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Il mio sogno familiare
Spesso mi viene in sogno bizzarra e penetrante
Una donna mai vista, che amo e che mi ama,
Che con lo stesso nome si chiama e non si chiama
Diversa e uguale m'ama e sempre � confortante
� per me confortante, e il mio cuore parlante
Per lei soltanto, ahim�! Non � pi� cosa grama
Per lei soltanto, in fronte del sudore la trama
Lei soltanto rinfresca, con le lacrime piante.
�' bruna, bionda o rossa? Non mi � dato sapere.
Il suo nome? Ricordo che � dolce e d� piacere.
Come nomi diletti che la vita ha esiliato.
All'occhio delle statue � simile il suo sguardo,
Ed ha la voce calma, lontana, grave, il fiato
Delle voci pi� care spente senza riguardo.
Paul Verlaine
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NOI CHE CADEMMO -Giuseppe Bartoli
Fummo una zolla qualunque
al taglio del vecchio aratro
che il nuovo trattore ferisce
inpianto, sudore e lavoro
Ora ascoltiamo i sospiri
di neri e snelli cipressi
dipinti da soffi di sole
in chicchi di riso azzurrino
che l�acre piovasco flagella
Viviamo in bellezze di morte
fra pioppi inclinati sul rio
E siamo la gialla pannocchia
che nutre la fame del povero
che accende la fede nell�uomo
Siamo promessa di pace
che tesse tovaglie d�altare
e bianchi lini di sposa
per alta promessa di vita
noi che cademmo a vent�anni
nel sogno sublime dei liberi.
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Poich� l'alba si accende...
Poich� l'alba si accende, ed ecco l'aurora,
poich�, dopo avermi a lungo fuggito, la speranza consente
a ritornare a me che la chiamo e l'imploro,
poich� questa felicit� consente ad esser mia,
facciamola finita coi pensieri funesti,
basta con i cattivi sogni, ah! Soprattutto
basta con l'ironia e le labbra strette
e parole in cui uno spirito senz'anima trionfava.
E basta con quei pugni serrati e la collera
per i malvagi e gli sciocchi che s'incontrano;
basta con l'abominevole rancore! Basta
con l'obl�o ricercato in esecrate bevande!
Perch� io voglio, ora che un Essere di luce
nella mia notte fonda ha portato il chiarore
di un amore immortale che � anche il primo
per la grazia, il sorriso e la bont�,
io voglio, da voi guidato, begli occhi dalle dolci fiamme,
da voi condotto, o mano nella quale tremer� la mia,
camminare diritto, sia per sentieri di muschio
sia che ciottoli e pietre ingombrino il cammino;
s�, voglio incedere dritto e calmo nella Vita
verso la meta a cui mi spinger� il destino,
senza violenza, n� rimorsi, n� invidia:
sar� questo il felice dovere in gaie lotte.
E poich�, per cullare le lentezze della via,
canter� arie ingenue, io mi dico
che lei certo mi ascolter� senza fastidio;
e non chiedo, davvero, altro Paradiso.
Paul Verlaine
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Questa volta lasciami
essere felice,
non � successo nulla a nessuno
non sono in nessun luogo,
semplicemente
sono felice
nei quattro angoli
del cuore, camminando,
dormendo o scrivendo.
Che posso farci, sono felice,
sono pi� innumerabile
dell'erba
nelle praterie,
sento la pelle come un albero rugoso,
di sotto l'acqua,
sopra gli uccelli,
il mare come un anello
intorno a me,
fatta di pane e pietra la terra
l'aria canta come una chitarra.
