infatti niente da dire se fossero gli dei greci o le divinità lovecraftiane, ma di amore c'è n'è poco nella natura
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allora:
posto che gli apparati mitologici giustificativi delle religioni sono discutibili, in diversa misura, per linearità e coerenza del sistema agganciato ai postulati di fede, una dialettica come quella che stiamo seguendo è abbastanza fuorviante, nella sostanza;
la reale rilevanza di un apparato religioso, quale che sia la sua dottrina, è l'affermazione della pretesa doverosità di una filosofia morale;
ora, se osserviamo la filosofia morale del non-credente, della società laica e pluralista, dobbiamo constatare che il suo fondamento è altrettanto arbitrario; la dialettica anti-superstizione aveva un senso - limitato e politico - nell'età dell'affermazione scientifica, culminata con l'illuminismo, per offrire una prospettiva di scelta;
ma non può in nessun caso porre come significativa una dicotomia tra razionalità e superstizione in termini morali, come se esistesse una morale razionale, superiore a quella fondata sulla superstizione, una volta che il soggetto sia in grado di valutare;
se io torturo un gatto e Vega mi dice di non farlo, non c'è un motivo razionale; anche perché qualsiasi nozione di utilità che può sembrare ovvia e argomentata - ivi incluse dottrine animaliste, ecologiste, pacifiste, ecc... - in realtà rimanda ad un'affermazione di valore del tutto arbitraria, che non avrebbe senso postulare come superiore rispetto a nulla;
quindi, un discorso serio dovrebbe partire dall'imperativo categorico kantiano - la postulazione di un valore che si avverte come assoluto e doveroso - indipendentemente dall'eventualità di un apparato giustificativo di natura trascendentale;
poi, è ovvio che l'aspetto sociale dell'atteggiamento di pretesa superiorità del religioso nel suo agire politico sia un'ottima motivazione per contrastarne le postulazioni logiche; ma non per affermare l'opposto, l'inferiorità, ché sarebbe altrettanto insensato e stupido;
e non perché lo dica io, ma perché il problema si ripropone tale e quale nel momento in cui si deve giudicare un comportamento eccentrico rispetto alla morale: a Norimberga hai potuto condannare perché hai dimostrato la consapevolezza del male in chi agiva, che occultava le sue azioni, e cioè sulla base di un impianto morale di tipo assolutamente equiparabile e sovrapponibile a quello religioso, moderno.
guarda che questa non è una necessità, e invero è una bizzarria cattolica, motivata da ragioni storico-politiche;
i sistemi teologici non cattolici di derivazione testamentaria sono molto più raffinati e robusti, perché molto più rarefatti e inattaccabili, elastici; se attribuisci al tutto la peculiarità di una parte, eccentrica, finisci col rimproverare un socialdemocratico svedese la postulazione teorica dei gulag, sulla base di un lontano apparentamento per il referente "giustizia sociale" :asd:
Senza una morale superiore di qualunque tipo (non esclusivamente religiosa), ovviamente vince il primato della forza.
mi sembra, data la questione, di esserlo anche troppo, ma se credi:
esprimiamo tutti valori assimilabili a quelli religiosi; pertanto, c'è poco da prendere per il culo i credenti in quanto tali su questioni comunque inessenziali, ma fraintese come dirimenti.
C'è anche la scienza che sostiene che ad ogni azione corrisponde una reazione, fusse che fusse un Dio che adatta il futuro a noi, ho un vago presentimento. Se il futuro lo intendi come risultanza di infinite forze che vi partecipano serebbe un futuro scientifico, il fatto che non sapremo mai quali forze vi partecipano perché ci vorrebbe un super calcolatore come la mente di un Dio, che ne dici?:asd:
L'equazione torna con XYZ come variabili dipendenti ed anche indipendenti poiché il limite non esiste e niente in quel caso tende all'infinito poiché è l'infinito stesso ed a volte non lo è, tutto nello stesso tempo che è la conseguenza dello spazio.
Scusa se ci ho messo un po' di fisica:asd:
io prendo in considerazione solo quello che viene accettato dalle scienze storiche, quelle vere, che pubblicano e si espongono al contraddittorio; gli altri non contano nulla;
non saprei, ma che ne dici tu dell'ipotesi che l'universo sia uscito dalle mutande di Eta-Beta ? me la puoi confutare ? le ipotesi bislacche si equivalgono;
aridajie ! io devo spiegare le assurdità che postulano altri ? :asd:
tanto per rammentare i fatti, quelli veri, la dottrina trinitaria è successiva a Gesù, e pensata a posteriori proprio per dotare quest'ultimo di natura divina, laddove l'impianto di origine non ne contemplava la possibilità; resta che prima hai un Padre; e poi un Figlio, che dici essere il Padre incarnato in fattezze umane, e retrospettivamente devi affermare come sempre esistito nella Trinità;
non fare il finto tonto; quella che ti ho posto ha una sola incognita; se prima dava una soluzione, introducendo altri fattori ne esprime una diversa per essere soddisfatta;
ma qui non c'è nulla che viene scacciato, come fraintendi tu; né la tua consapevolezza inficia il senso di ciò che intendo;
tu puoi attribuire a Dio i tuoi imperativi, esattamente come un altro li attribuisce alla cultura;
quello che cambia davvero è il tuo stato mentale se ti aspetti una remunerazione esterna di qualsiasi tipo, oppure consideri quella il fatto stesso di avere agito "bene"; nel primo caso, sei sostanzialmente un pagano, anche se travestito da cristiano.
bisogna vedere se hanno l'abilitazione a farlo; uno può passare la vita a studiare storia, secondo un suo criterio, ma producendo ricerche che non valgono nulla in termini scientifici;
portami testi e ricerche adottate in università, anche cattoliche, che sono ottime, e pubblicate su riviste scientifiche di storia archeologia, ecc...
beh, le ipotesi che fai tu hanno lo stesso spessore logico, solo che si appoggiano su figure tradizionali;
veramente, io ti ho risposto in modo puntuale; ma sembra non ti piaccia rispondere sugli argomenti concreti.
dal momento che Dio non è dimostrato, sei tu ad attribuirGli gli imperativi cui ti conformi; non è che puoi imporre come un fatto ciò in cui credi per fede, eh...
altrimenti, dovremmo immaginare che nell'alto dei cieli sta una folla di dii di tutti i colori, quanti quelli in cui crede la gente.
