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L'abdicazione della ragione? Secondo te uno come Albert Einstein e' partito di cervello quando fà affermazioni come questa?
«Sebbene io sia un tipico solitario nella vita quotidiana la mia consapevolezza di appartenere alla comunità invisibile di coloro che lottano per la verità, la bellezza e la giustizia, mi ha impedito di sentirmi isolato. L'esperienza più bella e profonda che un uomo possa avere è il senso del mistero: è il principio sottostante alla religiosità così come a tutti i tentativi seri nell'arte e nella scienza. Chi non ha mai avuto questa esperienza mi sembra che sia, se non morto, allora almeno cieco. È sentire che dietro qualsiasi cosa che può essere sperimentata c'è qualcosa che la nostra mente non può cogliere del tutto e la cui bellezza e sublimità ci raggiunge solo indirettamente, come un debole riflesso. Questa è la religiosità, in questo senso sono religioso. A me basta la meraviglia di questi segreti e tentare umilmente di cogliere con la mia mente una semplice immagine della sublime struttura di tutto ciò che è lì presente» (Brian, 1995, p. 234).
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secondo me uno come Einstein era ebreo non praticante.
personalmente ho un forte senso religioso (preferisco chiamarlo spirituale) ma non nutro molto amore per le religioni, anzi.
questo senso spirituale o religioso che dir si voglia non è affatto in conflittualità con una disposizione d'animo di curiosità intellettuale verso il sapere.
leggo in questo senso la citazione di Einstein: chi non sente il bisogno di interrogarsi sulla natura delle cose e della vita è un'ameba. è questo bisogno intimo dell'uomo che sta alla base di arte religione e scienza.
prendila pure come una mia libera interpretazione. Semplicemente non credo che le religioni siano adatte a fornire autentiche risposte a quel bisogno intimo, pur essendo degli ottimi palliativi
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Insomma, a quanto mi sembra di capire, la vita di persone come Gandhi, Martin Luther King o Karol Woytila si e' dipanata seguendo un futile palliativo. Dico bene?
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Insomma, a quanto mi sembra di capire, la vita di persone come Gandhi, Martin Luther King o Karol Woytila si e' dipanata seguendo un futile palliativo. Dico bene?
un utilissimo palliativo in effetti, date le immense possibilit
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Molti. Ma anch'io te ne ho citati solo 3. Eppure sono milioni, te l'assicuro, che han speso la vita per gli altri e per Dio. Ed e' a Lui che dobbiamo guardare, amico. Se ci fossilizziamo sulla fragilità umana, fatalmente, rimarremo sempre delusi....
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Te la vedi in un modo, io in un altro. Come puo' minacciare qualcuno Uno che si e' lasciato sputacchiare, pestare a sangue, crocifiggere per amore?
Se andiamo a vedere il messaggio dell'apparizione de La Salette, in cui la Madonna parlerebbe anche in vece di Ges
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ah già, perché c'è quella vecchia questione del peccato originale, per cui uno viene al mondo con una colpa addosso poiché i nostri progenitori mitici (a meno che non si voglia prendere la genesi per un documento storico, al che posso solo dire : lol) scelsero il senso del mistero...
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La distanza tra l'ebraico del testo sacro e l'ebraico corrente sono indici di una componente geroglifica dell'ebraico antico. tale componente dovette svilupparsi, con ogni probabilità, durante i quattro secoli dell'esilio di Israele in Egitto ( tra il XVI ed il XIII sec. a.C.) e venne dimenticata abbastanza rapidamente dalla maggior parte degli ebrei dopo il ritorno in Palestina: nel nuovo ambiente linguistico e culturale in cui gli ebrei si vennero a trovare, il modo di pensare inscindibilmente connesso alla lingua geroglifica era divenuto un lusso inutile ad ogni fine pratico. Con la stessa rapidità il segreto dei geroglifici egizi venne completamente dimenticato dopo la conquista araba dell'Egitto, nel VII sec. d.C.
Il "segreto" delle lingue geroglifiche, riscoperto nel 1822 da Champollion, per l'egizio, e poco dopo, da Antoine fbre-D’Olivet, per l’ebraico, consiste non certo nella decifrazione dei graziosi disegni usati in egitto al posto delle lettere, bensì:
1) Nel fatto che le lettere delle lingue geroglifiche avessero ciascuna un valore fonetico ed insieme un significato compiuto,
2) e che per conoscere davvero una lingua geroglifica era necessari conoscere con precisione i significati di ciascuna lettera, e saperli interpretare. Chi non li conosceva, aveva accesso soltanto al senso esteriore, vulgare, delle parole ( al loro valore d’uso); chi li conosceva, aveva accesso al loro senso intero, originario.
