Ma cosa vuol dire? Cosa c'entra il sesso con la felicità? Stiamo parlando di sesso, non di amore, mi par di capire. Non capisco proprio il nesso.
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Ricapitolando…. Nell’altra pagina a conclusione del post n. 57 ho scritto:Nel post n. 58 mi hai risposto chiedendomi:Citazione:
Lady, secondo te la cosiddetta rivoluzione sessuale produce maggiore felicità ? Sicuramente offre maggiore libertà !
Nel post n. 59 ho replicato girando la frase precedente ed ho detto:Citazione:
Scusa ma non capisco la tua domanda...
Nel post precedente a questo hai scritto:Citazione:
La rivoluzione sessuale oltre la libertà dà felicità ?
Allora allungo il discorso con la speranza di essere più comprensibile.Citazione:
Ma cosa vuol dire? Cosa c'entra il sesso con la felicità? Stiamo parlando di sesso, non di amore, mi par di capire. Non capisco proprio il nesso.
La maggiore libertà e liceità nella sessualità conseguenti alla positiva rivoluzione culturale che ha “liberato” in particolare la donna da divieti e tabù, significa maggiore felicità ? O questa dipende anche dalla qualità della relazione e del piacere condiviso, non solo quello sessuale ?
Conta più la qualità o la quantità del sesso ? E con che frequenza una coppia dovrebbe avere rapporti sessuali per definirsi felice?
“Fare l’amore” spesso non nuoce ma non si è più felici e in armonia di chi si limita ad un coitus a settimana.
E’ l’attività sessuale a rendere felici, o è l’essere felici che induce ad avere più rapporti sessuali ?
Dalle ricerche è emerso che nei maschi e nelle femmine i sentimenti positivi non motivano ad avere più rapporti sessuali.
Continuo a non trovare un senso nel tuo discorso.
La libertà, sessuale come di qualsiasi altro tipo, dovrebbe essere una cosa assodata. E ovviamente avere la libertà di scelta ti rende più felice. Per come la vedo io è discriminante anche solo chiederselo, se "La maggiore libertà e liceità nella sessualità conseguenti alla positiva rivoluzione culturale che ha “liberato” in particolare la donna da divieti e tabù, significa maggiore felicità". Donne e uomini uguali sono e quando ve lo ficcherete in testa sarà sempre troppo tardi.
La sociologa bavarese Gabriele Kuby nel 2017 ha pubblicato il libro titolato: “La rivoluzione sessuale globale. Distruzione della libertà nel nome della libertà”. In questo testo la Kuby si sofferma anche sul 1968, l’anno simbolo della rivoluzione della morale e della sessualità, e sostiene che la sessualizzazione all’inizio fu vissuta come “un ideale rivoluzionario” dai giovani sessantottini, per poi “dilagare come moda” nell’intento di “sovvertire” la morale cristiana in nome dell’assoluta libertà, del progresso e della tolleranza.
La filosofa e sessuologa francese Therese Hargot, nel suo saggio titolato “Una gioventù sessualmente liberata (o quasi)”, spiega che la liberazione sessuale conquistata negli anni Sessanta non ha liberato nessuno ma, al contrario, ha deresponsabilizzato gli uomini e isolato le donne a vedersela da sole con la maternità.
La Hargot aggiunge che per vivere responsabilmente la propria sessualità i divieti agli adolescenti servono per costruire la loro identità. Il "vietato vietare" si è rivelato una trappola: siamo passati dal “non bisogna avere relazioni sessuali prima del matrimonio” al “bisogna avere relazioni sessuali il prima possibile” di cui sono schiavi i giovani di oggi dei quali ha raccolto innumerevoli testimonianze.
