Che sta facendo? Ha una visione?
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Cono non vedo il topic del primo comandamento. Se l'hai "postato! per favore indicami il link. Ho voglia di dire qualcosa in merito.
Oggi vi "allieto" il pomeriggio con quattro miei post dedicati al sesto comandamento. Se dopo la lettura sarete colti dall'ipersonnìa niente paura non è narcolessia.
Comincio col primo dei quattro:
Il sesto comandamento, riferito nel passato al solo adulterio, è stato ampliato dalla Chiesa cattolica a tutti i peccati sessuali, all’uso “indebito” della sessualità sia con altri sia da soli, inoltre ha modificato l’espressione “non fornicare” per evitare che si pensasse che il comandamento venisse limitato alla sola esclusione del peccato di adulterio. Perciò nel “Decalogo” aggiornato della Chiesa cattolica il VI comandamento afferma: “non commettere atti impuri”.
Tale divieto è presente anche nell’Antico Testamento sia per l’adulterio sia per ogni “impurità carnale”.
Cono ha indicato Esodo (20) e Deuteronomio (5) concordi nell'ordinare “non commetterai adulterio”. Altri testi, però, ci informano che questa proibizione valeva in modo diverso per l’uomo e per la donna: l’uomo poteva avere relazioni con donne libere (ma non quelle sposate) mentre per la donna era esclusa ogni relazione fuori dal matrimonio.
Il libro del Levitico, nel codice di santità, elenca tutti i peccati carnali che sono meritevoli di morte. Per esempio: “Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte: il loro sangue ricadrà su di loro” (Lv 20,13).
Nel Libro di Tobia (testo contenuto nella Bibbia cristiana: Settanta e Vulgata) ma non accolto nella Bibbia ebraica (Tanakh), redatto nel 200 a. C. circa, è indicata la “fornicazione”: rapporti tra persone libere, non coniugate., e dice: “Guàrdati, o figlio, da ogni sorta di fornicazione” (Tob 4,12).
Tra i peccati di “impurità” l’adulterio è il più grave perché include anche un’ingiustizia nei confronti della persona tradita, cui si è legati col vincolo matrimoniale.
Gesù disse: “Avete inteso che fu detto: ‘Non commettere adulterio’; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (Mt 5,27-28)”.
Dal Vangelo di Matteo “Dio vuole che l’uomo e la donna restino fedeli l’uno all’altra per sempre”: significa non tradire a chi hai detto di amare" (19, 8.
L’attuale sesto comandamento: “non commettere atti impuri”, ha lo scopo di proteggere l’istituto matrimoniale e la famiglia, ma il senso profondo del comandamento è proteggere l’amore e una qualità dell’amore: la fedeltà,ormai fuori moda.
Questo precetto del Decalogo si deve considerare come un contenitore della sessualità in generale, non solo a livello genitale ed erotico ma anche nell’ambito dell’amore ablativo, dell’agape come dono di sé per l’altro.
Non bisogna mai dimenticare che uomini e donne sono persone e non cose o corpi da usare.
Il commento forse più bello a questo comandamento lo hanno scritto nel Talmud.
Nella lingua ebraica “Talmud” significa “insegnamento”, “istruzione”. E’ una raccolta di discussioni avvenute nei secoli tra i sapienti (Chakhamim) e i maestri (rabbanim) circa i significati e le applicazioni dei passi della Torah scritta e si articola in due livelli:
la Mishnah, che raccoglie le discussioni dei maestri più antichi fino al II sec. d. C.;
la Ghemara, redatta tra il II e il V sec. d. C., con commenti della Mishnah.
Il Talmud viene distinto in “Talmud di Gerusalemme o gerosolimitano”, che è il più antico, e Talmud babilonese.
Nella pagina 79 del Talmud di Gerusalemme si legge:
“State molto attenti a far piangere una
donna,
che poi Dio conta le sue lacrime!
La donna e' uscita dalla costola
dell'uomo,
non dai piedi perche' dovesse essere
pestata,
non dalla testa per essere superiore,
ma dal fianco per essere uguale....
un po’ più in basso del braccio per essere
protetta,
e dal lato del cuore per essere amata...."
