SELVA D'AMORE
Gaudio l'amarti,
illimitato gaudio
credere al riso dei tuoi occhi
� vertigine ancora
la certezza d'esser da te cantata,
oh pi� tardi, negli anni non pi� miei,
or che tremare la vita sento
sul ciglio estremo...
(Sibilla Aleramo)
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SELVA D'AMORE
Gaudio l'amarti,
illimitato gaudio
credere al riso dei tuoi occhi
� vertigine ancora
la certezza d'esser da te cantata,
oh pi� tardi, negli anni non pi� miei,
or che tremare la vita sento
sul ciglio estremo...
(Sibilla Aleramo)
Nulla verr� pi�
Nulla verr� pi�.
Non vi sar� pi� primavera.
Almanacchi millenari lo predicono a tutti.
Ma nemmeno estate e altre cose
che recano il bell'attributo estivo
nulla verr� pi�.
Non devi assolutamente piangere,
dice una musica.
Nessun altro dice qualcosa.
Ingeborg Bachmann
Portami con te
Portami con te nel mattino vivace
le reni rotte l'occhio sveglio appoggiato
al tuo fianco di donna che cammina
come fa l'amore,
sono gli ultimi giorni dell'inverno
a bagnarci le mani e i camini
fumano pi� del necessario in una
stagione cos� tiepida,
ma lascia che vadano in malora
economia e sobriet�,
si consumino le scorte
della citt� e della nazione
se il cielo offuscandosi, e poi
schiarendo per un sole pi� forte,
ci saremo trovati
l� dove vita e morte hanno una sosta,
sfavilla il mezzogiorno, lamiera
che � azzurra ormai
senza residui e sopra
calmi uccelli camminano non volano.
Attilio Bertolucci
Guarda l� quella vezzosa,
guarda l� quella smorfiosa
Si restringe nelle spalle,
tiene il viso nello scialle.
O qual mai castigo ha avuto?
Nulla. Un bacio ha ricevuto.
U.Saba
La poesia
Appena se ne va l'urtima stella
e diventa pi� pallida la luna
c'� un Merlo che me becca una per una
tutte le rose de la finestrella:
s'agguatta fra li rami de la pianta,
sgrulla la guazza, s'arinfresca e canta.
L'antra matina scesi gi� dal letto
co' l'idea de vedello da vicino,
e er Merlo, furbo, che cap� er latino
spalanc� l'ale e se n'ann� sur tetto.
Scemo! - je dissi - Nun t'acchiappo mica...-
E je buttai du pezzi de mollica.
Nun � - rispose er Merlo - che nun ciabbia
fiducia in te, ch� invece me ne fido:
lo so che nun m'infili in uno spido,
lo so che nun me chiudi in una gabbia:
ma sei poeta, e la paura mia
� che me schiaffi in una poesia.
� un pezzo che ce scocci co' li trilli!
Pe' te, l'ucelli, fanno solo questo:
chiucchi�, cicc�, pip�...Te pare onesto
de facce fa' la parte d'imbecilli
senza cap� nemmanco una parola
de quello che ce sorte da la gola?
Nove vorte su dieci er cinguettio,
che te consola e t'arillegra er core,
nun � pe' gnente er canto de l'amore
l'inno ar sole o la preghiera a Dio:
ma solamente la soddisfazzione
d'av� fatto una bona diggestione.
Trilussa
Bellissima :asd:
Postata alle 15.56: stavi cinguettando la parmigiana?
Trilussa era un genio.
Me acorzo
Me acorzo, s�, me acorzo
che ogni giorno che passa
xe un passo che mi fazo su la strada
che 'rivar� da ti.
Co te sar� 'riv� vizin,
ricordite de quel
che te go dito mi
de mi, senza voler,
senza saver parlando de tuto altro:
pensa a la strada (e con che bruto tempo!)
che par rivar de ti gavar� fato;
xe pi� de diese ani che camino,
iero ancor putel che te zercavo:
pensa al bisogno
che gavar� de strenzerme
'rente de qualchidun pa' un fi� scaldarme,
dopo de tanto piova e tanto vento
senza fermarme.
