Hai però anche detto che i padri "sono portati come estrema razio" a usare la violenza. E' questo che non sta ne in cielo ne in terra. Non esiste alcuna estrema razio, esiste l'essere delle bestie o deelle persone.
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La guerra tra i sessi in famiglia c'è solo laddove gli uomini non accettano che la donna sia libera, indipendente, lavoratrice. E laddove pretende che l'uomo si prenda cura della casa e della famiglia esattamente come fa lei. Cosa che invece in molti contesti l'uomo si rifiuta di fare. Nessuna guerra tra i sessi, solo il solito maschilismo becero di cui ancora purtroppo questa società non riesce a liberarsi del tutto, proprio perché la gente la pensa come te.
Che poi il tuo non è manco un pensiero da uomo di chiesa, perché nella mia compagnia storica, tutta gente credente, praticante e con attività in oratorio, ci sono equilibri uomo/donna perfetti. Con la l'uomo che magari la sera sta a casa a badare ai figli perché la moglie è impegnata con la politica. Ma anche viceversa ovviamente.
vedi, la risposta di Recalcati, che citi a sostegno, è esattamente l'opposto del recupero di autorità; te ne sei accorto, o no ?
no Cono, qui sei tu che, scorrettamente, fingi di non capire il contenuto aggressivo e sessista, inammissibile, di quella postulazione dei carismi, che è, in effetti, il ripudio tout-court di due secoli e mezzo di civiltà moderna e di tutti i principi delle democrazie liberali;
non è che una spruzzata di parole concilianti cambi la sostanza concettuale della subalternità morale della donna che quel postulato afferma;
guarda che se tu andassi a dire una cosa del genere in mezzo alla strada a donne qualsiasi, ma anche alla maggior parte degli uomini, oramai, in modo tale da essere davvero compreso nel senso, rischieresti il linciaggio per l'odiosità dell'idea in sé; cerca di renderti un capellino conto...
è un po' come se un aristocratico pretendesse di comandarti per via della sua nascita, comparata alla tua;
se, per ipotesi, ci fosse un partito che pone nel suo programma l'applicazione concreta di quell'idea dei carismi, verrebbe immediatamente messo fuori legge, esattamente come un partito dichiaratamente razzista.
La testimonianza è contro il tuo sessismo, contro cazzate come i carismi e le faccende prettamente femminili, altra emerita cazzata. Non hai capito, ma non mi stupisco, che ti facevo presente che tu accusi il resto del mondo di vedere l'altro genere come nemico, come se tu fossi l'unico illuminato e dalla parte giusta, quando è proprio la tua mentalità, i concetti che esprimi che denotano una paura, un conflitto, la percezione dell'altro sesso come nemico. Carismi, ruoli, invasioni di campo cosa altro non sino se non creare divisioni, ansie e di conseguenza reazioni avverse a questo pensiero ed a chi le manifesta?
Se non vuoi conflitti, dovresti scendere dal piedistallo dove te ne vorresti stare a unico direttore d'orchestra a pipi ritto e cominciare a pensare che forse potresti stare sbagliando e che va guardato più alla persona che al sesso e le gabbie in cui vuoi infilare tutti.
mi spiace, ma qui - con tutta probabilità - ha ragione Cono:
nella Chiesa non conta quello che fanno o pensano i credenti, perché non è quella la regola di quel club; ma conta quello che scrivono i Dottori, tra cui la dottrina dei carismi;
se il credente cattolico della tua compagnia andasse al S. Uffizio pretendendo il diritto di contestare in via di principio la correttezza del Magistero, e alle obiezioni dei sapienti non si dicesse ravveduto, sarebbe certamente scomunicato e posto al di fuori della comunità ecclesiale;
ovviamente, a nessuno interessa rendere il conflitto esplicito; ma la realtà della Chiesa è questa, e non quella che immagini tu, perché parliamo di un ente dogmatico e gerarchico, non di una comune di freakettoni con le chitarre e poppe di fuori, come diceva il prof. di Carlo Verdone :asd:
Lo scorretto e l'ipocrita sei tu. Hai detto sì del torto ma hai anche parlato di evidenti ragioni per cui avalli l'idea che l'uomo, se gli parte l'embolo perché la donna in un certo senso fa da contraltare, è normale, è giustificato nel provare la voglia di menare anche se poi bocci l'azione.
