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follemente
Ora sto leggendo La ragazza con la Leica di Helena Janeczek, premio Strega 2018.
Un testo di difficile comprensione sia per i continui salti temporali non sempre facilmente inquadrabili, sia per una scrittura scialba ed arida, non scorrevole. Il libro a mio avviso non rende memorabile la protagonista (la fotogafa Gerda Taro, compagna di Robert Capa, uccisa a 27 anni durante la guerra civile spagnola) , perché troppo incentrato sui suoi amici, di cui si mettono in rilievo particolari insignificanti.
Non mi è piaciuto ed a stento sono arrivata alla fine.
Un esempio dello stile, non particolarmente felice: “attraente come può esserlo una ranocchia stropicciata che parla con la pipa in bocca”. In definitiva, una lettura che non lascia traccia.
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Ho appena finito un paio di libri di Joel Diker, approfittando delle vacanze: 'La verità sul caso Herry Quebert' e 'La scomparsa di Stephanie Mailer'. Due Thriller appassionanti e ben scritti, mi sento di consigliarli.
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https://www.qlibri.it/images/stories...1517855252.jpg
Ho letto le recensioni, un estratto dell'incipit e poi l'ho preso. Sembra promettere bene, speriamo.
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Ho finito, a fatica, ma solo per ragioni di tempo, il "Sogno di una notte di mezza estate" con l'intenzione di rileggerlo durante la vacanza ormai vicina.
Sono indeciso se iniziare con "Giulietta e Romeo" o "Giulio Cesare".
Penso che apriró il "Giulio Cesare", i sonetti mi hanno letteralmente stordito, con l'amore faccio un attimo di pausa (ma é solo uno Stand by ;) )
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Ora sto leggendo 'Manuale di diritto dell'informazione e della comunicazione'. Si studia. :wall:
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King Kong
Ho finito, a fatica, ma solo per ragioni di tempo, il "Sogno di una notte di mezza estate" con l'intenzione di rileggerlo durante la vacanza ormai vicina.
Sono indeciso se iniziare con "Giulietta e Romeo" o "Giulio Cesare".
Penso che apriró il "Giulio Cesare", i sonetti mi hanno letteralmente stordito, con l'amore faccio un attimo di pausa (ma é solo uno Stand by ;) )
Mi hai fatto riflettere: io sono sempre alla affannosa ricerca di novità che valgano la pena di essere lette, mentre anni fa ho ricevuto in regalo le opere complete di Shakespeare in edizioni prestigiose, una in inglese ed una in italiano. Credo di averne lette con attenzione la metà…, anche se viste e riviste a teatro, al cinema, all’opera, tanto che di alcune mi sono proprio stancata, come Macbeth o Otello o Riccardo III, ad esempio. Però ce ne sono molte altre che potrei leggere invece di rischiare sempre coi contemporanei, come involontariamente tu mi fai ricordare…
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follemente
Mi hai fatto riflettere: io sono sempre alla affannosa ricerca di novità che valgano la pena di essere lette, mentre anni fa ho ricevuto in regalo le opere complete di Shakespeare in edizioni prestigiose, una in inglese ed una in italiano. Credo di averne lette con attenzione la metà…, anche se viste e riviste a teatro, al cinema, all’opera, tanto che di alcune mi sono proprio stancata, come Macbeth o Otello o Riccardo III, ad esempio. Però ce ne sono molte altre che potrei leggere invece di rischiare sempre coi contemporanei, come involontariamente tu mi fai ricordare…
Ho scoperto i classici tre anni fa a un C2 di tedesco... Goethe "Die Wahlverwandtschaften" (Le affinitá elettive). Da allora é una corsa contro il tempo...
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King Kong
Ho scoperto i classici tre anni fa a un C2 di tedesco... Goethe "Die Wahlverwandtschaften" (Le affinitá elettive). Da allora é una corsa contro il tempo...
Certo che leggere in lingua originale senza difficoltà non ha prezzo, visto che le traduzioni lasciano spesso a desiderare…
Non ho capito bene: ti sei dato degli obiettivi nella lettura dei classici? Li vuoi leggere tutti?
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follemente
Certo che leggere in lingua originale senza difficoltà non ha prezzo, visto che le traduzioni lasciano spesso a desiderare…
Non ho capito bene: ti sei dato degli obiettivi nella lettura dei classici? Li vuoi leggere tutti?
Non ci riuscirei mai, ma ad ogni libro che leggo aumenta la curiositá.
Isomma, scopro ogni giorno il tempo perso e cerco di recuperare.
https://www.youtube.com/watch?v=K-xKdwkxNFM
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Originariamente Scritto da
King Kong
:asd:
Meno male che io non provo almeno questo tipo di ansia: i libri m’infondono un senso di benessere, quando leggo quelli che mi piacciono (sapere che c’è un libro a mia disposizione da cui trarrò soddisfazione mi fa sentire in pace col mondo) e, quando non mi aggradano, un senso del dovere, simile al lavoro che scoccia, quando voglio assolutamente finirli.
Per il resto non mi prefiggo grandi obiettivi…anche se, è vero, la curiosità è uno stimolo incessante. Ma per me è più una ricerca del piacere che il desiderio di farmi fuori tutti i grandi della letteratura. Anche se con loro c'è molta più probabilità che il mio desiderio venga soddisfatto.
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Volevo condividere con voi questa riflessione pubblicata oggi su Repubblica. Che ne pensate?
