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Sete di te m'incalza
Sete di te m'incalza nelle notti affamate.
Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.
Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
Mi segui come gli astri seguono la notte.
Mia madre mi partor� pieno di domande sottili.
Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
Solco per il torbido seme del mio nome.
Esista una terra mia che non copra la tua orma.
Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.
Per questo sei la sete e ci� che deve saziarla.
Come poter non amarti se per questo devo amarti.
Se questo � il legame come poterlo tagliare, come.
Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
Sete di te, sete di te, ghirlanda arroce e dolce.
Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
Gli occhi hanno sete, perch� esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perch� esistono i tuoi baci.
L'anima � accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucer� il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.
PABLO NERUDA
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Bambino,
se trovi l'aquilone della tua fantasia
legalo con l'intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventer� una pianta
che ti coprir� con le sue foglie.
Fa delle tue mani due bianche colombe
e portino la pace ovunque
e l'ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell'acqua del sentimento
ALDA MERINI
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Autotomia
In caso di pericolo, l'oloturia si divide in due:
d� un s� in pasto al mondo,
e con l'altro fugge.
Si scinde in un colpo in rovina e salvezza,
in ammenda e premio, in ci� che � stato e ci� che sar�.
Nel mezzo del suo corpo si apre un abisso
con due sponde subito estranee.
Su una la morte, sull'altra la vita.
Qui la disperazione, l� la fiducia.
Se esiste una bilancia, ha piatti immobili.
Se c'� giustizia, eccola.
Morire quanto necessario, senza eccedere.
Rinascere quanto occorre da ci� che si � salvato.
Gi�, anche noi sappiamo dividerci in due.
Ma solo in corpo e sussurro interrotto.
In corpo e poesia.
Da un lato la gola, il riso dall'altro,
un riso leggero, di gi� soffocato.
Qui il cuore pesante, l� non omnis moriar ,
tre piccole parole, soltanto, tre piume di un volo.
L'abisso non ci divide.
L'abisso ci circonda.
W. Szymborska
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Non solo il fuoco
Ahi, s�, ricordo,
ahi, i tuoi occhi chiusi
come pieni dentro di luce nera,
tutto il tuo corpo come una mano aperta,
come un grappolo bianco della luna,
e l'estasi,
quando un fulmine ci uccide,
quando un pugnale ci ferisce nelle radici
e una luce ci spezza la chioma,
e quando
di nuovo
torniamo alla vita,
come uscissimo dall'oceano,
come tornassimo feriti
dal naufragio
tra le pietre e l'alghe rosse.
Ahi, vita mia,
non solo il fuoco tra noi arde,
ma tutta la vita,
la semplice storia,
l'amore semplice
di una donna e d'un uomo
uguali a tutti gli altri.
-- Pablo Neruda
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Ognuno sta solo
sul cuore della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed � subito sera.
Salvatore Quasimodo
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Amore, quando ti diranno che t'ho dimenticata,
e anche se sar� io a dirlo, quando io te lo dir�,
non credermi. (Pablo Neruda)
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Ottobre
Un tempo, era d'estate,
era a quel fuoco, a quegli ardori,
che si destava la mia fantasia.
Inclino adesso all'autunno
dal colore che inebria;
amo la stanca stagione
che ha gi� vendemmiato.
Niente pi� mi somiglia,
nulla pi� mi consola,
di quest'aria che odora
di mosto e di vino
di questo vecchio sole ottobrino
che splende nelle vigne saccheggiate.
(V. Cardarelli)
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Tre fiammiferi accesi
Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L'ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.
Jacques Pr�vert
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Io vo... tu vai... si va...
Ma non chiedere dove
ti direbbero una bugia:
dove non si sa.
E � tanto bello quando uno va.
Io vo... tu vai... si va...
perch� soltanto andare
in un mondo di ciechi
� la felicit�.
Aldo Palazzeschi
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L'ora nostra
Sai un'ora del giorno che pi� bella
sia della sera? tanto
pi� bella e meno amata? � quella
che di poco i suoi sacri ozi precede;
l'ora che intensa � l'opera, e si vede
la gente mareggiare nelle strade;
sulle mole quadrate delle case
una luna sfumata, una che appena
discerni nell'aria serena.
� l'ora che lasciavi la campagna
per goderti la tua cara citt�,
dal golfo luminoso alla montagna
varia d'aspetti in sua bella unit�;
l'ora che la mia vita in piena va
come un fiume al suo mare;
e il mio pensiero, il lesto camminare
della folla, gli artieri in cima all'alta
scala, il fanciullo che correndo salta
sul carro fragoroso, tutto appare
fermo nell'atto, tutto questo andare
ha una parvenza d'immobilit�.
