Ti sembra che un buon cristiano agisca così?
Io dico di no; se sei cristiano devi provarle tutte, senza ricorrere a quei sistemi egoistici od egocentrici da te descritti, perché tali sistemi non sono cristiani.
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C'è da premettere che stiamo parlando di matrimoni religiosi, soggetti a regolamenti religiosi, e non di matrimoni civili, soggetti a leggi civili.
Il credente dovrebbe avere ben chiaro che la sua vita non può essere la ricerca della felicità qui e subito, bensì la ricerca di un benessere futuro, raggiungibile solo attraverso l'obbedienza alle leggi divine, che comportano rinunce, sacrifici e sofferenze.
Premesso questo, il matrimonio si stipula non promettendo che si starà insieme finché durerà l'amore o la buona salute o la bellezza fisica o la giovinezza o il benessere economico, ma che si starà insieme a prescindere da questi fattori variabili nel tempo.
Quindi gli sposi devono sacrificarsi stando insieme anche quando uno o più dei fattori citati virano al negativo e... non si amano più come al momento della cerimonia? Sì, altrimenti il contratto matrimoniale viene violato. Se l'abbandono del coniuge avviene per un servizio più intenso reso a Dio, Dio può giustificare tale abbandono. E' stato il caso di Gautama Buddha, per esempio, che ha abbandonato moglie e figlio piccolo per dedicarsi a una vita monacale, al fine di trovare una via d'uscita dal dolore generato dai desideri insoddisfatti.
Io, comunque, ho abolito il matrimonio per evitare tutte le situazioni penose della casistica di separazioni e divorzi. Ciò che andava bene nel passato non è affatto detto che vada bene ora. Certo, anche nelle convivenze libere si avranno separazioni temporanee o definitive, ma almeno non ci sarà stata la violazione di promesse e di un contratto scritto.
A mio parere l'uomo e la donna credenti del futuro dovranno avere un cuore più grande e riuscire ad amare più persone contemporaneamente, invece di sentirsi traditi per il "poliamore". Per non sentirsi traditi è necessario vincere l'io.
La poligamia ha dimostrato che il poliamore è possibile, anche se il fine di quella, da un punto di vista divino, era di popolare il più rapidamente possibile la Terra.
non capisco; se essere cristiano in modo ideale prevede la castità come stile di vita ideale, allora la realizzazione del cristianesimo implica l'estinzione e la condanna del matrimonio; non si capisce cosa Dio abbia creato il sesso e la vita stessa a fare;
né si capisce il valore morale della castità; perché ?
ma... mi sembra un po' debole come spiegazione; o una prescrizione ha un valore morale, oppure no; non è che dici Non rubare, ma se proprio devi, ruba poco :asd:Citazione:
Ma questo è assodato, se poi vuoi fare come vuoi , nel senso che come cristiano non vuoi seguire Gesù fino in fondo, devi almeno comportarti bene.
il buon senso non è un precetto, non ti dice come orientarti secondo il precetto di Gesù; e il risultato, sono le diatribe con Cono;
idem, con patate;
quello che sostieni è che il matrimonio non può essere un sacramento, ma è un evento esclusivamente mondano; solo che - per quanto io possa essere d'accordo, da "esterno", non risolve la questione di ciò che effettivamente prescriva il testo evangelico; non ci prova nemmeno;
io ti ho chiesto cosa dovrebbe fare un cristiano nel momento in cui egli, oppure il coniuge sono infelici a causa di quel matrimonio, anche senza una colpa vera e propria dell'uno o dell'altro, ma solo perché l'amore è finito;
ti ho posto la questione in modo ordinato, ma tu non hai risposto:
da quello che dici dopo, però, visto che sei credente:
Dio non dispone alcun dovere di sposarsi, e quindi alcuna particolare disciplina, se non una generica disciplina di lealtà umana vissuta secondo buona coscienza, visto che tu hai abolito il matrimonio e contempli persino il poliamore :Citazione:
Io, comunque, ho abolito il matrimonio per evitare tutte le situazioni penose della casistica di separazioni e divorzi. Ciò che andava bene nel passato non è affatto detto che vada bene ora. Certo, anche nelle convivenze libere si avranno separazioni temporanee o definitive, ma almeno non ci sarà stata la violazione di promesse e di un contratto scritto.