È un pensiero pericoloso questo perché fomenti proprio quel pensiero e le potenziali azioni che ne possono derivare a discapito delle donne che alla,fine devono adeguarsi al detto "che la piasa, che la tasa, che la staga in casa". Non persone, non soggetti degni di educare e di vivere proprie realizzazioni ma che non si devono permettere di minare le pretese dell'uomo, la sua leadership.:clap
beh, non confondere una circostanza con la realtà; se in un paese dove si conoscono tutti il vigile abitualmente non multa chi parcheggia in sosta vietata non vuol dire che l'infrazione sia stata abrogata nel codice;
il tuo discorso avrebbe un qualche senso coerente se si trattasse di una chiesa riformata, dove l'elaborazione individuale è strutturalmente e formalmente preminente rispetto ai consigli dei pastori;
ma la peculiarità cattolica, essenziale, ciò che la distingue davvero nel genus da tutte le altre chiese cristiane è esattamente il vincolo di obbedienza al Magistero e alla gerarchia;
è un po' come se in una catena di ristoranti vegani ci fossero alcuni esercizi dove si chiude un occhio e si preparano pasti con le uova e i formaggi; magari non importa una ceppa a nessuno e nessuno viene a contestare; ma non per questo l'avventore che va lì e si spara una caprese o la carbonara con le uova può dirsi vegano perché va a mangiare in un "ristorante vegano" in cui si trasgredisce la regola del veganesimo :asd:
Può essere così nella teoria. Nella pratica ti assicuro che non è così da nessuna parte. Con il mio volontariato frequento ambienti di chiesa un po' in ogni città d'Italia e la chiesa che conosco è quella che ti ho raccontato io. Ma pure i preti che fanno la ramanzina ai mariti che non aiutano le mogli nelle faccende domestiche. La chiesa di cui parli tu è una vecchia istituzione che nel reale non è più così da un pezzo. E per fortuna.
Dark, scusami ma la mia non pedanteria per voler avere ragione a tutti i costi; si tratta del rispetto della realtà: quando si parla di dottrine è quella che chiami "teoria" a contare, e della sua concreta applicazione, come nel caso del veganesimo; se una tua amica mangia la mozzarella e ti dice di essere vegana e che tanti suoi conoscenti vegani mangiano anche le uova, non per questo le riconosci quell'appartenenza, no ?
la Chiesa non è un ente di assistenza sociale o un luogo di aggregazione dopolavoristica, quantunque tu possa aver pratica di questo; il suo fine precipuo ed essenziale è quello di affermare e diffondere un dogma, e cioè il "Credo" cattolico, proprio nella sua versione verticistica e obbediente;
se tu togliessi questa prerogativa non sarebbe più la Chiesa cattolica, ma una delle tante chiese riformate, in cui l'individuo e la discrezionalità interpretativa sono legittimate de jure;
la frequentazione del Cattolicesimo da parte di chi non condivida in via di principio il Magistero come obbedienza, con tutti i suoi precetti, ha lo stesso effetto grottesco di un ebreo tedesco che si fosse iscritto alla locale unità del partito nazista perché conosceva gli iscritti sin da bambini e il gerarca, pur sapendolo ebreo, non lo denuncia;
cioè, si può anche capire un desiderio di socialità e condivisione, ma la rimozione della ragione sociale essenziale e inestinguibile, che nega tutte le ragioni di quell'adepto fuori-norma è paradossale;
è vero che nella Chiesa c'è una specie di scisma silenzioso di persone che la pensano come te, ma è - appunto - uno scisma, definito tale dagli studiosi specializzati, e non un'evoluzione della Chiesa stessa;
peraltro, molto frammentata, perché accanto a quelle frange "progressiste" e aperte - tipo redazione di Famiglia Cristiana - ce ne sono tante, e più potenti, molto più conservatrici su tutto; nella realtà concreta, non vedi mobilitazioni di massa per i migranti, ma facilmente si aggregano dalle parrocchie centinaia di migliaia di persone per i Family Day, per combattere le unioni civili, e altro del genere.
