Visualizzazione Stampabile
-
Juno
http://i30.tinypic.com/125gsw6.jpg
Cast Ellen Page, Michael Cera, Jennifer Garner, Jason Bateman, Olivia Thirlby, Allison Janney, Rainn Wilson, J.k. Simmons
Regia Jason Reitman
Durata 01:32:00
Data di uscita Venerdì 4 Aprile 2008
Generi Commedia, Drammatico
Distribuito da 20TH CENTURY FOX ITALIA (2008)
http://i26.tinypic.com/i4h0nr.jpg
Trama: Juno, nome derivato dalla Dea Giunone, è una ragazzetta sedicenne del Minnesota, amante della musica, scaltra e intelligente. Un giorno decide di fare sesso con un ragazzo per cui ha preso una cotta giovanile, ma purtroppo il rapporto non protetto la lascia tra la sua incredulità in cinta. Decide di far nascere il bambino per darlo poi in adozione a una coppia che non ne può avere per fare un atto di bontà, peccato che la coppia scelta, ricca e apparentemente perfetta, abbia dei problemi di non poco conto al suo interno. Juno deve decidere che fare, e la scelta è tutt'altro che facile ...
http://i30.tinypic.com/ka5u8l.jpg
Commento: Trionfatore al festival di Roma, questo Juno di Jason Reitman (autore del ficcante e interessante Thank you for smoking) è un film deliziosamente divertente, pieno di battute spiritose e dotato di un autoironia fuori dal comune, con la piccola grande protagonista (Ellen Page, che era la Kitty Pride degli X-men) a fare da mattatrice su tutta la vicenda in maniera sublime, dominando la scena in lungo e in largo e dando prova di grande maturità, decisionismo e assoluto controllo (tranne ovviamente nel momento in cui avrebbe dovuto proteggersi dalla gravidanza indesiderata). Il film ci racconta della sedicenne Juno, che ha un telefono hamburger e la stanza piena di poster, alle prese con un piccolo fondamentale errore : ha fatto sesso con un suo coetaneo, Paulie Bleeker (uno stralunato e bamboccione Michael Cera, visto in Superbad), masticatore di tic-tac gusto arancio e del tutto inconsapevole di come gestire un rapporto, ed è rimasta in cinta. Detta la cosa tra non poche difficoltà ai genitori, padre biologico e matrigna, decide coraggiosamente di non abortire ("Là puzzava di dentista!") e di portare a termine la gravidanza, per poi donarlo a una coppia di coniugi trovata per annuncio, Mark (Jason Bateman) e Vanessa (Jennifer Garner, l'affascinante Sidney Bristow di Alias e recentemente al cinema con bateman in The Kingdom), peccato che il clima della coppia che sembrava in un primo momento idilliaco poi si riveli del tutto diverso. Juno è a un bivio e deve decidere per il meglio.
La bellezza del film si fonda sopratutto sui dialoghi al vetriolo impostati dalla ragazzina terribile, che non accenna mai a smettere di dominare la situazione e che a tutti i costi vuole che le persone capiscano il suo obbiettivo, si rendano conto che la cosa piombata su di lei è gigantesca ma non per questo non viene controllata, la giovane età non conta nulla se esiste il decisionismo. E così impartisce lezioni di vita a Mark, un possibile padre, ma anche un eterno Peter Pan, più vecchio d'età ma molto più immaturo di lei per gestire un figlio, sfida la scuola sfilando orgogliosa con il pancione sotto lo sguardo di tutti i suoi coetanei e i professori, risponde alla matrigna che la accusa di non poter avere cani per colpa sua, guida l'auto per diverso tempo per fare la spola a portare ecografie che sortiscono effetti disparati.
E ogni volta una frase viene sparata come pietra tombale sui discorsi, una chiosa e un paletto fissato e Juno ne esce fuori. Il merito della forza della sceneggiatura (premio oscar) è di un autrice esordiente, Diablo Cody, eccentrica ragazza piena di tatuaggi che ha eseguito sceneggiature sulla rete ed ora è corteggiata dalle Major. il ritmo è movimentatissimo, Juno nonostante il fagiolo (come lo chiama lei) percorre le stagioni (scandite da una didascalia animata e dalla corsa del gruppo di studenti podisti di cui fa parte Bleeker) e si fa trovare nei vari luoghi sempre in movimento, pronta a scandagliare zone e persone per tenere tutto sotto controllo, segno di maturità acquisita e di vero coraggio che sprona l'azione. Belle anche le musiche, perfettamente intonate al film, mentre la sigla iniziale animata è a dir poco strepitosa, che ci fa intendere quanto questa coraggiosa ragazzina/mamma non abbandoni mai la sua ingenuità e la sua età anche se fa azioni da grandi. il finale poi è quello perfetto, calibrazione esatta della scelta pensando al tipo di personaggi e a quanto si è visto, che non può far altro che accontentare tutti.
Certo, il film non raggiunge vertici artistici aulici, si tratta pur sempre, per quanto intelligente e sarcastica, di una commedia giovanile "dolcemente in cinta" più riuscita del solito, ma il valore finale è di soddisfazione per aver visto uno spettacolo che fa sorridere spesso, quasi grottesco nella parametrazione tra la decisa Juno e l'imbranato padre biologico ("Mia madre usa la candeggina anche sui colorati"), che ci parla di coppie in crisi per l'impossibilità di essere se stessi o per la paura del nuovo che viene a interrompere la stabilità e il tran tran di cose sicure e consolidate. ma non dobbiamo avere paura del nuovo quando questo porta una vita nuova tra di noi, Juno ci dice che se arriva quando non è il momento dobbiamo non impedirne la nascita ma solo variare le scelte fino a trovare quella giusta, perchè il nuovo seme abbia le stesse nostre possibilità nostre di sbagliare magari, ma comunque anche la possibilità di essere qualcosa.
Belli i siparietti che avvengono quasi sempre con gli adulti seduti, dove escono fuori le piccole invidie e le insicurezze che la situazione porta a scoprire.
In definitiva una imperdibile commedia intelligente, briosa, spigliata e zeppa di dialoghi al fulmicotone, grandi e piccole verità espresse benissimo, mai volgare, interpretata magnificamente dalla protagonista totalmente in parte, ideale per sorridere di gusto e nel contempo avere una gradita lezione di stile e di coraggio da seguire da parte di questa ragazzina costretta a lasciare, ma che non vuole buttare, una parte importante di se stessa.
http://i31.tinypic.com/vidtnr.jpg
-
Oxford Murders
http://img142.imageshack.us/img142/4...murderscy8.jpg
Cast John Hurt, Elijah Wood, Leonor Watling, Julie Cox, Burn Gorman, Anna Massey, Jim Carter, Alan David, Alex Cox, Dominique Pinon
Regia : Alex De la Iglesia
Sceneggiatura Jorge Guerricaechevarria
Durata 01:47:00
Data di uscita Venerdì 11 Aprile 2008
Genere Thriller
Distribuito da WARNER BROS. PICTURES ITALIA
http://img356.imageshack.us/img356/7...6180800ru2.jpg
Trama: 1993. Martin, un brillante giovane studioso di matematica, giunge nella università di Oxford con l'intento di incontrare uno dei suoi miti viventi, il professor Arthur Seldon, per stupirlo con le sue rivoluzionarie teorie. Ma Seldon è un vecchio spocchioso e superbo, e quando un serial killer inizia a mietere vittime secondo un disegno matematico, non vuole minimamente collaborare alle indagini insieme al giovane. Inizia una gara tra i due per chi arriva primo a catturare l'omicida ...
http://img413.imageshack.us/img413/6...9920188ls4.jpg
Commento: Alex de la Iglesia, apprezzato regista spagnolo autore del giallo condominiale La Comunidad e del grottesco Crimen perfecto (curiosamente un titolo che si poteva adattare anche a questo film) dirige questo thriller a sfondo numerico tratto dal libro best seller di Guillermo Martinez, un matematico argentino.
La trama ci racconta di Martin (Elijah Wood, che ormai e per sempre resterà per tutti legato all'immagine dell'hobbit Frodo del Signore degli anelli), un giovane appassionato di matematica che con l'intento di stupire un vecchio professore (John Hurt, che tra poco rivedremo nel quarto capitolo di Indiana Jones) con teorie innovative si reca ad Oxford, ospite di una vecchia signora appassionata dello scarabeo e che vive con la figlia. Quando la anziana donna muore, il vecchio e il nuovo corso dell'evoluzione del pensiero numerico dovranno fronteggiare, da rivali nello scoprirlo, la minaccia di un serial killer che agisce con logica matematica.
Come si vede un giallo da college con tutti i crismi, solo che invece di avere come protagonisti dei teen intelligenti e coraggiosi (e il più delle volte per nulla credibili), si ambienta dalle parti del Codice da Vinci con la rivalità tra il vecchio e l'anziano. La trama si muove complessa e metodica tra elucubrazioni di numeri che si trasfigurano in simboli geometrici, tra ospedali (la compagna di Martin, Lorna, la procace attrice Leonor Watling, che non esita a mostrare più volte il suo florido seno, fa l'infermiera, mestiere che onestamente recita più come se fosse una sensuale pin up piuttosto che una crocerossina), aule di università dove si disputano teorie, e racconti di persone che rese pazze dai calcoli matematici che eseguono in continuazione arrivano a perdere anche gli arti diventando dei torsi umani viventi (il gusto horror di De La Iglesia in qualche modo doveva, anche se pur minimamente, uscire dopotutto). Per tre quarti del film si rimane attaccati alla trama, gustandosi la buona prova recitativa di John Hurt (davvero belli i suoi monologhi recitati con gusto teatrale) e quella volonterosa di Wood, e cercando di capire la logica del mistero che avvolge la vicenda, disputando il senso del pensiero tra la ricerca di una successione matematica perfetta che pervade le logiche, o se la catena di delitti avviene con l'influenza dell'imprevedibile fattore X, poi dopo un po' però la cosa perde di mordente, complice il fatto che la soluzione finale non è proprio brillantissima e la dualità tra i due protagonisti è intervallata dalle effusioni amorose dei due amanti in maniera ingiustificata. De la Iglesia poi deve giostrare la vicenda con il problema, non da poco in una trama a sfondo giallo, che i protagonisti non sono mai in vero pericolo di vita (come accade di solito a chi sa troppo), dato che il killer colpisce solo le cosidette vittime“impercettibili”( anziani che sono malati terminali), per cui far inchiodare alla sedia diventa difficile, e lo spettatore si trova come davanti alle parole crociate della settimana enigmistica che rispetto a un film thriller (anche se di base concettuale senza alto tasso di adrenalina).
