[QUOTE=Sousuke;1222483]Non
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Potrebbe essere una liberalizzazione molto spinta di imprese e professioni, che in prima approssimazione aumenta la competizione aumentando l'offerta che in pari tempo operando su un bacino di utenza pressoch
Aumentare le imposte sui ceti più facoltosi, ridurle sugli altri, promuovere forme di sostegno al reddito che siano consistenti e creare un vero e proprio stato di polizia con centinaia di migliaia di guardie di finanza in più in giro per l'Italia e con molto più potere concreto. Solo per citare i primi aspetti che mi vengono in mente.
Quanto al mercato, basta rimuovere le barriere legali e concrete alla competizione. Serve solo la volontà politica.
Lo scopo è impedire agli italiani di scegliere loro stessi la classe dirigente, per le ragioni che ho già detto.
Dal mio punto di vista già così è un obiettivo raggiunto molto importante perchè garantirebbe la governabilità e scopi di utilità pubblica in misura maggiore rispetto ad adesso.
Poi l'organizzazione militaristica garantirebbe efficienza e severità (tranne le solite mele marce ma sono un'eccezione).
Non parlo delle sue idee nello specifico ma del modo di ragionare particolarmente rigido e severo, che non è molto comune e ritengo adatto alla classe dirigente che a me piacerebbe vedere al potere.Citazione:
Cazzo, non mi dire! Come selezioneresti il tuo squadrone della morte, arruolando chi da testate nel muro senza battere ciglio? Potresti andare in carcere a trovare qualche ragazzino che ha ammazzato buttando sassi dal cavalcavia, sono capaci di ammazzare senza remore: perfetti!
come dire "per vincere la guerra basta sconfiggere il nemico"...
La definizione di ceto abbiente varia da governo a governo e decisamente non è chiaro dome mettere la soglia. Evidentemente tasse troppo alte, anche su ceti che uno può considerare abbienti, oltre certi livelli scoraggiano l'iniziativa privata (che verrebbe resa svantaggiosa, come quarda un po' è in Italia) con conseguenze che puoi ben comprendere essere nefaste per l'economia. Di contro tassazioni più basse non permettono il sostentamento dello stato, specie lo stato elefantiaco che proponi, nè sono ammissibili tagli immediati, dato che questi abbatterebbero il potere d'acquisto di milioni di persone con altri evidenti effetti nefasti.
L'equilibrio tra una giusta tassazione e delle ragionevoli spese di uno stato è quanto di più lontano può esserci da una "soluzione nota da decenni" come tu la descrivi, tant'è che tutti gli stati del mondo e tutti gli economisti da 4 secoli cercano la soluzione ottimale, evidentemente non ancora trovata.
Persino l'evasione fiscale ed il sommerso, se abbattuto di colpo, aumenterebbe sì il denaro pubblico (che spenderesti per un formidabile apparato militare di uso interno) ma abbatterebbe il potere d'acquisto di centinaia di migliaia di famiglie costringendole a contrarre i loro consumi.
Ogni cosa va quindi fatta con gradualità ed oculatezza e con coscienza di muoversi come un cieco in una stanza sconosciuta, magari piena di spigoli e spuntoni. Altro che soluzione nota da decenni.
Per la rimozione delle barriere legali alla competizione, anche qui son vuote parole se non si entra nel dettaglio.
Cosa rimuoveresti, l'albo consob per esempio? Fatto, con la conseguenza che i revisori contabili italiani chiudono a favore delle big 4, il che sebbene sembra non intaccare il pil ha pericolose ripercussioni sul prodotto nazionale lordo. Anche qui non solo ancora non si è trovato il giusto equilibrio, in millenni, tra liberismo e protezionismo, ma c'è anche da considerare che alcuni "limiti legali" alla concorrenza servono per evitare quella che a seconda delle varie visioni viene interpretata come concorrenza sleale. Quindi, evidentemente, non basta voler battere il nemico per vincere la guerra.
Quanto al fatto di non scegliere il proprio capo, so che rifiuti qualunque riferimento all'esperienza pregressa e documentata nella storia umana (e non si capisce perché privilegi tanto l'idea assoluta che hai concepito alla realtà con la quale questa già si è confrontata), ma ti faccio lo stesso un esempio, l'Italia è la 7a economia del mondo, livello raggiunto governandosi da sè. Di contro nessuno stato non sovrano è tra le prime 100 economie del mondo. Sembra quindi altamente implausibile che il farsi governare da altri possa migliorare le nostre condizioni, dato che l'eventuale altro avrà l'ovvio e leggittimo interesse a migliorare la sua e non la nostra di posizione.
Un eventuale giunta militare come andrebbe scelta? Ci si affida alla fortuna, sperando che il condottiero più bravo sul campo della conquista del potere sia anche il più lungimirante statista? Dovrebbe esistere un organo interno all'organizzazione militare che sceglie "l'ottimo tra gli ottimi" per governare la nazione? Ma chi controllerebbe questo organo? E che contromisure si potrebbero usare qualora la scelta sia stata (come può capitare a qualunque atto umano) sbagliata? Alla fine il gioco sembra estremamente rischioso e pretende sempre massimo impegno e massima fortuna, cose che per le più svariate ragioni possono un giorno latitare. Persino il modello spartano basato su una rigida etica militare, che immagino apprezzi, mostrò i suoi limiti dopo poche generazioni.
