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Doppio
Ma perch�, chi? A me questa visione sembra sul limite della paranoia... da quando la societ� � formata da qualcuno contro di noi? Pensavo fossimo noi la societ�, nel bene e nel male
Tra l'altro l'uomo libero secondo ci� che vuole la sua natura � un concetto del tutto ipotetico, nonch� molto, ma molto controverso, si possono avanzare teorie del tutto contrapposte supportandole altrettanto bene. facendo leva sulle pulsioni sessuali avrai un risultato, privilegiando aggressivit�, territorialit� e desiderio di primeggiare si avr� un altro risultato. Un elemento abbastanza accettato � che la natura umana sia sociale, ergo la societ� � una naturale espressione dell'umanit� non si pu� (o meglio, si pu�, ma non con leggerezza) contrapporre societ� e natura.
Certo che siamo noi la societ�. Intendo dire che non siamo liberi di essere ci� che siamo.
Ci fa comodo che esista una societ� per innumerevoli vantaggi, uno fra tutti, non scannarci a vicenda al primo diverbio.
Ma siamo anche costretti in ruoli che spesso ci stanno stretti e non ci appartengono affatto.
Ho fatto l'esempio della donna perch�, a parte il caso Mosuo, � nettamente in svantaggio rispetto all'uomo nell'espressione del proprio essere.
E il fatto che si stia meglio in societ� � un concetto comunque opinabile. Rousseau e Leopardi (perlomeno all'inizio) ad esempio la pensavano diversamente.
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axeUgene
beh, in parte � cos�, anche se occorre distinguere;
alcuni tab�, come l'incesto, l'endogamia radicale o la pedofilia - per quanto infranti e molto discussi, a volte legittimati nelle mitologie, ecc... - rispondono a necessit� biologiche constatate con l'esperienza, magari di una prole malsana;
altri tab� e precetti, la maggior parte, sono conseguenza di istituzioni sociali, come la propriet� della terra e la trasmissibilit�;
il mito della verginit� femminile del matrimonio cristiano nasce da una prospettiva biologista radicata nell'istinto - far sopravvivere il proprio patrimonio genetico - ma, per esempio, generalmente ignorata e trascurata nella concezione della famiglia del mondo romano pre-cristiano, dove si adottava e si trasmettevano propriet� e poteri anche in assoluta assenza di vincoli di sangue, come sa bene chiunque ricordi un po' di storia delle famiglie imperiali.
Principalmente per� si parla di tab� di carattere sociale. Non sto dicendo che sia sbagliato, ci mancherebbe.. solo che se domani venissero legittimate alcuni comportamenti in cuffia alla biologia e alla conservazione della specie.
Pensiamo all'omosessualit� ad esempio. In natura, per quanto ne so, non serve assolutamente a nulla, per� non penso che sia temuta in quanto portatrice di sterilit� nel mondo (a parte qualche ignorante che sento davvero ragionare cos�).
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Neliel*
Certo che siamo noi la societ�. Intendo dire che non siamo liberi di essere ci� che siamo.
L'avevo capito, ma per come la poni sembra che ci sia una sorta di cospirazione a impedirci di esprimerci, ma per come la vedo simo noi stessi a mettere i paletti, non so, dove vivo io non vedo tutta questa gente che non ha meglio da fare che puntare il dito, in pi� se uno ritiene di essere nel giusto quando mai deve temere il giudizio altrui, pu� essere maggioritario, e allora? Da che mondo e mondo � motivo di orgoglio sapere di essere nel giusto a dispetto di una maggioranza ottusa, se non si va fieri di ci� che si � e si fa forse cos� a posto con se stessi non ci si sente.
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Neliel*
E il fatto che si stia meglio in societ� � un concetto comunque opinabile. Rousseau e Leopardi (perlomeno all'inizio) ad esempio la pensavano diversamente.
Pure io non sono convinto che si stia meglio in societ� (nemmeno sostenga a spada tratta l'opposto, sono aperto alle possibilit�). Rousseau lo conosco molto bene, � anche piacevole da leggere, ma il suo Uomo in stato di natura � una boiata rara, non sta ne in cielo ne in terra, sfido chiunque a leggere il Discorso sull'origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini senza almeno sorridere. Leopardi come hai sottolineato porta aventi certe tesi solo all'inizio, nella maturit� ha dovuto ricredersi.