Comunque la sua bravura registica ce lo fa godere come se fosse un buon divertissement, anche se visto il cast (e Wood in “Ogni cosa è illuminata” aveva dimostrato di saper fare qualcosa d'altro oltre al fantasy) si poteva anche sperare di avere qualche cosa di più coinvolgente, ma dato che è tratto da un romanzo le pecche di sceneggiatura non sono da addebitare ovviamente al film in se stesso, mentre dobbiamo riconoscere la capacità di ambientare e di adattare, anche se le troppe ambientazioni (discorsi nelle chiese e nelle biblioteche oppure nelle librerie) possono ricondurre al film sul Codice da Vinci.
Le musiche sono ridondanti per sottolineare i momenti di ansia, ed è presente un concerto pirotecnico che ricorda la vicenda di Guy Fawkes, il protagonista di V for Vendetta, con costumi e maschere annesse.
In definitiva un enigma matematico non troppo impegnativo e digeribile al punto giusto, comprensibile ed intervallato da ampie spiegazioni delle varie logiche deduttive, ma freddo per colpa del suo humus di base (la matematica) e poco coinvolgente per la mancanza dell'ansia riferita ai destini dei protagonisti, che si svolge meccanico tra dualismi e deduzioni, che non valorizza a dovere i momenti salienti per delle banali variazioni nei momenti topici, anche se vive in una correttezza registica di base. Piacerà moltissimo ai cultori della settimana enigmistica, per gli altri sarà un giallo nella media di buona fattura che si scorderà presto.
http://img356.imageshack.us/img356/7...2225742ak0.jpg
-
Alla ricerca dell'isola di Nimh
http://img444.imageshack.us/img444/7...soladinhs6.jpg
Alla Ricerca Dell'Isola Di Nim (Nim's Island)
Cast Abigail Breslin, Jodie Foster, Gerard Butler
Regia Jennifer Flackett, Mark Levin
Sceneggiatura Mark Levin, Jennifer Flackett
Data di uscita Venerdì 11 Aprile 2008
Generi Commedia, Family, Fantasy
Distribuito da MOVIEMAX (2008)
http://i32.tinypic.com/vo0469.jpg
Trama: Alexandra Rover è una scrittrice di romanzi di avventura pesantemente condizionata dal terrore di uscire fuori di casa. Quando una bambina che vive su un isola sperduta nell'Oceano le manderà un messaggio di aiuto, avrà non poche difficoltà per autoconvincersi che il mondo esterno non è poi così avverso, dovrà prendere un aereo e giungere a Nim, paradiso nel nulla. Per fortuna ad aiutarla nella sua impresa c'è un eroico avventuriero, peccato che ...
http://i25.tinypic.com/21j26is.jpg
Commento: Jodie Foster ha voglia di divertirsi, dopo essere stata l'indimenticabile Clarice Sterling del Silenzio degli innocenti, ha fatto anche pellicole con storie difficili nella sua carriera (come in Sotto accusa dove era una ragazza stuprata in un bar su un flipper, vicenda tratta da una storia vera), stavolta torna al cinema con uno dei suoi amori giovanili stile Disney (ricordare Tutto accadde un venerdì è d'obbligo), la commedia disimpegnata buonista per famiglie, tanto dolce dove neppure un ragno che disturba e terrorizza trova la sua fine durante la pellicola.
La Foster è Alexandra, una scrittrice di romanzi d'avventura di successo (il cui protagonista è la versione maschile del suo nome, Alex Rover, un eroe a tutto tondo che stile Indiana Jones attraversa il pianeta per vivere strabilianti avventure) malata di agorafobia (la paura di uscire di casa, un esempio al cinema lo diede in versione seria e non scanzonata, come questa, Sigourney Weaver in Copycat), a cui giunge una mail da parte di una bimba che vive su un isola, battezzata come il suo nome, Nim, (la dolcissima Abigail Breslin, la vera protagonista del film, con amici animali annessi), che non vedendo tornare il padre Jack (Gerard Butler, appena visto in P.S:I love you, qui nella doppia parte dell'avventuriero immaginario e del padre coraggioso) si preoccupa e manda la richiesta d'aiuto a colei che è la più inadeguata di tutte per svolgere il compito, credendola il vero Alex Rover senza macchia e senza paura, eroe invece inesistente dei libri che divora in continuazione.
Il segno iniziale che vediamo in questa commedia è quello del padre che è il nostro eroe, dato che la piccola immagina e trasfigura il personaggio di fantasia tale e quale come il genitore, senza influenze iconografiche dato che le copertine e le immagini dei libri non riportano mai il viso del protagonista, un eroe che non vive di gloria per le sue imprese quotidiane magari banali di vita giornaliera, ma che lo è per i suoi figli, per l'amore che gli dona e per i sacrifici che fa per come vengono allevati.
Come si vede un messaggio in autentico stile Disney che abbraccia la famiglia e se la tiene stretta, difendendola in una cornice dorata di un paesaggio splendido ed incontaminato, e i registi Mark Levine e Jennifer Flackett (regista e sceneggiatrice di Innamorarsi a Manhattan, altra commedia con bambini protagonisti) non esitano anche a mostrare come la vita di città e gli agi possano anche banalizzare i concetti fortificanti di pura sopravvivenza facendo venire una torma di turisti ad infestare l'isola vergine, dove lo scienziato e la bimba ne hanno pieno rispetto e gli altri la vedono come un oasi da depredare e vivere senza vero fascino.
Il richiamo a Salgari con la scrittrice è inevitabile (il prolifico autore di Sandokan scrisse dettagliatamente di foreste e luoghi esotici senza mai viaggiare), oltretutto si mostra come ormai internet possa essere il tramite per poter vivere una vita incontaminata sia nella realtà che nella fantasia, dove la bimba che vive realmente l'isola può mandare mail senza che l'ambiente ne subisca danno e rimanere in contatto con il mondo, e contemporaneamente la scrittrice che vive falsamente mondi esotici possa informarsi sulla rete per come costruirli.
Gli animali amici (al computer o meno) ovviamente sono tenerissimi (una foca, un gabbiano e una iguana), sorreggono la bimba nel momento difficile quando il padre perde la tecnologia e la rintracciabilità (il satellitare) e coniugano il dovere della natura di proteggere chi li ama, sia quando gli elementi (monsoni e tempeste) si devono sfogare, per loro base di esistenza e non per cattiveria post indotta come potrebbe essere per l'uomo, sia quando la tranquillità permette ogni attività in serenità. In difficoltà e nella gioia, il matrimonio uomo/ambiente dovrebbe essere vissuto con queste logiche per poter sviluppare la sua forza costruttiva.
Si fa di tutto per armonizzare, non esistono nel film veri cattivi, non ci sono momenti in cui non ci sia tenerezza, che raggiunge il culmine quando si configura la madre e moglie perduta in una balena di Collodiana memoria. Curiosi tra l'altro i disegni animati stilizzati dell'inizio e della fine, che contrastano con la tecnologia che muove il film.
La Foster e Butler nulla possono comunque con la simpatia estrema della piccola Breslin, che ha un candore recitativo che risale al suo dna e non a qualunque scuola o corso possa aver partecipato, tanto si adatta alla scena, quasi un passaggio ideale tra gli inizi della quarantaseienne attrice/regista e lei.
Ambientato in Australia, nonostante il buonismo imperante di fondo, i paesaggi non sanno di cartoline che non vivono, ma si mostrano con orgoglio per integrarsi con chi li vive, suo malgrado o meno.
In definitiva una commedia per famiglie dolce, delicata e dagli intenti naturalistici, colloquio perfetto per portare i figli al cinema facendoli divertire in maniera intelligente e sviluppativa del senso dell'importanza di vivere gli ambienti ma non contaminarli, ovviamente il pubblico che vuole cinema con della cattiveria anche minima dentro deve rivolgersi ad altro perchè resterà altamente deluso, oltretutto il tasso avventuroso è praticamente zero e lo si stempera altalenando situazioni personalmente complicate (l'agorafobia) oppure i rischi (il padre isolato o la scena dell'elicottero) senza ansia particolare perchè l'immagine e la regia ci fanno sapere, dandocene la sensazione, da subito che comunque tutto va sicuramente a buon fine, dato che la natura rispetta chi la ama.
Viaggiare costa molto, questo è un piccolo ingresso a basso costo per cercare di vivere almeno nell'immaginario zone difficilmente accessibili economicamente, e comunque il film, onestamente, sin dal trailer e dal manifesto non negano intenzioni, logiche e senso del racconto che poi troviamo sviluppate senza sorprese.
Attendiamo la Foster a prove diverse e più impegnative ovviamente.
http://i26.tinypic.com/9bhic8.jpg
-
Shoot'Em Up - Spara o muori!