Sono versi poetici e sempre attuali. Ma quelle parole non rispecchiano la reale condizione della donna nella società palestinese al tempo di Gesù.
Lo storico e romanziere francese Henri Petiot, detto Daniel-Rops (1901 – 1965), nel suo libro titolato “La vita quotidiana in Palestina la tempo di Gesù” scrisse che “La sposa a quel tempo era considerata una propaggine del marito: secondo la Legge, infatti, la moglie di uno schiavo era venduta insieme a lui. La moglie doveva al marito una fedeltà assoluta, senza poter esigere altrettanto. Lo sposo aveva il diritto di ripudiarla senza la minima difficoltà. La posizione che la società riconosceva alla donna era, da qualsiasi punto di vista, inferiore.
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Nel nostro tempo la condizione della donna ebraica è ovviamente cambiata, ma nelle preghiere che gli osservanti recitano quotidianamente c’è un’espressione che crea discussioni. Essi pregano tre volte al giorno: la mattina, il pomeriggio e la sera:
shachrìt, preghiera del mattino,
minchà, preghiera del pomeriggio,
arvìt o ma’arìv, preghiera della sera.
Da molti secoli le tefilloth (= preghiere; al singolare “tefillà” ) del mattino, che si recitano al risveglio comprendono tre espressioni:
Benedetto tu o Signore Nostro Dio Re del mondo che non mi hai fatto non ebreo.
Benedetto tu o Signore Nostro Dio Re del mondo che non mi hai fatto schiavo.
Benedetto tu o Signore Nostro Dio Re del mondo che non mi hai fatto donna.
La terza espressione viene recitata solo dagli uomini; le donne, invece, ne recitano un’altra, che dice:
"Benedetto tu o Signore Nostro Dio Re del mondo che mi ha fatto secondo la sua volontà".
Questa è la formula del rito sefardita e ashkenazita.
La frase recitata dalle donne: "che mi ha fatto secondo la sua volontà", è di solito intesa come l'accettazione passiva di un decreto divino poco favorevole, perciò da anni contestata dalle donne di religione ebraica.
Quando venne creato l'uomo, racconta il Bereshit (1, 26), Dio disse "facciamo l'uomo" (na'asè adam), al plurale, e il midrash spiega che prima di creare l'uomo Dio si consultò con gli angeli.
Quando invece si racconta la creazione della donna, tutti i verbi sono al singolare ("prese una delle costole …" 2, 21). Come a dire che per la creazione dell'uomo ci fu un concorso di idee e di volontà, mentre per la donna ci fu l'unica volontà divina; è per questo quindi che le donne dicono "che mi ha fatto secondo la sua volontà".
Tra le nuove formule proposte c'è quella in cui l'uomo e la donna benedicono in positivo "che mi ha fatto maschio (o femmina)". Il problema "tecnico" è se sia legittimo introdurre formule non contemplate dalla tradizione antica e recitarle con il nome divino.
Secondo il rav Riccardo Di Segni (rabbino capo di Roma) “non si tratta di una valutazione globale del ruolo uomo/donna, per cui uno è migliore dell'altro(a) ma di una riflessione specifica sui doveri legati alle differenti posizioni: in quanto liberi, ebrei e maschi si hanno rispetto agli altri, progressivamente, molti più obblighi (mitzwoth), e diverse responsabilità familiari, per cui il senso delle tre benedizioni è quello del ringraziamento per aver ricevuto un carico di mitzwoth superiore”.
Daniel-Rops, autore del citato libro nel primo post, riporta un aforisma rabbinico sulle donne:
“Da quale parte dell’uomo trarrò la donna ?”, si era chiesto l’Onnipotente. “Dalla testa? Sarà troppo orgogliosa. Dall’occhio? Sarà troppo curiosa. Dall’orecchio? Origlierà dietro gli usci. Dalla bocca? Chiacchiererà. Dalla mano? Sarà prodiga.” Alla fine prese una parte del corpo molto oscura e ben nascosta, con la speranza di renderla modesta...”.
