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"Ennio" (2021) di Giuseppe Tornatore
Quando Morricone ci lasciò due anni fa la trasmissione radiofonica "Hollywood Party" chiamò tra gli altri Dario Argento per un ricordo. Il regista raccontò che per il suo primo film "L'uccello dalle piume di cristallo" fece un tentativo con il compositore senza troppe speranze perchè all'epoca Morricone era già famoso e anche molto impegnato. Invece accettò di scrivere la colonna sonora per il film e un giorno chiamo Argento dicendogli che gliela voleva far sentire e immediatamente dopo presentandosi a casa del regista con con la sola tromba e proponendogliela unicamente con quello strumento. Ecco, questo era Morricone, un compositore che rompeva gli schemi e fu il cinema e permetterglielo e non la musica colta che per anni aveva studiato. Il documentario di Tornatore racconta la sua intera carriera, dall'arrangiamento delle prime canzonette sino alle musiche per film, dalla vergogna per aver tradito i suoi studi al riscatto e al riconoscimento non soltanto da parte del mondo dello spettacolo ma anche da parte dei suoi colleghi, inizialmente critici nei suoi confronti, grazie alle ultime opere ("C'era una volta in America", "The Mission" e "Nuovo Cinema Paradiso"). Ne esce fuori un personaggio che rappresenta appieno l'italianità, cresciuto a pane e studi classici ma che ha trovato la sua migliore espressione grazie alla creatività, alla fantasia e alla imprevedibilità che rappresenta un marchio di fabbrica di noi italiani. Grandissimo Morricone.
Ennio ****
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"The Northman" (2022) di Robert Eggers
Hamlet eroe mitologico scandinavo vede il padre ucciso dall'amante della madre e passerà la sua vita tentando di vendicarlo. Non avrei mai visto il film se non fosse stato diretto da Eggers di cui un paio di anni fa apprezzai "The Lighthouse". Con questo ultimo film rimangono le immagini cupe e oppressive del precedente, ma tema e realizzazione sono distanti anni luce. Eggers dimostra grande dimestichezza con primi piani e parti recitate, meno con le scene più violente che necessitano di un grosso lavoro di montaggio e meno movimenti della cinepresa. Ma anche questo lavoro non delude.
The Northman ***
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Barrett
"Ennio" (2021) di Giuseppe Tornatore
Quando Morricone ci lasciò due anni fa la trasmissione radiofonica "Hollywood Party" chiamò tra gli altri Dario Argento per un ricordo. Il regista raccontò che per il suo primo film "L'uccello dalle piume di cristallo" fece un tentativo con il compositore senza troppe speranze perchè all'epoca Morricone era già famoso e anche molto impegnato. Invece accettò di scrivere la colonna sonora per il film e un giorno chiamo Argento dicendogli che gliela voleva far sentire e immediatamente dopo presentandosi a casa del regista con con la sola tromba e proponendogliela unicamente con quello strumento. Ecco, questo era Morricone, un compositore che rompeva gli schemi e fu il cinema e permetterglielo e non la musica colta che per anni aveva studiato. Il documentario di Tornatore racconta la sua intera carriera, dall'arrangiamento delle prime canzonette sino alle musiche per film, dalla vergogna per aver tradito i suoi studi al riscatto e al riconoscimento non soltanto da parte del mondo dello spettacolo ma anche da parte dei suoi colleghi, inizialmente critici nei suoi confronti, grazie alle ultime opere ("C'era una volta in America", "The Mission" e "Nuovo Cinema Paradiso"). Ne esce fuori un personaggio che rappresenta appieno l'italianità, cresciuto a pane e studi classici ma che ha trovato la sua migliore espressione grazie alla creatività, alla fantasia e alla imprevedibilità che rappresenta un marchio di fabbrica di noi italiani. Grandissimo Morricone.
Ennio ****
Un filmone, titolo Siberia. Dico che sara' mai? Innanzi tutto non é girato in Siberia ma in Canada
basta che fa freddo, lui é l'onnipresente Keanu Reeves che é un commerciante di diamanti blu, viaggia con spettrometro e tutto.
