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PACE
Ormai penso di averti inquadrato; puoi risparmiarti la fatica di questi papiri che scrivi. Per te il matrimonio è solo un contratto,
un negozio giuridico; altrimenti il prof di diritto civile ti rimanda alla prossima sessione;
Citazione:
per noi è un sacramento, una palestra di vita, una magnifica opportunità per crescere, maturare, realizzarsi ed essere felici
ma voi fate quello che ve pare; che me ne frega ?
qui, la discussione sorge perché tu attribuisci alla tua concezione di queste cose un valore morale, universale; e denunci un preteso degrado associato al rifiuto di quel modulo;
io ti sto solo spiegando il perché questo accade;
non è che ti voglia convincere di nulla; anche perché si tratta di questioni private, che non mi riguardano;
mi pare tu cerchi la polemica a tutti i costi; se vuoi vendere una fiat duna a 20mila euro, io potrei pure trovarla una bella auto; ma se pretendi che non ti faccia presente che è un po' difficile tu realizzi quel prezzo fai un torto alla tua stessa intelligenza, non a me.
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conogelato
Le rare volte che fai la seria, è anche piacevole discorrere con te. Ma ormai ti sei costruita questa maschera, per la quale devi per forza fare la speciale, quella ganza, quella dotata di uno humor tutto particolare....
Dispiace, perché a parte le battute che ci scambiamo, ti reputo invece una persona intelligente.
Non ho mai preteso da alcun passante - virtuale o reale - che comprendesse chi sono, come sono né che comprendesse il mio umorismo.
Sì può essere molto seri se si ha la fortuna di avere un gran senso dell' umorismo.
Io in questo sono molto fortunata.
Naturalmente non mi aspetto di trovare miei pari ogni volta che parlo con qualcuno.
Buona giornata!
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Originariamente Scritto da
conogelato
Break, solo settimana scorsa ti ho postato il pensiero di laicissimi, noncredentissimi, ateissimi esponenti della filosofia moderna. Ricevendo il tuo ringraziamento: ti sei già pentita? Qua nessuno scimmiotta o copia alcunché. Si analizza la società da diversi punti di vista (laici e religiosi) e se ne discute. È il nome del nostro forum, la sua mission aziendale, no?
Ti svevo già espresso il mio parere più e più volte, in merito a Galimberti penso di essere stata cristalluna nella mia opinione, evidentemente non hai capito, non vedo perché ripetermi, tanto vale darti ragione
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conogelato
Che sonno, che barba, che noia fai venire Dark: il femminismo come panacea della società. Roba lisa, arrugginita, obsoleta e andata a male ormai da tempo. Almeno, nel 68, i veri figli dei fiori qualche ideale più grande lo conservavano. A te non è rimasto altro che le mani alzate a triangolo.....
Perchè non ti rendi conto di quanta barba e noia fai venire tu a leggere sempre le stesse cose citate con lo stampino.
E poi lo chiami discutere!
È impossibile portare avanti con te una discussione intelligente, non provi neanche mai a mettere in discussione le tue "certezze", temo che se tu arrivassi mai a farlo ti crollerebbe il mondo in testa...con le conseguenze che si possono ben immaginare.
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Breakthru
Ti svevo già espresso il mio parere più e più volte, in merito a Galimberti penso di essere stata cristalluna nella mia opinione, evidentemente non hai capito, non vedo perché ripetermi, tanto vale darti ragione
peraltro, in questi giorni ho rivisto intervista di Augias a Galimberti, proprio sulla famiglia, e quello dice cose diversissime da quelle che vuole intendere Cono; tipo che è normale e perfettamente armonioso che oggi un ragazzo abbia "4 genitori" causa separazioni e ricomposizioni e tanto altro su questa linea; le sue denunce non sono quelle che ci legge Cono.
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Che poi non è vero che gli uomini e donne non si attraggono più è solo che non è detto che ci si sposi più come un tempo alla prima relazione oppure si può decidere di convivere felicemente come coppie che conosco per tanti anni, mettere al mondo figli e magari sposarsi dopo 20 anni che si convive. Per lo meno arrivano consapevoli e convinti del passo compiuto:D
Ci si sposa ancora, anche giovani coppie vanno a convivere ancora, nascono ancora bambini anche se meno di un tempo ma almeno desiderati e non capitati per caso. Certo la media per coppia di dolito è solo di un figlio almeno qui e si sa che è poco se si punta al ricambio generazionale. Nessuno nega che esistono problemi ma la soluzione? Non si può pretendere che tutti abbiano come obiettivo nella vita la procreazione e non si può obbligare nessuno procreare per il bene di un paese o della comunità.
A volte certe uscite allarmistiche in tv o sui media di esperti di famiglie, sociologhi ecc mi sembrano come quelle sui cambiamenti climatici, si preoccupano più del danno e del cambiamento che di trovare le soluzioni per adattarsi ai vari cambiamenti che siano climatico, o della società.
Insomma non solo bla bla bla sulle cause ipotetiche o reali e lamentarsi di come si stava meglio prima (quando si stava peggio) ma agire, trovare soluzioni reali e possibili, fattibili, per affrontare i vari ed inevitabili cambiamenti che l'evoluzione della società impone.
Perchè anche io eh ancora non ho capito in quale tempo la società sia stata migliore di oggi. In quale epoca i giovani vivevano meglio di oggi o le famiglie erano migliori di quelle di oggi.
C'è mai stato un periodo migliore? E quale?
L'epoca delle due grandi guerre del secolo scorso? L'epoca romana? Medioevale? Con l'arrivo dell'industrializzazione?
All'epoca di Gesù?
Cono non ha mai risposto a questa domanda.
Dubito che lo farà mai :D
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axeUgene
peraltro, in questi giorni ho rivisto intervista di Augias a Galimberti, proprio sulla famiglia, e quello dice cose diversissime da quelle che vuole intendere Cono; tipo che è normale e perfettamente armonioso che oggi un ragazzo abbia "4 genitori" causa separazioni e ricomposizioni e tanto altro su questa linea; le sue denunce non sono quelle che ci legge Cono.
Quindi dimostra come qui nelle nostre discussioni che Cono interpreta a modo suo, come sempre.
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Originariamente Scritto da
conogelato
Che sonno, che barba, che noia fai venire Dark: il femminismo come panacea della società. Roba lisa, arrugginita, obsoleta e andata a male ormai da tempo. Almeno, nel 68, i veri figli dei fiori qualche ideale più grande lo conservavano. A te non è rimasto altro che le mani alzate a triangolo.....
E a qualcuno la posizione chinata a 90°.
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LadyHawke
Quindi dimostra come qui nelle nostre discussioni che Cono interpreta a modo suo, come sempre.
ma certo; pure quell'altro che tira sempre in ballo, Recalcati, è un analista lacaniano; Cono è abbagliato dalla tesi per cui "servono dei limiti", che lui interpreta come legittimazione dell'autorità in quanto tale, la sua, tradizionalista;
mentre quello intende tutt'altro, e cioè che desiderare è un dovere verso se stessi e, per adempiere a questo dovere, il desiderio deve trovare un oggetto specificato, altrimenti non si può agire;
questa cosa può anche coincidere con la scelta di Cono o Miriano, ma essere tutt'altro; quello che conta è investirci molto;
la critica alla superficialità non è morale, ma funzionale;
e, soprattutto, sacralizza il desiderio, che è individuale, contro l'istituzionalità degli schemi sociali del preteso Bene comune.
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Breakthru
Ma certo sarò magnanima e te lo concederò
Ma allora Paolo di Tarso non ha dato delle istruzioni? Va be' indicazioni? Sono suggerimenti? cosa sono?
Credo che la risposta puoi facilmente dartela da sola; san Paolo scrive a coppie già sposate, non a ragazzi ancora incerti se farlo o no che si rifugiano nelle istruzioni per l'uso! La "buona coppia cristiana" - e qua rispondo al tuo secondo quesito - sperimenta che la parola di Dio è vera, che davvero nel matrimonio (religioso o civile) ci si può perdonare reciprocamente ogni giorno e ricominciare
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Originariamente Scritto da
LadyHawke
Quindi dimostra come qui nelle nostre discussioni che Cono interpreta a modo suo, come sempre.
Bah, io ho trovato questo:
Umberto Galimberti riflette sulla decadenza delle civiltà, partendo dall’idea che la corruzione dei costumi sia la causa principale della loro caduta, come avvenne per l’Impero Romano. La modernità, caratterizzata da un’eccessiva dipendenza dalla tecnologia e dalla perdita di riti iniziatici, ha generato una società debole e priva di veri punti di riferimento. La politica ha perso il suo ruolo decisionale a favore dell’economia, che a sua volta è dominata dalla tecnica, la quale non si cura della felicità umana ma solo dello sviluppo. La società moderna ha trasformato le persone in meri ingranaggi di apparati burocratici.
