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DOA: Dead or Alive
Titolo originale:
Nazione e Anno: Germania, GB, 2006
Genere: Azione
Durata: np
Regia: Corey Yuen
Cast: Devon Aoki, Derek Boyer, Collin Chou, Steve Howey
Distribuzione: United International Pictures
http://img96.imageshack.us/img96/4605/28452hx3.jpg
Trama : il videogioco di dead or alive diventa film ! e lo fa utilizzando le sue eroine piu' sexy e conturbanti , e assolutamente disponibili a farsi vedere e gustare nelle loro forme e con pochi veli...Kasumi, Helena, Ayane, Tina e Christie si troveranno in un isola/arena a combattere con lottatori di ogni tipo e sopratutto con le trame di Donovan .Ci sono anche dieci milioni in palio che verranno assegnati al vincitore del torneo...anche se il bottino per Kasumi rappresenta solo una scusa perche' il suo vero obbiettivo e' trovare il fratello scomparso nel torneo dell'anno prima...fight !
Osservazioni:questo film di Corey Yuen ( autentico mago delle coreografie delle arti marziali di famosi film come Arma letale 4 ) e' quello che deve essere . l'esagerazione al potere.Chiunque entri a vedere in sala un film simile puo' pretendere e volere quello e solo quello , e Yuen lo fa sia che si stia bevendo un te' o si stia assistendo ai combattimenti piu' sfrenati.Ogni cosa prende una piega ridondante , estesa e giocosamente quasi caricaturale.E allora assistiamo a stupende ragazze che per mettersi il reggiseno estragono la pistola , bellone che giocano a pallavolo come se ogni pallone fosse uno shuttle e omaccioni che si prendono in giro in caricaturali pose da duri e bestioni ( il caricamento dei pugni di Leon prima del combattimento con kasumi e' da urlo...).Si sceglie l'unica via per poter far funzionare questo film ,battute leggere, azione frenetica e bellone seminude a iosa ,senza essere pero' volgare , rendendo il mix assolutamente gradevole perche' questo e' il cinema per passatempo e coca cola e pop corn , senza voler incartarsi in inutili scale a chiocciole mentali dando qualche senso in piu' che non serve a nulla come ogni tanto qualche regista mette in film fracassoni ( facendo solo involontariamente ridere...).
Tecnicamente il film offre la ricostruzione delle arene del gioco dando la sensazione di essrci allo spettatore,grandi coreografie di lotta e alcune scene ginnastiche ed esplosioni di asosluto livello . I siparietti dei giorni sono divisi da dei jingle e cartelli in cg stile telefilm ,e oltretutto c'e' una simpatica citazione dai pirati di Asterix e Obelix(involontaria ?)e buchi di sceneggiatura come se piovesse e quasi consapevoli che si accettano con bonarieta' , visto che il regista li ha messi senza nulla pensare visto il clima assolutamente da picchiaduro/mostra tette del film.
In fondo che volere di piu' da un film tanto onesto ? che quei piccoli cm di tessuto reggano poco il peso dei combattimenti (tra l'altro stupendamente orchestrati )?Privare i piccoli spettatori di un innocuo divertimento sarebbe stato ingiusto...e allora fight ! anzi...smile !
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Pulse
Titolo originale:
Nazione e Anno: Usa, 2006
Genere: Horror
Durata:
Regia: Jim Sonzero
Cast: Kristen Bell, Tate Hanyok, Ian Somerhalder, Christina Milian
Distribuzione: Eagle Pictures
Produzione:
http://img182.imageshack.us/img182/5426/28437lc3.jpg
Trama:l'era di internet nasconde varie insidie , probabilmente nessuno poteva pensare che dietro a un gruppo di hacker potesse nascondersi una minaccia che di terreno non ha molto.E improvvisamente quello che sembrava essere una necessita' della vita diventa un pericolo mortale da cui non e' possibile difendersi e combattere...perche' sta diminuendo esponenzialmente il numero degli studenti negli atenei e perche' una casa ha dello strano scotch rosso alle finestre ? ...la risposta puo' atterrire e la soluzione lontana dallo svolgersi...i portali che diffondono la peste ectoplasmatica come si potranno bloccare ?
Osservazioni: questo rifacimento ( l'ennesimo e assolutamente non necessario ) operato dagli americani su una pellicola orientale ( questa volta la vittima e' "kairo" del 2001 ) ha in se tutti i difetti che contraddistinguono questo tipo di operazioni .
Partendo dalla fotografia virata in verde e sgrammaticata usata per non discostarsi dal modello orientale, si continua con il solito uso dei teen agers (non e' un caso che ci sia la presenza di miss Kirsten/Veronica Mars, e' un buon specchietto per molti teen che hanno apprezzato il telefilm e a cui il film e' destinato ) che fanno carne da macello e poi da eroi.
Il film si muove tra luoghi comuni consolidati ( il rosso di " il sesto senso ") , la citta' deserta ( 28 giorni ) e la minaccia impalpabile e irrefrenabile ( They ) ,il mondo parallelo ( fotografia come ed uguale a the dark ) e l'ormai inaffidale co-sceneggiatore craven non riesce ad elevare di una virgola il film , aiutato da un regista assolutamente solo didattico ( dal cognome buffamente profetico...dividetelo in due...) e privo di ogni nerbo in inquadrature e valore di regia.
Abbiamo quindi un film noioso e inconcludente , che vive di situazioni anche paradossali ( le autorita' intervengono dopo un ritardo assurdo , d'altronde un intervento prima avrebbe troncato il film) e recitato da delle aringhe con l'asma ( kristen compresa e per prima ).Le uniche cose che si salvano sono delle piccole apparizioni ( comunque sempre uguali e col solito sistema della immagine che sparisce,la pellicola si graffia e poi riappare due metri dopo ) e il fatto che finalmente una volta tanto i cellulari prendono...troppo!! Niente frasi all'inizio sull'argomento celllulari ( non c'e' campo, non prende ) e poi il bello e la bella non fanno l'amore ...poche consolazioni per l'ennesimo fallimento di craven che dovrebbe finirla con gli horror giovanili ,anche se a quanto pare sembra non averne nessuna voglia...anche perche' a quanto pare il connubio teen/tecnologia/horror non sembra poi riempire le casse all'infinito delle produzioni.anche i fantasmi tecnologici toppano...
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Changing Lanes . 2002 con Ben Affleck Samuel Jackson
Un banale incidente di due sconosciuti cambia la
vita di entrambi..sullo sfondo della vita caotica
Newyorkese.
Scena cl^ou ;
Quando Samuel Jackson affianca la vittima in
autostrada con un taxi e mostra i bulloni della ruota
all
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Pirati dei caraibi 2.
La maledizione del forziere fantasma.
Oltre ad essere peggio che mediorce, rispetto al primo, fa solo ridacchiare per le scenette comiche.
La storia non è niente di che e il finale è ancora peggio.
Gran bella mossa commerciale per garantirne la serialità...
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The Queen - La Regina
Titolo originale:
Nazione e Anno: GB, Francia, 2006
Genere: Drammatico
Durata: 97 minuti
Regia: Stephen Frears
Cast: Helen Mirren, James Cromwell, Michael Sheen
Distribuzione: Bim Distribuzione
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TRAMA: gli imbarazzi di palazzo nei giorni della morte di lady D , le riluttanze della regina a voler partecipare alla sua morte divenuta cordoglio nazionale , il bilanciamento tra etichetta ed eccezionalita' del fatto .Grandi grattacapi per la casa reale la cui risoluzione e' affidata alla personalita' di The Queen .Tra l'altro e' stato appena eletto un nuovo ministro che non lesina di dare consigli...
Osservazioni : questo film di Frears poteva benissimo intitolarsi pi
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La locanda della felicità
Titolo originale: Xingfu Shiguang
Regia: Zhang Yimou
Anno: 2000
Genere: Drammatico / Commedia brillante
Durata: 102 minuti
Cast: Benshan Zhao, Jie Dong, Biao Fu, Lifan Dong, Qibin Leng
Trama: Zhao, un uomo di mezz'età, è alla disperata ricerca di una moglie. Si innamora di una grassa signora sposata due volte che vive con il proprio figlio e la figlia del suo secondo marito, Wu Ying, cieca e maltrattata dalla matrigna. Zhao promette alla sua amata un matrimonio sontuoso, facendole credere di essere ricco e di possedere un hotel in cui lavora in vece di direttore. Naturalmente non ha un soldo, ma un suo ex-allievo e migliore amico, Li, gli suggerisce una buona idea per racimolare soldi: rimettere a nuovo un autobus in disuso e affittarlo come ritrovo per giovani innamorati. La vecchia corriera si chiamerà "La locanda della felicità". Ma la situazione si complica quando la corriera viene rimossa ed a Zhao viene affidata la ragazza per farla lavorare e guadagnare qualche soldo…
Commento: Una grande storia di altruismo e di speranza. Un'altra stupenda pellicola sfornata da Zhang Yimou che l'anno dopo aver girato "Non uno di meno" non si smentisce. Commedia brillante a sfondo drammatico che fa sorridere per l'abitudine del regista di delineare o almeno scegliere personaggi in cui la loro semplicità, la loro ingenuità e la loro perseveranza sono i punti di forza, persone che non devono incarnare particolari ideali nobili, ma che hanno la vera saggezza e sanno insegnarci e fornire buon esempio molto di più di altre persone. Hanno caratteristiche che danno loro una connotazione quasi comica, quella comicità che se vogliamo nasconde il loro spessore: d'altronde, anche lo sfondo concerne quasi sempre quella Cina meno avanzata e tecnologica, ma quella rurale e tradizionalista o caratterizzata da piccole realtà cittadine fatte appunto di semplici persone di tutti i giorni, alle prese con le loro difficoltà ed i loro problemi che ai nostri occhi paiono quasi esilaranti e ridicoli.