Secondo questa sessuologa […] bisogna insegnare ai ragazzi fin dalla pubertà a conoscere il proprio corpo, a meravigliarsi della capacità che abbiamo di generare la vita e prendere coscienza di questa grande responsabilità. Si parla di sesso solo nel senso che c’è la possibilità che arrivi un bambino o una malattia ma non si parla mai delle conseguenze emozionali dell’atto sessuale. Quello che voglio dire è che questa conoscenza del corpo ci permette di cambiare la nostra visione del corpo e della sessualità che non è solo una questione meccanica o tecnica ma include e riguarda tutta la nostra persona e l’altro e ha questa conseguenza incredibile di generare la vita. E quindi è irresponsabile avere degli atti sessuali con chiunque e quando si vuole”.
Le opinioni di questa studiosa sono spesso polemiche ma servono per riflettere.
Eh si perché vietare agli adolescenti di fare sesso ha un senso. Sicuramente si ottiene qualcosa. L'unica cosa sensata è insegnare loro il prima possibile a fare sesso in modo responsabile e al fatto che il sesso debba essere un piacere e non un dovere per "far vedere che si è diventati grandi". Ed è l'unico modo per evitare che poi le ragazzine si umilino facendo favori sessuali per le ricariche telefoniche o altre simili cose. Ma non perché sia una cosa moralmente sbagliata, solo perché così si sminuiscono nel loro essere donne e soprattutto non vivono il sesso come qualcosa di piacevole e positivo.
E comunque cosa c'entra tutto questo col discorso che stavamo facendo sulla donna?
stavamo facendo un discorso sulla donna ?
Hai scritto:Mi sembra che nei miei scritti precedenti non ho mai affermato la necessità della disuguaglianza tra maschi e femmine.Citazione:
Donne e uomini uguali sono e quando ve lo ficcherete in testa sarà sempre troppo tardi.
Forse con i miei post ho dato adito ad un tuo pregiudizio e fai finta di non capire ciò che scrivo e mi hai costretto ad aggiungere altri tre post.
Va bene così. O.K. :wall:
Non faccio finta, proprio non mi era chiaro.
Sei stato tu il primo a chiedere se la liberazione sessuale delle donne porti o meno la felicità... permetti che mi sembra un discorso insensato? E dunque non lo capisco, tutto qui.
Poi mi passi a parlare degli adolescenti... e ti chiedo quale sia il nesso.
In ogni caso mi pare di averti risposto. Il tuo di parere invece qual è?
Io valutarei semplicemente le cose come stanno: il sesso occasionale e senza amore è quello che si concede alle prime persone che si presentano (e che per qualche motivo ci piacciono), senza pensare ad una storia vera, senza sperare in un possibile seguito e può durare una sola volta o un periodo più o meno lungo. Ci si dà così, senza impegno, onestamente.
La vita di adesso garantisce sicuramente un approccio tra persone, più veloce ed immediato di prima, permette di conoscersi in poco tempo rispetto al periodo vissuto dai nostri genitori, ad esempio, e di riuscire ad essere spesso più intraprendenti, perchè la persona non è di fronte a periodi di lunga conoscenza ed è possibile provocare e giocare con l'altra\o anche commettendo qualche trasgressione che sinora non ci si era mai concessa.
Alcuni, si divertono solo in questa parte del gioco e poi si fermano, altri arrivano ad un possibile dunque.
Sarà il fatidico primo appuntamento, dove però molte tappe sono già state superate e quando dopo un caffè, un aperitivo, una cena, un incontro di qualsiasi genere, riemergono quei fatti già vissuti prima, se vi è compiacimento ci si lascia andare e sarà quel che sarà.
Mi sembra tutto molto semplice.
Vorrei rassicurare Doxa sul fatto che la rivoluzione sessuale oltre a dare la libertà, ha dato pure la felicità :D
Mi sembra che ci tenga a saperlo :asd:
Sicuramente la maggiore consapevolezza di se’, del mondo che ci circonda
Il capire dove ci troviamo e dove stiamo andando, aiuta
Gli adulti (visto che parliamo pure di adolescenti) possono in qualche modo illustrare gli scenari possibili
E questa già mi sembra ambiziosa come cosa
Perche’ magari l’adulto non cede alla tentazione di illustrare, come migliore, il suo di vissuto
Io penso che una volta che le persone coinvolte siano tutte consapevoli di dove si sta andando
Va bene tutto
Il rispetto, la percezione di se’ che dovrebbe avere una donna (concetto tanto caro a certi uomini)
Passa per altre vie
A mia figlia una volta ho detto solo una cosa: “Desidero che tu sia felice, io cerco di renderti tale, sempre. Potrai fare tutte le scelte che vuoi, io sarò con te. Un’unica cosa, un giorno se un uomo non terrà in conto quello che dici, cambia uomo perché non fa per te”.