La scuola insegni quanta vita c'è nei libri
09 SETTEMBRE 2018
Uno dei pregiudizi da sfatare, ora che si torna sui banchi, è che romanzi e saggi non abbiano a che fare con la realtà. E che non aiutino a comprenderla
DI MASSIMO RECALCATI
Andare a scuola significa incontrare l'universo dei libri. L'inizio di ogni anno scolastico è segnato, non a caso, dal loro acquisto. Ancora oggi, come un tempo, i nostri figli vanno a scuola con lo zaino pesante, ricolmo di libri. Ma l'esperienza, come alcuni dicono, non vale forse sempre più di ogni libro? Non dovremmo pensare che sia la vita la vera Scuola e la Scuola solo una pallida ombra della vita?
Contro questa demagogia viscerale bisognerebbe sempre essere allertati. Dovremmo insistere nel rovesciare la sua facile retorica. Dovremmo insistere nel ricordare che la lettura dei libri rende innanzitutto possibile la lettura stessa della nostra esperienza del mondo. In questo senso Ludwig Wittgenstein ricordava giustamente che i confini del mio linguaggio determinano i confini del mio mondo. Il che significa che tanto più si arricchisce il mio linguaggio, tanto più aumenta la mia possibilità di fare esperienza del mondo. È dunque una fantasia triviale pensare che il libro sia in opposizione alla vita. Sartre ne Le parole confessa che, come il suo Flaubert, scrivere ha significato per lui, almeno sino ad un certo momento della sua vita, appropriarsi delle cose, trasfigurare la molteplicità illimitata del mondo in un piccolo e sterile "erbario". In questo caso il libro non trasmette più il valore di un'esperienza, ma pretende di sostituire l'esperienza. È quello di cui spesso si lamentano i nostri figli. E come dare loro torto? Non è forse meglio vivere che leggere? Non è forse meglio la vita della Scuola?
Ma non è proprio qui che si gioca una delle funzioni capitali della Scuola? Presidiare il nesso che lega il libro alla vita; mostrare che la lettura del libro non chiude, ma apre la vita. L'acquisto di un libro implica sempre un guadagno smisurato. Con nessuna altra merce il rapporto tra il dare e l'avere appare così sbilanciato. Quanto può valere la lettura dell'Odissea di Omero, del Sergente nella neve di Rigoni Stern o dell'Interpretazione dei sogni di Freud? Questo supplemento di valore appartiene ad ogni libro degno di questo nome. Può forse essere paragonato solo a quello che i nostri figli ricevono quando fanno l'incontro con un insegnante che risulta determinante nella loro formazione. Un libro e un maestro; quanto possono valere?
Andare verso la Scuola è come andare verso un libro che può rivelarsi come un'avventura capace di interrompere il nostro rapporto conformistico con il mondo, capace di mostrarci un'altra faccia - prima invisibile - del mondo. I libri che si incontrano a Scuola spalancano la vita al di là della Scuola. È un movimento delicato, a doppio scatto, di cui gli insegnanti sono responsabili. Le formule matematiche, i principi della fisica, le combinazioni della chimica, la conformazione dei territori o delle lingue, le immagini dell'arte o le vicende dei popoli sono saperi che devono servire alla vita e non asservirla. Non tutti i libri, ovviamente, provocano lo stesso entusiasmo. Ma l'incontro con un libro è tale solo quando il libro diventa un oggetto capace di causare nel suo lettore un nuovo desiderio di sapere. Quando accade?
Quando ci si sente presi dal libro, quando il libro ci consente di fare esperienza di una parte profonda di noi stessi, quando risveglia in noi una eco lontana, quando ci parla. La forza misteriosa del libro coincide con la forza misteriosa del desiderio. Per questo alcuni libri restano nel loro scaffale o nel loro zaino come pesi morti, mentre altri invece, come Lazzaro, si alzano e camminano. Ogni libro è fatto di parole, ma le parole sono anche la materia prima di cui noi siamo fatti. Per questo la letteratura, più di ogni altra pratica, rende l'incontro con un libro indimenticabile.
La verità che ci concerne, come insegna forse per primo Agostino nelle Confessioni, non può mai essere accostata se non da un movimento di ripiegamento su noi stessi. Non c'è esperienza possibile della verità se non a partire dal suo darsi in un incontro, in un evento che ci tocca intimamente. Per questo la Scuola non è solo il luogo dove si leggono e si studiano dei libri, ma dove il libro assume il valore di un incontro, di un oggetto che può causare il desiderio. Essa è buona Scuola solo quando è anti-scolastica. Il sapere che diventa scolastico è infatti un sapere morto, privo di desiderio, chiuso all'incontro. Il compito degli insegnanti è quello di tutelare la forza formatrice del libro. Per questo in tutti i regimi dittatoriali la Scuola viene impostata sul modello dell'esercito. Ogni forma di dittatura è, infatti, nemica dell'apertura sovversiva del libro. La Scuola dovrebbe essere un antidoto laico nei confronti di ogni scolastica, il che significa non fare mai del libro la foglia morta di un erbario impolverato, ma insistere sulla somiglianza profonda che lega il libro al mondo.
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Ho quasi terminato (per mia fortuna) "Il magico mondo del riordino" di Marie Kondo.
Vorrei leggere "Chiamami con il tuo nome", ne ho sentito parlare molto bene.
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Society of the Spectacle
Come se avessi bisogno di nuovi modi per sentirmi alienato.
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In lode della guerra fredda, di Serio Romano.