Rientrando a parlare del film, la trama affronta con quella punta di ironia e leggerezza temi importanti come l'abbandono da parte dei genitori, il concetto di famiglia, di chi agisce a fin di bene ma con metodi scorretti ed infine della felicità. Ognuno persegue i suoi scopi, cercando di raggiungere ciò che lo rende felice e non si preoccupa per il prossimo: Leopardi dice "La felicità è nella prospettiva del futuro, la felicità nel presente non esiste."
A voi la libertà di immaginare (e se avrete la fortuna di vedere questo film di confermare) se Zhao abbia raggiunto il suo scopo. Di certo c'è che si muove per far raggiungere a Wu la sua felicità, ciò che la soddisfa veramente, cioè poter finalmente vedere ciò che non ha mai visto, forse senza volerlo interamente, ma servendosene come mezzo.
Avrei un sacco di altre cose da scrivere su quello che per me ha significato questo film e che messaggi trasmette, ma svelerei gran parte del film. Dico solo buona prova per gli attori, soprattutto per la bravissima Jie Dong nel ruolo di Wu, da menzionare che è tratto da un libro di Mo Yan. Secondo me, un film da vedere.
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Il mercante di pietre
Titolo originale:
Nazione e Anno: Italia, 2006
Genere: Drammatico
Durata: 107 minuti
Regia: Renzo Martinelli
Cast: Harvey Keitel, F. Murray Abraham,Jordi Molla' Sebastiano Somma, Jane March
Distribuzione: Medusa Distribuzione
http://img101.imageshack.us/img101/9...epietrepk8.jpg
TRAMA: Alceo e' un giornalista che durante un reportage perde le gambe a causa di un attentato suicida all'ambasciata Americana .Sua moglie , che lavora nel trasporto aereo , bella donna che si occupa amorevolmente di lui nell'incidente , subisce un terribile spavento a causa di un attentato all'aereoporto di fiumicino sventato dalle guardie di sicurezza.Alceo , diventato ormai fobico sulla presenza di terroristi e attacchi in ogni momento e scrittore di libri e relatore universitario sull'argomento , decide di trovare un po' di serenita' in un breve viaggio in cappadocia con al moglie , rinviato al tempo per il terribile danno subito all'ambasciata.Insieme a sontuosi paesaggi e costumi orientali i coniugi incontreranno il misterioso mercante di piede , dotato di un fascino particolare e apparentemente con qualche segreto di troppo....
OSSERVAZIONI:questo film di Renzo Martinelli conferma la mancanza di paura di questo talentuoso regista,
che dopo averci regalato poderosi film di denuncia come " Vajont" e "Piazza delle cinque lune" preceduti anche dall'ottimo "Porzus", ora si cimenta in questa produzione italo inglese con argomento il terrorismo internazionale e piu' precisamente islamico. Il risultato e' un film vigoroso, con una forza piu' unica che rara e che unisce alla denuncia e al messaggio una robusta trama con venature piene di suspance e di ritmo.
Arricchendo il film di effetti speciali inusuali per un film italiano ( come al tempo aveva fatto e introdotto con vajont , da segnalare quello strepitoso di jordi molla' che stile gary sinise in forrest gump viene privato elettronicamente delle gambe), che pero' servono solo a completare e rendere la trama interessante e stimolante senza mai pesare su di essa rendendola piu' fragile e meno continua , Martinelli impreziosisce le immagini che gira con la solita cura e capacita' , utilizzando delle inquadrature che rasentano la perfezione e dei movimenti di camera strepitosi.
Abbiamo inoltre un exscursus nella bellissima cappadocia dove tutto prende movimento nella trama con dei paesaggi mozzafiato e dimostrazioni culturali del luogo che completano per sensualita' il gia' stimolante profumo del mercante , leggiadro nella sua meravigliosa aura di carisma e capacita' di conquista.
Il discorso sul terrorismo , campo minato e da far rabbrividire qualunque cineasta voglia accostarsi , e' affrontato nei due sensi del fanatismo : quello religioso che non esita al martirio per la morte del nemico occidentale , e quello della caccia alle streghe dove chiunque abbia tratti arabi e' perseguito e malvisto.
Con un bilancino delicato Martinelli si schiera per la non violenza condannando quella dei terroristi , ma mette anche alle corde l'eccessiva maniacale, anche se giustificata , fobia di Alceo che per il suo terrore perde ogni contatto con la necessita' di raffrontarsi anche con altre cose oltre che il terrorismo , portandolo al baratro della solitudine .
Ma il film , e questo e' un grandissimo valore non usuale , oltre che a porci queste e altre domande ( " avevi un uomo intero, ora hai un mezzo uomo " sulla possibilita' di vivere con una donna tra l'altro splendida in tali condizioni ) , non perde di ritmo , ti attanaglia con i grandi dubbi , e' incalzante nel succedersi degli eventi , affascina e si abbandona anche a una cosa incredibile nel pre-finale ( anche se gli indizi sparsi che quello li' non sarebbe stato usato per nulla erano chiari),non e' consolatorio in nulla .
Strepitoso come sempre Harvey Keitel ,gran mercante pieno di fascino , gran comparsata di Murray Abraham , e menzione di onore per la conturbante Jane march e Jordi' Somma i due coniugi .
Un gran bel film , in alcuni punti brevemente visionario, dotato di una forza tremenda come l'argomento che tratta , ricco e composito di tante belle cose , ( fotografia , regia , effetti speciali ) che richiede un lungo respiro prima della visione perche' poi non ne concede...
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Pirati dei Caraibi: la maledizione del forziere fantasma
Titolo originale: Pirates of the Caribbean: Dead Man`s Chest
Nazione e Anno: Usa, 2006
Genere: Avventura
Durata: 150 minuti
Regia: Gore Verbinski
Cast: Johnny Depp, Orlando Bloom, Keira Knightley, Naomie Harris
Distribuzione: Buena Vista International Italia
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TRAMA:torna sugli schermi l'allegra compagnia del capitano Jack Sparrow , con il loro carico di avventure e di simpatia , alle prese con il solito variegato campionario di zombie - pirati , horror creature marine e ambientazioni fosche.Oltretutto i nostri alla ricerca di un forziere misterioso per isole e mari , e alle prese con le solite incomprensioni , dovranno vedersela con una terribile creatura , il Kraken !
OSSERVAZIONI : dopo il successo del primo capitolo era inevitabile che Sparrow e company tornassero sul grande schermo , e lo fanno come consolidata tradizione con un maxibicapitolo ( questo e il prossimo ) .Non ci sono moltissime cose invero da segnalare su questa uscita , siamo di fronte a una vagonata di poderosi effetti speciali di grande effetto scenico , a una sceneggiatura leggerissima di una avventura-horror-marinaresca con alcune macchiette , a dei personaggi gigioni che recitano divertendo e divertendosi ,e queste cose sono ampiamente promesse senza altra ricerca o illusione.E la cosa viene centrata in pieno .I 150 minuti passano con leggerezza e allegria , le cose tanto grosse quanto impossibili ( cito la scena della ruota sopra tutte) non disturbano proprio perche' il film ha un'atmosfera farsesca di base e chi entra non faccia troppo lo spocchioso e le accetti senza nessun problema , sul biglietto c'era scritto " tram per il carnevale carrozzone dell'isola dei pirati " e non ci potevano essere equivoci di sorta.Certo, qualcuno dice , devi farci una recensione critica , altrimenti sparisci , e non ci sono santi , dicci quello che devi dire : bhe posso solo dire , ...pop corn grazie !
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Su sky cinema uno ho visto "Shopgirl".
Cast:Steve Martin, Claire Danes, Jason Schwartzman, Sam Bottoms, Frances Conroy, Rebecca Pidgeon, Samantha Shelton, Gina Doctor, Clyde Kusatsu
Regia: Anand Tucker
Sceneggiatura: Steve Martin
Data di uscita: 2004
Genere: Drammatico/Commedia/Sentimentale
Myrabelle (una tenera Claire Danes, gi
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http://www.filmup.com/locand/lostintranslation.jpg
Lost in translation - l'amore tradotto
Titolo originale: Lost in Translation
Regia: Sofia Coppola
Anno: 2003
Genere: Drammatico / Commedia
Durata: 102 minuti
Cast: Bill Murray, Scarlett Johansson, Giovanni Ribisi, Anna Faris
Trama: Tokyo. Un famoso attore statunitense in città per girare degli spot pubblicitari incontra una bella e annoiata compatriota. Due solitudini ancora spaesate nella grande metropoli fra le quali è destinato a scattare qualcosa.