Citazione:
A mio parere l'uomo e la donna credenti del futuro dovranno avere un cuore più grande e riuscire ad amare più persone contemporaneamente, invece di sentirsi traditi per il "poliamore". Per non sentirsi traditi è necessario vincere l'io.
beh, lui dice esattamente che "vivere bene ed essere felici" non dovrebbe essere l'obbiettivo del cristiano, a fronte della promessa indissolubile;
il punto debole del suo ragionamento è che nella crisi, il tutto diventa un gioco a somma zero, dove l'abnegazione "virtuosa" dell'uno va a vantaggio dell'egoismo dell'altro, e così graziearca :asd:, se ci si identifica nel coniuge vincente che consegue il suo obiettivo nell'indissolubilità; oppure a somma -1, dove sono entrambi infelici e vince solo la norma, perché si rattrappisce pure chi "controlla";
la questione che ho posto ai "cristiani" è di spiegare in cosa e secondo quali principi una determinata soluzione non condivisa - quindi con un soccombente - di una crisi di coppia rappresenterebbe un fine morale cristiano, secondo il Vangelo.
Guarda che il Rabbino di Roma dice che se un matrimonio non va si chiude. Lo dice anche Matteo ( in caso di concubinato). Vedi, penso che chi si sposi si ami alla follia e pensa di vivere innamorato pazzo per sempre con l'oggetto che ama, non che pensi che si possa separare o divorziare.
Mah. I numeri dicono una cosa diversa.
Nel 1991 i matrimoni in essere erano circa 14,2 milioni.
Nel 2018 i matrimoni in essere erano ancora circa 14,2 milioni
Nel 1991 i divorzi in essere erano circa 200 mila.
Nel 2018 i divorzi in essere erano circa 1 milione
E' vero...c'è stato un sostanziale aumento dei divorzi negli ultimi 30 anni. Ma siamo sempre in un rapporto di 14 a 1.
Insomma...la situazione non è così grave come la descrivi.
io mi porrei una questione, che deriva dalla mia personale esperienza, per quel che vale;
tra i 20 e i 50 anni ho avuto 6/7 relazioni significative; tutte belle e soddisfacenti mentre le vivevo; tutte persone degnissime di cui non posso che dire bene, o meglio, nonostante sia finita;
ma una di queste relazioni si staglia head & shoulders above per una grandissima superiorità quanto a compatibilità e appagamento, senso di pace e realizzazione; e non è stata certo una questione di maggior intensità dell'innamoramento o di particolare convenienza della situazione in termini di gratificazioni accessorie, frequentazioni, circostanze varie...
è stata proprio una rivelazione: dopo relazioni importanti e belle, teoricamente ideali, o quasi, ho sperimentato un assortimento caratteriale e fisico che sbaragliava tutte; ah, esiste questo ?
in tutti i casi precedenti avevo preso in considerazione sia l'ipotesi di matrimonio, sia quella di eventuali figli; ma solo in quell'ultimo caso ho sperimentato la condizione da anima sorridente, che non ha paura di niente;
il tutto solo per dire che, verosimilmente, molte persone, come è successo a me, si trovano accoppiate - e magari fanno famiglia - senza avere esperienza di cosa l'altro ti può rivelare di te, di bisogni e potenzialità, capacità di essere migliori, che non si pensava di avere;
per questo, a occhio e croce, credo che se una persona decide di sposarsi e impegnarsi seriamente, forse è opportuno che abbia esperienza, non limitata al primo che passa, assunto per la necessità psicologica e sociale di stabilizzarsi, o per la pressione di circostanze esterne, il tempo che passa, l'ambiente famigliare o amicale, ecc... come però avviene di frequente.
C'è un vangelo apocrifo gnostico nel quale a Gesù viene posta la solita domanda: quando finirà il mondo? La risposta è stata: quando le donne smetteranno di fare figli.
Ma a parte questo testo un po' fantasioso, Gesù, già in terra invitava alla perfezione che era l'ingresso ed il possesso del "Regno dei Cieli"; a questo punto ti chiedo, tu credi che la gioia eterna sia continuare a mettere su famiglia ed a procreare?
Mi sembra evidente che ci siano le cose che riguardano questo mondo e le cose che riguardano altro.
Se tu continui a ragionare con la mente rivolta alla materialità terrena, anche etica, automaticamente ti escludi dalla spiritualità, e se la escludi non ti porrai mai le ipotesi di come potrebbe essere.