� l'ora grande, l'ora che accompagna
meglio la nostra vendemmiante et�.
Umberto Saba
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L'albatro
Per dilettarsi, sovente, le ciurme
catturano degli �lbatri, marini
grandi uccelli, che seguono, indolenti
compagni di viaggio, il bastimento
che scivolando va su amari abissi.
E li hanno appena sulla tolda posti
che questi re dell'azzurro abbandonano,
inetti e vergognosi, ai loro fianchi
miseramente, come remi, inerti
le candide e grandi ali. Com'� goffo
e imbelle questo alato viaggiatore!
Lui, poco fa s� bello, com'� brutto
e comico! Qualcuno con la pipa
il becco qui gli stuzzica; l� un altro
l'infermo che volava, zoppicando
scimmieggia.
Come il principe dei nembi
� il Poeta che, avvezzo alla tempesta,
si ride dell'arciere: ma esiliato
sulla terra, fra scherni, camminare
non pu� per le sue ali di gigante.
Baudelaire
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Alla vita
Amici ci aspetta una barca e dondola
nella luce ove il cielo s'inarca
e tocca il mare, volano creature pazze ad amare
il viso d'Iddio caldo di speranza
in alto in basso cercando
affetto in ogni occulta distanza
e piangono: noi siamo in terra
ma ci potremo un giorno librare
esilmente piegare sul seno divino
come rose dai muri nelle strade odorose
sul bimbo che le chiede senza voce.
Amici dalla barca si vede il mondo
e in lui una verit� che precede
intrepida, un sospiro profondo
dalle foci alle sorgenti;
la Madonna dagli occhi trasparenti
scende adagio incontro ai morenti,
raccoglie il cumulo della vita, i dolori
le voglie segrete da anni sulla faccia inumidita.
Le ragazze alla finestra annerita
con lo sguardo verso i monti
non sanno finire d'aspettare l'avvenire.
Nelle stanze la voce materna
senza origine, senza profondit� s'alterna
col silenzio della terra, � bella
e tutto par nato da quella.
MARIO LUZI
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Il balcone
Pareva facile giuoco
mutare in nulla lo spazio
che m'era aperto, in un tedio
malcerto il certo tuo fuoco.
Ora a quel vuoto ho congiunto
ogni mio tardo motivo,
sull'arduo nulla si spunta
l'ansia di attenderti vivo.
La vita che d� barlumi
� quella che sola tu scorgi.
A lei ti sporgi da questa
finestra che non s'illumina.
Eugenio Montale
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La strada mia
la strada � lunga, ma er deppi� l'ho fatto:
so dov'arrivo e nun me pijo pena.
ci� er core in pace e l'anima serena
der savio che s'ammaschera da matto.
se me frulla un pensiero che me scoccia
me fermo a beve e chiedo ajuto ar vino:
poi me la canto e seguito er cammino
cor destino in saccoccia.
Trilussa
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Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Mi ha dato due occhi
Che quando li apro
Chiaramente vedo
Il nero e il bianco,
Chiaramente vedo il cielo alto
Brillare al fondo,
Nella moltitudine
L�uomo che amo.
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Mi ha dato l�udito
Cos� certo e chiaro
Sento notti e giorni
Grilli e canarini
Turbini martelli
E lunghi pianti di cani
E la voce tenera
del mio amato
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Mi ha dato il passo
Dei miei piedi stanchi
Con loro ho attraversato
Citt� e pozze di fango
Lunghe spiagge vuote
Valli e poi alte montagne
E la tua casa la tua strada
Il tuo cortile
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Del mio cuore in petto
Il battito chiaro
Quando guardo il frutto
Della mente umana
Quando vedo la distanza
Tra il bene e il male
Quando guardo il fondo
Dei tuoi occhi chiari
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto
Mi ha dato il sorriso
E mi ha dato il pianto
Cos� io distinguo
La buona o brutta sorte
Cos� le sensazioni che fanno
Il mio canto
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto
VIOLETA PARRA
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Or poserai per sempre,
stanco mio cor. Per� l'inganno estremo
ch'eterno io mi credei. Per�. Ben sento,
in noi di cari inganni,
non che la speme, il desiderio � spento.
Posa per sempre. Assai
palpitasti. Non val cosa nessuna
i moti tuoi, n� di sospiri � degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango � il mondo.
T'acqueta omai. Dispera
l'ultima volta. Al gener nostro il fato
non don� che il morire. Omai disprezza
te, la natura, il brutto
poter che, ascoso, a comun danno impera
e l'infinita vanit� del tutto.