(Shoot'Em Up)
http://i25.tinypic.com/169qlhz.jpg
Un film di Michael Davis [I]. Con Clive Owen, Paul Giamatti, Monica Bellucci, Stephen McHattie, Greg Bryk, Daniel Pilon. Genere Azione, colore 90 minuti. - Produzione USA 2007. - Distribuzione Eagle Pictures - [Uscita nelle sale venerdì 11 aprile 2008]
http://i28.tinypic.com/29lcms4.jpg
Trama: Smith è un uomo in impermeabile dalla pistola facile che adora mangiare le carote, una sera mentre è assorto su una panchina salva un bambino da dei killer che lo vogliono morto a tutti i costi. Deciso a capire il motivo di questa cosa, intrapprende una guerra personale senza limiti contro una potente organizzazione capitanata dal folle psicopatico Hertz. Dopo aver chiesto aiuto a una prostituta per accudire il bambino, scopre che serviranno coraggio e sprezzo del pericolo oltre che uno smodato e non convenzionale uso delle armi per vincere la partita ...
http://i25.tinypic.com/2metwzd.jpg
Commento: Diventerà sicuramente un film cult questo "Shoot em'up" a cui i titolatori italiani hanno aggiunto un stavolta azzeccato "Spara o muori". Di fatto la storia assolutamente oltre di questo giustiziere in impermeabile (un Clive Owen in vena di esagerare totalmente e divertirsi, ma attore serissimo e riconosciuto dopo aver fatto Closer e aver lavorato con Spike Lee) è una lezione presa ed imparata, e anche se gonfiata pur se sembrerebbe impossibile, dai film del Transporter e di Crank con Jason Statham, dove le situazioni sono totalmente paradossali, fino ad arrivare ad una scena di sesso mentre piovono pallottole e la coppia copula a seconda di dove Smith deve sparare, ma ne potremmo citare almeno una ventina di cose totalmente esagerate (come i bossoli dei proiettili che cadono sul pancione di una gestante, il cordone ombelicale tranciato da un colpo di pistola, il giubbotto antiproiettile usato in maniera inaspettata per il bimbo, oppure dell'uso davvero folle delle carote).
La trama è ovviamente solo un pretesto per poter condurre delle spettacolari sparatorie, folli inseguimenti, capriole e spari multipli in movimento degni del miglior John Woo, dove ovviamente le leggi fisiche vanno a farsi benedire e rimane solo lo stupore per l'inventiva folle degli sceneggiatori.
Smith salva un neonato in maniera rocambolesca a suon di carote (peggio di Bugs Bunny) e pallottole, lo difende dal ritorno degli sgherri che Hertz (un Giammatti in versione folle e psicotica) gli scatena contro a valanga, aiutato solo da una prostituta dalle grandi mammelle che producono eternamente latte (la solita Bellucci che fa la bambolona inerte, disposta a fare lavoretti per strada ma di buon cuore, che qui parla anche in dialetto meridionale in alcuni tratti con la solita voce odiosa), per poi trovarsi a dover regolare i conti in ogni possibile situazione di pericolo (anche nei cieli).
Quello che stupisce di fronte alla minimalità della trama è la sequenza impressionante di invenzioni geniali e bislacche dell'uso delle armi (e delle carote), si inizia a sparare dal primo minuto e i brevi attimi di mancanza delle pallottole sullo schermo sono compensati da sesso, ragionamenti al limite della follia ("Quando non sente l'heavy metal piange, per cui la madre ne sentiva parecchia di quella musica quando era in pancia!"oppure "Una pistola è meglio di una moglie perchè gli puoi mettere il silenziatore!") e paradossi di ogni tipo che i due gigioni protagonisti in vena di scherzi orchestrano magnificamente con presenza inerte ma ormonalmente valida della Bellucci.
Non bisogna fare i bacchettoni a tutti i costi, questi sono film grossi, leggeri e fini a se stessi ma tutt'altro (in questo caso sicuramente) che stupidi, in quanto ci sono momenti esilaranti, momenti in cui vedere certe cose assurde (compresi i titoli di coda tutti da gustare) ci fa dire "Ma come accidenti hanno fatto a pensarlo ?", portando tutto sul piano del minestrone grottesco di un passatempo senza problemi di domandarsi il perchè e il per come. Owen sfoggia una performance fisica di ottimo livello, aiutato anche da un grande lavoro eseguito dagli stunt ben diretti e orchestrati nelle coreografie delle sparatorie, autentici balletti di sangue sparso che avvengono a più riprese.
In definitiva un film esplosivo, esagerato, grosso e assolutamente senza limiti, nato e concepito per stupire a tutti i costi con il solo visivo e fisico, dalla trama esilissima, dove la parola logico non esiste per lasciare spazio a una sfrenata fantasia nelle particolarità di situazione, mentre le pistole tornano ad essere quelle belle e care di una volta che non smettono mai di avere i colpi in canna. Peccato che con una lady di maggior carisma sullo schermo (chissà se fosse stata presente una Jolie) la cosa sarebbe risultata ancora più valida, mentre con lei che ci fa oltretutto vedere ben poco del suo statuario fisico, sentirla e vederla non è certo una grande esperienza.
Entriamo e divertiamoci senza problemi, queste non sono cose serie, ma una volta tanto un po' di carrozzone rutilante non ci può fare del male, isolando la coscienza del segno cinema per lo spettacolo fine a se stesso ma che comunque ha dietro di se un interessante lavoro di costruzione per stupirci con l'assurdo non banale.
http://i32.tinypic.com/2rq2d1u.jpg
-
La seconda volta non si scorda mai
http://img215.imageshack.us/img215/2...9917453rz3.jpg
Cast Alessandro Siani, Clara Bindi, Sergio Solli, Daria D'antonio, Elisabetta Canalis, Paolo Ruffini, Marco Messeri, Fiorenza Marchegiani
Regia Francesco Ranieri martinotti
Sceneggiatura Alessandro Siani, Francesco Ranieri martinotti
Durata 01:40:00
Data di uscita Venerdì 11 Aprile 2008
Genere Commedia
Distribuito da MIKADO
http://img399.imageshack.us/img399/6...7821570er6.jpg
Trama: Napoli. Giulio durante una monotona rimpatriata tra vecchi compagni di scuola ritrova Ilaria, una bella avvocatessa di cui si innamora sin da subito. Il caso vuole poi che il fidanzato di lei voglia comprare una casa tramite l'agenza immobiliare in cui Giulio lavora, e il nuovo incontro gli fa decidere di tentare il tutto per tutto pur di conquistarla, nonostante le differenze sociali e i problemi derivanti dalla figlia di Ilaria. Ma purtroppo le difficoltà non sono solo queste, perchè la famiglia di lui ...
http://img215.imageshack.us/img215/9...4973186hz3.jpg
Commento: Alessandro Siani ha voluto fortemente questo blandissimo progetto all'ombra del Vesuvio, un po' per cercare di omaggiare con la recitazione il suo idolo scomparso Massimo Troisi e per riuscire a togliersi dall'ingombrante etichetta di attore solo cinepanettonaro, dopo essere stato attore nel 2006 e 2007. Affidando la regia della sua sceneggiatura a Francesco Ranieri Marinotti (che lo aveva diretto anche in Ti lascio perchè ti amo troppo), la produzione recluta nel cast l'evanescente e completamente dispersa ex velina Elisabetta Canalis (una non attrice completa), riempie il film anche di caratteristi più o meno conosciuti del nostro sottobosco cinematografico (come Paolo Ruffini, altro interprete di cinepanettoni), inserisce le canzoni di Pino Daniele e fa spola tra Arezzo e Napoli per le location. La trama è quanto di più banale possibile, con la storia di un incasinato trentenne (Siani) che trova l'anima gemella già occupata (Canalis), di un altra estrazione sociale e molto più realizzata di lui, ma non si arrende e grazie al suo pupazzetto che ha da bambino cerca di conquistarla con la sua simpatia, inducendola ad accettarlo nonostante lei abbia un uomo praticamente perfetto e lui sia il simbolo della insicurezza economica.
L'incanto di una Napoli priva di segni e cicatrici della vicenda della spazzatura per le strade, potrà poi dargli una mano decisiva.
In un momento di innegabile impegno del cinema italiano di non perdersi in prodotti minimali e scadentissimi, esce questa inutile commediola priva di significato, recitata malissimo da un cast inconsistente e con una sceneggiatura degna dei compitini delle medie seguendo il manuale dei luoghi comuni realizzati durante la storia del cinema.
Le battute non sono grevi e piene di parolacce ma sono banalissime, non ci sono nudi gratuiti che potevano coinvolgere la Canalis (per fortuna ma anche purtroppo visto che magari avrebbero potuto anche se brevemente risvegliare lo spettatore dal torpore) e tutto si svolge con colui che vede che ha già capito anni luce prima come andrà a finire.
Voler omaggiare l'arte di Troisi (come è stato sottolineato da varie parti) in questa maniera è a dir poco inutile e perfettamente fuori luogo, perchè un minimo di coscienza nel cercare una sorta di personalità è pur sempre necessario, e non basta la mimica delle mani o la parlata per poter parlare in modo reale di questo.
Questo film è solo e puramente un tappabuchi per le sale multiplex che hanno bisogno di prodotti simili per tappare la programmazione espansa, dove gli unici momenti meramente simpatici riguardano una strana cena aretina, poi dopo sorbiamoci l'amante nascosto nella camera, la vicina che non approva, la dichiarazione al chiaro di luna, il lavoro alla Tecnocasa con un capo donna che somiglia a uno yuppie stordito, la figlia di lei (avuta non si sa da chi) che aiuta lo spasimante a conquistare il cuore di mamma, una spiaggia con clown cavallerizzi scelta per intimizzare l'incontro in uan chiave poetica.
