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axeUgene
no, non ne ho fatto assolutamente una questione economica come metro del valore di una persona, ma di libertà:
se tuo figlio ti dicesse che vuol fare, che so, il musicista o il disegnatore di fumetti, anziché il ragioniere, l'impiegato di banca o l'idraulico, tu saresti il primo a fargli presente che difficilmente con la musica si campa - oramai persino se si ha talento - e si può mantenere una famiglia; e fargli questo discorso non sarebbe certo gretto materialismo;
l'indipendenza economica è il presupposto per qualsiasi libertà e scelta consapevole, mentre le sperequazioni di reddito, la carenza di autonomia - anche in famiglia - generano comunque rapporti di potere che nevrotizzano qualsiasi sentimento.
Non siamo d'accordo: Accettiamolo e amen, Axe. Non è gretto materialismo. Semplicemente...non è la verità. Non sono i soldi...non è l'indipendenza economica che rende un Figlio o una Figlia più liberi. Lo è la capacità di riconoscere i Valori che contano davvero, nella Vita. Una volta conosciuti, può essere felice anche se disegna fumetti o, tornando a bomba, se stira una camicia. Se dirige il CERN di Ginevra o cambia un pannolino.
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Cono ne ha per tutti , siete tutti da rifare
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Originariamente Scritto da
conogelato
Non voglio, non posso e non pretendo di farti cambiare idea: Eppure è così, Nahui. Oggi le Madri fanno troppo in Famiglia. Di sicuro non rendendosene conto, invadono ciò che invece sarebbe compito dei Padri. Lavorando spesso fuori tutto il giorno, si portano appresso i guasti della competitività anche nel nido familiare. Dove invece si è complici...si è alleati, nell'educazione dei Figli. Non competitors.
Ma che cazzata assurda è? Cosa c'è se lavorano fuori tutto il giorno? E allora? Lo fanno le madri come lo fanno i padri. Non è che l'essere donna impone di starsene in casa a badare al focolare, Cono, lo vuoi capire si o no?
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Originariamente Scritto da
conogelato
Non siamo d'accordo: Accettiamolo e amen, Axe. Non è gretto materialismo. Semplicemente...non è la verità. Non sono i soldi...non è l'indipendenza economica che rende un Figlio o una Figlia più liberi. Lo è la capacità di riconoscere i Valori che contano davvero, nella Vita. Una volta conosciuti, può essere felice anche se disegna fumetti o, tornando a bomba, se stira una camicia. Se dirige il CERN di Ginevra o cambia un pannolino.
beh, il figlio del ricco professionista può scegliere se studiare o fare il manovale o il precario, o la figlia se stare a casa a cambiare pannolini o stirare le camicie; se tu non hai soldi per far studiare i tuoi figli e figlie, quelli sono meno liberi, anche di avere una famiglia, pagare un affitto... visto che mi sembra siano già quasi tutti maggiorenni, avrai già avuto modo di constatarlo.
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Originariamente Scritto da
conogelato
Non siamo d'accordo: Accettiamolo e amen, Axe. Non è gretto materialismo. Semplicemente...non è la verità. Non sono i soldi...non è l'indipendenza economica che rende un Figlio o una Figlia più liberi. Lo è la capacità di riconoscere i Valori che contano davvero, nella Vita. Una volta conosciuti, può essere felice anche se disegna fumetti o, tornando a bomba, se stira una camicia. Se dirige il CERN di Ginevra o cambia un pannolino.
Purtroppo la libertà passa anche dai soldi. Un giovane, maschio o femmina che sia, o una coppia che volessero emanciparsi, uscire dalla,famiglia di origine, hanno bisogno di soldi. Lo stesso nel caso di una coppia che si divide e se ci sono pure i figli da mantenere.