bene, riflettiamo:
queste opinioni, generalmente veicolate assieme ad opinioni velatamente religioso o conservatore, benché ammantate si opzioni "virtuose", sono il prodromo logico della prostituzione, perché reificano la sessualità - ne fanno una cosa, un oggetto, scambiabile contro altro - esattamente attribuendole un "valore", che fatalmente si traduce in un prezzo, per quanto nascosto;
faccio un esempio: quanto vale un quadro di Pollock ? diversi milioni di dollari, molti; chi lo compra ? un ricco, che investe e vuol fare sfoggio di quell'oggetto feticcio della cultura artistica;
quanto vale la Primavera di Botticelli ? niente, perché non è in vendita; se ne vuoi godere, fai la fila agli Uffizi e paghi il costo del biglietto, che serve solo a coprire le spese per fartene fruire; tutti possono andarci; ma non te la puoi comprare;
ora, educare i ragazzi all'idea che la sessualità non sia un'attività che - con le precauzioni disponibili - si può fare con chi si vuole, purché adulto e consenziente, quando e come si vuole, significa indurre l'idea che se è possibile amministrarla diversamente, si può fare anche se non si vuole, quando non si vuole e come non si vuole, purché in cambio di qualcosa, che può essere uno status affettivo di coppia, una promessa di matrimonio, oppure dei soldi;
se si esce con una persona per stare in compagnia di quella, lo si fa perché se ne ha piacere; nessun genitore sta troppo a sindacare sugli amici della pizza; nessuno giudica con chi prendi l'aperitivo, a meno che non sia un noto delinquente;
ma si insegna che il sesso è diverso, come se - va detto, la cosa riguarda le donne, non ci pigliamo per il culo, please - il sesso implichi una contaminazione; la vagina di una che ha avuto 30 uomini, perché le andava così è come Chernobyl :asd: quella persona è svalutata, ha qualcosa che non va, è immorale...
la felicità ?
la felicità non dipende da queste cose; ma certamente è probabile che una reificazione del sesso induca in scelte facilmente infelici, perché contrattualizza le relazioni e le aspettative in un gioco di controllo reciproco e dissimulazioni:
io so che la mia passera "vale", quindi te la do in cambio di... dall'altra parte:
io voglio la tua passera, so che tu vuoi qualcosa in cambio e ti adoperi per ottenerlo ponendo ostacoli, e non so se ti piaccio davvero oppure ti piace molto di più quello che potresti ottenere;
perciò, anche se ti desidero, parto già con una postura diffidente e ostile; e ti inganno volentieri, perché quella tua furbizia va punita; se ci riesco, ti illuderò, mi prenderò la preda e poi tornerà libero; oppure, più pacificamente, ti smollerà il 50ino che mi chiedi;
le coppie sono spesso infelici perché nascono su questo tipo di equivoco e sulle inevitabili aggressività e rancori che questo produce;
quella di cui parlano le autrici non è affatto "libertà sessuale", ma la reazione inconsapevole a quel modello reificante; ma la reazione lega comunque, perché si inquadra nello stesso modello, da cui è dipendente;
la libertà si avrebbe solo nel momento in cui nessuno fosse interessato alla questione, esattamente come non interessa a nessuno con chi si va a cinema, a mangiare una pizza o a prendere un aperitivo; o un caffè :D
[QUOTE=dark lady;1689722]Continuo a non trovare un senso nel tuo discorso.