Commento: In mano ad una simile figlia d'arte doveva uscire un bel film quasi per forza, in particolare un prodotto di fattura alquanto pregevole e preziosa. I personaggi di Bill Murray (con la solita faccia sconsolata) e Scarlett Johansson (come al solito meravigliosa ragazza) che si ritrovano entrambi in una situazione di totale disorientamento, in una Tokyo tanto strana quanto frenetica e diversa e la cui eccentricità viene evidenziata ogni giorno dal comportamento dei suoi abitanti e l'impossibilità di comunicare con essi (bellissima, ed in questo caso l'aggettivo è proprio quello giusto, la scena in cui Murray seduto in taxi si sveglia, si stropiccia gli occhi e guarda Tokyo illuminata, stupito come un bambino). Tralasciando Anna Faris che incarna un personaggio, anche se poco presente, per stupidità e strampalatezza molto simile a quello di Scary Movie :asd: (confessando apertamente di puzzare di sudore in maniera terribile), interessante la figura della ragazza nel fiore degli anni eppure già sposata, e confusa sulla sua reale condizione, confusa dalla difficoltà di comunicazione con suo marito e di capire il reale scopo di essere lì, che trova sfogo nella figura di Murray, dopotutto anche lui incredulo davanti agli ossequi di giapponesi che fanno appello alla sua fama in cui non crede neanche più lui.
La trama non sarà un granché, finale se vogliamo scontato, ma non è allo svolgimento reale dei fatti che punta il film: trattasi di una pellicola dai toni e ritmi lenti e riflessivi, tendenti all'introspezione, che gioca più sugli effetti visivi e sonori (bellissima la musica) che sulla trama, sui colpi di scena o quant'altro. Una storia d'amore "raffinato" e disinteressato, senza scene di sesso nè di nudo, non si vede neanche un bacio, solo tanti abbracci: l'amore non di chi si innamora, ma di chi trova nell'altro la possibilità, che sta alla base dell'uomo, di comunicare, di trasmettere idee, informazioni e soprattutto sentimenti.
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solita brodaglia
Ti odio, ti lascio, ti...
Titolo originale: The Break Up
Nazione e Anno: Usa, 2006
Genere: Commedia
Durata: 105 minuti
Regia: Peyton Reed
Cast: Vince Vaughn, Jennifer Aniston, Joey Lauren Adams, Jason Bateman
Distribuzione: United International Pictures
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TRAMA : Brooke ( Jennifer Aniston ) e Gary ( Vince vaughn ) si sono intensamente amati per un buon periodo dopo essersi incontrati a una gara di baseball dove erano spettatori ...ma ormai l'amore non c'e' piu'.Troppo raffinata e piena di attenzioni per la casa lei ( che non a caso lavora in una galleria d'arte ) , troppo egoista nel decidere il da farsi comune e trascurante lui.
Con questi presupposti il rapporto non tiene piu' e il divorzio sembra essere l'unica soluzione.Ma nel frattempo che si sistemano e possano dividersi per ricominciare una vita nuova la convivenza nello splendido appartamento e' assai complicata...
OSSERVAZIONI: ho sovvertito la mia solita abitudine di vedere un film come un tela bianca leggendo delle recensioni e dei pareri su questa ennesima commedia per capire gli intenti e non trovarmi il solito monotono autobus delle 8,00.
Purtroppo nonostante si parlasse di battute al vetriolo e di variazioni della consueta commedy alla fin fine troviamo molti dei personaggi ormai consunti dall'uso degli anni ( l'amico collega gay consolatorio, la sorella con famiglia consolidata che da consigli ) e si cerca di frapporre il fattore gentilezza con rozzezza regalando parenti artisti a lei e fratello porno fissato a lui.
Un compitino che scorre via nella piu' assoluta monotonia senza nessun vero volo di idea o di vera diversita' nel racconto,dove gli equivoci si assommano a portare disgregazione e i goffi tentativi di riconciliazione assolutamente fuori luogo nella costruzione della trama ( e ancora una volta non si capisce perche' invece di parlare chiaro si debba ricorrere a dei sotterfugi per arrivare al fine ).
Questi elementi alla fin fine fanno si che il treno prenda i soliti consolidati binari della classica commedia , cercandola di impreziosire con delle trovate che dovrebbero far ridere amaro e invece fanno ridere ma per ben altri motivi che quelli del divertimento.E purtroppo anche il tanto incuriosente finale e' un non finale , ne carne ne pesce , e a quel punto non so se alla fin fine non era il caso di incanalare anch'esso nel qualunque , alla fin fine almeno era qualcosa di piu' concreto e non un vacuo responso di cui il nostro immaginario futuro ha gia' la risposta .
Nel reparto attori la Aniston ancora una volta non riesce a togliersi di dosso il marchio Rachel di Friends nonostante i vari tentativi di apparire diversa o comunque piu' profonda e complessa del personaggio brillante che l'ha lanciata e le ha dato il successo, mentre Vaughn si da da fare come un matto per esacerbare mosse e rabbia ( e kg di troppo accumulati per il film ) .Insomma il film e' li' , l'autobus pure. Uno si prende per scelta l'altro per obbligo...
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Il mercante di pietre
Regia: Renzo Martinelli
Anno: 2006
Genere: Drammatico
Durata: 107 minuti
Cast: Harvey Keitel, F. Murray Abraham, Jordi Mollà, Sebastiano Somma, Jane March
Trama: Alceo e' un giornalista che durante un reportage perde le gambe a causa di un attentato suicida all'ambasciata Americana. Sua moglie , che lavora nel trasporto aereo, bella donna che si occupa amorevolmente di lui nell'incidente, subisce un terribile spavento a causa di un attentato all'aereoporto di fiumicino sventato dalle guardie di sicurezza. Alceo , diventato ormai fobico sulla presenza di terroristi e attacchi in ogni momento e scrittore di libri e relatore universitario sull'argomento, decide di trovare un po' di serenita' in un breve viaggio in cappadocia con al moglie, rinviato al tempo per il terribile danno subito all'ambasciata. Insieme a sontuosi paesaggi e costumi orientali i coniugi incontreranno il misterioso mercante di pietre , dotato di un fascino particolare e apparentemente con qualche segreto di troppo... [Marsellus Wallace]
Commento: Il mercante di pietre è il nuovo prodotto che un regista italiano (Renzo Martinelli) ha realizzato dopo film come "Piazza delle cinque lune" (che purtroppo non ho visto) e "Vajont" (bel film su una delle catastrofi italiane, ancora oggetto di discussione), come al solito aprendosi alla collaborazione di attori non connazionali ed a modi di fare cinema poco convenzionali rispetto alla tecnica prettamente italiana, ricorrendo ad accelerazioni delle riprese, massiccio uso di una computer grafica di cui non si fa economia quando serve, presenza di scene enfatizzate da forti colpi di suono. Ne esce quindi qualcosa di diverso a prescindere dal tema che affronta la trama, una pellicola molto molto coraggiosa di un regista che non ha avuto paura ad esporre questo film ad una critica che su temi così scottanti e discussi la maggior parte delle volte tende a stroncare e smontare piuttosto che cercare di osservare i lati buoni.
Il messaggio che "Il mercante di pietre" vuole dare è secondo me giusto ma fin troppo parziale ed in qualche modo superficiale. Non entra bene a fondo in una questione che ha troppi pro e contro per essere analizzata così. Martinelli alterna sequenze, dialoghi e scene in cui denuncia sia l'integralismo islamico sia chi per paura di esso arriva a diffidare di tutti, ma la fine farà inequivocabilmente capire che tenda a denunciare più la prima che la seconda. Sembra quasi che alla fine ti dica: "I terroristi sono cattivi, gli occidentali sono delle povere vittime". Sarà anche vero, ma è una soluzione troppo sbrigativa. Sembra quasi una faciloneria atta a far deviare il film nel novero dei "politically correct".
Interessante la frase di Alceo che asserisce: "Non sto dicendo che tutti i mussulmani sono terroristi, ma è un dato di fatto che la maggior parte dei terroristi sono mussulmani". Alceo è colui che ha provato sulla propria pelle gli effetti del terrorismo islamico e cerca di convincere i servizi segreti che per rispettare in toto la legge l'Italia non può correre rischi così grandi. I terroristi sono in mezzo a noi, sono sempre più simili a noi: non importa se hanno nomi italiani e si nascondono dietro maschere apparentemente innocue. Nell'attentato delle Torri Gemelle come in quello di Londra i terroristi erano mussulmani con genitori nati sul luogo. La Jihad (o come si scrive) è un ideale per il quale certi islamici sono in grado di sacrificarsi fino alla morte, ed anche se non ci credono veramente lo usano come pretesto, come forza motrice per i loro attentati. Non è concesso abbassare la guardia.
Tutto ciò è tremendamente vero ed Alceo cerca di farlo capire ma tutti lo prendono per fobico.
Interessante anche il rapporto che si viene a formare fra Leda ed Alceo, come diceva Marsellus, la rassegnazione di colui che non è più un uomo, ma mezzo uomo, l'accettazione del fatto che non si possa più essere amati in tali condizioni, e che un mercante di pietre, mestiere intrigante ed inusuale, quasi fiabesco, incontrato per caso nell'orientale e mistica Cappadocia, tanto ricco di fascino quanto capace sebbene l'età ad ammaliare con l'alone di mistero che aleggia su di lui la donna occidentale possa "impossessarsi" della moglie.
