Infatti hai affermato che è solo convenzione: o mangi la minestra o salti la finestra:asd:.
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A parte che Dio lo rispetto e lo scrivo con la lettera maiuscola, ma sono stupidaggini; quello che invece insistentemente noto è la tua solita tiritera sull' ipotetico Dio, che per ipotesi e non per convinzione ( poiché è impossibile esserne convinti) credi sia un trittico di ciò che l'uomo non solo non è ma non potrà mai esserlo.
Non sono mica un killer; io penso sia bene che tu le tue questioni te le risolva da solo come credo facciano molti, invece di farsele risolvere da altri. Quanto è deleterio rinunciare alla dialettica interna tra tesi ed antitesi che concorrono a ciò che è ancora in fieri.
quando discuti con gli altri - sempre che tu non stia facendo catechismo - non puoi partire dall'assunto che ciò in cui credi sia il Vero; dovresti argomentare;
appunto: la mente di Dio esiste nella tua, non nella realtà; posso accettare un assioma convenzionale, per discutere; ma questo non la trasforma certo in realtà; se ti metti sui binari, la realtà è tangibile e più o meno identica alla mia;
no, esistono i fatti, che non sono fantasie; come i treni;
se nella tua pretesa realtà ci sono gli asini che volano, stai tranquillo che non cambiano i testi di zoologia o di fisica.
non è una stupidaggine, ma l'ortografia della lingua italiana; scrivo Dio quando è nome proprio, in minuscolo quando è sostantivo;
eeeehhh ? :asd:Citazione:
quello che invece insistentemente noto è la tua solita tiritera sull' ipotetico Dio, che per ipotesi e non per convinzione ( poiché è impossibile esserne convinti) credi sia un trittico di ciò che l'uomo non solo non è ma non potrà mai esserlo.
il trittico ?
io non credo niente e tantomeno postulo un dio senza spiegarlo;
mi limito a leggere quello che scrivono le persone che invece postulano un dio e a vagliare la sensatezza e la coerenza di quanto scrivono;
la fede ha senso come la predilezione per la pizza coi funghi; se a me piace la margherita, non vedo perché dovrei negare un senso alla funghi che piace a te;
ma nemmeno devo cambiare idea io;
mah... non capisco che dici;
qui si sta parlando di una tradizione alla quale aderisci, piena di contraddizioni, che abbiamo sviscerato abbondantemente e che restano tali, persino nei testi di alta teologia che puoi consultare tu stesso e che vedono la spaccatura plurima dei credenti in Gesù Cristo;
ho solo informato di questo;
può non fregartene nulla, ma resta un fatto: quei testi possono significare cose molto diverse tra loro, se non addirittura opposte, a volte.
io non ho alcun problema da risolvere, dato che non postulo nulla e non devo convincere nessuno, tantomeno me stesso;
però se vuoi discutere con me lo puoi fare su argomenti su cui convenzionalmente siamo d'accordo quanto ad oggetto;
ma se pensi di farmi il catechismo delle tue fantasie, ottieni solo il risultato di renderle ridicole, e a me questo dispiacerebbe;
del resto, se ti riporto certe circostanze storiche e filosofiche, è solo per darti modo di andarti a cercare un quadro più coerente in cui collocare i tuoi punti di vista.
Se alludi al fatto che io lo postulo hai ragione a metà; infatti Dio in sé, lo sai benissimo, è inspiegabile, altrimenti una mente come te l'avrebbe già spiegato tanto ti sta a cuore, ed è addirittura inimmaginabile se non è, ecco qui la metà di cui mi sono preso la briga e la prendo tutt'ora, che Gesù ne parla come di un padre buono ed a me basta ed avanza. Se mi vuoi imputare di aver parlato di Dio in maniera simbolica come di un padre ebbene si, perché per me è il massimo immaginabile essendo uomo, e non solo per me.
Su Dio padre ne ho parlato abbastanza citando la parabola del figliol prodigo. Se non sbaglio commentata e piaciuta.
Se consideri solo che ognuno di noi dà il meglio, per lo meno io, non dovrebbero venirti in mente certe idee.
Poiché io posso parlarti ma non per risolverlo, del mio Dio e non di quello altrui, ecco che possono venire, io credo giustamente, in mente anche astrazioni e non, come tu le chiami, fantasie adoperate; astrazioni adoperate per la mia quadratura del cerchio. Comunque sappi che il mio Dio è più, come un buon padre, sentimentale che calcolatore, anche se il termine calcolatore dà una certa idea di giustizia o per lo meno un continuo aggiustamento di rotta.
io mi limito solo ad elencarti per sommi capi ciò che Ne hanno detto tanti altri in decine di secoli e le relative contraddizioni, che non sono opinabili, ma fatti;
non è affatto detto che "Dio sia inspiegabile"; lo è quello della tua tradizione, la quale vuole conservare prerogative inconciliabili tra loro; da quei l'inspiegabilità;
se a te piace, a me non crea alcun problema;Citazione:
, ecco qui la metà di cui mi sono preso la briga e la prendo tutt'ora, che Gesù ne parla come di un padre buono ed a me basta ed avanza. Se mi vuoi imputare di aver parlato di Dio in maniera simbolica come di un padre ebbene si, perché per me è il massimo immaginabile essendo uomo, e non solo per me.