PABLO NERUDA
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E' uno di quei giorni che ti prende la malinconia
che fino a sera non ti lascia pi�
la mia fede � troppo scossa ormai ma prego e penso fra di me
proviamo anche con dio non si sa mai
e non c'� niente di pi� triste in giornate come queste
che ricordare la felicit� sapendo gi� che � inutile ripetere:
chiss� ? Domani e' un altro giorno si vedr�
� uno di quei giorni in cui rivedo tutta la mia vita
bilancio che non ho quadrato mai
posso dire d'ogni cosa che ho fatto a modo mio
ma con che risultati non saprei
e non mi sono servite a niente esperienze e delusioni
e se ho promesso non lo faccio pi� ho sempre detto in ultimo :
ho perso ancora ma domani � un altro giorno, si vedr�
� uno di quei giorni che tu non hai conosciuto mai
beato te si beato te
io di tutta un'esistenza spesa a dare,
dare, dare .... non ho salvato niente, neanche te
ma nonostante tutto io non rinuncio a credere
che tu potresti ritornare qui e come tanto tempo fa ripeto :
chi lo sa ? Domani � un altro giorno si vedr�
e oggi non m'importa della stagione morta
per cui rimpianti adesso non ho pi�
e come tanto tempo fa ripeto :
chi lo sa ? Domani e' un altro giorno si vedr�
domani e' un altro giorno si vedr�.
ORNELLA VANONI
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Storia di una lacrima
UNA LACRIMA SCENDE A SFIORARE LA TRISTEZZA
CHE AVVOLGE QUELLO SGUARDO SOPITO DA MILLE PENSIERI
...RAGGIUNGE LA MALINCONIA CHE REGNA SUL PALPITANTE CUORE
FERITO DALLE INGIUSTIZIE DELLA VITA...
SI FERMER� SOLO QUANDO LA DELICATA ARMONIA SI IMPADRONIR� DELL'ANIMA
E COSTRUIR� IMMENSE DISTESE DI LUCCICANTI SORRISI..
Li' LA LACRIMA FINIR� IL SUO VIAGGIO
Adriana Di Santo
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Se tu mi dimentichi
Voglio che tu sappia
una cosa.
Tu sai com'� questa cosa:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l'impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se ci� che esiste,
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m'attendono.
Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesser� d'amarti a poco a poco.
Se d'improvviso
mi dimentichi,
non cercarmi,
ch� gi� ti avr� dimenticata.
Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi alla riva
del cuore in cui ho le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell'ora,
lever� in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare altra terra.
Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinata
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amor mio, ahi mia,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne n� si dimentica,
il mio amore si nutre del tuo amore, amata,
e finch� tu vivrai star� tra le tue braccia
senza uscire dalle mie.
PABLO NERUDA
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IL GRANDE TORINO
Mai pi� vi rivedremo a noi vicino,
campioni dell�Italia,
campioni del pallone, Aldo e Dino,
lo stile che lo ammalia
Ancor le folle qui ricordan mesto
O Aldo, o Dino, fiori
Del calcio nostro italico codesto!
Coglieste i vostri allori!
Dei campi foste gli idoli adorati
Usciste vincitori,
campioni quattro volte proclamati,
fra evviva, fasti e onori.
Partiste entrambi un giorno per Torino,
partiste qui da Chioggia
seguendo ineluttabile il destino
per cogliere una pioggia
d�applausi, di scudetti e di trofei.
Gridando �Forza Toro!�
Gli stadi v�acclamaron come d�i
Cingendovi dall�alloro.
Il triste condottierO della morte,
il fato, v�attendeva
segnando inesorabile la sorte
e tutti vi abbatteva.
ANGELO PADOAN
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Il Cinque Maggio
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
cos� percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
n� sa quando una simile
orma di pi� mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verr�.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al s�nito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al s�bito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morr�.
Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppi� da Scilla al Tanai,
dall'uno all'altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
pi� vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;
tutto ei prov�: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.
Ei si nom�: due secoli,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei f� silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.
E sparve, e i d� nell'ozio
chiuse in s� breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di piet� profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell'alma il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei d� che furono
l'assalse il sovvenir!
E ripens� le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo d� manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
Ahi! Forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disper�; ma valida
venne una man dal cielo,
e in pi� spirabil aere
pietosa il trasport�;
e l'avvi�, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov'� silenzio e tenebre
la gloria che pass�.
Bella Immortal! Benefica
Fede ai trionfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ch� pi� superba altezza
al disonor del G�lgota
giammai non si chin�.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui pos�.
Alessandro Manzoni
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L�anziano e il futuro
di Stefano Merialdi
E l�anzian, si
muove parco, un po� tremulo,
di cespuglio sbattuto dal vento,
un po� borbottando,
un po� arrabbiato;
e negli occhi dipinta
la passata gagliardezza, e pien di nostalgia
e di gran voglia di parlare
e di raccontar spesso
il mondo andato,
e voler ancor di
fare,
e poter ancora dare,
ed i nipotini adoran
sentir
i nonni loro,
far da genitori
in pi�
e senza mai si potrebbe,
certe famiglie,ai
bimbi chi baderebbe?