L'infinito e l'eterno sono difficili da immaginare; addirittura qui qualcuno ha esclamato: sai che noia:D.
ah, io non postulo alcunché di eterno, quindi non mi pongo il problema;
chiedevo solo a te, che sei interessato a conformarti ai precetti evangelici, lumi su quelle cose che avevo elencato;
siccome la gente comunque si accoppia, si sposa, si separa, e qui si discute di cosa sia o meno giusto alla luce di quel precetto evangelico; anche perché quel dio ci avrà fatti sessuati e desiderosi per qualche motivo, per chi ci crede; no ?
ma vedo che non mi vuoi rispondere;
a me pare evidente che Gesù esorti a fare cose in questo mondo, e che fans critichino o precettino le persone in ragione delle azioni che quelle compiono in questo mondo.Citazione:
Mi sembra evidente che ci siano le cose che riguardano questo mondo e le cose che riguardano altro.
Se tu continui a ragionare con la mente rivolta alla materialità terrena, anche etica, automaticamente ti escludi dalla spiritualità, e se la escludi non ti porrai mai le ipotesi di come potrebbe essere.
L'infinito e l'eterno sono difficili da immaginare; addirittura qui qualcuno ha esclamato: sai che noia:D.
Te l'ho detto già una volta che il buon cristiano, intendendo con buon chi ha l'animo del cristiano, non ha bisogno di prescrizioni perché il suo comportamento è limpido, ci siano o non ci siano le prescrizioni; i comandamenti per il buon cristiano non servono più perché, e ti ho fatto l'esempio personale, io non ucciderò mai, per dirne una, perché so cosa vuol dire sopprimere un essere; il buon cristiano, quello che ha nel cuore, perché lo vive quotidianamente, la bellezza e la meraviglia della creazione, anche se passeggera, non trasgredisce perché ama Dio, rispetta tutto il creato perché ormai ha trasceso le regole, regole che servono per chi ha l'istinto a violarle.
Più che mettermi a nudo non posso fare visto che ormai, forse per l'età, sono diventato casto:asd:.
Gesù aveva diversi modi di dire, e dipendeva da chi aveva difronte, ma con gli apostoli parlava chiaro e lo ha dimostrato diverse volte, il precetto va superato per essere perfetti e lui invitava a cercare la perfezione.
Con cono è impossibile non avere diatribe perché è fissato sulle sue idee e non prova neanche a mettersi in dubbio, quando sappiamo tutti che il dubbio serve per maturare.
Mi sono sposato in chiesa perché credevo veramente che fosse un sacramento e mia moglie ed io ci volevamo bene; questo a bocce ferme ed il gioco era evidente perché ambedue credevamo durasse sempre; ma quando le bocce hanno cominciato a muoversi ed il gioco dopo un po' di tempo è variato, ho capito che a Dio, che mi ha accompagnato durante il periodo felice, interessava di più la pace interiore di tutta la famiglia piuttosto che una continua insoddisfazione, con tutto quello che hai detto che comporta.
Il testo evangelico va interiorizzato personalmente proprio perché per chi ci crede non esistono regole precise, e proprio per questo io credo che esso rappresenti il massimo della libertà.
Prima diventa cristiano così potrai saperlo.
Anche se ti rispondessi sarebbe la mia risposta, ed ho notato che mai ti convince, questo è logico perché io ho la mia vita e tu la tua, per fortuna dico io, perché ciò rappresenta il massimo della libertà individuale proprio nelle differenze che esistono tra esseri umani.
Per te è ovvio che non è risposta perché quello che ti do sono le mie risposte, che per la maggior è come se le rivolgessi a me stesso; che vuoi di più? massimo di sincerità.
Ti rispondo come se rispondessi a me stesso, se poi non ti aggrada sono solo fatti tuoi non certo miei.
