Visualizzazione Stampabile
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
Rachele Giacobi
Penso che tu non lo faccia con cattive intenzioni ma quando dici a qualcuno che doveva stare più attento a scuola e non fare altro durante le lezioni gli dai dell'ignorante e dell'incapace e non so quanto piacerebbero a te queste affermazioni
da certi interlocutori ricevo molto più spesso considerazioni altrettanto o più offensive sul piano personale; ma io non mi offendo; vivo da tanti anni in un luogo dove il sarcasmo è l'interloquio normale;
Citazione:
per non dire quando dichiari illogiche e stupide certe idee altrui.Prova a pensare la sensazione che prova un credente quando sente definire Dio un "pasticcione"per aver creato qualcosa da correggere.
se il sistema teologico di cui si discute è quello di un dio creatore perfetto, onnisciente, ecc... e l'argomentazione dell'interlocutore implica correzioni in corso d'opera da parte di quell'essere perfetto, gli faccio notare che è lui a descrivere un dio pasticcione, non certo io;
il simpatico Arcobaleno - lo dico senza ironia, mi sembra una brava persona - crede in un dio che ha scelto di vivere su un pianeta che gravita attorno alla stella kobol; ha scritto in diverse occasioni tesi teologiche eccentriche, che io non ho mai definite "stupide"; cita spesso testi mormoni e avventisti, sui quali non mi permetto di esprimere critiche, perché si tratta di una teologia a sé;
ma questo forum si chiama "discutere", non "catechizzare"; se un utente sostiene che saremmo liberi, e contemporaneamente che Dio si serve di noi per compiere opere, la contraddizione la esprime lui, e io ne discuto; altrimenti, potrei evitare di intervenire, lasciando che chi vuole usi la sezione come un blog, scrivendo paginate di catechismo delle proprie personali visioni;
Citazione:
Mi rendo conto che la tua logica è tutto ma il credente è consapevole che la logica di Dio non è la nostra logica,i suoi progetti non sono i nostri progetti e le sue vie non sono le nostre vie.
questo mi può andar bene;
ma chi sostiene che la logica divina sia imperscrutabile, dovrebbe - per lo stesso motivo - astenersi da congetture e commenti; altrimenti il senso diventa: io capisco Dio, tu no;
ad ogni modo, le fonti e i relativi precetti sono scritte secondo un costrutto logico; i comandamenti hanno un senso logico, no ? le vicende bibliche pure, soprattutto devono averlo se si pretende di trarre da quelle una regola morale;
poi, guarda: io davvero - e lo faccio perché mi risulta facile - qui cerco solo di dare indicazioni molto generali e riassuntive su temi che penso possano interessare chi parla di religione; non mi interessa convincere o convertire nessuno a niente;
se uno ti dice che si vuol fare prete perché vuole allenare la squadra di calcio dell'oratorio, tu gli fai presente che la vocazione non si fonderebbe proprio su quello, e il tipo si offende, non credo tu ti senta troppo in difetto; no ?
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
Rachele Giacobi
I discorsi filosofico-teologici non mi interessano gran che perché vivo una fede non direttamente dipendente dai dogmi e dalle Scritture che ritengo molto manipolate dall'uomo...
Questa affermazione è corretta, se intendi che l'interpretazione delle Scritture è molto manipolata dall'uomo; è errata, se intendi che le Scritture sono state molto modificate dall'uomo nei testi.
Dio stesso, in rivelazioni successive e precedenti, le ha confermate, come ho più volte postato e sto postando ancora.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
più che altro, qui dovrebbe soccorrerti la storia;
se consulti un qualsiasi manuale o testo monografico di storia antica - anche quelli prodotti nelle università cattoliche - e mi riferisco a testi scientifici, non divulgativi, non troverai nozione di un Gesù reale, ma solo la verosimiglianza e la quasi certezza che un personaggio aderente a quel profilo sia esistito, anche se non esistono testimonianze coeve, ma solo postume e apologetiche, inaffidabili per gli storici;
Qui bisogna dire che sono gli storici a sbagliarsi, definendo le testimonianze dei Vangeli apologetiche e tardive e quindi inaffidabili.
Sono state confermate da Dio in rivelazioni successive e anche precedenti (Libro di Mormon), quindi queste affermazioni sono calunnie.
Quando poi gli atei affermano che gli inviati di Dio si sono inventato tutto, dimostrano tutta la loro reale
moralità: sono calunniatori. E il significato del termine Diavolo è calunniatore.
Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
dovendo basarsi sul metodo storico e la verosimiglianza, si dovrebbe ritenere che Gesù e i suoi fossero più o meno degli zeloti; siccome il governo collaborazionista dei romani era formato da una classe sacerdotale, è comprensibile che quei nazionalisti si contrapponessero anche sul piano della purezza religiosa; peraltro, persino nei vangeli gli apostoli significativamente sono armati, non proprio pacifisti; forse Gesù lo era, ma Pietro molto meno, visto che tagliava orecchie; e Pietro non era certo teologicamente ostile a Gesù;
Qui si arriva al culmine della calunnia: si trattano i Vangeli come carta straccia e si afferma addirittura Gesù come capo di una banda di zeloti e giustiziato come tale.
Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
ho posto alcune questioni, ma nessuno mi risponde; una per tutte:
siamo noi a salvarci, o è Dio che ci salva, intervenendo col dono della fede ?
Qui ti è stata data più volte risposta, anche da Cono: il dono della fede viene fatto a tutti, alcuni lo accolgono, altri no. E' Dio che ci salva, tramite le sue rivelazioni e i sacrifici di Cristo, ma noi dobbiamo collaborare.
-
Citazione:
Qui ti è stata data più volte risposta, anche da Cono: il dono della fede viene fatto a tutti, alcuni lo accolgono, altri no. E' Dio che ci salva, tramite le sue rivelazioni e i sacrifici di Cristo, ma noi dobbiamo collaborare.
scusa eh... ma cosa sarebbe la "fede" secondo te ?
prova a definirla in modo chiaro e vedrai che il tuo discorso non regge a nessuna logica.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
scusa eh... ma cosa sarebbe la "fede" secondo te ?
prova a definirla in modo chiaro e vedrai che il tuo discorso non regge a nessuna logica.