E nell�anzian, la saggezza spicciola
D�una vita spesa ad imparar,
la dolorosa esperienza della vita,
affrontata prima,
con un mondo
d�un tempo diverso,
mancante di progresso
e affrontar la vita
con
la forza di braccia
e madidi di sudore,
e accontentarsi,a quei tempi
di poco;e si
vorrebbe,averli sempre accanto i vecchi,
e non perderli mai,
mai;
e chieder loro
ed aver un consiglio,
e una buona parola
attenta; ed
aver il tempo,del
di sentirli tutto il
giorno,
e quando non son pi�,
non dimenticarli mai,
e senti
la mancanza,e ti viene
il magone,
di non
aver pi� il tuo
vecchio
accanto,
che amavi tanto.
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A Tutte le Donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l�emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d�amore
che per� grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra.
ALDA MERINI
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Silvia, tiri membri ancor ?
:D
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Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
Silvia, tiri membri ancor ?
:D
:rotfl:
Sei spoetizzante.
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Se ti chiamassi Alfonso, Gatto. :asd:
LE GRANDI NOTTI D'ESTATE
Le grandi notti d'estate
che nulla muove oltre il chiaro
filtro dei baci, il tuo volto
un sogno nelle mie mani.
Lontana come i tuoi occhi
tu sei venuta dal mare,
dal vento che pare l'anima.
E baci perdutamente
sino a che l'arida bocca
come la notte � dischiusa
portata via dal suo soffio.
Tu vivi allora, tu vivi,
il sogno ch'esisti � vero.
Da quanto t'ho cercata.
Ti stringo per dirti che i sogni
son belli come il tuo volto,
lontani come i tuoi ochhi.
E il bacio che cerco � l'anima.
ALFONSO GATTO
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IL RAMO RUBATO
Nella notte entreremo
a rubare
un ramo fiorito.
Passeremo il muro,
nelle tenebre del giardino altrui,
due ombre nell'ombra.
Ancora non se n'� andato l'inverno,
e il melo appare
trasformato d'improvviso
in cascata di stelle odorose.
Nella notte entreremo
fino al suo tremulo firmamento,
e le tue piccole mani e le mie
ruberanno le stelle.
E cautamente
nella nostra casa,
nella notte e nell'ombra,
entrer� con i tuoi passi
il silenzioso passo del profumo
e con i piedi stellati
il corpo chiaro della Primavera.
PABLO NERUDA
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24 Ore con Maria
Quando l'alba sveglia i nidi
ed il sole i monti bacia,
quando l'onda batte i lidi
e soffia l'aer leggero,
a Te s'innalzan dal core
gli affetti, i buoni pensieri,
a Te i palpiti d'amore
la prece mia sincera.
Quando il giorno trascolora
e nel suo letto il sole v�
e dell'ave la dolce ora
spande echi il campanile,
a Te corro in tanta fretta
e star con TE come sempre
questa � l'ora benedetta,
o Madre mia gentile.
Quando tutto attorno tace
e nella notte misteriosa,
quando tutti dormon in pace
ancor sempre penso a Te.
A Te affido l'anima mia
ch� la plasmi come vuoi Tu
e la guidi per quella via.
ANONIMO TOSCANO
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Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria,
ma non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa, l'arancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso scoppia nella tua gioia,
la repentina onda d'argento che ti nasce.
Dura � la mia lotta e torno con gli occhi stanchi, a volte,
d'aver visto la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso sale al cielo
cercandomi
ed apre per me tutte le porte della vita ...
(tratta da Poesia d'Amore di Pablo Neruda "Il tuo sorriso")
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Poich� l'alba si accende...
Poich� l'alba si accende, ed ecco l'aurora,
poich�, dopo avermi a lungo fuggito, la speranza consente
a ritornare a me che la chiamo e l'imploro,
poich� questa felicit� consente ad esser mia,
facciamola finita coi pensieri funesti,
basta con i cattivi sogni, ah! Soprattutto
basta con l'ironia e le labbra strette
e parole in cui uno spirito senz'anima trionfava.