GIACOMO LEOPARDI
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MALALA
Onora il vento
il tuo timbro
� ricco di vero coraggio
quel senso denso
di un verso libero
Nasce la tua forza a gran voce ,la storia � scritta
come graffito sulla roccia e sul tuo pianto
il deserto
ogni suo granello ti regala rotolando rose
il mare ti regala lacrime di perle
ed ogni essere pensante ti � amico di pelle.
tu sei il segno,di nuova specie,
il dito puntato
verso l'infinito
che non s'inchina al nemico....
ANONIMO
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SERA DI GAVINANA
Ecco la sera e spiove
sul toscano Appennino.
Con lo scender che fa le nubi a valle,
prese a lembi qua e l�
come ragne fra gli alberi intricate,
si colorano i monti di viola.
Dolce vagare allora
per chi s'affanna il giorno
ed in se stesso, incredulo, si torce.
Viene dai borghi, qui sotto, in faccende,
un vociar lieto e folto in cui si sente
il giorno che declina
e il riposo imminente.
Vi si mischia il pulsare, il batter secco
ed alto del camion sullo stradone
bianco che varca i monti.
E tutto quanto a sera,
grilli, campane, fonti,
fa concerto e preghiera,
trema nell'aria sgombra.
Ma come pi� rifulge,
nell'ora che non ha un'altra luce,
il manto dei tuoi fianchi ampi, Appennino.
Sui tuoi prati che salgono a gironi,
questo liquido verde, che rispunta
fra gl'inganni del sole ad ogni acquata,
al vento trascolora, e mi rapisce,
per l'inquieto cammino,
s� che teneramente fa star muta
l'anima vagabonda.
V.CARDARELLI
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Scrivere come sai dimenticare,
scrivere e dimenticare.
Tenere un mondo intero sul palmo
e dopo soffiare.
Pierluigi Cappello
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Bella!
Il nostro amore non si muove
Testardo come un mulo
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Stupido come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino.
Jacques Pr�vert
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La storia non si snoda
come una catena
di anelli ininterrotta.
In ogni caso
molti anelli non tengono.
La storia non contiene
il prima e il dopo,
nulla che in lei borbotti
a lento fuoco.
La storia non � prodotta
da chi la pensa e neppure
da chi l'ignora. La storia
non si fa strada, si ostina,
detesta il poco a poco, non procede
n� recede, si sposta di binario
e la sua direzione
non � nell'orario.
La storia non giustifica
e non deplora,
la storia non � intrinseca
perch� � fuori.
La storia non somministra carezze o colpi di frusta.
La storia non � magistra
di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve
a farla pi� vera e pi� giusta.
La storia non � poi
la devastante ruspa che si dice.
Lascia sottopassaggi, cripte, buche
e nascondigli. C'� chi sopravvive.
La storia � anche benevola: distrugge
quanto pi� pu�: se esagerasse, certo
sarebbe meglio, ma la storia � a corto
di notizie, non compie tutte le sue vendette.
La storia gratta il fondo
come una rete a strascico
con qualche strappo e pi� di un pesce sfugge.
Qualche volta s'incontra l'ectoplasma
d'uno scampato e non sembra particolarmente felice.
Ignora di essere fuori, nessuno glie n'ha parlato.
Gli altri, nel sacco, si credono
pi� liberi di lui.
EUGENIO MONTALE
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Perdimi, Signore, che non oda
gli anni sommersi taciti spogliarmi,
si che cangi la pene in moto aperto:
curva minore
del vivere m'avanza.
E fammi vento che naviga felice,
o seme d'orzo o lebbra
che s� esprima in pieno divenire.
E sta facile amarti
in erba che accima alla luce,
in piaga che buca la carne.
Io tento una vita:
ognuno si scalza e vacilla
in ricerca.
Ancora mi lasci: son solo
nell'ombra che in sera si spande,
n� valico s'apre al dolce
sfociare del sangue.
SALVATORE QUASIMODO
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Pensiero, io non ho pi� parole.
Ma cosa sei tu in sostanza?
qualcosa che lacrima a volte,
e a volte d� luce....
Pensiero, dove hai le radici?
Nella mia anima folle
o nel mio grembo distrutto?
Sei cosi ardito vorace,
consumi ogni distanza;
dimmi che io mi ritorca
come ha gi� fatto Orfeo
guardando la sua Euridice,
e cosi possa perderti
nell'antro della follia.
ALDA MERINI
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Viviamo in tempi infami
Viviamo in tempi infami
dove il matrimonio delle anime
deve suggellare l'unione dei cuori;
in quest'ora di orribili tempeste
non � troppo aver coraggio in due
per vivere sotto tali vincitori.