Ma perché Dio avrebbe dovuto trarre la donna dalla costola dell’uomo e non creare la donna e l’uomo contemporaneamente?
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Il Libro del Siracide è un testo contenuto nella Bibbia cattolica (LXX e Vulgata) ma non nella Bibbia ebraica, perché considerato apocrifo. Fu scritto a Gerusalemme nel 180 a. C. circa da Giosué, figlio di Sirach, poi tradotto in lingua greca dal nipote nel 132 a. C. circa. Il testo è composto da 51 capitoli con vari detti di genere sapienziale, sintesi della religione ebraica tradizionale e della sapienza comune.
Il capitolo 26 inizia così:
1 Fortunato quel marito
che ha una donna gentile:
avrà lunga vita.
2 Una donna di carattere è la gioia di suo
marito:
egli potrà vivere i suoi giorni pienamente
felice.
3 Una buona moglie è un dono
straordinario
e lo riceve solo chi si affida al Signore:
4 sia ricco o povero, in ogni occasione sarà
contento
e avrà sempre il volto sorridente e tanta
gioia dentro di sé.
Sfortunato chi ha una donna cattiva
5 Tre cose mi preoccupano:
le chiacchiere che si sentono in giro, un
popolo in agitazione
e le calunnie: tutte cose peggiori della
morte.
Ma ce n'è una quarta che mi spaventa:
6 avere una moglie gelosa fa venire il
crepacuore
ed è una vera tristezza
perché entra in gioco il flagello della
lingua.
7 Avere una moglie cattiva
è come stare sotto un giogo che traballa
e sposare una simile donna
è come prendere in mano un serpente.
8 Una donna che si ubriaca ti fa andare in
bestia
e non saprà mai controllare il suo pudore.
9 Se una donna è poco seria, te ne accorgi
dagli occhi
e dal suo modo di guardarti.
10 Con una donna sfrontata apri bene gli
occhi,
perché se trova un punto debole ne
approfitta.
11 Sta' attento al suo sguardo provocante
e non meravigliarti se ti tradisce:
12 come il viandante assetato apre la bocca
e beve a qualsiasi fontana,
così lei spalanca le braccia a tutti
e si dà a ogni uomo che incontra.
Una moglie perfetta
13 Una donna sensibile è la gioia del marito,
se poi è comprensiva lo fa ringiovanire.
14 Una donna che parla poco è un dono del
Signore,
e nulla è più prezioso di una donna
educata.
15 Un certo pudore affascina l'uomo
e nulla è preferibile a una donna che sa
controllarsi.
16 In un ambiente creato dal suo buon gusto
una donna riservata è splendida come il
sole sulle cime dei monti.
17 Un bel volto sopra un corpo grazioso
è come la lampada che brilla sul
candelabro sacro;
18 e belle gambe su solidi piedi
sono come colonne d'oro su basi
d'argento.
Nel vecchio modo di fare esegesi e teologia prevaleva l’ideologia sessuofobica. Col Concilio Vaticano II si è tentata una lettura più personale e teologica della morale sessuale, cercando di ricondurre al rapporto matrimoniale le dimensioni dell’amore (eros, philia, agape).
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Anche nelle Sacre Scritture si parla dell’amore di coppia, come nel “Cantico dei Cantici” o la storia di Osea che viene chiamato da Dio a sposare Gomer, una prostituta.
Il Cantico dei Cantici è un testo contenuto nella Bibbia ebraica (Tanakh) e cristiana.
Se ne attribuisce la “paternità” a Salomone, antico re di Israele del X sec. a. C. ma fu composto nel IV sec. a. C. da un autore anonimo, che fece confluire nel testo alcuni antichi poemi diffusi nell’area mesopotamica.
Questo “canto nuziale” comprende 8 capitoli con poemi amorosi in forma dialogica tra un uomo ("Salomone") e una donna ("Sulammita").
Dall’ottavo capitolo:
Lo sposo
[4] Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
non destate, non scuotete dal sonno l'amata,
finché non lo voglia.
epilogo
[5] Chi è colei che sale dal deserto,
appoggiata al suo diletto?