Su Wiki, a proposito di fede:
La fede è definibile come l'adesione a un messaggio o un annuncio fondata sull'accettazione di una realtà invisibile, la quale non risulta cioè immediatamente evidente, e viene quindi accolta come vera nonostante l'oscurità che l'avvolge. La fede consiste pertanto nel «ritenere possibile» quel che ancora non si è sperimentato o non si conosce personalmente.
Io intendevo la possibilità di credere. Certo, la fede in se stessa, forse, non viene donata a nessuno, tranne a coloro che hanno visioni o fanno sogni inviati da Dio. La possibilità di credere, invece, almeno ai giorni nostri, viene offerta a tutti o quasi. Anche questa può essere considerata un dono.
Insomma, nella mia risposta ho saltato un passaggio, facendo un errore.
Interessante un link sul presunto "dono della fede":
https://www.notiziecristiane.com/la-fede-e-un-dono/
Tra l'altro, viene scritto:
La fede è un dono?
Questo è quanto viene dichiarato da coloro che si definiscono Calvinisti, Riformati o con altri titoli che richiamano comunque alla fede riformata di Calvino e di molti suoi illustri seguaci degli ultimi cinque secoli. Essi affermano non solo che la fede è un dono [greco dw◊ron (dôron)] dato da Dio ad alcuni eletti (e volontariamente non concesso a tutti gli altri), ma che sarebbe anche successivo alla nuova nascita. Avremmo così il paradosso di poter potenzialmente avere dei nati di nuovo non ancora credenti (!).
Chiunque legga con semplicità (che non vuole dire assolutamente superficialità) il Nuovo Testamento scopre facilmente come la fede sia un passo fatto dall’uomo (At 16:30-31), in risposta all’opera dello Spirito Santo (Gv 16:8). Non è assolutamente un’opera meritoria, ma il mezzo che Dio ha stabilito per tutti gli uomini per rispondere positivamente al suo appello (che però l’uomo può anche rifiutare: Mt 23:37; Gv 3:36; 5:40; 2 Te 2:10; Eb 4:2, ecc.). La Bibbia ci dice con chiarezza da dove nasce la fede: Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo. (Ro 10:17). È quindi l’ascolto della Parola, ispirata dallo Spirito di Dio che agisce per mezzo di essa, a far nascere in noi la fede in Gesù Cristo.
Da dove viene quindi questo insegnamento? Da una particolare lettura di Efesini 2:8: Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio.
...
Anche in questo caso il dono sarebbe l’essere salvati, non la fede.
...
Dobbiamo però dire che l’affermazione, tratta da una certa lettura di Efesini 2:8, che la fede è un dono di Dio non era condivisa da Calvino. Egli infatti, nei suoi Commentari del Nuovo Testamento, afferma: “E qui noi dobbiamo avvertire riguardo a un errore di interpretazione di questo passo veramente comune. Molte persone restringono la parola dono alla sola fede. Ma Paolo sta solo ripetendo in altre parole il sentimento precedente. Il suo significato è, non che la fede è il dono di Dio, ma che la salvezza ci è data da Dio, o, che noi la otteniamo come dono di Dio”. Chi si rifà al calvinismo è dunque, in questo caso, andato al di là delle affermazioni stesse di Calvino.
Ricordo che in questo stesso forum io, in risposta alla tua cavalcata sul dono della fede in Efesini, interpretai dono riferito alla salvezza e non alla fede.
Leggere tutto il link può essere interessante, anche per Cono, pure se entra in dettagli sul testo greco.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
Arcobaleno
Su Wiki, a proposito di fede:
La fede è definibile come l'adesione a un messaggio o un annuncio fondata sull'accettazione di una realtà invisibile, la quale non risulta cioè immediatamente evidente, e viene quindi accolta come vera nonostante l'oscurità che l'avvolge. La fede consiste pertanto nel «ritenere possibile» quel che ancora non si è sperimentato o non si conosce personalmente.
Io intendevo la possibilità di credere. Certo, la fede in se stessa, forse, non viene donata a nessuno
ècco, vedi ? così cambia tutto il tuo discorso:
la possibilità di credere che citi è un atto demandato alla sola ragione, viste le Scritture;
i problemi che questa impostazione di pensiero ha posto a quei teologi che a te non piacciono, ma di cui io solo riporto il dibattito millenario, sono diversi, e gravosi:
se il credente potesse guadagnarsi la salvezza semplicemente obbedendo per sola ragione ai precetti desunti dalle Scritture, si determinerebbe la circostanza di un dio-giudice "obbligato" da quell'atto umano di libero arbitrio; questo, per i teologi, sarebbe una limitazione all'onnipotenza divina, ma anche contrario a innumerevoli pasi ed episodi scritturali, in cui Dio decide a sua discrezione, senza alcun sinallagma o responsabilità umana;
poiché non si può - e non si voleva - sostenere che Dio sia "ingiusto", si deve per forza giungere alla conclusione che il Suo giudizio è imperscrutabile e sfugge a qualsiasi logica che noi percepiamo come remunerazione dei nostri comportamenti dettati dalla ragione;
Citazione:
Interessante un link sul presunto "dono della fede":
https://www.notiziecristiane.com/la-fede-e-un-dono/
Tra l'altro, viene scritto:
La fede è un dono?
Questo è quanto viene dichiarato da coloro che si definiscono Calvinisti, Riformati o con altri titoli che richiamano comunque alla fede riformata di Calvino e di molti suoi illustri seguaci degli ultimi cinque secoli. Essi affermano non solo che la fede è un dono [greco dw◊ron (dôron)] dato da Dio ad alcuni eletti (e volontariamente non concesso a tutti gli altri), ma che sarebbe anche successivo alla nuova nascita. Avremmo così il paradosso di poter potenzialmente avere dei nati di nuovo non ancora credenti (!).
Chiunque legga con semplicità (che non vuole dire assolutamente superficialità) il Nuovo Testamento scopre facilmente come la fede sia un passo fatto dall’uomo (At 16:30-31), in risposta all’opera dello Spirito Santo (Gv 16:8). Non è assolutamente un’opera meritoria, ma il mezzo che Dio ha stabilito per tutti gli uomini per rispondere positivamente al suo appello (che però l’uomo può anche rifiutare: Mt 23:37; Gv 3:36; 5:40; 2 Te 2:10; Eb 4:2, ecc.). La Bibbia ci dice con chiarezza da dove nasce la fede: Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo. (Ro 10:17). È quindi l’ascolto della Parola, ispirata dallo Spirito di Dio che agisce per mezzo di essa, a far nascere in noi la fede in Gesù Cristo.