Di fronte a quanto si osa
dovremo innalzarci,
sopra ogni cosa, coppia rapita
nell'estasi austera del giusto,
e proclamare con un gesto augusto
il nostro amore fiero, come una sfida.
Ma che bisogno c'� di dirtelo.
Tu la bont�, tu il sorriso,
non sei tu anche il consiglio,
il buon consiglio leale e fiero,
bambina ridente dal pensiero grave
a cui tutto il mio cuore dice: Grazie!
Paul Verlaine
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Non solo il fuoco
Ahi, s�, ricordo,
ahi, i tuoi occhi chiusi
come pieni dentro di luce nera,
tutto il tuo corpo come una mano aperta,
come un grappolo bianco della luna,
e l'estasi,
quando un fulmine ci uccide,
quando un pugnale ci ferisce nelle radici
e una luce ci spezza la chioma,
e quando
di nuovo
torniamo alla vita,
come uscissimo dall'oceano,
come tornassimo feriti
dal naufragio
tra le pietre e l'alghe rosse.
Ahi, vita mia,
non solo il fuoco tra noi arde,
ma tutta la vita,
la semplice storia,
l'amore semplice
di una donna e d'un uomo
uguali a tutti gli altri.
PABLO NERUDA
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L�ALBATRO
Spesso, per divertirsi, gli uomini d'equipaggio
Catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
Che seguono, indolenti compagni di v�aggio,
Il vascello che va sopra gli abissi amari.
E li hanno appena posti sul ponte della nave
Che, inetti e vergognosi, questi re dell'azzurro
Pietosamente calano le grandi ali bianche,
Come dei remi inerti, accanto ai loro fianchi.
Com'� goffo e maldestro, l'alato viaggiatore!
Lui, prima cos� bello, com'� comico e brutto!
Qualcuno, con la pipa, gli solletica il becco,
L'altro, arrancando, mima l'infermo che volava!
Il Poeta assomiglia al principe dei nembi
Che abita la tempesta e ride dell'arciere;
Ma esule sulla terra, al centro degli scherni,
Per le ali di gigante non riesce a camminare.
C.BAUDELAIRE
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Assenza
C�� mancato poco
che mia madre sposasse
il signor Zbigniew B. di Zdu?ska Wola.
E se mai fosse nata una figlia � non sarei stata io.
Forse una dotata di pi� memoria per volti e nomi,
e melodie udite una volta soltanto.
Infallibile nel riconoscere ogni uccello.
Con voti eccellenti in chimica e fisica,
e pi� scarsi in polacco,
ma che di nascosto avrebbe scritto poesie
subito molto pi� interessanti delle mie.
C'� mancato poco
che mio padre intanto sposasse
la signorina Jadwiga R. di Zakopane.
E se mai fosse nata una figlia � non sarei stata io.
Forse una pi� ostinata nell'averla vinta.
Una che salterebbe senza paura nell�acqua fonda.
Propensa a subire le emozioni della folla.
Vista di continuo in pi� luoghi contemporaneamente,
ma di rado su un libro, molto spesso in cortile
a giocare a pallone insieme ai ragazzini.
Forse si sarebbero perfino incontrate
nella stessa scuola e nella stessa classe.
Ma senza fare coppia,
nessuna parentela,
e nella foto di gruppo ben distanti.
Ragazzine, mettetevi qui
� avrebbe detto il fotografo �
quelle pi� basse davanti, quelle pi� alte dietro.
E al mio segnale fate un bel sorriso.
Ma prima contatevi,
ci siete tutte?
� S�, signore, tutte.
Wislawa Szymborska
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Se qualcuno
Se qualcuno un giorno bussa alla tua porta,
dicendo che � un mio emissario,
non credergli, anche se sono io;
ch� il mio orgoglio vanitoso non ammette
neanche che si bussi
alla porta irreale del cielo.
Ma se, ovviamente, senza che tu senta
bussare, vai ad aprire la porta
e trovi qualcuno come in attesa
di bussare, medita un poco. Quello �
il mio emissario e me e ci� che
di disperato il mio orgoglio ammette.
Apri a chi non bussa alla tua porta.
Fernando Pessoa
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Il balcone
Pareva facile giuoco
mutare in nulla lo spazio
che m'era aperto, in un tedio
malcerto il certo tuo fuoco.
Ora a quel vuoto ho congiunto
ogni mio tardo motivo,
sull'arduo nulla si spunta
l'ansia di attenderti vivo.
La vita che d� barlumi
� quella che sola tu scorgi.
A lei ti sporgi da questa
finestra che non s'illumina.
EUGENIO MONTALE