Tuttavia, una nota negativa è rappresentata dal fatto che il film doveva (o avrebbe dovuto, almeno secondo i miei gusti) consistere in una storia di terrorismo coronata, incorniciata da una storia d'amore, e non viceversa. Si verrà a capire che è comunque un amore particolare date le circostanze, ma se le scene di sesso ed i bigliettini amorosi e mistici dello "Stone Merchant" fossero stati portati meno sulla scena la storia avrebbe avuto più credibilità.
Un personaggio bellissimo, interpretato abbastanza bene da Harvey Keitel che entra nel personaggio, bravissimo F. Murray Abraham (Shahid), lo stesso per Jordi Mollà (già visto in vece di cattivone di turno in Bad Boys II), il tutto completato dalla bellezza di questa inglese di nome Jane March, mai vista prima.
Una pellicola che susciterà discussioni e critiche, un buono e coraggioso film, realizzato bene, ma non certo la rivelazione-sorpresa dell'anno sul tema "terrorismo islamico".
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strepitoso...!
Profumo - Storia di un assassino
Titolo originale: Das Parfum - Die Geschichte eines M
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zazza , hai fatto copia e incolla sulla mia trama del mercante di pietre ! grande ! ( e grazie ) :approved:complimenti per la rece come sempre !
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Sì, scusa se ho fatto copia ed incolla ma la tua trama era perfetta :approved:
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"La stella che non c'è" di Gianni Amelio.Dico la verità,sono andata al cinema perchè me lo ha chiesto una mia amica a cui non potevo dire di no,ma non mi attirava tanto nonostante la presenza di Sergio Castellitto,che,personalmente,adoro :love:
Il film offre alcuni spunti interessanti,soprattutto dal punto di vista documentaristico (racconta a grandi linee alcuni aspetti della Cina),ma nel complesso è piuttosto lento e anche un pò noioso :D Non mi entusiasma soprattutto il leit motiv della storia,cioè la ricerca da parte del protagonista di una fabbrica cinese alla quale consegnare un pezzo per la messa in sicurezza di un altoforno comprato da una vecchia fabbrica italiana in fase di smantellamento,fabbrica nella quale lui lavorava come tecnico.
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Nuovomondo
Regia: Emanuele Crialese
Anno: 2006
Genere: Drammatico
Durata: 112 minuti
Cast: Charlotte Gainsbourg, Vincenzo Amato, Aurora Quattrocchi, Francesco Casisa, Filippo Pucillo, Vincent Schiavelli
Trama: Inizi del Novecento. Come la storia ci insegna una grande ondata di immigrati italiani, soprattutto del sud si muove verso quello che ormai viene chiamato "Il nuovo Mondo", questo posto ancora sconosciuto dalla maggior parte degli Italiani del ceto basso e dove tutti emigrano sicuri di trovare lavoro, terre per tutti e soldi che crescono sugli alberi. La famiglia Mancuso, famiglia di contadini siciliani decide di emigrare verso questo Mondo sconosciuto, ma per farlo incontrerà varie difficoltà ed ostacoli apparentemente insormontabili. Ad accompagnarli in questa loro Odissea in Oceano aperto c'è una tanto distinta quanto enigmatica signorina americana...
Commento: Questa volta, dopo "Respiro", l'acclamato regista e sceneggiatore italiano Emanuele Crialese sforna a dir poco un capolavoro degno di vincere al concorso di Venezia (dove comunque è stato premiato con un Leone d'Argento - rivelazione). La storia della famiglia Mancuso è ricreata in maniera assolutamente realistica, con una cura dei costumi, della scenografia (comunque naturale), della rappresentazione delle realtà contadine, della povertà, dell'attaccamento alle cose, che rievocano le atmosfere così ben ricreate da opere di forte impatto visivo ed emotivo: oltre ai già (a buon ragione) menzionati meravigliosi quadri di Guttuso (uno su tutti "Occupazione delle terre incolte in Sicilia"), anche libri come "Conversazione in Sicilia" di Vittorini (dove il protagonista guarda caso è vestito in maniera identica e mangia arance come fanno gli immigrati di questo film), Fontamara di Ignazio Silone, dal punto di vista dell'ignoranza di cosiddetti "cafoni", ed altri, da cui forse Crialese ha anche attinto, ma che non costituiscono un motivo per sminuire la sua opera che rimane a livello di realisticità e rara bellezza degna di essere messo alla pari delle appena menzionate opere, quindi nel novero di quelle opere che ripercorrono il travaglio della nostra Italia ad inizio secolo, un travaglio che fa parte delle storie di migliaia di italiani che loro malgrado hanno vissuto per la propria sopravvivenza, per il loro "vero" attaccamento alla vita ed a ciò che essa ci può offrire, per la volontà di andare avanti, spendere fatica e soldi per andare in un altro posto. Grazie a questo esempio di puro cinema persino gli odori rivivono nei sudici abiti dei contadini siciliani, nelle faccie rugose di anziane sessantenni costrette a lasciare la propria casa per un'altra che non si può sapere neanche se si otterrà.
Non un semplice e distaccato documentario su un'epoca storica, la storia di una famiglia come tante nella sua vera essenza.
I personaggi di "Nuovomondo", oltre ad essere interpretati con una destrezza ed autenticità rafforzata dai frequenti dialoghi in dialetto siciliano (grazie ad attori "di madrelingua" e semi-esordienti, quasi a rievocare un neorealismo contemporaneo), sono anche rappresentati da attori molto ispirati e bravissimi (mi è piaciuto molto il ragazzo muto, che si destreggiava benissimo a recitare con le sole espressioni facciali ed impossibilitato a parlare).
Crialese scava a fondo dentro i personaggi e dentro la loro personalità, con le frequenti riprese d’insieme, ed analizza tutto ciò che di vero ci ha insegnato la storia, a tutto ciò che seguiva dopo il tormentato viaggio, forse la parte più sconfortante per molti immigrati che venivano rimpatriati per colpa della loro incomprensione verso una società che non poteva aprire le proprie porte a chiunque, e della loro difficoltà a comunicare questa perplessità ("Che male c'è se mia madre rimane qua"?, oppure la faccia che fa Pietro quando gli chiedono di spostare la sedia ed aprire la porta...) ; dalle prove d’intelligenza ai matrimoni di convenienza decisi all’interno di una sala. Questo nuovo approdo è la speranza: rappresentato nella mente dei siciliani come il paradiso, dove ci sono fiumi di latte e per andare a casa propria “si sale dentro una scatola di legno”, rappresentato da frequenti scene oniriche e fantastiche, sintomo dell’ignoranza ma nello stesso tempo appunto della speranza di queste persone.
Il regista inoltre si rifiuta quasi volontariamente di mostrare qualsiasi cosa che riguardi l'America, persino l'agognata e famosissima Statua della Libertà, si concentra comunque quasi sempre sulle persone, utilizzando piani americani e primi piani, limitando le riprese aeree o dei panorami e riprendendo solo gli spazi interni di Ellis Island. Dico solo che un motivo per questa scelta registica c'è ed è facilmente intuibile perchè surrogato dalle caratteristiche del finale (che mi ha soddisfatto tanto) che lascia amplissimo spazio all' interpretazione o meglio all'immaginazione di ognuno ma allo stesso tempo lascia intendere le intenzioni ed il messaggio che vuole trasmettere Crialese.
Molto belle anche le musiche, allegre ed adeguate, mai fuori luogo.
Assolutamente consigliato. Forse il miglior film italiano del 2006.
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cavolo zazza , questa volta mi hai battuto sul tempo...al cineplex dove colalboro non lo hanno dato...grande...spero di vederlo al piu' presto !!!
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Anche stavolta ho modificato il mio commento su Nuovomondo... adesso è un po' più interessante (si spera)
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The Nightmare before Christmas
Storia: Tim Burton
Regia: Henry Selick
Anno: 1993
Genere: Animazione / Commedia / Fantastico
Durata: 68 minuti
Cast [voci]: Danny Elfman, Chris Sarandon, Catherine O’ Hara, William Hickey, Glenn Shadyx
Trama: Jack Skeletron è il sovrano della fantastica città di Halloween ed una notte, girovagando per il bosco alla ricerca del motivo della sua tristezza si imbatte per caso nella città del Natale e decide di portare questa festività nella sua città, riorganizzandola a modo suo e sostituendosi a Babbo Natale la famosa notte per la consegna dei "regali". Ma Sally, creazione del perfido Dr. Finkelstein, cerca con il suo amore di evitare il disastro persuadendo Jack a tornare su suoi passi e ridare il Natale a chi ne ha l'autorità...
Commento: Dicono che Tim Burton sia uno dei registi più eclettici e flessibili degli ultimi tempi ed io credo a ciò. Per questo cartone animato bisogna sfatare la credenza (di molti miei amici) che sia diretto da Burton... in realtà colui che lo dà alla luce è Henry Selick, che crea un cartone animato semplicemente fantastico per la cura dei personaggi, a me personalmente mi ha fatto scompisciare la doppia faccia del Sindaco di Halloween, ma soprattutto la ricreazione dei paesaggi, sul genere dark ma adatto ai bambini. La storia non è niente di geniale, ma è originale e commovente, comicissima la trovata del Dr. Finkelstein. Bella l'idea su chi fa qualcosa per il bene degli altri, ma si rende conto che non fa altro che far del male e che ciò non è nella sua natura e non è bene rinnegare la propria natura. "Date a Cesare ciò che è di Cesare", in questo caso "Date a Babbo Natale ciò che è suo". Bellissime le scene in cui i bambini fuggono terrorizzati agli pseudoregali di Jack Skeletron...