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axeUgene
Trovo intellettualmente disonesto prendere un caso pi� unico che raro e sostenere che dimostri qualcosa. Le eccezioni sono eccezionali per definizioni, non dimostrano nulla
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Doppio
Trovo intellettualmente disonesto prendere un caso pi� unico che raro e sostenere che dimostri qualcosa. Le eccezioni sono eccezionali per definizioni, non dimostrano nulla
io l'avevo postato come spalla ad una battuta, ma visto che mi dai del disonesto lo devi dare anche a Popper, dato che se si vuole ipotizzare una legge, questa � la smentita, il cigno nero;
che le eccezioni non dimostrino nulla mi sembra un'idea poco meditata; le eccezioni smentiscono tutte le leggi che non le prevedano e spieghino in termini da rendere plausibile la legge stessa; come quella in questione, secondo la quale un determinato assetto sociale che preveda determinati ruoli sarebbe connaturato alla condizione biologica di genere, escludendo il ruolo delle culture e della capacit� di queste di fagocitare quelle difformi e porsi come dominanti, imponendo il proprio modello.
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Neliel*
Principalmente per� si parla di tab� di carattere sociale. Non sto dicendo che sia sbagliato, ci mancherebbe.. solo che se domani venissero legittimate alcuni comportamenti in cuffia alla biologia e alla conservazione della specie.
Pensiamo all'omosessualit� ad esempio. In natura, per quanto ne so, non serve assolutamente a nulla, per� non penso che sia temuta in quanto portatrice di sterilit� nel mondo (a parte qualche ignorante che sento davvero ragionare cos�).
sai, nel caso degli esseri umani la distinzione tra ci� che � "naturale" e ci� che invece sarebbe esclusivamente "culturale" � impossibile, data la strutturazione delle societ�, anche quelle dei gruppi di ominidi; la filosofia ne ha discusso intensivamente per tre secoli, senza giungere a nulla di sostanziale e solido;
pu� darsi che l'omosessualit� in determinate circostanze abbia una funzione di coesione tra gruppi circoscritti ed esclusivi; ma anche in questo caso � impossibile definire il confine tra conseguenza "culturale" ed esigenza funzionale utile alla sopravvivenza.
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axeUgene
escludendo il ruolo delle culture e della capacit� di queste di fagocitare quelle difformi e porsi come dominanti, imponendo il proprio modello.
Fammi il nome (il Nick) di chi ha escluso il ruolo delle culture e quota i passaggi.
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Doppio
Fammi il nome (il Nick) di chi ha escluso il ruolo delle culture e quota i passaggi.
non posso, perch� Cono non espone tesi esplicite; ma con un po' di buona volont� puoi ricostruire la sua idea della componente innata che lui attribuisce al ruolo, e alle relative predisposizioni, in questo caso l'interesse per le questioni sentimentali.
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Quel povero Cono sempre solo contro tutti e mai una volta che Dio l'aiuti, o almeno il sagrestano. Non vi sentite mai un pochino in colpa?
Cavolo su 'sti Mosuo non si trova da nessuna parte un po' pi� di informazioni, si trovano un sacco di siti, ma si trova sempre e sol mezza paginetta (con non poche contraddizioni).
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Doppio
Quel povero Cono sempre solo contro tutti e mai una volta che Dio l'aiuti, o almeno il sagrestano. Non vi sentite mai un pochino in colpa?
io no, perch� discuto delle idee che lui esprime e delle relative conseguenze; certamente non dei motivi per cui vi aderisce, che sono solo suoi personali e degli di tutto il rispetto;
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Cavolo su 'sti Mosuo non si trova da nessuna parte un po' pi� di informazioni, si trovano un sacco di siti, ma si trova sempre e sol mezza paginetta (con non poche contraddizioni).
non � che ci fosse bisogno dei Mosuo per contestare l'idea dei comportamenti complessi innati;
bastano le acquisizioni della genetica e una teoria delle matrici che scomponga i comportamenti in combinazioni di processi elementari, nonch� una valutazione scientifica dei bias ambientali su qualsiasi esperimento, tipo quelli sui gemelli adottati e vissuti separatamente, ecc...
se anche si volesse ammettere come sola ipotesi qualche forma di innatismo, questa sarebbe impossibile da misurare a fronte delle distorsioni in fase sperimentale; pertanto, anche scientificamente inesistente.