signora, non si preoccupi. sono in qualche modo "abituato" ad alcune defaillances "femminili". a buon rendere...
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Favorevolmente, sorpreso. Me la sono anche appuntata sul mio block notes la tua definizione di "poveri di spirito" ;)
"Poveri di spirito"? Qui come spesso accade ci soccorre il più grande saggio della cristianità, cioè Mastro Eckhart:
È un uomo povero quello che niente vuole, niente sa, niente ha.
a) Niente vuole: fintanto che l’uomo ha ancora in sé la volontà di compiere la dolcissima volontà divina, non ha ancora la povertà di cui parliamo. Infatti, egli ha ancora in sé una volontà, con cui vuole soddisfare la volontà di Dio, e questa non è la vera povertà. Perché l’uomo sia davvero povero deve essere privo della propria volontà come lo era quando non esisteva. Ve lo dico nell’eterna verità: finché avete la volontà di compiere la volontà di Dio e avete desiderio dell’eternità e di Dio, non siete ancora poveri; infatti vero uomo povero è solo colui che niente vuole e niente desidera.
b) Niente sa: l’uomo dovrebbe vivere in modo da non vivere né per se stesso, né per la verità, né per Dio. Ma aggiungiamo: l’uomo che deve avere questa povertà, deve vivere così da non sapere neppure che egli vive né per se stesso, né per la verità, né per Dio. Egli deve essere così vuoto di ogni sapere, da non sapere né conoscere né sentire che Dio vive in lui. Inoltre, deve essere privo di ogni conoscere che vive in lui.
c) Niente ha: l’uomo deve essere così povero da non avere, e non essere, alcun luogo in cui Dio possa operare. Quando l’uomo mantiene un luogo, mantiene anche una differenza. Perciò prego Dio che mi liberi da Dio, perché il mio essere essenziale è al di sopra di Dio, in quanto noi concepiamo Dio come inizio delle creature. In quell’essere di Dio in cui Egli è al di sopra di ogni essere e di ogni differenza, là ero io stesso, volevo me stesso e conoscevo me stesso per creare quest’uomo che io sono. Perciò io sono causa originaria del mio essere, che è eterno, e non secondo il mio divenire, che è temporale.
Da: Meister Eckhart, Sermoni tedeschi, Adelphi, 1985.
si, però sempre a livello di "atteggiamento mentale" e di "predisposizione spirituale". in definitiva puoi anche avere i miliardi, ma se non riesci ad allontanarti dallo "spirito" egoistico che spesso rende possibile accumulare grandi somme, non puoi in sostanza raggiungere la c.d. "tranquillità dell'animo", di cui peraltro parlava anche il meglio conosciuto seneca. e allora finisci a fare l'elemosina ai "mendicanti", i quali mi pare che osservino, ovviamente quando davvero hanno "bisogno" e non quando si associano "per delinquere", le stesse identiche regole formulate da eckart. niente vogliono, niente hanno e niente sanno. come "filosofia di vita".
Parlando a proposito di "greggi" umane plasmate o infelicemente indottrinate (si può anche essere meno volgari nelle espressioni!) mi domando quanta maturit�* abbiano quelle persone che urlano e si scalmanano(quando non c'è la violenza!) per una squadra sportiva,per un cantante o attore famoso,per un'idea(legata sempre più ad un leader) politica,sociale,culturale.
La povert�* di spirito non è accettare tutto e sempre perchè l'essere umano ha la capacit�* di ragionare e di scegliere e se diventa parte di un gregge è per sua scelta.Pensiamo solo al campo della moda che per lucro si tira dietro migliaia di persone che vestono allo stesso modo(non perchè piace ma perchè lo fanno gli altri).La povert�* di spirito in effetti è una forza di carattere anche nel saper andare,quando serve,contro corrente;è povera di pregiudizi e di influssi negativi non di discernimento.
Essere poveri di spirito al tempi di Gesù voleva dire togliere i pregiudizi relativi alla societ�* e alla classe imperante di allora ma anche acquistare una fede salda per affrontare le difficolt�* e i disagi che la nuova scelta di vita implicava.Quando Gesù parla di gregge non intende pecoroni indottrinati ma un popolo unito.Chi non sa calcolare le proprie capacit�* di scelta o di rinuncia deve starsene a casa e mi pare che questo non sia un "riempire la testa" senza discernimento.Se poi altri nei secoli hanno cambiato atteggiamento e si sono atteggiati a capi-popoli in nome di Cristo,lui non ne ha colpa.
Nonostante gli errori della storia lo Spirito Divino continua a guidare attraverso la fede ma anche attraverso l'intelletto che Lui ci ha concesso tutti coloro che sanno impoverirsi del proprio spirito a favore di uno Spirito Superiore.