Purtroppo il computer non mi carica il video e il forum continua ad essere molto lento e prolisso; vi lascio il link
https://www.youtube.com/watch?v=giPheSJjg48
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Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
un negozio giuridico; altrimenti il prof di diritto civile ti rimanda alla prossima sessione;
ma voi fate quello che ve pare; che me ne frega ?
qui, la discussione sorge perché tu attribuisci alla tua concezione di queste cose un valore morale, universale; e denunci un preteso degrado associato al rifiuto di quel modulo;
io ti sto solo spiegando il perché questo accade;
non è che ti voglia convincere di nulla; anche perché si tratta di questioni private, che non mi riguardano;
mi pare tu cerchi la polemica a tutti i costi; se vuoi vendere una fiat duna a 20mila euro, io potrei pure trovarla una bella auto; ma se pretendi che non ti faccia presente che è un po' difficile tu realizzi quel prezzo fai un torto alla tua stessa intelligenza, non a me.
Hai lavorato alla camera mentre io sono un miserabile, oltretutto invalido; forse la distanza fra noi è davvero incolmabile. Se non avessi avuto accanto una persona come mia moglie, adesso non sarei quì; neanche se mi sforzassi potrei considerare il matrimonio solo un contratto
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Citazione:
Originariamente Scritto da
PACE
Credo che la risposta puoi facilmente dartela da sola; san Paolo scrive a coppie già sposate, non a ragazzi ancora incerti se farlo o no che si rifugiano nelle istruzioni per l'uso! La "buona coppia cristiana" - e qua rispondo al tuo secondo quesito - sperimenta che la parola di Dio è vera, che davvero nel matrimonio (religioso o civile) ci si può perdonare reciprocamente ogni giorno e ricominciare
Dunque quelle di Paolo di Tarso sono?
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Citazione:
Originariamente Scritto da
PACE
Bah, io ho trovato questo:
Umberto Galimberti riflette sulla decadenza delle civiltà, partendo dall’idea che la corruzione dei costumi sia la causa principale della loro caduta, come avvenne per l’Impero Romano. La modernità, caratterizzata da un’eccessiva dipendenza dalla tecnologia e dalla perdita di riti iniziatici, ha generato una società debole e priva di veri punti di riferimento. La politica ha perso il suo ruolo decisionale a favore dell’economia, che a sua volta è dominata dalla tecnica, la quale non si cura della felicità umana ma solo dello sviluppo. La società moderna ha trasformato le persone in meri ingranaggi di apparati burocratici.
Purtroppo il computer non mi carica il video e il forum continua ad essere molto lento e prolisso; vi lascio il link
https://www.youtube.com/watch?v=giPheSJjg48
Indicami per favore in quale società, moderna o del passato ci si sia mai curati della felicità umana grazie.
Crisi e decadenza delle civiltà....l'impero romano è crollato ma mi sembra che il mondo è andato avanti lo stesso, anzi guarda l'evoluzione dove ha portato, da una crisi possono nascere delle opportunità di cambiamento e quante società del passato decadute hanno lasciato il posto alla nascita ed evoluzione di nuove società?
Ilmondo forse si è fermato solo perché i dinosauri si sono estinti?:D
Non è ciclico?
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Breakthru
Dunque quelle di Paolo di Tarso sono?
Forse serve un po' di chiarezza: meglio usare fonti attendibili.
"Siamo, dunque, arrivati al Capitolo 5, capitolo nel quale Paolo ci insegna la volontà di Dio per quanto riguarda i nostri ruoli in famiglia. Negli ultimi sermoni, abbiamo considerato l'insegnamento che riguarda il ruolo della moglie. Abbiamo visto che la moglie è chiamata ad essere sottomessa a suo marito, come a Cristo.
In realtà, essere veramente sottomessa al marito è, per la moglie, un atto di fede in Cristo e di sottomissione a Cristo. Una moglie che veramente ha fede in Cristo vivrà secondo il ruolo che Cristo le ha stabilito, sapendo che è il ruolo perfetto per lei.
Similmente, per un marito, fidarsi di Cristo e sottomettersi a Lui, significa vivere come Dio comanda ai mariti in questo capitolo. Solo così il matrimonio sarà benedetto.
Leggo Efesini 5:22-33. Oggi, vogliamo iniziare a studiare la parte di questo brano che riguarda il ruolo del marito. Seguitemi mentre leggo, iniziando da Efesini 5:22:
“22 Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti come al Signore, 23 poiché il marito è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa, ed egli stesso è Salvatore del corpo. 24 Perciò come la chiesa è sottomessa a Cristo, così le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti in ogni cosa. 25 Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, 26 per santificarla, avendola purificata col lavacro dell’acqua per mezzo della parola, 27 per farla comparire davanti a sé una chiesa gloriosa, senza macchia o ruga o alcunché di simile, ma perché sia santa ed irreprensibile. 28 Così i mariti devono amare le loro mogli, come i loro propri corpi; chi ama la propria moglie ama se stesso. 29 Nessuno infatti ebbe mai in odio la sua carne, ma la nutre e la cura teneramente, come anche il Signore fa con la chiesa, 30 poiché noi siamo membra del suo corpo, della sua carne e delle sue ossa. 31 “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne.” 32 Questo mistero è grande; or lo dico in riferimento a Cristo e alla chiesa. 33 Ma, ciascuno di voi individualmente così ami la propria moglie, come se stesso; e similmente la moglie rispetti il marito.” (Efesini 5:22-33 LND)
Il comandamento
Abbiamo visto che, per la moglie, l'insegnamento principale è che deve sottomettersi a suo marito.
Notate che, per il marito, il comandamento principale è che deve amare sua moglie. Il marito ha tante responsabilità nei confronti di sua moglie, ma possiamo riassumerle tutte con il comandamento di amarla. Questa è la responsabilità più grande del marito! Il marito deve amare sua moglie.
Se ricordate, in Greco ci sono tre parole che vengono tradotte con “amore” in Italiano. La parola usata in questo brano è “agapao”, che è la parola che esprime la forma più grande e potente dell'amore. Questo è, infatti, il termine designato per descrivere l'amore che Dio ha per noi. È un amore profondo, un amore che va molto oltre l'essere un mero sentimento ed infatti descrive un immenso impegno per il bene dell'altro. Questo amore è un amore che non si fonda su alcun merito insito in chi lo riceve e, quindi, non viene meno se il comportamento dell'altro è mancante.
L'agape è una tipologia d'amore che non si adopera per se stesso, ma piuttosto si impegna per il vero e più profondo bene dell'altro.
Come Paolo fa spesso in questa epistola, prima di tutto, egli dà un comandamento e poi ci spiega più a fondo quel comandamento stesso. Ed anche qui avviene così : prima comanda ai mariti di amare le loro mogli e poi, nel resto del brano, spiega questo amore, descrivendo i suoi vari aspetti. Quindi, tenete a mente che il resto del brano è una descrizione dell'amore che un marito deve avere per sua moglie.
Questo comandamento di amare la propria moglie viene spiegato con due grande paragoni. Prima di tutto, nei versetti 25-27, troviamo il paragone con l'amore di Cristo per la Chiesa. Poi, nei versetti 28-30, vediamo il paragone con l'amore per il proprio corpo, cioè con l'amore per se stesso. Infine, nei vv. 31-33, Paolo conclude il suo discorso.
Iniziamo ad analizzare i versetti 25-27 e consideriamo come il marito dovrebbe amare la propria moglie nello stesso modo in cui Cristo ama la Chiesa. In questo sermone vedremo solo questo aspetto della questione e prego che ogni marito possa riflettere molto sull'amore che deve avere per la proprio moglie. Prego che saremo tutti pronti a crescere e a cambiare per avere sempre più di questo amore.
Prego che ogni uomo non sposato valuterà se sta crescendo, in modo da poter amare un'eventuale moglie in questo modo. E prego che possiamo vedere sempre di più l'amore di Cristo per noi.
Amore come quello di Cristo verso la Chiesa
Consideriamo più a fondo l'amore con il quale il marito deve amare sua moglie. Il brano ci spiega con parole semplici che il marito deve amare sua moglie come Gesù Cristo ama la Chiesa. Leggo ancora il v.25:
25 Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, (Efesini 6:25 LND)
Il marito deve amare sua moglie come Gesù Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei!
Pertanto, per caratterizzare e quantificare l'amore che il marito deve avere, il metro che Dio usa è l'amore di Gesù Cristo stesso!
Prima ancora di considerare l'amore di Gesù Cristo per la Chiesa, possiamo già dire, senza ombra di dubbio, che quello qui raffigurato è un metro di paragone altissimo. Ed è, quindi, un metro che nessun uomo potrebbe mai raggiungere con le proprie forze.