Sotto il melo ti ho svegliata;
là, dove ti concepì tua madre,
là, dove la tua genitrice ti partorì.
La sposa
[6] Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l'amore,
tenace come gli inferi è la passione:
le sue vampe son vampe di fuoco,
una fiamma del Signore!
[7] Le grandi acque non possono spegnere l'amore
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio.
the end
È la chiesa cattolica che mette tutto nello stesso calderone.
Per questo dico che andrebbe rivisto :D
C'è differenza tra il masturbarsi e la pedofilia o comprare un corpo.
Se poi il corpo fosse veramente un dono, di un dono ci si fa quello che si vuole senza essere soggetto a condizioni.
P.s. la mutilazione genitale non appartiene alla religione cattolica e neanche alla nostra cultura e società.
Esatto, un dono si può usare a piacimento, si può vendere e si può anche rifiutare o gettare, altrimenti non è un dono ma un prestito obbligato
Un dono è anche uno strumento, non certo un tempio sacro
Infatti quello che colpisce è che per Cono la castità dovrebbe essere una condizione NATURALE per l'uomo, dato che non mi spingo a pensare che voglia costringere l'essere umano a qualcosa di innaturale. Quindi secondo lui dovremmo REPRIMERE l'istinto sessuale, che è vivo in ognuno di noi, aspettando il grande amore che potrebbe non arrivare mai. E tutto questo per rispettare il proprio corpo e quello altrui. Cioè, per rispettare il corpo dovremmo negare quello che spontaneamente ci chiede. All'anima del rispetto! Questa è l'assoluta mancanza di rispetto! Ma è l'idea che porta avanti senza neppure accorgersene.
Secondo te passare da un letto all'altro come mangiare noccioline, significa aver rispetto del nostro Corpo? Solo per chiedere eh? Arrivare a vent'anni bruciati, avendo già fatto tutte le esperienze riempiendo il Corpo di alcol, droghe e sesso, significa considerarlo un Dono o uno strumento? Perchè passa tutto da qui. L'intimità con una Persona dovrebbe essere il suggello, di un rapporto sentimentale Turbo: Non l'inizio. Le Persone e i sentimenti non sono cose che si provano per vedere se funzionano....
Ma allora sapresti dirmi cosa ci differenzia dai nostri amici animali? Come mai leghiamo la Sessualità a tantissime altre cose oltre al "bisogno"? Ti sembra che facciamo all'Amore nello stesso modo di gatti, cani, topi e cavalli? Che non sia la Sessualità, per l'Uomo e per la Donna dialogo, comunicazione, affettività, complicità, tenerezza, condivisione profonda? E infine, secondo te davvero non siamo in grado di dominare i nostri istinti? Di regolarli, orientarli e dirigerli secondo ciò che ci suggerisce la Coscienza?
Grazie. Leggerò martedì.
I pedofili sicuramente no. Non sanno dominare i propri istinti, così come tutti quelli che vanno a Cuba o Bangkok per turismo sessuale o cercano prostitute in tangenziale.
Gli animali, sotto certi aspetti fanno di meglio, seguono gli istinti che madre natura gli ha donato... Non ho mai visto animali pedofili.... ne violenze sessuali compiuti da animali.
A noi uomini spesso dicono che siamo dei maiali, secondo me i maiali non lo dicono, ma si offendono. :v
E comunque l'astinenza è, a lungo andare, una forma di violenza, almeno per gli adulti. Amen.
Il piacere!
Non facciamo sesso solo per riprodurci ma anche per il piacere di farlo e non è che chi non lo fa senza legarlo all'affettività sia meno rispettoso, se non illude con false promesse o aspettative.
La sessualità non è solo dialogo, comunicazione, affettività, complicità, tenerezza, condivisione ma anche piacere che non è neanche citato, se non addirittura negato, ad esempio a chi non pratica la sessualità all'interno di un matrimonio che poi è ciò che vai sostenendo, continuando a ripetere che la sessualità debba essere espressa solo all'interno del matrimonio, come suggello di una relazione e non la partenza.