Ne deve comprare 12, ma solo uno é buono, nel frattempo scoppia la passione travolgente per una locandiera ma alla fine lo ucci
dono e mi dispiace, se la cavava sempre.
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.siberia
Citazione:
Originariamente Scritto da
Fiammetta
Un filmone, titolo Siberia. Dico che sara' mai? Innanzi tutto non é girato in Siberia ma in Canada
basta che fa freddo, lui é l'onnipresente Keanu Reeves che é un commerciante di diamanti blu, viaggia con spettrometro e tutto.
Ne deve comprare 12, ma solo uno é buono, nel frattempo scoppia la passione travolgente per una locandiera ma alla fine lo ucci
dono e mi dispiace, se la cavava sempre.
Ecco alcuni particolari del film che mi sono tornati in mente ora,
prima di fare i bagagli per mare e terme. Loro si trovano a San Pie
troburgo e lui dà gli appuntamenti alle 20, quando c'è ancora un sole
che spacca le pietre, cosi' gli spiegano che prima delle 10 pm a San Pietro-
burgo non si fanno affari. Il capo li', Boris, gli dice che prima vuole che
diventi suo fratello di sangue e gli spiega il modo adottato in Russia. Lui
deve dire alla sua incantevole amichetta di succhiargli l'uccello e la sua ami
chetta lo succhierà a lui, solo così saranno fratelli di sangue. All'americano
non importa diventare fratello di sangue di questo Boris e poi in questo modo
ma pare che non se ne viene fuori allora prima si fanno 2 tiri di cocaina e poi
si scambiano le fanciulle. Non è semplice per una donna farlo a un uomo che non ama
a meno che non sia una vera troia coi fiocchi. Usciti, lei é un po' incazzata ma poi
lui le fa passare tutto.
Delle scene veramente artistiche...
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“Esterno Notte” 2022 di Marco Bellocchio
Esistono due verità sul rapimento e uccisione di Aldo Moro, quella ufficiale con le Brigate Rosse artefici autonomamente del crimine e quella ipotizzata, immaginata e ma alla fine provata, che vedeva il gruppo terroristico aiutato da forze esterne interessate a fermare l’azione politica di Moro. “Esterno Notte” presentato in questi giorni a Cannes è una serie tv che andrà in onda sulla Rai dopo l’estate, anticipata al cinema con i primi 3 episodi. Racconta di un Moro accerchiato dai colleghi della Democrazia Cristiana che non vedevano di buon occhio l’accordo con i nemici comunisti; dallo stesso Partito Comunista, preoccupata che lavoratori e frange più estreme si mettessero di traverso su un accordo politico con il partito che dettava legge in Italia da trent’anni; dalla Chiesa, in lotta con la sinistra su divorzio e aborto; da russi e americani che preferivano mantenere alto il muro che li separava. Il primo episodio vede lo statista preparare il terreno per il compromesso storico con Berlinguer che avrebbe dato vita a un governo di unità nazionale al fine di alleggerire la pressione sul paese devastato dalle azioni terroristiche di quegli anni, e termina con il rapimento in via Fani. Nel secondo è Cossiga il protagonista con i suoi turbamenti dovuti alle difficoltà di aiutare l’amico di sempre e contro la volontà della corrente andreottiana e degli americani. Nel terzo un Papa ormai malato e consapevole del poco tempo rimastigli che tenta ingenuamente di liberare Moro attraverso il pagamento di un riscatto e il recapito ai terroristi di un messaggio inutile. Bellocchio ci fa ripiombare nell’atmosfera di quegli anni disegnando il profilo di un uomo così superiore e avanti, come in precedenza solo Kennedy lo era stato, da allarmare tutti coloro che avevano interesse a mantenere il mondo diviso in due blocchi.