Salvo trovare pure il motivo per cui una classe militare che controlla il territorio debba allearsi con i poveri pi
Di solito per guadagnare di pi
Non solo, funziona anche meglio, si evitano quelle inefficienze dovute a tanti galli che cantano e forse è questo che caratterizza la gerarchia militare, quello di far convergere il comando di livello solo su uno uno che dispone senza appello, dovendo operare in condizioni di emergenza e forte pressione dove rapidità ed efficacia hanno la priorità su tutto, avendo però pure un valore in quelle condizioni operative, altrimenti altri valori e valutazioni hanno la priorità in condizioni diverse.
Questa tensione allo scopo proprio genera una forma mentis che qui sembra l'oggetto di apprezzamento, però se certe cose servono nell'emergenza possono rivelarsi deleterie nella non emergenza dove ricchezza e benessere sono i valori a corso legale che poco si accordano però con le capacità schierate ad ottenerli.
E nessun regime militare ha blrillato per ricchezza e benessere raggiunti.
[QUOTE=Il gatto;1223090]Non solo, funziona anche meglio, si evitano quelle inefficienze dovute a tanti galli che cantano e forse
Possibilmente, ma vale per tutti.
La stessa cosa che ti devi augurare per l'ultimo smandrappato che ha deciso di fare la passeggiata in macchina e che è pure soggetto a tanti meno vincoli, controlli e se gli arriva una schioppettata in fronte arriva il fratello di caino a proteggerlo.
Sicuramente è più efficiente come organizzazione ed è ciò che mi interessava evidenziare.
Per il resto per definire il ceto facoltoso basta stabilire un criterio comunemente accettato, come la leva fiscale è un noto ed ottimo strumento per redistribuire il reddito.
Quanto a rimuovere le barriere alla competizione, non è questa la sede per parlarne nel dettaglio (si tratta delle classiche decisioni sul tema) visto che la questione è la classe dirigente.
Dal mio punto di vista preferisco una classe dirigente non scelta dagli italiani e che imponga agli stessi le sue decisioni, con tutti i rischi che ciò comporta, da un'altra eletta dagli stessi, perchè ho idee di un certo tipo.
Dipende dal paese in cui lo applichi, in che modo e con quale dimensione e livello di sviluppo dell'economia.
Una simile classe dirigente può avere svariate idee politiche, compresa anche quella di non tartassare i ceti meno abbienti, anche perchè un simile sistema è più lungimirante e non comporta per forza perdite di efficienza nella gestione.
Però resta da trovare la motivazione per cui un regime militare che detiene un potere assoluto debba pigliarsi lui la briga di redistribuire la disponibilità di chi gli può essere un utile alleato ricco a chi gli può gli può fornire solo carne da macello, cosaa che può imporre senza fiatare.
Non tanto nel momento in cui il raggiungimento di tale livello me lo fai funzione derivata dal regime di potere in carica e qua stiamo a dire che dalla povertà dovuta al sistema politico di ora si dovrebbe generare la prosperità in funzione di una dittatura militare che sostituisce il sistema in essere.Citazione:
Dipende in quale paese lo applichi e con quale dimensione e livello di sviluppo dell'economia.
Perchè, come avevo scritto, è un sistema più lungimirante che garantisce stabilità al sistema nel lungo periodo e perchè la stessa classe dirigente può avere svariate idee politiche.
Io parlavo di migliore efficienza della classe dirigente rispetto a ciò che si intende proporre, non per forza di un livello di sviluppo economico migliore visto che dipende anche dal paese e dal tipo di economia, anche se rispetto alla situazione attuale è improbabile produrre circostanze peggiori.Citazione:
Non tanto nel momento in cui il raggiungimento di tale livello me lo fai funzione derivata dal regime di potere in carica e qua stiamo dire che che dalla povertà dovuta al sistema politico di ora si dovrebbe generare la prosperità in funzione di una dittatura militare che sutituisce il sistema in essere.
Arricchire i poveri che non sono stati capaci di arricchirsi da soli a scapito dei ricchi che sono stati capaci di realizzare la propria ricchezza è una lungimiranza di origine ideologica molto influenzata dalle visioni sociali proprie di ben altro stampo che non militare, sempre che la forma mentis di chi è formato per gestire l'emergenza quando c'è e risolverla nel presente si trasformi in quella politica:D appena cacciata che invece in un diverso contesto valuta su tempi, valori e metodi diversi, fattori però per cui è stata cacciata.
Ed in ogni caso impoverire i ricchi per arricchire i poveri comporta proprio quei problemi acuti immediati che non si debbono verificare e non è un caso che i poteri militari siano andati a braccetto con le oligarchie industriali, finanziarie e religiose in modo da fare quadrato e in pochi, ricchi e potenti:D, fregare e mettere a tacere i tanti, poveri e senza mezzi:(, in un sistema integrato dove ciascuno aveva il suo compito, gestendo insieme d'amore e d'accordo il denaro, la spada, la croce e il vapore.
Priviligiare l'efficienza o la rappresentanza è il problema che tutti attanaglia perchè servono entrambe, ma non coesistono ai massimi livelli cosicchè si galleggia su un compromesso variabile di equilibrio
Nell'efficienza il disoccupato o muore o lo si occupa senza stipendio rendendo efficiente e produttivo il suo smaltimento.
Infatti uno stato non ha l'efficienza di una fabbrica o di una caserma perchè non può adattare con metodi rapidi ed "efficienti" i numeri alle sue necessità.
E nella logica militare ciò lo si realizza mandandando le eccedenze a fare una guerra a che diminuiscano i numeri e aumentino le risorse e non ci vuole nemmeno una mentalità militare per pensarlo.
[QUOTE=Sousuke;1222689]e creare un vero e proprio stato di polizia con centinaia di migliaia di guardie di finanza in pi