(Virgilio Giotti)
Era di maggio. Il pomeriggio afoso
sembrava interminabile. La terra riarsa
si spaccava nel gran caldo, assetata.
Dalla riva del fiume udii una voce
che gridava: �Vieni, tesoro mio�.
Chiusi il libro e aprii la finestra
per guardare fuori.
Vidi presso il fiume un grande bufalo, coperto di fango,
che guardava in giro con occhi placidi e pazienti;
un ragazzo, nell�acqua fino al ginocchio, lo chiamava
per farlo bagnare.
Sorrisi compiacente ed ebbi un senso di dolcezza
che m�invase il cuore.
TAGORE
Er passero ferito
Era d'Agosto. Un povero uccelletto,
ferito da la fionna d�un maschietto,
s�agnede a ripos� co �n�ala offesa,
su la finestra aperta d�una chiesa.
Da le tendine der confessionale,
un prete intese e vidde l�animale,
ma dato che l� fori, c�ereno nun so quanti peccatori,
richiuse le tendine espressamente,
e se rimise a confess� la gente.
Ma mentre che la massa de persone,
diceva l�orazzione
senza guard� pe� gnente l�ucelletto,
�n omo lo prese e se lo mise in petto�
Allora ne la chiesa se sent�,
un lungo cinguett�o: c�-c�, c�-c�
Er prete, risentendo l�animale, lasci� er confessionale,
poi, nero nero peggio de la pece,
s�arampic� sur purpito e l� fece:
"Fratelli, chi ha l�ucello per favore
vada fora dar Tempio der Signore!".
Li maschi, tutti quanti in una vorta,
partirono p�ann� verso la porta,
ma er prete, a que lo sbajo madornale:
"Fermi!", strill� "che me so espresso male�
Tornate indietro e stateme a sent�:
qua, chi ha preso l�ucello deve usc�!".
A testa bassa e la corona in mano,
cento donne s�arzorno piano piano.
Ma mentre se �n�annaveno de fora,
er prete ristrill�: "Ho sbajato ancora!".
Rientrate tutte quante fije amate,
ch�io nun volevo d� quer che pensate.
Io v�ho gi� detto e ve ritorno a d�,
che chi ha preso l�ucello deve usc�,
ma io lo dico a voce chiara e stesa,
a chi l�ucello l�abbia preso in chiesa!".
In quello stesso istante,
le moniche s�arzorno tutte quante,
eppoi, cor viso pieno de rossore,
lasciarono la casa der Signore.
Natale Polci
:rotfl:
E nottetempo la gente ...
E nottetempo la gente si arrappa,
s'ingrifa, al serra serra si disgroppa.
Ah... eh... ah... bada ansimare... di tappa
in tappa svelta s'accoppia, s'aggroppa.
Ponte sui sensi, avendoli, s'acchiappa
con mutua trappola, greve s'intoppa
fino allo scoppio... gioca a stringichiappa
a strappa strappa e a cervello di stoppa
por toppa... E intanto la notte le scappa
da razionalit� antidotata
e imperata... Io dolente, in gola un groppo,
il mio universo di assenze e la mappa
dei miei giorni ridesti mi sciroppo,
di pensamento in abuso incappata.
La stessa rigirata
d'angoscia in margine all'esiguo e al troppo:
il succo della notte invero allappa.
Patrizia Valduga
Dove l'acqua con altra acqua si confonde
Adoro i torrenti e la musica che fanno.
E i ruscelli, nelle radure e nei prati, prima
che diventino torrenti.
Forse li adoro soprattutto
per la loro segretezza. A momenti dimenticavo
di dire qualcosa sulle sorgenti!
