Ahahaha mi hai fatto proprio ridere. Perchè Sabrina non è un gran film? La Hepburn con Bogart, insomma non sono proprio malaccio. Comunque complimenti per l'originalità del post.
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Si forse è come dici alla fine. Il suo è un atto d'amore nei confronti del cinema che più lo ha influenzato. Invece di fare un documentario ha fatto un film e ci ha messo pure la vicenda di Sharon Tate cambiando il finale. Non ha preso la Hollywood più conosciuta con gli attori più famosi, ma quella dal punto di vista di un ex famoso attore televisivo in declino.
A me la rievocazione di scene, ambienti, persone, musiche degli anni '60 è piaciuta molto.
"The Irish Man" di Martin Scorsese, il quale ha potuto girare il film grazie al finanziamento di Netflix. Quindi rapido passaggio nelle sale e da domani, mi pare, sarà disponibile solo sulla piattaforma. Tre elementi mi hanno fatto avvicinare con cautela al film: innanzitutto la lunghezza, 3 ore e 20 minuti sono al giorno d'oggi un tempo infinito da passare al cinema. Se poi aggiungiamo il tempo per arrivarci superiamo le 4 ore. Ecco perchè un film così lungo è più comodo da vedere su Netflix, potendone interrompere la visione. Poi il soggetto, ovvero la solita storia di mafiosi italo americani già trattati più volte da Scorsese. E per ultimo, proprio la filmografia recente del regista non completamente soddisfacente. E' la storia reale di Ed Sheeran, irlandese, tuttofare della mafia dii Filadelfia che fa capo alla famiglia Bufalino con la quale era entrato in contatto grazie a un incontro casuale con il suo boss in una stazione di servizio mentre faceva l'autotrasportatore. Quest'ultimo presenta Frank al leggendario sindacalista Hoffa e tra i due nasce un rapporto di profonda amicizia. Sino alla tragica morte di Hoffa avvenuta in circostanze mai del tutto chiarite. Il soggetto come detto sopra non è per niente originale; la sceneggiatura si sviluppa su tre livelli: Sheeran ormai vecchio e malandato in una casa di riposo che racconta tutta la vicenda dal principio; lui stesso e Bufalino che si mettono in viaggio con le rispettive consorti per le strade degli States per recarsi al matrimonio della figlia di Sheeran. La regia di Scorsese è di grande livello; più di tre ore senza trovare un difetto, con un montaggio che non permette allo spettatore di annoiarsi o di appisolarsi considerato il tempo passato sdraiato sulla poltrona. E poi, per ultima proprio per rimarcarla, l'interpretazione di De Niro, Pacino, Pesci (ma anche di Keitel e Anna Paquin che non vedevo recitare dai tempi di Lezioni di piano in cui era appena una bambina) di un livello così alta da rendere difficile qualsiasi confronto con un altro cast. Soprattutto i dialoghi tra De Niro e Pacino sono leggendari. Le espressioni di Pacino inimitabili.
The Irish Man ****
"Parasite" di Bong Joon-ho. Palma d'Oro all'ultimo Cannes è una dark-comedy dal significato sociale ben evidente che vede un'intera famiglia poverissima che vive in un maleodorante scantinato riuscire ad essere assunta da una facoltosa creando ad arte le prove che coloro che lavorano per loro sono pericolose, sino alla macabra scoperta finale. Convincenti sceneggiatura e regia, un po' meno l'interpretazione. Rimane un film di alto livello che merita i premi vinti.
Parasite ****
Una commedia nera piena di sarcasmo e carica farsesca, rivelatrice anche dei profondi dislivelli sociali nella Corea del Sud. Palma d’Oro meritata e grande successo di pubblico, forse per l’intreccio avvincente ed il ritmo narrativo incalzante.
Concordo con un recensore americano che lo ha definito «terribilmente divertente, quel tipo di film intelligente, generoso, esteticamente energico che annulla le stanche distinzioni tra film d'essai e film di intrattenimento».