E basta con quei pugni serrati e la collera
per i malvagi e gli sciocchi che s'incontrano;
basta con l'abominevole rancore! Basta
con l'obl�o ricercato in esecrate bevande!
Perch� io voglio, ora che un Essere di luce
nella mia notte fonda ha portato il chiarore
di un amore immortale che � anche il primo
per la grazia, il sorriso e la bont�,
io voglio, da voi guidato, begli occhi dalle dolci fiamme,
da voi condotto, o mano nella quale tremer� la mia,
camminare diritto, sia per sentieri di muschio
sia che ciottoli e pietre ingombrino il cammino;
s�, voglio incedere dritto e calmo nella Vita
verso la meta a cui mi spinger� il destino,
senza violenza, n� rimorsi, n� invidia:
sar� questo il felice dovere in gaie lotte.
E poich�, per cullare le lentezze della via,
canter� arie ingenue, io mi dico
che lei certo mi ascolter� senza fastidio;
e non chiedo, davvero, altro Paradiso.
Paul Verlaine
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L�ALBATRO
Spesso, per divertirsi, le ciurme
Catturano degli albatri, grandi uccelli marini,
che seguono, compagni di viaggio pigri,
il veliero che scivola sugli amari abissi.
E li hanno appena deposti sul ponte,
che questi re dell�azzurro, impotenti e vergognosi,
abbandonano malinconicamente le grandi ali candide
come remi ai loro fianchi.
Questo alato viaggiatore, com�� goffo e leggero!
Lui, poco fa cos� bello, com�� comico e brutto!
Qualcuno gli stuzzica il becco con la pipa,
un altro scimmiotta, zoppicando, l�infermo che volava!
Il poeta � come il principe delle nuvole
Che abituato alla tempesta ride dell�arciere;
esiliato sulla terra fra gli scherni,
non riesce a camminare per le sue ali di gigante.
C. BAUDELAIRE
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IL FIGLIO
Sai da dove vieni?
... vicino all'acqua d'inverno
io e lei sollevammo un rosso fuoco
consumandoci le labbra
baciandoci l'anima,
gettando al fuoco tutto,
bruciandoci la vita.
Cos� venisti al mondo.
Ma lei per vedermi
e per vederti un giorno
attravers� i mari
ed io per abbracciare
il suo fianco sottile
tutta la terra percorsi,
con guerre e montagne,
con arene e spine.
Cos� venisti al mondo.
Da tanti luoghi vieni,
dall'acqua e dalla terra,
dal fuoco e dalla neve,
da cos� lungi cammini
verso noi due,
dall'amore che ci ha incatenati,
che vogliamo sapere
come sei, che ci dici,
perch� tu sai di pi�
del mondo che ti demmo.
Come una gran tempesta
noi scuotemmo
l'albero della vita
fino alle pi� occulte
fibre delle radici
ed ora appari
cantando nel fogliame,
sul pi� alto ramo
che con te raggiungemmo.
PABLO NERUDA
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LA VECCHIA DEL SONNO
Centanni ha la vecchia.
Nessuno la vide aggirarsi nel giorno.
Sovente la gente la trova a dormire
vicino alle fonti:
nessuno la desta.
Al dolce romore dell'acqua
la vecchia s'addorme,
e resta dormendo nel dolce romore
dei giorni dei giorni dei giorni...
ALDO PALAZZESCHI
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Dopo la nebbia
Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle.
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore
del cielo.
Giuseppe Ungaretti
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ALLORA UN UOMO
Amo entrare in chiesa
quando � vuota,
quando non c'� nessuno
e il Cristo � solo come la notte,
come la notte fonda
quando non c'� incenso n� profumi
n� cori n� campane
n� rosari;
cos� - penso - Dio non si confonde
tra tante voci
e ascolta solo me,
basta che voglia.
Le panche vuote dormono
d'angoscia.
Le volte e le colonne fermano il tempo.
Le lampade sono spente
e le candele.
Dalle finestre alte
la luce veste di penombra
azzurra
il grand'altare.
Anche il silenzio veglia
religioso
e bianca una colomba aleggia
intorno ad esso.