Pu� esserci una cosa pi� meravigliosa di una fonte?
Ma anche i grandi corsi d�acqua hanno il loro cuore.
E i luoghi in cui confluiscono nei fiumi.
Le foci aperte dei fiumi che sfociano nel mare.
I luoghi dove l�acqua con altra acqua
si confonde. questi luoghi mi si stagliano
nella mente come luoghi sacri.
Ma questi fiumi lungo la costa!
Li amo come alcuni amano i cavalli
o le donne affascinanti. ho un debole
per questa acqua veloce e fredda.
Mi basta guardarla perch� il sangue scorra pi� veloce
e un brivido mi percorra la pelle. Potrei stare
a guardarli per ore questi fiumi.
Non ce n�� uno che somigli a un altro.
Oggi compio quarantacinque anni.
Chi ci crederebbe ora se dicessi
che una volta ne avevo trentacinque?
E che avevo il cuore freddo e vuoto, a trentacinque anni!
Sarebbero passati altri cinque anni
prima che ricominciasse a scorrervi del sangue.
Mi prender� tutto il tempo che voglio oggi pomeriggio
prima di lasciare questo posto accanto al fiume.
Mi piace amare i fiumi.
Amarli a monte fino
alla sorgente.
Amare tutto quello che mi fa crescere.
Raymond Carver
Stupenda!
� una gran fortuna
non sapere esattamente
in che mondo si vive.
Bisognerebbe
esistere molto a lungo,
decisamente pi� a lungo
del mondo stesso.
Conoscere altri mondi,
non fosse altro che per un confronto.
Elevarsi al di sopra del corpo
che non sa fare nulla cos� bene
come limitare
e creare difficolt�.
Nell�interesse della ricerca,
chiarezza della visione
e di conclusioni definitive,
trascendere il tempo
dove ogni cosa corre e turbina.
Da questa prospettiva,
addio per sempre
particolari ed episodi.
Contare i giorni della settimana
dovrebbe sembrare
un�attivit� priva di senso,
imbucare una lettera
una stupida ragazzata,
la scritta �Non calpestare le aiuole�
una scritta folle.
Wislawa Szymborska
Che la materia
Che la materia provochi il contagio
se toccata nelle sue fibre ultime
recisa come il vitello dalla madre
come il maiale dal proprio cuore
stridendo nel vedere le sue membra strappate;
Che tale schianto generi
la stessa energia che divampa
quando la societ� si lacera, sacro velo del tempio
e la testa del re cade spiccata dal corpo dello stato
affinch� il taumaturgo diventi la ferita;
Che l'abbraccio del focolare sia radiazione
rogo della natura che si disgrega
inerme davanti al sorriso degli astanti
per offrire un lievissimo aumento
della temperatura ambientale;
Che la forma di ogni produzione
implichi effrazione, scissione, un addio
e la storia sia l'atto del comb�rere
e la Terra una tenera catasta di legname
messa a asciugare al sole,
� incredibile, no?
Valerio Magrelli
La farfalla non cerca
n� il calore n� la luce
si butta nel fuoco e basta.
Qui alla fontana cadono le foglie
e bench� i vicini siano tutti barbari e
tu, tu sia a mille
miglia di distanza
Sul tavolo ci sono
sempre due tazze
Anonimo cinese data Dinastia Tang (618 d.C.)
Tutto sotto controllo
Indagini segnalano che il 56% degli esseri
anonimi che stanno accovacciati sui tappetini da fitness
soffrono di psoriasi.
Come in un magnifico videogioco
si moltiplicano le congiure.
Fuori c'e' odore di crolli di borsa.
Nelle lenti cerchiate d'oro di chi l'ha brevettato
si rispecchia il nostro gene di topo piu' recente.
Il presidente degli Stati Uniti mastica noccioline
davanti al televisore che esplode.
Nelle toilette delle donne le popstar uggiolano misericordia.