Esterno Notte ***
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“Nostalgia” (2022) di Mario Martone
Felice (Pierfrancesco Favino) ritorna a Napoli dopo 40 anni per rivedere i suoi posti d’infanzia e soprattutto la madre ormai anziana. Si è ormai stabilito in Egitto dove ha un’impresa edile e messo su famiglia. Rivedere il quartiere dove è cresciuto gli provoca un sentimento di nostalgia è un irrefrenabile voglia di tornarci a vivere. Deve però convincere la moglie egiziana e soprattutto eliminare alcuni scheletri nell’armadio di quando era appena un ragazzo, segreti che conserva insieme al suo migliore amico di quel periodo. “Nostalgia”, presentato a Cannes in concorso, è un altro film di Martone ambientato nella Napoli di sempre, quella nella quale convivono a pochi metri di distanza persone che cercano di perseguire obiettivi nobili e altre che invece cercano scorciatoie largamente illegali. Ottimo il soggetto, mi sarei però aspettato una regia con più ritmo e una sceneggiatura meno dispersiva in alcune sequenze, nel senso che nelle mani di uno come Scorsese questo film sarebbe stato un capolavoro. Convincente Favino.
Nostalgia ***
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Barrett
“Nostalgia” (2022) di Mario Martone
Felice (Pierfrancesco Favino) ritorna a Napoli dopo 40 anni per rivedere i suoi posti d’infanzia e soprattutto la madre ormai anziana. Si è ormai stabilito in Egitto dove ha un’impresa edile e messo su famiglia. Rivedere il quartiere dove è cresciuto gli provoca un sentimento di nostalgia è un irrefrenabile voglia di tornarci a vivere. Deve però convincere la moglie egiziana e soprattutto eliminare alcuni scheletri nell’armadio di quando era appena un ragazzo, segreti che conserva insieme al suo migliore amico di quel periodo. “Nostalgia”, presentato a Cannes in concorso, è un altro film di Martone ambientato nella Napoli di sempre, quella nella quale convivono a pochi metri di distanza persone che cercano di perseguire obiettivi nobili e altre che invece cercano scorciatoie largamente illegali. Ottimo il soggetto, mi sarei però aspettato una regia con più ritmo e una sceneggiatura meno dispersiva in alcune sequenze, nel senso che nelle mani di uno come Scorsese questo film sarebbe stato un capolavoro. Convincente Favino.
Nostalgia ***
A me è parso poeticissimo, anche se ambientato in un rione esteticamente poco bello.
Io non ho mai dovuto lasciare i luoghi a me cari in cui sono cresciuta, però posso capirne la nostalgia.
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“Alcarràs” (2022) di Carla Simon
Un’intera famiglia catalana è impegnata da generazioni nell’attività di produzione e raccolta delle pesche. Si trovano ad affrontare il repentino calo del prezzo dei prodotti agricoli per via della grande distribuzione che non gli permette di coprire i costi. Ma hanno anche un altro problema: il terreno su cui operano non è loro ma è stato regalato senza alcun atto scritto, per dei favori ricevuti, al vecchio capo famiglia e gli eredi del benefattore lo rivendicano per installare dei pannelli solari. Il film presentato a Berlino dove ha vinto l’Orso d’Oro, racconta il declino dell’agricoltura nelle piccole aziende, ma anche la vita aldilà dei campi e la semplicità di persone che non chiedono altro che vivere dignitosamente. Ottimo soggetto e sceneggiatura, qualche perplessità sulla regia soprattutto nella prima parte, credo anche per una strumentazione non eccezionale.
Alcarràs **
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“Lazzaro felice” (2018) di Alice Rohrwacher
Film recuperato, visto su Raiplay. Un gruppo di contadini è isolato da decenni a causa di un alluvione. Non si accorgono di un mondo che cambia (anche in peggio) e i più piccoli sono impossibilitati a frequentare la scuola. Lavorano come mezzadri per conto di una marchesa che li sfrutta e li lascia in condizioni di povertà estrema. Un giorno arrivano i carabinieri, arrestano la marchesa e “liberano” i contadini. Li ritroviamo anni dopo in città, senzatetto e alla continua ricerca di espedienti per arrivare a fine giornata. L’unico che sembra non accorgersi delle difficoltà, che non soffre per la sua condizione ed è disposto ad aiutare chiunque abbia bisogno è Lazzaro, divenuto ad un certo punto del film protagonista di una storia surreale quasi fiabesca. Presentato a Cannes nel 2018 dove vinse il premio di miglior sceneggiatura, “Lazzaro felice” si muove tra Olmi e Pasolini, spaccato di vita contadina in principio, dove il superfluo non è necessario, contraddizioni urbane nel proseguo, dove persino coloro che sono a proprio agio nella giungla d’asfalto della metropoli subiscono la violenza e la volgarità di una società distratta e insensibile. Attendo con curiosità il prossimo film della Rohrwacher.
