su rete 4 :D che di orrore ce n' è già abbastanza nella realtà, film da incubo!
È definito come thriller /horror, "un avvincente incubo macabro dove è difficile cogliere ciò che è vero da ciò che non lo è".
Per lo meno è finito bene e le protagoniste sono sopravvissute.
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"Joker" di Todd Phillips. Leone d'Oro a Venezia un mese fa. Joker è una figura che possiamo incontrare in una qualunque delle nostre città; persona con un certo talento ma non così grande da sfondare, oppure le circostanze non glielo permettono; è costretto allora a una scelta secondaria che lo porta a subire umiliazioni e frustrazioni e a peggiorare le proprie condizioni di vita. Tutt'attorno una città cupa e alienante dove è impossibile costruire rapporti stabili. Il film ricorda Taxi Driver di Scorsese, ma in questo caso la regia si sofferma più sul protagonista principale tralasciando tutto il resto e per questo forse il film non convince fino in fondo. Rimane l'interpretazione di Joaquin Phoenix, notevole; soprattutto nella parte finale l'ho trovato grandioso. Ecco, chi vuole vedere un attore con la A maiuscola non dovrebbe perdersi questo film.
Joker ***
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Se mi riesce andrò a vederlo questo fine settimana.
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Questo fine settimana ho visto sia "Joker" che "Ad Astra", ne consiglio la visione anch'io.
Per quanto riguarda il Joker, a parte qualche similitudine che ricorda "Taxi Driver" che vede la presenza anche di Robert de Niro tra i protagonisti non a caso, secondo me il tema di fondo è il disagio sociale di chi emarginato e sofferente di disturbi psichici a causa di violenze e trauma infantili, che lo portano ad una risata incontrollabile in alcune situazioni, non trova ascolto nei servizi sociali che si limitano a prescrivergli farmaci, come neanche in chi gli sta vicino. Vessato e bullizzato da tutti quelli in cui riponeva fiducia alla fine si trasforma in una sorta di giustiziere contro il sistema che lo rifiuta e contro chi gli ha fatto del male.
Al di là delle scene molto violente e il fatto che il personaggio è un sociopatico è difficile non provare una sorta di empatia per il personaggio umiliato, vessato che si trasforma in criminale e diventa "eroe" per quella parte di cittadini che vivono ai margini e ai piani più bassi della società contro chi rappresenta ricchezza e potere e ciò fa riflettere.
Anche "Ad Astra" merita la visione, un figlio astronauta che ricalca le orme del padre creduto morto e parte alla sua ricerca, e allo stesso tempo per una missione di salvataggio della Terra. Credo anche una ricerca di se stesso, di cosa sia veramente importante nella vita. Fa riflettere l'ambizione, diventata ossessione, del padre del protagonista di cercare altre forme viventi nel Cosmo ed essere incapaci di coltivare affetti e relazioni umane sul proprio pianeta, ambizione che non condividerà il figlio che al contrario farà scelte diverse.
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Il caso Spotlight
Ottimo film...anche se un po' datato.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
xmanx
Il caso Spotlight
Ottimo film...anche se un po' datato.
@ Xmanx-
Io non vado mai a cinema, l'ultimo film che vidi fu al ginnasio
dalle monache che dovevano anche fornirci elementi ludici
per completezza. Mi ricordo che una mattina la preside ci por-
tò in saletta cinema-teatro e ci fecero vedere Via col Vento. non
capivo che ci trovasse Rossella in Hashley, pallido e anemico,
effettivamente l'avventuriero Rhett sembrava piu' sanguigno, e mi è rimasta impres
sa una delle scene finali, in cui si festeggia il compleanno di Hashley
e Rossella non vuole andare ma Rhett ce la manda per forza, con un abito ros
so valentino, scollatissimo e le fa mettere un rossetto rosso carminio, avevo
13 anni e non capivo perchè il marito la mandasse conciata in quel modo.
