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Postal
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Regia: Uwe Boll
Genere: Azione
Durata: 109'
Cast: Zack Ward, Dave Foley, Erick Avari
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Trama: Bin Laden e George Bush sono coalizzati per far finire il nostro amato mondo per colpa di un letale virus. Questo virus per
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The Air I Breathe
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Un film di Jieho Lee. Con Forest Whitaker, Andy Garcia, Kevin Bacon, Brendan Fraser, Julie Delpy, Sarah Michelle Gellar, Emile Hirsch. Genere Drammatico, colore 95 minuti. - Produzione Messico, USA 2007. - Distribuzione C.D.I. - [Uscita nelle sale venerd
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Il seme della discordia
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Un film di Pappi Corsicato. Con Alessandro Gassman, Caterina Murino, Isabella Ferrari, Valeria Fabrizi, Michele Venitucci, Martina Stella, Angelo Infanti, Monica Guerritore, Iaia Forte, Rosalia Porcaro, Eleonora Pedron, Lucilla Agosti. Genere Commedia, colore 85 minuti. - Produzione Italia 2008. - Distribuzione Medusa - [Uscita nelle sale venerd
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Un giorno perfetto
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Un film di Ferzan Ozpetek. Con Isabella Ferrari, Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, Monica Guerritore, Nicole Grimaudo, Valerio Binasco, Angela Finocchiaro, Federico Costantini, Nicole Murgia. Genere Drammatico, colore 95 minuti. - Produzione Italia 2008. - Distribuzione 01 Distribution - [Uscita nelle sale venerd
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"Il Seme della Discordia" si
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Decameron Pie
(Virgin Territory)
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Un film di David Leland. Con Hayden Christensen, Mischa Barton, Tim Roth, Craig Parkinson, Rosalind Halstead, Kate Groombridge, Christopher Egan, Ryan Cartwright, Matthew Rhys, Rupert Friend, Anna Galiena, Silvia Colloca, Elisabetta Canalis, Chiara Gensini, Katy Louise Saunders. Genere Drammatico, colore 97 minuti. - Produzione USA, Italia, Gran Bretagna, Lussemburgo 2007. - Distribuzione Eagle Pictures - [Uscita nelle sale venerdì 5 settembre 2008]
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Trama: Firenze, 1346- La peste flagella la città e la ricca ereditiera Pampinea Anastagi perde il padre per colpa del morbo. Il bieco Gerbino La Ratta vorrebbe costringerla a sposarlo per accaparrarsi i capitali e le terre della donzella, ma lei rifiuta sia lui che un ricco conte russo arrivato da Novograd in quanto innamorata dell'umile Lorenzo De Lamberti. Ma Gerbino tende un agguato al conte e costringe Lorenzo a ripararsi in un convento di suore, dove finge di essere sordo e muto, abile nel lavoro di giardiniere. I suoi sensi fintamente mancanti gli procureranno molte gioie sessuali con le avvenenti monache del convento, tranquille che lui non potrà mai confessarne i peccati, però anche Pampinea arriva nella casa del Signore a chiedere rifugio. Adesso il pericolo maggiore è quello di essere scoperto e cacciato dal ricovero e finire vittima di Gerbino ...
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Commento: Molto fantasiosi i titolatori italiani a far diventare l'originale che suona come Territorio Vergine, ma si potrebbe sottoleggere come "Il territorio delle vergini", in "Decameron Pie", quasi come se fosse un escursione nel medioevo o nel passato (stile Superfantozzi) della famosa scanzonata serie americana di successo fra i teen (il logo del titolo nel cartellone è identico, rosso su fondo bianco). Invece nulla riconduce agli eredi di Porky's, almeno direttamente come personaggi (nel proseguio della recensione nel finale vi spiegheremo cosa possa c'entrare), ma è una pellicola che prende spunto dalle novelle di Boccaccio, che il cinema italiano aveva ampiamente saccheggiato negli anni settanta e ottanta con pellicole di lega più o meno bassa dopo il successo e lo scandalo (per quei tempi, adesso sarebbe una cosa ad acqua di rose) del lavoro di Pasolini del 1971. Ultima produzione dello scomparso Dino de Laurentiis, riprende uno dei fatti narrati anche da Pasolini, cioè quello del sordomuto che entra in un convento di suore e se la spassa alla grande con le monache felici di poter fare sesso con un uomo che non può narrare del loro peccato.
