Originariamente Scritto da
axeUgene
no, ovviamente no; il sentimento, che poi è "fede", è un dono irrevocabile di Dio;
se - e sottolineo il "se", altrimenti non ci capiamo - si sostiene il dio della tradizione cristiana, dotato di quelle prerogative, per logica ogni azione e carattere delle Sue creature si devono concludere come intesi;
in caso contrario, ti tocca constatare il "mistero" del perché un dio buono e giusto permetta il Male, potendolo impedire; anzi, perché lo abbia - in tutta necessità - concepito nella creazione stessa;
perché sottrae all'uomo la rivendicazione di una propria autonoma virtù, che invece può al più essere la natura in cui si è stati creati, vasi di misericordia, dice Paolo, ma senza merito; questo trascinerebbe tutta la questione della salvezza per fede o per ragione, e tante altre questioni connesse, che per i teologi e per i fedeli istruiti sono parecchio rilevanti;
solo brevemente: se tu osservi i Comandamenti e attribuisci questo comportamento ad una tua scelta, compiuta in base al libero arbitrio, di fatto sostieni un tuo "diritto" alla salvezza, che si imporrebbe sulla volontà divina, ove questa fosse diversa; e questo negherebbe l'onnipotenza, perché Dio sarebbe limitato nel Suo agire nei tuoi confronti;
sostenere che è Dio a decidere la virtù delle persone, predestinandole, toglie d'impaccio; al credente non cambia nulla, perché quale che si il suo destino, può sempre sperare di essere salvato, e cercare una luce di conferma di quella grazia nel successo delle proprie propensioni al bene, ma senza alcuna pretesa di patteggiare con Dio;
magari a te di queste cose non te ne frega nulla, e nemmeno ti biasimerei, così fosse; ma capisci bene che per un teologo o per un credente che fondi la sua fede sulle Scritture, si tratta di argomenti fondamentali; perché in quegli scritti succedono tante cose che vanno spiegate, e in modo coerente, se pretendi che si debba credere:
hai un dio che ama o odia due fratelli, destinando uno alla gloria e l'altro all'oblio, senza che né l'uno, né l'altro abbiano fatto nulla per meritare quel destino; se un credente ti chiede: ma perché ? non è forse giusto Dio ? come gliela spieghi ?
hai Gesù che sa - perché sa - quali saranno le future azioni di Pietro; Pietro non vuole tradire, ma così sarà; come spieghi al credente il libero arbitrio di Pietro ?
hai Paolo che in dettaglio spiega queste decisioni divine, a partire dalla Romani, il Vasaio, il faraone, quelli che non hanno legge ma sono legge a se stessi...
queste sono cose che si leggono la domenica a messa;
se un credente chiede di spiegarle e il prete o chi per lui non è in grado di argomentare in modo concludente e convincente, molti potrebbero non credere più, almeno alle Scritture e alla dottrina; e farsi una religione per conto proprio, come in effetti fanno in molti;
non è meno grave; semplicemente, in questo modo, si fanno quadrare i conti e si evita di buttare alle ortiche AT e NT, e altro;
allora, io parto da alcuni fatti:
a) esistono dei credenti;
b) questi credenti sostengono in pubblico di credere in alcune cose, le quali generano un costrutto morale, come i Comandamenti; ci siamo ?
ora, questi credenti possono mostrare la loro fede per diversi motivi, tutti legittimi; in alcuni casi esprimere la loro fede genera un conforto; in altri casi può trattarsi di esibizione della virtù associata a quella fede; in altri ancora una propensione più o meno esplicita a fare proseliti, convertire gli altri;
a questo punto, quello che commento io è solo l'attitudine di una dottrina teologica ad essere convincente, oppure no, e questo poste le premesse di sistema, quello che si trova nella Bibbia, ecc...
per non sfuggire all'osservazione sulla mia maggiore o minore simpatia per una certa dottrina o un'altra, e non volendo fare i "brevi cenni sull'universo", mi limito a farti presente che le società che, tramite la dottrina cattolica, aderiscono alla tesi del "libero arbitrio", hanno nei secoli prodotto un tipo umano propenso all'autoritarismo/obbedienza;
tutti i paesi cattolico-latini hanno generato dittature, tipicamente Italia, Spagna, Portogallo, tutta l'America-Latina; ancora oggi, tra i paesi europei, Polonia e Ungheria sono quelli col profilo democratico più discutibile; queste, oltretutto, sono tutte culture fortemente patriarcali e maschiliste;
al contrario, tutti i paesi della "predestinazione", che sembra una cosa poco pregiata in termini di libertà, hanno prodotto un tipo umano e sociale che ha dato vita a società stabilmente democratiche, dove la libertà in effetti è un valore sacro, a partire da quella altrui: Olanda, Gran Bretagna e associati, Stati Uniti, Svezia, Norvegia, Danimarca;
il paese del nord-Europa tradizionalmente meno sviluppato e rimasto per secoli più arretrato in termini di diritti civili e costumi sociali ? l'Irlanda, l'unico paese rimasto cattolico...
in compenso, i cattolici sono molto più simpatici, e la Controriforma ci ha fatto spendere tanti soldi in arte, musica e cose belle, oltre a risparmiarci devastanti guerre di religione; questo non lo dimentico;
p.s.
su Francia e Germania mi fermo, perché sarebbe un discorso più lungo e complesso, visto che sono paesi misti.