Da dove viene quindi questo insegnamento? Da una particolare lettura di Efesini 2:8: Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio.
...
Anche in questo caso il dono sarebbe l’essere salvati, non la fede.
ma come ? se ha appena scritto che la salvezza avviene tramite la grazia che opera mediante la fede !
Citazione:
Dobbiamo però dire che l’affermazione, tratta da una certa lettura di Efesini 2:8, che la fede è un dono di Dio non era condivisa da Calvino. Egli infatti, nei suoi Commentari del Nuovo Testamento, afferma: “E qui noi dobbiamo avvertire riguardo a un errore di interpretazione di questo passo veramente comune. Molte persone restringono la parola dono alla sola fede. Ma Paolo sta solo ripetendo in altre parole il sentimento precedente. Il suo significato è, non che la fede è il dono di Dio, ma che la salvezza ci è data da Dio, o, che noi la otteniamo come dono di Dio”. Chi si rifà al calvinismo è dunque, in questo caso, andato al di là delle affermazioni stesse di Calvino.
Citazione:
Ricordo che in questo stesso forum io, in risposta alla tua cavalcata sul dono della fede in Efesini, interpretai dono riferito alla salvezza e non alla fede.
Leggere tutto il link può essere interessante, anche per Cono, pure se entra in dettagli sul testo greco.
all'epoca di Calvino c'era grande dibattito, successivo alle controversie tra Lutero, Zwingli ed altri; Calvino parla addirittura di doppia predestinazione, al bene e al male;
le opinioni e le interpretazioni possono essere le più diverse e, come vedi, si tratta di distinzioni molto sottili, ma in una concezione che parte da Paolo, per passare da Agostino e giunge a Lutero;
di Paolo io ho citato spesso la Romani, non la Efesini, che pure rileva sull'argomento; ma resta il senso, dato dal costrutto; Paolo afferma esplicitamente e reiteratamente che la condizione di fede e buona coscienza dipende in ultima analisi esclusivamente dalla discrezionalità di Dio;
il discorso del Vasaio e dei vasi, destinati alla misericordia o alla perdizione, non si presta ad alcun equivoco; e, quando l'interlocutore immaginario chiede: ma allora, perché giudicare ? la risposta di Paolo è: chi sei tu per questionare la volontà di Dio ?
qualsiasi persona dotata di raziocinio, buon senso e onestà, non può che constatare il senso inequivoco che Paolo reitera;
9; 13come sta scritto:
Ho amato Giacobbe
e ho odiato Esaù.
14Che diremo dunque? C’è forse ingiustizia da parte di Dio? No, certamente! 15Egli infatti dice a Mosè:
Avrò misericordia per chi vorrò averla,
e farò grazia a chi vorrò farla.
16Quindi non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell’uomo, ma da Dio che ha misericordia. 17Dice infatti la Scrittura al faraone: Ti ho fatto sorgere per manifestare in te la mia potenza e perché il mio nome sia proclamato in tutta la terra. 18Dio quindi ha misericordia verso chi vuole e rende ostinato chi vuole. 19Mi potrai però dire: «Ma allora perché ancora rimprovera? Chi infatti può resistere al suo volere?». 20 O uomo, chi sei tu, per contestare Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: «Perché mi hai fatto così?». 21Forse il vasaio non è padrone dell’argilla, per fare con la medesima pasta un vaso per uso nobile e uno per uso volgare?
direi che, vista la Scrittura, o la si contesta come sbagliata; oppure si dovrebbe convenire che il principio è proprio quello di una predestinazione, cioè il sostanziale annullamento del libero arbitrio, nonché del merito personale ad essere virtuosi e vivere nella fede; è Dio che decide a Suo piacimento, perché ovviamente non può essere condizionato dalla volontà e dagli sforzi dell'uomo;
ancora:
30Che diremo dunque? Che i pagani, i quali non cercavano la giustizia, hanno raggiunto la giustizia, la giustizia però che deriva dalla fede; 31mentre Israele, il quale cercava una Legge che gli desse la giustizia, non raggiunse lo scopo della Legge. 32E perché mai? Perché agiva non mediante la fede, ma mediante le opere.
cosa sono queste opere, così fallimentari, se non la conformità per sola ragione, senza quella fede che deriva da Dio e di cui non c'è merito, come invece per le opere ?
11; 7Che dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno ottenuto invece gli eletti. Gli altri invece sono stati resi ostinati, 8 come sta scritto:
Dio ha dato loro uno spirito di torpore,
occhi per non vedere
e orecchi per non sentire;
come puoi leggere, non invento nulla, né interpreto nulla, perché non c'è niente da interpretare; è tutto chiaro, nero su bianco; chi vuole, può sostenere che questa scrittura sia sbagliata, che Paolo fosse un pazzo; ma non fargli dire l'opposto di quanto è scritto, come chi legga queste cose come parola di Dio alla messa, e poi sostenga il libero arbitrio e la capacità umana di determinare la propria salvezza, imponendola a Dio stesso, tramite le opere, ossia la conformità alla Legge.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
permetto di esprimere critiche, perché si tratta di una teologia a sé;
ma questo forum si chiama "discutere", non "catechizzare"; se un utente sostiene che saremmo liberi, e contemporaneamente che Dio si serve di noi per compiere opere, la contraddizione la esprime lui, e io ne discuto;
Allora discutiamo sul fatto che si può essere liberi e, anche se non credo che contemporaneamente, si possa servire Dio compiendo opere buone.
Non riesco a trovare la contraddizione, considerando, e questa è una mia originale pensata:D, che la mente umana non è in grado di focalizzare due pensieri contemporaneamente; quindi un istante prima puoi sentirti libero da solo, l'istante dopo amico di Dio che vuole compiere le sue opere tramite te. Cosa c'è che contraddice? Niente se ho piacere a fare bene e ad essere a posto con la mia coscienza.
A questo punto per superare l'enpasse della pre-scienza, io direi che sono contento se Dio mi fa operare per lui, perché Gesù ha detto ai suoi fedeli: " Non vi tratto come schiavi ( volendo Dio lo potrebbe fare no?, ma come amici, e non c'è maggiore eroismo che morire per i propri amici".
