https://zmoviess.co/movie/the-father-67108
In lingua originale e sottotitoli in inglese
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Barrett stasera c'è "Lazzaro felice" alle 21,10 su Rai cinque canale 23. Un film bellissimo, che consiglio a tutti, premiato a Cannes nel 2018 per la miglior sceneggiatura.
Grazie, interpretazione meravigliosa (infatti Hopkins ha ricevuto l'Oscar), nonché straniante ed originale il punto di vista di un malato di demenza senile o Alzheimer.
Questo film che rende palpabile l'inutilità e la crudeltà della guerra a mio modesto avviso un Oscar se lo merita.
E dire che io credevo che su Netflix ci fossero quasi solo film commerciali...
Follemente te me lo guardi stasera Lazzaro felice?
Grazie Barrett, sei un amico! Io se me lo concedi, gli do cinque asterischi. Film di una poesia estrema, ancestrale. Che smuove, irrefrenabilmente, all'azione, all'amore per gli ultimi della terra, per i dimenticati....
Attori di strada, diretti in modo mirabile dalla regista. Hai scritto bene, come facevano Olmi e Pasolini. Ma anche Pupi Avati. O Fellini.
Ancora grazie per esserti scomodato.
“All the beauty and the blood shed” (2022) di Laura Poitras
La prescrizione superficiale e non casuale di oppioidi è diventata da anni una vera tragedia negli States, solo nel 2022 quasi 200 mila morti, con il coinvolgimento di molti medici conniventi con l’industria farmaceutica. Il documentario è dedicato all’attivismo di Nan Goldin, fotografa degli “scantinati” di New York degli anni 70 e 80, lei stessa coinvolta in passato per abuso di sostanze. Il suo impegno l’ha portata a fondare un’associazione per mettere in luce i crimini compiuti dalla famiglia Sackler, proprietari di una delle industrie farmaceutiche coinvolte nella produzione e vendita di oppioidi, considerati dai più dei benefattori in quanto finanziatori di operazioni filantropiche nei confronti dei maggiori musei mondiali. Peccato che i miliardi donati fossero una piccola fetta di quella ottenuta attraverso la vendita delle medicine prescritte anche per semplici dolori che trasformavano persone che sino a un istante prima avevano un’esistenza normale in veri e propri tossicodipendenti che finivano per sostituire le costosissime pillole con droga di strada. Accanto a questa parte, che comunque non differisce da tanti contributi sull’argomento presenti in rete, la Poitras indaga sulla vita della Goldin ed è questa la parte del documentario che ho apprezzato maggiormente. L’esistenza della donna è piuttosto complicata, caratterizzata sin dagli albori dal suicidio della sorella e dalla fuga dalla casa materna, con la frequentazione dell’underground newyorkese che vedono quali protagonisti gli esclusi, i gay, i perdenti, quei personaggi che animano le canzoni dei Velvet Undergound e Suicide (nella colonna sonora). Bellissime le foto, inizialmente delle semplici polaroid poi dalla qualità sempre più elevata, foto notturne all’interno dei locali della sottocultura della grande mela, tutte con il flash puntato in faccia degli amici di sventura della Goldin. E’ una comunità che resiste un decennio per poi venire falcidiata da droga e aids. A Venezia ha vinto, con molta sorpresa, il Leone d’oro per il miglior film ed è candidato all’Oscar per il miglior documentario.
All the beauty and the blood shed ***
“The Whale” (2022) di Darren Aronofsky
Film di chiusura a Venezia. Da tempo obeso un insegnante tiene le sue lezioni universitarie via web senza farsi vedere dagli studenti e rimanendo in casa tutto il tempo in quanto per le sue dimensioni è impossibilitato a muoversi liberamente E’ caduto in depressione a seguito della morte del compagno e si rimpinza di cibo spazzatura mettendo a repentaglio la salute. Si nota immediatamente che è tratto da un testo teatrale e il suo difetto principale è quello di non essere riuscito a creare un’atmosfera cinematografica efficace. L’ambientazione è cupa e claustrofobica come in altri film di Aronfsky, e vede la partecipazione di volta in volta dell’infermiera, della figlia e di un giovane predicatore, questi ultimi due a mio parere fuori contesto. Ha tre candidature agli oscar meritati, il protagonista, l’infermiera e il trucco.