Sia in Egizio sia in ebraico, i modi di intendere il senso delle parole ( e dunque di utilizzarle) era tre. Eraclito li definiva rispettivamente: un modo per parlare, un modo per significare ed un modo per nascondere i significati. Oggi si usa per indicarli come livello letterale, livello figurato e livello sacro ( o geroglifico propriamente detto) ( la parola geroglifico viene dal greco: da hieron, che significa appunto sacro, e glyphein che significa incidere, tracciare profondamente).
Il livello letterale era usato nel linguaggio corrente. Per esempio la parole “luce”, nel linguaggio corrente indicava semplicemente una qualsiasi luce sensibile: quella del fuoco o del giorno o della luna, ecc. Al livello letterale il significato di ogni parola doveva essere chiaro e concreto.
Al secondo livello, figurato, le parole indicavano non le cose concrete, ma ciò che oggi chiameremmo il loro “valore metaforico”: la parola “luce”, al secondo livello indicava ciò che la luce può rappresentare, la luce della conoscenza, la luce dello sguardo, ecc.
Al terzo livello le parole divenivano esclusivamente realtà del mondo dello spirito e degli Dei, rispetto alle quali i significati dei livelli precedenti suonavano soltanto come vaghe, ironiche allusioni. A questo livello la parole “luce” veniva usata, per esempio in un canto rituale di Nefti, per descrivere Osiride nell’atto di “dar luce alla terra in oscurità”, o all’inizio del Libro di Mosè, là dove la Divinità fa risplendere la luce nell’universo prima che siano stati creati il sole e le stelle.
In ebraico, al primo e al secondo livello, la funzione delle lettere dell’alfabeto è soltanto fonetica, mentre il terzo livello è appunto quello in cui le lettere e le radici da esse composte mostrano che cosa realmente si nasconda nelle parole, e lo mostrano soltanto nella scrittura ( il terzo livello esiste soltanto per gli occhi, può essere dunque percepito sempre e soltanto in prima persona; nel suono della parola pronunciata esso è veramente “nascosto” , come diceva Eraclito). Così “luce” in ebraico è ‘aOR: la prima lettera, l’aleph, è il segno della potenza, la lettera O è il segno dell’intelligenza oltre che della luminosità, la lettera R è il segno del movimento. Il significato geroglifico della luce che compare all’inizio del Libro è dunque “ la potenza del comprendere, che ha cominciato a muoversi”
Al secondo livello, quella stessa luce sarebbe una metafora indefinita, infinitamente opinabile.
Al primo livello, è un’inspiegabile contraddizione: come poteva esserci luce, all’inizio, se nell’universo non esistevano ancora sorgenti di luce? Dio aveva una lampada? E via dicendo.
Così è per tutte le parole ebraiche.
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[QUOTE=barambum;991227]ah gi
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Se è simbolico allora non è letterale o reale quindi è successo davvero che l'uomo è caduto e da immortale e divenuto mortale?
Certo che è un problema il libero arbitrio visto che è quel "dono" che sarebbe tanto bello, che è tanto bene (sennò, guarda un pò, saremmo burattini), ma poi allo stesso tempo, ci sono i soliti discorsi dell'uomo che vuole fare da sè, il male nel mondo ecc...ecc...da cui scaturiscono tutte paturnie sul peccato e la redenzione. Quindi è ovvio che ci sia qualcosa che non torna, che ci sia un circolo vizioso in tutto ciò e qualcosa di viziato a monte!!!
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The last time:
Dio ti propone un cammino di salvezza, che porta a Lui. Ma tu, Laura, sei libera di seguirlo o di rifiutarlo, cercando altre vie.
The end.
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E' proprio quello il problema, il dare il libero arbitrio, creando due opzioni, bene e male, e poi, non volendo la seconda opzione, inventatarsi tutta una tiritera sulla salvezza, punizioni ecc.... Ci avrebbe dato un dono, che poi tanto dono non sembrerebbe.
Visto che piace tanto dire che l'uomo non può e non deve fare da sè, alla fine Cono il libero arbitrio deve servire solo per decidere se ubbidire o no ad un essere che ti dice per filo e per segno come devi vivere e cosa devi fare? A me sembrerebbe questo essere un burattino.
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Di fatto, Lo stai rifiutando, no? I burattini non sono in grado di farlo....
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Ma mi sembra un pò limitata la scelta. Alla fine cosa cambia? Hai una vita regolata da un altro essere che ti dice che devi pregare, che devi andare a messa, che devi fare l'amore in un certo modo, che devi fare l'amore solo dopo una certa scadenza, che devi prendere dei sacramenti, che non ti devi masturbare, che devi fare digiuno, che ti devi confessare....
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E' qui che sbagli. Non devi fare assolutamente niente, Laura. Se non credere al perdono dei peccati. Credere alla Pasqua che abbiamo celebrato 2 giorni fà. La nostra e' la situazione di un ammalato di tumore giunto ormai alla fine. Arriva un Medico che ti garantisce di avere la medicina che ti puo' guarire. Ma siamo tremendamente liberi di non crederci e di non prenderla......