La libertà, sessuale come di qualsiasi altro tipo, dovrebbe essere una cosa assodata. E ovviamente avere la libertà di scelta ti rende più felice. Per come la vedo io è discriminante anche solo chiederselo, se "La maggiore libertà e liceità nella sessualità conseguenti alla positiva rivoluzione culturale che ha “liberato” in particolare la donna da divieti e tabù, significa maggiore felicità". Donne e uomini uguali sono e quando ve lo ficcherete in testa sarà sempre troppo tardi.[/QUOTE]
Ovviamente, se intendi per "uguali" come diritti, doveri e possibilità.
Che poi non è detto che da un rapporto di solo sesso non possa nascere poi qualcosa di più. Sarà che boh per me il sesso è un po' la fase iniziale, il biglietto da visita. Il primo approccio, ecco. Poi magari è una cosa di una notte e finisce lì, magari l'intesa fisica è così intensa che si diventa amanti. O magari il rapporto nel tempo evolve in qualcosa di più complesso, chi può dirlo? La vita è sempre piena di imprevisti e ha poco senso mettere dei paletti. Sono per il lasciar scorrere le cose e vedere dove ti portano.
Devo dire che tu ragioni in modo diverso dalla maggior parte delle donne. Ho sempre pensato che la tendenza dell'uomo sia quella di considerare il rapporto sessuale come un possibile aperitivo per il "poi si vedrà", mentre per la donna questo va considerato come compimento di un rapporto con basi un minimo già stabilite. Ovviamente parlo di tendenze generiche...con tante eccezioni.
Questo perché spesso voi uomini ragionate ancora alla maniera antica. Quando dico che uomini e donne sono uguali intendo anche quello. La maggior parte delle donne sa vivere il sesso come puro svago.
Anche perché mica potrei mai pensare di iniziare una relazione seria con qualcuno se non so neppure come funzioniamo insieme a letto. Che quello rappresenta un buon 50% del funzionamento di una coppia.
Allora, visto che apparteniamo a generazioni diverse, può darsi benissimo che io faccia riferimento alla mia generazione, non avendo sufficiente rapporto con quelle seguenti. Di certo una volta le cose funzionavano in modo diverso. Infatti ho sempre pensato che sarei dovuto nascere una ventina di anni dopo... :D
Si in effetti cambiando le generazioni cambiano un po' le cose, anche se poi dipende molto anche dall'educazione individuale. I miei, veri cultori della trilogia 'bacco, tabacco e venere', sono sempre stati di vedute molto aperte sul sesso e me lo hanno sempre illustrato come un piacere della vita.
Uno dei tanti, insomma: Come il cibo, le vacanze, il tempo libero....
"Vediamo come funzioniamo a letto e poi decido...."
Usare le persone. Provarle come si prova un Rolex. Terribile. :(
ma terribile che ?
rifletti un momento:
ci si prova sempre, per forza, perché per accoppiarsi ci si deve conoscere; a meno che tu non abbia visto Cona da lontano, senza sapere chi fosse e come la pensasse e tu abbia deciso che quella dovesse diventare tua moglie; ma, in quel caso, davvero l'avresti "usata" per realizzare un progetto, che in quel momento era solo tuo;
e ci si usa sempre, reciprocamente, proprio per realizzare progetti, a breve o lungo termine che sia;
la questione - morale - dirimente è la sincerità delle proprie intenzioni;
ma è molto più probabile ingannare l'altra persona - e se stessi - se vengono posti vincoli morali del tipo tradizionale, perché fatalmente ci si racconta un coinvolgimento che non c'è per evitare il senso di colpa indotto da quel desiderio in sé censurato;
infatti, quella società tradizionale produce la prostituzione, quella esplicita, ma anche quella nascosta, dell'acquisto di uno status, di coppia, famiglia, ecc...