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
Arcobaleno
Qui si arriva al culmine della calunnia: si trattano i Vangeli come carta straccia e si afferma addirittura Gesù come capo di una banda di zeloti e giustiziato come tale.
Incredibile.
E' vero proprio che chi cerca trova, .......ma trova quello che cerca:D.
Leggere i vangeli da prevenuti non porta a Cristo ma alle fisime del lettore:asd:.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
crepuscolo
Allora discutiamo sul fatto che si può essere liberi e, anche se non credo che contemporaneamente, si possa servire Dio compiendo opere buone.
Non riesco a trovare la contraddizione, considerando, e questa è una mia originale pensata:D, che la mente umana non è in grado di focalizzare due pensieri contemporaneamente; quindi un istante prima puoi sentirti libero da solo, l'istante dopo amico di Dio che vuole compiere le sue opere tramite te. Cosa c'è che contraddice?
si contraddicono le categorie assolute e relativa:
quella dell'onnipotenza è una categoria assoluta, che rinvia di un totale dominio della volontà divina su quanto accade, che l'intervento sia diretto o indiretto; quindi, anche ciò che ti sembra frutto di una tua personale e "libera" inclinazione v ricondotto a ciò che quel dio ha deciso che tu volessi;
nel caso contrario, di una tua effettiva libertà e autonomia, si avrebbe una diarchia, in cui il potere divino è limitato dalla tua libertà, per esempio di compiere il male;
ed è questo il motivo per cui il Catechismo deve ammettere che Dio permette il Male; altrimenti, dovrebbe dire che lo subisce, impotente, e quindi non più onnipotente; non solo:
Citazione:
A questo punto per superare l'enpasse della pre-scienza
questa ti dice, necessariamente che tutto ciò che accade deve essere anche inteso da Dio, per un piano perfetto in origine; altrimenti avremmo un dio che si sbaglia;
volendo porre come condizione al sistema che Dio è giusto, l'unico modo logico e compatibile con le Scritture è sostenere che ogni cosa sia predeterminata secondo un ordine a noi non comprensibile, e ignoto a tutti, nel quale possiamo sperare e desiderare, ma non negoziare, e tanto meno pretendere, quale che sia il nostro giudizio sul nostro stesso comportamento.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
si contraddicono le categorie assolute e relativa:
.
Le categorie assolute e relative non si contraddicono quando l'assoluto contiene il relativo, ed è anche logico perché il relativo sta nel tempo e l'assoluto fuori, ma poiché il Padre, a detta di Gesù, è più grande del figlio ecco che l'assoluto accoglie il relativo ed il relativo a contatto dell'assoluto diventa assoluto del tutto pur essendo relativo come Gesù.
Certo che questo, a mio avviso, è la fine di contraddizioni irrisolvibili perché immaginate come quelle che tu hai proposto.
Tu dovresti sapere che le tue categorie si contraddicono perché tendono ad opposti, è la definizione che è una contraddizione che non porta alcuna conoscenza, se non una conoscenza nichilista:v.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
crepuscolo
Incredibile.
E' vero proprio che chi cerca trova, .......ma trova quello che cerca:D.
Leggere i vangeli da prevenuti non porta a Cristo ma alle fisime del lettore:asd:.
E voi trovate quello che cercate no? Chi è più maestro del credente e del credente fissato in questo, che a tutti i costi ha bosogno di credere ed a tutti i costi vuole trovare l'amico invisibile, le prove, i segni?
E di fisime ne avete tante, ma tante tante.
Considerando la negazione dell'evidenza, i salti triplo carpiati con avvitamento per difendere l'indifendibile, girare a logica quello che palesemente non lo è, chi saranno i prevenuti ed i volta frittata?
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
crepuscolo
Le categorie assolute e relative non si contraddicono quando l'assoluto contiene il relativo, ed è anche logico perché il relativo sta nel tempo e l'assoluto fuori, ma poiché il Padre, a detta di Gesù, è più grande del figlio ecco che l'assoluto accoglie il relativo ed il relativo a contatto dell'assoluto diventa assoluto del tutto pur essendo relativo come Gesù.
Certo che questo, a mio avviso, è la fine di contraddizioni irrisolvibili perché immaginate come quelle che tu hai proposto.
Tu dovresti sapere che le tue categorie si contraddicono perché tendono ad opposti, è la definizione che è una contraddizione che non porta alcuna conoscenza, se non una conoscenza nichilista:v.
non ho capito niente di quello che hai scritto;
ma la categoria dell'onnipotenza divina certamente non può ammettere un potere altro, concorrente, che sia umano o diabolico; per questo i preti dicono che Dio permette il Male, e che il motivo è un "mistero"; cioè, la nozione di onnipotenza è talmente irrinunciabile da richiedere questo sacrificio dottrinario enorme;
se tu identificassi "Dio" esclusivamente come presenza nella coscienza, e il premio o castigo in termini di buona o cattiva coscienza, ti tornerebbero tutti i conti, perché:
a) sarebbe onnisciente: ognuno sa se agisce in buona o mala fede, i famosi pensieri che si scusano o accusano di Paolo;
b) sarebbe onnipotente, perché in grado di imporsi sulla mala fede, col disagio e il rimorso che questa crea;
c) sarebbe anche giusto, perché ogni persona avrebbe un'idea di giustizia in buona fede, conforme alla sua educazione; questo è un concetto ricorrente anche nella filosofia del diritto, riguardo alla percezione del bene e del male del giudicato, le attenuanti, le aggravanti, le incapacità culturali, ecc...
d) questo ti spiegherebbe anche una nozione pietosa della predestinazione, come circostanza disgraziata di chi sia talmente vittima di una condizione degradata da apparire come irredimibile, salvo comunque che nessuno sa come va a finire; quello è cresciuto in un ambiente criminale, difficilmente poteva emanciparsi da quella mentalità; ma non si sa mai... un incontro fortunato, un insegnante, una fidanzata, un evento che lo illumina, fanno cambiare strada; tutti eventi indipendenti dalla sua volontà, esterni;
si compirebbe anche il senso del non giudicare chi appare peccatore, e la gratitudine per non esserlo in modo grave;
e) sarebbe finalmente anche automaticamente irresponsabile del male naturale;
ti pare poco ?
