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"Circuit"
Così mi ricollego al mondo dei locali omologati trattati nel forum "L'altra metà dell'amore"!
Il film è avvilente:
Un poliziotto gay della solita provincia americana, su invito del proprio superiore, decide di trasferirsi a Los Angeles (senza provare neanche un secondo a combattere i pregiudizi dei colleghi). Lo attenderà un "paese dei balocchi" dove si frequentano party sfrenati, dove si fa comunemente uso di tutte le sostanze stupefacenti conosciute (e sconosciute), dove il sesso deve essere esclusivamente senza amore, dove il culto del corpo è spinto oltre la normale comprensione.
Come in ogni "paese dei balocchi" che si rispetti, gli effetti collaterali di tanta irresponsabile baldoria non tarderanno a farsi notare.....
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"Monster".
Io l'ho apprezzato molto, ed ho trovato bravissima Charlize Theron nella sua trasformazione e nella sua recitazione.
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I miei preferiti sono Brockeback Mountain e Monster,che
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"Prima che sia Notte" in onda a notte fonda ieri sera su rete 4
Reinaldo Arenas nasce nel 1943 nella provincia di Oriente di Cuba. Dopo un'infanzia di povertà assoluta, a 14 anni viene raccolto ed educato dalla rivoluzione. A venti anni pubblica il suo primo romanzo destinato a restare l'unico uscito nel suo Paese. Il manoscritto del suo secondo romanzo viene censurato, esce da Cuba, arriva in Francia dove vince il premio come miglior romanzo straniero nel 1969. La pubblicazione di un libro senza il permesso del governo castrista lo fa diventare un ricercato e un braccato. La condizione di omosessuale, che Arenas non nasconde, aggrava la sua situazione nei confronti dell'autorità. Nel 1973 viene arrestato e, dopo la confisca del suo lavoro, portato nella prigione di El Morro. Qui passa due anni, insieme a criminali comuni, scrivendo lettere alle mogli e alle amanti degli altri detenuti. Dopo un tentativo di evasione, passano ancora anni difficili, prima che arrivi, nel maggio 1980, il permesso da parte di Castro a omosessuali, malati e detenuti comuni di lasciare Cuba. Tra i 250.000 che lasciano l'isola c'è anche lui. Arenas arriva a New York, ma la sua vita è tutt'altro che felice. Ridotto a vivere modestamente e isolato da tutti, consumato dall'Aids, Arenas muore nel 1990.
Il film vede la partecipazione di Jonny Deep nei panni di un travestito.
Osannato a Cannes e poco dalla critica istituzionale
appare certamente meno vibrante dell'ottima autobiografia dalla quale è stata tratta la sceneggiatura.
Vi consiglio di leggere il libro
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E' un vero peccato che certi film vadano in onda a orari impossibili perchè le fasce orarie più umane sono occupate da robaccia inguardabile....è un po' una forma di censura anche questa....
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90% dei film belli vanno in onda o ad orari in cui la gente mangia o esce di casa (pomeriggio) oppure a notte fonda... per me è diventato un vantaggio... registro tutto e me lo guardo quando mi pare così se non capisco qualcosa torno indietro...
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"Notti selvagge"
Critica:
Un'operazione sfacciata, cinematograficamente fluida, perfino nevropatica, ma ripetitiva. Il Collard regista conosce fin troppo bene il Collard uomo e lo manovra giocando volentieri il jolly dell'autodistruzione. In cambio non sopporta alcun peso simbolico e non è un grande attore anche se soffre in prima persona. Somiglia, in bello al Tom Hulce di "Amadeus", mentre il suo film ricorda, in brutto, "Niente baci sulla bocca" di Techinè. A ben guardare "Notti selvagge" non è un film sull'AIDS (ne usciranno molti e fra breve) ma un notturno grido di rivolta contro le convenzioni sessuali borghesi, girato però con le convinzioni accattivanti degli spot. Rimane all'attivo del film, oggi più struggente di ieri, la prova della Bohringer che racconta la sua discesa agli inferi in un mondo nascosto da cui poi risale alla "normalità". (Maurizio Porro, Il Corriere della Sera)
Il film è assai retorico nell'idea base (febbre di vivere nel timore di morire) in molti dialoghi e situazioni, nel compiacimento vitalistico, ed è un'antologia di cose alla moda 1992: bisessualità voga della Spagna, naziskin, patetismo famigliare, sadomasochismo, body building cocaina, narcisismo. La sovrapposizione filmbiografia (esagerando: artevita) non basta per arrivare all'autenticià espressiva. (Lietta Tornabuoni, La Stampa)
Eppure a me non è affatto dispisciuto, forse perchè quando l'ho visto per la prima volta il mio rapporto nei confornti delle convenzioni sessuali era piuttosto scontato.
Forse perchè legato a certi ricordi importanti.
La località ripresa nelle ultime sequenze mi ha lasciato il desiderio di riuscire a visitarla.
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azz...all'inizio credevo che la recensione fosse tua...e mi dicevo: ammazzaò...come scrive bene questo....
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[QUOTE=mat612000]azz...all'inizio credevo che la recensione fosse tua...e mi dicevo: ammazza
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Un film nuovo nuovo, leggero e abbastanza carino,
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le fate ignoranti con accorsi e la mezzogiorno
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Citazione:
Originariamente Scritto da sweetmanu90
le fate ignoranti con accorsi e la mezzogiorno
Ah ecco, un altro film che ho dimenticato di aggiungere alla mia top10.... insieme a Philadelphia.