E' notte dentro di me
sperduto e nudo
come foglia al vento.
D'istinto prego,
ma solo nel mio cuore
coi sentimenti d'aiuto e pentimento
a capo chino.
E allora un Uomo
stanco
inchiodato e sanguinante sulla croce
scende,
si avvicina a me
e mi sorride,
mi sussurra dolci parole,
con la mia voce
mi accarezza l'anima
e mi conforta
e poi ritorna in croce
a perdonare.
(Gaetano Cannata)
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Giusto per oppormi al monopolio cattolico.
Stopping by Woods on a Snowy Evening
Whose woods these are I think I know.
His house is in the village though;
He will not see me stopping here
To watch his woods fill up with snow.
My little horse must think it queer
To stop without a farmhouse near
Between the woods and frozen lake
The darkest evening of the year.
He gives his harness bells a shake
To ask if there is some mistake.
The only other sound�s the sweep
Of easy wind and downy flake.
The woods are lovely, dark and deep,
But I have promises to keep,
And miles to go before I sleep,
And miles to go before I sleep.
- Robert Frost
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Ciao Kyra! Aiutami a tenere viva questa sezione, d�i.
Giochi ogni giorno con la luce dell'universo.
Sottile visitstrice, giungi nel fiore e nell'acqua.
Sei pi� di questa bianca testina che stringo
come un grapolo tra le mie mani ogni giorno.
A nessuno rassomigli da che ti amo.
Lasciami stenderti tra le ghirlande gialle.
chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud?
Ah lascia che ricordi come eri allora, quando ancora non esistevi.
Improvvisamente il vento ulula e sbatte la mia finestra chiusa.
Il cielo � una rete colma di pesci cupi.
Qui vengono a finire i venti, tutti.
La pioggia si denuda.
Passano fuggendo gli uccelli.
Il vento. Il vento.
Io posso lottare solamente contro la forza degli uomini.
Il temporale solleva in turbine foglie oscure
e scioglie tutte le barche che iersera s'ancorarono al cielo.
Tu sei qui. Ah tu non fuggi.
Tu mi risponderai fino all'ulitmo grido.
Raggomitolati al mio fianco come se avessi paura.
Tuttavia qualche volta corse un'ombra strana nei tuoi occhi.
Ora, anche ora, piccola mi rechi caprifogli,
ed hai persino i seni profumati.
Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle
io ti amo, e la mia gioia morde la tua bocca di susina.
Quanto ti sar� costato abituarti a me,
alla mia anima sola e selvaggia, al mio nome che tutti allontanano.
Abbiamo visto ardere tante volte l'astro baciandoci gli occhi
e sulle nostre teste ergersi i crepuscoli in ventagli giranti.
Le mie parole piovvero su di te accarezzandoti.
Ho amato da tempo il tuo corpo di madreperla soleggiata.
Ti credo persino padrona dell'universo.
Ti porter� dalle montagne fiori allegri, copihues,
nocciole oscure, e ceste silvestri di baci.
Voglio fare con te
ci� che la primavera fa con i ciliegi.
PABLO NERUDA
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Acqua e vino
Se certe sere bevo troppo e er vino
me fa quarchiduna de le sue,
bench� sto solo me ritrovo in due
con un me stesso che me vi� vicino
e muro-muro m�accompagna a casa
pe� sfugg� da la gente ficcanasa.
Io, se capisce, rido e me la canto,
ma lui ce sforma e pe� de pi� me scoccia:
- Nun senti che te gira la capoccia?
Quanno la finirai de beve tanto?
- E� vero, - dico � ma pe� me � una cura
contro la noja e contro la paura.
Der resto tu lo sai come me piace!
Quanno me trovo de cattivo umore
un bon goccetto m�arillegra er core,
m�empie de gioja e me rid� la pace:
nun vedo pi� nessuno e in quer momento
dico le cose come me la sento.
- E questo � er guajo! � dice lui � Pi� bevi
pi� te monti la testa e pi� discorri
e nun pensi ar pericolo che corri
quanno spiattelli quello che nun devi;
sei sincero, va be�, ma ar giorno d�oggi
come rimani se nun ciai l�appoggi?