certo, un dio così non si può sbandierare come un dio-sceriffo di cui ci si proclami vice per andarsene in giro con la pistola e intimorire o bullizzare, oppure per sentirsi più rispettato di quanto si meriterebbe; per molti sarebbe una ferita troppo grave, inammissibile.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
si contraddicono le categorie assolute e relativa:
quella dell'onnipotenza è una categoria assoluta, che rinvia di un totale dominio della volontà divina su quanto accade, che l'intervento sia diretto o indiretto; quindi, anche ciò che ti sembra frutto di una tua personale e "libera" inclinazione v ricondotto a ciò che quel dio ha deciso che tu volessi;
nel caso contrario, di una tua effettiva libertà e autonomia, si avrebbe una diarchia, in cui il potere divino è limitato dalla tua libertà, per esempio di compiere il male;
ed è questo il motivo per cui il Catechismo deve ammettere che Dio permette il Male; altrimenti, dovrebbe dire che lo subisce, impotente, e quindi non più onnipotente; non solo:
questa ti dice, necessariamente che tutto ciò che accade deve essere anche inteso da Dio, per un piano perfetto in origine; altrimenti avremmo un dio che si sbaglia;
volendo porre come condizione al sistema che Dio è giusto, l'unico modo logico e compatibile con le Scritture è sostenere che ogni cosa sia predeterminata secondo un ordine a noi non comprensibile, e ignoto a tutti, nel quale possiamo sperare e desiderare, ma non negoziare, e tanto meno pretendere, quale che sia il nostro giudizio sul nostro stesso comportamento.
Come già detto, procedendo alla creazione, Dio ha posto dei limiti alla sua onnipotenza, così come scegliendo il bene, ha rinunciato all'onnipotenza rivolta al male. Di fatto - lo vediamo per esperienza personale tutti i giorni, oltre che saperlo per le Scritture - Dio lascia le sue creature libere di scegliere tra bene, male e azioni neutre. Quindi Dio permette il male, anche se non lo vuole.
Ma, sapendolo prima, perché non ha evitato che venissero all'esistenza coloro che avrebbero praticato il male? Dove sarebbe il libero arbitrio delle creature, se non venisse messo alla prova, ma Dio impedisse la nascita di creature che sa si volgeranno al male, nonostante create per il bene?
Dio non ha predeterminato il male, per un suo piano imperscrutabile, ma l'ha subito per permettere che il libero arbitrio si manifestasse. Infatti, come già postato, propose alle anime umane di proteggerle dal male, se lo avessero voluto, ma costoro preferirono non godere di questa protezione e affrontare il conflitto che Dio presentò loro, prima di farle incarnare. Perché? Una risposta chiara Dio non l'ha ancora data o io non ne sono ancora venuto a conoscenza (cosa molto più probabile). Probabilmente per avere una vittoria definitiva sul male, in modo che non potesse più presentarsi come credibile nel futuro della creazione. Questa pare la posizione di sorella White nel suo scritto "Il gran conflitto".
Dio dice chiaramente che senza la possibilità del male, non potrebbe esistere il bene. Questo vale per tutti gli opposti: alto, basso - lungo, corto - bello, brutto - ricco, povero - vita e morte - ecc.
Viviamo in una creazione dualista. Certo, col pensiero possiamo elevarci al di sopra della dualità, al di là della dualità, come insegnato dalla dottrina induista, ed identificarci con lo Spirito, però continuiamo a vivere il conflitto della dualità...
-
Abbi pazienza eh, ma se questo cazzo di male alla fine deve sparire, deve essere sconfitto, ma chi cazzo gliel'ha fatto fare a dio di infilarlo per forza nella creazione?
Perché qui c'è solo da chiamare la neuro mi pare, pure per l'amico invisibile!
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
Vega
E voi trovate quello che cercate no? Chi è più maestro del credente e del credente fissato in questo, che a tutti i costi ha bosogno di credere ed a tutti i costi vuole trovare l'amico invisibile, le prove, i segni?
Posso capire che tu avendo la mente scientifica voglia delle prove e dei segni ma a che pro per chi crede già. Infatti chi crede, se vuole comportarsi come Gesù nel Vangelo rispondendo ai farisei ipocriti che volevano tentarlo disse: " Non vi dò nessuna prova perché anche se ve la dessi non mi credereste ugualmente". Infatti erano prevenuti.
Se uno crede, le prove le cerca dentro di se senza vanagloria; in poche parole, se una cosa ti interessa cercatela da sola. Non sei più una bambina.
Te lo dico perché io agisco così e mi sono sempre trovato bene, chi fa da se fa per tre:asd:.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
non ho capito niente di quello che hai scritto;
lo posso capire.:D
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
ma la categoria dell'onnipotenza divina certamente non può ammettere un potere altro, concorrente, che sia umano o diabolico;
Perché non lo può ammettere?
Che concorrenza ha se l'ha creato lui?
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
crepuscolo
Posso capire che tu avendo la mente scientifica voglia delle prove e dei segni ma a che pro per chi crede già. Infatti chi crede, se vuole comportarsi come Gesù nel Vangelo rispondendo ai farisei ipocriti che volevano tentarlo disse: " Non vi dò nessuna prova perché anche se ve la dessi non mi credereste ugualmente". Infatti erano prevenuti.
Se uno crede, le prove le cerca dentro di se senza vanagloria; in poche parole, se una cosa ti interessa cercatela da sola. Non sei più una bambina.
Te lo dico perché io agisco così e mi sono sempre trovato bene, chi fa da se fa per tre:asd:.
Ma guarda che il credente in un certo senso cerca degli appigli, segni, prove dell'esistenza e presenza di dio. Dopo le tante discussioni mi pare che se ne sia già dato abbondantemente l'assaggio visti i tentativi di spiegare dio, trovare giustificazioni, la sua presenza in fenomeni ed eventi. E' chiaro poi che dopo secoli di parole sull'esistenza di dio, anche chi non creda dica che a questo punto serva qualcosa di più dei discorsi e della fede.
