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Originariamente Scritto da
axeUgene
oddio, io sono cresciuto con le solite idee filo-palestinesi di sinistra; poi, da studente di storia diplomatica ho dovuto rivedere molto questa narrazione, parecchio bufalara;
posto che la creazione di uno stato "occidentale" lì non era auspicabile, ma nemmeno era pensabile fare altrimenti in tempi di Guerra fredda, non è mai esistita una "Palestina"; quelli sono arabi, parte della stessa nazione dei giordani, sauditi e iracheni;
in maggioranza non sono stati "cacciati"; gli ebrei hanno comprato le terre dalle ricche famiglie ottomane, che se ne volevano disfare; ma erano quelle improduttive, praticamente deserto;
.
Hai letto il libro?
Si parla di esilio e esproprio di terre, campi profughi, e soldati israeliani. Almeno fino a dove sono arrivata a leggere.
Non parla di vendita di terre, poi se sia la verità o quale che sia la verità ognuno può farsi l'idea che vuole.
Cito da la librerianiversitaria:
"Ogni mattina a Jenin” di Susan Abulhaw è un romanzo che racconta quasi sessanta anni di storia della Palestina, attraverso le vicende di una famiglia palestinese.Ogni mattina a Jenin” di Susan Abulhaw è un romanzo che racconta la storia dei palestinesi in esilio dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948. Creazione che ha costretto anche migliaia di persone ad abbandonare le proprie terre, per non averne più nessuna, ed essere confinate in ghetti, sempre troppo stretti e brutti, come ogni ghetto che si rispetti."
E ancora da ibs:
"Racconta con sensibilità e pacatezza la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di "senza patria". Attraverso la voce di Amal, la brillante nipotina del patriarca della famiglia Abulheja, viviamo l'abbandono della casa dei suoi antenati di 'Ain Hod, nel 1948, per il campo profughi di Jenin. L'autrice non cerca i colpevoli tra gli israeliani, racconta la storia di tante vittime capaci di andare avanti solo grazie all'amore.
Chiaramente il racconto sarà abbastanza romanzato ma anche sufficientemente verosimile.
Personalmente trovo la lettura interessante.
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Sz
Citazione:
Originariamente Scritto da
LadyHawke
Hai letto il libro?
Si parla di esilio e esproprio di terre, campi profughi, e soldati israeliani. Almeno fino a dove sono arrivata a leggere.
Non parla di vendita di terre, poi se sia la verità o quale che sia la verità ognuno può farsi l'idea che vuole.
Cito da la librerianiversitaria:
"Ogni mattina a Jenin” di Susan Abulhaw è un romanzo che racconta quasi sessanta anni di storia della Palestina, attraverso le vicende di una famiglia palestinese.Ogni mattina a Jenin” di Susan Abulhaw è un romanzo che racconta la storia dei palestinesi in esilio dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948. Creazione che ha costretto anche migliaia di persone ad abbandonare le proprie terre, per non averne più nessuna, ed essere confinate in ghetti, sempre troppo stretti e brutti, come ogni ghetto che si rispetti."
E ancora da ibs:
"Racconta con sensibilità e pacatezza la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di "senza patria". Attraverso la voce di Amal, la brillante nipotina del patriarca della famiglia Abulheja, viviamo l'abbandono della casa dei suoi antenati di 'Ain Hod, nel 1948, per il campo profughi di Jenin. L'autrice non cerca i colpevoli tra gli israeliani, racconta la storia di tante vittime capaci di andare avanti solo grazie all'amore.
Chiaramente il racconto sarà abbastanza romanzato ma anche sufficientemente verosimile.
Personalmente trovo la lettura interessante.
Non ho ancora comprato questo libro ma lo comprerò e
lo troverò interessante. Cmq non ho mai conosciuto un
popolo , come quello ebraico, che , anche se con poco, ricomincia,
devono rifare tutti gli esami per l'abilitazione ed esercitare la medicina?