In definitiva un filmino minimale in ogni sua parte, totalmente inutile, monotono e già scritto nella mente di chi lo vede ancora prima della sua conclusione, realizzato per giunta male. Evitare con cura anche per il disimpegno leggero, questo è davvero improponibile in ogni chiave di visione cinematografica.
http://img329.imageshack.us/img329/6...5016095hm3.jpg
-
In amore niente regole
http://img142.imageshack.us/img142/4...eregoleud7.jpg
In Amore, Niente Regole (Leatherheads)
Cast George Clooney, John Krasinski, Bill Roberson, Robert Baker, Peter Gerety, Jonathan Pryce, Stephen Root, Wayne Duvall, Renee Zellweger
Regia George Clooney
Sceneggiatura George Clooney, Steven Soderbergh, Stephen Schiff
Data di uscita Venerdì 11 Aprile 2008
Generi Commedia, Sportivo, Romantico
Distribuito da UNIVERSAL
Trama: 1925, sono gli albori di una grande passione che da lì in poi via via pervaderà L'America diventando un incredibile business, il football americano! Dodge Connelly deve salvare dalla bancarotta, per colpa della perdita dello sponsor, la sua squadra. Notata una star emergente come Carter Rutherford detto "Il proiettile" per la sua velocità, lo convince a giocare con lui. Il successo torna ad arridere, ma il passato non proprio cristallino di Carter e la comparsa sulla scena di una avvenente ma cinica reporter complicano tutto, per cui Dodge deve ...
Commento: Quando a George Clooney (bravo regista oltre che carismatico attore) gli hanno proposto di dirigere un film ambientato negli anni '20 con tema il football americano (il titolo originale "Leatherheads", cioè teste di cuoio, si riferisce ai proteggi capo dei giocatori, il titolo italiano una volta di più significa ben poco, l'amore c'entra ma non è la mancanza di regole la base del film) avrà mostrato un sorriso gigantesco, tanto gli sono confacenti le atmosfere di quei tempi con cappellini curiosi, macchine scoperte, motociclette sidecar. Per fare un film di questo genere bisogna davvero amare certe ambientazioni, per entrare in un gusto compiaciuto di recitazione e lasciarsi trasportare dall'incanto dei tempi del proibizionismo (ampiamente accennato), e a George l'impegnato ma anche il nostalgico, il glamour e la giusta ironia non mancano di certo.
Poi se come partner ha una brava attrice come la Zellweger, anche lei adattissima per certi ruoli, allora non possiamo mancare di dire che gli ingredienti sono pronti per la torta a tema perfetta, con una sceneggiatura a tre dello stesso regista/attore e di Steven Soderbergh (suo amico da sempre con cui ha condiviso vari film) e di Stephen Schiff.
La trama ci racconta di come i pionieri del football americano vivessero barcamenandosi come potevano per sopravvivere giocando tra campi sporchi di fango e palloni che mancavano, senza che nulla facesse prevedere lo sfarzo e lo sfondo miliardario dei tempi futuri che sarebbero giunti. Un giocatore maturo ed anziano comne Dodge Connelly (Clooney) non si arrende alla chiusura della squadra, e chiama per risollevarla un emergente ex eroe di guerra dalle grandi capacità nel correre veloce, Carter Rutherford (John Krasinski, visto anche in Kinsey del 2005). La squadra con lui ha un successo incredibile, ma purtroppo la giornalista Lexie Littleton (Zellweger) spunta sulla scena e mette zizzania tra i due giocatori, e oltretutto a quanto pare Carter in guerra non era poi così eroe come si credeva. Dodge deve decidere cosa fare per non perdere quello che ha costruito, e la cosa sarà tutt'altro che semplice.
Commedia quanto mai riuscita, anche se di fondo non certo trascendentale nella trama, vive la sua durata sullo schermo con uno stile di garbo unico nel suo genere, che Clooney orchestra con bravura mantenendo i toni sempre spumeggianti, con delle espressioni da autentico gentleman omaggiando il grande Cary Grant a cui da sempre lui si ispira. Si muove con leggerezza sulla scena, calamita l'attenzione, e i duetti con la Zellweger sono spassosissimi, sia quelli sul treno che quelli all'uscita della sala clandestina dove si sfida la legge e il proibizionismo. Commedia garbata ed intelligente, che usa il bianco e nero per i flashback e i seppia per gli intercalari degli spostamenti o le variazioni di luogo dei personaggi diventati itineranti per seguire il campionato, facendoci confortevolizzare con le atmosfere di un tempo andato che si vuole richiamare. John Krasinski fa benissimo, con la sua faccia dal sorriso rassicurante, l'emblema della sicurezza e dell'orgoglio giovanile che vuole arrivare all'obbiettivo (in amore e nella carriera) sicuro di se stesso, ma in fondo onesto e che riconosce il momento di dire basta quando si esagera. La scena del racconto del suo"eroismo"è stupenda, divertentissima, mentre come ovvio a contorno vengono presentati macchiette di personaggi più o meno riuscite, come quella del gigantesco ragazzo del college o del compagno che vuole i soldi per il dente perso. C'è dentro anche il grande sogno americano che si deve realizzare dell'uomo comune (con il lavoro qualunque lasciato con gioia per tornare a giocare e sognare), senza mai però appesantirlo con eroismi inutili, sbandieramenti patetici e delle inserzioni di patriottismo fastidiosi, citando ironicamente il sergente York per uno schema di gioco, mostrando che anche l'uomo comune se mosso da vera passione arriva ai risultati cercati senza macchiare il proprio animo di colpe per essere accondiscendente. Vedrete in questo film una ricostruzione precisa degli ambienti del tempo, stadi primitivi con tabelloni manuali di numeri per i punteggi, telefoni d'epoca, vestiti affascinanti, il tutto in una trama non complessa che si segue benissimo.
In definitiva un film commedia brillante e divertente, con degli ottimi costumi che vi farà fare un viaggio nel passato, dividendo voi con chi l'ha realizzato la gioia genuina di vivere il ricordo di un tempo che fu sempre di grande fascino. Ha il difetto di una trama non propriamente piena di sorprese e di grandi svolte inaspettate, ma ve ne accorgerete ben poco se questo tipo di film con grandi interpreti e molto stile vi piace.
-
L'ultima missione
(MR 73)
http://img261.imageshack.us/img261/4035/immfg8.jpg
Un film di Olivier Marchal. Con Daniel Auteuil, Olivia Bonamy, Francis Renaud, Philippe Nahon, Gérald Laroche, Catherine Marchal, Moussa Maaskri, Clément Michu, Guy Lecluyse, Christian Mazzucchini. Genere Azione, colore 121 minuti. - Produzione Francia 2008. - Distribuzione Medusa - [Uscita nelle sale venerdì 18 aprile 2008
http://img84.imageshack.us/img84/9944/449888313ak8.jpg
catherine marchal
Trama: Louis Schneider è un poliziotto alcoolizzato, completamente perso nei suoi amari ricordi della famiglia distrutta anni addietro, che non riesce a darsi pace, il cui unico scopo per cui non chiudere la vita è trovare un terribile serial killer di donne, orrendamente stuprate e poi strangolate. Cane sciolto agisce senza l'apporto dei suoi colleghi in cui non si riconosce. Quando l'indagine sembra giunta a un punto morto succede che una geniale intuizione può condurlo alla soluzione del caso, ma nel contempo dalla prigione sta per uscire grazie a un indulto un criminale da lui arrestato anni prima ...
http://img84.imageshack.us/img84/928/3890307313gb4.jpg
olivia bonamy e auteuil
Commento: L'ultima missione è l'ideale terzo capitolo di una trilogia che comprende Gangsters (inedito da noi) e l'ottimo "36.Quai des Orfevres" (sempre con presente Auteuil, quella volta al fianco di Depardieu). Il regista ex poliziotto Olivier Marchal costruisce un noir film che si può benissimo vedere a se stante, cruento, sporco e disperato, sullo sfondo di una Marsiglia piovosa e oscura dove sembra che la luce non debba mai penetrare e il sole non esista, tanto che è intriso di sfiducia verso la vita, il futuro e gli sforzi per migliorare la società, quasi che le cellule eversive che la compongono come quella del killer siano una componente essenziale e una conseguenza del marcio esistente. Il bravo Daniel Auteuil è Louis Schneider, poliziotto con barba incolta, alcoolizzato e senza nessuna speranza di uscire dal tunnel in cui è finito per la disperazione di aver perso i suoi cari ed avere la moglie in statosemivegetativo. L'unica sua ragione di vita è quella di catturare, aiutato da pochi e osteggiato da molti, un killer senza pietà che uccide in maniera atroce donne di varia estrazione sociale.
Nel contempo un altro serial killer, ormai anziano e malato e apparentemente redento, da lui catturato anni prima, sta per uscire di galera grazie ad un indulto, causando la disperazione di Justine, una ragazza in cinta sopravvissuta al massacro della sua famiglia. Le strade dei due si congiungono e si intersecano, segni di disperazione che cercano amalgama per ricondurre una vita, una strada da riprendere e ricercare a destinazione come quella dell'autobus che Schneider dirotta per tornare a casa, fermato da chi dovrebbe per primo capirlo e aiutarlo. Un film incredibile questo, le scene sono di una crudezza impressionante, le persone sono sempre inquadrate come mai sincere e pieni di chiaroscuri, non possiamo fidarci di nessuno, gli ambienti in cui si muovono non sono mai confortevoli (i palazzi della polizia sono disadorni e spogli, come le camere d'alberghi) e le linee di decisione che si prendono portano sempre al concetto che non essendoci un potere centrale che ci difende a dovere (anzi, oltretutto ampiamente corrotto) debba prevalere la linea della giustizia fai da te che esegue il cittadino di propria volontà. Un messaggio come si vede pericoloso, ma anche mostrato ed eseguito per la disperazione e non per scelta, ma in un finale a dir poco strepitoso (vita, morte, lotta e silenzio interotto solo da rumori sordi) Marchal ci dona anche un messaggio preciso di speranza, distruggere a tabula rasa per poter ricostruire dopo la tempesta una nuova vita.
