Dici stava più giù dell'ascella?:mumble:
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Dici stava più giù dell'ascella?:mumble:
:OT:
Una riflessione "a latere".
C'é una sostanziale differenza tra "Generalizzazione" ed "Inferenza statistica". Per esempio*: dato un insieme di 10000 elementi, esaminarne un sotto-insieme di 10 e dedurne una caratteristica generale per l'insieme intero, é , diciamo, quanto meno, discutibile. Quindi, confondere i due concetti in una discussione la potrebbe rapidamente ed involontariamente trasformare in...cagnara.
IMHO
Ripeto, scanso equivoci e conclusioni frettolose e superficiali: si tratta di una riflessione "metodologica". Off Topic. Punto.
*Abbiamo l'insieme di tutti i volatili. Prendiamo il sotto-insieme dei corvi. Al 99.99999% sono neri (c'é l'albinismo :D ).
Dedurre che tutti i volatili siano neri? :mumble:
Dico che era più affollata come situazione :D
@Rdc: per quanto ci si vuole mantenere sulla statistica e non sfociare nella generalizzazione
Credo che molti conoscano meglio quello che vivono, quello di cui hanno sentito parlare, cosa sensibilità, educazione suggerisce
E’ sbagliato? :mumble:
Sicuramente il patriarcato vive felicemente nella sua forma integrale in alcune famiglie di immigrati, ma davvero pensi che non sopravviva nella nostra cultura occidentale? Nella nostra mentalità? E che si rifletta, ad esempio, nella sotto-rappresentazione di alcune determinate persone, donne, omosessuali ad esempio? E non pensi che spesso capita ancora che queste rappresentazioni siano macchiette?
Come spieghi che sia stato necessario introdurre le quote rosa? Che a qualcuno sia venuto in mente il test di Bechdel?
Non sapevo perché venissero esposte le scarpe rosse, paleso così tutta la mia colpevole ignavia, per me scarpe rosse aveva a che fare con Andersen
Ma cercando in internet ho imparato che le scarpe sono rosse per il sangue versato, così come lo sono le panchine
le donne devono vestirsi in un certo modo altrimenti vengono tacciate, con buona pace del "Rosso Valentino" e di LouboutinCitazione:
per quanto riguarda le scarpe "rosse", mi rendo conto che le donne, grazie a dio, fanno il più delle volte a meno di indossarle proprio per non essere tacciate di "ninfomania" o esibizionismo. e di questo sono più che grato alle donne in questione.
Le donne sono felici di gratificare Sandor
direi quando uno dei due dice stop, bisognerebbe avere gli strumenti per lasciare andareCitazione:
la domanda che vorrei porre è la seguente: quando è che un rapporto di coppia può considerarsi "consumato"? e soprattutto quando è possibile che tra i due partner, soprattutto se minori, il rapporto possa considerarsi non più proseguibile. io penso che donne e uomini, senza troppe differenze, abbiano del sesso un concetto assai simile. c'entra il "senso del possesso che fu prealessandrino", comme diceva la buonanima di battiato. quindi punto fermo è che il sesso rende simili anziché differenziare. poi è chiaro che il sesso si può fare anche da soli o da sole, magari perché ci si è stancati di frequentare amanti ecc.
Citazione:
onestamente non so se l'episodio di giulia sia simile ad esempio a quello della kercher e di sollecito o o vi sia davvero una fattispecie di omicidio. le donne di quell'età sanno benissimo di avere il coltello dalla "parte del manico" e sanno benissimo come portare un ragazzino alla disperazione. ci siamo passati tutti per quel range di età dai 14 ai 20 anni, in cui si è facili prede di amorazzi sconclusionati e molto passionali. è sangue che scorre. a me viene da pensare che se di omicidio si può parlare allora il ragazzo è stato portato all'esasperazione, e quindi dato che a 17 (???)di chi stai parlando? si è scarsamente responsabili ha agito di conseguenza. ripeto che la differenza tra le ragioni della povera giulia e quelle del giovane fidanzato assassino sta nel fatto che ci sono un assassino e una defunta ragazzina, e va detto che la violenza, anche se hai le tue ragioni e se anche non sono ragioni futili, determina automaticamente un passaggio dalla ragione al torto.
detto tutto ciò a me per esempio non piace che quando cammino in estate per via x a roma incrocio raggazzine anche ventenni che rilasciano nell'aria, come fole d'aria a volte profumata e a volte che sa di pesce lesso. vogliamo capire cosa sono queste cose? non dico che le donne non devono fare sesso o non devono accalappiare quanti più maschietti possibili ma l'"autoerotismo per strada" mi pare un po' eccessivo.(che postaccio Roma!) po' dice che quando c'era lui...abbiate pazienza, mi rendo conto che è un momento in cui tutte le donne sono più che indignate, in tutta italia. ma un po' di ragionamento anche a difesa di quello che è l'universo maschile mi pare d'obbligo. almeno dopo tutto quello che si è letto in 5 pagine di discussione.