Lazzaro felice ***
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Ayla, la figlia senza nome: ho pianto, ve lo confesso.
Meraviglioso!
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“Esterno Notte” 2022 di Marco Bellocchio – seconda parte
Il quarto episodio approfondisce la figura di Adriana Faranda. Entra nelle Br nel 1976, viene testata l'anno successivo quando partecipa a un agguato nei confronti di un rettore per poi entrare nel direttivo l'anno dopo. E' la persona che fa ritrovare i comunicati dei terroristi durante il rapimento Moro. All'apparenza è una donna come tutte le altre, ha una figlia da seguire, però decide di dedicare (buttare) la sua vita alla lotta armata all'interno della quale si distingue per essere un'autentica rivoluzionaria, mentre altri si definiscono dei disobbedienti. Insieme al compagno Valerio Morucci è tra coloro contrari all'uccisione di Moro, in quanto la sua esecuzione favorirebbe proprio coloro che stanno combattendo. Ma sono in minoranza.
Con il quinto episodio arriviamo alla moglie di Moro interpretata da Margherita Buy, in una scala di bravura superata solo da Gifuni che fa appunto Moro. Eleonora si lamenta del marito, perché dedica tutto se stesso alla politica, ma quando glielo rapiscono non esita a fare quello che la sua riservatezza in altre circostanze le avrebbe impedito di fare. Chiedere aiuto. Ma capisce ben presto che la DC non spera altro che Moro non esca vivo dal covo. Devo dire che ho trovato la seconda parte di “Esterno notte” un pò meno efficace della prima, ma forse è solo un impressione. Credo che Bellocchio comunque abbia esagerato con gli incubi dei protagonisti, con le parti immaginate, addirittura una fiction nel corso del film, forse perché non poteva esplicitamente dire che questo rapimento era tutto un falso per permettere agli oppositori di Moro (praticamente tutti) di liberarsi di colui che stava minando le fondamenta del loro potere. Rimane comunque una grande prova del regista che a 82 anni riesce ancora a dare una lezione di cinema. Le ultimi immagini sono di repertorio, con faranda e morucci arrestati mentre quasi in contrasto cossiga e andreotti continuano la loro puzzolente carriera politica come se nulla fosse.
Esterno Notte ***
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"Minamata" (2020) di Andrew Levitas
Storia realmente accaduta che narra l'impegno di un celebre fotografo di guerra di documentare i pesanti danni causati dalle scorie rilasciate da una industria chimica con effetti devastanti sulla popolazione. La sua denuncia verrà osteggiata dal potere politico ma alla fine riuscirà nel suo intento anche grazie alla mobilitazione generale. Ottima la regia di Levitas con un Jonny Depp che si ricorda di essere anche un attore. Qualche perplessità sul racconto, forse non così incisivo come il soggetto avrebbe meritato e anche il finale sembra in puro stile hollywoodiano, con tanto di tessuto musicale scritto da Sakamoto che ricorda altre pellicole. Purtroppo il film, presentato a Berlino 2020 e uscito in piena epoca di pandemia, ha incassato meno di un decimo rispetto al costo.
Minamata ***
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"Amarsi sotto la pioggia" con una Sharon Stone agli esordi: passabile.