La ricostruzione tra l'altro è precisa e completa, si vede benissimo quanto il regista sia introdotto nell'argomento, abbia vissuto una esperienza tragica sulla sua pelle in gioventù e ha incontrato veri familiari di vittime, non abbiamo esitazione a definire questo film (il titolo originale, MR 73 indica la Magnum protagonista del finale) un riuscitissimo thriller noir, che con la presenza dell'anziano killer esistenzialista ci può ricordare il dottor Lecter del Silenzio degli innocenti. Le musiche sono coinvolgenti e in piena armonia con il film, mentre nel cast molto efficaci sono la moglie del regista stesso, Catherine, nella parte della collega, e Olivia Bonamy, che fa Justine.
In definitiva un gran bel film noir, coinvolgente, che possiamo consigliare a tutti, l'importante è avere un po'di stomaco forte per le scene, giustamente e doverosamente forti per aderenza alla realtà, con un grande protagonista che conferma la sua bravura, dai messaggi chiari e forti realizzato senza nessuna accondiscendenza verso doveri occulti di produzione che necessita facile richiamo, rendendo il lavoro sincero ed onesto nella sua perfetta atmosfera di estremo disperato.
http://img260.imageshack.us/img260/1...5200322sl4.jpg
-
Ortone e il mondo dei chi
http://i29.tinypic.com/o06pn5.jpg
Regia : Steve Martino, Jimmy Hayward
Sceneggiatura Ken Daurio, Cinco Paul
Durata 01:28:00
Data di uscita Venerdì 18 Aprile 2008
Genere Animazione
Distribuito da 20TH CENTURY FOX ITALIA
http://img222.imageshack.us/img222/2...5848368ct7.jpg
Trama: Ortone è un elefante dotato di grande fantasia che un giorno sente un grido provenire da un granello di polvere. Salvato il granello fluttuante dai pericoli della foresta e posato su un fiore, scopre che al suo interno c'è un mondo in miniatura, quello dei Chi, assolutamente inconsapevoli di essere microscopici esserini in uan relatà mastodontica. L'unico modo per impedire che il microcosmo venga distrutto è di portarlo su un girasole sui monti, ma l'acida Cangura non accetta che Ortone diffonda notizie per lei assurde, e cerca in tutti i modi di impedire la missione di salvataggio. Riuscirà il grande Ortone a salvare i piccoli abitanti e il suo attivo sinda-chi?
http://img222.imageshack.us/img222/3...0944663uk0.jpg
Commento: Dalla Blue Sky e dai creatori dell'Era glaciale ecco arrivare un nuovo cartone in computer graphics 3-d (sembra superfluo dirlo, ormai l'animazione tradizionale è definitivamente defunta al cinema) con la voce del protagonista affidata a Christian de Sica (nell'originale era di Jim Carrey). Ortone e il mondo dei Chi (inutile dire che tutte le W che vedrete nella microcittà durante il film stanno per Who, cioè Chi) è tratto da uno dei racconti del Dottor Seuss (autore anche del Grinch, guarda caso una Carrey interpretazione, e di The Cat) e narra le avventure di un elefante sognatore che sente un grido da un granello di polvere, per scoprire che questo minuscolo alveolo è il regno dei Chi, esserini microscopici antropomorfi che hanno anche un sindaco, il sinda-chi, e vivono del tutto inconsapevoli della loro minuscola essenza. Società evoluta in mezzo alla foresta di Nullo, dove ovviamente gli animali non sanno che cosa sia un bagno, per salvarsi dovrà affidarsi alla caparbietà di Ortone che sfiderà le insidie e i suoi stessi compagni di foresta mal indirizzati dalla Cangura (con la voce di Veronica Pivetti).
L'animazione non è strepitosa ma assolutamente ottima, secondo standard ormai consolidati, e raggiunge il suo apice qualitativo migliore nei movimenti del sinda-chi (doppiato da Steve Carell nell'originale, da Paolo Conticini nella versione italica, attore Parentiano e diretto da De Sica in Uomini uomini uomini), realizzati con una tecnica particolare per renderli morbidi ed effficaci, detta dello schiaccia e allunga. Curiosamente troviamo anche un breve inserto di animazione tradizionale in stile orientale, che omaggia i pokemon, per dare il tono decisionista dell'impresa e della determinazione di ortone, solo contro tutto e creduto da nessuno.
Davvero belli i continui cambiamenti climatici che il granello e la città subiscono (sorta di città di Kandor microscopica di Supermaniana memoria), dove un soffio del mondo esterno provoca tempesta e un abbassamento di un grado la neve.
Il film si muove davvero in maniera divertente, originale e simpatica, con il messaggio di fondo buonista che anche un piccolo granello ha la stessa dignità e lo stesso diritto di vita di chiunque, grandi e piccoli che siamo facciamo parte del disegno cosmico (come l'inquadratura finale suggerisce) e le dimensioni non contano ma sopratutto conta cosa siamo e cosa facciamo all'interno della nostra vita. Ortone è un grosso elefante (non a caso scelto per portare il fiore che custodisce il granello) ma non fa pesare le sue dimensioni, la sua impresa lo rende grande e non al sua mole, tanto quanto si entra nella galleria dei ritratti dei famosi del mondo dei chi dopo aver compiuto qualcosa di valido (i ritratti del wall of fame sono spassossisimi).
La produzione affida a Jimmy Hayward (ex-collaboratore della Pixar) e Steve Martino (proveniente dal videogames world) il compito di stratificare il gradimento con personaggi che possono essere divertenti senza essere forzatamente infantili, e il compito riesce bene anche se manca quel qualcosa in più che lo rende autoriale e diverso, come lo sono i lavori praticamente perfetti che la Pixar sforna in continuazione, e questo Ortone pare molto una sorta di riempitivo produttivo in attesa del terzo capitolo della fortunata saga dell'Era glaciale previsto per il prossimo anno, anche se non possiamo per nulla uscire rimpiangendo il biglietto, sia che siamo degli accompagnatori di piccoli divertiti spettatori oppure degli amanti dei cartoon. Però è un lavoro nella media senza nessun lampo di genio, che fortunatamente il doppiaggio italiano (neppure lontanamente paragonabile a quello Americano) non penalizza.
In definitiva un cartoon senza troppe pretese dove lo strano cattivo è una cangura, madre poco attenta ai cambiamenti della società ed ad allargare i propri orizzonti mentali, capace di divertirci per la simpatia non infantile dei suoi personaggi ma che non riesce ad illuminarsi di luce propria, divertimento del momento rilassante e appagante, ma che si disperderà nella memoria filmica senza trovare troppi appigli di gloria. Certo che dopo la visione la pulizia con l'aspirapolvere non potrà essere serena come prima ...
http://img177.imageshack.us/img177/2...7297681ih5.jpg
-
marcellus, sei un grande veramente!
troppo utile...
-
thanks !!! eccone un altra !
21
http://i31.tinypic.com/330qjo3.jpg
Un film di Robert Luketic. Con Jim Sturgess, Kate Bosworth, Laurence Fishburne, Kevin Spacey, Aaron Yoo, Liza Lapira, Jacob Pitts, Josh Gad. Genere Drammatico, colore 125 minuti. - Produzione USA 2008. - Distribuzione Sony Pictures - [Uscita nelle sale venerdì 18 aprile 2008]
http://img405.imageshack.us/img405/8...0049417sj4.jpg
Trama: Ben Campbell è uno studente brillante che ha una propensione particolare per la matematica, dove esegue calcoli impossibili completamente a memoria. Vorrebbe continuare gli studi in una scuola prestigiosa, ma il problema è che servono 300.000 dollari per iscriversi. Quando pare che debba lasciare i suoi sogni di gloria accantonati, ecco che il professor Rosa gli mostra un elaborato sistema per contare le carte al blackjack con il quale si possono vincere cifre importanti in maniera sicura. Dopo un esitazione iniziale, il giovane accetta di entrare nel gioco, ma non è tutta baldoria quella che si ha dopo la vittoria ...
http://img405.imageshack.us/img405/4...6604495ca5.jpg
Commento: Kevin Spacey (attore in questi ultimi tempi un po'in ombra dopo il fulgore di Seven ed altre pellicole) interpreta (blandamente e marginalmente) e produce questo film sulla passione tipicamente americana del gioco, oltretutto ambientandolo nel suo humus perfetto, cioè quella Las Vegas dove questa passione regna.
Pendolari tra Boston e Vegas, la squadra d'assalto del tavolo verde del professor Rosa (Spacey) arriva carica di calcoli matematici, memoria e codici figurati del corpo per intendersi tra loro, per sbancare tutto, peccato che qualcuno che in passato aveva lo stesso tipo di comportamento non accetti tale sistema.
Il casinò non è certo uno dei luoghi che il cinema ha ignorato durante la sua storia (Scorsese nel 1995 ne girò una bellissima pellicola dal titolo omonimo), e questo 21 (numero di vittoria e score massimo nel gioco del blackjack) non pone certo nuove prospettive oppure interessanti angolazioni di considerazione, in quanto la chiave giovanilistica dei geni in erba al lavoro (e alla truffa) messa in questa maniera non ha sicuramente delle geniali scorciatoie di inventiva.
Il giovane genio che brilla è Ben (Jim Sturgess, interprete di Across the Universe e che vedremo settimana prossima ne L'altra donna del re), capace dei più assurdi calcoli matematici, reclutato da Michael Rosa e che ha come spalla l'avvenente Jill (Kate Bosworth, presente in Superman Returns),
per la quale si invaghisce, dimentica gli amici secchioni occhialuti e si butta a capofitto a macinare soldi, prima per un nobile obbiettivo (il mezzo per il fine, la frequentazione della carissima università da 300.000 dollari, sembra la scuola dei figli dei sultani) poi dopo preso dal demone del gioco perde ogni prudenza tanto da farsi notare da un solerte controllore del"Sistema"(Lawrence Fishburne, indimenticabile in Matrix), e lì cominciano i guai.
