:approved:
Spero ti piaccia il genere di humour: é uno dei migliori della serie.
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La terra morente, di Jack Vance.
Il mondo di un lontano futuro dove il sole sta vivendo i suoi ultmi giorni.
Bello e attuale
(anche nel fantasy trovi tanta verità)
A mio avviso Sharp assieme con J. Klapka Jerome, è uno dei migliori rappresentati dell'umorismo "all'inglese". Come Douglas Adams, o James Thurber (quello è americano ma scrive all'inglese). Periodi storici diversi, ma l'ilarità resta uguale, credo sia un tecnica.
Libri divertentissimi, sai quei libri tipo ti torna in mente qualche pararagrafo e te la ridi da solo per strada? Beh, esattamente così :v
Ah, ok.
Credo sia ormai un anno che cerco questo volume e l’ho trovato solo di seconda mano da una libreria di Torino; ho atteso i lunghi tempi di spedizione, ma ne valeva la pena.
E’ davvero vergognoso che non si ripubblichi questo autore, mentre qualsiasi scemo del villaggio pubblica in Italia il suo libro che magari non vale niente. Ma forse le case editrici l’hanno semplicemente dimenticato.
L'arte di sognare, grazie a Kanyu.
Dissipatio H.G. (humani generis) di Guido Morselli, è una rilettura a dire il vero.
L'ultimo libro di un grande scrittore, poco conosciuto, che se n'è andato troppo in fretta.
Un libro di fantascienza post-apocalittica, lo hanno definito, per me va ben oltre.
Federica Manzon, Alma, ambientato a Trieste.
Premio Campiello 2024
Il primo assaggio non mi entusiasma, ma vi saprò dire di più al termine.
Paul Murray, Il giorno dell' ape
Avrei voluto comprarlo e invece mi è stato regalato
Dopo Morselli, nuova rilettura " il gabbiano Jonathan Livingston" di Richard Bach.
Mi ritrovo un sacco di vecchi libri letti anni fa e adesso ho del tempo per magari "capirli meglio".
Seguirà "la profezia di Celestino" di James Redfield.
"La meravigliosa storia di Henry Sugar e altri racconti" di Roald Dahl.
Sempre nella fase della rilettura di vecchi libri che avevo scordato di avere (ho la soffitta piena di libri letti e messi dentro alcuni scatoloni, le librerie di casa sono strapiene).
E' un fantasy un po' particolare: ci trovi l'imprevedibile, il fato e un bel po' di umana malvagità, quasi sempre punita dal destino e dalla penna dell'autore.
Iniziato a rileggere ieri sera.
Il maschio, programmato da secoli di vita sociale, a usare la parola in pubblico, nella vita familiare sceglie spesso il mutismo, o al massimo i monosillabi. Perché imparare ad esprimere emozioni e sentimenti attraverso la parola può essere una via privilegiata per far crescere la qualità delle relazioni?
La scarsa loquacità maschile nelle relazioni è quasi proverbiale, come se dovessimo spendere le nostre energie solo davanti ad un gran pubblico. Ma anche questo comincia a diventare uno stereotipo vecchio. Ai corsi matrimoniali ormai si parla moltissimo, anche di sé, e lo fanno volentieri anche i futuri mariti. Per noi cristiani, figli della Parola, è una grande occasione. Dare le giuste parole alle emozioni, descrivere con sobrietà e saggezza quel che si sente non è solo da lettino da psicologo. È da vero uomo. Ricco di interiorità.
Qualcuno ha ipotizzato che la crisi del maschio è andata in questi decenni di pari passo alla crescita di responsabilità e di ruoli della donna, come se la parità fosse il più grande problema dell’uomo. Traguardo, sotto sotto, inaccettabile. Quanto c’è di vero in questa posizione?
Bisogna stare attenti a come si parla. Perché si fa presto a dire che siccome l’uomo non accetta di buon grado l’emancipazione, fa fatica, allora la colpa è delle donne. Qualcuno non solo lo pensa, ma lo dice pure. Direi, più precisamente, che troppi maschi li troviamo arretrati, impreparati al nuovo mondo, più femminile, dove prevale la forza del cervello, dell’empatia, della ricchezza di capacità relazionali. In questa nuova e buona “gara” bisogna allenarsi. Se il maschio rimane indietro, è colpa sua. Come lo è reagire con l’istintiva e non curata violenza del frustrato.
Molto interessante, tra le tante riflessioni che lei propone, quella sull’ultima paternità, quella dei grandi anziani che spesso hanno figli prossimi alla pensione. Si tratta però di valorizzare il loro ruolo e rispettare la storia che c’è alle spalle di ciascuno di loro. Come riuscirci? Spesso non ci si riflette molto, su quanto non sia semplice invecchiare bene, con serenità e costituire buoni padri anche sugli 80, 90 anni. Si dà per scontato che sia tutto sorgivo. Non è così. Si impara anche a diventare vecchi. Lo spirito cristiano ci propone di essere figli e discepoli del Maestro sempre. Prepararsi bene e con cura a lasciare questo mondo per entrare nella vita eterna può costituire una testimonianza importante per figli ormai molto adulti, che ricorderanno di certo come il padre se n’è andato.
PIENO DI GRAZIA (Riccardo Mensuali San Paolo, pag 192)
Ma...ma...sta parlando di te?:DCitazione:
Perché si fa presto a dire che siccome l’uomo non accetta di buon grado l’emancipazione, fa fatica, allora la colpa è delle donne. Qualcuno non solo lo pensa, ma lo dice pure
Cono che fai, prendi per il culo?