Eppure, non dobbiamo vedere questo come un comandamento gravoso, perché nessun comandamento di Dio è gravoso. Piuttosto, dobbiamo ricordare che la potenza di Dio è all'opera in noi e, perciò, grazie a Dio, è possibile ubbidire a questo comandamento! Se tu sei un vero credente, puoi veramente amare tua moglie così, per mezzo della potenza di Dio all'opera in te.
L'ubbidienza a questo comandamento porterà del buon frutto nei nostri matrimoni e nelle nostre vite e porterà gloria a Dio. Perciò, impegniamoci a capire bene il modo in cui Cristo ama la Chiesa, affinché possiamo amare in ugual maniera le nostre mogli.
Quindi, consideriamo com'è l'amore di Cristo per la Chiesa poiché esso è, per noi, l'esempio da imitare.
Cristo ha dato se stesso
Dobbiamo, dunque, comprendere com'era e com'è tuttora l'amore di Gesù Cristo per la Chiesa, per Colei, cioè, che la Bibbia chiama la Sua Sposa. Il versetto 25 ci aiuta a capire quanto profondo sia questo amore. Leggo ancora il v. 25:
25 Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, (Efesini 6:25 LND)
Il versetto dichiara, quindi, che Cristo ha amato la Chiesa e ha dato Se stesso per lei. L'amore di Cristo per la Chiesa è un amore totale, così immenso che Lo ha spinto a dare Se stesso per Lei. Più che un sentimento, quello di Cristo si è manifestato come un impegno totale per il bene della Chiesa.
In altre parole, l'amore di Cristo è un amore di sacrificio. È un amore in cui si dà tutto per il vero bene dell'altro, senza tener conto del costo. Non è principalmente un sentimento. Certo, un amore così crea un forte sentimento, però, nella sua essenza più profonda, non è un sentimento, ma è un profondo desiderio di adoperarsi per il vero bene di qualcuno che, di conseguenza, crea un impegno conforme per realizzare quel bene.
Di natura, noi non amiamo così. Di solito, quando diciamo di amare qualcuno, abbiamo un sentimento per quella persona, perché ci fa star bene. Magari ci impegniamo fino ad un certo punto per il bene di quella persona, però, effettivamente, stiamo cercando di stare bene noi. Spesso facciamo quello che ci crea meno problemi, anziché quello che porta un maggiore e vero bene alla persona amata. È per questo che i genitori viziano i loro figli ed è per questo che non parliamo con altri dei loro peccati, perché vogliamo evitare situazioni difficili per noi.
Di natura, cerchiamo quello che porta al nostro bene e quello che ci fa evitare problemi. Questo non è il vero amore.
L'amore di Cristo per la Chiesa non era così e non è così. Cristo non pensa e non pensava a Sé. Quando diede Se stesso, Cristo non tenne conto del costo del Suo amore. Cristo si impegna totalmente per il vero bene della Chiesa e questo lo si può vedere, sia prima della croce, che poi, quando è andato alla croce per salvare dei peccatori e, come se non bastasse, anche tuttora che è in cielo alla destra del Padre, intercedendo per la Chiesa.
Vorrei sottolineare il fatto che, quando parliamo della Chiesa, intendiamo tutti i veri salvati in tutta la storia. La Chiesa non è un'istituzione umana, ma è l'insieme dei veri credenti. Quindi, se tu sei un vero credente, allora l'amore di Cristo per la Chiesa è anche una amore per te.
Vari brani ci aiutano a capire che Cristo ha dato Se stesso per gli altri durante tutto il tempo del Suo ministero terreno. Per esempio, in Matteo 8 Gesù dichiara:
“E Gesù gli disse: "le volpi hanno delle tane, e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il figlio dell’uomo non ha neppure dove posare il capo".” (Matteo 8:20 LND)
In Matteo 20, Gesù dice di Se stesso:
“poiché anche il figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti".” (Matteo 20:28 LND)
Nonostante il fatto che Gesù Cristo è il Signore e merita di essere servito da tutti, il Suo amore Lo ha spinto a venire al mondo per servire gli altri. L'amore di Cristo per la Chiesa è così grande che Egli si è sempre dato per il bene della Chiesa.
O fratelli, voi che siete mariti e voi che un domani diventerete mariti, alla luce di quanto stiamo vedendo, tenete viva nella vostra mente l'idea che questo è il modello che Dio ci dà da imitare!
L'Eterno ci chiama a dare noi stessi, a sacrificarci per il vero bene delle nostre mogli. Questo modo di amare è radicale, non è naturale e non è possibile amare così con la sola nostra forza umana. Però, come gli altri comandamenti, è possibile vivere così, per chi è un figlio di Dio, per mezzo della potenza di Dio stesso che opera in noi. Ubbidire a Dio per fede porta grandi benedizioni!
Lo SCOPO dell'amore di Cristo per la Chiesa
L'amore di Cristo per la Chiesa Lo ha spinto a sacrificarSi per Lei, a darSi completamente per Lei. Mariti, noi dobbiamo amare le nostre mogli così! Però, per poterlo fare, è fondamentale capire lo scopo dell'amore di Cristo per la Chiesa. Cosa voleva compiere Gesù sacrificandoSi per Essa?
Ricordate che il vero amore ha sempre uno scopo chiaro. L'amore vero è quello che promuove il bene dell'altro ed il vero amore ha sempre ben in mente qual è quel bene. Il vero amore sa qual è lo scopo per cui si impegna.
Qual era, e qual è, lo scopo dell'amore di Cristo per la Chiesa? Troviamo la risposta nei versetti 26-27. Leggo dal v.25 per avere chiaro il contesto del discorso:
“25 Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, 26 per santificarla, avendola purificata col lavacro dell’acqua per mezzo della parola, 27 per farla comparire davanti a sé una chiesa gloriosa, senza macchia o ruga o alcunché di simile, ma perché sia santa ed irreprensibile.”(Efesini 6:25-27 LND)
Lo scopo di Cristo per la Chiesa non era quello di provvedere per i credenti una vita comoda e facile sulla terra. Piuttosto, lo scopo di Cristo per la Chiesa era, e rimane tuttora, qualcosa di molto più grande. È uno scopo eterno, immenso e meraviglioso. Cristo vuole dare alla Chiesa il più grande dono possibile e vuole per Lei il più grande bene.
Lo scopo di Cristo è di santificare la Chiesa per poi farla comparire davanti a Sé, ovvero, in cielo, gloriosa, senza macchia e ruga, ma piuttosto santa e irreprensibile. Questo è uno scopo immenso, uno scopo che porterà vero bene alla Chiesa, ovvero ai credenti, per tutta l'eternità.
Cristo non può presentare la Chiesa davanti a Sé in cielo se la Chiesa non è santa. Dio è santissimo e non può permetterci di entrare nella Sua presenza se siamo ancora con i nostri peccati.
I vv. 26 e 27 ci spiegano che, per poter rendere la Chiesa idonea a stare nella presenza di Dio per tutta l'eternità, Cristo deve santificarLa, per mezzo della Parola, per renderLa gloriosa, senza macchia o ruga o alcunché di simile, ma piuttosto santa ed irreprensibile.
Troviamo questa verità anche in altri brani. Per esempio, in Efesini 1:3,4, leggiamo che Dio ci ha eletti per lo scopo che fossimo santi ed irreprensibili davanti a Lui, nell'amore. Vi leggo quel brano:
“3 Benedetto sia Dio, padre del Signor nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo, 4 allorché in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell’amore,” (Efesini 1:3-4 LND)
E allora, dal nostro brano in Efesini 5, ed anche da questo brano in Efesini 1, comprendiamo che l'amore di Cristo per la Chiesa ha lo scopo di produrre il più grande bene possibile per i credenti, quello di prepararli ad essere in grado di poter passare l'eternità in cielo, coperti con l'amore di Dio.
L'amore di Cristo per la Chiesa ha come scopo quello di portare la Chiesa con Sé, in cielo, per tutta l'eternità, come sposa, affinché la Chiesa possa gioire nella Sua presenza, glorificarLo per tutta l'eternità e godere del Suo amore per Lei. Però, affinché questo sia possibile, Gesù Cristo deve purificarLa e santificarLa. Per amore, Cristo si impegna a fare questo.
Per santificare la Chiesa, Cristo deve santificare ogni credente individualmente, perché la Chiesa è l'insieme dei credenti. Cristo santifica con il lavacro dell'acqua per mezzo della Parola.
Quest'opera di santificazione è il cuore dell'amore di Cristo per la Chiesa. L'amore di Cristo Lo spinge ad impegnarSi per santificare i credenti, affinché possiamo stare nella Sua presenza per sempre, santi ed immacolati.
Quindi, l'amore di Cristo non si soddisfa con nulla di meno che darci la benedizione più grande, quella di prepararci per l'eternità in cielo con Lui.