Lasciamo perdere i termini cristiani, perché il discorso rischia di non finire più ma ti posso dire solo, non come la penso ora, dato che, nonostante tutto, stiamo tutti bene, quindi mi va bene così, evidentemente doveva succedere, ma come l'avrei pensata quando mi sono sposato: un fallimento:asd:.
mah...
io assisto alla controversia con Cono, la quale verte sul senso di un testo;
ho chiesto il tuo parere esegetico, a fronte di un parere esegetico che ti contesta;
la risposta prevedrebbe di argomentare il costrutto evangelico in uno o l'altro senso; tu ti limiti a dire: sono fatti miei, e a me sta benissimo, perché io sono proprio perché ognuno si faccia i fatti suoi;
non è mia intenzione chiederti per criticarti, ma solo per sapere se hai un'esegesi "forte"; mi dici che non l'hai, perché è solo tua sensibilità e non costrutto logico, e mi va bene così; discorso chiuso;
sia chiaro che io sono solo ed esclusivamente spettatore di quello che vi dite con Cono; al momento, vedo lui in campo, e tu che non giochi; col che, avrebbe partita vinta a tavolino, anche tu fossi Maradona e lui Scarnecchia :asd:
però la devi scontare pure sulla demografia del campione;
se includi gli anziani, fai una media con il passato, che è scorretta, nel senso che non ti dice la tendenza;
infatti, con l'allungamento della vita media hai un effetto cumulativo dei matrimoni delle generazioni passate, la norma;
per avere un quadro significativo dovresti confrontare il dato percentuale di quanti si sono sposati e divorziati per ogni fascia, quinquennale, con una neutralizzazione di quella precoce, 18/23/28;
poi fai i raffronti, considerando le percentuali: es: fatta 100 la fascia 28/33, 33/38... quanti si sono sposati ? e, di quelli, quanti hanno divorziato in percentuale ?
potresti avere anche percentuali decrescenti di divorzi tra le nuove generazioni, ma semplicemente perché quelle si sono sposate molto meno;
certo, resta il fatto che l'idea che la gente vada dall'avvocato per sfizio è incommentabile...
Eccerto, se si ha la sfera di cristallo e si può prevedere il futuro accorgendosi di non essere compatibili, non ti sposi no.Se invece non ce l'hai e magari una donna scopre dopo che il marito la massacra di botte oppure è un traditore seriale che deve fare una? Tenerselo prenderle e zitta per sempre o finchè la morte (di lei) non li separi oppure portar le corna con disinvoltura fino a quando il peso la schiaccia?:D
Ma vale pure per lui, si sposa una donna appassionata e focosa e poi si ritrova che lo comanda a bacchetta, diventa una megera e lo costringe a castità prematura?
Non mi pare giusto.
Comunque oggi le giovani coppie hanno la possibilità di conoscersi con una convivenza prima di fare il passo, per cui se non funziona si lasciano.
...o che si va avanti per mode. Per imitazione. Perchè così fanno tutti.....
Ti sembra felice la nostra Società? Ti sembra che le Persone siano realizzate e felici seguendo solo la tendenza dei diritti individuali e omettendo quella dei doveri?
Facciamo volontariato da anni affrontando i problemi relazionali delle coppie, Axe. Altro che gossip, altro che giornaletti! Tocchiamo ogni giorno con mano la difficoltà del comprendersi, dell'amarsi per quel che si è. Abituati fin da piccoli ad avere tutto, a consumare tutto, a disporre di tutto, le persone crescono senza spina dorsale. E alle prime difficoltà naufragano e colano a picco. Già soltanto venire da noi, parlare, sfogarsi, è tantissimo! Può rappresentare quell'àncora di salvezza in grado di aiutarle. Per poi poter risalire sulla barca del loro Matrimonio ed imparare a remare verso porti più sicuri e accoglienti.
https://www.primonumero.it/2019/11/g...ti/1530586088/
“Se non paghi gli alimenti non vedi tuo figlio”, “se non fai quello scordati tua figlia”. Quante volte, durante la quotidianità, i genitori separati hanno ripetuto questa frase ignari del dolore che quelle parole, tanto semplici ma pesanti quanto macigni, avrebbero inferto sui loro figli? Perché, fin troppo spesso, i coniugi si lasciano tra liti furiose e discussioni accese e, dopo aver litigato per la casa, il mobilio e l’auto, si battono per la custodia dei figli. Bello, dirà qualcuno, si vede che entrambi tengono al benessere del piccolo e voglio solo il meglio per lui.