Film romanzato tratto da una storia vera, dove gli stessi"truffatori" hanno collaborato in sede di consulenza, è di una banalità e di una monotonia pesante, reso ancora peggiore da una durata per nulla giustificata (125 minuti).
Lo spettatore capisce ancora prima di vedere cosa succede, i protagonisti sono belli, giovani e rampanti, ma antipatici, insulsi e poco coinvolgenti, e tutto si svolge con delle strategie di sceneggiatura poco plausibili, come quella delle fiches scambiate dalle danzatrici di lap-dance, oppure gli incontri con gli amici ormai lontani e i soldi nascosti come una volta ormai dimenticata ora che siamo nell'era telematica. Rain man, a cui il pensiero subito si rivolge, è citato direttamente nel film, e Luketic (suo il divertente La rivincita delle bionde) fa dire a Campbell che non è Tom Cruise, ma purtroppo il problema va oltre la recitazione modesta del cast (e Spacey ormai fa credere che per recitare debba ormai autoprodursi, sembra la stessa fine della Bullock) ma sta nel fatto che si gira intorno alle cose senza fine, ripetendo concetti che non era certo il caso di sottolineare oppure confondendo lo spettatore con scene di belle donne che ballano dato che si raduno in uno strip bar, riproponendo oltretutto le riprese aeree della notturna Vegas in continuazione per mostrare il bagno di lusso e di sfrenata sensazione di essere a Sodoma e Gomorra, dono avuto per il fatto che sai contare bene. Non ci sono particolari messaggi nel film, solo un blando riferimento al fatto che abbandonare gli amici per quello che luccica è un errore, meglio coinvolgerli, e di cercare la via onesta con mammà e la società, in quanto se sei capace alla fine i tuoi meriti escono fuori premiandoti (gli otto dollari di stipendio al negozio di abbigliamento nel caso). E questi giovanotti belli e dalla faccia pulita devono capire quando il rischio diventa pericolo, godendo della occasione del momento senza voler andare oltre a quanto potrebbero fare realmente per non esagerare ("300.000 dollari e poi mi fermo"), accontentandosi avendo comunque successo.
E tra messaggi vuoti di contenuto, scialbi comportamenti della divertiamoci alla grande con la nuova vita, tutto arriva pesantemente alla fine senza un vero risultato con una cifra stilistica e recitativa davvero bassa.
In definitiva un film troppo lungo con poco o nulla da dire, monotono e ripetitivo, che non ha davvero possibilità di essere soddisfacente neppure per una serata di disimpegno leggero per i suoi troppi giri di parole.
http://img405.imageshack.us/img405/596/970229222vf4.jpg
-
Rolling Stones - Shine a light
Regia: Martin Scorsese
Genere: Documentario
Durata: 122'
Cast: Rolling Stones
http://i27.tinypic.com/72uc6x.jpg
Trama: Beacon Theater di New York nell'autunno del 2006. Le riprese dei due concerti della mitica band diventano un film, ad opera del grande Martin Scorsese, intervallate da piccoli spezzoni costituiti da immagini di repertorio. Due ore di musica sfrenata e brani leggendari con Mick Jagger scatenato capogruppo e mattatore della scena all'età di 63 anni, al tempo in cui si tennero i concerti.
Commento: Che incredibile esperienza che è questo docu-film (ma sarebbe più corretto definirlo cine concerto, con la sala piena ci si potrebbe alzare e ballare al ritmo delle musiche senza che nessuno protesti in quanto a tutti gli effetti una, splendida, ripresa dal vivo), che Martin Scorsese ha girato al Beacon Theatre di New York nell'autunno del 2006, tra le perplessità iniziali di Mick Jagger che riteneva il numero eccessivo di telecamere un fastidio per il pubblico presente. Ma sotto la direzione di Scorsese questi diventano dettagli, il maestro americano all'inizio della pellicola (che parte in bianco e nero) ci indica come avverranno i movimenti delle camere da presa, senza che nessuno spettatore intervenuto per godersi la band se ne accorga e gli arrechi fastidio. Di fatto il risultato finale è incredibile, le riprese sono di una perfezione cristallina in quanto ogni minimo movimento importante viene filmato con continui stacchi che il montaggio perfetto ha reso scorrevolissimo, ci godiamo le espressioni di Keith Richards (che suona imperterrito la chitarra con la fedele sigaretta tra le labbra), i riff di Ronnie Wood, l'altro chitarrista, la perfomance del più compassato del gruppo, il batterista Charlie Watts, e last but not last il grandissimo animale da palcoscenico che è il capogruppo e anima della band, quel Mick Jagger classe 1943 capace con il suo esile fisico di muoversi in maniera fluida, fulminea e indiavolata, in modo non proprio aggrazziato ma denso di una energia senza pari. Scorsese dopo l'inizio in cui ci spiega alcuni dettagli tecnici, lascia che sia il concerto a parlare da solo, fa partire il tutto e ci rende partecipi in una sala acusticamente idonea (il cinema) a un vero e proprio concerto a prezzo"biglietto ridotto" della mitica band, al tempo avversaria dei Beatles di cui sono stati la controparte meno formale e più scatenata. Brevemente le riprese dell'esibizione dei Rolling sono intervallate da brevi spezzoni con filmati di repertorio sottotitolati (vedrete un curioso Jagger in erba, senza tirare in ballo lo scandalo droga in cui lui e Richards rimasero coinvolti) in cui si raccontano aneddoti, curiosità e viene tirata in ballo la famosa frase "ma a sessant'anni pensi di fare ancora quanto fai adesso?" con risposta un laconico "Certamente!".
Vengono i brividi durante la proiezione di questo "Cineconcerto", sembra che non si sia assistendo a un film ma che noi stessi siamo presenti nella sala dove si suona, mentre le quattro sempiterne pietre rotolanti snocciolano un repertorio rock di grandisismo livello. Davvero incredibile questa idea venuta al grande Martin di girare e distribuire in film realizzato con questi canoni, siamo portati a ballare ed applaudire, a fare anche noi come il pubblico a rispondere agli incitamenti che arrivano dallo schermo, per due ore diventato una grande cassa acustica con immagini in movimento. Anche chi non ama i Rolling, ma ama la musica e comunque rispetta la band per la sua storia (e abbiamo dentro incredibilmente anche una canzone country!) non può non amare questo film che coinvolge ed entusiasma, con musiche leggendarie (anche capolavori come Apocalypse Now hanno preso a prestito una loro canzone), vediamo che l'esperimento voluto fortemente dal maestro è riuscito, non ci si strania neppure un momento di fronte all'anomalia strutturale del non-film, che tanto bene si era aperto si chiude in maniera irriverente e perfetta, con la luna sopra Manhattan che diventa la famosa linguaccia simbolo del gruppo. Le top miliari compresa "I can't get no satisfaction" sono in fondo all'esibizione, ma anche la scelta delle altre racchiude il meglio di quanto hanno realizzato.
Sono presenti vari ospiti che intervengono cantando e suonando, tra cui Christina Aguilera, che si esibisce con Jagger in un sensuale ballo corpo a corpo, e non dimentichiamo che abbiamo la possibilità di vedere Keith Richards cantare in assolo.
In definitiva un film entusiasmante, coinvolgente, una esperienza cinematografica anomala che va visto assolutamente da ogni amante della musica anche se non è un rolling fan (questi impazziranno letteralmente), in quanto comunque la confezione perfetta di Scorsese raggranella emozioni sprizzate dall'energia della band e nel contempo ci regala qualche curiosità di repertorio, tanto che alla fine del film ci sentiamo di fare una standing ovation.
Questa luce risplende davvero alla grande!
-
L'amore non basta
http://img225.imageshack.us/img225/5...0576260cz0.jpg
Cast Marit Nissen, Ivan Franek, Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Tiberi, Rocco Papaleo, Alessandro Haber
Regia Stefano Chiantini
Sceneggiatura Stefano Chiantini, Rocco Papaleo
Durata 01:24:00
Data di uscita Venerdì 18 Aprile 2008
Generi Romantico, Drammatico
Distribuito da MEDIAFILM (2008)
http://img225.imageshack.us/img225/3...1962456fk2.jpg
Trama: Martina è un assistente di volo che casualmente in aereo incontra Angelo, un ragazzo con una tremenda paura di volare, timido e complessato, che dimentica il suo diario dopo il volo. La donna decide di non restituire lo scritto ma di leggerlo. L'azione provoca una sorta di confusione mentale a Martina nel leggerlo, mentre Angelo cade in profonda crisi depressiva non riuscendo a mantenere i lavori già precari che aveva. Sorprendentemente scopriamo che ...