Uomo e Donna sono diversi! D I V E R S I !
Sono 2 universi paralleli: Ma profondamente diversi fra loro. Hanno tendenze, propensioni, caratteristiche, carismi e talenti diversi. Di pari importanza, Dark. Di pari dignità, ma diversi. Se appare, se viene resa manifesta tale diversità, si forma nella Famiglia quell'alchimia capace di mettere in moto comportamenti virtuosi e fruttuosi. L'autorità compete all'Uomo. Ribadisco: L'autorità, non l'autoritarismo. Se in una Famiglia a dettare le regole è invece la Donna, già si forma una stortura in partenza. Sia nei Figli che nel Marito.
Non perde niente, la Madre, se lascia che sia il Coniuge a dettarle. Visto che son frutto di un dialogo precedente.
In soggetti deboli, purtroppo, che difficilmente sanno padroneggiare le situazioni di conflitto, è avvertita quella nefanda e terribile soluzione. E' chiaro che va condannata. E' chiaro che riduce soltanto la persona a bestia e non risolve un bel niente. Ma subito dopo la condanna, è necessario scandagliarne le cause. Capire da cosa muova questa incredibile recrudescenza di delitti.
Uffa, mi prenderò anche questa accusa: Sono un maschilista becero. Ho sempre ribadito che la questione non è cosa può fare la Donna e cosa l'Uomo. Tutto inutile. Non si vuol capire cosa voglia dire "lavoro di squadra, complementarietà, condivisione, rispetto"
Si preferisce usare gli stereotipi sessantottini del maschio cattivo e della femmina virtuosa, emancipata e libera e buonanotte al secchio.
Sono un maschilista becero: Allora lo è sicuramente anche San Giovanni Paolo II. che osò mandare questo tipo di lettere a tutte le Donne del mondo:
A ciascuna di voi e a tutte le donne del mondo indirizzo questa lettera nel segno della condivisione e della gratitudine, mentre si avvicina la IV Conferenza Mondiale sulla Donna, che si terrà a Pechino nel prossimo mese di settembre.
La Chiesa - scrivevo nella Lettera apostolica Mulieris dignitatem - « desidera ringraziare la santissima Trinità per il "mistero della donna", e, per ogni donna, per ciò che costituisce l'eterna misura della sua dignità femminile, per le "grandi opere di Dio" che nella storia delle generazioni umane si sono compiute in lei e per mezzo di lei » (n. 31).
2. Il grazie al Signore per il suo disegno sulla vocazione e la missione delle donna nel mondo, diventa anche un concreto e diretto grazie alle donne, a ciascuna donna, per ciò che essa rappresenta nella vita dell'umanità.
Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel travaglio di un'esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.
Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.
Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.
Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l'indispensabile contributo che dai all'elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del « mistero », alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
Grazie a te, donna-consacrata, che sull'esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all'amore di Dio, aiutando la Chiesa e l'intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta « sponsale », che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.
Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.
https://w2.vatican.va/content/john-p...995_women.html
Eh si...proprio un maschilista becero, Karol Woytila. E io uguale!