E se il ‘meglio’ che intendono i genitori non sia davvero la scelta giusta per il figlio? Qualcuno ha mai chiesto davvero ad un bambino cosa pensa della separazione dei genitori? Se vedere uno dei due per un fine settimana al mese sia davvero ciò che vuole, ciò che lo fa star bene? Se sentirli litigare costantemente, fosse anche per telefono, provochi dolore? Durante le cause di divorzio e separazione i bambini vengono paragonati ai beni materiali, come fossero il prezioso servizio di piatti e posate ricevuto in dono per il matrimonio o una vecchia lampada che non piace a nessuno dei due coniugi, ma che entrambi vogliono pur di far dispetto all’altro quando, invece, sono la parte più debole di un rapporto ormai incrinato, gli ultimi invisibili di una fiamma d’amore ormai spenta, divenendo semplici causali di un ricatto appena iniziato.
Per rispondere a queste domande nasce la ‘Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori’ presentata mercoledì pomeriggio a Termoli dall’Aiaf (Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e per i minori): un decalogo che dà finalmente voce ai figli dei separati, alle loro esigenze ed ai loro timori. Una sorta di vademecum di cui i genitori ed i giudici dovrebbero tener conto per permettere ai piccoli di vivere serenamente, anche se privati della famiglia composta da due genitori.
Dovrebbero, appunto, perché si tratta di una carta, un insieme di istruzioni scritte da una commissione di diciassette giovani creata dal Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, assieme ad esperti legali, psicologi, sociali ma che, nella legislazione italiana, non ha ancora un posto ben definito. “I bambini ed i ragazzi – riassume il Presidente Aiaf Molise Romeo Trotta – Hanno diritto a preservare le relazioni familiari non solo con i due genitori, ma anche con i nonni, gli zii, i cugini e perfino con gli amici di ambedue i genitori”.
La Carta si apre proprio con il diritto dei figli ad essere amati, argomento troppo spesso sottovalutato da entrambi i genitori: “I figli hanno il diritto di essere liberi di continuare a voler bene ad entrambi i genitori, hanno il diritto di manifestare il loro amore senza paura di ferire o di offendere l’uno o l’altro. I figli hanno il diritto di conservare intatti i loro affetti, di restare uniti ai fratelli, di mantenere inalterata la relazione con i nonni, di continuare a frequentare i parenti di entrambi i rami genitoriali e gli amici. L’amore non si misura con il tempo ma con la cura e l’attenzione”.
Tra gli altri diritti di cui i figli di genitori separati potranno godere, ci sono quello a continuare ad essere figli e di vivere la loro età, di essere informati ed aiutati a comprendere la separazione dei genitori, di essere ascoltati e di esprimere i loro sentimenti, di non subire pressioni da parte dei genitori e dei parenti, che le scelte che li riguardano siano con divise da entrambi i genitori, di non essere coinvolti nei conflitti tra genitori, al rispetto dei loro tempi, di essere preservati dalle questioni economiche, di ricevere spiegazioni sulle decisioni che li riguardano.
Un decalogo di buone intenzioni, complesse da gestire ed ancor più da attuare che rappresenta la base per garantire rispetto e serenità ai minori: “Per dare piena attuazione alla Carta si dovrebbe creare un Tribunale specializzato per la famiglia – ha commentato il Presidente Aiaf Lazio Maria Teresa Pagano – Composto da esperti che possano far propria la Carta e per fare in modo che i bambini non soffrano più né durante la separazione né in futuro”.
Proprio nell’ambito dell’ascolto nasce anche un’altra realtà molto importante: si chiama ‘Casa dei diritti’ e si pone l’obiettivo di fornire assistenza, informazione ed orientamento gratuito a chiunque abbia un disagio: “Sono numerose le persone che si rivolgono ai punti di Termoli e Campobasso – ha spiegato il Presidente dell’associazione Konsumer Italia Molise APS Laura Venittelli - Forniamo assistenza su diversi punti, dalle pubbliche amministrazioni per il disbrigo di pratiche fino ad informazioni sul servizio sanitario. Il punto di ascolto rappresenta il punto a metà strada tra i diritti negati ed i cittadini”.
Il Matrimonio cristiano non è un contratto. Non è un campo di battaglia dove ci sono vincitori e vinti....