Mentre in Pasolini le suore erano comunque delle donne di normali fatture oppure anche delle racchie, qua in pratica sono tutte delle bellone perfette, partendo da Elisabetta Canalis che ci mostra il seno e la suora priora che è Anna Galliena.
Andando con ordine questa è la trama : Toscana, nel 1300 il bel Hayden Christensen (l'Anakin Skywalker dei capitoli due e tre di Star Wars) è Lorenzo, un giovane di basso tenore e borgo che si innamora ricambiato della altrettanto bella Misha Barton (famosa per la serie tv the O.C.) che fa la ricca Pampinea. Peccato che i loro sogni d'amore vengano interrotti dal flagello della peste : il padre di lei muore, e con intenzioni da sciacallo per appropriarsi del suo patrimonio arriva Gerbino La Ratta (un Tim Roth che recita tutto curvo e divertito da questa parte non certo impegnativa per le sue doti recitative), che la vuole come sposa e costringe alla fuga Lorenzo dopo aver cercato di ucciderlo. Il giovane trova riparo in un convento di suore, e, consigliato da un viandante, finge di essere sordomuto. Diventato giardiniere, il "povero" Lorenzo viene letteralmente assalito da tutte le suore (come si diceva sono delle bellone che si mostrano in assoluta tranquillità) che ne sfruttano le grazie in maniera ampia e totale (suora priora compresa). Peccato che il suo tranquillo fornicare venga interrotto dall'arrivo di Pampinea nel convento, in fuga da Gerbino e i suoi bravi.
In mezzo c'è anche un conte russo (Matthew Rhys), che conclude le frasi dicendo cucù, arrivato per sposare Pampinea secondo i desideri del defunto padre, ma anche questi deve scappare dalla furia di Gerbino. Senza parlare del pittore che diventa frate per convenienza e sete di denaro (interpretato da Craig Parkinson).
Coproduttore di questo film fuori dal tempo è Roberto Cavalli, che ovviamente fornisce i costumi che sono parte fondante ed integrante della pellicola data la sua natura, vestiti di buona fattura ma senza particolari ridondanze di stile, con dei particolari di pelle un po' troppo accentuati e non storicamente accettabili (vezzo da stilista).
Inutile dire che la peste che da il la alla vicenda è come se non ci fosse, data la natura licenziosa del prodotto ci si concentra molto di più sui corpi (mostrati liberamente di retro e il davanti alto) sani e vivi che quelli minati dal morbo. David Leland fa una cosa che gli piace moltissimo, cioè mischiare il sacro con il profano non solo visivamente, ma anche nel lessico, con il pittore che parla del sesso degli angeli (nel visivo abbiamo anche una donna che in un sogno arriva come un angelo circondata da peni alati), ma visto che siamo di fronte a una pellicola tanto leggera di fondo (possiamo anche credere a una ragazza che non sa cosa sia una eiaculazione dopo averla provocata, agendo su un altro bellone come Christopher Egan, e poi tranquillamente spinge degli uomini a spogliarsi, un altra che sta con un avvinazzato che sembra la copia deforme di Bacco) la cosa non è certo provocatoria oppure scandalizzante. Il bello e l'incredibile, che per un po'il senso di passato e di racconto cortese licenzioso boccacesco resiste (favorito come si diceva dai buoni costumi ma anche dagli ambienti grandi e da sogno) ma poi vengono introdotte facezie di bassa lega (le mammelle di una mucca come un pene che eiacula su un viso maschile, la sfilata dei sederi dei bruti e l'elogio del piccolo pene con la lotta maschile delle braghe calate) e sopratutto la musica rock della ost ci tolgono del tutto il (poco) fascino dell'antico che c'era. I dialoghi sono poi del tutto vuoti, quando si cita direttamente Boccaccio ("Baciami pure tanto la tua bocca poi torna pura come la luna che risorge") lo si dice per pudore, lasciando lo spettatore in una sorta di stasi che chiede soltanto le nuove nudità per tornare interessante.
Ognuno fa una cosa contro le leggi della società per proprio interesse, l'unico che rimane puro, e a quanto pare ha il dono migliore, è il conte russo di nobile cuore.