Infatti è indimostrabile, altrimenti, se fosse dimostrabile, chi non crederebbe?
Senza andare proprio alle origini direi di partire quando inizia la svolta metodologica nello studio dei vangeli, promossa alla fine della I guerra mondiale dal contributo di alcuni studiosi tedeschi, si pongono le basi per una ripresa della questione sul Gesù storico.
- Karl Ludwing Schmidt nel 1919, in uno studio intitolato "La cornice della storia di Gesù" "Der Rahmen der Geschichte Jesu", tenta di ricostruire la tradizione orale preletteraria che sta all'origine degli attuali vangeli. Egli riconosce che tale tradizione si è formata nell'ambiente del culto dando origine a piccole unità letterarie -"forme"- successivamente connesse dagli evangelisti senza un quadro unitario preciso. Solo nel racconto della passione si riscontra una certa coerenza intrinseca. nello stesso anno
- Martin Dibelius dà alle stampe uno studio sui vangeli che, con il suo titolo, suggerisce anche quella che sarà la designazione del nuovo metodo: la storia delle forme del vangelo. Anche Dibelius ricostruisce la preistoria dei vangeli partendo dall'ipotesi che i testi attuali sono la raccolta di materiale preesistente, elaborato in occasione dell'attività missionaria, che fa leva principalmente sulla predicazione. Il libro è intitolato: Die Formgeschte der Evangeliums.
Un paio di anni più tardi compare "La storia della tradizione sinottica" di Rudolf Bultmann, che offre un'indagine su tutto il materiale evangelico, mentre Dibelius concentrava la sua attenzione su paradigmi od esempi, e "Novelle", racconti che risalgono all'attività dei predicatori, dei narratori e maestri., comunque non ti voglio tediare con i pensieri e le conclusioni di ognuno, Il Bultmann scisse anche un libro su Gesù, "Jesus" e "Nuovo Testamento e mitologia: il problema della demitologizzazione dell'annuncio cristiano"
Andando avanti abbiamo i due discepoli di Bultmann, Ernst Kasemann col suo: Il problema del Gesù storico" (1953) e Gunth Bornkamm con "Gesù di Nazareth (1956). Poi Joachim Jeremias con "Il problema del Gesù storico" (1960). Lo stesso Jeremias, con una serie di ricerche rigorose dal punto di vista filologico e storico-critico, si è impegnato in un lavoro più che ventennale per recuperare il nucleo storico delle parole -ipsissima verba- e dell'interpretazione che Gesù ha dato del suo progetto storico e delle sue scelte fondamentali. Su questa linea si collocano anche i contributi di alcuni studiosi cattolici come Heinz Schurmann che, partendo dai criteri della storia delle forme, ritrova le radici della tradizione evangelica primitiva nel contesto vitale della comunità prepasquale dei discepoli che vivono ed operano accanto a Gesù; il suo libro tradotto in italiano è intitolato "La tradizione dei detti di Gesù". Poi per sintetizzare al massimo ti do i nomi brutalmente e se ti interessasse ti do anche le opere.
- H. Riesenfeld
- B. Gerhardsson
- James M. Robinson
-Ernst Fuchs
-Gerhard Ebeling
Ultimo, ma non ultimo Giuseppe Ricciotti " Vita di Gesù Cristo".
Non ho gli ultimi aggiornamenti sulla ricerca ma se vuoi posso indagare:v
Gulp :D
Ma io mi debbo caricare di obblighi e debiti perche tanti dicono?
Tohhh, indice :D
Che discorso fai meogatto? Ci sono già loro che hanno tratto delle conclusioni attraverso studi approfonditi; io come appassionato di questa ricerca storica ho già la pappa pronta. Poi un libro posso anche leggerlo approfonditamente perché mi piacciono le conclusioni con cui l'autore ha sintetizzato la sua ricerca. Non ci sono né obblighi né debiti, ma concordare o dissentire.
non mi risulta che la ricerca storica avvalori la congruenza tra un Gesù storico e quello dei Vangeli;
così fosse, avresti non 5 o 6 studiosi, da citare, ma almeno 50 o 60mila, con un paginone dedicato ogni giorno, su ogni quotidiano, per sempre, tanti sono gli interessi potenti coinvolti e il desiderio di veder confermate certe idee;
al contrario, hai l'ostensione di un lenzuolo che la scienza colloca nel XIV° sec. e acrobazie per non ammetterlo;
ma non è questo in discussione; i Cristianesimo esisterebbe di per sé, anche se non fosse esistito Gesù;
la questione è quale coerenza ha il sistema.
Il tuo filo di ragionamento.
Te lo dirò sempre e ovunque che per credere ci vuole fede e la fede non è quantificabile, non può essere indagata a fondo dalla ragione perché a mio avviso la fede è un sentimento di adesione a qualcuno o qualcosa, e spesso è irrazionale, proprio perché non ci si può ragionare.
Io sapevo già che il filo era già rotto prima di iniziare, ed avendo tutto questo tempo nuotato verso la tua sponda......alla fine mi sono affogato:asd:.