Macchine sempre piu' in miniatura
si addentrano nel tuo cervello.
Nelle zone in stato d'emergenza
mancano i reggiseno extra-large.
In cerca della natura incontaminata
padri di famiglia vagano per gli aeroporti,
nel fetore di grasso di patatine.
I ratti sono i primi ad abbandonare
la discoteca in fiamme.
Divinita' senza lavoro si rifugiano
quando piove nei loro scatoloni.
Le autorita' competenti assicurano
che la popolazione non corre alcun rischio.
Hans Magnus Enzensberger
Strinsi le mani sotto il velo oscuro�
�Perch� oggi sei pallida?�
Perch� d�agra tristezza
l�ho abbeverato fino ad ubriacarlo.
Come dimenticare? Usc� vacillando,
sulla bocca una smorfia di dolore�
Corsi senza sfiorare la ringhiera,
corsi dietro di lui fino al portone.
Soffocando, gridai: �E� stato tutto
uno scherzo. Muoio se te ne vai�.
Lui sorrise calmo, crudele
e mi disse: �Non startene al vento.�
Anna Andreevna Achmatova
TI ADORO
T'adoro al pari della volta notturna,
o vaso di tristezza, o grande taciturna!
E tanto pi� t'amo quanto pi� mi fuggi,
o bella, e sembri, ornamento delle mie notti,
ironicamente accumulare la distanza
che separa le mie braccia dalle azzurrit� infinite.
Mi porto all'attacco, m'arrampico all'assalto
come fa una fila di vermi presso un cadavere e amo,
fiera implacabile e cruda, sino la freddezza
che ti fa pi� bella ai miei occhi.
C.Baudelaire
Kodak
Mia figlia come una fidanzata.
Ah vacanza, seduti
all'ombra d'una verde arcata
della Tour Eiffel.
Parliamo
di nulla.
O ce ne stiamo muti.
Roma � lontana.
Un passero.
Una coppia eccitata
che scrive una cartolina.
Tutto uno squillante stormo
(ci uniamo) di saluti.
Giorgio Caproni
C'ERA...
C�era, un po� in ombra, il focolaio; aveva
arnesi, intorno, di rame. Su quello
si chinava la madre col soffietto,
e uscivano faville.
C�era nel mezzo una tavola dove
versava antica donna le provviste.
Il mattarello vi allungava a tondo
la pasta molle.
C�era, dipinta in verde, una stia,
e la gallina in libert� raspava.
Due mastelli, l� sopra, riflettevano,
colmi, gli oggetti.
C�era, mal visto nel luogo, un fanciullo.
Le sue speranze assieme alle faville
del focolaio si alzavano. Alcuna
guarda! � rimasta.
U.SABA
I balconi del millenovecento
I balconi del millenovecento
Prima dei telefoni i balconi,
si usciva fuori e si mandava a dire.
Erano lo sfogo della casa,
le ragazze non uscivano a spasso
tranne per la funzione, la domenica.
Per� stavano in vista sul balcone,
passava il giovanotto, un fiore conficcato nell'occhiello,
una sbirciata a scippo, l'intesa fulminata,
telegramma spedito con le ciglia.
Al balcone tra i vasi la ragazza dipanava un gomitolo,
ricamava a telaio, fingeva di pungersi con l'ago
per liberare gli occhi messi in gi�.
Mia nonna si fidanz� al balcone.
E mia madre, d'estate, dopoguerra,
con altri amici esce sul balcone per il fresco
e un uomo, ventottanni, sedutosi vicino le chiede
di sposare.
Provengo dall'incontro di loro due l� fuori, a Mergellina,
col cielo giocoliere del tramonto.
Ma da un altro balcone s'era affacciato pure l'impettito
a dichiarare guerra, sporgendosi rapace e pappagallo
sulla folla ubriaca di se stessa.