Poi Melania Hamilton muore, la prima a morire nel film perche a luglio ha compiuto 103
anni e pare stia bene. ( Olivia de Havilland)
Poi o ceno in cucina o in sala e ho 2 lettori, in uno c'è Vacanze Romane, e metto sempre
quello perchè sono pigra e non mi va di alzarmi per cambiare CD, in sala ho il lettore con
Sabrina, non un gran film, e vedo sempre quello finchè non mi deciderò a cambiare.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Lilia
@ Xmanx-
Io non vado mai a cinema, l'ultimo film che vidi fu al ginnasio
dalle monache che dovevano anche fornirci elementi ludici
per completezza. Mi ricordo che una mattina la preside ci por-
tò in saletta cinema-teatro e ci fecero vedere Via col Vento. non
capivo che ci trovasse Rossella in Hashley, pallido e anemico,
effettivamente l'avventuriero Rhett sembrava piu' sanguigno, e mi è rimasta impres
sa una delle scene finali, in cui si festeggia il compleanno di Hashley
e Rossella non vuole andare ma Rhett ce la manda per forza, con un abito ros
so valentino, scollatissimo e le fa mettere un rossetto rosso carminio, avevo
13 anni e non capivo perchè il marito la mandasse conciata in quel modo.
Poi Melania Hamilton muore, la prima a morire nel film perche a luglio ha compiuto 103
anni e pare stia bene. ( Olivia de Havilland)
Poi o ceno in cucina o in sala e ho 2 lettori, in uno c'è Vacanze Romane, e metto sempre
quello perchè sono pigra e non mi va di alzarmi per cambiare CD, in sala ho il lettore con
Sabrina, non un gran film, e vedo sempre quello finchè non mi deciderò a cambiare.
Santo cielo. :shocked:
Trovati qualcuno che ti porti al cinema.
O...almeno...che ti cambi il dvd ogni tanto. :mmh?:
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Ho rivisto dopo diversi anni Donnie Darko, mio figlio non lo aveva mai visto e ne aveva sentito parlare parecchio.
Io ho scoperto che c'è anche il seguito
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Breakthru
Ho rivisto dopo diversi anni Donnie Darko
su Netflix, suppongo :)
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Eternauta
su Netflix, suppongo :)
Certochesì
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Ho visto Joker.
Davvero ottima l'interpretazione di Joaquin Phoenix. Oserei dire superba. E c'è anche l'intramontabile De Niro.
Per quanto riguarda il film nel complesso...bè...direi che nasce da una visione piuttosto cupa e negativa della realtà e prospetta un futuro altrettanto cupo e negativo.
Il film termina con l'apoteosi di Joker. Joker - che è comunque un pazzo scatenato e uno psicopatico - è un comico (un clown) e diventa il leader della rivolta degli "ultimi".
Quindi, anche la rivolta finale (che potrebbe essere vista in chiave positiva...come riscatto degli ultimi...un po' come la Rivoluzione francese) viene risucchiata in una visione cupa e negativa perchè i rivoltosi eleggono come loro leader un pazzo scatenato: Joker.
Mi sembra la fedele rappresentazione della storia del M5S in Italia. :mmh?:
E lo dice uno che li ha votati. :mmh?:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
follemente
L’ultimo film di Tarantino mi è piaciuto tantissimo: un excursus di scene viste e rivisite al cinema, citazioni, rimandi, un gioco di scatole cinesi e di realtà e finzione, senza mai pesare, neanche nelle scene più truculente, com’è tipico dell’autore. Un grande Di Caprio.
Tre ore (mi ero detta in anticipo: ma reggerò?) di grande cionema.
Magari se gli altri potessero dire di più, sia che si tratti di un apprezzamento sia di una stroncatura.
Hai ragione. Da un punto di vista puramente "estetico" è bello. E' proprio come hai detto tu: un excursus di scene viste e rivisite al cinema, citazioni, rimandi, un gioco di scatole cinesi e di realtà e finzione. Un vero omaggio alla storia del cinema (anche e soprattutto italiano).
Ma da un punto di vista di sostanza è il nulla totale.
L'ho visto qualche giorno fa e non mi ricordo più nemmeno di cosa parla.
Da un punto di vista di sostanza non dà niente e non lascia niente.
