Vuoi fare proprio l'ingenua, come facciamo a conoscerci bene se non sperimentiamo le nostre possibilità?
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Vuoi fare proprio l'ingenua, come facciamo a conoscerci bene se non sperimentiamo le nostre possibilità?
Possibilità di che? Che sperimenti?
Risintetizzo.
Da come hai detto mi sembra di aver capito che Vega da piccolina frequentava la chiesa, poi in seguito è divenuta atea; evidentemente o non ha ricevuto il messaggio giusto oppure non le interessava proprio credere in Dio, o per lo meno il Dio che ha inteso; niente di strano, ne conosco molti che hanno rinunciato all'idea di Dio in tenera età o più tardi.
Il mio caso è diverso, perché anche se ho frequentato la chiesa ed ho imparato che quel Dio predicato era impossibile realizzarlo nella mia realtà, riscontrando anche che a belle parole ed a bei pensieri non corrispondeva da parte dei predicatori di fatto la realtà, il famoso discorso che viene riportato anche nei vangeli: predichi bene e razzoli male.
A questo punto della mia vita però non ho abbandonato l'idea di conoscere Dio, ho invece abbandonato l'idea di quella chiesa ed ho approfondito per mio conto questa idea di Dio trasmessa da Gesù; e quando sei solo a cercare la via bisogna che ti appelli solo a te stesso e riscontri giorno per giorno se l'idea di Dio che mi vado facendo mi calza e questo lo posso riscontrare solo cercando di mettere in pratica ciò che leggo dai Vangeli; ecco quindi che la conoscenza da sola non mi basta ma devo verificarla in me attraverso la mia esperienza. Se uno ti dicesse: guarda axe che Dio fatto così, tu ti accontenteresti? Non credo; allora cosa fai o abbandoni quell'idea come ha fatto Vega o approfondisci come ho fatto io.
Mi spieghi cosa c'è di poco chiaro o contraddittorio?
i
c'è che conoscenza ed esperienza, ai fini della questione, sono la stessa cosa: un percorso autonomo della persona, che prescinde da qualsiasi intervento divino; questa è un'opinione, legittima; ma diversa da quella del "dono" della fede;
il dono della fede - distinto dalla disponibilità dei testi, in cui interviene la valutazione della ragione - implica una selettività di Dio nell'elargirlo; ora, qui la logica impone tre alternative:
a) o la predestinazione, di salvi e dannati in base alla fede, poiché questa è elargita o meno da Dio; oppure
b) la salvezza è anche del non credente che obbedisca alla sua coscienza; nel qual caso la fede diventa irrilevante e, per una serie di passaggi lo diventano anche la Passione e la Resurrezione; o ancora:
c) si deve attribuire una sorta di fede anche al non credente, rivedendo completamente la nozione stessa di fede, pe assimilarla piuttosto a quella dell'imperativo categorico; anche in questo caso, le conseguenze sulla forza delle religioni rivelate sarebbero devastanti.
E che c'entra dio e Gesù?
Il fatto è che tu parli con un credente, quindi conoscenza ed esperienza per me è di Dio.
E' la stessa cosa di avere un'idea di Dio e cercare di realizzarla e nel contempo sperimentarla per verificarla. E la vita per me e' un continuo avere quell'esperienza in quell'ottica. Il dono della fede è constatare che Dio c'è o non c'è, altrimenti che dono è.
Il punto a) sarebbe discriminatorio e impegnerebbe il nostro futuro e di conseguenza anche quello di Dio, essendo il Dio di cui parliamo legato all'uomo.
Il punto b) potrei condividerlo nel momento che le qualità della fede fossero adeguate, infatti come dice la Bibbia siamo tutti vasi diversi ma non importa la forma o la grandezza purché con Dio tutti i vasi sono pieni, ed è il massimo che ci posa essere; cioè se ho fede il mio vaso cresce ma risulta sempre pieno, se non ho fede in Dio ma sono coscienzioso il mio vaso è comunque pieno; se invece sono malvagio il mio vaso non solo non è pieno ma addirittura cercherò di riempirlo da solo andando sempre incontro al desiderio di volerlo riempire, in sostanza lì non esiste Dio perché sono io ad escluderlo, esiste solo la mia coscienza deviata o traviata con la quale prima o poi dovrò fare i conti.
Il punto c) secondo me è vero solo a metà, infatti non posso mettere sullo stesso piano due coscienze agli antipodi, la buona coscienza e la cattiva coscienza; per fare un esempio banale non poso considerare sullo stesso piano due ladri di cui uno ruba per necessità, cioè per vivere, ed uno che ruba perché non rispetta il prossimo e le sue cose.
benissimo; ma se Vega non ha ricevuto quel dono, quindi non constata, vuol dire che Dio seleziona ed è Lui in ultima istanza a dacidere; se quella fede è essenziale per la salvezza, allora Vega è dannata; se non lo è, non lo è; ma anche il senso delle rivelazioni religiose diventa dispensabile.
chi ha accostato Dio a Gesú ?
le scritture?
dunque si crede in automatico..:mumble:
In un certo senso: Si'.
Seppur sarebbe meglio specificare.. Chi/da dove sorge il binomio: entita' divina + Krystos ??
Quindi NON tanto il personaggio somatico _ quanto il titolo (!) a lui affibbiato atto ad identificare colui che sarebbe RI-tornato trasformato e avente dunque un' entita' celeste.