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“Sesso sfortunato e follie porno” (2021) di Radu Jude
Ancor prima dei titoli di testa il film parte con una scena di sesso infuocato che ti fa pensare di essere entrato per sbaglio in un sito porno. Ma è proprio il film. Una coppia si riprende durante un rapporto sessuale e il file finisce nelle mani sbagliate e reso disponibile in un sito per adulti. La protagonista è un'insegnante di un liceo di Bucarest e a scuola qualcuno vede le immagini e riconoscendola da avvio alla gogna. Ambientato in Romania durante la pandemia il film ha vinto meritatamente l'Orso d'Oro a Berlino nel 2021, anno in cui anche a Cannes e a Venezia hanno trionfato film in cui la protagonista lotta contro problemi personali e sociali. “Sesso sfortunato” si divide in tre parti e presenta tre finali diversi. Nella prima parte la protagonista attende il giudizio della scuola, che potrebbe sfociare in un licenziamento, andando in giro per la città. In questa parte la regia si sviluppa in brevi piani sequenza simili a quelli di “Roma” di Cuaron e il set non è proprio cinematografico ma riprende davvero la vita della città. La seconda parte, quella più controversa, documenta come negli anni la società rumena ma non solo si è evoluta attraverso fasi storiche, anche drammatiche naturalmente, e come è cambiato il comune senso di oscenità. Nella terza parte abbiamo il “processo” con l’insegnante che si deve difendere davanti ai colleghi e ai genitori degli studenti e nella quale ciascuno di loro non riesce a controllare gli istinti peggiori quando si deve ergere a giudice di una persona. Come detto il film presenta tre finali.
Sesso sfortunato o follie porno ***
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Barrett ti prego: se puoi, guarda il film che stasera passa su Rai 5, ore 21,15:
Marie Heurtin, dal buio alla luce
Tratto da una storia vera. L'attrice adolescente è fantastica! Aspetto però il tuo giudizio.
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Mi dispiace Cono. L'ho perso. Cerco di recuperarlo in qualche piattaforma. Grazie comunque.
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Puoi trovarlo su Rai replay
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“Marie Heurtin” (2014) di Jean-Pierre Améris
Cono mi ha costretto a vedere un film di suore. Nel XIX secolo non esistevano strutture pubbliche destinate a persone affette da patologie che per la loro gravità risultavano ingestibili per famiglie sprovviste di mezzi economici e morali. In Francia un convento di suore si occupava di educare bambine e ragazze sordomute. Quando però al convento arriva una ragazza che oltre a essere sordomuta era pure cieca la sfida appare oltre le loro possibilità, anche perché la giovane è scevra da qualunque educazione e con un comportamento fuori da ogni controllo. Solo grazie all’insistenza di una suora la direzione decise di fare un tentativo con la giovane. Il film da un punto di vista cinematografico dice poco, presenta un format tipicamente televisivo, con pochi dettagli di qualità e una sceneggiatura in alcuni momenti scontata. E’ un film sull’amore, ma in una forma diversa da quella che solitamente incontriamo e che nasce tra una persona fragile e un’altra che si prende cura di lei. Commoventi alcune scene, quelle legate al senso di abbandono che la ragazza è costretta a vivere in alcuni momenti della sua vita. Finale meno banale rispetto a quanto mi aspettassi. Consigliato a chi vuole versare qualche sana lacrima.
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Barrett.....mi hai sorpreso e commosso. Non so come ringraziarti. Un grande esperto di cinema come te che stravolge i suoi programmi per accettare la mia proposta....
Grazie grazie grazie! Se posso aggiungere una cosa sola....il film non fa soltanto piangere. Fa riflettere! Tanto. Noi abbiamo tutto. Stiamo bene. Non ci manca niente....e ci lamentiamo di continuo. Il film ti fa assaggiare la Vita! Quella vera. Ti riconduce alla Realtà.
Sei un amico. Grazie!
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“La battaglia di Algeri” (1966) di Gillo Pontecorvo
Non è solo un film cinematografico ma un documento che riporta con cura gli avvenimenti accaduti ad Algeri nel 1957 durante l’occupazione francese e la guerriglia messa in campo dalla popolazione che consentì qualche anno dopo al paese nordafricano di raggiungere l’indipendenza. Il film venne utilizzato per anni dai guerriglieri e dagli eserciti per studiare come si deve resistere a una occupazione militare e sconfiggere la guerriglia urbana. Mostra senza enfasi e scene spettacolari il dramma della guerra, le uccisioni e le distruzioni, gli attentati in luoghi frequentati da normali cittadini e le reazioni messe in campo dalla parte avversa. Grande la regia di Pontecorvo, il montaggio e i primi piani dei volti dei protagonisti su tutto, come pure la colonna sonora di Morricone. Vincitore del Leone d’oro a Venezia e con diverse candidature agli Oscar, il film venne distribuito in Francia solo successivamente alla sua uscita.