Subalternità morale della Donna? Mi arrendo. Questo è troppo. Linkami anche te dove mai porterei avanti un'amenità del genere. Il sottoscritto, il Papa, la Chiesa, molti di quei pensatori laici partono sempre dal concetto base (e imprescindibile) dell'eguale Dignità fra i due generi. Ma c'è un'armonia nella Creazione, Axe. Tutto è meravigliosamente ordinato nella diversità delle Specie, dei fiori, degli alberi, degli animali, delle stagioni....
Qua appena qualcuno osa parlare di Armonia e di Complementarietà, si alzano subito gli scudi a difesa. Ma difesa di che? Se ognuno rispetta la peculiarità dell'Altro...il talento dell'altro...il carisma..le caratteristiche dell'Altro...cosa c'è da difendere? Se annacquiamo sempre tutto nell'indistinto, nel grigio, nell'appiattimento, nel tutto uguale, nella pura e semplice rivendicazione del diritto alla parità (che nessuno contesta) poi i risultati non possono essere che quelli evidenziati dalla Realtà: Società divisa, frammentata, violenta. Nei modi e nei linguaggi.
Recalcati: Si, esattamente. Il padre-testimone (il massimo che oggi tale figura può pretendere di essere) diventa poi inevitabilmente un padre capace di insegnare Vita. Insegnarla con quell'Autorità che ha smarrito.
Pazza, si può dialogare con calma? qua non si tratta di parlare di un problema muovendo dagli angoli opposti dell'essere credenti o non credenti. E' proprio un sapere condiviso (da Freud a Jung a Lacan a molti altri) quello che Padre e Madre rappresentano nella psiche dei Figli. Tantissime problematiche che le persone si portano appresso tutta la vita, muovono appunto da conflitti e incomprensioni vissuti coi Padri e con le Madri in età infantile e adolescenziale. Leggi qui, per favore:
L’archetipo paterno, tra principio di realtà e principio spirituale
Il padre generalmente è considerato come il portatore di un ‘principio di realtà’, mentre la madre di un ‘principio di sentimento’ (per non dire solo ‘principio del piacere’ che sembra riferirsi soltanto al godimento e per nulla alla responsabilità). La madre, in linea generale, invita più del padre ad una responsabilità relativa al sentimento piuttosto che alla ragione. Il padre esorta, e a volte costringe, a considerare la realtà e quindi a seguire regole e a prendersi gli impegni. Anche la madre fa questo, ma il bambino la percepisce come più accomodante, più incline a soddisfare bisogni che presumono una minore intransigenza e una maggiore sensibilità sentimentale. Il padre è dunque più duro, ma a fin di bene, insegna che ‘la vita è dura’ – quindi, per essere affrontata necessita di una certa ‘durezza’. Il modo di ragionare del padre – poiché esorta tipicamente al ‘realismo’ – è spesso concepito come più ‘meccanico’, con ingranaggi logici piuttosto spietati, ai quali ci si deve adeguare, altrimenti la realtà, la vita non funziona… ma le cose non stanno proprio così, perché le leggi della vita non sono ‘meccaniche’… del resto il Padre archetipico’ lo sa, ed è quindi anche portatore di un ‘principio spirituale’, di un’apertura verso la trascendenza, per un essere nella vita che è nella realtà, ma anche ‘oltre la realtà’.
