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Originariamente Scritto da
axeUgene
indicami quali, e cercherà di chiarirle;
tutte !
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per gli aggregati gli stimoli risposte sono molteplici quanto gli individui, governati da un sistema del caos, a differenza del quasi-determinismo delle cellule e del tossico;
le masse non sono "un caos"
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questo lo hanno fatto tutte le culture che ne abbiano avuto l'opportunità; facevano guerre di assimilazione anche le tribù amerindie; non è che gli imperi distrutti dai conquistadores spagnoli fossero uno stato di natura, eh...
certo, ma non hanno attraversato gli oceani
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ho chiesto in quali soggetti si sostanzia, chi ne farebbe parte e chi no, perché "modello culturale" non è un soggetto che agisce; se tu indichi un soggetto impersonale a cui attribuisci determinati processi devi individuare il confine di chi ne fa parte e chi ne è escluso, chi è responsabile; altrimenti non se ne può discutere, diventa mitologia;
Un modello culturale è l'insieme di valori secondo cui agisce una collettività. E' sicuramente una "cosa fluida", ma con delle direttrici che non sono indeterminate e che non scompaiono da un giorno all'altro.
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non è un giudizio morale, ma la constatazione di un bias di valutazione molto comune, per cui l'imperialismo occidentale costituirebbe una qualità diversa e speciale rispetto a tutti gli imperialismi che si sono succeduti nella storia; il senso di colpa nei confronti del "buon selvaggio";
hai sostenuto - giustamente - che le culture non sono quegli impianti uniformi che molti danno per scontati, e ora postuli come monolitico un modello culturale che è la stratificazione di modelli a loro volta distrutti e assimilati, greco, romano, cristiano, barbarico, feudale, moderno...
l'imperialismo occidentale è diverso dai precedenti nel fatto che si è espanso a tutto il globo, distruggendo sostanzialmente tutti gli altri impianti culturali, assorbendo molto poco da tutti quelli che ha incontrato. E' successo per una serie di coincidenze storiche, come la disponibilità di certe tecnologie che nel passato non erano a disposizione di altri imperi, ma di fatto è successo.
Non ho nessun senso di colpa nei confronti del "buon selvaggio", che considero un mito. Quello che trovo negativo è che si sia persa l'opportunità di raccogliere quanto di buono ci poteva essere in altri sistemi culturali.
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certo che la democrazia è reale; perché mai dovresti avere lo stesso potere di chi sia stato delegato per esercitarlo ?
hai gli stessi diritti attivi e le stesse facoltà di accedere a quella carica elettiva;
la democrazia è un processo, un metodo di espressione del consenso, imperfetto per definizione, ma misurabile;
Secondo me il sistema attuale è il migliore che si sia mai dato nella storia, ma, oltre che molto imperfetto e migliorabile, in sostanza non è definibile "democrazia". O meglio, dovremmo discutere di che cosa intendiamo per democrazia. Nell'idea originale dei borghesi che decisero di accettare di impiantare i sistemi democratici, la definizione calza, infatti significa "forza del popolo" e non "governo del popolo, che sarebbe demoarchia.
Ecco a me piacerebbe la demoarchia.
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non è che biasimi le iene o le leonesse perché cacciano in gruppo la zebra; l'organizzazione è competizione; l'agricoltura consentiva incremento demografico e la sopraffazione; perché mai la competizione dovrebbe essere regolata su un modello culturale de Coubertin ? non ti accorgi che questo è ragionare etnocentrico ?
lo avessi fatto io, mi avresti perculato fino alla fine dei tempi;
l'efficienza si desume a posteriori, in base al modello che si impone, e da come è capace di sostenere le sfide, e nessun modello è eterno o uguale a se stesso;
Ripeto: quindi se io ti ammazzo e prendo tutto ciò che è tuo, ho vinto la "competizione" e quindi sono più efficiente ?
Allora ammettiamolo che il modello occidentale si basa ancora, come sempre, sulla guerra di conquista, e smettiamola di dire che vogliamo "esportare la democrazia", che "abbiamo a cuore i diritti umani" o che vogliamo un mondo basato sulla negoziazione e la diplomazia e non sulla guerra.
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certamente;
quello che contesto è solo l'efficacia di modulare precettiziamente e d'imperio le scelte degli aggregati umani, perché non sembra sia mai stato possibile più di tanto e, quando qualcuno ci ha provato, i risultati sono stati fallimentari, in termini di conseguimento degli obiettivi;
ma infatti non è questa l'idea.
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si può anche ignorare il dato di osservazione del caos, cioè dell'imprevedibilità, e ragionare come uno o due secoli fa; ma una volta che si è osservato quel dato e si continua a ragionare come se gli aggregati fossero governabili d'imperio in modo efficiente si sta perseguendo un obiettivo diverso da quello dichiarato;
Di questo non ne sarei tanto sicura... la pubblicità, la propaganda dimostrano che certe cose non sono governabili, ma sono indirizzabili
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es. proprio: voglio instaurare il comunismo per conseguire giustizia sociale o un'economia sostenibile; osservazione: quel sistema di potere necessita comunque di un'oligarchia; conclusione: sto mirando al conseguimento di quel potere oligarchico, dato che il fine "giustizia sociale" o "sostenibilità ecologica" non è preventivabile in modo efficace;
lo stesso Lenin, diceva che fino a quando le masse non riconosceranno nei postulati etici, religiosi, nazionali, il travestimento di interessi di classe, esse saranno destinate alla servitù.
infatti l'idea era fornire i mezzi alle persone per capire più cose, in modo che potessero scegliere in maniera più consapevole.
Era comunque un'utopia.
Però le utopie servono per cercare di fare almeno dei miglioramenti.