Come se non lo avessi mai visto.
Poi è soggettivo eh...a me piacciono i film che comunicano qualcosa...che ti lasciano qualcosa. Che ti fanno pensare.
E Tarantino non ti lascia niente.
E' un puro esercizio estetico.
O forse sono io che non so decodificare il "messaggio" del suo film.
Boh.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Lilia
@ Xmanx-
Io non vado mai a cinema, l'ultimo film che vidi fu al ginnasio
dalle monache che dovevano anche fornirci elementi ludici
per completezza. Mi ricordo che una mattina la preside ci por-
tò in saletta cinema-teatro e ci fecero vedere Via col Vento. non
capivo che ci trovasse Rossella in Hashley, pallido e anemico,
effettivamente l'avventuriero Rhett sembrava piu' sanguigno, e mi è rimasta impres
sa una delle scene finali, in cui si festeggia il compleanno di Hashley
e Rossella non vuole andare ma Rhett ce la manda per forza, con un abito ros
so valentino, scollatissimo e le fa mettere un rossetto rosso carminio, avevo
13 anni e non capivo perchè il marito la mandasse conciata in quel modo.
Poi Melania Hamilton muore, la prima a morire nel film perche a luglio ha compiuto 103
anni e pare stia bene. ( Olivia de Havilland)
Poi o ceno in cucina o in sala e ho 2 lettori, in uno c'è Vacanze Romane, e metto sempre
quello perchè sono pigra e non mi va di alzarmi per cambiare CD, in sala ho il lettore con
Sabrina, non un gran film, e vedo sempre quello finchè non mi deciderò a cambiare.
Ahahaha mi hai fatto proprio ridere. Perchè Sabrina non è un gran film? La Hepburn con Bogart, insomma non sono proprio malaccio. Comunque complimenti per l'originalità del post.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
xmanx
Hai ragione. Da un punto di vista puramente "estetico" è bello. E' proprio come hai detto tu: un excursus di scene viste e rivisite al cinema, citazioni, rimandi, un gioco di scatole cinesi e di realtà e finzione. Un vero omaggio alla storia del cinema (anche e soprattutto italiano).
Ma da un punto di vista di sostanza è il nulla totale.
L'ho visto qualche giorno fa e non mi ricordo più nemmeno di cosa parla.
Da un punto di vista di sostanza non dà niente e non lascia niente.
Come se non lo avessi mai visto.
Poi è soggettivo eh...a me piacciono i film che comunicano qualcosa...che ti lasciano qualcosa. Che ti fanno pensare.
E Tarantino non ti lascia niente.
E' un puro esercizio estetico.
O forse sono io che non so decodificare il "messaggio" del suo film.
Boh.
Si forse è come dici alla fine. Il suo è un atto d'amore nei confronti del cinema che più lo ha influenzato. Invece di fare un documentario ha fatto un film e ci ha messo pure la vicenda di Sharon Tate cambiando il finale. Non ha preso la Hollywood più conosciuta con gli attori più famosi, ma quella dal punto di vista di un ex famoso attore televisivo in declino.
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A me la rievocazione di scene, ambienti, persone, musiche degli anni '60 è piaciuta molto.