Il SI’ e il NO del padre
Mentre nell’immagine materna il modo prevalente di proporre l’esperienza relazionale ai figli è il ‘sì, o il ‘forse’, o ‘ci accordiamo’, ‘adesso no’, oppure ‘non si può’, insomma la madre è considerata come più accomodante, più disponibile a sopportare i capricci. Il ‘No’ della madre viene sentito come più ‘rivedibile’ e meno ‘legittimo’ rispetto a quello del padre. Non tanto perché una madre sia effettivamente più debole del padre come persona, ma perché il materno è stato assimilato sin dal periodo dell’allattamento come un oggetto che nutre senza nulla dover dare, e quindi inconsciamente viene considerato prevalentemente in tal senso, come una fonte di ‘amore incondizionato. Nell’immagine paterna, invece l’amore appare come ‘condizionato’ e quindi sottoposto a regole, che devono risultare chiare e poco accomodabili. Perciò nella relazione con il padre bisogna accettare che esiste il ‘Sì’ ma anche il ‘No’, e quando ‘è No’, non sempre è giusto o è possibile spiegare il perché. Certamente un padre deve anche spiegare le ragioni del suo NO, ma fino ad un certo punto, cioè non fino allo sfinimento provocato dall’accettazione dei capricci ricattatori del figlio. Del resto, il figlio non sempre è in grado di comprendere e di accettare la spiegazione. Perciò un padre deve spesso assumersi la responsabilità che è ‘No perché è No e basta!’. Anche questo può apparire meccanico, rigido, ma ha un suo senso formativo e spirituale, in quanto incute timore e rispetto verso un’autorità che guida, che si assume la responsabilità di nutrire e di proteggere. Inoltre incute il desiderio di maturare per poter oltrepassare il limite posto dal padre, e quindi per poter riuscire a decidere autonomamente. Ovviamente, il padre deve saper equilibrare coerentemente il No e il Sì, entro una relazione d’amore che i figli possono percepire nel cuore e nella mente. Inoltre, se occorre, prima di dire: ‘Si’ o No’, il padre ha diritto di prendersi del tempo per ‘pensarci bene’; i figli devono comprendere che il padre è uno che alle cose ci pensa a fondo, ed è per questo che in certi momenti può permettersi anche di agire d’impulso.
Va subito chiarito che qui parliamo di funzioni e configurazioni archetipiche della paternità, le quali possono essere espresse anche dalla madre. In tal senso: una funzione e una configurazione archetipica paterna può riscontrarsi anche dentro una donna, così come una funzione e una configurazione archetipica materna può riscontrarsi in un uomo. Del resto donne e uomini, spesso sono entrambi chiamati ad esercitare sia funzioni paterne e sia funzioni materne. Addirittura in certi casi – oggi piuttosto comuni – e’ la madre che fa il padre e viceversa! Più comunemente c’è un mix o un’alternanza della funzione paterna e di quella materna tra padre e madre. Ricordo che questa è una riflessione ‘archetipica’ sul padre al fine di poter interpretare certe funzionalità e certe disfunzionalità della figura del padre e dei ruoli genitoriali.
http://www.albedoimagination.com/201...i-sul-padre-2/
Mi sembra abbastanza chiaro, no?
Spero di rileggerti martedì mattina. Ciao!
Ti ripropongo il post dato che sei corto di memoria.
Hai parlato di " ragione evidente" e dopo di padre privato di carisma e dell'autorità. Dobbiamo quindi ritenere una diretta conseguenza e come giusto motivo, l'associazione di voler fare violenza al fatto di avere una donna che dice la sua e contesta qualcosa?
I sentimenti sono una cosa, si può provare odio, rabbia per svariati motivi, diciamo che è normale. Però c'è anche chi mena o ammazza per un parcheggio. Ma è un'"evidente ragione"? Possiamo affibbiare una qualche giustezza?
Qui viene dipinto il maschio come un poveretto insicuro, che per stare bene, deve cassare l'altro, fare come i bambini quando giocano e non vincono, che si arrabbiano magari col genitore perché non doveva giocare così.
È questo che dipingi, un essere che impone e limita per esistere, altrimenti crolla.
E se insegni quello di cui hai parlato fino ad adesso, è ovvio che l'idea di invasione e privazione può provocare moti di rabbia e forse la sua manifestazione.
È quel binomio, "evidente ragione", che stona, che fa pensar male, che dice che è giusto provare quella rabbia, quella,voglia di violenza verso la donna, la compagna per quel motivo..
