Appena finito
https://youtu.be/oAjsBZEOnVw
Se non sapete chi sia su you tube c'é il suo primo documentario completo
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Appena finito
https://youtu.be/oAjsBZEOnVw
Se non sapete chi sia su you tube c'é il suo primo documentario completo
"The Square" (2017) di Ruben Ostlund. Un museo ottiene un finanziamento che la direzione intende usare appaltando un'opera, the square, ovvero uno spazio circoscritto dove le persone che vi accedono hanno gli stessi diritti e possono reclamare i loro bisogni e le loro necessità. Il direttore del museo nel frattempo subisce il furto del cellulare e dal quel momento in poi si scatenano tutta una serie di singolari avvenimenti che lo vedono coinvolto. Palma d'Oro a Cannes nel 2017, presidenza Almodovar, ho dovuto guardarlo due volte, leggere le dichiarazioni del regista e alcune recensioni per capirne il significato, o almeno una parte. L'idea principale è comparare l'assurdità di alcune opere moderne - un giornalista ricorda come un posacenere abbandonato in una sala che ospitava le opere della biennale di Venezia veniva continuamente fotografato dal pubblico - con alcune scene del film ad esempio dove i protagonisti si ritrovavano a discutere del nulla per diversi minuti.
L'idea di fondo del film è sicuramente originale e ti permette di pensare al cinema come una forma d'arte dalle mille sfaccettature, personalmente un'idea non mi basta e forse sono troppo legato a quella originale.
The Square **
l'altro ieri su netflix ho visto "Pietro il Fortunato"..... storia di un brillante giovane ingegnere danese, il quale lascia il paese, il rigido padre protestante, dal quale prende le distanze, poiché severo, fervente religioso tanto da opprimerlo e in città riesce a farsi una posizione e a fidanzarsi con una ragazza di una ricca famiglia ebrea... quando raggiunge l'apice del successo, gli basterebbe chiedere scusa a un vecchio burocrate per avere il suo progetto approvato... ma si rifiuta di "piegarsi"... poi, i fantasma di suo padre, la rigida educazione ricevuta, riaffiora e gli impedisce di "amare" fidanzata e vita agiata... la lascia, gli si chiudono tutte le porte, in quanto non più fidanzato della ricca figlia della famiglia ebrea... torna in paese, sposa una ragazza umile, figlia a sua volta di un pastore protestante... ha tre figli.. sembra felice ma poi... incapace di tenersi la felicità conquistata... abbandona tutti e va a vivere da solo... scrive alla sua prima fidanzata, la quale lo va a trovare... gli da dei denari per la sua fondazione per gli orfani.... già perché la sua prima fidanzata, la ricca ragazza ebrea, era rimasta incinta... poi abortisce visto che lui la lascia.... non si risposa e fonda una comunità per aiutare gli orfani.... alla fine... muore.
Jane Eyre. Bello. Non aveva bisogno però delle palesi forzature finali nella sceneggiatura.
Ho visto che c'è una versione di Zeffirelli e una successivo di Cary Fukunaga.
"Never Rarely Sometimes Always" (2020) di Eliza Hitman. Primo film del nuovo anno, una rarità. E' la storia di una diciassettenne che si ritrova incinta e con un po' di ritardo decide di abortire e deve anche spostarsi di città per cercare una struttura che le consenta di farlo. Il film ha vinto il premio della giuria all'ultimo festival di Berlino e ha un taglio documentaristico senza analizzare troppo in profondità i motivi che spingono la ragazza a non informare il probabile padre ne a parlarne con i genitori con i quali si intuisce non ha un gran rapporto. Forse poteva essere rappresentata meglio l'idea magari mantenendo la medesima struttura ma con un'accuratezza maggiore.
Never Rarely Sometimes Always **
Visto in lingua originale e sottotitolato in italiano su Altadefinizione.rocks
"Elle" (2016) di Paul Verhoeven. Film non ne escono e il suo passaggio su RaiPlay mi ha dato la possibilità di rivederlo. Elle è un imprenditrice nel campo dei giochi elettronici. Conduce la sua azienda con autorità e durezza e trasferisce questo modo di fare anche nei rapporti umani. Ha un impressionante facilità a farsi scivolare via di dosso qualunque cosa, persino uno stupro. Col passare dei minuti scopriamo che sono state invece vecchie vicende umane a costruire il suo carattere non l'azienda. Bel giallo psicologico con punte di sarcasmo funereo e una grande Isabelle Huppert, candidata all'Oscar per questo film. Convincente anche la regia di Verhoeven per ritmo e sequenze.