http://img152.imageshack.us/img152/4...9644992lm9.jpg
Commento: Nei momenti in cui impera la commedia italiana di facile e leggera degustazione, Stefano Chiantini (unica prova precedente con Forse sì...Forse no del 2004) dirige questo piccolo dramma di coppia con venature umoristiche (affidate alla coscienza autoinventata di Angelo, che reincarna il padre, interpretata da Rocco Papaleo in versione avvocatizia), che non è assolutamente da avvicinare come uno spettacolo leggero e di passatempo in quanto si dipana in maniera quasi claustofobica, con numerosi soliloqui e con incontro/scontro sull'amore contrastato che porta sull'orlo dell'esaurimento nervoso e toglie dal contatto con la realtà. Martina (Giovanna Mezzogiorno, reduce dalla trasferta americana di L'amore ai tempi del colera) ed Angelo (Alessandro Tiberi, visto non troppo tempo fa nel film taggaro Scrivilo sui muri) si incontrano in maniera apparentemente occasionale su un aereo dove lei è una hostess, mentre lui ha una crisi di panico. Trovato il diario scordato a bordo dell'aereo di lui, Martina vorrebbe renderlo, ma l'estrema curiosità la porta a leggerlo. La lettura la coinvolge e apparentemente riunisce in coppia i due, ma dietro di questo c'è una sorpresa davvero inaspettata, l'incontro non era affatto un caso e il diario non è stato dimenticato per errore. Non volendo ovviamente togliervi nessuna sorpresa, non vi diciamo quale, ma i due vivono le loro vite in un connubio letterario che li porta empaticamente uno nel mondo dell'altro, tanto quanto Angelo si catapulta in un altro scritto quanto mai assurdo che nel suo mondo prende realtà, guidato da una coscienza che disturba i suoi pensieri incarnata nel padre scomparso che fa l'avvocato esistenzialista. Sembra che mentre leggono o scrivono distanti tra loro, i due protagonisti si incontrano e si trovino perfettamente, ma quando la cosa potrebbe passare dall'astratto al fisico non funziona più nulla, gli incontri (avvengono? sono reali?) diretti sono dei disastri. Quasi ad icona ed elogio del fatto che fuori da un pc o una chat quanto siamo dopo rinneghi quanto siamo veramente affini. C'è una bella scena in cui i due si autostringono con le braccia le proprie membra in un ballo a distanza d'amore, come se ormai ci fosse una sorta di invito o profumo che li collega ma non li vuole vicino per preservarne la platonica ma sublime sensazione.
il personaggio più composito è quello di Angelo, pieno di tic e ossessionato dalla coscienza (Papaleo è comunque decisamente troppo cabarettistico), che deve cambiare lavoro in continuazione per la sua voglia di fare qualcosa di diverso mai adattandosi al momento, perseguendo il proprio disegno senza nessun vero riscontro reale.
La difficoltà di trovarsi comunque per lui lo uccide, e preferisce (vigliaccamente?) sconfiggere i suoi fantasmi in un libro immaginandoli in prigione o nei guai. Sogno, realtà, si bilanciano in continuazione e il regista non lesina, sapientemente e con nostra sorpresa, di stupirci ogni volta senza mai cercare la facile accondiscendenza nel vacuo, come nel finale davvero sorprendente. C'è una sottotrama che riguarda la madre di Martina, sposata con un uomo che le ha dato un altro figlio, uomo che la tradisce con una prostituta (un codinato Alessandro Haber, in versione barba incolta per le notti insonni) che dimostra che oltre le difficoltà dell'incontro ci sono quelle della successiva convivenza da far durare al meglio, e la mamma che deve per forza di cosa accettare certe vergogne si porta a compromessi che in amore non andrebbero mai accettati, e che nella sua visione del dolce stil novo e dell'amore aulico Angelo rinnegherebbe in pieno.
Come si vede un film composito e da seguire con estrema attenzione senza facile acquisizione ma nel totale chiaro e leggibile, che nato dove meno te lo aspetti si altalena felicemente tra sensazioni, sogno, delusioni, amore, interpretato dalla Mezzogiorno con la solita bravura.
In definitiva una autentica sorpresa, un film amaro prodotto con coraggio (non possiamo certo immaginare grosse folle attirate da uno spettacolo tanto intimista), affidato a un praticamente giovane esordiente, che necessita di attenzione per seguirlo ma alla fine soddisfa e ci fa pensare senza essere un enigma se non al momento giusto e quando serve, risolvendosi con bravura e onestà.
http://img394.imageshack.us/img394/210/225785787wi6.jpg
-
Step Up 2 - la strada del successo
(Step Up 2 the Streets)
http://img76.imageshack.us/img76/9000/3124195440du7.jpg
Un film di Jon Chu. Con Briana Evigan, Robert Hoffmann, Will Kemp, Cassie Ventura, Adam Sevani. Genere Commedia, colore 98 minuti. - Produzione USA 2008. - Distribuzione Moviemax - [Uscita nelle sale venerdì 18 aprile 2008]
http://img139.imageshack.us/img139/8...4021586fz3.jpg
Trama: Andy è una ragazza rimasta orfana e amorevolmente accudita da una amica della madre, con il grande sogno da disadattata di vincere con la sua compagnia la gara di ballo hip hop denominata"The Streets", dove gruppi di ragazzi si sfidano a suon di movenze spericolate. Per colpa di una bravata, Andy è costretta a lasciare la banda di strada per andare alla Msa, una scuola di ballo dove incontra Chase, ballerino di classica con voglia di esperimenti e di frammistare stili. I due costituiscono una loro compagnia di ballo per vincere The Streets, ma le istituzioni e le vecchie conoscenze di chase osteggiano il loro piano ...
http://img76.imageshack.us/img76/1587/1122908492to0.jpg
Commento: Step Up 2-la strada per il successo rientra nel filone dei film inaugurati con Save the last dance del 2001, che più o meno a cadenza annuale devono uscire trattando (o maltrattando visto la loro scarsa qualità di base) il tema/connubio giovani e danza, da raggiungere senza perdere la propria identità da parte dei virgulti che molto spesso hanno invece le ali tarpate nella fantasia e nello spirito libero dalle istituzioni miopi o dai genitori troppo apprensivi per permettergli una serena ascesa. Normalmente la loro cocciutaggine li porta al successo (il sottotitolo italiano che nulla c'entra con quello originale indica proprio questo) sfidando le logiche ferree, magari ci scappa anche una tragedia piccola o grande ad un amico fraterno, oppure si incontra una persona affine che vive in modo del tutto diverso. In mezzo a questi scontati temi abusati, tanta musica e ballo sfrenato, o aggraziato, con"splash"finale nel successo.
Step Up 2 non si discosta da queste cose, vivendo allo specchio la trama del primo, ribaltando il ruolo maschile con quello femminile e viceversa, ma ha il grosso pregio di non introdurre la tragedia strappalacrime a tutti i costi, capisce i suoi limiti e onestamente dedica ogni sforzo alle coreografie dei balletti che sono davvero buone, sostenute da ottimi figuranti dalle movenze fluide e professionali, che esplodono nella lotta finale a colpi di hip hop e break dance sotto la pioggia. La trama, semplice e solo un pretesto, vede Andie (Briana Evigan) disadattata a coesistere con la scuola e che ha una adorazione per Tuck, il capobanda nero della "910". Dopo l'ennesima bravata la sua tutrice che la ospita le impone la frequentazione di una scuola seria e completa come l'Msa, dopo l'intercessione di un vecchio amico come Tyler Gage, (il protagonista del primo episodio e unico tratto d'unione tra i due film, insieme all'ambiente della stessa scuola, che oltretutto esce presto di scena dopo aver convinto la amorevole e preoccupata tutrice). Arrivata in un luogo che lei mal accetta per la sua compunta regolatezza, incontra Chase (Robert Hoffmann), ballerino di classica con tanta voglia di fare qualcosa fuori dagli schemi. Subito i due si trovano e organizzano, dopo la fuoriuscita obbligata di Andy dai 910, una nuova compagnia di ballo per vincere la Streets, la gara tra bande più ambita. Ma il preside, fratello di Chase, osteggia e impedisce il tutto minacciando l'esplulsione a chi vi partecipa.
Non serve assolutamente vedere il primo film, questo vive di vita propria o meglio di vita contraria, in quanto tutto è fatto, come si diceva, allo specchio. Ma mentre il capitolo del 2006 si perdeva in varie cose del tutto monotone, come la punizione, l'incontro più melenso tra i due e cose meno sfrenate, questo liquida velocemente lo spazio descrittivo (del tutto anonimo e banale, avvengono sempre le solite cose) per dedicarsi prestissimo a quello visivo, dove si segnala oltre al finale anche l'inizio con"la beffa"in metropolitana.
Jon Chu (che ha già in cantiere un misterioso terzo episodio in 3-D che sembra possa arrivare nel 2010) dirige bene la sezione dedicata alle gare e alle sfide, mentre ci uccide letteralmente con gli inserti da telefilm giovanile (si cita OC nel film non a caso, riconosciamo l'autoironia).
In definitiva un "ballett-movie da strada"che perdere non cambia per nulla la vita, zeppo delle ripetizioni e dei luoghi comuni del genere, privo di originalità anche minima perchè i personaggi sono ricalcati su quello del primo e il cambio di sesso non è una grossa novità, ma che almeno con molta onestà si dedica a non annoiare troppo con l'unica arma che ha, scatenare le sue orde danzanti presto e senza timore.
Possiamo definirla una ballabile immondizia di luoghi comuni, ma almeno non è un acquitrino fermo.
http://img76.imageshack.us/img76/4945/2145896691uo2.jpg
-
L'anno mille
http://img126.imageshack.us/img126/2378/immvq8.jpg
Un film di Diego Febbraro. Con Giada Desideri, Marco Bonini, Franco Oppini, Anna Orso, Edoardo Leo, Guglielmo Carbonaro. Genere Fantastico, colore 97 minuti. - Produzione Italia 2008. - Distribuzione Mediafilm - [Uscita nelle sale giovedì 24 aprile 2008]
http://img116.imageshack.us/img116/4...4577017sy9.jpg
Trama: L'anno mille e l'anno duemila si intersecano in una sorta di fusione di avvenimenti che potrebbero avvenire contemporaneamente senza logiche di successione, collegati da una porta magica apparentemente ora chiusa. Mentre il principe Valerio e la principessa Altea combattono il temibile mago Alchimista nell'era passata, nell'era moderna due medici con lo stesso nome sono alle prese con un problema di droghe. A collegamento dei due mondi diversi/uguali il gigante Herrmugnen imprigionato nelle vesti di un barbone, che vive nel parco in cui è situata la porta magica.
http://img116.imageshack.us/img116/3...6492021fa3.jpg
Commento: Bisognerebbe chiedere a chi li attribuisce di cambiare i parametri per cui un film viene considerato "d'interesse culturale nazionale" (se esistono, viste le opere cinematografiche davvero di basso livello che si sono viste insignite di tale titolo) dato che di interessante questo ignobile filmetto non ha davvero nulla, e non possiamo certo pensare che possa aver raggiunto tale traguardo prima citato solo per aver ripreso senza ne lode ne merito il castello di Sermugnano vicino a Todi.