« Il patto matrimoniale con cui l'uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione e educazione della prole, tra i battezzati è stato elevato da Cristo Signore alla dignità di sacramento »
« Dio stesso è l'autore del matrimonio ». La vocazione al matrimonio è iscritta nella natura stessa dell'uomo e della donna, quali sono usciti dalla mano del Creatore. Il matrimonio non è un'istituzione puramente umana, malgrado i numerosi mutamenti che ha potuto subire nel corso dei secoli, nelle varie culture, strutture sociali e attitudini spirituali. Queste diversità non devono far dimenticare i tratti comuni e permanenti. Sebbene la dignità di questa istituzione non traspaia ovunque con la stessa chiarezza, esiste tuttavia in tutte le culture un certo senso della grandezza dell'unione matrimoniale. « La salvezza della persona e della società umana e cristiana è strettamente connessa con una felice situazione della comunità coniugale e familiare » (parole riprese anche dal presidente Mattarella ieri)
Dio, che ha creato l'uomo per amore, lo ha anche chiamato all'amore, vocazione fondamentale e innata di ogni essere umano. Infatti l'uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio che « è amore » Avendolo Dio creato uomo e donna, il loro reciproco amore diventa un'immagine dell'amore assoluto e indefettibile con cui Dio ama l'uomo.
Che l'uomo e la donna siano creati l'uno per l'altro, lo afferma la Sacra Scrittura: « Non è bene che l'uomo sia solo » (Gn 2,18). La donna, « carne della sua carne », sua eguale, del tutto prossima a lui, gli è donata da Dio come « aiuto », rappresentando così Dio dal quale viene il nostro aiuto. « Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne » (Gn 2,24). Che ciò significhi un'unità indefettibile delle loro due esistenze, il Signore stesso lo mostra ricordando quale sia stato, « da principio », il disegno del Creatore: « Così che non sono più due, ma una carne sola » (Mt 19,6).
http://www.vatican.va/archive/catech...2s2c3a7_it.htm
se ricorri a questa logica, distruggi la nozione stessa di famiglia ed educazione:
chiediamo ad un bambino se ha voglia di andare a scuola oppure di passare tutta la giornata coi videogiochi ? se gli va un pasto sano o preferisce ingozzarsi di colorate schifezze o merendine pubblicizzate in tv ?
appunto:Citazione:
Se vedere uno dei due per un fine settimana al mese sia davvero ciò che vuole, ciò che lo fa star bene? Se sentirli litigare costantemente, fosse anche per telefono, provochi dolore? Durante le cause di divorzio e separazione i bambini vengono paragonati ai beni materiali, come fossero il prezioso servizio di piatti e posate ricevuto in dono per il matrimonio o una vecchia lampada che non piace a nessuno dei due coniugi, ma che entrambi vogliono pur di far dispetto all’altro quando, invece, sono la parte più debole di un rapporto ormai incrinato, gli ultimi invisibili di una fiamma d’amore ormai spenta, divenendo semplici causali di un ricatto appena iniziato.
se i genitori sono così, se il loro rapporto, i loro sentimenti, sono quelli, vuol dire che non avrebbero dovuto costituire quella famiglia, con quella persona; altro che Dio li ha fatti incontrare e indissolubilità...
la dicitura "società naturale" della Cost. intende esattamente escludere un'ingerenza dello stato nei rapporti famigliari e di filiazione, perché non sarebbe concepibili un "commissario del popolo" che venga a casa tua a questionare sull'educazione dei tuoi figli; no, un'ora e mezza a messa è una violenza, non va bene... lei è inadatto a fare il padre, le togliamo i figli e li affidiamo ad un ente per l'educazione alla laicità
purtroppo, questa tua libertà ha un costo, necessario; e cioè che la famiglia resti comunque un luogo in cui l'autorità pubblica può intervenire solo in presenza di violazioni della legge; ma non per una trascuratezza o cinismo; semplicemente perché il rischio di abusi d'autorità sarebbe troppo elevato;
per decenni ho letto quotidianamente ipotesi normative espresse da persone dotate dell'autorità per formularle, ma incompetenti; ipotesi puntualmente bocciate;
ci sono già gli assistenti sociali e i magistrati che devono vigilare; posta la legge, uno stato può solo garantire le condizioni economiche dei separati, evitare che la rottura determini situazioni di miseria e conflitti amplificati da questa;
per questo insisto tanto sulla maturità delle scelte di coppia e sulla necessità che due persone che si impegnano conoscano bene se stesse, i propri bisogni e limiti, per evitare avventure azzardate.
la società non è una persona, di cui dire se sia felice o meno; se parti da questa idea inevitabilmente ti poni su un piano abusivo; ti pare che io possa sindacare la felicità della tua condizione famigliare, dei tuoi figli educati come li educhi ?