La battaglia di Algeri ****
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“Elvis” (2022) di Baz Luhrmann
Elvis Presley è stata la prima icona di musicale popolare. Appena apparso sulla scena riuscì a dare una scossa ai ragazzi americani insonnoliti prendendo a prestito la musica dei neri e interpretandola in stile country come mai nessuno aveva fatto prima aggiungendo ancheggi e gorgheggi. Quando tornò dal servizio militare era cambiato lui, il mondo e pure i giovani. Allora gli imposero un’immagine edulcorata che finì per rappresentare la sua caricatura. Ecco, questo è il film sulla caricatura di Elvis e sul suo rapporto con il Colonello Parker (un irriconoscibile Tom Hanks), il manager che gli cucì addosso il personaggio che diede il via al fenomeno da baraccone che alla fine lo distrusse. Presentato quest’anno a Cannes fuori concorso, il film, con un montaggio frenetico all’eccesso, non dice nulla che non si sapesse sulla sua carriera e sulla sua vita. Molto meglio andare su Youtube e guardare i filmati originali.
Elvis **
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La notte di San Lorenzo, ieri sera su Rai movie. Girato fra l'altro nei dintorni di casa nostra....
Bellissimo!!! Fratelli Taviani inimitabili.
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“Crimes of the future” (2022) di David Cronenberg
Il corpo umano come sarà secondo Cronenberg in futuro. Tecnologico, con una fase transitoria in cui si svilupperà la capacità di creare nuovi organi. Non andremo alla ricerca del piacere come comunemente inteso ma lo otterremo attraverso il dolore; la chirurgia estetica non verrà utilizzata per eliminare difetti fisici ma creerà una simbologia come oggi fanno i tatuaggi. Presentato a Cannes in concorso il film è caratterizzato da una atmosfera cupa dove la luce naturale manca completamente. Idea interessante però con uno sviluppo della sceneggiatura che a me pare poco efficace (ma su questo vorrei sentire i fans del regista), con dialoghi troppo lunghi e a volte anche un po’ banali. Rimane la classe della regia e un accenno di ottima musica.
Crimes of the future **
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La felicità degli altri, di David Cohen. Mercoledì scorso su Rai 3. Amara riflessione sull'invidia che può provocare il successo degli altri, anche se amici.
Vincent Cassel, come sempre, sopra le righe.
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Hours, ieri su Rai movie. Due ore di thriller e di autentica sofferenza: ma ne è valsa la pena. Bellissimo! Il potere immenso dell'Amore.
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"La terra dell'abbastanza" di Fabio e Damiano D'Innocenzo
Film d'esordio presentato a Berlino nel 2018. Due ragazzi di borgata investono involontariamente un pentito della malavita romana ricercato dal suo clan. Il favore compiuto permette ai ragazzi di essere assoldati per compiere omicidi e occuparsi della prostituzione. In cambio tanti soldi e nessuna preoccupazione su come mantenersi. Però la nuova vita li rende avidi e insensibili agli affetti, fino a quando non si adombra nella loro testa una sorta di ripensamento. Il film che è costato pochissimo e ha incassato più premi che soldi, perde un po' di efficacia nella seconda parte, come succederà con "Favolacce", il loro secondo lavoro.
La terra dell'abbastanza **
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Mostra del cinema di Venezia, leone d'oro alla carriera per Catherine Deneuve. Mi dai un giudizio su Catherine Deneuve, Barrett?
Grazie!
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Bella (di giorno) da morire.
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Ieri sera mi sono riguardata Buldozer, con Bud Spencer. Avevo voglia di qualcosa di scanzonato.