Grazie mille Efua. :-)
Spero di essere più assidua da ora in poi.
Cono s'è spaventato... pare XXDD!
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Son quì, son quì, son quì, niente paura: Giorno di ferie. :)
Lavoro nel campo, tranquilla. Facciamo volontariato in Parrocchia proprio prendendoci cura delle Coppie in crisi, Astrid.
Ribadisco che vorrei leggerti più spesso, poichè sai porti con tatto e delicatezza agli interlocutori: Merce rara di questi tempi, credimi.
Rispondo alla tua domanda in modo molto semplice: Si può reggere se si vuole, reggere. Se è nostra intenzione non gettare subito la spugna alle prime difficoltà...
Hai visto la frase che ho scelto in firma? Spesso il Marito (o la Moglie) diventa materialmente un nemico. Uno che ci ostacola, che si pone frammezzo, che ci limita. La questione sta tutta nel capire e nel decidere se siamo disposti ad amare l'Altro per quello che è e non solamente per quello che vorremmo che fosse. Poi, siamo tutti adulti e vaccinati, qua dentro. Sappiamo bene che le prove della Vita a volte sono molto grandi e invece le nostre forze limitate. Càpita che non ce la si faccia e addìo, ognuno per la sua strada. Voi avete fatto quella scelta, altri hanno superato le loro crisi (chi non le attraversa?) e scoperto poi che il loro mènage ha trovato nuova spinta e nuovi percorsi, facendoli maturare tutti e due!
Ciao cara. Rimani, ti prego.
esatto; a questo punto, la domanda - cui non rispondi mai, anche se non mi sembra affatto indelicata - è:
se l'altro E' una persona che ha deciso di non volerti più, ama qualcun altro, soffre nella relazione con te e te lo manifesta, in cosa dovrebbe mai consistere quell'amore di cui scrivi, se non esattamente nel lasciar andare chi vuole andare ?
sembri non accorgerti della contraddizione di quello che postuli, e in questo rappresenti perfettamente la confusione delle generazioni anziane:
da una parte enunci quell'amare l'altro per quello che è, testimoniando l'inevitabile influenza dello spirito del tempo; nel caso non te ne fossi accorto, si tratta dell'enunciato-cardine del sistema individualista che sembri denunciare, visto che il diritto ad essere amati per ciò che si è è proprio l'affermazione della propria individualità sopra le aspettative altrui;
dall'altra pretendi la conformità ad un patto, come in un contratto qualsiasi, dove la prestazione è limitata ad un fine specifico, e per questo si può esigere.
Le prime difficoltà ricorrono sempre...
E a me viene sempre in mente l’impiegata delle poste il lunedì mattina :asd:
Ma perché, noi non abbiamo tatto e delicatezza ? :(
"È rimasta una mela per me ?" (Cit.)
No cara Nahui, noi siamo troppo sanguigne :D
Buongiorno Cono. :-)
Il fatto che tu lavori nel campo non significa che chi ha deciso di chiudere un matrimonio sia necessariamente malato.
Di solito - e credo che tu ne sia cosciente - ci sono quasi sempre un carnefice e una vittima.
La vittima ha le sue colpe... è vero. Non è sempre dallo stesso lato la colpa.
La colpa della vittima, di solito è quella di aver sopportato troppo, oltre il segno. Insomma c'è una "naturale" propensione al martirio, al punto da renderla cieca e sorda al richiamo del buonsenso. Cieca al punto che sono i figli a dirle "Mamma, adesso basta! Deciditi!".
Pensa che nel mio caso sono "durata" 23 anni e mi sono limitata a lasciare libero di scorrazzare libero il mio ex coniuge senza dover fare più la fatica di dare una parvenza alla facciata, come ha fatto (a mia insaputa) per decenni.
Sai Cono, è difficile dover accettare che "tuo marito" abbia pulsioni sessuali compulsive e che "ti" venga a raccontare i dettagli di come e cosa ci ha fatto - nel dettaglio -...
Capita che non ce la si fa più. Hai proprio ragione. Bravo.
Quindi, invece di continuare a vivere morta, annullata, priva di serenità una cerca non affogare.
Poi, visto che il buon Dio così male, pare che, non vuole, sono risorta amorosamente.
I doni dell'amore ci sono relazioni che li hanno esauriti o mai avuti. Molti semplicemente credevano fosse amore e poi hanno scoperto - come me - che si trattava di un calesse.