Se noi pensiamo alle richieste che facciamo nelle nostre preghiere, quanto spesso noi cerchiamo benedizioni che sono molto piccole in confronto alla benedizione più grande. Grazie a Dio che Cristo ci ama così tanto da impegnarSi per il bene più grande per noi!
Lo scopo dell'amore di un marito
Allora, avendo compreso meglio lo scopo dell'amore di Cristo per la Chiesa, possiamo adesso capire meglio come un marito deve amare la propria moglie.
Il vero amore di un marito verso sua moglie è un suo profondo impegno, un impegno che lo spinge a dare se stesso, anche al punto di sacrificarsi per lei, con uno scopo ben chiaro, quello di aiutare sua moglie a conoscere sempre di più Cristo e poi di crescere in santità.
Questo è il vero amore che Dio comanda ad ogni marito di avere per la proprio moglie.
Infatti, un marito che veramente ama sua moglie si impegnerà per aiutarla ad arrivare alla salvezza e poi a crescere sempre di più in santità e ad essere sempre più conformata all'immagine di Cristo.
Questo, nonostante il fatto che siamo deboli
Mariti, avere la responsibilità di aiutare vostra moglie a crescere in santità non vuol dire necessariamente che voi siete avanti a loro nel vostro cammino verso il cielo!
Anzi, spesso accade che noi mariti non siamo avanti rispetto alle nostre mogli. E, in ogni caso e a prescindere da ciò, anche tutti noi abbiamo molto in cui crescere. Nonostante, però, il fatto che noi stessi siamo deboli, nonostante che noi stessi abbiamo molto bisogno di crescere, nonostante che manchiamo, nonostante che, spesso, le nostre mogli possono assomigliare a Cristo più di noi, Gesù Cristo ci chiama, come mariti, ad impegnarci nella santificazione delle nostre mogli!
Questo è il vero amore che un marito deve avere per sua moglie! Qualunque altro amore è un amore mancante e non rispecchia il piano di Dio per noi mariti.
Prego che ogni marito possa capire meglio l'immensità della sua chiamata, ma anche il privilegio di impegnarsi in qualcosa che porterà frutto per tutta l'eternità! Dio vuole che amiamo le nostre mogli al punto da impegnarci con grande zelo e costanza per il loro bene eterno.
Chiaramente, questo tipo di amore non può coesistere con il nostro egoismo. Questo tipo di amore non può coesistere con il nostro orgoglio. Questo tipo di amore non può coesistere con una mente tutta presa alle cose della terra.
Voglio ripetere quest'ultimo punto. Se riempiamo i nostri pensieri con le cose di questa terra, non possiamo veramente amare le nostre mogli. Perciò, l'esortazione che leggiamo in Colossesi 3:1-3 è assolutamente necessaria per poter amare le nostre mogli come Cristo ama la Chiesa. Leggo questo brano:
“1 Se dunque siete risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio. 2 Abbiate in mente le cose di lassù, non quelle che sono sulla terra,” (Colossesi 3:1-2 LND)
Mariti, l'unico modo di poter amare la propria moglie come Cristo ama la Chiesa è se fissiamo i nostri pensieri ed i nostri cuori sulle cose di lassù, sulle cose di Dio, anziché sulle cose del mondo.
Mariti, per poter amare la nostra propria moglie così, dobbiamo anche confessare i nostri peccati. Solamente se confessiamo il nostro orgoglio, il nostro egoismo ed ogni altro peccato, giorno dopo giorno, possiamo veramente amare le nostre mogli come Cristo ama la Chiesa!
Solo così possiamo essere strumenti nelle mani del nostro Dio per portare del vero bene nella vita delle nostre mogli.
Beato quell'uomo che riconosce la chiamata di amare la propria moglie come Gesù Cristo ama la Chiesa e, perciò, vive guardando a Gesù Cristo, vive confessando i propri peccati e non vive più per se stesso.
Beato quell'uomo che, per amore della moglie, si dedica ad aiutare la moglie a crescere in Cristo, impegnandosi a crescere anche lui!
Se tuo vuoi gioia
Prima che vada avanti, vorrei prendere qualche momento per menzionare un falso ragionamento che facilmente entra nella mente di un marito che ascolta questo insegnamento. Nella nostra carne, potremmo pensare che, l'impegnarsi così tanto per il bene delle nostre mogli, sacrificandoci per loro in questo modo, dando noi stessi per produrre questo bene in loro, ci porterebbe ad avere una vita arida, una vita di sacrifici senza gioia. Nella carne, un marito potrebbe immaginare che, l'amare la moglie così tanto da darsi a lei in questo modo, lo porterebbe a sacrificare delle cose importanti e, così, avere meno per sé.
Si potrebbe, in parole povere, pensare che amare la moglie così sia un giogo pesante, un giogo che, per come si presenta, fa rinunciare, di conseguenza, ad una vita bella e gioiosa.
Sappiate che tale ragionamento è totalmente falso! Infatti, basta guardare alla vita di Gesù Cristo e vediamo che Egli aveva la più grande gioia che si possa provare. Infatti, a tal proposito, in Giovanni 15:11 Egli prega che noi possiamo avere la Sua gioia, affinché la nostra gioia sia completa:
“vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa.” (Giovanni 15:11 LND)
Gesù ci insegna come vivere affinché la Sua gioia dimori in noi e, così, la nostra gioia possa essere veramente piena. Il fatto che Gesù Cristo ha dato Se stesso per la Chiesa, il fatto che Gesù si è sacrificato totalmente per amore della Chiesa, non Lo portava a mancare di avere gioia. Al contrario, l'amore di Cristo per la Chiesa, ovvero per noi, che è un amore dedito al sacrificio, Lo portò ad avere una gioia completa.
È Gesù stesso che ci insegna come vivere in modo che anche noi possiamo avere una gioia completa. Quindi, a ciascun marito dico: “Se a te sembra che amare tua moglie come Cristo ama la Chiesa ti porterà a perdere o a dover rinunciare alle cose più buone della vita, sappi che il tuo ragionamento è falso! Sappi che la realtà delle cose è esattamente quella contraria. Sappi che solamente imitando Cristo, cioè, sacrificandoti per amare veramente tua moglie, puoi avere la gioia completa di Gesù Cristo”.
Nella preghiera di Gesù al Padre, preghiera che Egli innalzò poco prima della croce e che troviamo in Giovanni 17, vediamo che Gesù vuole che abbiamo la Sua gioia. Questa preghiera era per i credenti di allora ed è valida anche per noi. Notate quello che Gesù prega per noi:
“ma ora io vengo a te e dico queste cose nel mondo, affinché la mia gioia giunga a compimento in loro.” (Giovanni 17:13 LND)
Gesù prega che la Sua gioia possa giungere a compimento in noi che siamo credenti. Gesù prega che possiamo avere la Sua gioia, che è una gioia completa. L'unico modo di avere questa gioia è di dimorare in Cristo, camminando in ubbidienza ai Suoi comandamenti per fede. Perciò, voi che siete mariti, sappiate che amare la propria moglie come Cristo ama la Chiesa, sacrificandosi per Lei, non vi ostacola dall'avere la vera gioia, piuttosto, è la via che porta ad avere la vera gioia.
Perciò, riassumendo questo primo punto, vediamo che un marito deve amare sua moglie come Cristo ama la Chiesa, il che vuol dire che ogni marito deve porsi come preciso impegno quello d'aiutare la propria moglie a crescere nella santità.
Applichiamo quanto detto
Quindi, la domanda: “Qual è la più grande responsabilità del marito nei confronti della moglie?”, ha come risposta la seguente affermazione: “La più grande responsabilità di un marito verso sua moglie consiste nell'amarLa come Cristo ama la Chiesa, il che vuol dire che ogni marito deve aiutare la propria moglie a crescere in santità”.
A livello pratico, questo cambia il come viviamo giorno per giorno.
Cambia la vita, perché il primo passo fondamentale, che è necessario per aiutare la moglie a crescere in santità, è, per il marito, di crescere egli stesso in santità nella propria vita.
Pertanto, ogni giorno, noi mariti dobbiamo, per primi, guardare a Cristo, riconoscere i nostri peccati ed essere pronti ad ascoltare esortazioni ed ammonimenti. Dobbiamo, noi per primi, essere un esempio di quello che le nostre mogli dovrebbero essere.
Il più grande amore che un marito può avere per sua moglie consiste nell'impegnarsi in prima persona a crescere nella santità. Solo così un marito può veramente aiutare sua moglie a crescere in santità, che è poi il vero amore che può nutrire per lei.
Mariti, impegnatevi in quello che è più importante e più duraturo! Non lasciatevi prendere dagli impegni quotidiani. Certamente il lavoro è importante, certamente bisogna curare la casa, il giardino, l'orto e la macchina. Certamente bisogna guadagnare abbastanza per vivere.