Anche le musiche sono sensazionali, in particolar modo per quanto concerne i testi... ricordate sempre... "Non ridere di me, ma trema perchè la mia furia si rivestirà di gloria!" Da vedere malgrado la sua brevità...!
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Clerks 2
Titolo originale:
Nazione e Anno: Usa, 2006
Genere: Commedia
Durata: 98 minuti
Regia: Kevin Smith
Cast: Jeff Anderson, Brian O`Halloran, Rosario Dawson, Trevor Fehrman
Distribuzione: Mikado Film s.r.l.
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TRAMA : ritornano i folli protagonisti di “ Clerks “ , Randall il gestore del videonoleggio , Jay e Bob Lingua secca , Dante il serio che si lascia coinvolgere nelel situazioni piu' assurde dalla follia degli altri nonostante abbia piu' senso della misura . Stavolta dopo l'incendio del “Quick stop” i nostri sono costretti a trasferirsi lavorando in una fast food , e anche se sono passati 10 anni la loro voglia di non lavorare resta immutata e rimane solo la capacita' di creare disastri a catena con i loro comportamenti grezzi e volgari. Ma Dante vuoel mettere la testa a posto e sposarsi abbandonando la compagnia e il fast food, tra la disperazione di Randall , se non fosse che ...
Osservazioni : un film terribile pari allo zero assoluto , se possibile da mettere con penalizzazione a qualche livello sotto. Kevin smith ( tra l'altro autore negli anni scorsi di ottime storie a fumetti con protagonisti eroi della Dc e della Marvel comics , per la nota lui ha un negozio fornitissimo di comics ) si e' sempre divertito con personaggi assurdi a creare delle storie off, ma se con “ Alla ricerca di Amy “ , “Generazione x “ , e soprattutto il primo “ Clerks “ ( un gioiellino in bianco e nero dove i nostri avevano dalla loro una sorta di ribellione motivata da un desiderio di essere fricchettoni e mossi da autentico furore anarchico , con pungenti dialoghi e dove il locale di lavoro
diventava la molla per la ribellione affrontando il mondo in maniera spudorata su terreno sicuro,tra l'altro c'e' una interessante discussione sul perchè e' giusto che in Guerre Stellari gli idraulici della manutenzione e' giusto che siano morti per mano dei Jedi...) , Smith ha sempre cercato di non esagerare nella volgarità dando( o cercando ) un senso alla trasgressione , qua invece siamo di fronte a una successione di situazioni sguaiate e volgari senza nessuna logica , dialoghi putridi che sanno di letame non per il loro essere off ma per la loro totale inutilita'.
Il festival dell'assurdo e della trasgressione priva di qualsiasi merito finisce con una scena animale di Hanksiana memoria ( qualcuno ha visto Bachelor Party , tra l'altro citato nel film) e con un finalino che piu' trito non si puo'.
Nel disastro tra l'altro vengono coinvolti alcuni amici del gruppo che si divertono a fare un cameo ( Affleck in primis ) entrando nel Fast Food , mentre la presenza di Rosario Dawson non riesce a migliorare neppure di un millimetro questo autentico sfacelo.
Nota : Silent Bob ( interpretato dallo stesso Smith , il ciccione che fuma senza dire una parola e poi dice una sola frase che contiene mille verita' ) , nel doppiaggio italiano di “ Dogma “ era Zittino Bob , in questo “ Linguasecca Bob “ ...se ci sara' un lavoro ulteriore con dentro lui non oso pensare...certo che se in questo fossero stati tutti zitti sicuramente oltre al colore avrebbero guadagnato qualcosa...
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Lady in the Water
Titolo originale:
Nazione e Anno: Usa, 2006
Genere: Drammatico, Fantastico
Durata: 110 minuti
Regia: M. Night Shyamalan
Cast: Paul Giamatti, Bryce Dallas Howard, Andrew Aninsman, Bob Balaban
Distribuzione: Warner Bros. Italia SpA
TRAMA: Nell'agglomerato di appartamenti denominato
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Black Dahlia
Titolo originale:
Nazione e Anno: Usa, 2006
Genere: Thriller
Durata: 120 minuti
Regia: Brian De Palma
Cast: Josh Hartnett, Scarlett Johansson, Aaron Eckhart, Hilary Swank
Distribuzione: 01 Distribuzione
Trama : Partendo dall'assassinio di una giovane starlette di hollywood ( Betty Ann Short,soprannominata la Black Dahlia) nella realta' ancora da risolvere, nel 1947 due poliziotti-expugili indagando per scoprire i perche' del brutale omicidio ( la ragazza e' stata sfigurata procurandole un terribile ghigno e sezionata in due con asportazione degli organi interni ) vengono a conoscenza di realta' di corruzione e prostituzione...troppi interessi si nascondono dietro questa morte ...Blanchard viene ossessionato da questo caso al punto di rischiare il rapporto con la stupenda compagna Kay mentre Bleichert si perde per la fascinosa e conturbante Madeleine Linscott ...Mr ice e Mr fire ( il nomignolo da pugili dei due ) dovranno muoversi con cautela in questa ragnatela di interessi ed emozioni...
Osservazioni: raffinato,sensuale,fascinoso,il cinema di Brian de Palma non cede il passo neanche nella trasposizione del romanzo di Ellroy , d'altronde il regista in queste ambientazioni e' a casa sua e il fatto che si trovi a suo agio con dark lady , femme fatal , pistole e intrighi viene nuovamente confermato.
Pellicola di grande fascino con fotografia eccellente e coreografie di grande impatto che ci fanno magnificamente calare nelle atmosfere noir del 1947 , con tra l'altro due lady di fascino assoluto : Scarlett Johansson e Hilary Swank sono splendide nelle loro rispettive parti , dando il tocco in piu' a un lavoro di assoluto livello.
Rimaniamo decisamente estasiati da quanto vediamo sullo schermo , tutto si muove con tocco di artista ,e a supporto dle regista ogni comparto ( recitativo,scenografico,fotografico) fa ottimamente la sua parte.
Il vero problema di questo non e' quanto vediamo , ma il problema di base e' la decifrazione di quanto ci viene raccontato : infatti i ritmi del racconto sono ,come prevedibile in trasposizioni di questo tipo e quindi totalmente giustificati ,lenti ma sopratutto tortuosi, le acque torbide hanno giri concentrici di varia natura e derivazione e sembrano ogni volta deviare da una naturale sfociatura definitiva . Gli elementi si sovrappongono in maniera continua , e questo in alcuni momenti puo' straniare e mettere fuori dai binari della confortevolezza del seguire lo spettatore.
Approcciarsi a questo film vuol dire anche uno sforzo di intensa partecipazione, doveroso calarsi in attenzione che non deve perdere mai continuita'.Se questo avviene , veniamo ripagati da un finale assolutamente perfetto e chiarificatore e la soddisfazione post visione ancora maggiore. Dopo il giusto riconoscimento alle due stepitose co-protagoniste, giusto comunque dire che anche il duo Hartnett-Eckhart funziona alla grande, uno piu' riflessivo e cognitivo, l'altro intenso e coinvolto con grande rabbia , con giuste contrapposizioni come fuoco e il ghiaccio che i loro nomignoli rappresentano.
Sopratutto il primo mi e' piaciuto parecchio , con quelle espressioni mai banali calate nella atmosfera noir.
Un film praticamente perfetto , da oscar per gli amanti del genere sia per la confezione che per la stesura del contenuto, che non esita e ci mostra alcune scene molto intense a sfondo sessuale ( senza mai eccedere )che completano il quadro dipinto da un cineasta di ottimo livello.
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The Queen
Regia: Stephen Frears
Anno: 2006
Genere: Drammatico / Biografico
Durata: 97 minuti
Cast: Helen Mirren, James Cromwell, Michael Sheen, Alex Jennings, Silvia Syms, Roger Allam
Trama: 1997. La notte del trenta agosto Lady Diana, principessa del Galles, ed il suo compagno Dodi Al Fayed muoiono in un incidente stradale a Parigi. La notizia scuote dalle fondamenta l'opinione pubblica dell'intera Inghilterra che è molto commossa dalla morte della "principessa del popolo". Il film è la cronaca della settimana successiva e dei provvedimenti che la regina prende riguardo all'accaduto, anche considerato che il governo di Tony Blair, che pochi giorni prima aveva vinto le elezioni, è appena iniziato...