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"The Irish Man" di Martin Scorsese, il quale ha potuto girare il film grazie al finanziamento di Netflix. Quindi rapido passaggio nelle sale e da domani, mi pare, sarà disponibile solo sulla piattaforma. Tre elementi mi hanno fatto avvicinare con cautela al film: innanzitutto la lunghezza, 3 ore e 20 minuti sono al giorno d'oggi un tempo infinito da passare al cinema. Se poi aggiungiamo il tempo per arrivarci superiamo le 4 ore. Ecco perchè un film così lungo è più comodo da vedere su Netflix, potendone interrompere la visione. Poi il soggetto, ovvero la solita storia di mafiosi italo americani già trattati più volte da Scorsese. E per ultimo, proprio la filmografia recente del regista non completamente soddisfacente. E' la storia reale di Ed Sheeran, irlandese, tuttofare della mafia dii Filadelfia che fa capo alla famiglia Bufalino con la quale era entrato in contatto grazie a un incontro casuale con il suo boss in una stazione di servizio mentre faceva l'autotrasportatore. Quest'ultimo presenta Frank al leggendario sindacalista Hoffa e tra i due nasce un rapporto di profonda amicizia. Sino alla tragica morte di Hoffa avvenuta in circostanze mai del tutto chiarite. Il soggetto come detto sopra non è per niente originale; la sceneggiatura si sviluppa su tre livelli: Sheeran ormai vecchio e malandato in una casa di riposo che racconta tutta la vicenda dal principio; lui stesso e Bufalino che si mettono in viaggio con le rispettive consorti per le strade degli States per recarsi al matrimonio della figlia di Sheeran. La regia di Scorsese è di grande livello; più di tre ore senza trovare un difetto, con un montaggio che non permette allo spettatore di annoiarsi o di appisolarsi considerato il tempo passato sdraiato sulla poltrona. E poi, per ultima proprio per rimarcarla, l'interpretazione di De Niro, Pacino, Pesci (ma anche di Keitel e Anna Paquin che non vedevo recitare dai tempi di Lezioni di piano in cui era appena una bambina) di un livello così alta da rendere difficile qualsiasi confronto con un altro cast. Soprattutto i dialoghi tra De Niro e Pacino sono leggendari. Le espressioni di Pacino inimitabili.
The Irish Man ****
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"Parasite" di Bong Joon-ho. Palma d'Oro all'ultimo Cannes è una dark-comedy dal significato sociale ben evidente che vede un'intera famiglia poverissima che vive in un maleodorante scantinato riuscire ad essere assunta da una facoltosa creando ad arte le prove che coloro che lavorano per loro sono pericolose, sino alla macabra scoperta finale. Convincenti sceneggiatura e regia, un po' meno l'interpretazione. Rimane un film di alto livello che merita i premi vinti.
Parasite ****
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Barrett
"Parasite" di Bong Joon-ho. Palma d'Oro all'ultimo Cannes è una dark-comedy dal significato sociale ben evidente che vede un'intera famiglia poverissima che vive in un maleodorante scantinato riuscire ad essere assunta da una facoltosa creando ad arte le prove che coloro che lavorano per loro sono pericolose, sino alla macabra scoperta finale. Convincenti sceneggiatura e regia, un po' meno l'interpretazione. Rimane un film di alto livello che merita i premi vinti.
Parasite ****
Una commedia nera piena di sarcasmo e carica farsesca, rivelatrice anche dei profondi dislivelli sociali nella Corea del Sud. Palma d’Oro meritata e grande successo di pubblico, forse per l’intreccio avvincente ed il ritmo narrativo incalzante.
Concordo con un recensore americano che lo ha definito «terribilmente divertente, quel tipo di film intelligente, generoso, esteticamente energico che annulla le stanche distinzioni tra film d'essai e film di intrattenimento».
Preciso soltanto che non si ride come in una commedia normale, anzi, non si ride affatto, ma si viene catturati dal vortice degli accadimenti e delle situazioni imprevedibili.
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Lo sapevo da quando ha vinto il premio a Cannes, ma quando è partita "In ginocchio da te" di Morandi in una delle scene più esilaranti sono rimasto comunque sorpreso.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Barrett
Lo sapevo da quando ha vinto il premio a Cannes, ma quando è partita "In ginocchio da te" di Morandi in una delle scene più esilaranti sono rimasto comunque sorpreso.
Io non lo sapevo, ho avuto degli attimi di spaesamento ed ho addirittura pensato che la canzone fosse stata inserita solo nella versione italiana…:asd:
Chi mi sa spiegare perché Bong Joon l’ha scelta?
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Il segreto dei suoi occhi.
Davvero un gran bel film...a mio avviso ovviamente.
Perchè...perchè dipinge in modo sublime le differenti umanità dei protagonisti.