Impara da Zi� Checco: quello � un omo
ch�usa prudenza e se controlla in tutto:
se pensa ch�er compare � un farabutto
te dice ch�er compare � un galantuomo,
in modo ch�er medesimo pensiero
je nasce bianco e scappa f�ri nero.
Tu, invece, quanno bevi co� l�amichi,
svaghi, te butti a pesce e nun fai caso
se ce n�� quarchiduno un po� da naso
pronto a pes� le buggere che dichi,
che magara t�approva e sotto sotto
pija l�appunti e soffia ner pancotto.
Stasera, a cena, hai detto quela favola
der Pidocchio e la Piattola in pensione:
ma te pare una bell�educazzione
de nomin� �ste bestie proprio a tavola
senza nemmanco un occhio de riguardo
pe� l�amichi che magneno? E� un azzardo!
Co� tutto che c�� sotto la morale
la porcheria rimane porcheria:
e se quarcuno de la compagnia
se sente un po� pidocchio, resta male.
Co� la piattola � peggio! Quanta gente
vive sur pelo e nun sapemo gnente?
Le verit� so� belle, se capisce,
ma pure in quelle ciabbisogna un freno.
Eh! Se ner monno se parlasse meno
quante cose annerebbero pi� lisce!
Ch�er Padreterno te la manni bona
da li discorsi fatti a la carlona! �
E ammalappena er vino che ci� in testa
sfuma nell�aria e me ritrovo solo
capisco d�av� torto e me consolo
che in un�epoca nera come questa
s�incontri ancora quarche bon cristiano
che, se sto pe� casc�, me d� una mano.
Trilussa
-
Al mondo
Mondo, sii, e buono;
esisti buonamente,
fa' che, cerca di, tendi a, dimmi tutto,
ed ecco che io ribaltavo eludevo
e ogni inclusione era fattiva
non meno che ogni esclusione;
su bravo, esisti,
non accartocciarti in te stesso in me stesso.
Io pensavo che il mondo cos� concepito
con questo super-cadere super-morire
il mondo cos� fatturato
fosse soltanto un io male sbozzolato
fossi io indigesto male fantasticante
male fantasticato mal pagato
e non tu, bello, non tu �santo� e �santificato�
un po' pi� in l�, da lato, da lato.
Fa' di (ex-de-ob etc.)-sistere
e oltre tutte le preposizioni note e ignote,
abbi qualche chance,
fa' buonamente un po';
il congegno abbia gioco.
Su, bello, su.
Su, munchhausen.
Andrea Zanzotto
-
Italia
Sono un poeta
un grido unanime
sono un grumo di sogni
Sono un frutto
D'innumerevoli contrasti d'innesti
maturato in una serra
Ma il tuo popolo � portato
dalla stessa terra
che mi porta
Italia
E in questa uniforme
di tuo soldato
mi riposo
come fosse la culla
di mio padre.
Giuseppe Ungaretti
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La disperazione � seduta su una panchina
In un giardinetto su una panchina
C'� un tale che vi chiama se passate
Ha un paio d'occhialini un vecchio abito grigio
Fuma un piccolo sigaro � seduto
E vi chiama se passate
O pi� timidamente vi fa un cenno
Non bisogna guardarlo
Non bisogna ascoltarlo
Ma tirar dritto
Fingere di non vederlo
Fingere di non averlo neppure sentito
Passare via frettolosi
Perch� se lo guardate
O se gli date retta
Vi fa un suo cenno e niente nessuno
Vi pu� impedire di sedergli accanto
Allora vi guarda in faccia vi sorride
Facendovi soffrire atrocemente
E lui continua il suo sorriso
E voi stessi sorridete esattamente
Di quel sorriso
Pi� sorridete e pi� soffrite
Atrocemente
E pi� soffrite pi� sorridete
Irrimediabilmente
Restando fissi l�
Come congelati
Sorridendo sulla panchina
Bambini giocano a due passi da voi
Passanti passano
Tranquillamente
Uccelli volano
Volano via da un albero
Si posano su un altro
E voi restate l�
Sulla panchina
E gi� sapete bene
Che non potrete pi�
Giocare come quei bambini
Sapete che non potrete pi�
Passare come quei passanti
Tranquillamente
N� che mai pi� potrete volar via
Lasciando un albero per l'altro
Come quegli uccelli.
Jacques Pr�vert