Era meglio se usciva alla finestra
e meglio ancora se teneva chiuso, cos� non si guastava
la storia dei balconi e dell'Italia del millenovecento.
Erri De Luca
LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA
Passata � la tempesta:
odo augelli far festa, e la gallina,
tornata in su la via,
che ripete il suo verso. Ecco il sereno
rompe l� da ponente, alla montagna;
sgombrasi la campagna,
e chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
risorge il romorio
torna il lavoro usato.
L'artigiano a mirar l'umido cielo,
con l'opra in man, cantando,
fassi in su l'uscio; a prova
vien fuor la femminetta a c�r dell'acqua
della novella piova;
e l'erbaiuol rinnova
di sentiero in sentiero
il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
per li poggi e le ville. Apre i balconi,
apre terrazzi e logge la famiglia:
e, dalla via corrente, odi lontano
tintinnio di sonagli; il carro stride
del passegger che il suo cammin ripiglia.
Si rallegra ogni core.
S� dolce, s� gradita
quand'�, com'or, la vita?
Quando con tanto amore
l'uomo a' suoi studi intende?
O torna all'opre? o cosa nova imprende?
Quando de' mali suoi men si ricorda?
Piacer figlio d'affanno;
gioia vana, ch'� frutto
del passato timore, onde si scosse
e pavent� la morte
chi la vita abborria;
onde in lungo tormento,
fredde, tacite, smorte,
sud�r le genti e palpit�r, vedendo
mossi alle nostre offese
folgori, nembi e vento.
O natura cortese,
son questi i doni tuoi,
questi i diletti sono
che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
� diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto
che per mostro e miracolo talvolta
nasce d'affanno, � gran guadagno. Umana
prole cara agli eterni! assai felice
se respirar ti lice
d'alcun dolor: beata
se te d'ogni dolor morte risana.
(G.Leopardi)
Sesto sonetto
Quando,un tempo, ti ero affezionato
non � poi che il mio amore fosse smania:
se non si desidera, forse, non si sente la mancanza
Se la gioia � poca, anche il dolore � scarso.
Meglio che: molta gioia �: nessun cruccio,
meglio che perdere �: l�essere paghi.
La volutt� degli uomini �: non soffrire mai.
L�aver potuto � bene, pessimo: l�aver dovuto.
Naturalmente questo � un precetto meschino.
Non � mai stato ricco, chi non ha perso mai niente!
Io non dico neppure, che sarei stizzito�
Intendo solo questo: se uno non ha nessun amore
non ha neanche un�epoca grama che lo attende.
Tuttavia noi non siamo i padroni delle cose.
B. Brecht
POESIA D'AMORE
Le grandi notti d�estate
che nulla muove oltre il chiaro
filtro dei baci, il tuo volto
un sogno nelle mie mani.
Lontana come i tuoi occhi
tu sei venuta dal mare
dal vento che pare l�anima.
E baci perdutamente
sino a che l�arida bocca
come la notte � dischiusa
portata via dal suo soffio.
Tu vivi allora, tu vivi
il sogno ch�esisti � vero.
Da quanto t�ho cercata.
Ti stringo per dirti che i sogni
son belli come il tuo volto,
lontani come i tuoi occhi.
E il bacio che cerco � l�anima.
(Alfonso Gatto)
PIANTO ANTICO
L'albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
D� bei vermigli fiori
Nel muto orto solingo
Rinverd� tutto or ora,
E giugno lo ristora
Di luce e di calor.
Tu fior de la mia pianta
Percossa e inaridita,
Tu de l'inutil vita
Estremo unico fior,
Sei ne la terra fredda,
Sei ne la terra negra;
N� il sol pi� ti rallegra
N� ti risveglia amor.
-- Giosu� Carducci
Alla sera
Forse perch� della fatal qu�ete
tu sei l'immago a me s� cara vieni
o sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,
e quando dal nevoso aere inqu�ete
tenebre e lunghe all'universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.
U.Foscolo