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Ho letto tutto, da cima a fondo. Non ho postato nell'attesa di capire meglio.
Ma, ad oggi, avanzo alcune riflessioni:
1. Una volta a settimana devo massacrare almeno un giornalista: io non so perché lo faccio ma il malcapitato converrà di essere, essere stato o, di lì a poco, dover diventare irrimediabilmente il male d'Italia.
2. Gli ultras usano solo pretesti, si incazzano per chiunque. Un colpo di pistola, del nemico per eccellenza, avrebbe anche potuto uccidere mia zia. Se lei, nella sua miserrima vita, è stata, almeno una volta, deliziata da un pallone calciato è palese che sia sorella di tifo.
3. Se mi sveglio con l'irrefrenabile desiderio di andare a vedere il derby Otranto-Castellammare di Stabia devo ricordarmi di non farne parola ad anima viva. Perchè se faccio chiasso, con in gola i cori che verrano, e muoio di incidente stradale, sarò morta da tifosa. In fondo andavo a vedere una partita. Se, invece, per uno scherzo del destino, muoio di pistola mentre riparto per andare a vedere la partita... puff... scompaiono gli stadi.
4. Mai scherzare con chi ha un'arma di ordinanza. Può darsi che non si ricordi esattamente a cosa serva.
Non è scandaloso che si parli di calcio. E' scandaloso che non se ne parli. Dire "morire per una partita" equivale a dire "morire per una caduta" non a "morire per delle idee". Due le note dolenti. Una, quella che fa la differenza, è la pistola. L'altra, quella più sordida, che rimane ai margini della questione quando non si vuole vedero il nesso, è la vendetta. Io non ho convinzioni. Posso filtrare una notizia attraverso le mie capacità di sintesi ed elaborazione ma non posso costruire un ragionamento sui se e sui ma. Saranno volate parole grosse in quell'area di sosta? Pare. Si litigava?
Io la domenica mattina non litigo neppure con lo specchio se, prima, non mi sono preparata alla guerra.
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[QUOTE=mat612000;774140]
A proposito nessuno si
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Citazione:
Originariamente Scritto da
carondimonio
3. Se mi sveglio con l'irrefrenabile desiderio di andare a vedere il derby Otranto-Castellammare di Stabia devo ricordarmi di non farne parola ad anima viva.
Che razza di derby
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Hristo
Domenica sera è scandoloso che siano stati effettuati solo quattro arresti, la polizia doveva reagire eccome, senza pensare a quello che era successo ad Arezzo. I poliziotti delle caserme di Roma cosa c'entrano con il poliziotto di Arezzo? Che cacchio sono queste colpevolizzazione colettive di un intera categoria? E' una mutazione della sindrome daje al rumeno?
No no, il poliziotto(parlo in generale) rappresenta non solo se stesso ma anche l'intero corpo(credo che solomon possa confermare)...ficcatevelo bene in testa.
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[QUOTE=mat612000;774140]A proposito nessuno si
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Renella
Si imparasse questo in Italia.......
Basta pensare che per quel gruppo di disgraziati che spaccavano la vetrata allo stadio di Bergamo, c'era il resto dei tifosi di tutto lo stadio che li fischiava.... se ne parla poco ma lo stadio NON era con loro.
Ma questo cosa dimostra? che 200 violenti vincono su 20.000 persone.
A quanto pare si cara Renella,sinceramente in tv danno sempre notizia delle violenze ma mai dei gemellaggi o delle belle coreografie o striscioni.
Ricordo uno striscione dei tifosi del napoli all'indomani della morte di Fortunato,tutto lo stadio applaudi ma nessuno lo ha detto,invece quando gli ultras del toro fecero uno striscione inneggiante alla sua morte le tv ripresero ubito la notizia.Cosi come quando la curva sud inton
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[QUOTE=sagittario78;774204]maggiore visibilit
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Erfo
A che pro?
eh, bella domanda... bisognerebbe essere nelle loro teste per comprenderlo.
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[QUOTE=sagittario78;774204]maggiore visibilit
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vi consiglio di guardare Annozero,stanno trattando il caso di Genova,ogni tanto meglio rinfrescare la memoria..
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vabbè...che c'entra?