Però, tutto questo non è la cosa più importante. La cosa più importante è di amare la propria moglie come Cristo ama la Chiesa, dandosi per il suo vero bene, che è quello di aiutarla a crescere in santità.
Quindi, o uomini, impegniamoci a camminare in umiltà, riconoscendo e confessando i nostri peccati. Impegniamoci ad avvalerci dei mezzi di grazia che il nostro Padre celeste ci dà: non manchiamo di cibarci della Parola. Cresciamo nella preghiera. Non manchiamo nella comunione, non solo nel senso dello stare insieme, ma anche parlando delle cose di Dio assieme. Dedichiamoci a promuovere il Regno di Dio. Utilizziamo i nostri doni spirituali. Soprattutto, guardiamo a Cristo, sempre e in ogni campo della vita.
E, in tutto questo, impegniamoci a far sì che il nostro rapporto con Cristo sia al centro del nostro rapporto con nostra moglie. Parlate spesso con vostra moglie delle cose di Dio. Pregate insieme. Servite Dio insieme. Così, conoscerete le vere benedizioni di Dio in casa vostra.
Sarebbe importante menzionare un fatto: Il marito deve aiutare la moglie a crescere in santità, perché crescere in santità è la cosa più importante nella vita. E, quindi, ognuno di noi dovrebbe impegnarsi a crescere in santità nella propria vita e dovremmo aiutarci gli uni gli altri in questo.
Inoltre, vorrei dire a chi non ha Cristo che tutto quello in cui stai fondando i tuoi sogni di questa terra ti sarà tolto. Davanti a noi c'è il Giudizio. Se non hai Gesù Cristo come Signore e Salvatore, hai davanti a te il tormento eterno nel lago di fuoco. Solo Gesù può salvarti. Quindi, se non hai Cristo, ti esorto: “Corri a Dio per mezzo di Gesù Cristo. Ravvediti e credi in Gesù Cristo come Signore e Salvatore!”.
Dio volendo, la prossima volta vogliamo considerare alcuni modi pratici che il marito può utilizzare per promuovere la santificazione della moglie e di se stesso. Per ora, prego che ogni marito possa avere ben in mente qual è il vero amore che può e deve coltivare per sua moglie!
Grazie a Dio che Gesù Cristo ci ama ed ha questo scopo per noi, Sua Sposa! Imitiamo Cristo, in attesa di arrivare in cielo con Lui!"
Fonte: https://www.aiutobiblico.org/sermoni...rte-1.16b.html
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Approfondimento sul ruolo della moglie:
"Oggi, voglio considerare insieme a voi, alla luce degli insegnamenti biblici, come una moglie dovrebbe comportarsi. Attenzione, anche voi uomini dovete ascoltare attentamente e anche voi ragazze che non siete ancora sposate. Questo sarà un insegnamento utile a noi tutti. Quindi, chiedo a tutti voi di prestare molta attenzione a tutto ciò che vedremo oggi dalla Parola di Dio.
Quale atteggiamento e comportamento dovrebbe avere una moglie nei confronti di suo marito? Come dovrebbe vivere e come dovrebbe impegnarsi?
Ricordiamo che la donna fu creata specificatamente per essere un aiuto adatto all’uomo. Ascoltiamo le parole di Dio in Genesi 2.
“Poi Dio il SIGNORE disse: «Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui».” (Gen 2:18)
Nella Nuova Riveduta leggiamo: “io gli farò un aiuto conveniente a lui”
La donna è stata creata da Dio per essere un aiuto conveniente all’uomo. Quindi, questo è lo scopo principale che Dio ha stabilito per la donna. Perciò, nel piano di Dio, una moglie dovrebbe dedicarsi a promuovere il bene del marito. Questo impegno dovrebbe riempire la sua vita.
Visto che solitamente il marito lavora fuori casa, la moglie ha, durante il giorno, molto tempo da dover gestire per conto suo. Lei può usare il suo tempo in modo da promuovere il bene del marito, oppure, può impegnarsi in cose che non portano alcun bene al marito, anche se in sé non sono cose sbagliate.
Visto che una moglie ha molto tempo da dover gestire per conto suo, come dovrebbe comportarsi? Quale dovrebbe essere il suo ruolo e il suo impegno?
Dio non lascia a noi la facoltà di decidere. Infatti nella Bibbia, Dio ci descrive una moglie degna di essere lodata da suo marito, affinchè possa essere di esempio a noi. Questa moglie, che viene descritta in Proverbi 31, è una moglie che si dedica interamente a curare il marito e la famiglia. Si impegna con costanza, con saggezza e con diligenza, non per se stessa, ma per il bene di suo marito. Mentre egli è fuori con i suoi lavori, lei organizza tutto e si impegna totalmente per il bene del marito.
Vi leggo qualche versetto di questo brano, affinché possiamo capire alcune delle qualità di una moglie virtuosa, ovvero, di una moglie che si comporta come vuole Dio.
“10 Una donna virtuosa chi la troverà? Il suo pregio sorpassa di molto quello delle perle. 11 Il cuore di suo marito confida in lei, ed egli non mancherà mai di provviste. 12 Lei gli fa del bene, e non del male, tutti i giorni della sua vita.” (Prov 31:10-12 NRV)
Il marito di una moglie così non mancherà mai di provviste, perché sua moglie gli fa del bene tutti i giorni della sua vita. Lei si impegna con costanza, sempre, tutti i giorni, non qualche giorno sì e qualche giorno no.
Leggo due altri versetti.
“Si alza quando ancora è notte, distribuisce il cibo alla famiglia e il compito alle sue serve.” (Prov 31:15 NRV)
“Sente che il suo lavoro rende bene; la sua lucerna non si spegne la notte.” (Prov 31:18 NRV)
Questa moglie si alza mentre è ancora notte, e lavora fino a tardissimo. In altre parole, il suo impegno per il marito non è solo grande, ma è anche costante, perchè si impegna in ogni ora della giornata e in tutti i giorni della sua vita. Quindi lei non divide la sua giornata in modo da avere una parte dedicata a promuovere il bene del marito, e un’altra parte dedicata a se stessa. Invece si impegna costantemente e totalmente, giorno e notte, tutti i giorni, a curare suo marito.
Amici, tristemente ci sono poche donne oggi che hanno questo tipo di impegno, ci sono veramente poche donne che hanno questo concetto biblico del loro ruolo.
Invece oggi tante donneanziché perseverare a pensare unicamente al bene dei loro mariti, pensano a tante altre cose. Magari, fanno il necessario per curare la casa e i propri mariti, avendo però tanti traguardi e interessi personali che non promuovono il bene dei propri coniugi.
Questo modo di vivere non segue l’insegnamento biblico. La donna fu creata specificatamente per essere un aiuto adatto all’uomo.
Vi leggo un altro versetto di Proverbi 31, che descrive una stupenda conseguenza che accadrà quando una moglie si comporta come la donna descritta in Proverbi 31.
“Suo marito è rispettato alle porte della città, quando si siede tra gli anziani del paese.” (Prov 31:23 NRV)
Quando una moglie si impegna come Dio intende, cioè quando aiuta il marito a far il suo meglio in ogni cosa e ad essere rispettato, quella moglie aumenterà la reputazione di suo marito, in modo che possa onorare Dio.
Una moglie dovrebbe vivere in modo tale che suo marito venga rispettato dagli altri. La moglie dovrebbe dedicarsi ad essere un aiuto convenevole, dovrebbe non cercare la propria gloria, né il proprio bene, ma anzi, il suo desiderio dovrebbe essere quello che il marito stia bene e sia rispettato.
il marito lontano
Ho menzionato prima che solitamente, il marito lavora fuori casa, e perciò, la moglie deve autogestirsi durante il giorno. Quindi, il modo che una donna passa la giornata dipende molto da lei.
Se un marito, avendo un lavoro che gli permette di poter tornare a casa ogni sera, sa essere un buon marito, è consapevole dell’importanza di essere riconoscente alla moglie, di incoraggiarla, e di curarla teneramente. Se un marito si comporta così nei riguardi della propria moglie, sarà molto più facile per lei rimanere costante nel suo ruolo.
A volte però può capitare che il marito non possa tornare a casa ogni sera. Può capitare che, per qualche motivo, questo marito resti lontano da casa per molto tempo, e poi un bel giorno torni a casa senza aver potuto avvisare la moglie. Queste situazioni succedevano soprattutto nei secoli passati, quando non esisteva il telefono.
Se si vuole veramente conoscere il cuore di una moglie, osservate come lei vive quando suo marito è via per tanto tempo. Lei manterrà il suo impegno di promuovere il bene di suo marito? Lei continuerà ad amarlo, senza lasciare spazio nel suo cuore per nessun altro? Si lascerà distrarre da tante cose, oppure, resterà costante negli impegni che suo marito le ha incaricato di compiere? Si impegnerà di tutto cuore a fare non solo il necessario, ma a portare avanti il più possibile tutto quello che può essere utile al marito?