The Whale **
“Women talking” (2022) di Sarah Polley
In una comunità mennonita isolata le donne subiscono le peggiori violenze fino a quando non si ribellano e decidono che azione intraprendere ovvero se rimanere e lottare per i loro diritti oppure andarsene. Tratto da un romanzo che prendeva spunto da fatti realmente accaduti il film si avvale di attrici di peso come Rooney Mara e Jessie Buckley, oltre la sporadica presenza di Frances McDormand in veste anche di produttrice. Ottimo il soggetto non mi pare così convincente invece la regia alla quale non riesce la trasformazione di un testo in narrazione cinematografica, presentando momenti di stanca e ripetitivi. Naturalmente non la pensa così l’Academy che candida la pellicola all’Oscar per il miglior film e per la miglior sceneggiatura non originale.
Women talking **
Un film con Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence: "Don't Look Up" (letteralmente "non alzare lo sguardo"). E' un film del 2021 e sebbene un po' commedia e fantastico è una satira feroce sull'indifferenza dei governi e dei media nei confronti dell'emergenza natura.
Vi dirò che mi ha fatto parecchio pensare. Lo consiglio vivamente.
Il pezzo di sotto è la sigla di chiusura. Mi sembra molto appropriato.
https://youtu.be/5_NAo-jyyps
Ti ringrazio! Ho preso nota.
“Living” (2022) di Oliver Hermanus
Londra anni 50, un funzionario pubblico scopre di avere pochi mesi di vita. Dopo un periodo di smarrimento decide di porsi come obiettivo la realizzazione di un piccolo progetto. E’ il remake di un film di Kurosawa ambientato a Tokio, che a sua volta si rifaceva al racconto “La morte di Ivan Ilic” di Tolstoj, mentre il film in questione è sceneggiato dal premio Nobel Ishiguro. Con metà lavoro fatto al regista non è rimasto che curare i dettagli, a partire dai titoli di testa filmati come si faceva negli anni 50, dotare il film di una luce particolare e porre la musica allo stesso volume delle voci. Il ritmo forzatamente lento che sembra fare il verso a certi film asiatici permette ai protagonisti, ma anche agli stessi spettatori, alcuni spunti di riflessione durante i quali ci si chiede però se succederà mai qualcosa in questo film. Due candidature agli Oscar, attore protagonista e sceneggiatura.
Living ***
E così è stato: Oscar come miglior film internazionale, per la scenografia, la fotografia e la colonna sonora.
Per tacere dell'incetta di premi ai British A. Awards.
“Holy Spider” (2022) di Ali Abbasi
Un serial killer ammazza le prostitute della sua città, Mashhad in Iran, microcosmo ultra devoto alla religione islamica. La motivazione è ripulire le strade da ragazze che non rispettano i valori sacri, ma che nella realtà sono persone con problemi di dipendenza dall’oppio. Si occupa del caso una giornalista proveniente da Teheran, poco abituata a seguire le rigide regole del Corano, che con il suo modo di fare manda in cortocircuito le usanze locali. Presentato all’ultimo Cannes, con un premio vinto per la miglior interpretazione femminile, Holy Spider è un thriller ispirato, che nelle sue scene più riuscite prende spunto da sequenze di altri film e registi importanti, ad esempio nei primi piani e nelle atmosfere viene in mente Kubrick, come pure l’assassino nel suo incedere ricorda proprio il Jack Nicholson di The Shining. Anche la musica che incombe minacciosa quasi ad avvertire il pericolo imminente, arricchisce una pellicola non perfetta ma più che riuscita, soprattutto nella parte finale.
Holy Spider ***
"Il giovane favoloso". Elio Germano interpreta magistralmente Giacomo Leopardi. Ne consiglio la visione a tutti, lo si trova anche su YouTube.
Barrett, se ci sei ancora, batti un colpo!
Ticket to Paradise - Una volta si diceva che si faxecano certi film per la pagnotta, ma cosa si sono ridotti George Clooney w Julia Roberts per la pagnotta è indescrivibile
Credetemi sulla parola, risparmiate i soldi del biglietto
Ah, ok.
Intanto io ho visto al cinema un film di un regista sloveno, L'uomo senza colpa (2022), imperniato sulla storia di una vedova dell'amianto nel Monfalconese. Molto lento, più psicologico che altro: s'instaura un rapporto di amore-odio tra lei ed il responsabile delle morti per l'amianto.
"L'inchiesta" di Damiano Damiani, ieri su Rai storia.
Lo consiglio caldamente a tutti! È già su Rai play.
"Le cose che non ti ho detto" film inglese del 2019: il turbinio dei sentimenti in conseguenza di una separazione, raccontato con una delicatezza che commuove e stupisce. Grandissimo Josh O'Connor nell'interpretazione del figlio.