Dici che è sbagliata la violenza, ma già crei un alibi e accendi la miccia verso chi dovrebbe stare al suo posto secondo la tua morale. In vari casi arriva però all'esplosivo.
lo fai qui, esattamente tre post più avanti, qualche minuto prima:
ora, qui i casi sono due: o sei un idiota totale, nel senso che non capisci il senso di quello che scrivi, oppure - come ipotizza nahui - ti diverti a provocare in modo consapevole;
"autorità" vuol dire esattamente gerarchia, disparità, subalternità dei soggetti che vi sono sottoposti; da militare obbedivi all'autorità del capitano comandante di compagnia, oppure se lui ti dava un ordine tu glielo contestavi e lui abbozzava ? il caporale cono non vuole stare di guardia ? bene, allora vada pure in libera uscita...
a parte il fatto che quella condizione carismatica innata che pretendi, non si evince da nulla; è solo un dato di potere, come lo era l'esercizio dell'autorità dell'aristocratico sul servo; si fa una rivoluzione e il carisma del padrone è finito; c'è da difendere la dignità della persona che quella tua nozione di genere, sessista, di carisma calpesta:
secondo quel tuo principio, un qualsiasi marito che va a trans o prostitute minorenni, che trasgredisce leggi o sia semplicemente un poco di buono, pusillanime, stupido o idiota, dovrebbe essere titolato all'esercizio dell'autorità più di una qualsiasi donna intelligente, responsabile, nell'educare e indirizzare i figli; perché questo significa la tua postulazione per categorie di genere;
ma come nessuno contesta ? lo fai puntualmente ad ogni post, rivendicando la posizione d'autorità dell'uomo ! più contestazione della parità di questa, cosa dovremmo leggere ??? :asd:Citazione:
Se annacquiamo sempre tutto nell'indistinto, nel grigio, nell'appiattimento, nel tutto uguale, nella pura e semplice rivendicazione del diritto alla parità (che nessuno contesta)
eh, te ne devi fare una ragione; se non vuoi il conflitto, piegati tu al volere altrui; altrimenti prendi atto del dissenso sui valori, i carismi e quant'altro e decidi se mettere a rischio la libertà di perseguire i tuoi, che ora ti è garantita, per cercare di mettere in discussione l'altrui autodeterminazione con questa aggressione nei confronti della soggettività femminile, che poni come subalterna;Citazione:
poi i risultati non possono essere che quelli evidenziati dalla Realtà: Società divisa, frammentata, violenta. Nei modi e nei linguaggi.
scelta tua; ma non ti meravigliare delle risposte, perché qui ti ho dimostrato - a partire dalle tue stesse postulazioni - che asserisci un'inferiorità di attitudine alla moralità della donna in quanto tale, attribuendo all'uomo il carisma dell'autorità;
no; Recalcati esclude precisamente proprio quella nozione di autorità che pretendi di attribuirgli.Citazione:
Recalcati: Si, esattamente. Il padre-testimone (il massimo che oggi tale figura può pretendere di essere) diventa poi inevitabilmente un padre capace di insegnare Vita. Insegnarla con quell'Autorità che ha smarrito.
Una serie di assurdità tutte insieme.
Uomo e donna sono diversi come sono diverse due donne o come sono diverse due uomini. Le attitudini non sono maschili o femminili, sono individuali e basta.
E da nessuna parte sta scritto che a dettare le regole debba essere l'uomo. Ma dai, sii serio. Solo nel tuo mondo.
Quando leggo queste cose mi vengono i brividi.
La causa? Che voi uomini non siete in grado di accettare che le donne sono cambiate e che non sottostanno più alle regole assurde degli uomini. Le donne hanno finalmente capito che le regole non le dettano gli uomini. Che poi la violenza contro le donne c'è sempre stata, solo che prima passava sotto silenzio. OGgi finalmente se ne parla.
Oddio però una specie di filo conduttore nelle attitudini maschili e femminili c'è senza dubbio. Caratteristiche che si ritrovano più o meno con la stessa intensità/preponderanza in tutti gli esemplari maschi o femmine.
