No Lilia, se il male fosse superiore al bene la Chiesa non esisterebbe più da un pezzo. Garantito! E dalla sua fondazione ad oggi 14 giugno 2019, respira coi suoi 2 polmoni: Pietro e Paolo, Paolo e Pietro.
Pietro fu a Roma – prove storiche
I protestanti e tra essi anche i Testimoni di Geova hanno in comune l’avversità contro la
Chiesa di Roma, cercando ogni cavillo che possa demolirne la discendenza apostolica.
Ai protestanti quindi preme molto dimostrare che Pietro non fu mai a Roma, visto che il
papa si proclama successore di Pietro apostolo.
Innanzitutto bisogna capire bene, ma non è difficile, a che cosa si riferivano nel Nuovo
Testamento coloro che usavano il nome “Babilonia” visto che la città era stata distrutta
secoli prima e quindi non esisteva più.
I protestanti naturalmente asseriscono che Babilonia era la città persiana (oggi in Iraq)
ignorando o facendo finta di ignorare la storia che prova la distruzione di Babilonia nel
539 a.C. ad opera di Ciro II re di Persia.
Bisogna pure conoscere la situazione dei cristiani all’interno dell’impero romano,
sappiamo tutti infatti che i romani li perseguitavano duramente, e ne uccidevano a
centinaia. In questo contesto la corrispondenza epistolare tra cristiani doveva avvenire in
modo cifrato, era necessario non rivelare i luoghi nei quali erano presenti i cristiani, per
mantenere il più a lungo possibile la vita. Questo spiega perché Pietro scrivendo da
Roma, usasse il nome in codice “Babilonia”, che dai pagani o dai romani all’epoca non
poteva essere associato ad una città in particolare, ma che i cristiani identificavano
benissimo con la capitale del grande impero idolatrico, Roma. Per cui leggendo “da
Babilonia” i destinatari delle lettere sapevano che si trattava di Roma, quindi Pietro
nella sua prima lettera saluta proprio da Roma, stando attento a non usare questo nome
di città, per non mettere a rischio la vita dei discepoli romani, qualora la lettera veniva
intercettata dai soldati romani.
“Vi ho scritto, come io ritengo, brevemente per mezzo di Silvano, fratello fedele, per
esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi! Vi saluta la
comunità che è stata eletta come voi e dimora in Babilonia; e anche Marco, mio
figlio”(1 Pt 5,12-13)
Luca è uno storico accurato. Se non accenna nemmeno alle peregrinazioni di Pietro fino
alla sua ricomparsa in occasione del Concilio apostolico degli Atti 15, doveva avere
delle buone ragioni. L'ipotesi che egli avesse perso interesse nel seguente ruolo di Pietro
perché voleva favorire Paolo è troppo semplicistica, ed è in ogni caso contraddetta dal
ruolo determinante che Pietro gioca negli Atti 15. E' comprensibile che Luca non voglia
nominare il luogo (o i luoghi) dove Pietro si recò. Il motivo è lo stesso che causò
l'omissione del nome di Pietro nel racconto di Luca e Marco (ripreso anche da Matteo)
della mutilazione dell'orecchio del servo al Getsemani. Scrivendo mentre Pietro era
ancora vivo, e a un alto funzionario romano, Luca vuole evitare qualsiasi cosa che possa
compromettere l'attività dell'apostolo (che era legalmente un fuggitivo dalle autorità
dello stato) nei confini dell'Impero romano. Luca sapeva dove era andato Pietro e dove si
trovava nel momento in cui scriveva, ma rimase zitto. Anche Pietro cerca di essere vago
a questo proposito, quando manda la sua prima Lettera da Roma usando lo pseudonimo "Babilonia"
http://www.cristianicattolici.net/fi...tro-a-Roma.pdf
Ciao, buon fine-settimana. A martedì. :approved: