La verità in atto...:rotfl:
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La verità in atto...:rotfl:
sotto il profilo psicologico le cose non sono così certe; infatti è "ama il prossimo tuo come te stesso", e non più di te stesso;
nell'abnegazione, ascesi, ecc... può - non dico sia necessariamente, beninteso - emergere un contenuto di violenza morale; ti siedi a tavola con un bel piatto di spaghi con le vongole, e hai l'asceta di fronte col suo tozzo di pane e cicoria che ti guarda; magari ti ha ceduto lui la pasta; tu ti senti in colpa e in debito; lui si sente spiritualmente e moralmente superiore; ha acquistato un potere e nutrito la sua superbia e vanità di aspirante santo, travestita da virtù;
io non accetterei quel piatto di pasta, a meno che chi me la offre abbia occasione di mangiarne spesso e non comunichi sacrificio;
in caso contrario, accetterei volentieri l'offerta di dividerla, anche se è poca, ripromettendomi di ricambiare il favore non appena possibile;
in effetti, l'argomento religioso è interessante perché tratta della gestione e del limite - assolutamente necessario - del desiderio;
in questo, la mortificazione - il sacrificio, ecc... - è un tema ricorrente da millenni, ed uno strumento efficacissimo per condizionare le vite altrui con l'esempio, e un paradigma psicologico ricorrente ed essenziale, anche per ci non crede, ma è comunque educato in un ambiente intriso di valori e formule narrative di rappresentazione della realtà di tipo religioso;
a me capita di incontrare tanti atei, o presunti tali, che parlano di politica in modo religioso e con lo stesso moralismo, come si trattasse della propria identità non negoziabile, anziché di una trattativa su equilibri possibili con persone che hanno opinioni diverse.
Probabilmente nessuno è mai riuscito ad annullare completamente se stesso, il proprio io.
Significa superare il proprio egoismo, il proprio tornaconto personale nell'agire, donarsi completamente al bene del prossimo. Il che non significa dare tutto ciò che si possiede ai poveri e vivere di elemosine, che abbiamo visto non è gradito nemmeno a Dio, ma dare la precedenza al bene comune anche a discapito del bene materiale personale.
Significa il massimo altruismo, senza superare il limite che ti porta ad essere un peso morto a carico della società.
Anche nella mia religione, scritturalmene, si salveranno tutti, ma dopo aver subito la punizione che avranno meritato.
Se ho capito bene, tu postuli che gli animali diventeranno esseri umani nel ciclo delle reincarnazioni...
Che ci si possa reincarnare come animali è scritturale, ma che tutti gli animali diventeranno umani non è scritto da nessuna parte e io non ci credo. Sono stati creati animali e avranno le loro soddisfazioni come tali, non sarà necessario che diventino uomini per "godere" di più.
Te l'ho già detti che nel commino o nella strada conta esserci indipendentemente dal fine, ma in questo comune cammino non si può impedire che ognuno si porti la sua personalità, come non si può impedire solitari punti di sosta per riflettere.
Tu sei un tipo che aspetta il suo prossimo o che va avanti ad ogni costo?
Intendo tutto ciò che di noi è negativo ed impedisca la realizzazione di quello che siamo, anche se la maggior parte di noi non lo sa. Allora è per questo che consiglio la lettura ed applicazione del Vangelo identificandosi ai personaggi di quelle storie che possono interessarci per eliminare tali impacci interni.
Poiché la lettura meditata tende ad immedesimare , io credo che l'intelletto a questo punto sia momentaneamente solo d'impaccio, poiché a mio avviso sono i sentimenti che lasciano segni indelebili nella nostra mente, non certo i modi di ragionare, che portano inevitabilmente a continuare a ragionare, e spesso a raggiungere compromessi con noi stessi..
A chiacchiere è facile dirlo, ma quando tutto ciò diventa incompatibile con sé stessi sai quante frustrazioni, nevrosi accumuli per un modello così o una vita impostata così? E non sto parlando di fregarsene di tutto e tutti tranne sé stessi.
