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«La persona davvero in rivolta è l'ottimista, che di solito vive e muore nel tentativo disperato e suicida di convincere tutti gli altri del loro valore. Tutti i grandi rivoluzionari, da Isaia a Shelley, erano ottimisti. Non s'indignavano per la bruttezza dell'esistenza, ma per la lentezza con cui gli uomini si accorgono della sua bellezza. Il profeta che viene lapidato non è un attaccabrighe o un guastafeste, ma soltanto un amante respinto.»
— G. K. Chesterton, L'imputato.
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Amare l'uomo come se stessi, secondo il comandamento di Cristo, non è possibile. ... L'io è di ostacolo. Cristo soltanto poteva farlo, ma Cristo era l'ideale eterno sin dall'inizio dei tempi, quell'ideale al quale tende, e deve tendere per legge di natura, l'uomo. Invece, dopo la comparsa di Cristo come ideale dell'uomo incarnato, è diventato chiaro come il giorno che lo sviluppo supremo, l'evoluzione ultima della personalità deve appunto arrivare (nell'ultimo stadio dello sviluppo, nel momento stesso in cui il fine sia raggiunto), a far sì che l'uomo trovi, riconosca e con tutta la forza della sua natura si convinca che l'uso più elevato che egli può fare della propria personalità, della pienezza di sviluppo del proprio io, consiste quasi nell'annientare l' io stesso, nel consegnarlo a tutti e a ciascuno indivisibilmente e senza riserve. E questa è la massima felicità. ... Questo appunto è il paradiso di Cristo. Tutta la storia, sia dell'umanità sia, in parte, di ciascuno singolarmente è soltanto evoluzione, lotta, perseguimento e conseguimento di questa meta.
(Fëdor Dostoevskij, Quaderni e taccuini 1860-1881)
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Esistono storie d'amore e poi esiste l'amore.
Non sempre sono la stessa cosa.
Prima di fare l'amore ci sono milioni di altri sentimenti.
Il dialogo, l'altruismo la complicità.
Ci sono i sorrisi,
la gelosia, gli abbracci, il desiderio.
Non si spreca tutto facendo subito l'amore altrimenti diventa solo sesso.
La bellezza dell'amore sta nell'accettazione di ciò che ci rende diversi.
Nel rispetto reciproco che ci differenzia
Nella voglia di venirsi incontro.
Nella follia di stringersi senza mollare la presa e non perdersi mai. L'amore non ha stagioni, non ha età, arriva all'improvviso, ti sfiora l'anima, ti accarezza il cuore. Le cose che devono accadere accadono comunque anche se non insisti e non le cerchi sono loro che prima o poi vengono a cercarti perchè gli incontri più importati sono già combinati dalle anime, ancor prima dell'unione dei corpi. Dicono che per innamorarsi ci vuole del tempo, non è così, per innamorarsi ci vuole solo la persona giusta, quella che sa perfettamente di cosa hai bisogno senza che tu glielo chieda.
Si chiamano "ATTENZIONI" quelle che rendono vivo un rapporto.
Liana Ippolito - Pensieri
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...lo amava alla follia, ma in uno strano modo delirante; non si abbracciavano e non si sbaciucchiavano mai, si limitavano a parlare e c’era tra loro un’intesa profondissima che nessuno di noi sarebbe mai riuscito a capire. C’era anche una vena di strana freddezza e ostilità, in realtá si trattava di una forma di umorismo con la quale si comunicavano le loro speciali, sottili vibrazioni. L’amore è tutto.
da "sulla strada" di J. Kerouac
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"Riconciliatevi sempre! Non tramonti il sole sopra la vostra ira. La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie. Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché satana non vi tenti nei momenti di passione. Questo però vi dico per concessione, non per comando. Vorrei che tutti fossero come me; ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro.
Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io; ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere."
PRIMA LETTERA AI CORINZI
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"Come io vedo il mondo"
di Albert Einstein
Antagonismo tra religione del terrore e scienza
Giungiamo cosi a una concezione dei rapporti fra scienza e religione assai differente dalla concezione abituale.
Secondo considerazioni storiche, si è propensi a ritenere scienza e religione antagonisti inconciliabili, e questo si comprende facilmente.
L'uomo che crede nelle leggi causali, arbitro di tutti gli avvenimenti, se prende sul serio l'ipotesi della causalità, non può concepire l'idea di un Essere che
interviene nelle vicende umane, e perciò la religione-terrore, come la religione sociale o morale, non ha presso di lui alcun credito; un Dio che ricompensa e
che punisce e per lui inconcepibile perchè l'uomo agisce secondo leggi esteriori ineluttabili e per conseguenza non potrebbe essere responsabile
verso Dio, allo stesso modo che un oggetto inanimato non e responsabile dei suoi movimenti.