Su Dio padre ne ho parlato abbastanza citando la parabola del figliol prodigo. Se non sbaglio commentata e piaciuta.
restano le contraddizioni, tutte, se ci si richiama a quella tradizione, visto che credere in un dio padre non fa un cristiano, il quale è definito dal credere in alcuni dogmi e teologie;
se la questione si limitasse ad un sentimento di Dio, non ci sarebbe problema;
siccome però la teologia è indispensabile per dare forza alla costruzione, le contraddizioni diventano distruttive;
capisco che le contraddizioni ti infastidiscano e indispettiscano, ma non dare la colpa a me; prenditela con chi ha inventato e scritto certe cose contraddittorie e prive di senso, perché come ne parli, quelle emergono e le nota chiunque faccia lavorare un par di neuroni sulla questione, anche in modi ingenui o poco "tecnici".
ecco, questo non è un modo trasparente di argomentare:
sarebbe accettabile se tu postulassi davvero una tua religione personale, e allora non avrei molto da dire;
siccome però quel "tuo Dio" è quello cristiano, in realtà è esattamente il dio altrui quello di cui parli;
la scorrettezza di questo modo di argomentare è che stai facendo un catechismo nascosto per una determinata visione, sottraendola al vaglio di credibilità dei dogmi e di quel sistema;
parli di Gesù, di Dio e di altre cose come fossero un sistema libero in cui ognuno può galleggiare come gli pare a sua misura, quando evidentemente non è così, perché nessuna chiesa ti considera appartenente se non credi a certi dogmi;
a me non importa più di tanto e ognuno fa quel che gli pare;
però mi interessa il fenomeno culturale diffuso, per cui c'è questo atteggiamento ipocrita biunivoco:
a) da una parte, la Chiesa che sa benissimo come i presunti credenti e fedeli in stragrande maggioranza credono a modo loro e forse nemmeno conoscono i dogmi; trasgrediscono quotidianamente i presupposti di appartenenza e i precetti del magistero, convinti di poterlo fare e assertori del loro diritto a farlo;
ma i preti fanno finta di niente, perché altrimenti la base di fedeli veri da poter vantare sarebbe da prefisso telefonico;
b) "fedeli" e "credenti" che amano l'idea - e la convenienza - di appartenere ad una comunità solidale e socialmente comoda e confortevole come una massoneria tollerante, e che banalizzano il sentimento religioso con la prassi dell'adesione formale, salvo trasgredire tutto di quel sistema di appartenenza, complici di quel darselo ad intendere;
io sono nato ad un passo dal centro di quella roba, quel sistema di potere; è da quando sono bambino che i preti mi corteggiano come possibile figliol prodigo, vistoso deviante per una cultura repubblicana di origine che conosci bene - i miei trisnonni scrivevano sul Lucifero, giornale anconitano :asd:
il parroco del paese di nonna, con cui facevamo le gite da bambini, è diventato presidente unitalsi e mia madre ha conosciuto per lavoro una quantità stratosferica di alti prelati, simpatici e ben disposti;
se solo avessi voluto vendermi alla prassi nazionale avrei potuto intraprendere qualsiasi carriera garantita, col posteriore blindato, e ad un "prezzo" molto maggiore dei peones obbedienti, proprio in quanto pecorella pregiata di ritorno;
purtroppo, non sono stato capace; non per virtù mia, ma per superbia estetica di distinguermi; non voglio presentarmi come "migliore", anche perché me lo sono potuto permettere, campavo lo stesso anche senza i preti, a differenza di molti;
ora, ognuno si racconti quel che vuole di Dio, di Gesù, e di tutto il resto; ma se se ne esce in pubblico presentando certe cose come sensate e credibili, fingendo che non ci sia contraddizione, è apologia dell'ipocrisia, un cattivo insegnamento alla deresponsabilizzazione;
poi ti spieghi perché un intero popolo sa che deve rispettare le leggi, dalla differenziata alle tasse, lo scontrino, l'abuso edilizio, i contributi e tutto il resto, ma si riserva l'opzione di trasgredirle quando fa comodo;
cosa ti aspetti quando anche il sentimento che dovrebbe essere il più intimo e sacro è mediato in modo tale da fare il gioco delle tre carte persino con se stessi ?
è per questo che transigo poco su quei - maldestri - balletti sofistici coi quali indulgi in quest'idea di fare il cattolico a modo tuo, fornendo alibi a troppe prassi equivoche.
:) discussione interessante,vi seguo
Saranno pure altri ma sempre idee personali sono.
Se io ti dico che Gesù è Dio è una mia convinzione, non è un'esperienza diretta. Ecco che allora dove la mente non arriva a sperimentare ciò che afferma subentra il sentimento: "Lo sento". Quindi, oltre che idee personali in mente, anche personali sentimenti in corpo, sentimenti che innescano la mente che si era astratta e lo danno un significato attraverso la riflessione. E' ovvio che in questo processo barare è antiproducente.