@Cono per curiosità, secondo te qual'è l'età massima per poter permettersi tatuaggi, orecchini, jeans strappati etc? :confused:
:mahciao:
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@Cono per curiosità, secondo te qual'è l'età massima per poter permettersi tatuaggi, orecchini, jeans strappati etc? :confused:
:mahciao:
Ma Cono, mi spieghi chi lo dice che "non ci attraiamo più"? A me non pare proprio così, anzi.
Le donne single che conosco lo sono perchè vogliono esserlo, perché hanno deciso che così stanno meglio. E questo non vuol dire che non attraggono gli uomini. Semplicemente magari evitano di impelagarsi in storie troppo impegnative.
NEssuna delle mie amiche single è tale perché "non attrae gli uomini". Anzi, tendenzialmente li attraggono parecchio, e ne hanno pure più di uno. Solo, senza troppo impegno. Quindi, dove sarebbero queste donne mascoline che non attraggono gli uomini?
Poi dovrai pure spiegarmi il nesso tra i tatuaggi e la solitudine, perché anche quello mi sfugge.
La lista dei nesso sarebbe lunga :corn:
Secondo voi, se andassi a farmi cancellare il timbro col laser poi mi sposerei a breve? :mumble:
...che corro subito........ :eek:
-------------- :asd: --------------
....a farmene altri :tajo:
:ciaociao:
....e cosa ti risposi in passato? Hai davvero bisogno che sia la scienza a dirtelo? Non è evidente che Uomo e Donna sono esseri relazionali? Ciò che manca all'uno è presente nell'altro!
Relazione presuppone differenza.
Affermare che la persona è originariamente e costitutivamente “relazione” significa però introdurre un concetto fondamentale, quanto oggi avversato, ossia quello di “differenza”.
La relazione non si dà se non attraverso la differenza. La relazione infatti implica “l’altro”, pertanto implica qualcuno differente da sé. Se non c’è differenza non ci può essere relazione. Nell’essere umano assistiamo pertanto ad una sorta di paradosso: la sua identità passa attraverso il riconoscimento della differenza tra l’“io” e il “tu”. “Io sono ciò che non sei tu, tu sei ciò che non sono io”, “io posso definire me stesso solo attraverso il tu”.
Ciò significa dunque riconoscere il limite intrinseco dell’essere umano: quel “non” presente nelle due espressioni sopra riportate evoca immediatamente il senso di tale limite-mancanza “ciò che non sei tu” “ciò che non sono io”.
Ecco perché il rapporto tra dimensione individuale e sociale dell’identità della persona è un rapporto non privo di conflitti.
L’altro è ciò che mi de-finisce, e quindi, al tempo stesso, è il mio limite. Questo, in un’ottica individualista che concepisce l’umano come “individuo autodeterminato e autodeterminante”, libero e svincolato da qualsivoglia costrizione, è inaccettabile. Fondamentale dunque, per affrontare temi che sollecitano riflessioni su concetti quali quelli di identità, differenza, relazione, è chiarire da dove si parte; occorre innanzitutto compiere un’opzione antropologica che contropropone ad una visione individualistica dell’umano, una concezione di persona come “essere in relazione, frutto di legami e generatrice di legami”.
https://www.relationalontology.org/2...logia-sociale/
Oppure, anche per te, queste sono considerazioni medioevali? :mumble:
Anche te: ma davvero hai bisogno che a dirtelo sia un altro? Non lo evinci da solo? Non ti è bastato, fin dalla più tenera età, avere a che fare con bambini e bambine, ragazzi e ragazze, uomini e donne? Mica sarai cresciuto nella jungla, no? La Donna ha certe caratteristiche innate in lei (peculiarità, carismi, predisposizioni chiamale come vuoi)
L'Uomo ha certe caratteristiche innate in lui.
Negare questo, vuol dire negare alla radice la complementarietà fra i sessi. Vuol dire buttare tutto dentro il calderone insapore e inodore dell'indistinto, RDC. Appiattire tutto sulla linea grigia e piatta del non senso.
Relazione presuppone differenza.
Affermare che la persona è originariamente e costitutivamente “relazione” significa però introdurre un concetto fondamentale, quanto oggi avversato, ossia quello di “differenza”.
La relazione non si dà se non attraverso la differenza. La relazione infatti implica “l’altro”, pertanto implica qualcuno differente da sé. Se non c’è differenza non ci può essere relazione. Nell’essere umano assistiamo pertanto ad una sorta di paradosso: la sua identità passa attraverso il riconoscimento della differenza tra l’“io” e il “tu”. “Io sono ciò che non sei tu, tu sei ciò che non sono io”, “io posso definire me stesso solo attraverso il tu”.
Ciò significa dunque riconoscere il limite intrinseco dell’essere umano: quel “non” presente nelle due espressioni sopra riportate evoca immediatamente il senso di tale limite-mancanza “ciò che non sei tu” “ciò che non sono io”.
Ecco perché il rapporto tra dimensione individuale e sociale dell’identità della persona è un rapporto non privo di conflitti.