Commento: Regia di Stephen Frears. Bastò questo per spingermi ad andare a vedere questo film... reduce da "Dangerous Liaisons", aspettavo un bel prodotto e non sono stato deluso. The Queen infatti tratta di uno dei casi di cronaca più eclatanti degli ultimi 10 anni, visto da parte di chi per quella fatidica settimana ha subito accuse di menefreghismo, di abbandono, di irriconoscenza per la vittima. La figura della regina, personaggio attorno al quale ruota l'intera vicenda, è interpretata in maniera veramente eccezionale da Helen Mirren che si destreggia attraverso tutte le fasi della redenzione della regina: la quasi totale indifferenza, la preoccupazione per l'oneroso compito che ha sempre avuto sulle spalle (da sentire su questo punto il discorso fra lei e la regina madre) e che fornisce forse un ritratto di regina più terra-terra, con le sue preoccupazioni di ogni giorno, con i suoi sentimenti, col suo rapporto di reciprocità con un popolo che trama alle sue spalle ma che in realtà lei ama e vuole continuare ad amare,e non di una regina nella sua torre d'avorio, impassibile, imperturbabile, ritratto della seriosità. La sua umanità viene sottolineata nella parentesi del cervo che dev'essere ucciso, in cui lei forse identifica un'altra, dopo Lady Diana, delle vittime che lei inconsciamente ha ucciso ("Loro non ti meritano", "Sulle loro mani c'è il tuo sangue").
Lode anche agli altri attori come il grande James Cromwell, la cui personalità distaccata da un evento tragico come questo viene resa almeno quanto il falso cordoglio del principe Carlo e grandissima interpretazione di Micheal Sheen, molto somigliante a Blair e parecchio esilarante (con la maglietta da calcio con su scritto "Blair"), oltre alla caratterizzazione di una moglie di Blair che ha contribuito a renderla ancora più ridicola di quanto già non sapessimo.
Per il resto il film consta di una regia non troppo accurata, senza spiccate qualità di tecnica registica, anzi piuttosto nella norma ma comunque gradevole e Frears si mantiene piuttosto distaccato, quasi asettico, non si sbilancia e non impone la sua opinione personale, per cui delude chi si aspettava un film-scandalo in cui venivano rivelate nuove verità o venivano denunciati fatti non divulgati dai media. Per conto mio il titolo parla chiaro: ruota tutto intorno a lei, la regina, il regista ha analizzato il fatto visto dal suo punto di vista, ed ha centrato il bersaglio, anche se non ha aggiunto niente di nuovo a quello che già sapevamo. Dunque non sarà un film eccezionale, ma merita d'esser visto.
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Cambia la tua vita con un click
Titolo originale: Click
Nazione e Anno: Usa, 2006
Genere: Commedia
Durata: 107 minuti
Regia: Frank Coraci
Cast: Adam Sandler, Kate Beckinsale, Christopher Walken, Sean Astin
Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia
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TRAMA : Due figli , una moglie stupenda , un lavoro da cui e' motivato e con prospettive di carriera...sembrebbe che a Michael Newman non manchi nulla , tranne che una cosa , il tempo ...che corre inesorabile senza mai concedere un po' di riposo per fare tutto,sopratutto seguire le piccole grandi cose dei due bimbi...una sera recandosi a dei grandi magazzini si sdraia su un letto e vede una sezione nascosta chiamata semplicemente ...beyond. dopo aver aperto la porta il senza tempo Michael incontra un eccentrico inventore che gli consegna apparentemente per prova e in forma gratuita un telecomando che gli consente di accellerare,fermare, rallentare nella realta' gli eventi , ma come sempre non tutto cio' che luccica e' oro ...
OSSERVAZIONI:puo' la nostra vita diventare un dvd interattivo ? decisamente nella teoria del fantastico potrebbe, abbiamo una storia, abbiamo costruito delle immagini , abbiamo delle scene da selezionare e ognuno ha dei contenuti speciali all'interno della propria storia.Possiamo in definitva , vivere il dvd della vita : ma sarebbe un bene ?
I momenti brutti vanno vissuti tanto quanto quelli belli , abbiamo bisogno di compensare difficile con facile...e oltretutto saltare i momenti apparentemente inutili puo' essere anche se non sembra un terribile danno.Questo film che si ispira dichiaratamente al cinema di Frank Capra e omaggia con dei meccanismi lo stile de "L'uomo bicentenario " di Columbus con Robin Williams ( citandolo con una battuta : " sembra che hai 200 anni ") , e' molto di piu' di quanto si possa credere a una prima impressione vedendo i trailers, che come al solito sono ingannatori e ci fanno intravvedere una commedia con i soliti equivoci per presentare situazioni leggere. Invece , dopo un inizio familiare che ci presenta i soliti problemi , ( poco tempo per i figli,per se stessi e per creare qualcosa al di fuori del lavoro uscendo dal cerchio della fiducia familiare ) , abbiamo con il trascorrere del film una sorta di amara considerazione di quanto il tempo perso non ritorni anche se si puo' rivedere ma non lo si e' vissuto appieno , non possiamo tra l'altro ignorare dei messaggi che ci dicono che il trascorrere del tempo e' sempre quello e bisogna ottimizzarlo al meglio decidendo tra le mille possibilita' della vita la strada da prendere.
Nessun messaggio di altissima levatura o di assoluta novita'( le sue radici sono ben chiare ),ma questa sorta di vita-simil dvd si allontana da ogni qualunquismo e superficialita' prendendo una sua dignita' sopratutto nella parte centrale , in cui le situazioni e i personaggi prendono una piega diversa da quella voluta da Michael che credendosi padrone del destino e non artefice cade nel delirio di onnipotenza e perde ogni controllo sul telecomando che da scettro diventa bastone.
Poi il finale e' tutt'altro che un volo di fantasia ma quello che abbiamo assistito nel suo complesso ci puo' dare una buona soddisfazione del visionato , andando oltre le nostre aspettative di commedia familiare fine a se stessa.
Nel film possiamo ammirare una Beckinsale che mollati i panni della vampira/guerriera di Underworld e Van Helsing fa la mamma dolce e premurosa, un Sandler che cerca di calarsi nei vari aspetti emozionali del film in maniera sufficente , mentre quel gigione di Walken si diverte un mondo nella parte dell'inventore che fa da motore alla vicenda con la sua invenzione...e gradita anche se solo di contorno la presenza di Irwin Winkler Mr. indimenticabile "ehi, sono Fonzie !" .
In definitiva un film per passare comunque una serata allegra e spensierata , ma con quel qualcosa in piu' che al momento di alzarsi dalla sedia lascia qualche piccolo segno rispetto al previsto.visto , rivisto e prevedibile, ma in tempi cosi' grigi un po' di buonismo leggermente intelligente fa sempre piacere.
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Come Harry divenne un albero
Titolo originale: How Harry became a tree
Regia: Goran Paskaljevic
Anno: 2001
Genere: Drammatico
Durata: 99 minuti
Cast: Colm Meaney Adrian Dunbar, Cillian Murphy, Kerry Condon
Trama: Skinnet, Irlanda, 1924: l'incubo ricorrente di Harry Maloney è quello di essere un albero da abbattere e trasformare in legno per bare. Vedovo e padre di Patrick e Gus, ha perso il primo durante la guerra civile, mentre non ha molta stima per il secondo. Per vivere coltiva il campo di cavoli della sua defunta moglie ma non contento di questo lavoro decide senza un particolare motivo di farsi un nemico. La scelta ricade sull’uomo più potente del villaggio, Gorge O’Flaherty, che sta cercando di scendere a patti con Harry per dare in moglie a Gus la nuova ragazza che ha portato al villaggio, Eileen, che dovrebbe aiutare un po’ la famiglia Maloney nelle faccende di casa…
Commento: Ci troviamo di fronte ad un prodotto non molto conosciuto ad opera di un regista serbo, Goran Paskaljevic, che trasforma in cinema una storia dall’interessante sfondo storico e sociale e dal plot interessante. Nell’Irlanda degli anni ’20 troviamo Harry che stanco della propria vita si cerca senza ragione un nemico del quale tenta di rovinare la vita. Inoltre c’è Gus, suo figlio, ragazzo ancora giovane e bello ma non a proprio agio con il Mondo che lo circonda e George O’Flaherty, ricco uomo del villaggio che ha appena portato una ragazza per assistere la moglie che ha appena partorito. Da quando questa ragazza sposa Gus si viene a creare un sistema di rapporti di amore-odio fra i membri di questa piccola microrealtà rurale, fra i quali spicca questa irrequietezza interiore, quasi una fobia di Harry, peraltro completamente ingiustificata, nei confronti di una vita nemica che identifica nella figura di George, e che cerca di inculcare come nemica anche nella testa del giovane e confuso figlio, impacciato con le donne, ma che ha comunque amore da vendere anche se non riesce ad esprimerlo sempre; ma spicca anche questo rapporto adultero di George, fra la ragazza, sua moglie e la sua serva, da cui Harry trae un pretesto, anche in mancanza assoluta di prove, per incastrarlo e raggiungere il suo stupido scopo. L’insoddisfazione verso una vita che gli ha tolto troppo e dato poco spinge Harry a ciò, a voler diventare un albero, che non teme nessuna intemperie e per l’eternità osserva tutti coloro che sono sotto i suoi rami: rami che fanno da tegole per la casa che gli è stata tolta. Nonostante l’interessante intreccio, ci sono alcune perplessità che forse il film (ed il libro?) avrebbero dovuto spiegare… Meaney entra bene nella parte ma il suo personaggio mostra sin dall’inizio una mania di persecuzione, un vittimismo ed un autolesionismo che oltrepassano la realtà, cosa spinga O’Flaherty all’adulterio non viene spiegato, tantomeno non segue alcun filo logico, nemmeno quello principale, il fatto più importante del film, che invece dovrebbe essere la pedina conclusiva di questo “preciso” schema; l’epilogo, il risultato di una serie di concause, di fatti, di situazioni fortuite o volute che tirano le fila della trama. Ne risulta uno svolgimento degli eventi chiaro nella sua inspiegata chiarezza nella parte centrale, ma appunto senza capo né coda, che inizia nel nulla e finisce nel nulla (certi comportamenti di certi personaggi non si capiscono affatto nel finale, anche dovrebbero esserlo perché dovrebbero fungere da anello forte della catena e dare un po’ più di solidità alla trama che era partita, come ho già detto, in modo debole: soprattutto il comportamento della giovane Eileen che conferma la imho negativa l’enigmaticità del personaggio), una storia in cui fine ed inizio non si ricongiungono ma restano tronchi, non formano affatto una storia circolare. Della serie in cauda venenum: un venenum conseguenza di un inizio poco soddisfacente. Forse sono anche questi i frutti di un film tratto da un romanzo. Non si sa mai se tutto ciò che accade è stato ampiamente voluto dall’autore del libro o se si tratta di negligenza nello scrivere. Non mi aspetto che capiate quello che voglio dire ma probabilmente tutto vi sembrerà più comprensibile se guarderete il film. Però a me sono piaciute le ambientazioni storiche e sociali: ad esempio lo sfondo dell’Irlanda degli anni ’20 in guerra con l’Inghilterra sul quale l’autore non ha fatto molto leva se non spiegando la morte del fratello di Gus con il fatto che è stato ucciso “da pallottole inglesi”. Oltretutto il personaggio del bravissimo Cillian Murphy (non a caso irlandese) mi proietta verso la prossima visione del nuovo film di Ken Loach, le cui ambientazioni ed il quadro storico-sociale sono pressoché identiche (se non mi sbaglio). Comunque non si può definire un film brutto. E perdonate la lunghezza. Non lo faccio per fare il figo, è che sono logorroico di mio...