Guarda che non si tratta solo di comportarsi secondo etica e morale, ma proprio del problema dell'esistenza di dio, delle prove, delle narrazioni religiose, cosette che mi pare si stiano discutendo pure adesso. Non è che puoi far finta che stiamo parlando di altro.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
Arcobaleno
Come già detto, procedendo alla creazione, Dio ha posto dei limiti alla sua onnipotenza,
questo è già un errore concettuale, che ripeti:
l'onnipotenza è una prerogativa, non uno strumento; che Dio possa limitare il Suo intervento, è logico; ma - a maggior ragione posta la pre-scienza - si tratta di una scelta diretta a produrre le conseguenze note;
se Dio sa che il bambino X avrà la leucemia e non lo impedisce, potendolo fare, è perché desidera quell'esito; anzi, lo ha evidentemente determinato, visto che ha creato ogni elemento che ne è causa; idem per ogni male compiuto dalle persone; il Catechismo ammette che è Dio a permettere il Male; altrimentoi, si dovrebbe dire che lo subisce, non volendolo, e perciò si negherebbe l'onnipotenza;
Citazione:
Dio lascia le sue creature libere di scegliere tra bene, male e azioni neutre. Quindi Dio permette il male, anche se non lo vuole.
Ma, sapendolo prima, perché non ha evitato che venissero all'esistenza coloro che avrebbero praticato il male? Dove sarebbe il libero arbitrio delle creature, se non venisse messo alla prova, ma Dio impedisse la nascita di creature che sa si volgeranno al male, nonostante create per il bene?
Dio non ha predeterminato il male, per un suo piano imperscrutabile, ma l'ha subito per permettere che il libero arbitrio si manifestasse.
dire che Dio subisce qualcosa è negare l'onnipotenza;
capisco che tu voglia porre come condizione di sistema il libero arbitrio; ma questo è incompatibile con l'onniscienza: se Dio conosce ogni azione umana prima ancora di aver creato chi la compie, è evidente che le azioni potranno essere solo quelle già note a Dio, e non altre; quella libertà può essere al più un'illusione umana;
le azioni umane stanno a Dio come quelle degli attori di un film già girato al regista/scrittore; nel finale dei Soliti ignoti Capannelle fa esplodere la cucina; non succede che durante una proiezione le cose vadano diversamente;
Citazione:
Infatti, come già postato, propose alle anime umane di proteggerle dal male, se lo avessero voluto, ma costoro preferirono non godere di questa protezione e affrontare il conflitto che Dio presentò loro, prima di farle incarnare. Perché? Una risposta chiara Dio non l'ha ancora data o io non ne sono ancora venuto a conoscenza (cosa molto più probabile). Probabilmente per avere una vittoria definitiva sul male, in modo che non potesse più presentarsi come credibile nel futuro della creazione. Questa pare la posizione di sorella White nel suo scritto "Il gran conflitto".
legittima opinione;
Citazione:
Dio dice chiaramente che senza la possibilità del male, non potrebbe esistere il bene.
idem;
ma io non discutevo di queste cose;
molto più semplicemente, ho riportato passi nei quali il fondatore della religione e della teologia cristiana dice a chiare lettere che siamo come siamo perché Dio ci ha pensati e fatti in quel modo, e conseguentemente agiamo, senza alcun merito; ripeto, non fosse chiaro:
16Quindi non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell’uomo, ma da Dio che ha misericordia. 17Dice infatti la Scrittura al faraone: Ti ho fatto sorgere per manifestare in te la mia potenza e perché il mio nome sia proclamato in tutta la terra. 18Dio quindi ha misericordia verso chi vuole e rende ostinato chi vuole.
è Dio che ha misericordia verso chi vuole, e rende ostinato chi vuole; quindi, non si può desiderare la fede per sola ragione se Dio ha disposto diversamente; né chi l'abbia ricevuta può opporsi a Dio, se quella è la Sua volontà; alla faccia della libertà;
e ancora:
11; 7Che dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno ottenuto invece gli eletti. Gli altri invece sono stati resi ostinati, 8 come sta scritto:
Dio ha dato loro uno spirito di torpore,
occhi per non vedere
e orecchi per non sentire;
non è abbastanza chiaro ?
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
9; 13come sta scritto:
Ho amato Giacobbe
e ho odiato Esaù.
14Che diremo dunque? C’è forse ingiustizia da parte di Dio? No, certamente! 15Egli infatti dice a Mosè:
Avrò misericordia per chi vorrò averla,
e farò grazia a chi vorrò farla.
16Quindi non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell’uomo, ma da Dio che ha misericordia. 17Dice infatti la Scrittura al faraone: Ti ho fatto sorgere per manifestare in te la mia potenza e perché il mio nome sia proclamato in tutta la terra. 18Dio quindi ha misericordia verso chi vuole e rende ostinato chi vuole. 19Mi potrai però dire: «Ma allora perché ancora rimprovera? Chi infatti può resistere al suo volere?». 20 O uomo, chi sei tu, per contestare Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: «Perché mi hai fatto così?». 21Forse il vasaio non è padrone dell’argilla, per fare con la medesima pasta un vaso per uso nobile e uno per uso volgare?
Se Dio agisce in un modo verso alcuni e in altro modo verso altri, ci deve essere un motivo, non può essere una scelta casuale, bensì causale. Qual è la causa? Sa in anticipo come si comporteranno quelle creature e quali saranno le motivazioni delle loro azioni e la loro fede e disponibilità e amore verso di lui. Non ha predeterminato né gli errori di Giacobbe né quelli di Esaù, però, evidentemente, ha amato Giacobbe e odiato Esaù, anche se costui non fu trattato male.
Lo stesso discorso vale per il faraone.
Quindi? Siccome non furono decisive le opere per la scelta tra Giacobbe e Esaù, furono decisive la fede, la disponibilità e l'amore verso Dio, per ricevere misericordia e grazia.
Quanto al faraone, si comportò da ateo e quindi fu lasciato al proprio orgoglio, presunzione e prevaricazione verso gli ebrei. Come avrebbe potuto ottenere grazia e misericordia da Dio? Fu nemico di Dio e venne usato per dimostrare la grandezza di Dio, attraverso i miracoli che furono compiuti a favore della liberazione degli ebrei. Fu Dio a predeterminare l'ateismo del faraone? No, lo vide in anticipo e lasciò che si sviluppasse in lui questa libera scelta di negazione di Dio.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
crepuscolo
Perché non lo può ammettere?