prova ad immaginare un'autorità che stabilisca: no, la castità pre-matrimoniale è un disvalore, perché i ragazzi vogliono trombare; non possiamo permettere al sig. Cono di educarli in quel modo.... ma ti pare ???
quello che sembra a me è irrilevante; io non sono l'ombelico del mondo, né tantomeno l'autocrate depositario della verità; c'è già la legge, la morale condivisa, a stabilire i doveri; adempiuti quelli, ognuno decide per la sua parte, esattamente come tu decidi per la tua;Citazione:
Ti sembra che le Persone siano realizzate e felici seguendo solo la tendenza dei diritti individuali e omettendo quella dei doveri?
postulare diversamente implica la disponibilità a vedersi un funzionario dello stato che questiona su quello che decidi, su come educhi i tuoi figli, renditi conto...
ecco, vedi ?Citazione:
Facciamo volontariato da anni affrontando i problemi relazionali delle coppie, Axe. Altro che gossip, altro che giornaletti! Tocchiamo ogni giorno con mano la difficoltà del comprendersi, dell'amarsi per quel che si è. Abituati fin da piccoli ad avere tutto, a consumare tutto, a disporre di tutto, le persone crescono senza spina dorsale. E alle prime difficoltà naufragano e colano a picco.
sei laureato in psicologia ? che qualifiche hai per determinare le motivazioni profonde di certe scelte ? a te, per tuoi motivi, può sembrare mancanza di spina dorsale quello che è un problema molto diverso, o anche semplicemente il risultato di una scelta condizionata da un ambiente ideologizzato; chi si rivolge a voi, verosimilmente, è il prodotto culturale dell'ideologia di famiglia della dottrina cattolica, altrimenti non verrebbe da voi, ma andrebbe da psicologi non orientati;
niente di male, beninteso; ma è un percorso che difficilmente la professione della psicologia - quella vera, laureata e soggetta a training - ammetterebbe come tecnicamente appropriato;
può benissimo essere che quelle "prime difficoltà" che pensi di osservare altro non siano che il pretesto per manifestare problemi diversi, che tu non hai la professionalità per riconoscere, quindi per il rigetto di una scelta maturata esattamente in quel quadro di forzature che si vogliono ribadire con l'indissolubilità;
come esperienza personale, ti posso dire che due delle relazioni più importanti che io abbia avuto sono state con ragazze - si fa per dire, 30 e 27 all'inizio, donne - di estrazione cattolica ultra osservante e con seri problemi psicologici, e tipici di tutta la famiglia;
sia chiaro: non sto dicendo che l'educazione cattolica sia la causa di quei problemi; i problemi di relazione li hanno tutti;
ma facilmente, l'ideologia cattolica della sessualità e famiglia si presta a fornire corazze ideologiche che occultano e rimuovono quelle che sono solo nevrosi, e ritardano la maturazione psicologica di persone fragili per motivi loro; col rischio che la tua consulenza, nel momento in cui le difficoltà sorgono da fragilità personali che hanno indotto ad un matrimonio mal motivato, invece di facilitare la presa di coscienza di certi problemi, non fa altro che rafforzare quelle corazze nevrotiche e inficiare un possibile percorso di guarigione, perché si fa valere l'ideologia della conservazione di un vincolo viziato in partenza da quelle fragilità.
Caro axeUgene, provocandomi mi hai costretto a fare una ricerca tra i libri delle mia biblioteca.
Dopo potrai constatare, se vuoi, rileggendomi, che alcune idee e sensazioni ricorrevano anche se in forma abbozzata, nei miei scritti; buona lettura.
ESEGESI riguardo alle nozze.
Proprio perché la questione intorno alla theologia comprehensorum resta pressoché inconcepibile, la riflessione sistematica ha spesso ceduto qui il posto al registro delle metafore, delle immagini, delle analogie, simboli biblicamente tramandati, perché partendo da atteggiamenti e da aspirazioni centrali nell'uomo, ma al tempo stesso superandole "apofaticamente", rappresentano il cielo come un superadempimento dell'elemento umano-intimo in una tutta diversa intimità: l'immagine delle nozze.
Si ratta di un simbolo che adempie in forma definitiva il percorso anagogico-veritativo dell'analogia entis.
