Originariamente Scritto da
axeUgene
però quegli ambienti non sono avulsi dal loro contesto urbano, quello che vede il PD in testa in tutti i capoluoghi lombardi;
in realtà, per capire bene quell'antropologia culturale ti dovresti rifare ad una frattura storica molto antica, quella dell'era comunale; gli italiani si dividono fondamentalmente in due:
da una certa latitudine in su ci sono gli eredi dei borghi, delle cittadine, che sono tendenzialmente autonomisti, repubblicani, moderni e litigiosi; quelli già nell'alto medioevo hanno cacciato gli aristocratici nelle campagne, nel contado, abitato da gente che entro le mura, nel libero comune, è tradizione disprezzare: i "contadini";
nel sud, al contrario, c'è osservanza monarchica e obbedienza gerarchica del "suddito", culto dello stato e del notabilato, delle baronie, ecc... al sud votano Masaniello, oppure un monarca, tipo Berlusconi, anche se dovrebbe essere inviso;
tu pensa solo al voto referendario: nel 46 era ancora viva gente che aveva ascoltato di persona i racconti dell'annessione e della guerra al brigantaggio; erano passati appena 80 anni; eppure, i perfidi Savoia presero un sacco di voti da Roma in giù;
gli italiani dei borghi sono tutti leghisti, di destra o sinistra; è brutto da dire, ma sono razzisti; entro le mura di Lucca, di Mirandola, Treviso o Palmanova, gli abitanti si credono superiori ai "terroni" o "romani", gli statali, i burocrati, percepiti come parassiti e zavorra retrograda;
l'idea di mischiarsi con quell'antro-tipo, che Meloni rappresenta perfettamente, è proprio una cosa che li urta a livello epidermico, come la stessa parola "nazione", che quella ripete ogni due per tre.