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[QUOTE=yuri gagarin;774190]Che razza di derby
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La ricostruzione definitiva del viminale:
Sostiene il Dipartimento della Pubblica sicurezza che, alle 9.15 di domenica mattina, alla stazione di servizio Badia al Pino est, l'agente Luigi Spaccarotella ha volontariamente indirizzato il tiro della sua pistola di ordinanza sulla Renault Scenic su cui viaggiava Gabriele Sandri. Sostiene il Dipartimento della Pubblica sicurezza che i tifosi della Lazio che con Sandri viaggiavano hanno raccontato una storia monca, almeno ad uso pubblico. Erano in nove - otto uomini e una donna - su due macchine. Non in cinque, su una sola auto. E quando il colpo assassino è partito, "Gabbo" non stava dormendo. Perché dai suoi indumenti, nell'obitorio di Arezzo, sarebbero saltati fuori due sassi "verosimilmente" caricati alla partenza da Roma. Con i suoi compagni - sostiene ancora il Dipartimento - aveva appena perso la "preda" di quegli istanti. Cinque romani, tifosi della Juventus diretti a Parma, circondati e aggrediti con coltelli, fibbie, biglie, sassi, ombrelli. Inseguiti fin nell'abitacolo della Mercedes nera classe A con cui erano arrivati all'autogrill seguendo lo stesso tratto di autostrada delle due macchine di laziali. Una Renault Scenic (su cui viaggiava Sandri) e una Renault Clio.
Ieri, al capo della Polizia Antonio Manganelli è stata dunque consegnata da chi, tra i suoi funzionari, ha lavorato all'indagine, quella che viene proposta come "la ricostruzione definitiva" dei fatti che sono costati la vita a Gabriele Sandri. E se è una ricostruzione corretta, l'intera sequenza di quel mattino va riscritta. Per l'omicidio, resta ferma la sola e inescusabile responsabilità di chi ha cancellato una vita, sparando ad altezza d'uomo. L'agente Spaccarotella. Al contrario, vanno raccontate da capo le mosse di tutti gli altri protagonisti di quel mattino. Otto uomini e una donna, si diceva, gli identificati dalla polizia. Gabriele Sandri, la vittima. E, con lui, Marco Turchetti, Francesco Giacca, Francesco Negri, Simone Putzulu, Valentino Ciccarelli, Carlo Maria Bravo, Marco Timperi, Francesca Montesanti.
Partono da Roma alle 6.30 del mattino di domenica, con appuntamento in piazza Vescovio, dove, non più tardi del 22 settembre, un'altra trasferta è stata interrotta dalla polizia. Quella di 60 laziali verso Bergamo, con un borsone carico di coltelli, accette, machete. Non è la prima trasferta che i nove fanno. Con la storia di Bergamo non hanno nulla a che vedere. Le loro identità nulla dicono agli archivi della polizia. Con due sole eccezioni. Quella di Gabriele Sandri (identificato nel 2002 a Milano insieme a una ventina di tifosi armati di cacciavite) e di Marco Turchetti, denunciato il 9 aprile dello scorso anno quando viene pizzicato in un Siena-Lazio armato di coltello.
Anche quella domenica mattina, alcuni dei nove viaggiano con "lame", sassi, biglie, fibbie. Armi buone per il corpo a corpo, che verranno ritrovate in terra, dopo le 9.15, sull'asfalto dell'autogrill Badia al Pino est e che a loro vengono attribuite dalla polizia sulla base delle impronte digitali.
Le macchine sono due. Una Renault Scenic guidata da Marco Turchetti su cui viaggiano in cinque (e a bordo della quale è Sandri). Una Renault Clio, su cui prendono posto in quattro. Alle 9, le due macchine entrano nell'area di servizio Badia Al Pino est e si parcheggiano in un punto riparato, vicino alle pompe di benzina. In sosta è anche una Mercedes nera classe A su cui viaggiano cinque ragazzi romani, dello "Juventus club Roma". Vanno a Parma, probabilmente non da soli, dal momento che la polizia sta cercando una seconda macchina (che comunque non si fermerà all'autogrill di Badia Al Pino). I laziali sostengono a verbale di riconoscerli come tali perché uno di loro ha una felpa con su scritto Juventus. Un altro perché li sente parlare tra loro di calcio ("Speriamo che oggi la Lazio ci faccia un favore battendo l'Inter").
Sono ora all'incirca le 9 e, sempre a stare alla ricostruzione della polizia, i 5 juventini (identificati e ascoltati in questi giorni), entrano nell'autogrill per un caffè. Fuori, i nove laziali si travisano, si armano e si preparano a quello che il Viminale definisce un "agguato". Che scatta quando dal bar escono i primi tre dei cinque juventini. Nove contro tre. Nove armati, contro tre disarmati. La colluttazione dura pochi istanti. I tre fuggono verso la Mercedes, raggiunti dagli altri due che abbandonano precipitosamente il bar. La furia dei laziali si abbatte sulla Mercedes. Quando la polizia fermerà la macchina (circostanza volutamente taciuta in questi giorni di indagine), ne trova i segni. Il lunotto anteriore è sfondato, come quello posteriore destro. La carrozzeria rientrata in più punti.