E loro studiano anche se fino a poco prima erano ad Auswitz, rifanno
gli esami e superano e vincono. Queste terre in gran parte regalate dagli
ottomani era solo calcina, gli ebrei hanno riempito di terra i camion e la
hanno scaricata la',, questi furono i primi lavori che si facevano nei kibbutz
quindi hanno irrigato e seminato, mentre gli arabi li' presenti guardavano. Poi
é stato regalato loro un primo carro armato, e poi aerei da guerra ma bisognava aprire
il finestrino con la manovella e gettare giu' la bomba infine si son saputi difendere e
hanno costruito una terra fertile, gli arabi non ci facevano crescere manco un filo d'erba.
La storia di Gaza é complessa, é piena di cunicoli e da la' passano tutte le armi dei terrorist
i e per combattere Israele.,
Deve esse un libro accattivante che leggerò
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Citazione:
Originariamente Scritto da
LadyHawke
Hai letto il libro?
no;
ho dovuto studiare libri di storia sull'argomento, per dare l'esame;
Citazione:
Si parla di esilio e esproprio di terre, campi profughi, e soldati israeliani. Almeno fino a dove sono arrivata a leggere.
Non parla di vendita di terre, poi se sia la verità o quale che sia la verità ognuno può farsi l'idea che vuole.
beh, mica tanto; se non avessi studiato la materia avrei certamente aderito a questa rappresentazione; ma i fatti sono piuttosto diversi, e i fatti non sono opinioni;
Citazione:
Cito da la librerianiversitaria:
"Ogni mattina a Jenin” di Susan Abulhaw è un romanzo che racconta quasi sessanta anni di storia della Palestina, attraverso le vicende di una famiglia palestinese.Ogni mattina a Jenin” di Susan Abulhaw è un romanzo che racconta la storia dei palestinesi in esilio dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948. Creazione che ha costretto anche migliaia di persone ad abbandonare le proprie terre, per non averne più nessuna, ed essere confinate in ghetti, sempre troppo stretti e brutti, come ogni ghetto che si rispetti."
E ancora da ibs:
"Racconta con sensibilità e pacatezza la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di "senza patria". Attraverso la voce di Amal, la brillante nipotina del patriarca della famiglia Abulheja, viviamo l'abbandono della casa dei suoi antenati di 'Ain Hod, nel 1948, per il campo profughi di Jenin. L'autrice non cerca i colpevoli tra gli israeliani, racconta la storia di tante vittime capaci di andare avanti solo grazie all'amore.
Chiaramente il racconto sarà abbastanza romanzato ma anche sufficientemente verosimile.
Personalmente trovo la lettura interessante.
ecco, è proprio il "verosimile" che inganna, a semplificare ciò che è complesso;
ora, io sono il primo a considerare quello stato, di immigrazione lì, sorto in una modalità inopportuna in un mondo ideale, per diversi motivi; ma le cose non sono andate in quel modo che è rappresentato; nel 47 le zone abitate dai "palestinesi", e abitabili, erano pochissime; gli ebrei si sono insediati dove non c'era nulla, solo deserto, e negli altri casi hanno comprato case e terreni, ma questo sin dagli anni 20; nel 48 quel territorio era una specie di patchwork, ma gli arabi hanno subito mosso guerra, che hanno perso; e poi un'altra nel 56, e poi nel 67, nel 73 e poi in Libano, dove dal 76 c'era la guerra civile, e ancora nell'82;
i profughi sono stati sballottati ovunque e le annessioni sono avvenute proprio in occasione delle guerre più recenti, anche perché gli USA hanno appoggiato Israele solo dopo il 67;
è negli ultimi 20 anni che con la radicalizzazione islamista gli israeliani hanno avuto modo di farsi largo senza troppi vincoli, in modo più che discutibile; ma raccontare i 50 anni precedenti come una cacciata unilaterale è piuttosto mistificatorio; i palestinesi sono stati prima respinti dalla Giordania, che era sostanzialmente la loro vera casa, la Cisgiordania, l'unico vero territorio fertile e abitato, oltre alle zone costiere, poi massacrati dai siriani - che non sono arabi - e soprattutto nei campi in Libano dalle milizie cristiano-maronite di Gemayel padre;
considera che dal 47 la popolazione palestinese è decuplicata; se ci fai un momento mente locale, non è un dato compatibile con quella politica di genocidio che viene rappresentata, tipo i nuovi carnefici nazisti; prima del 33, in Germania c'erano 500mila ebrei censiti come tali, più circa due milioni di ascendenza ebraica, considerati ebrei dalle leggi di Norimberga; alla fine della guerra erano 2mila, nascosti chissà dove;
in Israele, se non cambiano la costituzione, i palestinesi sono cittadini alla pari, e circa il 20% della popolazione; la capisci da te la differenza...