Dopo un significativo excursus del simbolo attraverso l'Antico ed il Nuovo Testamento, in cui emerge con sempre più evidente chiarezza la loro interna relazione ( Ap 19,9: cena di nozze dell'Agnello) si può affermare che:
" a partire dal mistero della cena, si fa già chiaro che in ultima analisi tra le due immagini corrispondenti non si tratta di un semplice "paragone" tra un evento perituro-terreno e celeste, bensì che tra i due piani corre una mediazione mediante un evento verticale, che ora si dimostra anche espressamente come un mistero di nozze.
Dunque, non un paragone, ma qualcosa di più sul piano semantico: una mediazione, che è quella del pian terreno-carnale nell'orizzonte divino-celeste, attraverso la mediazione centrale del corpo di Cristo Risorto ( piano ontico-noetico del mondo come rappresentazione del cielo).
Ci si preoccupa quindi, proprio nell'orizzonte della definitività dell'eschaton, la rilevanza del corpo e della carnalità che, su di un piano diametralmente opposto, servivano quaggiù da esplicazioni analogiche del mondo divino. Così ora, rispetto all'eternità, sebbene poste su di un piano più elevato, queste funzioni di rappresentanza continuano a partecipare, su di un livello di trascendenza, all'imago trinitatis.
Se così non fosse allora tutto l'impianto ermeneutico del mondo come immagine della Trinità sarebbe risultato evanescente.
La corporeità, e così pure la sessualità, rispondono in modo misterioso al duplice movimento analogico ascendente ( da quaggiù a lassù) e discendente ( dal mondo intradivino al mondo creato):
"il senso puramente terreno delle immagini può essere superato solo nel senso che il fondamento comparativo reso possibile in forza della resurrezione del Cristo non viene in tal modo distrutto....i bisogni nutritivi del corpo Dio li distruggerà ( 1 Cor 6,13), allo stesso modo che saranno superati morte e dolore e lamento ( Ap 21,4). Gesù stesso respinge ancor più radicalmente l'esercizio delle funzioni sessuali nella vita eterna: "Voi siete in errore perché non conoscete né la Scrittura né la potenza di Dio. Giacché i risorti non si sposano e non vengono sposati, ma sono come gli angeli di Dio nel cielo" Mt 22,29, Ap 14,1-5).
Le due affermazioni sono categoriche, dato che il corpo umano non sarà più sottoposto ad istinti naturali come quelli che servono alla conservazione ed alla proliferazione all'interno della mortalità.
Ma nonostante la definitività di queste dichiarazioni c'è nella funzione corporea un elemento che la trascende e la fa partecipare all'imago trinitatis nell'uomo. Sussiste un'analogia ascendente che corrisponde a guisa di modello all'analogia discendente, la quale dal Dio trinitario ed attraverso l'umanità del Figlio si estende fino alla struttura mortale e transitoria dell'uomo terreno.
Il riferimento al prefisso interpretativo del mistici, nei cui testi e nelle cui esperienze soprannaturali, abbonda soprattutto il rinvio alla metafora nunziale, dovrebbe costituire al riguardo una prova a fortiori della dimensione non semplicemente di paragone della struttura umana terrena.
Non è proprio il matrimonio spirituale ciò a cui mira per esempio l'opera mistica di Giovanni della Croce?
Così uomo e donna sono da principio dei mezzi a vicenda per raggiungere Dio.
Von Balthasar dice che siamo in presenza non semplicemente di una trascendenza immanente (come per buona parte della letteratura teologica), e cioè di una cifra del divino immessa nella relazione sessuale uomo-donna, ma di una trascendenza trascendente, nel senso che questa cifra diventa anche un analogatum princeps - nel quadro delle vestigia relative all'immago trinitatis - per scorgere qualcosa del mistero delle Persone divine.
Si può così sostenere che la teologia sessuale, nel quadro dell'antropologia metafisica, assume un rilievo di grande portata.
Nel vero amore sessuale, quello che diventa cifra di comunicazione agapica nell'eros ed attraverso l'eros, l'azione dell'uomo è realmente dedizione al pari della donna; entrambi si donano, l'uno in modo tale che, mentre è maschio nell'atto del dono di sé, e perciò in funzione attiva, diventa passivo e contemplativo nella nascita, mentre la donna, che appare in una posizione di accoglienza del dono del maschio, diventa però attiva nella gestazione e nella nascita.
Caro axe, se ti basta termino qui:rotfl:.