tu non trovi terribile se tua figlia va a mangiare una pizza con un ragazzo; ma per te a sessualità è una cosa "speciale", un momento critico;
questa è un'idea come altre, ma non trova nessuna conferma;
a meno che tu sostenga l'illibatezza come "valore"; cioè, che tu dica che la Primavera di Botticelli è in vendita; arriva il miliardario americano e, se offre abbastanza, se la compra; addio Uffizi; siamo alla prostituzione;
perché - è ovvio e logico: se la "purezza" è un valore, essere "impuri" deve per forza essere un disvalore, una menomazione; può anche essere un'idea, ma la devi argomentare;
cioè, ci dovresti dire in cosa una persona che abbia avuto un'attività sessuale pregressa sarebbe "peggiore" di quella illibata, invece preferibile;
se provi a spiegarlo nei termini espliciti in cui te lo chiedo, vedrai che è una cosa che non ha senso; non te ne uscire con formule retoriche indirette, tipo il panegirico del "dono";
ti sto chiedendo proprio di spiegare cosa ci sia di più pregiato e virtuoso in una persona priva di esperienza rispetto ad una che invece sia consapevole della propria sessualità e del proprio desiderio, perché - se proprio volessimo vederla in una prospettiva di reciproco impegno - io sarei molto più tranquillo con una donna che ha esperienza e si conosce, quindi sceglie me, piuttosto che con una motivata da un desiderio generico di qualcosa che non conosce - desiderio che c'è sicuramente - ma potrebbe essere ben confusa da quell'istinto da ingannare anche se stessa oltre che me;
ora vediamo se riesci a rispondere in modo puntuale, o svicoli, come al solito.
Incredibile ma per una volta condivido in pieno axe... :D
Non posso che sottoscrivere quanto dice Axe, parola per parola. Non è che si inizia una relazione seria con leggerezza. Prima bisognerà ben sapere se si è compatibili sotto tutti gli aspetti possibili. Altrimenti la relazione è destinata a durare ben poco.
Del resto sono nipote di mia nonna, che rimasta vedova a 76 anni iniziò a viaggiare e a girare il mondo (cosa che col marito non poteva fare) e che mi disse sempre "Se tornassi indietro, cento amanti e nessun marito". E' morta a quasi 103 anni, secondo me perché ha trovato il modo di godersi la vita, ad un certo punto. Ma soprattutto perché di uomini non ha più voluto saperne :D
Ma lo so, ci mancherebbe! Io ed Efua amiamo scherzare su queste cose, lei lo sa bene :D
Ma mia nonna la capisco: dopo una vita con uno come mio nonno, per cui le vacanze erano Cesenatico e basta, che mangiava solo pastasciutta e bistecca mezzogiorno e sera... lo credo bene che poi fosse traumatizzata! Mio nonno non era persona facile. Pure io avrei avuto la nausea dal genere maschile al posto suo. Ma poi lei era una grande. Lui era il classico uomo autoritario, che non la faceva uscire con le amiche, ecc, ecc. Però se lui si azzardava a dire mezza parola su quello che faceva lei in casa lo ribaltava. Ricorderò sempre un aneddoto: lui un giorno toccando un mobile le disse: "Licia, non hai spolverato bene qui". Al che lei lo fulminò e gli rispose: "Ah davvero? Allora pulisci tu con la lingua, così vedrai che viene bene". Insomma, nonostante abbia vissuto nei tempi in cui la donna sottomessa era una realtà di fatto, è sempre stata una ribelle, in fondo. E come poteva si ribellava. Alla fine è sopravvissuta quasi 30 anni più di suo marito e ha avuto il suo riscatto. E' l'unica persona della mia famiglia con cui mi sia mai sentita veramente in comunione, oltre a mia cugina.
Sono stato dieci giorni a Cesenatico nel luglio del 2014... non ho messo un polo pollice in acqua.... di mare!!! :v
Brrrrr come si fa a chiamarlo mare... poi!!!! :mad:
Al parco giochi uno mi disse "Siete siciliani? Ma siete venuti qui per il mare?" ... "Sta scherzando?" gli ho risposto "siamo qui al parco giochi e giusto per visitare San Marino"
Come si chiama il parco giochi di Ravenna? L'ho pure dimenticato!!!
Occhio.... che la donna sembra sottomessa... Qui da noi in borbonia del sud... le donne da sempre comandano e quando mia nonna "urlava" tutti, a cominciare da mio nonno... zitti e pipa!!!