Beata la moglie che rimane costantemente impegnata a promuovere il bene del marito, anche quando egli è via per tanto tempo. Provate a immaginare che grande gioia ci sarà in quella famiglia, quando il marito ritorna senza preavviso!! Il marito, vedendo l’impegno della moglie, vedendo tutto quello che avrà fatto, vedendo i buoni frutti della sua costanza e del suo impegno, avrà grande gioia, e questa gioia diventerà anche la gioia della moglie.
Che tristezza avrà quel marito se, tornando a casa senza preavviso, invece di trovare i buoni frutti prodotti dall’impegno della moglie, trova tutto un disastro! Trova la casa in disordine e messa male. Trova i figli che non hanno ricevuto buona disciplina e buona educazione. Trova la moglie impegnata in tante cose che le piacciono e che però non promuovono il bene del marito e della famiglia, magari la trova intenta a pensare e procurarsi dei bei vestiti, per seguire la moda, oppure a svagarsi con vari hobby che la fanno divertire.
Come si sentirebbe quel marito che, entrando in casa per la prima volta dopo molto tempo, anziché trovare una moglie come la donna di Proverbi 31, la trova immatura, impulsiva, incostante, e molto attaccata alle cose del mondo, anziché alle cose di famiglia? Peggio ancora, come sarebbe se lui dovesse trovarla vestita con bei vestiti, passeggiando in città, sperando di attirare lo sguardo degli uomini delle città? Quanta gioia ci sarà in quella casa, quando il marito ritorna dopo la sua lunga assenza, e trova sua moglie tutta impegnata a fare tante cose che non promuovono il bene del marito e della famiglia?
Oh che ogni moglie possa essere una moglie come la donna di Proverbi 31!
Siamo noi la moglie
All’inizio di questo sermone, ho menzionato che nonostante questo sermone riguardi il comportamento della moglie, serve a tutti noi.
Perché serve a tutti noi? A cosa può servire un insegnamento sul comportamento della moglie, per chi non è moglie? Effettivamente non potrà essere molto utile per chi non è una moglie.
Però, attenzione!! Chi di noi è una moglie? Chi di noi è una sposa?
Chiunque è un vero figlio di Dio, fa parte della Chiesa e quindi fa parte della Sposa di Cristo. La Chiesa è la sposa, ovvero, la moglie di Cristo. Noi facciamo parte della Chiesa. Quindi, tutto quello che la Bibbia insegna riguardo all’impegno e al comportamento che una buona moglie deve avere verso suo marito, dovrebbe rispecchiare il nostro comportamento nei confronti di Cristo Gesù, il nostro Sposo.
Amici, NOI siamo la moglie. I princìpi che abbiamo considerato finora su come una moglie dovrebbe comportarsi si applicano a NOI, come Sposa di Cristo.
Infatti, Proverbi 31 parla della moglie, ma ricordiamo che quella moglie è anche un TIPO della Chiesa, la sposa di Cristo. Perciò, Proverbi 31 ci insegna come dovremmo vivere NOI, che siamo la sposa di Cristo.
Allora, dobbiamo esaminarci. Il nostro Sposo è via, in una guerra. Egli ci ha mandato a dire che ritornerà per noi, senza però dirci precisamente quando. Come dovremmo impegnarci mentre aspettiamo il Suo ritorno?
La Bibbia parla molto di questo argomento. Ci spiega ripetutamente come dovremmo vivere, mentre aspettiamo Cristo Gesù, il nostro Sposo. Voglio leggere alcuni brani che parlano di questo, e poi considerare che tipo di moglie siamo per Cristo.
l’esempio dei Tessalonicesi
Prima di tutto, vi leggo un brano che ci dà un buon esempio da seguire, quello in cui l’Apostolo Paolo parla dei credenti di Tessalonica. Egli scrive a loro in 1Tessalonicesi 1.
“9 perché essi stessi raccontano quale sia stata la nostra venuta fra voi, e come vi siete convertiti dagl’idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero, 10 e per aspettare dai cieli il Figlio suo che egli ha risuscitato dai morti; cioè, Gesù che ci libera dall’ira imminente.” (1Tess 1:9-10 NRV)
Prima della loro salvezza, queste persone servivano idoli, ma ora, servono Dio. La vera vita cristiana è una vita dedicata a servire Dio.
Questi credenti vivevano nei confronti di Cristo proprio come la moglie di Proverbi 31 viveva nei confronti di suo marito. Servivano Dio, quindi, servivano Gesù Cristo, lo Sposo, in altre parole, si dedicavano all’opera di Dio, come la moglie di Proverbi 31 si dedicava a procurare del bene a suo marito.
Inoltre il brano dichiara che i Tessalonicesi stavano aspettando Cristo. Considereremo più avanti questa parola “aspettare” Per ora, ci basta sapere che la parola indica un’attesa attiva.
Avvertimento, ricordo 2Pietro 3
Passiamo ora ad un altro brano, che ci insegna il modo in cui noi, che siamo la sposa di Cristo, dovremmo vivere, finché Gesù non ritorna per noi. Volta dopo volta, Dio ci insegna a non vivere per le cose di questo mondo, ma piuttosto ci insegna ad impegnarci totalmente per ciò che è eterno, per la gloria del nostro Sposo, Gesù Cristo.
Il brano che vi leggo, in 2Pietro 3:11-14, ci ricorda che tutto quello che è intorno a noi sarà distrutto quando Gesù Cristo ritornerà per giudicare il mondo. Quindi, dobbiamo vivere in modo da essere trovati da Cristo immacolati ed irreprensibili.
“11 Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà, 12 mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio, in cui i cieli infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno! 13 Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia. 14 Perciò, carissimi, aspettando queste cose, fate in modo di essere trovati da lui immacolati e irreprensibili nella pace;” (2Piet 3:11-14 NRV)
Dio chiama ogni vero credente a non amare le cose del mondo e a camminare in questo mondo in viva attesa del ritorno di Cristo. Dobbiamo attendere ed affrettare la venuta di Cristo. Questo vuol dire vivere pensando attivamente al Suo ritorno, e quindi vivendo in modo tale da non doverci vergognareAnzi dovremmo vivere desiderando di affrettare il ritorno di Gesù, impegnandoci con tutto il nostro cuore per la Sua gloria.
Comprendiamo che cosa vuol dire aspettare
La Bibbia dice che dobbiamo aspettare il ritorno di Cristo. Come possiamo fare questo? Che cosa vuol dire?
Per capire meglio quello che la Bibbia intende per aspettare, vi faccio un esempio. Immaginiamo una moglie che vive in un tempo in cui non esisteva il telefono. Questa moglie ama tantissimo suo marito. Però, dopo pochi anni di matrimonio, il marito deve partire per un paese lontano come soldato. Non sa quanto tempo sarà via. Dopo molto tempo, egli scrive alla moglie, informandola che la guerra sta per finire e che egli tornerà a casa. Però, non sa precisamente quando succederà. Quindi, dice alla moglie di essere pronta per il suo ritorno.
Per questa moglie l’arrivo di suo marito è la cosa più importante della vita. Quindi ha una grandissima gioia, sapendo che presto suo marito ritornerà.
Osserviamo la vita di questa moglie per capire cosa vuol dire aspettare. Quali sono i pensieri, l’atteggiamento e il cuore di quella moglie, che aspetta con grande desiderio il ritorno di suo marito?
Prima di tutto pensa a suo marito dalla mattina alla sera. Ogni giorno, lei si alza e il suo primo pensiero è: forse verrà oggi! Ogni notte, quando va a letto, prima di addormentarsi, pensa: forse verrà domani!
Durante il giorno, volta dopo volta, guarda fuori dalla finestra, sperando di vederlo arrivareall’orizzonte.
Però, il suo aspettare va molto oltre al solo pensare all’imminente rientro del marito.Infatti lei non va in giro in paese, sperando di essere notata come una bella donna dagli altri uomini, anzilei si veste in modo tale da attirare la minima attenzione possibile. Non vuole essere notata dagli altri. A lei importa essere bella solamente per suo marito.
Lei non riempie la sua vita con hobby ed altre attività divertenti. Invece, quando non sta facendo i lavori di casa, si impegna facendo maglie e cucendo per preparare tanti nuovi vestiti per suo marito. Vuole avere tante cose nuove da dargli quando arriverà.
Spesso, le altre donne del paese la invitano a passare tempo con loro, facendo cose piacevoli, che in sè non sono nulla di male, però sono cose che servono per piacere. Lei rifiuta sempre di andare con loro. La sua risposta, che rispecchia il suo cuore, è che preferisce passare il tempo rendendo la casa ancora più speciale per quando ritornerà suo marito. Inoltre, lei invita queste amiche a venire e passare tempo con lei, cucendo e preparando cose per i loro mariti, visto che anche loro sono partiti per la guerra ed hanno promesso di ritornare presto. Però, solitamente, la maggioranza di quelle mogli preferisce fare cose più piacevoli.