A torto si è rimproverato alla scienza di insidiare la morale.
La condotta etica dell'uomo deve basarsi effettivamente sulla compassione, l'educazione e i legami sociali, senza ricorrere ad alcun principio religioso.
Gli uomini sarebbero da compiangere se dovessero essere frenati dal timore di un castigo o dalla speranza di una ricompensa dopo la morte.
Si capisce quindi perchè la Chiesa abbia in ogni tempo combattuto la scienza e perseguitato i suoi adepti.
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"The Human Stain"
di Philip Roth.
Ho letto credo 13 libri di Roth e questo è il mio preferito. Ecco l'inizio.
It was the summer of 1998 that my neighbor Coleman Silk - who, before retiring two years earlier, had been a classics professor at nearby Athena College for some twenty-odd years as well as serving for sixteen more as the dean of faculty - confided to me that, at the age of seventy-one, he was having an affair with a thirty-four-year-old cleaning woman who worked down at the college.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Barrett
"The Human Stain"
di Philip Roth.
Ho letto credo 13 libri di Roth e questo è il mio preferito. Ecco l'inizio.
It was the summer of 1998 that my neighbor Coleman Silk - who, before retiring two years earlier, had been a classics professor at nearby Athena College for some twenty-odd years as well as serving for sixteen more as the dean of faculty - confided to me that, at the age of seventy-one, he was having an affair with a thirty-four-year-old cleaning woman who worked down at the college.
Letto qualche mese fa. Mi è piaciuto e mi era piaciuto anche il film.
Ho appena finito " il lamento di Portnoy" che mi è piaciuto di più
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Dio c'è, ma non si vede. Oppure si vede, e allora non c'è. Sono tante le cose che non si vedono, eppure ci sono: esistono! Voi non vedete il vostro pensiero, ma il pensiero esiste; non vedete la forza che muove il vostro corpo, ma il corpo si muove: la forza esiste. Anche il vento esiste, ma non si vede. Si vedono le cose, i corpi, i gesti, le azioni; si sente il respiro, ma non si vede. Tanto che, se non respiri, muori. Ecco, Dio è come il respiro. Anche la voce non si vede, ma si sente: e Dio è come la voce che ora ti invita a risalire il fiume per scoprire la sorgente.
È questo il mistero della vita. Dio è questo mistero. Dio è la vita stessa: è il respiro delle cose, il vento che spira dove vuole; è il pensiero che ordina ogni cosa; è la voce che parla nel silenzio del mondo, la voce che ti suggerisce pensieri buoni nel fondo del cuore: è l'amore che ama e crea.
(David Maria Turoldo , Diario dell'anima)
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Herman Hesse: viaggio in india. Non ricordo la frese perfettamente ... ( non trovo più neppure il libro @@) " potresti prendere 100 bottiglie di acqua di mare, ma non avresti il mare.
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Dal libro "la noia" di A. Moravia
"...ciò che mi colpiva, soprattutto, era che non volevo fare assolutamente niente, pur desiderando ardentemente fare qualche cosa. Qualsiasi cosa desiderassi fare mi si presentava accoppiata come un fratello siamese al suo fratello, al suo contrario che, parimenti, non volevo fare. Dunque, io sentivo che non volevo vedere gente ma neppure rimanere solo; che non volevo rimanere in casa ma neppure uscire; che non volevo viaggiare ma neppure vivere a Roma; che non volevo dipingere ma neppure non dipingere..."
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Sapevate qual è una delle scene più belle e commoventi di tutta la letteratura? Questa è una scena che pochi ricordano, ma racchiude uno dei messaggi più belli di sempre!
Ecco, Ulisse finalmente sta per tornare a casa. Dalla sua nave finalmente rivede le coste della sua amata Itaca! Manca così poco, un soffio lo separa dalla sua terra, da Penelope, da suo figlio. Ma poi, vinto dalla stanchezza, il sonno lo coglie e mentre dorme i suoi compagni iniziano a confabulare tra loro. E cosa accade? Pieni di invidia per l’otre che Eolo, il dio dei venti, ha donato ad Ulisse, lo aprono. E tutti i venti che vi erano racchiusi li scaraventano lontani mille miglia da Itaca! Ulisse si risveglia e maledice i suoi compagni. In quel momento è pieno di rabbia, di disperazione. Perché proprio a me, si domanda? È perso, è smarrito. È solo.
Ma poi gli succede qualcosa. E allora dice una cosa bellissima: «sopportai e rimasi». Vedete, in appena due parole Omero è riuscito a incastonare una verità splendente di profondità e di bellezza: Sopportai e rimasi. Perché c’è un momento per lottare e un momento per lasciar andare. «Non sono quello che mi è successo,» diceva Jung, «sono quello che ho scelto di diventare». Perché per i greci non è ciò che ti capita, ma come reagisci a ciò che ti capita che ti caratterizza.