Tipo la migliore attitudine alla comunicazione della donna e quella all'orientamento dell'uomo.
La capacita di comunicazione della donna è paragonabile ad un martello pneumatico perennemente in funzione'.
:D
A proposito, auguri. :dentone:
beh, semmai, in una società che dispone di bussole e navigatori satellitari, una comunicazione più efficace dovrebbe - come criterio funzionale - premiare la leadership femminile :asd:
ma il postulato di Cono sostiene un'attitudine morale maschile - che si sostanzia nell'educazione, la guida, regole, comportamenti - che implica la gerarchia; vale a dire: qualsiasi uomo, per il fatto di essere tale, per un carisma di genere, dovrebbe disporre dell'autorità, educare i tuoi figli all'ambito della moralità, e tu non dovresti invadere questo, che è il suo campo; anche se quell'uomo si è dimostrato un idiota, un pusillanime, un depravato o criminale, solo perché ha il bacchiolo;
se quello è un delinquente o cocainomane, non lo devi contraddire, perché poi i figli vanno in confusione; e se ti picchia sbaglia, ma è perché tu gli invadi il campo dell'autorità, o addirittura minacci di lasciarlo :asd:
con l'arrière pensée oramai chiara, per cui lui vorrebbe abrogare il divorzio, inammissibile eccesso, totem della libertà individuale; la gente divorzia alla prima difficoltà, come Corona e Belen...
Che gli uomini fanno casino coi nuovi mezzi di comunicazione è vero, ma non dipende dal mezzo tecnologico, una certa attitudine a non distinguere bene il momento giusto da quello sbagliato ce l'hanno a prescindere.
Il resto ovviamente è una roba da Medioevo, l'autorità dell'uomo si è sempre basata sui muscoli e oggi che non servono più e l'autorevolezza tocca guadagnarsela diversamente, l'uomo non ci capisce una mazza e va in agitazione.
in termini di biologia, e quindi di eventuale innatismo, ci sono differenze di conformazione e funzionalità cerebrale, capacità linguistiche; anche se - come per ogni differenza di questo tipo - è difficile stabilirne il peso, viste le altre variabili che incidono;
tanto ovvio non è: quando vai a vedere il sistema di valori sociali e la realtà di certe sperequazioni; tanto per fare un esempio, una norma come quella del decreto Pillon, sulla mediazione obbligatoria ed onerosa in caso di divorzio, sarebbe apparentemente neutrale; il pratica, vista la sperequazione economica, soprattutto nei ceti popolari, di fatto sperequa il diritto tra ceti agiati e no, e all'interno della coppia tra percettori di reddito e no, dove in quest'ultima posizione figurano più spesso le donne;Citazione:
Il resto ovviamente è una roba da Medioevo, l'autorità dell'uomo si è sempre basata sui muscoli e oggi che non servono più e l'autorevolezza tocca guadagnarsela diversamente
magari tu avresti potuto pagare lo stesso 5mila euro di mediazione e poi divorziare lo stesso; ma in una famiglia che vive in ristrettezze la stessa prospettiva di aprire una mediazione come prodromo di un iter di divorzio cionca le gambe in partenza, come un mega-ticket sulla salute sentimentale.
Io penso che sia necessario tornare indietro fino all'età della pietra ed oltre, in questo la Bibbia ci comunica molti usi e costumi, sia agricoli che di allevamento, quando il nomadismo umano dietro gli animali per cacciarli volgeva al termine e cominciava a nascere la divisione dei compiti. Si riscontra anche nei libri di Omero come funzionava il mondo civile e del commercio, il mondo delle miniere. In guerra combattevano quasi sempre gli uomini e qualche devota alla dea Diana e alle donne era riservato il compito del mangiare e dei figli piccoli.