In definitiva l'anacronismo coraggioso del film cozza contro la sua necessità di avere cose messe per dover piacere a un pubblico giovane e moderno, per cui il minimo di prosa sindacale necessaria visti genere e natura rimane inesistente. Rimane una pellicola sboccata, dai buoni costumi e dagli incantevoli paesaggi, e che non esita a mostrare le floride donne (quando non sono nude hanno corpetti che ne fanno esplodere i seni) infarcita di stupidaggini che a un pubblico ancora in vacanza e senza nessuna voglia di domandarsi troppe cose potrebbe divertire blandamente. In fondo, se ci ragionamo bene, il riadattamento giovanile del Boccaccio per queste cose con il titolo italiano molto più di qualcosa c'entra.
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[QUOTE=Lady Alessia;923500]"Il Seme della Discordia" si
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Citazione:
Originariamente Scritto da
marsellus wallace
troppo gentile come sempre Alessia, e grazie per leggermi in ambedue i siti. per settimana prossima finalmente arriva hancock! con will smith. stay tuned boys and girls!
Ma di niente. :)
Gi
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The Reeker
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Regia: Dave Payne
Genere: Horror
Durata: 90'
Cast: Devon Gummersall, Derek Richardson, Tina Illman
Trama: Cinque ragazzi, tre uomini e due donne, si mettono in strada per raggiungere un rave party. Uno di essi, Trip, ha rubato un centinaio di pasticche di ecstasy a Radford, un giovane dottore con aspirazione di grande pusher, e si sente in pericolo. Il gruppo per giungere a destinazione deve percorrere una autostrada che viene chiusa misteriosamente : rimasti senza benzina trovano rifugio presso un motel misteriosamente abbandonato, ma una crudele minaccia arriva a cercare di ghermire le loro giovani vite. I problemi derivati dal furto di Trip saranno davvero secondari ...
Commento: Non si sa se il misterioso titolo di questo film riguardi il fatto che la misteriosa minaccia venga sentita per via di un odore particolare (reek significa puzzo o fetore), ma di sicuro purtroppo l'odore maleodorante di cinema povero di serie B (la produzione preferisce chiamarlo indipendente) lo spettatore lo sente maledettamente bene. E questo The Reeker (recupero del 2005)
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gli arrivi prossimi poi sono esplosivi : oltre a will smith, abbiamo la supersfida tra pacino e deniro, i coen, e marco bechis con la terra degli uomini rossi (autore che adoro dai tempi di garage olimpo). possiamo davvero gioire noi amanti del bel cinema.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
marsellus wallace
gli arrivi prossimi poi sono esplosivi : oltre a will smith, abbiamo la supersfida tra pacino e deniro, i coen, e marco bechis con la terra degli uomini rossi (autore che adoro dai tempi di garage olimpo). possiamo davvero gioire noi amanti del bel cinema.
Gi
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Hancock
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Un film di Peter Berg. Con Will Smith, Charlize Theron, Jason Bateman, Eddie Marsan, Jae Head, David Mattey. Genere Azione, colore 92 minuti. - Produzione USA 2008. - Distribuzione Sony Pictures
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Trama: John Hancock è un supereroe "off" che vive a Los Angeles, dorme su una panchina ingurgitando quantità industriali di alcool, combina disastri a non finire ai danni della città per il suo muoversi irrazionale, nonostante lui comunque alla fine catturi i malviventi.
La città conta i milioni di danni provocati da Hancock, e lo emargina considerandolo come una minaccia. Un Pr di nome Embrey, salvato da Hancock in maniera rocambolesca, cerca di convincerlo a ripulirsi e a tenere un sistema meno schizofrenico per combattere il crimine. Rinchiuso in prigione per seguire un programma correttivo del comportamento, Hancock ritrova molti dei criminali che ha fatto arrestare. Intanto la moglie di Embrey, Mary, segue con apprensione l'interesse del marito per Hancock. Sino a quando ...