Partorito probabilmente per utilizzare dei costumi che i vari "Medieval Times" d'Italia (i locali a tema dove si beve e si mangia nello stile dei tempi guardando un torneo finto e guidato, nel risultato, di cavalieri) hanno rifiutato, questo Anno Mille vive la sua pallidissima esistenza scimmiottando Stargate e Timeline, raccontandoci senza il minimo coinvolgimento emotivo di come i tempi possano vivere paralleli senza entrare in collisione temporale. Il principe Valerio (Marco Bonini, che come gli altri viene da interpretazioni televisive) deve salvare la principessa Altea (Giada Desideri, a dir poco ignobile la sua presenza sullo schermo) dalle grinfie del temibile mago Alchimista (un Franco Oppini capitato sul set per caso e reclutato), e l'unica salvezza sembra essere data dal gigantesco cavaliere Herrmugnen , che però è intrappolato da un sortilego nell'anno duemila, alcoolizzato e reso un barbone, che dorme perennemente nel parco di fronte alla porta magica a Roma situata in piazza Vittorio, ponte ideale tra i due millenni, da cui è stato sbalzato. Ad aiutare per dipanare la sistuazione potrebbero intervenire due volonterosi medici che si chiamano come gli eroi del passato (e che ovviamente sono anche qui la coppia Bonini/Desideri). Quanto di peggio si può vedere sullo schermo, qui lo trovate presente. Un regista come Diego Febbraro (nato a Todi, per cui omaggia le sue terre natie) che definire esperto sarebbe azzardato, ma neppure alla prima prova, avendo già diretto qualcosa dal 1991 con Agnieska come primo film, si perde in continui campi e controcampi, fa primi piani scellerati su volti a dir poco comici nella recitazione (vedere per credere) e la sceneggiatura sembra fatta nei ritagli di tempo per hobby, ricca come è di incongruenze, stupidaggini e deviazioni di trama prive di ogni attrattiva specifica, che puzzano di falso lontano chilometri realizzate con una banalità disarmante.
Non si capisce davvero perchè spendere soldi e risorse in progetti di questo tipo privi di ogni merito logico, che sarebbero stretti anche in un ottica televisiva. Scusare il film come se fosse un piccolo tentativo di scostarsi dai soliti temi per il mercato italiano è pretestuoso, comunque vengano fatte le riprese devono avere una logica costruttiva di base e non solo il fatto di saper accendere la camera e filmare qualunque cosa ci sia nella sua traiettoria, come dimostrano le vergognose scene di lotta tra eserciti (parola davvero troppo grossa) dove ci sono gli attori che sembrano si parlino prima di eseguire il movimento.
In definitiva un film italiano dai meriti nulli che non prende valore solo perchè si discosta dalle tematiche solite, recitato, sceneggiato e diretto malissimo, che solo alla fine ci fa uscire dal sonno solo prechè presenta una bella costruzione architettonica dei tempi che furono nel finale, bollato di meriti artistici nella facciata del tutto inesistenti.
La frase "evitare con cura" è quanto mai d'obbligo.
http://img205.imageshack.us/img205/4...8594551ys5.jpg
-
L'altra donna del Re
(The Other Boleyn Girl)
http://img180.imageshack.us/img180/3835/immrs3.jpg
Un film di Justin Chadwick. Con Natalie Portman, Scarlett Johansson, Eric Bana, David Morrissey, Kristin Scott Thomas, Mark Rylance, Jim Sturgess. Genere Drammatico, colore 115 minuti. - Produzione Gran Bretagna 2008. - Distribuzione Universal Pictures - [Uscita nelle sale giovedì 24 aprile 2008]
http://img134.imageshack.us/img134/7...5162987cf0.jpg
Trama: Mary e Anne Boleyn sono due sorelle che vivono in modo del tutto diverso l'amore per il Re d'Inghilterra Enrico VIII, già sposato ma con ormai nessun rapporto, di ogni tipo, con la Regina, la prima è una donna dolce e remissiva, la seconda dura, arcigna e piena di ambizioni e spirito di rivalsa. Quando Mary ha un figlio illegittimo da Enrico VIII, nonostante che sia il maschio che il regno attende con ansia, deve fuggire in campagna. Durante la gravidanza la sorella ha agito alle sue spalle, stregando d'amore il re che si perde per lei, compiendo delle azioni affrettate e senza logica che portano il regno a una pericolosa svolta ...
http://img186.imageshack.us/img186/6...8301643mm6.jpg
Commento: Sulla figura di Enrico VIII sono state prodotte delle pellicole nel passato, una delle più famose è sicuramente le Sei mogli di Enrico VIII del 1933 con l'indimenticabile Charles Laughton, ma questa pellicola diretta da Justin Chadwick (specializzato in tv series) si incentra più sulla figura di due sue amanti provenienti dalla famiglia Bolena, di cui Anna è la seconda moglie.
Tratto dal romanzo di Philippa Gregory, narra la storia di Ann (la Portman) e Mary (la Johansson) Boleyn, sorelle, che vivono in campagna con diverse attitudini. Mentre la seconda vorrebbe tranquillamente godersi il matrimonio appena celebrato, la prima cerca di scalare le vette dell'alta società, spinta dal apdre e dallo zio. L'occasione propizia avviene quando il re si reca da loro per una cavalcata, ma una imprudenza di Ann fa simpatizzare come concubina la dolce sorella al regnante, infelicemente sposato con Caterina D'Aragona incapace di dargli un figlio maschio. Portata a corte, Mary si innamora del re a cui da un figlio maschio, che però non può essere riconosciuto in quanto illegittimo. La sorella Ann non perde l'occasione e manovra a dovere l'indeciso re che si perde per lei, fino al punto di creare una frattura con il Vaticano (frattura da cui nascerà la Chiesa Anglicana) e compiere decisioni estreme. Ma il destino avverso sconvolge i piani di Ann che deve cercare aiuto proprio dalla sorella che ha ingannato.
Il contesto storico è solo lo sfondo e l'ambiente in cui si muove la storia, per renderla altisonante e ad ampio respiro, che di fatto è un drammone sentimentale strutturato su più anni, con un cast di grande richiamo, composto da due attrici e un attore famosi (il re è interpretato da Eric Bana, famoso per Hulk e Troy). La parte forte del film sono sicuramente i grandiosi costumi (opera della due volte premiata con l'Oscar Sandy Powell), poi per il resto il fascino sta tutto nel sogno di immergersi negli ambienti dei castelli e delle campagne, mentre la vicenda per come è mostrata, sopratutto nella prima parte, gira monotona e senza troppo interesse, cosparsa di scelte narrative abbastanza prevedibili anche per chi non conosce la verità storica. Di fatto gli eventi esistono solo in parte (Mary non diede un figlio ad Enrico ma lo fece con un altra amante, Elizabeth Blunt, poi Enrico non venne attratto da Anna in maniera sensuale e prettamente da lei, come sembra dal film, ma perchè pensava fosse la donna ideale per avere il tanto figlio maschio legittimo) ma l'importanza di dare una storia funzionale allo spettatore, rende questo fatto del tutto secondario e poco percettibile. La Johansson è bravissima nel costruire la dolcezza del personaggio della sorella caritatevole, mentre la Portman si trova benissimo nel calarsi nella parte non tanto malvagia ma quanto più senza freni nel cercare il successo, Bana abbastanza anonimamente, senza lode ne pena, fa la parte dell'oggetto del desiderio, troppo preso dai problemi del regno e che mal amministra i suoi notevoli impulsi sessuali.
Castelli, prati verdi di campagna, due attrici di fascino, costumi sfarzosi e storia d'amori reali, non lacrimevoli e per questo ancor più di sicura presa, faranno la gioia di chi vuole un tipo di storie sentimentali senza essere stucchevoli, in pratica "al femminile" contrapposto, mentre possono avere una abbondante dote di carico di noia a chi poco sopporta una azione circoscritta nella zona del maniero e che si ripete con piccole variazioni in maniera ciclica fino al suo finale (storicamente esatto indipendentemente dalla licenza romanzesca dell'attribuzione del solo amore incestuoso, ad Anna furono contestati altri 4 amanti di cui non c'è traccia nel film) reso meno penetrante dalla voglia a tutti i costi di presentare Mary (che curerà la figlia della sorella, quell'Elizabeth che nonostante il sesso femminile tanto osteggiato dal padre Enrico regnerà per 45 anni ed è stata la protagonista dei due film con la Blanchett) come una specie di santa che tutto perdona e che si presta sempre per il meglio.
In definitiva un drammone sentimentale di pregevole ambientazione e struttura scenica, poco coinvolgente ed emozionante nella storia che vive senza eccessi di coinvolgimento, ricalcando con variazioni gli eventi che furono, con forte possibilità di risultare monotono sopratutto nella prima parte, ma sorretto da due grandi interpretazioni contrapposte di un duo di attrici che conferma le loro capacità. Non un grande spettacolo, visto che rimane in superficie rispetto all'approfondimento, ma decisamente un intrattenimento valido senza infamia.
http://img186.imageshack.us/img186/9...8107283yt2.jpg