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Lady in the water
Regia: M. Night Shyamalan
Anno: 2006
Genere: Thriller / Commedia / Horror
Durata: 110 minuti
Cast: Paul Giamatti, Bryce Dallas Howard, Jeffrey Wright, M. Night Shyamalan, Bob Balaban, Freddie Rodriguez, Sarita Choudhoury, Cindy Cheung
Trama: Cleveland Heep è l'amministratore di un condominio. Da alcune notti stanno succedendo cose strane nella piscina del cortile interno e Cleveland, credendo che sia qualche azione di qualche buontempone che fa il bagno di notte si imbatte invece una misteriosa ragazza che nasconde un affascinante, fantastico ma pericoloso segreto.
Commento: Mi ritrovo per la seconda volta a commentare un film del famoso indiano M. Night Shyamalan, dopo la visione de “Il sesto senso”. Devo dire che sebbene da molte fonti abbia letto che questo film non è eccezionale (conserva una media non superiore al sei e mezzo), rispetto al thriller psicologico del ’99, che ho trovato un bel film soltanto per la cura della regia e della fotografia, ho trovato questa favola (ha fatto bene Marsellus a farlo notare) dai toni intensamente dark bellissima per quanto riguarda ovviamente l’ormai consolidata ed applaudita qualità della regia e della fotografia, ma in questo caso soprattutto per l’uso dei colori che svolgono una componente essenziale (il blu in contrapposizione al verde scuro ed al nero) ed interessante l’ispirazione a questo racconto mistico di chissà quale derivazione (della serie, chissà il regista da dove ha preso questa storia della Narf). E’ lo spirito in qualche modo pentito per la morte dei figli e della moglie, il rimorso per lo stile di vita semplice che ha condotto dopo il fatto tragico in cui ha cercato quasi di dimenticare il passato, che spinge il paffuto e balbuziente Paul Giamatti (che si dimostra un bravo attore e che entra molto nella parte) a trovare il proprio riscatto interiore nell’aiutare assieme ad altre persone una Narf in pericolo, colei che ricerca il contatto con gli uomini che questi esseri dell’acqua hanno perso anni prima e che ha portato alla perdizione ed alla guerra fra gli esseri umani.
Un misto di thriller/horror ed alcune scene divertenti, i personaggi sono ben caratterizzati ed esilaranti (compreso il semi-muscoloso, ed in questo caso non si fa per dire, Freddie Rodriguez che allena solo la parte destra del corpo :asd: ed in questo caso spero che sia tutta un’elaborazione al computer), enigmatica ed inaspettatamente marginale come d’altronde la figura del tramite (che non ho capito esattamente che ruolo abbia) il personaggio interpretato dal regista in vece di attore.
Non mi è molto chiara neanche la figura di Bob Balaban se devo essere sincero.
E’ bella l’idea del gruppo di persone che vivono alla giornata che si adopera per la salvezza del singolo perché sente risvegliare dentro di sé il proprio scopo nella vita. Un insieme di "eroi di tutti i giorni", se vogliamo anche un po' ingenui, che però di fronte ai problemi che li mettono in diretto pericolo tirano fuori tutta la loro semplice volontà e forza e non demordono. Mi riportano un po' alla mente certi personaggi di film di Yimou come "Non uno di meno" e "La locanda della felicità". Il fattore "microrealtà" è presente allo stesso modo.
Una favola in cui i personaggi diventano realtà e si fanno carne.
Il film inizia un po’ lentamente nella prima parte, dove può accadere che si scateni qualche perplessità ed incomprensione sul come si snodi la vicenda, poi si risolleva nella seconda dove si comincia a capire qualche cosa in più. Per questo secondo me lo si potrebbe apprezzare meglio dopo averlo visto una seconda volta. Per il resto l’ho trovato un film veramente piacevole ed infine, per rispondere a Marsellus, io ho preferito la scelta della successione dei fatti con un ritmo più lento....
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Allegati: 1
.IL CODICE DA VINCI
Una nuova, imponente, efficace agenzia pubblicitaria è ormai ufficialmente parte integrante dei meccanismi di lancio dei blockbuster hollywoodiani, e non fallisce un colpo: è la Chiesa e, dato non irrilevante, ha il pregio non trascurabile di riuscire ad accentrare l'attenzione dei media su film superflui.
Ad esempio, nel caso de La Passione di Cristo del quinto evangelista Mel Gibson, dagli alti prelati alle sette più conservatrici si era formato uno schieramento trasversale che deliberatamente tentava di sbandierarlo come un improbabile vessillo di nuovi valori spirituali, francamente invisibili nel grandguignolesco massacro messo in scena dal film.
Ora, con una pratica più goffamente involontaria (chissà), Vaticanisti e Vaticanini hanno tuonato ripetutamente contro il kolossal di Ron Howard "Il Codice Da Vinci", reo di voler essere la trasposizione cinematografica dello scorrevolissimo e omonimo thriller/spacconata di Dan Brown, sorprendente best seller del 2003, ammantandolo di quel tocco di proibito in grado di rendere un caso anche il più insignificante degli eventi mediatici.
Come tutti sanno il romanzo di Brown innesta in un plot avventuroso piuttosto classico la tesi secondo la quale il Graal non sarebbe la mitica coppa cercata da Indiana Jones, il suo babbo e tanti altri, bensì un segreto "scomodo" che altererebbe il senso della "più grande storia mai raccontata": Gesù era sposato con Maria di Magdala, che non era una prostituta, ma la madre dei suoi figli. Dulcis in fundo, questa versione new age della sacra famiglia avrebbe, nel corso degli anni, prodotto eredi fino ai giorni nostri: la prole cristologica è ancora in vita! La chiesa con imperiosa intransigenza si è schierata prima contro il libro, e poi con maggiore veemenza contro il film, dimostrandosi una volta di più incredibilmente incapace di discernere tra realtà e finzione, e soprattutto tra ciò che ha qualche pretesa di veridicità e ciò che vuole essere solo intrattenimento
In ogni caso, proprio l'intrattenimento, che rendeva salvabile il romanzo di Dan Brown, è l'elemento clamorosamente assente nel film di Ron Howard: un thriller senza thrilling, un paradosso di quasi due ore e venti, sostanzialmente fedele al libro, che si sgretola, immobile, nel dare corpo, e mai anima, alle parole, arenandosi in una traduzione in immagini sciatta e poco curata. Il film è visivamente tutt'altro che piacevole, con scelte fotografiche fumose e con un'imbarazzata gestione (anche cromatica) dei flashback.
Eh sì, perchè Ron Howard si conferma modestissimo narratore, attorcigliandosi insieme ai diversi filoni narrativi del romanzo, costruito da Brown in una struttura a mosaico su più assi temporali (nella quale, per la verità, lo stesso autore finiva per perdersi), risultando più confuso che coinvolgente. La scrittura stentata della sceneggiatura si palesa anche in dialoghi molto spesso insulsi, talvolta involontariamente ridicoli, appesantiti da un doppiaggio tutt'altro che brillante e da una performance d'insieme del cast all stars (Tom Hanks bolso e stupito, Jean Reno come molto spesso recentemente superfluo, Ian McKellen costantemente sopra le righe) veramente sotto tono.