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Commento: A Peter Berg (lo ricorderete come direttore della commedia nera, con Cameron Diaz, Cose molto cattive) deve essere piaciuta molto la serie tv di Heroes, tanto da voler dirigere un film che nei tratti la ricorda molto nonostante qui il protagonista (un Will Smith che fa il Superman nero, presente anche come produttore della pellicola) sia un singolo e non un gruppo, e i toni, sopratutto nella prima mezz'ora (decisamente la migliore del film) completamente diversi. Smith è John Hancock, un supereroe davvero singolare : sempre attaccato alla bottiglia a sbronzarsi, vive in un camper fuori dalla città di Las Vegas e a volte dorme ubriaco sulla panchine pubbliche. Lui è comunque un buono, combatte i cattivi, normalmente comuni criminali non dotati di superpoteri. Peccato che per eseguire le sue "buone azioni", con la mente ottenebrata dall'alcool, distrugge mezza città oppure cattura i malviventi facendo più danni di quelli che avrebbero fatto loro. Un giorno, dopo aver salvato Embrey (Jason Bateman, fu il contabile riservato di Mr.Magorium, con Hoffman e la Portman), un pr di buone maniere, ma aver anche combinato l'ennesimo disastro, stavolta ai danni di un treno, si decide a seguire un programma correttivo da svolgere in prigione, dove trova tutti i suoi nemici. Ma intanto il rapporto tra lui e la dolce moglie di Embrey, Mary (una Charlize Theron priva di particolari trucco/belletto ed affettuosa mamma e casalinga), prende l'aspetto di una sorta di conflitto/sospetto. Appena Hancock (che è il nome di uno dei firmatari della dichiarazione d'indipendenza, cit. dal film) compie la sua prima impresa da supereroe regolare (completo di tuta, senza mantello) le cose sembrano migliorare tra loro, ma nuove terribili minacce sono in agguato.
Will Smith dovrebbe cercarsi ruoli che hanno sceneggiature più solide e durature nell'arco temporale del film, ultimamente sembra che sia abbonato a una sorta del "film che si sgonfia" dopo un inizio brillante e ben orchestrato, per lasciare posto in seguito a delle trovate e delle prosecuzioni davvero poco entusiasmanti, oppure a delle rappresentazioni di discutibile credibilità e fascino. Così fu il recente Io sono leggenda, così è questo Hancock, che sembra uscito dalla penna dello sceneggiatore eversivo di fumetti Garth Ennis (autore di un fumetto come Pro, storia di una superoina prostituta e ninfomane). Indubbiamente la prima parte è valida, con l'apoteosi dell'eroe pieno di vizi e di alcool, barba incolta, che fa disastri, con quei voli radenti e le scene acrobatiche in aria. Poi dopo purtroppo il film comincia a mordersi la coda, si vede benissimo che non sa dove andare esattamente, si incarta spesso e anche il gran colpo di scena che avviene non è propriamente un volo di genio.
Ci sono anche dei momenti teneri un po' troppo zuccherosi (a questo proposito riteniamo il sotto-finale orribile) a incartapecorire il tutto, mentre le scene della prigione (prese pari pari da Prison Break, altra impronta televisiva sul film) risultano quanto mai forzate, con quei dialoghi claudicanti e le battute sempre uguali ("La tua testa finisce nel suo culo") ad infiorare il prato in maniera davvero povera.
Ci dobbiamo affidare al fascino sempiterno di Charlize Theron per trovare qualche appiglio a non annoiarci, qualche segnale di risveglio in una seconda parte di trama soporifera. Qui Berg non è riuscito a calibrare bene la progressione, da applicare a un ottimo spunto iniziale (inserisce anche scenette da avanspettacolo come quella del mattarello in testa) fidandosi della buona vena recitativa di Will Smith e cose che al pubblico possono piacere come i buoni sentimenti verso il pianeta (il logo “tuttocuore”) oppure lo stupore dei bimbi per l'eroe dai super poteri che regala emozioni, unito al cuore grande del bonaccione Embrey che vive le situazioni in maniera del tutto pacifica e riflessiva, novello Ned Flaunders, il vicino tutto bontà dei Simpsons.
Tutte queste cose rendono il lavoro una commedia inaspettata, visto l'incipt iniziale, per molti versi molto simile a quella con Uma Thuman intitolata My super exgirlfriends, anche se alcune virate verso il tragico, vista la natura dei nemici di Hancock, nel film con l'ex pupilla di Tarantino non c'erano. Si esce (non fatelo subito, c'è una scenetta in mezzo ai titoli di coda) con un po' di amaro in bocca, con il retrogusto di occasione sprecata partendo da una idea valida.