Che concorrenza ha se l'ha creato lui?
perché sarebbe solo un potere delegato, finto; non libero di produrre effetti contrari al volere di Dio, il quale li conosce già dal primo istante, e ha creato quegli strumenti proprio perché agissero in quel modo, sapendo che così agiranno;
ripeto: è per questo che il Catechismo è costretto a dire che Dio permette il male, non che lo subisce, perché in quel caso si negherebbe l'onnipotenza; e che il motivo è un "mistero"; è un mistero perché la loro logica deve arrestarsi di fronte al passo successivo, ossia di dover ammettere che - in quel costrutto teologico, beninteso - quel male deve necessariamente essere inteso da Dio stesso, in quanto Dominus della creazione; ma la cosa, sul piano logico, è lì, davanti al naso di tutti;
non è scemo Ratzinger, anche se arriva con diversi secoli di ritardo; quelli hanno capito che che a cercare spiegazioni razionali a quel costrutto tradizionale d'insieme si finisce solo a far danno, perché è indifendibile.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
Arcobaleno
Se Dio agisce in un modo verso alcuni e in altro modo verso altri, ci deve essere un motivo, non può essere una scelta casuale, bensì causale. Qual è la causa? Sa in anticipo come si comporteranno quelle creature e quali saranno le motivazioni delle loro azioni e la loro fede e disponibilità e amore verso di lui. Non ha predeterminato né gli errori di Giacobbe né quelli di Esaù, però, evidentemente, ha amato Giacobbe e odiato Esaù, anche se costui non fu trattato male.
Lo stesso discorso vale per il faraone.
Quindi? Siccome non furono decisive le opere per la scelta tra Giacobbe e Esaù, furono decisive la fede, la disponibilità e l'amore verso Dio, per ricevere misericordia e grazia.
no; perché paolo ti dice esplicitamente che non dipende dalle prerogative umane, ma da un semplice moto unilaterale di Dio stesso, che ordina i vasi a suo piacimento; la citazione dei due fratelli è esattamente volta a spiegare questo e che nulla obbliga Dio a tener conto di qualsiasi vincolo, meriti o sentimenti;
Citazione:
Quanto al faraone, si comportò da ateo e quindi fu lasciato al proprio orgoglio, presunzione e prevaricazione verso gli ebrei. Come avrebbe potuto ottenere grazia e misericordia da Dio? Fu nemico di Dio e venne usato per dimostrare la grandezza di Dio
esatto, venne usato, come strumento; Paolo lo dice esplicitamente: Dio lo ha voluto così, e non che il faraone avesse demeritato di suo;
Citazione:
, attraverso i miracoli che furono compiuti a favore della liberazione degli ebrei. Fu Dio a predeterminare l'ateismo del faraone? No, lo vide in anticipo e lasciò che si sviluppasse in lui questa libera scelta di negazione di Dio.
Dio non lo ha "visto"; lo sapeva prima di crearlo, e lo ha creato perché così lo voleva; non lo dico io, lo dice Paolo, a chiare lettere:
17Dice infatti la Scrittura al faraone: Ti ho fatto sorgere per manifestare in te la mia potenza e perché il mio nome sia proclamato in tutta la terra. 18Dio quindi ha misericordia verso chi vuole e rende ostinato chi vuole.
quindi non è che il faraone fu lasciato al suo orgoglio di ateo, come sostieni tu; ma Dio ha fatto sorgere - creato - il faraone e lo ha reso ostinato, per manifestare la Sua potenza; la pretesa libertà del faraone non ha alcun rilievo in tutto questo; è solo uno strumento, un vaso... questo scrive Paolo, non io.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
perché sarebbe solo un potere delegato, finto; non libero di produrre effetti contrari al volere di Dio, il quale li conosce già dal primo istante, e ha creato quegli strumenti proprio perché agissero in quel modo, sapendo che così agiranno;
.
Infatti quello che dici è totale mancanza di liberta perché a quanto sembrerebbe fai risultare Dio non solo il promotore dei nostri pensieri ma addirittura l'artefice; in sostanza noi siamo lui. E' questo che vuoi dire?
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
: è per questo che il Catechismo è costretto a dire che Dio permette il male, non che lo subisce, perché in quel caso si negherebbe l'onnipotenza; e che il motivo è un "mistero"; è un mistero perché la loro logica deve arrestarsi di fronte al passo successivo, ossia di dover ammettere che - in quel costrutto teologico, beninteso - quel male deve necessariamente essere inteso da Dio stesso, in quanto Dominus della creazione; ma la cosa, sul piano logico, è lì, davanti al naso di tutti;
non è scemo Ratzinger, anche se arriva con diversi secoli di ritardo; quelli hanno capito che che a cercare spiegazioni razionali a quel costrutto tradizionale d'insieme si finisce solo a far danno, perché è indifendibile.
Ah! stai riferendoti al catechismo?
Sinceramente mi ricordo solo questo, imparato a memoria prima che facessi la prima comunione, Domanda: " Chi è Dio? "; Risposta: " Dio è l'essere perfettissimo creatore del cielo e della terra", altro non ricordo, e se i preti si son dati la zappa sui piedi sono affari loto; se all'idea predicata fosse stata corrisposta l'azione sarebbero stati d'esempio, ma poiché non solo non è stata corrisposta un'azione ( coerenza), ma quelle corrisposte appartenevano a Mammona:mad: ( scandalose); ed ormai tutti lo sanno anche quelli che non lo avrebbero voluto sapere.
Il Vangelo è la pietra di paragone che come un pettine streccia ogni intreccio:D.
E' il Vangelo stesso che condanna ma anche salva, e non ci vuole molta immaginazione nell'identificali. Non so quanto possa influire il destino quando uno se le va a cercare:D.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
crepuscolo
Infatti quello che dici è totale mancanza di liberta perché a quanto sembrerebbe fai risultare Dio non solo il promotore dei nostri pensieri ma addirittura l'artefice; in sostanza noi siamo lui. E' questo che vuoi dire?
certo; ma non lo dico io; è quello che scrive Paolo, come conseguenza logica delle Scritture;
il punto è che questo in effetti non cambia quasi nulla al credente, se non quanto all'impossibilità di vantarsi, ascriversi un merito e negoziare con Dio;
una volta che un credente accettasse l'idea di essere strumento divino, non diventerebbe una persona peggiore, volta al male, se finora ha agito bene; il suo desiderio sarebbe comunque quello di essere indirizzato al bene, e di cercare conferma di questo nel risultato delle sue azioni, ma non potendo concepire queste come un oggetto di scambio;
qui si sta parlando di due possibili sentimenti di un credente, contrapposti:
uno è il Timor di Dio: se mi comporto male, sarò castigato; quindi mi conviene comportarmi bene;
l'altro è; non so a cosa sono destinato, ma finché mi sento - relativamente - a posto con la mia coscienza, il mio sentimento è di gratitudine nei confronti di Dio, che mi ha fatto in questo modo, consentendomi di affrontare serenamente le circostanze della vita; cioè, il bene l'ho già ricevuto, se credo, ho fede e il fatto di riuscire a comportarmi bene è già il mio premio, il paradiso della serenità, qui e ora.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
crepuscolo
Ah! stai riferendoti al catechismo?