Ma siccome io continuo a credere nell'Amore mi sono risposata e (come nella prima volta che lo feci) ci credo con il "vantaggio" che "oggi" ho maggior consapevolezza sia di me sia degli altri.
Da giovane m'avevano infarcita di tante belle ideologie alla "Cenerentola" (quella "fantasy" delle idealizzazioni, delle aspettative, delle favole immature e irreali).
Bisognerebbe avere la testa dei 50 anni a 20, allora sì, mio caro Cono che non si inciamperebbe in qualcuno che dopo 20 anni e più di matrimonio scopri essere un assoluto sconosciuto.
Che nuova spinta potrebbe avere la vita con una persona egoista, manipolatrice, soffocante e narcisita? Altro martirio? No, grazie.
Pensa che il mio padre confessore (sono all'antica, abbiamo ancora in frate in casa) m'ha dato la sua benedizione quando mi sono risposata.
Sacrilego? Non saprei... è un Gesuita.
Ti autorizzo a parlare del mio caso in Parrocchia, per aiutare le coppie in crisi. Se hai necessità di qualche delucidazione scrivimi in privato (ma t'avviso: è roba pesante, decisamente poco utile proselitismo e ancor meno per la terapia salva-coppie).
Questo è quanto, penso d'aver dato il mio massimo in tema di sintesi - ergo mi scuso per la sviolinata -.
:-)
Siete vittime ignare di una di un soppalco emotivo, una rifrazione interpretativa da percezione virtuale.
Se mancano le esperienze è altamente probabile che ci si incaponisca nel proprio orticello convinti che la propria verdura sia l'unica edibilmente sicura sull'intero pianeta (e fose anche in quello limitrofo).
Ci vuol pazienza... quando ci ritroveremo tutti lassù non credo che si farà a gara tra chi splende di più. ;-)
Ma figùrati, cara: Casi come il tuo ne abbiamo conosciuti a bizzeffe...
Quando nella Coppia è presente la violenza, anche la Chiesa ammette la separazione. E il comportamento sadico e brutale del tuo ex marito è definibile certamente come violento e disgustoso. Ma noi stavamo parlando d'altro. Non si tratta (come scrivi) di essere dei Màrtiri. Di fare gli eroi che sopportano tutto, no! Non è quello il punto. Nè tantomeno di essere considerati "malati" qualora si decida per la separazione. Si tratta di accogliersi vicendevolmente, Astrid. Di assumere reciprocamente le altrui debolezze, mancanze, fragilità....
Ripeto: Nel caso che hai esposto, che cosa vuoi assumere o accogliere. E' lampante non vi fosse alcun margine per ricucire o rimettere in piedi un rapporto. Io sto parlando di cosa sia ordinariamente importante mettere come base di un mènage familiare, ben sapendo (e qua sottoscrivo senza indugi ciò che hai scritto) che le colpe non sono mai dallo stesso lato: Si è sempre tutti e due in equilibrio precario, pieni di difetti e di peccati. Te fai differenza d'età....50....20....ma io ti dico che possiamo inciampare sempre! Se il Signore togliesse per un attimo la mano dalla mia testa (ti parlo da credente, adesso) so che potrei mandare all'aria la mia Famiglia anche solo incontrando in treno una diciottenne con un po' di profumo....
Cono, non barare; dilla tutta, per come è:
la Chiesa - quella cattolica; per tutti gli altri cristiani è molto diverso - ammette la separazione in questi casi estremi, ma non il divorzio o le seconde nozze; stando alla dottrina morale che sostieni e che è ancora vigente, come scritta, Astrid avrebbe dovuto ridursi a castità perpetua dopo quella separazione, e non ad essere felicemente ri-sposata :asd:
E soprattutto dilla tutta perché ti serve pure la mano del Signore e parli di profumi...
Manderesti all’aria la tua famiglia per una ragazzina di 18 anni?
Che hai tu da spartirci con la sua vita, bellezza e gioventù?
E qua ritorniamo alla gioventù smarrita di oggi
Ho il terrore anche io di incontrare gente come te e di anni ne ho oltre il doppio dei 18
L’hai scritta proprio giusta, finalmente.
Ennesimo self-ownage di Cono, ma questo è uno dei più clamorosi