Sull'altra corsia, nella stazione di servizio che fa specchio a Badia al Pino, l'agente Spaccarotella, richiamato dal rumore e dalle grida, intercetta la sequenza mentre sta controllando i documenti di tre ragazzi sorpresi in possesso di coltelli. Non sono tifosi, ma frequentatori di centri sociali (che, come gli altri presenti, testimonieranno su quegli istanti). La sirena azionata da uno dei colleghi di Spaccarotella, interrompe la furia dei laziali. Dice di "essersi messo a correre" per avere una visuale migliore sulla rampa di uscita dall'autogrill sul lato opposto. Vede allontanarsi prima la Mercedes, quindi la Renault Clio. Forse spara allora il primo colpo in aria. Quindi, decide di puntare l'arma verso l'ultima macchina che si sta allontanando, la Scenic con a bordo Sandri. Spaccarotella sostiene di aver "brandeggiato" l'arma in direzione dell'auto intimando l'alt e, in quel momento, di aver sentito partire il colpo ("Avevo il braccio destro teso e la mimica di chi vuole fermare qualcuno in fuga"). Il Dipartimento non gli crede. Non crede al "brandeggiamento" dell'arma. Crede al cortocircuito di chi vede sfuggire l'ultimo dei bersagli e tenta di arrestarne la corsa con un colpo impossibile. Che diventa volontario e omicida.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
marzietta
non sono d'accordo sul fatto che chi faccia casino ha quasi sempre la fedina penale sporca, anzi, credo che la maggioranza sia il classico all'apparenza bravo ragazzo che entra nel gruppo per cercare di fare il figaccione. Un po' come quando hai 13 anni e fumo la prima sigaretta quasi sempre non per scelta tua :sisi:
Con questo continuo a pensare che se da un lato Mat ha ragione, dall'altro si continua a parlare di cose distinte e separate, in quanto, basandomi sulle notizie, il poliziotto non aveva capito a cosa fosse dovuta la rissa.
Come fai Mat a collegare questo al calcio ancora, nonostante tutte le tue spiegazioni, non l'ho davvero capito
Perchè sono spiegazioni che non mi convincono.
E' troppo comodo cavarsela con frasi del tipo "la violenza non c'entra nulla con lo sport", "quelli che fanno certe cose non sono tifosi ma volgari delinquenti" o "la maggioranza va allo stadio per vedere la partita", dal momento che da lameno 30 anni a questa parte certi episodi sanguinosi si verificano in occasione di avvenimenti calcistici, certe affermazioni diventano solo di circostanza.
Il problema è che queste persone che tutti i tifosi pacifici dicono a parole di non accettare, sono presenti negli stadi da almeno 30 anni e dopo migliaia di espisodi di violenza non mi si può venir a dire che sono estranei al fenomeno sportivo, se così fosse si tratterebbe di episodi sporadici e non di episodi ai quali l'opinione pubblica e le autorità si sono assuefatte.
Si è deciso tutti insieme (Polizia, società sportive, tifosi non violenti) di tollerare in occasione delle partire vaste aree d'illegalità e questi sono i risultati cara Marzietta.
L'illegalità prolifera ed a un certo punto sfugge di mano, così come l'uso della violenza una volta che prende piede come metodo di espressione dei propri bisogni, si radica nelle persone e poichè il violento normalmente ottiene quello che desidera, non lo sradichi più.
Salvo contrapporre una violenza più forte.
E' brutto a dirsi ma è così: convincere un violento a comportarsi diversamente da come è abituato a fare è come chiedere a un orso di farla nel gabinetto.
Io immagino che tu, ad esempio, sia una persone tollerante e non razzista, penso e mi auguro che tu non nutra sentimenti d'odio nei confronti degli ebrei.
Se è così, perchè ti devi mischaire con persone che la domenica fanno sfoggio in curva dell'armamentario simbolico di chi la pensa e si comporta all'opposto di te?
Ad un certo punto o si riesce ad evitare certe manifestazioni o si diventa complici, complici passivi ma pur sempre complici e a me questo non sta bene, infatti non hanno più avuto da me un centesimo e una presenza allo stadio.
Se i ragazzi che accompagnavano Gabriele alla trasferta erano davvero "tifosi non violenti" da dove saltano fuori i coltelli?
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[QUOTE=mat612000;774317]vabb