Il Vangelo è la pietra di paragone che come un pettine streccia ogni intreccio:D.
E' il Vangelo stesso che condanna ma anche salva, e non ci vuole molta immaginazione nell'identificali. Non so quanto possa influire il destino quando uno se le va a cercare:D.
io sarei più generoso coi preti, come categoria; quelli il Vangelo lo devono spiegare, e tu la fai fin troppo facile con le pagliuzze e le travi; la teologia e le esegesi sono necessarie, anche se nel tuo immaginario non vedi il caso e il perché; ti faccio un esempio contemporaneo: l'omosessualità;
in un contesto di libero arbitrio e soggezione ad una dottrina, questa può dire che si tratta di un comportamento di per sé peccaminoso, da evitare e punire, comunque discriminare come sbagliato;
in un contesto di predestinazione, un pastore può dire le stesse cose dei preti; ma un altro può - in modo teologicamente corretto - rispondere che quella è la natura in cui la persona è stata voluta da Dio, e che la moralità di quella persona si deve valutare esclusivamente in termini di onestà e sentimento con cui vive la sua relazione, così come per chiunque altro;
non è che la predestinazione legittimi o impreziosisca il male agli occhi di chi non lo vuole; e chi lo vuole se ne frega del Vangelo, della Legge e di Dio, quindi non la può comunque invocare a sua giustificazione morale.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
Vega
Ma guarda che il credente in un certo senso cerca degli appigli, segni, prove dell'esistenza e presenza di dio. Dopo le tante discussioni mi pare che se ne sia già dato abbondantemente l'assaggio visti i tentativi di spiegare dio, trovare giustificazioni, la sua presenza in fenomeni ed eventi. E' chiaro poi che dopo secoli di parole sull'esistenza di dio, anche chi non creda dica che a questo punto serva qualcosa di più dei discorsi e della fede.
Guarda che non si tratta solo di comportarsi secondo etica e morale, ma proprio del problema dell'esistenza di dio, delle prove, delle narrazioni religiose, cosette che mi pare si stiano discutendo pure adesso. Non è che puoi far finta che stiamo parlando di altro.
Molti reperti archeologici trovano riscontro con storie Bibliche, addirittura sembra che stiano retrodatando il periodi egizi. Altra prova è che hanno trovato una grossa città, se così si può paragonare ad oggi, popolata da primitivi abitanti ebraici, come se la storia di Giuseppe trovasse riscontro nella realtà. Con questo non voglio dire che prendo tutto per oro colato ma dietro la leggenda si nasconde sempre una certa realtà.
Bisogna anche dire che chi scrive di solito scrive dopo gli eventi ed usa un suo linguaggio teologico per inquadrare l'evento.
Come credente devo dire che tra le varie parole che hai citato per chi crede io leverei appiglio e prove dell'esistenza di Dio, in quanto sono già implicite nella ricerca di Dio, poiché nessuno, come pretenderesti tu, Dio l'ha trovato.
La parola giusta è segni, si, il credente cerca i segni come, scritto nel Vangelo, colui che tocca i rami del fico per capire che il caldo sta arrivando. Infatti come l'uomo cerca nella natura delle cose i segni del tempo, così chi crede pensa che esista anche uno spirito nelle cose che gli faccia capire il tempo dello spirito.
Visto che Axe, a volte non mi capisce, tu, cara Vega, hai capito quello che ho detto?:D
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
certo; ma non lo dico io; è quello che scrive Paolo, come conseguenza logica delle Scritture;
Paolo credeva di essere alla fine. Invece il mondo è continuato per altri 2.000 anni.
Quella è un'idea da fine del mondo:D.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
;
il punto è che questo in effetti non cambia quasi nulla al credente, se non quanto all'impossibilità di vantarsi, ascriversi un merito e negoziare con Dio;
Io non mi vanto, non negozio con Dio se non dentro me stesso, ma conosco la fatica che ho impiegato per mettermi alla sequela di Gesù.
Io non credo che sia come tu dici, credo che un merito, senza vanto, ma come grande soddisfazione personale, vada anche a me se riesco a vincere la mentalità del mondo, o per lo meno quel mondo che mi circonda. Perché il Vangelo è questo che dice.
Ti ricordi no le tentazioni di Gesù nel deserto, in solitudine, a tu per tu con il Tentatore che è quello dentro di noi che ci invita ad essere del mondo,.......magari premiandoti secondo le regole mondane:D.
Per te dunque non bisognerebbe cadere nella tentazione di aspettarsi un premio da Dio, che poi non sarebbe neanche un premio ma uno stato dell'essere, mentre a quanto pare molti cedono alle lusinghe del maligno che poi in vita è benigno, molto denaro, molto potere, e molta presunzione:asd:.
-
Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
una volta che un credente accettasse l'idea di essere strumento divino, non diventerebbe una persona peggiore, volta al male, se finora ha agito bene; il suo desiderio sarebbe comunque quello di essere indirizzato al bene, e di cercare conferma di questo nel risultato delle sue azioni, ma non potendo concepire queste come un oggetto di scambio;
Non credo che il discorso regga se non nel relativismo temporale, Alle crociate si andava ad uccidere gli infedeli, quindi figli del demonio e nemici di Dio, quale? Il nostro guarda caso; ma il mondo allora voleva quello: massacrare per volontà di Dio.
Come non si sa niente di Dio non si sa neppure che strumenti noi siamo.
Casomai chiedo a Dio che io possa superare certe situazioni affinché sappia cosa vuol dire.