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L'epitaffio di Villon (L'épitaphe Villon) o meglio conosciuta come La ballata degli impiccati, poesia da cui De André trasse l'omonima canzone; venne composta da Villon probabilmente in carcere, nell'attesa della sua esecuzione:
Fratelli umani che ancora vivete,
non abbiate per noi indurito il cuore,
Ché se pietà di noi miseri avete
grazia da Dio ve ne verrà maggiore.
In cinque, sei, qui appesi ci vedete;
quella carne, che troppo abbiam nutrita,
da tempo è divorata, imputridita,
e noi, ora ossa, sarem cenere e polvere.
Della nostra sventura non si rida;
pregate Iddio ché ci voglia assolvere!
Se vi chiamiam fratelli non dovete
disdegnare tal nome, anche se fummo
messi a morte dal boia: voi sapete
che gli uomini hanno tutti poco senno;
per noi, poiché siam morti, intercedete
presso il figliuolo di Maria, Gesù,
ché la sua grazia ci spenga la sete,
e ci preservi dalla nera folgore.
Siam morti, uom non ci molesti più;
pregate Iddio ché ci voglia assolvere!
La pioggia ci ha lavati e lisciviati
e il sole disseccati e fatti neri;
le piche e i corvi gli occhi ci han cavati,
e strappato dal cranio e ciglia e peli.
Non ci è dato ristare un solo momento;
e di qua e di là, a mutar di vento,
senza posa balliamo a suo piacere;
ditàli siam, dai becchi crivellati.
State lontni dai nostri peccati,
pregate Iddio ché ci voglia assolvere!
O principe di tutto, eterno Gesù,
fa' che non ci abbia in sua balìa l'Inferno:
tra quello e noi nulla sia da risolvere.
Uomini, qui non c'è scherzo né scherno;
pregate Iddio ché ci voglia assolvere!
François Villon
(traduzione di Luigi de Nardis)
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Non la conoscevo. Sublime.
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IL VERO CICATRIZIALE, agganciato
all'estremo, al non
districabile
Da tanto s'è ballato il ballo celebrativo,
quello di conio greve,
qui, all'ingresso,
dove tutto succede un' altra volta,
infine,
con foga,
da tanto.
Paul Celan da "Oscurato"
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TESTA DI FAUNO
Tra le foglie, verde scrigno macchiato d'oro,
tra le incerte foglie fiorite
di splendidi fiori dove dorme un bacio,
vivo, strappando il lieve ricamo,
un fauno spaurito mostra i suoi occhi
e morde i fiori rossi con denti bianchissimi.
Scuro e sanguigno come vino invecchiato
il suo labbro esplode in risa tra le fronde.
E quando s'è dileguato - come uno scoiattolo -
il riso suo ancor trema tra le foglie;
lo vedi spaventarsi d'un fringuello
quel bacio aureo del bosco, e rannicchiarsi.
Arthur Rimbaud
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[I]Come le margherite
Perficere la vita non si pu
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Il giorno ad urlapicchio
Ci son dei giorni sm
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[I][...]
Vergine, quante lagrime
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[I]Addii
Grandi stanze di vecchie case avite
di provincia
piene di fischi di navi lontane, piene
di spenti rintocchi di campane
e di battiti profondi
d'orologi antichissimi. Nessuno abita
pi
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[I]Traccio un solco per terra, in riva al mare:
e la marea subito lo spiana.
Cos
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I giusti
[I]Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi
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I heard the old, old men say,
'Everything alters,
And one by one we drop away.'
They had hands like claws, and their knees
Were twisted like the old thorn-trees
By the waters.
I heard the old, old men say,
'All that's beautiful drifts away
Like the waters.'
W. B. Yeats, The Old Men admiring themselves in the Water