L’altro è ciò che mi de-finisce, e quindi, al tempo stesso, è il mio limite. Questo, in un’ottica individualista che concepisce l’umano come “individuo autodeterminato e autodeterminante”, libero e svincolato da qualsivoglia costrizione, è inaccettabile. Fondamentale dunque, per affrontare temi che sollecitano riflessioni su concetti quali quelli di identità, differenza, relazione, è chiarire da dove si parte; occorre innanzitutto compiere un’opzione antropologica che contropropone ad una visione individualistica dell’umano, una concezione di persona come “essere in relazione, frutto di legami e generatrice di legami”.
https://www.relationalontology.org/2...logia-sociale/
Non essere sciocco: non è il tatuaggio in sé, ma come si vive, il taglio che diamo alla nostra esistenza.....
Cavolo, a un certo punto della Vita bisognerà privilegiare le cose vere e importanti o è meglio continuare a vivere come eterni giovincelli?
Spero tu sia più intelligente di Vega, non prenderla sul personale. È un'intera generazione di adulti a comportarsi così!!!
Non sono gli orecchini, i piercing, i tatuaggi, i jeans strappati ad essere ridicoli, ma il modus vivendi, Ale. Il non prendere seriamente nelle mani la nostra esistenza. Si vive alienati, in un nostro mondo a parte, illudendoci che il tempo non passi.
Chi lo dice?!?!?!?!?!?!
No, a questo punto mi fai davvero dubitare che tu sia una giornalista. Chi lo dice. A stento ho dovuto rileggere, Dark, a stento. Forse ti sei espressa male.
Crescita zero
Inverno demografico
Culle vuote
Matrimoni in calo
Single in aumento
Uomini e donne che vivono soli
Depressione dilagante
Studi di psicoterapia soldi out
Chi è che scrive queste cose? La fata Turchina? Paperoga? Pikachu? O non piuttosto tutti i quotidiani del mondo? Chi lancia grida d'allarme, segnali rossi di pericolo parlando di narcisismo imperante, di edonismo e egoismo dilaganti? Il Mago Zurli'? Tonio Cartonio? Mary Poppins? O non piuttosto l'ONU, l'ISTAT, l'INPS, gli organismi non governativi, la Chiesa Cattolica?
Ti preferisco quando fai la femminista d'assalto, guarda. Chi lo dice. Incredibile!
Mi dici che giornale è il tuo? Dove non ci sono le notizie, tipo Novella 2000? Dove tutto è gossip, scoop, vita da vip e volemose bbbene?
dobbiamo passare al vaglio i nostri dubbi su quello che scrivono di sé i forumisti ?
io la faccio più semplice: se tante persone scelgono di non vivere secondo quel modello è perché ne vedono e ne hanno sperimentato l'infelicità;Citazione:
Chi lo dice. A stento ho dovuto rileggere, Dark, a stento. Forse ti sei espressa male.
Crescita zero
Inverno demografico
Culle vuote
Matrimoni in calo
Single in aumento
Uomini e donne che vivono soli
Depressione dilagante
Studi di psicoterapia soldi out
Chi è che scrive queste cose? La fata Turchina? Paperoga? Pikachu? O non piuttosto tutti i quotidiani del mondo? Chi lancia grida d'allarme, segnali rossi di pericolo parlando di narcisismo imperante, di edonismo e egoismo dilaganti? Il Mago Zurli'? Tonio Cartonio? Mary Poppins? O non piuttosto l'ONU, l'ISTAT, l'INPS, gli organismi non governativi, la Chiesa Cattolica?
tutti noi siamo tendenzialmente conservatori, avversi al rischio e propensi a replicare stili di vita che conosciamo per educazione; insomma, quella che oggi si chiama "confort zone";
quando questa regola viene sovvertita vuol dire che c'è una potente spinta reattiva di rifiuto, i cui motivi tu vorresti nascondere sotto il tappeto o sminuire come "egoismo";
la realtà è solo che quel costrutto tradizionale è farlocco sul piano dei sentimenti, inadeguato; nel caso tuo, sei talmente fragile che puoi solo riproporlo, ma sembri il naufrago che suggerisca di bere l'acqua di mare per dissetarsi, e lo fa proprio perché l'ha bevuta e delira, mentre Costanza se la ride alla grande :v
Primo, al tempo tu non risponderti. Ti ripeto affermare chd tutto è maschio e femmina in natura è una stupidaggine, anche se una frase è di effetto non vuol dire che non sia falsa.
Nel brano da te postato non si fa riferimento esplicito a dei fantomatici carismi privi di fondamenta scientifiche
Cono, ti svelo un segreto: il fatto che la gente faccia meno figli - e io aggiungo, menomale, che siamo già troppi sul pianeta - non significa che non ci si attrae più. Piuttosto, significa che finalmente abbiamo imparato a usare gli anticoncezionali.
Idem i matrimoni in calo: semplicemente, la gente ha imparato che non è indispensabile sposarsi. Questo non significa attrarsi meno. Anzi, si tromba molto di più, quindi non credo proprio che l'attrazione sia un problema.
La depressione è un problema legato alla società odierna e alla difficoltà di inserirsi nel cambiamento. Siamo comunque in una fase di transizione epocale. Abbiamo vissuto il passaggio dall'era analogica a quella digitale e ora si sta vivendo una vera e propria rivoluzione legata alla digitalizzazione, che ovviamente destabilizza.
Il fatto che gli studi di psicoterapia siano sold out è solo un dato positivo, che evidenzia la presa di consapevolezza di quanto la salute mentale sia importante. Un tempo era un tabù, oggi la gente, vivaddio, ha capito che si tratta di un percorso che serve a tutti.