certo, gentilmente aprite una discussione a parte, grazieCitazione:
ma un po' di ragionamento anche a difesa di quello che è l'universo maschile mi pare d'obbligo
LA STATISTICA
Nel 2018, infatti, era il era il 27,6% dei cittadini a sentirsi poco o per niente sicuro, uscendo da solo di sera. Cinque anni fa il 38,2% degli italiani diceva che la paura della criminalità influenzava le proprie abitudini. Ma già allora il senso di insicurezza delle donne era decisamente maggiore di quello degli uomini: il 36,6% affermava di non uscire da sola di sera per paura (a fronte dell'8,5% degli uomini), mentre il 35,3% diceva che quando decideva di farlo, non si sentiva sicura ( a fronte del 19,3% degli uomini). Oggi va, dicevamo, molto peggio: secondo il decimo rapporto dell'Istat sul Benessere equo e sostenibile nel nostro Paese, risulta infatti che solo il 51% delle donne si sentano sicure a uscire la sera da sole nella zona in cui vivono. Secondo lo studio di Hollaback! e Cornell University svolto nel 2021 in 22 paesi tra cui l’Italia, l’84% delle donne ha subito molestie da strada prima dei 17 anni; da quanto riportano i dati Istat del 2018, il 15,9% delle donne e il 3,6% degli uomini sono stati vittima di molestie con contatto fisico in strada, in particolare sui mezzi pubblici.
https://www.elle.com/it/magazine/wom...e-sera-italia/
Come spiegare la paura a chi non la conosce?
Tutti vorremmo essere liberi: di uscire, di andare, di vivere
Purtroppo esiste il Male. È una realtà. Tristissima! Ma con la quale dobbiamo fare i conti, amica Breakthru. Alle nostre figlie abbiamo sempre suggerito di essere libere ma anche prudenti. Fiduciose e nel contempo sagge.
Questo è un progetto in atto da parte del MEDU (Medici per i Diritti Umani ):
MASCHIO PER OBBLIGO. CONTRO LA CULTURA DELLA PREVARICAZIONE.
Obiettivi primari del progetto sono la prevenzione della violenza di genere, del sessismo, dell’omotransfobia e la promozione di una cultura della parità, dell’inclusione e del rispetto delle differenze.
Il progetto “Maschio per obbligo” opera sul territorio toscano dal 2004 e si propone di creare spazi e occasioni di formazione e riflessione per leggere i fenomeni dell’affettività e della sessualità nella loro complessità, con un’attenzione particolare agli stereotipi di genere. Linguaggi non rispettosi, immagini allusive, spot esplicitamente o implicitamente sessisti, possono, se non decodificati, alimentare comportamenti di discriminazione e violenza.
Attività:
Interventi nelle scuole volti a supportare alunni e alunne nell’approccio alla sessualità e all’affettività, attraverso percorsi didattici che propongano una riflessione sui rapporti tra i generi, gli stereotipi di genere e i ruoli sociali che concorrono a determinarli.
Corsi di formazione e sensibilizzazione rivolti a docenti, con l’obiettivo di fornire strumenti pratici da utilizzare in classe nella gestione di tematiche legate all’affettività, alla sessualità e agli stereotipi di genere.
Incontri in-formativi dedicati a genitori, per supportare le famiglie nella costruzione di un dialogo sui temi della sessualità e dell’affettività, libero da pudori e imbarazzi e al contempo efficace e costruttivo.
Speriamo possa procedere e funzionare.
Alla luce di quanto sopra, cosa si potrebbe aggiungere di più?
Come hanno detto tanti artisti maschi in quest'ultimo periodo (Ligabue, Piero Pelù e altri) "mi vergogno di essere maschio, siamo tutti da rifare".
Ci vuole consapevolezza e la volontà insita per correggere il proprio modo di essere.
Tante volte "maschi per obbligo" lo siamo per davvero.
Come spiegare la paura a chi non la conosce?
Le tua libertà è compressa dal solo fatto che esiste qualcun altro, indipendentemente dalla bontà di quel singolo individuo che non conosci?
Quando cammini per strada hai disagio o paura incrociando un capannello di donne? Indipendentemente dalla bontà di quelle donne della quale non hai conoscenza?
O anche, quando è sera cammini dal lato della strada dove le macchine vanno nel senso opposto al tuo? Perché così non possono fermarsi? O comunque con il pensiero che l'arrivo di una macchina dietro scoraggi eventuali malintenzionati dal rallentare e seguirti con il finestrino abbassato?
Ti chiudi in macchina sempre, spesso anche di giorno?
Se dovessi rispondere di pancia, o d'istinto, diventerei volgare.
Mi limito a dire che se l'universo maschile si sente "minacciato" dalla libertà delle donne, il problema è solo suo.
La violenza non ha mai "le sue ragioni". E se il "povero ragazzo" si sente esasperato dalla donna che non lo vuole più, impari a farsene una ragione. Che se ogni donna che viene lasciata o esasperata dal maschio di turno si mettesse a commettere omicidi, il genere maschile sarebbe estinto da un pezzo. Per dire. Ed è chiaro che la violenza non ha nessuna ragione neppure se viene commessa dalla donna, questo mi pare assolutamente cristallino, prima che qualcuno mi tacci di femminismo.
Comunque, rifacendomi al mio post di cui sopra, consiglio a tutti (o per chi non lo avesse già letto) un libro davvero interessante, riguarda esattamente questo argomento.
MASCHIO PER OBBLIGO
Oltre il femminismo verso l’abolizione dei ruoli istituzionali.
Carla Ravaioli
(Ed. Bompiani)
Questa antologia non pretende di offrire un panorama completo delle pressioni esercitate dall’ambiente sul maschio per conformarlo allo stereotipo della tradizione. Il feticcio della virilità, nella sua funzione di modello psicologico e comportamentale, formativo dell’Io maschile e condizionante del suo ruolo sociale, è così presente attivo in ogni manifestazione della vita di relazione e della cultura che rende praticamente inattuabile un proposito di esemplificazione, anche se ridotta e puramente indicativa, di tutti questi “strumenti” coalizzati a fare di un uomo un "vero uomo".