Certo che possiamo essere in grado di dirigere e orientare i nostri istinti, mi pare che normalmente non si va in giro a violentare il primo o la prima che attizza, non si sfoga il desiderio compulsivamente facendosi pippe continue :D.
Insomma il rispetto di se stessi e dell'altro c'è comunque pure se ogni tanto uno si masturba oppure fa sesso al di fuori di una relazione che implica per forza il matrimonio come vai predicando.Si pratica sesso con persone, e ne siamo consapevoli credo, e non oggetti.
Da come scrivi e l'opinione devi esserti fatto sembra che tutti, o la maggior parte delle persone che non sono sposate o non credenti, abbiano rapporti sessuali ogni giorno con qualcuno di diverso,
Dentro al letto uno, fuori l'altro o che quando sono travolti dalla passione stipulino un contratto di prova, se non soddisfa si dà il reso e rimborso, ma mica è così!
Avere qualche esperienza sessuale prima di fermarsi alla persona che in quel momento si ritiene giusta per sè non è peccato e neanche bestialità, è un'esperienza di vita normale.
Al contrario è una violenza obbligare a trattenersi da rapporti sessuali finchè il matrimonio è celebrato, e pretendere che si esprima solo all'interno di una coppia sposata altrimenti niente sesso perchè altrimenti è peccato.
Infatti la castità sessuale non è una condizione naturale, semmai è una scelta personale e individuale, l'aspirazione di asceti, guru e monaci come elevazione spirituale che porta gradualmente al distacco da bisogni, oggetti materiali, o fine ultimo della nostra esistenza quando ormai anziani si arriva al distacco da questa vita terrena, forse.
Cono però hai un'idea negativa estrema dei giovani, non è che tutti i nostri ragazzi passano il tempo a drogarsi, bere e far sesso, che poi mi sa che l'abuso di alcool con il sesso non va troppo d'accordo in termini di prestazioni sessuali :D
Mica tutti i giovani ventenni arrivano a 20 anni bruciati.
Ci sono anche tanti giovani che pur avendo fatto qualche esperienza sono e restano dei bravi ragazzi, studiosi, lavoratori e che hanno la capacità affettiva di legarsi a qualcuno.
Non è che se ad un ragazzo gli va male con la prima fidanzata o ha fumato qualche canna, ha provato a bere un drink in più, poi diventa automaticamente un drogato, alcolizzato dipendente o sbandato nella vita.
I freddi e implacabili numeri riportati nell’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), presentato in occasione dell’Alcohol Prevention Day 2019, dipingono un quadro grave e allarmante: in Italia, il consumo di alcolici e superalcolici è in grossa crescita fra i teenager (11-15 anni), affiancato purtroppo da quello delle sigarette.
Qualche cifra: nel 2018, il 43% dei 15enni italiani (erano il 38% nel 2014) e il 37% delle 15enni (il 30% nel 2014) ha fatto ricorso al “binge drinking” (assunzione di cinque o più bicchieri di uno o più mix alcolici, in un’unica occasione, con la consapevole intenzione di prendere una sbornia). Sul fronte “emergenza”, più di 3.000 minorenni ogni anno finiscono al pronto soccorso per intossicazione etilica, con una concentrazione maggiore nelle sere dei fine settimana; spesso – come emerge dai report degli interventi sanitari – sono tanto ubriachi da non reggersi in piedi, con conati di vomito e senso di malore diffuso, talvolta fino quasi a perdere conoscenza, tanto da richiedere l’intervento dell’ambulanza.
Ma bisogna considerare che quelli che arrivano in ospedale sono solo la punta dell’iceberg! Le rilevazioni statistiche, infatti, attestano che almeno 700.000 adolescenti, tra gli 11 e i 17 anni, consumano alcolici e oltre 100.000 tra loro praticano il “binge drinking”. Se poi annoveriamo anche la fascia d’età tra i 18 e i 25 anni (dove il consumo occasionale o quotidiano riguarda quasi l’80% dei maschi e il 65 % delle femmine), otteniamo un totale di quasi 1.600.000 giovani bevitori, di cui 900.000 che assumono alcol in misura smodata.
