Originariamente Scritto da
axeUgene
questo vale per tutte le cause - fraintendibili per intenzionalità - tranne che la prima, che può essere solo assiomatica, in un continuo rinvio; non potresti smentire, né confermare una causa intelligente alla base di tutto ciò che appuri come naturale;
puoi dire che è improbabile, ma le prospettive "divine" che cacci dalla porta dell'oggettività rientrano come soggettività, nei limiti della comprensione della trascendenza, che è quanto ha formulato Kant, il quale non era troppo tenero con le superstizioni;
puoi semplicemente scegliere l'agnosticismo, ed eliminare la trascendenza dal tuo orizzonte, magari per l'inadeguatezza del linguaggio a risolvere i conflitti logici, come in Wittgenstein; ma allora nemmeno ti confronti con le teologie per smontarne il fondamento di fede, ché, data quella premessa, non avrebbe alcun senso;
beh, la creazione intelligente presuppone per forza un "Dio", anche se non è affatto detto che sia antropomorfo, ne "buono" o altro, oltre che un sistema premiale, un Aldilà, ecc...
non è affatto detto che si tratti di una divinità teista - quella di cui parliamo comunemente, che interagisce - ma potrebbe essere deista, conoscibile logicamente, ma priva di relazione col mondo naturale, come sostenevano molti illuministi;
vabbè, ma sarebbe come se uno ti chiedesse di dimostrare che le donne sono uguali agli uomini per sostenere le pari opportunità;
il fatto che una persona non sia capace di argomentare sull'autonomia della fede, non significa nulla; di fatto, la quasi totalità delle teologie "alte" postula l'obbedienza alla propria coscienza, il che, in termini materialistici, significa identificare "Dio" come il sentimento scaturito dall'insieme delle convenzioni morali di un soggetto; cioè, la stessa cosa che per un non credente; i precetti possono coincidere con quelle convenzioni, oppure no; ma non sono essenziali;
cioè, quel vincolo necessario tra divinità e dottrina positiva, precetto espresso, non si può affermare dall'alto in basso, ma nemmeno all'opposto, e cioè dire che le incongruenze dottrinarie trascinino con sé la possibilità di una fede; trascinano certamente la possibilità di farne una legge;
forse sono stato poco chiaro, perché la butto giù di getto e dovrei ordinare meglio il pensiero per essere sintetico su cose complesse.