Questa moglie invece non si stanca, perché non solo dice di amare suo marito, ma lo ama veramente. Lei non si stanca di impegnarsi per lui, perché sa che nulla al mondo vale quanto passare il resto della vita nella gioia di stare insieme a lui.
Amici, questo è un esempio di quello che vuol dire veramente aspettare Cristo. Veramente aspettare Cristo cambia totalmente il modo in cui viviamo. Vuol dire che ogni decisione, anche quelle piccole, vengono prese pensando al ritorno di Cristo, con il desiderio di portare gloria al Suo nome, e di essere trovati da Lui immacolati e irreprensibili.
un avvertimento di Gesù
Il concetto di vivere attivamente aspettando il ritorno di Cristo non è un semplice suggerimento. È l’unico modo giusto di vivere per un vero figlio di Dio. In Luca 12, Gesù ci parla dell’importanza di essere sempre pronti per il Suo ritorno, perché non sappiamo quando Gesù ritornerà. Vi leggo da Luca 12.
“35 «I vostri fianchi siano cinti, e le vostre lampade accese; 36 siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando tornerà dalle nozze, per aprirgli appena giungerà e busserà. 37 Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà vigilanti! In verità io vi dico che egli si rimboccherà le vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38 Se giungerà alla seconda o alla terza vigilia e li troverà così, beati loro! 39 Sappiate questo, che se il padrone di casa conoscesse a che ora verrà il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 40 Anche voi siate pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate».” (Luca 12:35-40 )
Gesù ci comanda di essere sempre pronti. In altre parole, di vegliare sempre, di non dimenticare mai il prossimo ritorno di Cristo, nemmeno per un momento.
Vivere così vuol dire ricordare che ogni nostra azione e pensiero e parola possono servire a portare gloria a Dio, oppure possono essere sprecati, o peggio ancora, possono danneggiare il regno di Dio. Quindi, essere pronti vuol dire usare bene ogni momento della propria vita.
Come avere una corona eterna
Perché è così importante vivere così? Per tanti motivi. Certamente perché Dio ce lo comanda. Però, è molto più che un comandamento. Vivere così è l’unica via che porta a godere l’amore di Dio per noi in Cristo Gesù. Inoltre, è l’unico modo di veramente amare Dio. Tornando all’esempio della moglie che aspetta suo marito, se lei non si impegna totalmente per lui, dire che lo ama vuol dire essere ipocrita.
Poi, c’è un altro motivo perché dovremmo vivere così. Abbiamo già visto che tutto quello che c’è nel mondo sarà distrutto. Quindi, se vogliamo un tesoro eterno, dobbiamo investire in qualcosa di eterno e non in tesori sulla terra. Dobbiamo impegnarci ad avere una corona eterna, che possiamo presentare al nostro Sposo, Gesù Cristo.
L’Apostolo Paolo capiva questo. Mentre tante persone vivevano per una corona corruttibile, che il mondo dà, Paolo si impegnava per una corona incorruttibile, che dura tutta l’eternità.
Paolo viveva aspettando il ritorno d Cristo. Infatti, si impegnava in modo da essere trovato pronto al ritorno di Cristo. Si impegnava totalmente ad investire bene i talenti che aveva ricevuto dal suo Signore.
“7 Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. 8 Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione.” (2Tim 4:7-8 NRV)
Paolo sapeva che gli aspettava una corona alla venuta di Cristo, perché vedeva il frutto del suo impegno.
“19 Qual è infatti la nostra speranza, o la nostra gioia, o la corona di cui siamo fieri? Non siete forse voi, davanti al nostro Signore Gesù quand’egli verrà? 20 Sì, certo, voi siete il nostro vanto e la nostra gioia.” (1Te 2:19-20 NRV)
Qual’ era la gioia di Paolo e dei suoi collaboratori, che cosa era ciò di cui era fiero, nel senso giusto?
La gioia di Paolo e dei suoi collaboratori erano questi credenti. In altre parole, la gioia di Paolo stava nel riconoscere il frutto spirituale che era visibile in questi credenti. Vedere che erano salvati, quando prima erano sotto condanna, vedere questi credenti che aspettavano con gioia Cristo, vederli servire Dio, mentre prima servivano gli idoli, vederli amare Cristo Gesù, mentre prima amavano le cose del mondo, tutte queste cose erano fonte di immensa gioia per Paolo.
Paolo sapeva che, per grazia di Dio, la sua vita aveva toccato la vita di queste persone, con risultati eterni. Egli sapeva che questi credenti erano un prezioso tesoro che lui poteva presentare a Cristo Gesù. Essi erano la sua gioia e la sua corona, di cui era fiero.
Domanda: Qual’ è la nostra gioia? Ci stiamo impegnando totalmente ad avere un tesoro da presentare a Cristo? Il nostro tesoro è veramente qualcosa che vale in cielo? Oppure, siamo facilmente attirati dalle cose del mondo, dall’approvazione degli altri e dai piaceri del mondo?
Se vuoi sapere dov’è il tuo tesoro, basta che valuti onestamente quali sono le cose che riempiono i tuoi pensieri. Basta considerare quali sono i desideri del tuo cuore.
Se vuoi conoscere meglio il tuo cuore, ricordati che fai parte della Sposa di Cristo. Allora, come Sposa, stai veramente aspettando, attivamente, lo Sposo? Ti stai impegnando per essere trovata da Lui immacolata ed irreprensibile? Ti stai impegnando a portarGli più gloria possibile?
Esempi dalla vita
Negli ultimi due anni, il Signore mi ha messo davanti dei chiarissimi esempi dei principi di questo insegnamento. Ho capito più che mai il senso di una moglie che vive in attesa del suo marito. Ho capito molto più a fondo il senso di aspettare Cristo.
Come chiesa, abbiamo visto Dio operare nel provvedere un marito a Traeva. Però, dopo il matrimonio, lei non poteva subito andare a vivere con lui in America. Doveva aspettare il visto. Non aveva alcun idea quando sarebbe arrivato. Sapeva solo che quando finalmente sarebbe arrivato, doveva essere pronta a lasciare tutto e partire quasi subito. Mese dopo mese passava, senza segno della desiderato visto. L’attesa era lunga.
Come viveva Traeva la sua lunga attesa? In che modo aspettava di essere riunita con suo marito?
Andava avanti con la vita, pensando a lui ogni tanto?
Chiaramente, finché viveva qua, doveva pensare ai lavori di tutti i giorni. Doveva cucinare, e pulire, e fare la spesa. Continuava a venire i chiesa, e a vedere le varie famiglie.
Però, nonostante che era lontana da suo marito, la sua vita era concentrato su lui, come era giusto davanti a Dio. Lei accettava inviti, ma sempr organizzandosi in modo di essere sempre libera per il suo tempo con suo marito, tramte le telefonate da Lui. Lei iniziava ogni giorno pensando a lui, pensava a lui durante il giorno, e pensava a lui quando andava a letto.
Lei portava avanti i suoi impegni qua, ma il suo cuore era là, con lui, non solo in qualche momento, ma dalla mattina alla sera, giorno per giorno, mese per mese. Lei era veramente una moglie in attesa di essere riunita con suo marito.
Applicazione per noi
Carissimi, noi che siamo salvati, siamo la Sposa di Cristo. Il nostro Sposo sta per arrivare. Stiamo veramente in attesa? Lo stiamo aspettando? Pensiamo a Lui tutti i giorni?
Che tipo di moglie siamo? Assomigliamo alla moglie di Proverbi 31? Ci dedichiamo interaamente, giorno e notte, a procurare del bene al nostro Sposo? Ci impegniamo di tutto cuore per Lui? Per mezzo del nostro impegno, il nostro Marito, Gesù Cristo, è rispettato e lodato alla porta della città? In altre parole, la nostra vita porta i non credenti intorno a noi a lodare Cristo, nel giorno che Egli li visiterà?
Pensiamo e desideriamo il ritorno del nostro Sposo ogni giorno? È il nostro pensiero nella mattina, durante il giorno, e quando andiamo a letto? Ci troviamo spesso, in senso figurato, a guardare fuori dalla finestra, sperando di vederLo arrivare?
In altre parole, Gesù Cristo è veramente il nostro tesoro?
Se siamo veri credenti, allora, Gesù Cristo verrà per portarci con Sé. Da quel momento in poi, per tutta l’eternità, tutto quello che apparteneva a questo mondo e a questa vita non avrà più alcuna importanza. Quello che importerà sarà la ricompensa che avremo da offrire a Cristo.