https://www.difesapopolo.it/Mosaico/...-troppo-presto
Questi sono numeri, Lady. Non invenzioni di Cono. E riguardano solo il consumo e l'abuso di alcol. Vuoi che posti anche quello relativo alle droghe? Oppure ti interessa di più quello dei suicidi giovanili? E' vero, non sono tutti così i nostri giovani. Stiamo parlando in senso generale. Ma il malessere è diffuso. E' un dato di fatto incontrovertibile, voglio dire. L'assenza e la disgregazione della Famiglia o di altri modelli educativi, porta i nostri ragazzi ad avere magari mille cose, ma non il senso della Vita. Ecco allora che l'emulazione del branco e la pretesa rimozione (anche solo momentanea) del vuoto esistenziale attraverso l'abuso di alcol, droga e sesso, diventa prassi. Diventa ingannevole scappatoia.
Infatti: La Sessualità, per l'Uomo e per la Donna, ha tantissime sfaccettature! Te parlavi solamente di "bisogno"....
Io non parlo di Matrimonio, per quello svilupperemo la questione nel nono Comandamento. Parlo di RIAPPROPRIAZIONE DEL TEMPO. Vale a dire di essere capaci, nella Coppia, di saper aspettare, di nutrire il desiderio, di scoprire prima dell'interiorità fisica, quella spirituale, dell'Altro/a. Che rimane PERSONA. Non oggetto da provare.
non vorrei rispondere a Cono, né lo faccio mai sulle sue preferenze;
ma quando rimuove la realtà, e propaganda il falso, è necessario;
gli ho più volte ricordato che nel passato dei nostri 15, 20 anni, ogni mattina nei parchi italiani si ritrovavano come "normalità" 3 o 4 - questa era la media sei primi '80 - ragazzi morti di overdose; nelle metropoli quotidianamente si verificavano episodi di violenza politica armata tra minorenni;
ma lui ha finto di non aver letto; rimuove la realtà storica, pur di assecondare la sua tesi del "degrado dei Valori" e non ci spiega perché quelle belle famiglie tradizionali di 40 anni fa raccattavano i loro figli senza vita con ancora l'ago nel braccio o si ritrovavano in casa piccoli mostri, divenuti nel giro di una stagione gambizzatori, sprangatori, assassini o fiancheggiatori di assassini;
ognuno ha diritto alle proprie opinioni; ai propri fatti no; affermare che il mondo giovanile di oggi è peggiore di quello del passato e che ci sarebbe un degrado educativo e della famiglia è semplicemente un falso.
Cono io le statistiche le prendo con le pinze, il fenomeno dell'abuso di alcool, droghe ecc...c'era anche ai tempi in cui ero ragazza io, ad esempio nelle statistiche non rientrano i padri di famiglia dell'epoca mia che si ubriacavano o ogni fine settimana alzavano il gomito e poi magari menavano la moglie, perchè nessuno andava ad intervistarli e anche se la moglie fosse finita al p.s. con qualche frattura, di solito si fratturavano da "sole" cadendo in casa :D
Erano apparentemente normalissime famiglie con cosiddetti valori, così come c'erano ragazzi cresciuti in famiglie tradizionali che si facevano di droghe da spappolarsi il cervello e diventare ritardati e disabili, un peso, una croce per la famiglia. C'erano eh, poi non tutti quelli che hanno avuto esperienza di famiglie disastrate dei tempi miei si sono dati a droghe e alcool, perchè non è solo la famiglia ad influire ma anche il contesto attorno in cui si vive, le frequentazioni fuori dalla famiglia, le cosiddette compagnie che si frequentano e anche la scuola, il rapporto che si ha con la scuola, insegnanti e compagni. L'istruzione aiuta, studiare, acculturarsi aiuta a evitare sbandamenti.
Certo il contesto sociale degli anni della mia gioventù è diverso da quello di oggi, non si faceva fatica a trovare un lavoro finita la scuola o a cambiare posto di lavoro, una realtà diversa da quella di oggi che di certo non aiuta i giovani e il malessere può dipendere anche da questo non soltanto dall'ambiente famigliare, dai valori che tu ritieni perduti.