E qui, per forza di cose, "spunta" sempre quel famoso personaggio tarsiota colui che si fa promotore per la sua causa di divinizzazione.
Infatti chi per "Primo" azzardo' una simile prospettiva è l' autore di quelle lettere-epistole _ quelle stesse che i selezionatori (nel II secolo) classificheranno come sacre !
Quindi la tua domanda è quanto mai attinente.. DALLE (nuove) scritture si evince come la Nuova entita' (il Messia/Cristo Pneumatico) è di natura divina e come tale è l' assoluta verita'.
Del resto basterebbe leggere la celeberrima lettera Ai Filippesi.. con quel suo esaltante proclama della PRE-esistenza del divinfiglio, ovvero il Rabbi storico colui che sarebbe nata da donna (seppur per il dottrinario è del tutto inconoscibile il suo nome _ sic !) e dopo la sua scomparsa da questo mondo (il famoso Gesu' POST-pasquale _ diventato Krystos Pneumatico) e da li' in poi.. iniziera' tutto quell' imponente impalcatura che conosciamo.
Per non parlare - poi - sull' origine della famosa "cristologia"... ( ne esci pazzo !)
Ci riprovo:
Dio ti destìna alla Salvezza. Disegna per te un cammino. Con meta finale "PARADISO"
Ma durante, tale cammino, rimani sempre e comunque pienamente libero di svicolare a destra, a sinistra o di tornare indietro e scegliere altre (più insicure e ingannevoli) vie.
Ciao, a lunedì! Buon fine-settimana (corta per me)
Buon fine-settimana a tutti, gente :approved:
Tu hai fatto un discorso diverso prima. Gesù c'è già stato e avrebbe riaperto il paradiso ok. Ora l'unica discriminante sono le azioni in vita. Tu già, per "deformazione professionale", devi sempre farla tragica, già tutti più che dannati, almeno in potenza, invece di mettere al 50% le possibili di salire nella suite o scendere nel tugurio.
stai parlando di Dio, non del magico Alverman eh...
se Dio ti destina, sei predestinato, non libero, proprio perché si tratta di Dio; se svicoli a destra o sinistra, il tuo Dio onnisciente, presciente, non lo sa già da prima, sin dal momento della tua creazione, e quindi ha già determinato che tu vada a destra o sinistra ? che libertà sarebbe questa ?
libertà di fare cosa, che non fosse già decisa in Mente Dei ancor prima che ti conoscessero i tuoi genitori ?
renditi conto che se tu fai qualcosa che non abbia deciso direttamente Dio che tu avresti fatto, stai negando la prescienza divina e/o la sua onnipotenza nel determinare gli eventi o le azioni umane; perché tu potresti anche credere di essere libero, ma poi dovresti spiegare il perché Dio ti avrebbe fatto in modo che tu facessi quel determinato uso della tua libertà, visto che lo sapeva già prima;
non è che te la puoi cavare ripetendo che Dio ti ha fatto libero, perché l'onniscienza/prescienza significa inequivocabilmente che Egli sapeva che ti saresti sposato, avresti avuto figli, avresti fatto questo e quello, sin dal momento della creazione, e quindi già determinato, predestinato, a prescindere dalla tua illusione di aver deciso qualcosa;
questo è il problema.
Semplifichiamo: se l'uomo è libero di agire, a che pro Cristo è stato creato "prima di tutti i secoli"? Significa che Dio aveva in mente un disegno preciso, alla faccia del libero arbitrio.
Facciamo a non capirci, il dono della fede è come un pacco da aprire, se non lo apri non puoi sapere cosa c'è dentro, ma il pacco è per tutti.
Ogni essere si domanda: da dove viene tutto ciò? Non certo da me, allora apri il pacco e cominci ad avere fede in un essere di uno stato superiore. Ma se attribuisci al caso tutto il creato allora il pacco non lo apri e continui a cercare risposte, ma il caso non ti potrà mai rispondere definitivamente.
Ma come fa la fede ad essere un dono? Dio instilla qualcosa nell'uomo oppure no. La fede non può essere alla stregua di un oggetto dato che si tratta di qualcosa relativo a pensieri e sentimenti. O scatta qualcosa dentro e allora la persona arriva a credere in dio oppure al contrario dio non potrebbe altro che influenzare la nostra mente.
Sono anni che mi esprimo ma se tu cerchi l'oggettività non potrai mai capirmi perché per me Dio è una questione personale, soggettiva.
Se faccio una cosa o prima o durante o dopo so (già) se quello che faccio sia gradito a Dio oppure no. Vuoi che ti specifichi per filo e per segno tutta la mia vita? Non è possibile.
In fondo capire se una cosa sia gradita a Dio basterebbe capire se quello che si fa sia una cosa fatta bene o fatta male.
Dio è nella mia coscienza, posso spiegarti la mia coscienza?
E si vede che sono anni che non ti capisco o anche capiamo.
Tu dici sperimento dio poi parli di azioni. A casa mia don due cose differenti.
Il fatto di fare azioni altruistiche ad esempio ti farà sicuramente sperimentare l'altruismo ed i benefici all'aktra persona e a te.
Per te questo significherà penso una qualche prova dell'esistenza di dio e della validità di un principio etico e morale. Ma nella realtà ciò non dimostra affatto che esiste un dio e che tu entri in contatto con lui, visto che ti e vi piace tanto fare i distinguo fra chi crede e chi no e la capacità di comprensione, "illuminazione" che ne dovrebbe derivare.