Oh cari, stimoliamoci gli uni gli altri a fissare lo sguardo su Cristo, a comprendere l’enormità della salvezza, a desiderare di più Cristo, a capire l’inganno del mondo, e ad impegnarci totalmente per la gloria del nostro Sposo. Come dichiara Ebrei 10:24,25
“24 Facciamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci all’amore e alle buone opere, 25 non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno.” (Ebrei 10:24-25 NRV)
Quel giorno sta arrivando. Il nostro Sposo sta per arrivare per noi. Facciamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci all’amore e alle buone opere, a quello che porterà più gloria a Cristo Gesù. Dedichiamoci a Lui, mentre Lo aspettiamo. Serviamo Dio, aspettiamo Cristo. Viviamo così. In questo modo non avremo di che vergognarci quando Lo vedremo.
Viviamo gioiosi per il privilegio di far parte, per grazia, della Sposa di Cristo. Viviamo per Lui.
Fonte: https://www.aiutobiblico.org/sermoni...i/aspett-a.htm
(non grassetto tutto, troppo complicato: devo pensare a mio marito, scusate)
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Astrid, sono molto contenta che tu abbia trovato la tua realizzazione seguendo queste dettagliate istruzioni maschili. Chissà quando avrai il tuo risveglio ? :D
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Citazione:
Originariamente Scritto da
PACE
Hai lavorato alla camera mentre io sono un miserabile, oltretutto invalido; forse la distanza fra noi è davvero incolmabile. Se non avessi avuto accanto una persona come mia moglie, adesso non sarei quì; neanche se mi sforzassi potrei considerare il matrimonio solo un contratto
ma che c'entra ?
io non ho mai sminuito i sentimenti e la solidarietà volontaria e spontanea;
eccepisco quando si pretende che il vincolo/istituzione venga imposto da un coniuge all'altro che, eventualmente, ne soffra, per un errore iniziale o perché tante cose sono cambiate;
l'aspetto negoziale del tutto l'ho solo puntualizzato perché si tratta pur sempre della volontà di due individui distinti, che a un certo punto può pure divergere;
quando è capitato a me, il mio sentimento d'amore per quella relazione ha superato la tentazione di recriminare e avvelenare quanto c'era stato di bello e ho lasciato andare in pace;
per me è un dovere morale, ma, in fondo, anche una cosa intelligente;
e non c'è bisogno di recitare la parte di quello ignorante di fronte all'altezzoso sapiente, perché qui esprimo concetti elementari che capisce anche un analfabeta.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Breakthru
Dunque quelle di Paolo di Tarso sono?
Parole d'amore; altro che consigli, indicazioni o linee-guida. Se tutte le coppie le mettessero in pratica, la società intera tornerebbe a respirare a due polmoni, breaktru; la famiglia infatti, è la cellula fondamentale della società
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Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
ma che c'entra ?
io non ho mai sminuito i sentimenti e la solidarietà volontaria e spontanea;
eccepisco quando si pretende che il vincolo/istituzione venga imposto da un coniuge all'altro che, eventualmente, ne soffra, per un errore iniziale o perché tante cose sono cambiate;
l'aspetto negoziale del tutto l'ho solo puntualizzato perché si tratta pur sempre della volontà di due individui distinti, che a un certo punto può pure divergere;
quando è capitato a me, il mio sentimento d'amore per quella relazione ha superato la tentazione di recriminare e avvelenare quanto c'era stato di bello e ho lasciato andare in pace;
per me è un dovere morale, ma, in fondo, anche una cosa intelligente;
e non c'è bisogno di recitare la parte di quello ignorante di fronte all'altezzoso sapiente, perché qui esprimo concetti elementari che capisce anche un analfabeta.
Se ti sei sentito offeso ti chiedo scusa, non mi sembra di averti definito così; rilevavo solamente la distanza abissale fra la visione mondana e quella cattolica del matrimonio. E' Gesù stesso a dire che certe profondità sono più accessibili ai semplici, agli incolti e - se vuoi - agli analfabeti
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Citazione:
Originariamente Scritto da
axeUgene
ma che c'entra ?
io non ho mai sminuito i sentimenti e la solidarietà volontaria e spontanea;
eccepisco quando si pretende che il vincolo/istituzione venga imposto da un coniuge all'altro che, eventualmente, ne soffra, per un errore iniziale o perché tante cose sono cambiate;
l'aspetto negoziale del tutto l'ho solo puntualizzato perché si tratta pur sempre della volontà di due individui distinti, che a un certo punto può pure divergere;
quando è capitato a me, il mio sentimento d'amore per quella relazione ha superato la tentazione di recriminare e avvelenare quanto c'era stato di bello e ho lasciato andare in pace;
per me è un dovere morale, ma, in fondo, anche una cosa intelligente;
e non c'è bisogno di recitare la parte di quello ignorante di fronte all'altezzoso sapiente, perché qui esprimo concetti elementari che capisce anche un analfabeta.
Se ti sei sentito offeso ti chiedo scusa, non mi sembra di averti definito così; rilevavo solamente la distanza abissale fra la visione mondana e quella cattolica del matrimonio. E' Gesù stesso a dire che certe profondità sono più accessibili ai semplici, agli incolti e - se vuoi - agli analfabeti piuttosto che ai dotti
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Originariamente Scritto da
PACE
Parole d'amore; altro che consigli, indicazioni o linee-guida. Se tutte le coppie le mettessero in pratica, la società intera tornerebbe a respirare a due polmoni, breaktru; la famiglia infatti, è la cellula fondamentale della società
Parole d'amore per le coppie sposate ma non per i nubendi.
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Originariamente Scritto da
PACE
Se ti sei sentito offeso ti chiedo scusa, non mi sembra di averti definito così; rilevavo solamente la distanza abissale fra la visione mondana e quella cattolica del matrimonio. E' Gesù stesso a dire che certe profondità sono più accessibili ai semplici, agli incolti e - se vuoi - agli analfabeti piuttosto che ai dotti
non mi sento certo offeso; ce ne vòle...
però, non è un modo molto corretto quello di rimandare al personale per far valere un'argomentazione;
ammesso che io sia colto, qui non faccio valere chissà quale sapienza, ma ho espresso un principio morale alla pari; tu, non solo citi - invano, impropriamente - Gesù, ma evochi un'astrazione e ti sottrai alla questione morale:
che deve fare un partner quando l'altro non vuole più ? cercare di trattenerlo contro la sua volontà, oppure lasciarlo libero ?
mo', rispondere a questa domanda che rappresenta un punto etico, di giustizia naturale, non richiede sapienza, ma rettitudine morale;
se eludi la domanda, o rispondi con perifrasi o rimandi, quella tua "Verità" è il tipico pensiero che si accusa di Paolo;
non è un problema mio, non mi riguarda e non te ne faccio un torto; ma è un problema tuo nel momento in cui proponi quella Verità, perché la credibilità di un'idea morale sta proprio nella postura di chi se ne faccia latore; se devi dissimulare, l'idea è moralmente equivoca.
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Facciamo una sintesi: è tutto molto bello e idealistico, ma se uno dei coniugi entra in sofferenza e desidera altro, ai voglia a pregare e fare penitenza, diventa un inferno PER ENTRAMBI. Quindi l'indissolubilità del matrimonio cattolica è na cazzata, sorpassata, morta. Chi la desidera deve impegnarsi, e parecchio, per mantenere l'amore o quanto meno una buona amicizia.
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Originariamente Scritto da
nahui
Facciamo una sintesi: è tutto molto bello e idealistico, ma se uno dei coniugi entra in sofferenza e desidera altro, ai voglia a pregare e fare penitenza, diventa un inferno PER ENTRAMBI. Quindi l'indissolubilità del matrimonio cattolica è na cazzata, sorpassata, morta. Chi la desidera deve impegnarsi, e parecchio, per mantenere l'amore o quanto meno una buona amicizia.
tu oseervi una circostanza secondo un pragmatico buon senso ex-post;
ma il modo di concepire struttutturalmente una relazione ex-ante condiziona da subito la volizione, e a questo non si pensa;
a prescindere da quello che due persone possono decidere sul momento, se manca un protocollo - o l'esperienza per averlo elaborato - è come atterrare nella nebbia senza strumenti per un pilota;
la cognizione di come si può fare del male all'altro anche in buona fede dovrebbe essere quanto meno una cosa a cui si è preparati.
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Astrid, non siamo in religioni. Come lo ho detto a Cono più volte, lo ricordo anche a te. Pipponi su cose religiose, per favore, lasciatele nell'apposita sezione.
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secondo lei, i cattolici lo fanno meglio: chissà quanti ne ha sperimentati, e quanti non-cattolici per fare il paragone : D
il primo figlio a 28 anni; il che significa che, da cattolica, a 27 era vergine; ok... applausi alla simpatia e alla faccia come il culo;