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Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
no;
Dunque non l'hai letto.
Citazione:
ho dovuto studiare libri di storia sull'argomento, per dare l'esame;
beh, mica tanto; se non avessi studiato la materia avrei certamente aderito a questa rappresentazione; ma i fatti sono piuttosto diversi, e i fatti non sono opinioni;
ecco, è proprio il "verosimile" che inganna, a semplificare ciò che è complesso;
Hai detto bene è un argomento troppo complesso per questo non ho intenzione d'iniziare un dibattito sulle guerre arabe e l'esodo palestinese del 1948 definita dalla storiografia ufficiale israeliana "trasferimento" oppure espulsione, fuga,catastrofe, nakba da altri, dato che siamo nella sezione dedicata alla segnalazione di titoli che si stanno leggendo.
Io continuo la lettura perchè mi piace leggere anche altre "campane" fuori dal coro :)
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BORIS PASTERNAK.
Quanto coraggio ci vuole
per recitare nei secoli,
come recitano i burroni,
come recita il fiume.
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Jim Al-Khalili -Johnjoe McFadden : " La fisica della vita- La nuova scienza della biologia quantistica"
Della serie "So' complicate pure le figure" :bua:
Infarinatura (magari, un po' di più :D ) di fisica quantistica e di biologia indispensabile.
Un interessante libro divulgativo sugli ultimi sviluppi della materia.
"Divulgativo"....Per chi sa di cosa si parli.
:mmh?:
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Tibor Fischer "La gang del pensiero". Esilarante.
Satira arguta sull'utilità pratica della filosofia.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Pazza_di_Acerra
Tibor Fischer "La gang del pensiero". Esilarante.
Satira arguta sull'utilità pratica della filosofia.
un libro "bianco", insomma
:D
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Citazione:
Originariamente Scritto da
restodelcarlino
un libro "bianco", insomma
:D
:v E' sotto forma di romanzo, ma si vede che la trama è giusto un riempitivo...
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Pazza_di_Acerra
:v E' sotto forma di romanzo, ma si vede che la trama è giusto un riempitivo...
E' nel genere di "Ghiaccio nove" di Kurt Vonnegut?
...pero' é caro ammazzato..."La critica della ragion pura", con testo tedesco a fronte ( :D ), costa la metà.....
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Citazione:
Originariamente Scritto da
restodelcarlino
E' nel genere di "Ghiaccio nove" di Kurt Vonnegut?
...pero' é caro ammazzato..."La critica della ragion pura", con testo tedesco a fronte ( :D ), costa la metà.....
Conosco Vonnegut ma non il libro che citi. Fischer scrive molto bene, con lunghi voli pindarici e riflessioni filosofiche e pseudo filosofiche. Impegnativo ma molto divertente: qui e là fa persino riflettere....
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Originariamente Scritto da
Pazza_di_Acerra
qui e là fa persino riflettere....
....diocenescampieliberi....
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Originariamente Scritto da
restodelcarlino
....diocenescampieliberi....
Dipende sempre da quel su cui si riflette... Se è piacevole, ben venga.
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Originariamente Scritto da
Pazza_di_Acerra
Dipende sempre da quel su cui si riflette... Se è piacevole, ben venga.
"Riflettere" é sempre una pessima abitudine. Quasi quanto "Ragionare".
Penso saranno le prossime parole "politicamente scorrette"
:mmh?:
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Da brava scacchista, dissento e non mi pento.