Ciò che neghi, ti sottomette. «Ciò che accetti, ti trasforma.» La rabbia consuma: il tuo tempo, la tua mente e il tuo cuore. E allora Ulisse la lascia andare. Sopporta ciò che deve essere sopportato, accoglie ciò che non può essere rifiutato. Ma Ulisse non dice soltanto «sopportai» ma «rimasi». Ecco, in quella parola «restare» c’è tutto: carne, sangue, forza, coraggio, anima.
Perché chiunque può resistere e sopportare. Ma rinascere quando gli altri si aspettano di vederti cadere a pezzi, questa è la vera forza. Capite ora la bellezza di queste parole? Ulisse accetta la vita così com'è, con tutte le sue difficoltà e i suoi ostacoli, ma resta comunque li. Come la ginestra di Leopardi resta lì, a creare bellezza nel bel mezzo del deserto, a fare qualcosa di bello anche se nessuno dovesse mai saperlo.
«Sono molto orgogliosa di dire che quest'anno abbiamo rimosso l'Iliade e l'Odissea dai nostri programmi», dichiara Heather Levine, che insegna alla Lawrence High School. Negli Stati Uniti non hanno gradito che gli eroi omerici siano guerrieri «forti e dai capelli biondi», e hanno pensato bene di impedire ai ragazzi di leggerlo in classe.
Ecco oggi voglio aggiungere una cosa: oggi voglio mandarli tutti al diavolo! Al diavolo quelli che parlano di maschilità tossica per bandire Omero, di quelli che in nome della cancel culture vorrebbero bandire i classici. Perché vedete, dentro Omero c’è tutto: c’è l’amicizia, la passione, la ricerca, c’è il dilemma tra una vita pacifica e la gloria, tra la mortalità e l’eternità, tra l’ambizione sfrenata e la dolcezza del ritrovarsi e c’è il destino, la guerra, il sacrificio… e l’amore che travolge e consuma. Le tempeste infuriano, le città cadono e gli uomini e gli dei cercano conforto l’uno tra le braccia dell’altro. C’è la forza della natura che atterrisce e incanta. Ma soprattutto fa una cosa semplicissima in apparenza ma che cambia tutto: ti insegna a pensare.
Guendalina Middei, (Tratto da «Sopravvivere al lunedì mattina con Lolita».)
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Si sa che il moralismo e quella pulsione sadica che spinge chi ne è vittima a conservare i propri cadaveri negli armadi altrui Ed è anche l'unica forma di perversione socialmente ammessa, capace di relegare tutte le altre a comparse sul palcoscenico degli atti proibiti. Moralismo e ipocrisia, poi, sono complici e il loro legame indissolubile governa l'universo del pregiudizio. Il moralista è in grado perciò di suddividere il mondo, con la sola forza delle proprie sentenze, tra ciò che e ammesso e giusto e ciò che va condannato
Daniele Brolli dalla prefazione di " Gioventù cannibale"
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L' amore è innanzitutto prendersi cura dell'altro...
Spiace dirlo ma oggi la gente non sa più amare. I nuovi rapporti si creano e si cancellano con un clic del mouse. Viviamo in un’epoca che tende a ridurre tutto a consumo, persino i sentimenti.
La velocità con cui viviamo ci porta a confondere l’amore con l’eccitazione del momento o con il bisogno di riempire vuoti emotivi. Basta pensare al cambiamento di valore della parola amico tra ieri e oggi su internet per capire come i rapporti siano diventati facili e superficiali. Ma l’amore, quello vero, richiede tempo. È un sentimento che cresce, si trasforma e resiste alle tempeste della vita. È un atto di pazienza, di ascolto e di cura.
Amare non è solo un’emozione, ma una decisione. È un impegno che prendiamo verso l’altro, e che ci richiede di dare senza pretendere sempre qualcosa in cambio. Ecco perché credo che l’amore non sia qualcosa da rincorrere o da possedere, ma da vivere. È una scoperta continua, una danza tra due persone che scelgono di camminare insieme, pur sapendo che ogni passo è incerto. Amare, in definitiva, significa accettare la vita in tutta la sua imprevedibilità e imparare, giorno dopo giorno, ad essere più veri, più autentici, e, forse, anche più felici.
(Umberto Galimberti) LA FINESTRA DELLA LETTERATURA
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"Le singe sans effort la singe devint homme*
lequel un peu plus tard désagrégea l'atome"
Raymond Queneau :" Petite cosmogonie portative"
Traduzione (Sergio Solmi Einaudi ed. ): "Piccola cosmogonia portatile"
"La scimmia senza sforzo divento'
l'uomo, che un po' più tardi disgrego'
l'atomo"
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nella seconda edizione:
Le singe (ou son cousin) la singe devint homme