Spero che Barrett o qualcuno di voi lo abbia visto lunedì su Rai tre per condividere i giudizi. In ogni caso lo si rivede su Rai play
Visto. Due grandi attori, Bill Nighly era candidato quest'anno all'Oscar con "Living". Qualche perplessità sulla sceneggiatura, monocorde che indugia sull'argomento senza alcuna variante, tipico nel cinema britannico, e in generale la regia, spesso banale. Cono se vuoi vedere un film di livello superiore, medesimo argomento ma da un punto di vista americano, con una sceneggiatura dalle diverse ramificazioni, tra l'altro con la stessa Annette Bening nella medesima situazione, lasciata dal marito e persino da lui ridicolizzata, ti consiglio di vedere "American Beauty". Un film senza difetti.
Ti ringrazio infinitamente!
L'appuntamento (2022) di una regista macedone che ora vive negli USA, Teona Strugar Mitevska: ambientato a Sarajevo ai giorni nostri, parla dell’incontro di varie coppie in uno speed date: tra queste c’è Asja, che cerca l’anima gemella, e Zoran, che invece voleva conoscere proprio lei, perché durante la guerra, trent’anni prima…
L’ho molto apprezzato per il crescendo di tensione, soprattutto psicologica, ma non solo, per i tempi che rallentano solo nella seconda parte, per l’evoluzione della vicenda.
"La casa di Jack " - Lars von Trier - Matt Dillon: Jack e Bruno Ganz: Virgilio
Jack (incredibile Matt Dillon, preciso, gelido, credibile) è serial killer molto intelligente e psicopatico, non ha emozioni, impara a comunicare con gli altri mimando, davanti allo specchio, le emozioni di volti ritagliati dalle riviste, colto, con disturbo ossessivo compulsivo è il migliore assassino mai esistito.
Il film è il dialogo tra il protagonista e un misterioso interlocutore, il tema è l'arte, Jack si propone di realizzare con i omicidi opere d'arte perfette, il pensiero di Jack è: "l'arte è distruzione, morte e decadenza". Il suo interlocutore non condivide, per l'interlocutore l'arte è amore
Si scoprirà proseguendo nella visione che l'interlocutore è Virgilio (Bruno Ganz), il dialogo è la "confessione" di Jack durante il viaggio verso l'altromondo
non è così crudo e macabro come si dice, non se si è abituati al genere horror, disponibile su Prime Video
La neve cade sui cedri (titolo originale "Snow falling on ceeders")
con Ethan Hawke, Youki Kudoh, Rick Yune, Max von Sydow.
L'orrore della guerra e l'assurdità dei pregiudizi superati da uno scatto di umanità: avvincente, bellissimo!
Barrett, se puoi e se l'hai visto....ti prego, fammene una recensione. Grazie! Buon fine settimana.
Lo guardo.
“Il Sol dell’Avvenir” (2023) di Nanni Moretti
Sarà presente in concorso a Cannes ed è stato scritto prima dell’invasione Russa in Ucraina. Il protagonista (Nanni Moretti) sta girando un film ambientato in Italia nel 1956 proprio nei giorni dell’invasione sovietica a Budapest per “raffreddare” la spinta rivoluzionaria dei magiari. Il protagonista (Silvio Orlando) è un giornalista dell’Unità che non sa che parte stare, se giustificare l’invasione dei sovietici perché comunque il paese è la mamma di tutto il comunismo, oppure dalla parte della libertà rappresentata dai coraggiosi ungheresi. Fuori dal film girato, il protagonista (Nanni Moretti) è totalmente assorbito dalla piega che deve dare al film che si dimentica di avere una moglie (Margherita Buy), che lo lascia. Il film mi è parso davvero ispirato, con una sceneggiatura bellissima, che non dà mai punti di riferimento allo spettatore, con sorprese che si susseguono continuamente, inoltre ci sono tantissime citazioni cinematografiche (soprattutto su Fellini) e i brani musicali per una volta non sembrano appiccicati ma sono incastonati perfettamente nella storia (Tenco, De Andrè e Battiato). Aggiungo che l’attore Moretti sembra perfino migliorato, mentre la Buy è così naturale che ormai ricorda le grandi attrici internazionali. Da non dimenticare la solita qualità da preveggente del regista, ad un certo punto si parla persino di un orso catturato…Non tutto è perfetto come in tutti i film di Moretti, ma a me è piaciuto molto e quindi anche le stellette sono quelle che si merita il film secondo i miei gusti personali. Grazie Nanni.
Il Sol dell’Avvenir ****