La somma di questi elementi ha due conseguenze, tra loro legate: da un lato si assiste, senza sussulti, ad uno spettacolo piatto, bidimensionale, dove manca assolutamente qualsiasi scelta stilistica e ogni tipo di consapevolezza estetica. In secondo luogo, questa sorta di rarefazione emotiva, di piattume patinato, sprigiona un'aura di seriosità che rende difficile l'operazione "al ribasso" necessaria per godersi un film del genere, ossia la consapevolezza spettatoriale di voler assistere ad uno spettacolo senza pretese, se non il sano divertimento. Non pervenuto quest'ultimo, seri e impassibili, ci irritiamo a sentir farneticare il professor Langdon di segni e di semantica, più di quanto ci possa turbare l'idea, magari affascinante, di un neo-paganesimo volto al culto del femminino sacro
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Scoop
Titolo originale:
Nazione e Anno: GB, Usa, 2006
Genere: Commedia
Durata: 96 minuti
Regia: Woody Allen
Cast: Woody Allen, Hugh Jackman, Scarlett Johansson, Jim Dunk
Distribuzione: Medusa Distribuzione
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Trama: Sondra e' una giornalista in erba che vuole a tutti i costi implementare la sua carriera .Bella,decisa,anche se inesperta , ha le idee ben chiare per diventare un nome di richiamo nel campo.Una sera durante uno spettacolo del mago Splendini un giornalista defunto le appare nella scatola dove il mago stesso l'aveva messa per eseguire un numero.
Lo spirito le comunica che un giovane rampollo della high class londinese e' un feroce serial killer chiamato " il killer dei tarocchi " .Aiutata dal mago Sondra inizia l'indagine che potrebbe farle fare il suo primo grande scoop !...ma...il giovane rampollo e' bello , colto e anche simpatico.Bilanciare indagine con sentimenti per trovare la verita' non sara' facile ...
sunto del commento per chi non ha tempo o giustamente non vuole leggere tutto : un film bellissimo , prosecutore di match point per alcune tematiche diretto con grande maestria e leggerezza , che offre oltre a una ambientazione di classe un gusto noir e thriller frizzante e delicato degno delle migliori commedie storiche .Ideale per divertirsi e per stupirsi e per appassionarsi , da consumare senza indugi anche per chi vuole solo distrarsi.
Osservazioni: Woody Allen ormai ha trovato una nuova casa per la propria prosa dove l'ambiente lo culla alla perfezione per creare storie di una classe e intelligenza infinite.Londra lo ispira quanto lo ha ispirato New York , e nel contempo ha anche trovato una grande icona personale per figurare in carne i suoi personaggi : Scarlett Johansson.
Splendida anche occhialuta, grande anche in una versione meno intensa e piu' leggera rispetto a Match Point, questa attrice ormai consacrata si muove con leggerezza e sicurezza sullo schermo uniche.Rispettosa nella recitazione con il maestro, e' la bilancia del film come lo era stato nel precedente.Le influenze di Match Point si sentono come continuazione del discorso dei fantasmi , dove la' apparivano per far capire al protagonista che il suo crimine sarebbe stato un peso anche se non pagato eventualmente , qui intervengono per cercare giustizia e chiariscono il pensiero sul finale che aveva lasciato in forse la punizione. Non ci sara' mai pace per i colpevoli , e questo diventa inconfutabile.
La vicenda si muove in paesaggi da sogno con giardini stupendi e interni mozzafiato, e in mezzo il disagio non tanto di appartenere ma quanto piu' di non sapere rendono la cosa piena di sapore noir , con una logica di contrapposizione tra il visibile e invisibile.
E' un piacere vedere Woody recitare ancora ( tra l'altro nella parte del mago , personaggio che lui ha sempre amato anche da ragazzo) , con una maestria unica si dirige e dirige , condendo il percorso di battute piu' o meno salaci la sua convivenza con la high class.Un film praticamente perfetto come perfetto e' stato match point, piu' leggero sicuramente ma non per questo meno valido , dove potrete ammirare insieme a una visione d'insieme completa( fotografia , recitazione ,scenografia ,tra l'altro bellissima quella teatrale della nave delle anime ) degli strumenti musicali da collezione invidiabili ( come sanno tutti la musica e' l'altra passione di woody ) e i soliti scorci urbani pieni di vita tanto cari al regista.
Se qualche pecca si puo' trovare il finale ha un avvenimento un po'troppo frettoloso e non del tutto convincente rispetto ai meccanismi curati di prima , e un oggetto che sta li' non si sa' perche'e' li' invece di sparire...sono particolari.Ci facciamo rovinare la festa da dei particolari ? un inchino a un maestro che produce tantissimo con una qualita' sempre elevata.
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Snakes on a Plane
Titolo originale:
Nazione e Anno: Usa, 2006
Genere: Thriller
Durata: 105 minuti
Regia: David R. Ellis
Cast: Samuel L. Jackson, Byron Lawson, Nathan Phillips, Julianna Margulies
Distribuzione: Mediafilm
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Trama :un ragazzo vede troppo e diventa un testimone pericoloso ...il poliziotto di lungo corso Samuel l. Jackson deve scortarlo in aereo fino a Los Angeles per far si che possa testimoniare contro un potente boss orientale. Ovviamente quest'ultimo deve impedire che la cosa avvenga , ma visti i severi controli e l'impossibilita' di eliminare in altro modo il giovane testimone viene ordito un piano diabolico , quello di far salire insieme ai passeggeri una quantita' innumerevole di velenosi serpenti che al momento prestabilito saranno liberati sull'aereo. Riuscira' il poliziotto di grande carriera a impedire il disastro aereo...tutto sembra dire di no...ma...
Osservazionichi non ha mai avuto paura di un serpente ? Molti , tra cui io , non hanno mai incontrato qualcosa che vada al di la' della piccola biscia d'acqua, ma e' innegabile che il fascino che hanno i rettili e'incredibile...sinuosi, letali e sopratutto raramente e fortunatmente attaccano l'uomo se non si sentono in pericolo. Al cinema anche ultimamente prima di questo abbiamo assistito a una proposizione del rettile - movie: i due ( pessimi ) anaconda, sopratutto l'ignobile secondo , gli amanti del film di nicchia si ricorderanno di "Kobra " e anche Tarantino seppur indirettamente ha citato i retitli con i nomi della squadra assassina di cui la sposa faceva parte e deve vendicarsi ( e uno di loro muore in maniera quasi da contralatare per mano di un serpente) .Questo film poi di questi tempi e' di una furberia immane : unire le paure ataviche del morso di un rettile con le paure post attentati del volare e' un prendere due piccioni con uan fava .Veniamo coinvolti piu' del dovuto proprio per questo senso di impotenza che ci accompagna essere in alta quota ( ancor piu' se accompagnato dal pensiero di perdere quota...) , senza molti ripari e lunghi posti dove correre e fuggire.
La scatola volante diventa una sorta di cassaforte piena di pertugi dove il rettile ha buon gioco a intruffolarsi per scatenare il suo attacco, mentre alla vititma di turno non resta che sperare che di trovare una morte veloce.
Questo film e' tutt'altro che consolatorio , troverete eroi di ogni tipo e di ogni motivo , ma la morte non crediate che sia sorte solo di pochi perche' l'aereo e la classe turistica dove i rettili arrivano piu' facilmente e' strapiena proprio per la presenza in classe elitaria del testimone che deve rimanere solo.
Assistiamo a un film che e' una sorta di Airport con un motivo scatenante del disastro anomalo , a una serie infinita di attacchi da parte dei rettili ai passeggeri in modi svariati ( e molto provocatori , viene morsicato un pene e uno splendido capezzolo di un seno...il primo lo capite il secondo lo vedete ) , c'e' anche un numero stile"serpente proprio dentro li' " a una signora addormentata ... a volte si rimane straniati dalla loro inconformita' , il lavoro poi di movimento in cg e' molto scarso , a volte ci si chiede se dobbiamo ridere o spaventarci di alcune cose troppo forzate e troppo esagerate.
Il limite di questo film e' il fatto che ci sono troppe scelte narrative trite e ritrite , si fanno vittime ma solo nelle fasce non protette ( quando non c'e' nessuna logica nell'azione per questo ) e a certe cose si arriva e si pensa quando lo spettatore ha ormai capito il tutto perdendo di piacere . Un film decisamente da vedere solo se si vuole passare una serata passatempo di poche pretese, ma a cui non bisogna chiedere troppo per la presenza di personaggi assolutamente assurdi e odiosi ( il divo nero e le sue guardie playstationare, la bellona stile rivincita delle bionde con cagnolino, il pauroso fobico e tanti altri personaggi messi li' per riempire e carne di serpente che altro ) .
Ma tra questi non si include il personaggio del poliziotto interpretato da un Sljackson finalmente con un po' di grinta e almeno credibile dopo le terribili prove di " the man " e " il colore del crimine ", credibile nei suoi aspetti di duro almeno .Altro non c'e' , perche' insieme al comparto tecnico quasi pessimo ( si muovono quasi a scatti alcune volte con poca naturalezza e sembrano incollati sull'imamgine piuttosto che interagire con lo sfondo ) degli effetti di serpenti che abbassa di molto una qualita' di base non eccelsa , e' un film di trama gia' metabolizzata da altri film e disaster movie, e dopo un po' non si vede l'ora di arrivare alla fine perche' le situazioni tendono a ripetersi e l'introduzione del contatto a terra per salvare il salvabile non porta a interessanti cambiamenti nella linearita' della trama.
non alzatevi subito perche' sui titotli di coda scorre durante un check in un filmato musicale a tema...