Oggi la forza distruttiva e resistente dell'uomo si è per fortuna spostata al ripensamento di eventuali danni irreparabili, con cadute globali; molte nazioni vivono in pace, e proprio qui continua a svilupparsi la democrazia estesa a tutti, anche le donne, in quanto votanti:rotfl:.con ricaduta generae di sentimenti, come era stato fatto notare sopra.
Per quanto riguarda i maniaci,è vero che ci sono sempre stati ma i casi sono in aumento; bisognerenbbe pubblicizzare di più tipo : " meglio una bella sega che una brutta figura di impotenza mentale", con inasprimento delle pene in quanto chi lo fa sa che va incontro a tale pena. Così ci pensa, non dico sopra:mmh?:, ma di fianco:rotfl:.
Che poi i preti od i preti al quadrato dicono cose del genere io credo sia, come dovrebbe succedere alla maggior parte del clero, da ricovero immediato, per pericolo di turbativa d'"asta:mmh?:"
Io sono per la parità dei diritti ma anche per la parità dei doveri.
Ho visto molti più uomini distrutti che donne; come leccano certi uomini, una donna non saprebbe farlo mai. Addirittura funzionari e dirigenti che abbaiano o miagolano come cagnolini e gattini, essere pecora è un lusso, eternamente al guinzaglio; nella loro mente la parola libertà non esiste. Le donne raramente lo fanno, non si prostituiscono a tal punto come fa l'altro genere, di cui spesso mi vergognavo e mi vergogno di appartenerci.
La delicatezza esiste solo per interesse, non è pura in certi uomini.
Basta osservare i bimbi molto piccoli per accorgersi che ci sono delle differenze innate. Io cmq ho sempre pensato che le differenze fra uomo e donna si compensino reciprocamente. La natura ci ha dotato di caratteristiche che da sole non bastano per la sopravvivenza e abbiamo bisogno dell'altro per essere pienamente efficienti. Certo oggi, nella società moderna, gli effetti di questi differenze vengono un po' annullati e si ha l'illusione di poter essere autosufficienti, ecco perchè la famiglia, cioè la prima forma di squadra, è in crisi e in disfacimento.
Non ho ben capito il nesso con il discorso sulla presunta attitudine maschile al ruolo di guida, cmq l'idea della mediazione in linea di principio non è sbagliata, basta però che non venga fatta dagli avvocati.Citazione:
tanto ovvio non è: quando vai a vedere il sistema di valori sociali e la realtà di certe sperequazioni; tanto per fare un esempio, una norma come quella del decreto Pillon, sulla mediazione obbligatoria ed onerosa in caso di divorzio, sarebbe apparentemente neutrale; il pratica, vista la sperequazione economica, soprattutto nei ceti popolari, di fatto sperequa il diritto tra ceti agiati e no, e all'interno della coppia tra percettori di reddito e no, dove in quest'ultima posizione figurano più spesso le donne;
magari tu avresti potuto pagare lo stesso 5mila euro di mediazione e poi divorziare lo stesso; ma in una famiglia che vive in ristrettezze la stessa prospettiva di aprire una mediazione come prodromo di un iter di divorzio cionca le gambe in partenza, come un mega-ticket sulla salute sentimentale.
Sono convinta che gli avvocati abbiano una parte di responsabilità nei casi di separazioni sofferte e contese perchè purtroppo fomentano l'animo già esacerbato delle singole parti. La mediazione potrebbe aiutare a comporre la controversia fra i coniugi in modo che quando si arriva dall'avvocato rimanga solo da scrivere il contratto. Per la questione economica, se gli avvocati non dovranno più improvvisarsi mediatori come accade ora (con risultati disastrosi) la loro parcella necessariamente diminuirà e quei soldi potranno essere usati per un vero mediatore. Se i coniugi sono in accordo sulla separazione, già ora è possibile usare lo stesso avvocato per entrambi, abbattendo tempi e costi.
Cmq il decreto Pillon non deve passare!