Non ho nulla contro il cambio di pannolini o lo stirare. Il punto è ciò che si prova e la considerazione personale di certe attività. Forse una mamma non cambierebbe il bagnetto al proprio bambino nemmeno per un salto nello spazio, ma è che tu propini un ingabbiamento e cerchi o pretendi sicurezza e stabilità ma a scapito di altri soggetti cioè la donna, che deve rivestire quel certo ruolo, stare nel suo ambito, quello di cui un po' ci hai sventolato qualcosa.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
L'ho evidenziato in rosso rispondendo a Nahui. Sono semplici princìpi-base anche nella psicanalisi: Il Padre rappresenta una cosa, per i Figli. La Madre ne rappresenta un'altra. Si può essere junghiani o freudiani, il concetto non cambia. Come non cambia la Realtà che abbiamo sotto gli occhi, Laurina. Oggi i Padri sono drammaticamente assenti. Per tutti i motivi che stiamo dibattendo in questo spazio. Ma urge farli tornare. E' una priorità. Non si può rimandare oltre, se davvero vogliamo guarire la Famiglia e, di riflesso, la Società.
Come ti ho già detto è che ti abbarbichi tipo patella sullo scoglio a quelle tre cazzate che leggi o che forse qualcuno ti propina e le riproponi all'infinito senza capire che l"argomento psicologia e psicanalisi è più vasto, che non sempre è da prendere tutto per oro colato. Jung e Freud non sono tutto lo scibile di psicologia e ci sino limiti e critiche. Tanto per dire, le derive sul trascendente di Jung non hanno criteri di scientificità e sono fra i limiti delle sue teorie.
Oltre Freud e Jung c'è di più.
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e così quando non copia e incolla scopriamo il vero Cono proveniente da una falla temporale del periodo prerinascimentale
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Originariamente Scritto da
conogelato
Non voglio, non posso e non pretendo di farti cambiare idea: Eppure è così, Nahui. Oggi le Madri fanno troppo in Famiglia. Di sicuro non rendendosene conto, invadono ciò che invece sarebbe compito dei Padri. Lavorando spesso fuori tutto il giorno, si portano appresso i guasti della competitività anche nel nido familiare. Dove invece si è complici...si è alleati, nell'educazione dei Figli. Non competitors.
Cono, sempre per quella ricerca dell'Università della Puscia, secondo te come dovrebbe comportarsi una madre che non è d'accordo con la linea educativa paterna, in senso più permissivi o meno permissivo, scelta della scuola, ecc? Secondo quesito: come dovrebbe comportarsi una madre di fronte a comportamenti scorretti del padre con i figli, tipo eccessi d'ira, offese verbali o percosse, umiliazioni o violenza psicologica, molestie ?
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Originariamente Scritto da
nahui
Cono, sempre per quella ricerca dell'Università della Puscia, secondo te come dovrebbe comportarsi una madre che non è d'accordo con la linea educativa paterna, in senso più permissivi o meno permissivo, scelta della scuola, ecc? Secondo quesito: come dovrebbe comportarsi una madre di fronte a comportamenti scorretti del padre con i figli, tipo eccessi d'ira, offese verbali o percosse, umiliazioni o violenza psicologica, molestie ?
beh, in questo avrebbe già risposto, nel suo consueto modo elusivo e ambiguo, ma logicamente desumibile:
fare una pantomima di confronto o litigio, ma - prima che il sole tramonti, come dice il papa - fare comunque pace, a prescindere dal perdurare di un conflitto: visti i carismi in combinato disposto, di fatto si tratterebbe di accettare quella pax carismatica e assoggettare sé e i figli alla potestà del detentore del carisma di guida, regole e comportamenti, senza invadere ulteriormente il campo assegnato al pater familias;
non è che il costrutto normativo si presti a troppi equivoci, se solo si mettono a sistema le sue postulazioni.
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Volevo stanare lui, hai rovinato tutto :D
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Originariamente Scritto da
conogelato
Di sicuro non rendendosene conto, invadono ciò che invece sarebbe compito dei Padri.
Ma chi l'ha detto? Ma dove sta scritto? Magari in qualche bolle medievale. E' inutile che riporti a raffica De Gregori se poi te ne vieni fuori con questi spropositi...
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Originariamente Scritto da
Pazza_di_Acerra
Ma chi l'ha detto? Ma dove sta scritto? Magari in qualche bolle medievale. E' inutile che riporti a raffica De Gregori se poi te ne vieni fuori con questi spropositi...