Nessuno di voi che chiacchierate tanto lo fa davvero alla fine. Salvo personaggi particolari con vite estreme è difficile attuare questo modello. Una pressione in tal senso, verso un certo stile di vita, non può che continuare a far girare possibili sensi di colpa, sensi di inadeguatezza, verso chi si trova soprattutto a vivere in certi ambienti e famiglie dove questi discorsi circolano spesso.
Dopo quello che ho detto direi che si rinuncia all'ego, cioè a quello che di negativo c'è in noi, indipendentemente da tutto. Chi non vorrebbe eliminare i suoi difetti? Non è mica vero che sia così scontato, molti sono particolarmente affezionati ai loro difetti.
. Vi sono importanti particolari nascosti dietro la narrazione della creazione dell'uomo, nel secondo capitolo, il versetto dice: « Quindi Jehovah con la polvere della Terra modellò l'uomo, gli soffiò nelle narici un'anima vivente (nephesh) e l'uomo divenne essere vivente (nephesh
chaym) » (Genesi, II, 7).
In altri punti nella versione di Re Giacomo - ed anche nella Vulgata 1 e nelle traduzioni italiane - la parola « nephesh » è
tradotta come « vita »; ma in questo caso particolare è resa con « anima vivente », dando così l'idea che vi fosse
distinzione fra la vita che animava la forma umana e quella che animava esseri inferiori. Nulla, nella traduzione, autorizza a
stabilire questa differenza, la quale è pertanto puramente arbitraria. Il soffio di vita (nephesh) è lo stesso nell'uomo come
nell'animale. Ciò può essere dimostrato perfino a coloro che si attengono fermamente all'autorità della Bibbia, poiché
anche la versione di Re Giacomo dice chiaramente: (Eccl., III, 19-20) «... come l'uno muore così muore anche l'altro, sì, essi
hanno tutti lo stesso soffio (nephesh); così che l'uomo non ha nessuna preminenza sopra una bestia: tutti vanno nello
stesso luogo ».
Gli animali non sono che i nostri « fratelli minori » e benché per ora non siano altrettanto bene organizzati,
raggiungeranno col tempo uno stato elevato quanto il nostro, e noi saremo allora ascesi ancora più in alto.
Se si sostiene che l'uomo ha realmente ricevuto la propria anima nel modo descritto nel settimo versetto del secondo
capitolo della Genesi, e che non avrebbe potuto riceverla in altro modo, è permesso domandarsi: dove e quando la donna
ricevette la propria anima?
Se ci serviamo della chiave occulta, il senso di questo capitolo diviene del tutto chiaro, e noi comprendiamo allora assai
bene ciò che significa il gesto di Jehovah che ha insufflato il soffio di vita. Così tutto diventa logico e sensato
Ma guarda, o guardate, che non è la stessa cosa eliminare o limare un difetto e rinunciare all'ego o io che dir si voglia.
Son cose diverse. Parlate di egocentrismo, egoismo, egotismo al limite o di aggressività, avarizia ecc...non di fine dell'Io, di sé stessi, che è solo un modo pomposo ed estremo, oltre che deformante ma sicuramente più d'impatto, per dire di essere un po' meno stronzi.
Si tratta di avere delle priorità, Laura. Gesù Cristo non ci chiede di fare eremitaggio, ma di dare il giusto peso alle cose del Cielo e a quelle della Terra. Solo le prime rimangono. Sole le prime sono Eterne.....
Mettere dunque Dio al primo posto! Tutto il resto è un di più. :)
Seeeeee, che tanto a dar fiato alla dentiera è facile ma fare è più difficile.
Sul fatto che anche gli animali abbiano un'anima sono d'accordo, tant'è che si chiamano così.
E' sul periodo in neretto che non sono d'accordo, che non fa certo parte della Bibbia.
Quella è una convinzione o teoria tua e dei Rosacroce.
Comunque ci sono insetti molto bene organizzati, come api e formiche.