Elle ***
"Demolition" (2015) di Jean-Marc Vallée (Dallas Buyers Club). Una coppia in auto viene investita da un'altra macchina. Lui neppure un graffio, lei non sopravvive. Da quel momento Davis diventa un altro e comincia a demolire la sua esistenza, non solo metaforicamente ma comprando degli attrezzi e smontando e distruggendo tutto quello che gli ricorda il passato. La storia e anche la qualità del film cambia quando incontra Karen (un'ottima Naomi Watts) impiegata nell'assistenza clienti un'azienda di distributori automatici a cui lui scrive delle lettere per protestare sul funzionamento anomalo di una macchina.
Film struggente, consigliato da un conduttore della trasmissione radiofonica di radio tre "Hollywood Party", con un'ottima regia da parte di Vallée soprattutto nel montaggio e nei flashback con la moglie. Bellissime le scene della spiaggia con la giostra, sulle note de La Boheme di Charles Aznavour.
Demolition ***
Altadefinizione.rocks doppiato (così così) in italiano
Frozen 2. Oggi l'ho comprato e rivisto perchè lo avevo già visto al cinema, ed è un inno alla libertà! :approved:
"Honey Boy" (2019) di Alma Har'el (opera prima). Aston è un giovane attore divenuto una celebrità malgrado i problemi di alcol che lo portano in un centro di riabilitazione. Il film intervalla questo periodo con quello in cui ancor prima il ragazzo a soli 12 anni ha già bruciato esperienze che uno della sua età non dovrebbe nemmeno immaginare e nel frattempo mantiene lui e il padre, ex tossicodipendente, con apparizioni in spot pubblicitari. Honey Boy è una storia vera, magnificamente portata sullo schermo malgrado le poche risorse a disposizione e che mi fa pensare che della regista israeliana sentiremo parlare anche in futuro.
Honey Boy ***
Visto su Altadefinizione.rocks in lingua originale con sottotitoli.
"Novecento" (1976) di Bernardo Bertolucci. Riproposto da Raiplay con i due atti uno di seguito all'altro (5 ore!), è la storia dell'amicizia tra Alfredo e Olmo divisi dall'appartenenza a due classi sociali diverse. Alfredo è figlio del padrone dell'azienda agropastorale dove il padre di Olmo è un bracciante. La parte migliore del film è quando gli attori dei due ragazzi ormai cresciuti diventano Robert De Niro e Gerard Depardieu, affiancati da Stefania Sandrelli e Dominique Sanda. Alfredo non è interessato a prendere le redini dell'azienda di famiglia ma a godersi la vita, mentre Olmo prosegue la strada tracciata dal padre nella lotta per i diritti dei lavoratori ed eliminare ogni forma di sfruttamento. Bertolucci, proveniente dal successo mondiale di "Ultimo tango a Parigi " è in stato di grazia, supportato dalla fotografia di Vittorio Storaro, dalle musiche di Ennio Morricone, tra le sue meno note, e soprattutto da un gruppo di attori che farebbe invidia a un kolossal di Hollywood. Il film andrebbe visto per ammirare la sua elevata qualità tecnica, più che per le contrapposizioni padroni/operai e fascisti/comunisti che oggi non interessano più a nessuno.
Novecento ****
"Bellissima" di Luchino Visconti ieri su RaiStoria: Che dire della Magnani? Non mi viene l'aggettivo. E anche Walter Chiari autentica rivelazione.
Tra l'altro, attualissimo.
"Les Miserables" (2019) di Ladj Ly, prende spunto dai disordini nelle periferie di Parigi nel 2005. Un poliziotto viene inviato a Montfermeil e verifica di persona dei difficili rapporti tra la popolazione e la polizia. Un furto di un cucciolo di leone da un circo scatena una guerriglia senza esclusione di colpi, con i poliziotti coinvolti nei tumulti e nelle aggressioni. Il film è stato candidato all'Oscar quest'anno e pur non discutendone gli importanti risvolti sociali da un punto di vista cinematografico non mi pare una grande cosa, le riprese sono quelle di un documentario o di un servizio giornalistico, cioè senza uno stile riconoscibile.
Les Miserables **
"The Master" (2012) di Paul Thomas Anderson. Un reduce di guerra con molti problemi esistenziali e psicologici incontra casualmente in una nave un santone a capo di una setta. Considerando la sua condizione non gli rimane che affidarsi a lui, permettendogli di analizzarlo con i suoi metodi e successivamente difendendolo contro tutti coloro che ne mettono in discussione le capacità, che alla fine come succede in questi casi sono tutte da dimostrare. Ottima la regia di Anderson e grande interpretazione da parte di Joaquin Phoenix e soprattutto di Philip Seymour Hoffman, che reggono una storia interessante ma nulla di più.
The Master ***