Preciso soltanto che non si ride come in una commedia normale, anzi, non si ride affatto, ma si viene catturati dal vortice degli accadimenti e delle situazioni imprevedibili.
Lo sapevo da quando ha vinto il premio a Cannes, ma quando è partita "In ginocchio da te" di Morandi in una delle scene più esilaranti sono rimasto comunque sorpreso.
Il segreto dei suoi occhi.
Davvero un gran bel film...a mio avviso ovviamente.
Perchè...perchè dipinge in modo sublime le differenti umanità dei protagonisti.
Bello davvero. Voto 9+
https://www.youtube.com/watch?v=Kd6W-CkcZw4
Ha dichiarato che il nostro Gianni nazionale è molto popolare in Corea del Sud malgrado non sia mai andato a cantare lì e che il brano lo ha messo per il titolo in quanto è quello che stano facendo i protagonisti in quel momento. Del testo non sapeva nulla, sono stati i giornalisti italiani a rivelarglielo e lui si è fatto una bella risata.
Ho appena terminato di vedere su netflix "Free State of Jones" moto bello, basato su una storia vera....
Anche questo fim, come "Il Pianista" e "Shindler List"..... è uno di quei pochi film che non rivedrò mai più in vita mia.
"Motherless Brooklyn" di Edward Norton (in veste anche di attore). Noir d'annata o come lo chiamerebbero gli americani Hard boiled, nel quale un investigatore privato indaga su un'operazione di speculazione immobiliare che vede alcune aree povere sottratte ai loro legittimi proprietari per costruirvi alloggi di lusso. L'intreccio rimanda ai classici degli anni 40 con Bogart nelle vesti di Marlowe, ma anche al più recente Chinatown di Polanski senza raggiungere quei livelli o aggiungendo nulla al genere come invece fece Ridley Scott con Blade Runner. Nel cast anche Willem Dafoe, Alec Baldwin e Bruce Willis.
Motherless Brooklyn **
"Mary Queen of Scots" di Josie Rourke (prima opera). Maria Stuarda diventa ben presto Regina di Scozia ma si trasferisce in Francia e alla morte del marito torna nel suo paese natale. Il suo obiettivo è riunificare il Regno, ma il suo disegno trova ostacoli nella Regina Elisabetta d'Inghilterra, sua cugina, come pure tra i membri del suo Consiglio. Bellissimi gli scenari, come pure i costumi (candidati all'oscar), ma le note positive terminano qua. Il film è intriso da un perenne romanticismo fuori luogo, il bel faccino adolescenziale della Ronan va bene per Lady Bird meno per una Regina sottoposta agli stress del trono. Il resto della truppa non convince, regia compresa. Salvo Margot Robbie, sopratutto nel confronto con la cugina alla fine del film.
Mary Queen of Scots **
"J'accuse" di Roman Polanski. Presentato a Venezia dove si è aggiudicato il Leone d'argento quale premio della Giuria. Si è fatto notare che se non ci fossero state le dichiarazioni da parte del Presidente della Giuria all'inizio del festival contro la persona Polanski, probabilmente al film sarebbe spettato il Leone d'Oro. Il film si occupa dell'affare Dreyfus, ufficiale francese di origine ebrea condannato per alto tradimento per aver fornito notizie riservate ai tedeschi. Un vecchio superiore di Dreyfus verificando che la fuga di notizie non terminano con il suo esilio decide di indagare per scoprire chi ci sia dietro l'intera faccenda. Premetto che la storia rievocata in tutta la sua vicenda non mi ha entusiasmato, probabilmente perchè siamo cresciuti con ingiustizie, scandali, processi farsa, attentati finti e quant'altro. Per i francesi fu, forse lo è ancora, una questione d'onore che spaccò il paese in due. A parte la vicenda, interpretazione e regia sono di un livello elevato. Polanski cura i dettagli come pochi, sia nella ricostruzione della storia e nella presentazione dei documenti tanto da sembrare a volte un documentario, sia nella regia dove utilizza inquadrature fisse e mai zoomate con poco carrello.
J'accuse ***