Originariamente Scritto da
Lilia
@ Conogelato ( mi mette un freddo dire, conogelato...).
Non puoi sempre riferirti alle pagine della Bibbia,
devi tenere in considerazione anche la costru-
zione teologica degli ultimi anni.
Un tempo, e anche fino a pochi anni fa, si cre-
deva che l'uomo nei primi tempi della sua esistenza sulla terra
si sarebbe trovato in una condizione di straordinaria perfezio-
ne chiamata abitualmente stato di giustizia originale. Oltre
alle caratteristiche della sua natura e ai doni soprannaturali
( grazia, virtù e doni infusi), l'uomo sarebbe stato dotato di
doni preternaturali,: l'immunità dalla morte (immortalità), dal
dolore ( felicità), dalla concupiscenza disordinata (sottomis-
sione dei moti istintivi alla ragione) e dall'ignoranza ( scienza infusa).
Inoltre, come pensavano alcuni teologi, in questa concezione l'im-
magine dello stato paradisiaco è pensata in un contesto fissista,
e in conformità alla persuasione universale e istintiva secondo cui
tutto ciò che è più vicino al principio è più perfetto e poi si degrada.
In realtà la Bibbia non presenta Adamo ( l'Uomo) in uno stato di per-
fezione intellettuale e morale. I frutti dell'albero della conoscenza del bene
e del male e dell'albero della vita non erano alla sua portata.
L'uomo, ad es, non era immortale, se proprio per impedire che egli lo divenisse,
prendendo anche il frutto dell'albero della vita, fu cacciato dal Paradiso
: "Ora egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della
vita, ne mangi e ne viva per sempre".( Gen 3-22).
La Bibbia di Gerusalemme commenta. " L'uomo è mortale per natura,
ma aspira all'immortalità che gli verrà finalmente accordata".
La stessa minaccia di morte ( Gen 3-3) non prova che l'uomo fosse
immortale, ma, al contrario, che poteva morire.
Negli ultimi decenni la costruzione teologica e l'esposizione abituale
dei catechismi, che risentivano di antichi miti, sono state profonda-
mente modificate." L'uomo è sempre esistito come noi lo conosciamo
ora, sottomesso alla legge della sofferenza e della morte.
Il peccato non ha introdotto cambiamenti di ordine biologico nella natura
umana. Non ha avuto come risultato di fare di un essere inizialmente
immortale e immunizzato contro l'usura delle forze corporali un essere sottomesso
alla necessità di soffrire e di morire".