Straquoto
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Originariamente Scritto da
nahui
Volevo stanare lui, hai rovinato tutto :D
e che vuoi stanare ? sono secoli che gli chiedo risposte e fa finta di non aver letto, perché dovrebbe confessare l'inconfessabile, che riesce ad esprimere proprio scomponendo i precetti, in modo da renderli apparentemente innocui.
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Originariamente Scritto da
dark lady
Ma che cazzata assurda è? Cosa c'è se lavorano fuori tutto il giorno? E allora? Lo fanno le madri come lo fanno i padri. Non è che l'essere donna impone di starsene in casa a badare al focolare, Cono, lo vuoi capire si o no?
No, adesso per favore mi linki dove mai avrei detto questo: Per favore.
Sto dicendo (sono costretto a citarmi, mannaggia a te) che "si portano appresso i guasti della competitività anche nel nido familiare. Dove invece si è complici...si è alleati, nell'educazione dei Figli. Non competitors."
Mi spieghi (mi spiegate ragazze) che cosa perde, una Donna, una Moglie, una Compagna se lascia che sia il Padre a dettare certe regole in Famiglia? Perchè immancabilmente innalzate subito il muro...il totem del diritto al lavoro? Chi lo nega il diritto al lavoro? Conogelato? Il Papa? La Chiesa?
A ciascuna di voi e a tutte le donne del mondo indirizzo questa lettera nel segno della condivisione e della gratitudine, mentre si avvicina la IV Conferenza Mondiale sulla Donna, che si terrà a Pechino nel prossimo mese di settembre.
Il punto di partenza di questo ideale dialogo non può che essere il grazie. La Chiesa - scrivevo nella Lettera apostolica Mulieris dignitatem - « desidera ringraziare la santissima Trinità per il "mistero della donna", e, per ogni donna, per ciò che costituisce l'eterna misura della sua dignità femminile, per le "grandi opere di Dio" che nella storia delle generazioni umane si sono compiute in lei e per mezzo di lei » (n. 31).
2. Il grazie al Signore per il suo disegno sulla vocazione e la missione delle donna nel mondo, diventa anche un concreto e diretto grazie alle donne, a ciascuna donna, per ciò che essa rappresenta nella vita dell'umanità.
Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel travaglio di un'esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.
Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.
Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.
Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l'indispensabile contributo che dai all'elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del « mistero », alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
Grazie a te, donna-consacrata, che sull'esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all'amore di Dio, aiutando la Chiesa e l'intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta « sponsale », che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.
Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.
GIOVANNI PAOLO II.
https://w2.vatican.va/content/john-p...995_women.html
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Citazione:
Originariamente Scritto da
nahui
Cono, sempre per quella ricerca dell'Università della Puscia, secondo te come dovrebbe comportarsi una madre che non è d'accordo con la linea educativa paterna, in senso più permissivi o meno permissivo, scelta della scuola, ecc? Secondo quesito: come dovrebbe comportarsi una madre di fronte a comportamenti scorretti del padre con i figli, tipo eccessi d'ira, offese verbali o percosse, umiliazioni o violenza psicologica, molestie ?
Ma me lo chiedi, Barbara? Davvero è una domanda da fare?
1° Quando c'è violenza, chi la usa passa AUTOMATICAMENTE dalla parte del torto. Anche in presenza di una ragione evidente (cavolo, ma leggete a sprazzi? Qua e là? L'avrò detto trecentoquindici volte!!!). Il Marito che, privato del suo carisma e della sua autorità, ricorre extrema ratio alla violenza, non potrà mai essere credibile agli occhi dei suoi figli. Mai! Anzi, spesso ottiene l'effetto contrario.
2° Non esiste Nahui "la linea educativa paterna". Esiste LA LINEA EDUCATIVA CONDIVISA. Per giungere alla quale, i coniugi dialogano fra loro, discutono e, se occorre, litigano pure. Ma non c'è niente di più deleterio, credimi, di più sconfortante per i figli se babbo dice una cosa e mamma un'altra. Ciò genera in loro solo frustrazione, confusione e sofferenza psicologica.