Da segnalare che all'inizio la camera a mano è come impazzita e potrete avere la sensazione da mal di mare, ma serve per sintonizzarsi alla sensazione che ha il protagonista da ubriaco, sentirsi come lui, poi tutto si stabilizza.
Alcuni effetti, sono davvero grandiosi e altisonanti (come la cisterna lanciata in aria) anche se alcuni voli radenti non sono proprio la perfezione visiva.
In definitiva un film che non sorregge quello che promette all'inizio, si disperde in cose un po' vacue, si impregna di zucchero e fornisce un colpo di scena straniante non del tutto riuscito in credibilità, ma è un divertimento di fattura sufficiente, godibile senza pretese anche per la bravura dei due protagonisti, con la Theron in una parte diversa dalle sue solite e Smith che si misura ancora con il mondo del fantastico. Le battute sulle copertine dei fumetti per scegliere il costume sono ottime.
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Piccolo grande eroe
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Titolo originale: Everyone's hero
Nazione: Canada, U.S.A.
Anno: 2006
Genere: Animazione
Durata: 90'
Regia: Christopher Reeve, Colin Brady, Dan St. Pierre
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 12 Settembre 2008 (cinema)
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Trama: 1932. New York. Yankee Irving è un bimbo di 10 anni che viene preso in giro dai suoi compagni di gioco per la sua scarsa capacità di giocare a baseball. Ma un giorno nel giardino di casa trova Screwie, una palla parlante dal carattere acido ma deciso, delusa dal trattamento che gli hanno riservato alle major league abbandonandola sul prato. Deciso a dimostrare le sue capacità, Yankee chiede al padre, che lavora allo stadio del baseball, di provare Darlin', la famosa mazza del grande campione Babe Ruth. Ma Darlin' viene trafugata da un magnate cinico dello sport che la crede l'unica forza del campione, il vero motivo della sua bravura. Deciso a ridare dignità al padre che è stato licenziato per via del furto, il coraggioso ragazzino parte con Screwie per ritrovarla e ridarla al giusto proprietario.
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Commento: "Ognuno può diventare eroe" recita il titolo originale del film, diretto da dei transfughi della Dreamworks e della Pixar come Colin Brady e Dan St. Pierre, in nome e memoria dello sfortunato Christopher Reeve (si proprio lui, il Superman per eccellenza), morto nel 2004 e di sua moglie Dana, deceduta quaranticinquenne prima dell'uscita del film in America (avvenuta nel 2006, con colpevole ritardo è stato ripescato da noi solo oggi). L'ex uomo d'acciaio partecipò intensamente alla sceneggiatura e agli storyboard, ecco il motivo per cui lo vedete accreditato in regia. Si diceva anche del titolo originale, un valore intrinseco perso poi nel titolo italiano, del fatto che non serve essere grandi e grossi o potenti, per compiere grandi azioni, basta che si abbia il coraggio di fare qualcosa e di avere degli amici, fa nulla se sono non proprio convenzionali.
Cartone animato dolce ma non melenso o infantile, lontano anni luce dalle mega produzioni animate in 3d che vogliono stupire con roboanti effetti speciali, è la storia di un ragazzino, Yankee Irving, maltrattato dai compagni di gioco per la sua scarsa attitudine allo sport, che mette nei guai il padre, lavoratore licenziato dello stadio locale del baseball, favorendo senza volerlo il furto della mitica mazza di Babe Ruth "Darlin'" (doppiata in originale da Whoopi Goldberg). Yankee voleva provare Darlin' per vedere quanto poteva essere bravo con il mitico attrezzo, ora deve partire alla ricerca del ladro. Il furto è stato commissionato da un cinico magnate del baseball, proprietario di una squadra avversaria degli Yankee di Chicago, che crede che la classe e la maestria di Babe Ruth siano dovute solo alla magia di cui Darlin' è intrisa (si narra fosse costruita con il legno dell'Olimpo e per gli Dei), favorendo così il crollo del campione e la sconfitta della sua squadra. Yankee Irving è aiutato nell'impresa da Screwie, una palla da baseball parlante decisa e dal linguaggio tagliente, che nell'originale viene doppiata da William H.Macy (in italiano, stridendo contro lo spirito del film, c'è una battuta sua di cattivo gusto stranamente non censurata visto il target per tutti ma di base infantile). Avventura e incontri con persone di vario tipo (giocatori di baseball, vagabondi, una tenera ragazzina) costelleranno l'avventura dei tre amici per giungere a Chicago a ridare la mazza a Babe, viaggio condito dai litigi dei due attrezzi sportivi.
Con un cast di doppiatori originali di grande rispetto come Rob Reiner, Brian Dennehy e Forest Whitaker, questo film si riassume con poche parole : dolcezza, simpatia, tenue avventura. Si nota benissimo come sia intriso, in totale controtendenza con l'attuale trend animato, di colori tenui e smorti per non colpire mai diretto, abbia dalla sua la simpatia di personaggi che vogliono accaldare il mondo e il viaggio di yankee (sembra che la cattiveria sia limitata all'ufficio del magnate e agli atti del suo collaboratore che insegue il ragazzo), siano presenti genitori in grande difficoltà economica ("papà deve sempre fare gli straordinari") ma che non eccedono mai in un rimbrotto o in uno scapaccione, neanche di fronte alla fuga in missione del figlio. Decisamente la casa di produzione IDT Entertainment (curiosamente specializzata in film horror) ha voluto fare un film che fa della dolcezza e della simpatia il suo forte, abbassando con questo il target, costruendo nella conseguenza un finale non forzato ma ultrascontato. Ma, è questa la cosa importante, il film regge, lo si segue con simpatia da parte di piccoli (che si divertiranno un mondo) e grandi spettatori accompagnatori che seguiranno con bonarietà accondiscendente, le battute e i diverbi sono divertenti, le azioni e i movimenti del bieco rapitore di mazze dinamici (sembra un Wile E. Coyote a cui capita di tutto), per un film concepito per questo davvero non si poteva chiedere di più.
Non ci sono citazioni particolari, tranne quelle sportive (i nomi dei giocatori annessi alle loro mazze da baseball), il gioco del ritrovo esterno non esiste, altra dimostrazione di target abbassato, e anche i cattivoni fanno movimenti che di bieco o spaventoso non hanno nulla (come giocare con i gadgets di Babe Ruth per vendetta). Tra l'altro non è mai facile "umanizzare" cose come una palla o una mazza, ma in questo caso l'operazione è riuscita appieno (viene comunque specificato che Screwie e Darlin' sono ascoltate e percepite solo da Yankee). In Italia, sfavorito dal fatto che il baseball è uno sport decisamente minore, non potrà certo piacere come in America (quanti sanno chi è Babe Ruth, campione di home run senza cercare sul web?), sarà presto dimenticato, in questo lo stile vecchi stampo privo di particolari meriti sicuramente non lo aiuta, ma il pensiero che sia stato concepito da Reeve "immortale Superman", fa commuovere e intristire, dato che Yankee ha lo spirito che contraddistingueva lo sfortunato attore : mai mollare.
In definitiva ci sarà tempo per film molto più profondi, importanti e completi, la Pixar sta tornando tra poco a deliziarci con uno dei suoi sicuri capolavori (visti i trailer e le premesse, Wall-E sembra davvero possa diventarlo), ma questo dolcissimo recupero è tutt'altro che pedantemente filamentoso di zucchero, è una avventura semplice da guardare con simpatia e tenerezza di fondo, quasi fosse una fiaba della buonanotte per dei bimbi che non devono dimenticare che ognuno nel suo piccolo fa grandi azioni, lotta contro il mondo che aiuta chi fa buone cose anche solo nell'intento.
Il tutto nel nome e nello spirito di un uomo che ha toccato il mito delle stelle e poi è dovuto rimanere a lottare contro un destino beffardo e crudele.
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questa recensione verrà pubblicata su cine zone e su cyberludus
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Machan
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Un film di Uberto Pasolini. Con Dharmapriya Dias, Gihan De Chickera, Dharshan Dharmaraj, Namal Jayasinghe, Sujeewa Priyalal. Genere Commedia, colore 108 minuti. - Produzione Italia, Sri Lanka, Germania 2008. - Distribuzione Mikado - [Uscita nelle sale venerd