Bello davvero. Voto 9+
https://www.youtube.com/watch?v=Kd6W-CkcZw4
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Citazione:
Originariamente Scritto da
follemente
Io non lo sapevo, ho avuto degli attimi di spaesamento ed ho addirittura pensato che la canzone fosse stata inserita solo nella versione italiana…:asd:
Chi mi sa spiegare perché Bong Joon l’ha scelta?
Ha dichiarato che il nostro Gianni nazionale è molto popolare in Corea del Sud malgrado non sia mai andato a cantare lì e che il brano lo ha messo per il titolo in quanto è quello che stano facendo i protagonisti in quel momento. Del testo non sapeva nulla, sono stati i giornalisti italiani a rivelarglielo e lui si è fatto una bella risata.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Barrett
Ha dichiarato che il nostro Gianni nazionale è molto popolare in Corea del Sud malgrado non sia mai andato a cantare lì e che il brano lo ha messo per il titolo in quanto è quello che stano facendo i protagonisti in quel momento. Del testo non sapeva nulla, sono stati i giornalisti italiani a rivelarglielo e lui si è fatto una bella risata.
Interessante, grazie!
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Ho appena terminato di vedere su netflix "Free State of Jones" moto bello, basato su una storia vera....
Anche questo fim, come "Il Pianista" e "Shindler List"..... è uno di quei pochi film che non rivedrò mai più in vita mia.
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"Motherless Brooklyn" di Edward Norton (in veste anche di attore). Noir d'annata o come lo chiamerebbero gli americani Hard boiled, nel quale un investigatore privato indaga su un'operazione di speculazione immobiliare che vede alcune aree povere sottratte ai loro legittimi proprietari per costruirvi alloggi di lusso. L'intreccio rimanda ai classici degli anni 40 con Bogart nelle vesti di Marlowe, ma anche al più recente Chinatown di Polanski senza raggiungere quei livelli o aggiungendo nulla al genere come invece fece Ridley Scott con Blade Runner. Nel cast anche Willem Dafoe, Alec Baldwin e Bruce Willis.
Motherless Brooklyn **
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"Mary Queen of Scots" di Josie Rourke (prima opera). Maria Stuarda diventa ben presto Regina di Scozia ma si trasferisce in Francia e alla morte del marito torna nel suo paese natale. Il suo obiettivo è riunificare il Regno, ma il suo disegno trova ostacoli nella Regina Elisabetta d'Inghilterra, sua cugina, come pure tra i membri del suo Consiglio. Bellissimi gli scenari, come pure i costumi (candidati all'oscar), ma le note positive terminano qua. Il film è intriso da un perenne romanticismo fuori luogo, il bel faccino adolescenziale della Ronan va bene per Lady Bird meno per una Regina sottoposta agli stress del trono. Il resto della truppa non convince, regia compresa. Salvo Margot Robbie, sopratutto nel confronto con la cugina alla fine del film.
Mary Queen of Scots **
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"J'accuse" di Roman Polanski. Presentato a Venezia dove si è aggiudicato il Leone d'argento quale premio della Giuria. Si è fatto notare che se non ci fossero state le dichiarazioni da parte del Presidente della Giuria all'inizio del festival contro la persona Polanski, probabilmente al film sarebbe spettato il Leone d'Oro. Il film si occupa dell'affare Dreyfus, ufficiale francese di origine ebrea condannato per alto tradimento per aver fornito notizie riservate ai tedeschi. Un vecchio superiore di Dreyfus verificando che la fuga di notizie non terminano con il suo esilio decide di indagare per scoprire chi ci sia dietro l'intera faccenda. Premetto che la storia rievocata in tutta la sua vicenda non mi ha entusiasmato, probabilmente perchè siamo cresciuti con ingiustizie, scandali, processi farsa, attentati finti e quant'altro. Per i francesi fu, forse lo è ancora, una questione d'onore che spaccò il paese in due. A parte la vicenda, interpretazione e regia sono di un livello elevato. Polanski cura i dettagli come pochi, sia nella ricostruzione della storia e nella presentazione dei documenti tanto da sembrare a volte un documentario, sia nella regia dove utilizza inquadrature fisse e mai zoomate con poco carrello.
J'accuse ***