ehi ehi, si parla di ragazzi, non ti imbucare!
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:bua:
Ah ecco vale solo per i ragazzi:D.
Le ragazze anche se danno importanza all'incontro intimo e ricordano i nomi di tutti gli ex e mantengono l'amicizia...non vanno bene, sono "leggere" :D
Beh permettimi di dissentire, da quel poco che ho visto in alcune foto, in passato, hai il tuo fascino.
Poi va beh ci sta che uno si fissi su alcune, quella si chiama selezione. Molto meglio così di quelli che puccerebbero il biscotto ovunque, e ce ne sono. Io ho sempre preferito una sana selettività.
Ne parlavo giusto ieri con una delle mie compagne di scorribande, che è psicoterapeuta: un sacco di volte ci capita di conoscere uomini che ci provano alternativamente prima con me e poi con lei e viceversa. Ma anche pure in contemporanea, scrivendo ad entrambe. Le risate che ci facciamo! :asd:
No no, nel mio caso sono proprio in contraddizione. Gli uomini che piacciono a me - e tendenzialmente, a cui piaccio - hanno una buona componente femminile e sono anche piuttosto femministi. Con esponenti del patriarcato non mi ci potrei mai rapportare, mi provocano l'allergia, proprio :asd:
Pure se non sono misogini. E' proprio che non fanno per me. Se conosco uno che si rivela così lo mando a spendere in tempo zero. :D
Si, ma ti faccio notare che Bumble non sta dicendo che si dovrebbe fare sesso solo con la donna/uomo della vita eh.
Nè che bisogna aspettare.
Ha solo detto che il sesso con qualcuno non è qualcosa di banale, pure se per puro divertimento. E ovviamente ha ragione, con chi fai sesso si stabilisce comunque una connessione. Ma non sta certo avallando le tue teorie... :asd:
mah, guarda: io avrei volentieri pucciato il biscotto molto di più e meno selettivamente, ma non per lo sfogo ormonal-genitale; io ho proprio una curiosità per l'intimità di donne che mi accendono qualcosa, tipo: chissà come può essere questa nel momento in cui non è costretta da altro e può esprimersi liberamente ? è quasi una ricerca artistica e letteraria; in effetti le donne mi piacciono proprio, ma pure le ottuagenarie interessanti, ovviamente non più in senso sessuale; però se ne accorgono che vedo una bellezza;
io provo una specie di piacere sessuale, una sorta di orgasmo esistenziale quando vedo che una donna con me si libera, recupera energia e gioia creativa perché non si sente costretta; è successo raramente, e in misura diversa; ma quando è successo me ne sono accorto in tempo reale e è davvero un bel momento; non lo dimentichi;
se una è predisposta a leggere questa possibilità nella situazione, magari esce fuori qualcosa di buono; raro, perché il più delle volte siamo tutti pieni di quello che vogliamo, e se le code di pavone non sono quelle giuste non c'è proprio il tempo per vedersi;
onestamente, su 10 uomini che a prima vista attraggono per una cosa senza cerniera, potrei essere il terzultimo o poco più; se mi conoscono, potrei ugualmente guadagnare o perdere qualche posizione :asd:
Beh ok, ma alla fine per avere la curiosità verso qualcuna questa deve pur attrarti in qualche modo, no?
Come tu hai detto, ti devono accendere qualcosa. Quello è essere selettivi.
Se ho la curiosità verso qualcuno, vuol dire che trovo quel qualcuno una persona interessante, meritevole di approfondimento, quantomeno, anche se non necessariamente fisico, come tu hai giustamente sottolineato.
Ogni nuova conoscenza può concretizzarsi nei più diversi modi, in fondo. E per me è questa la vera libertà.
oddio, dovessi definire selettivo il me stesso 20enne, arrossirei :v
diciamo che dai 30 in poi ho imparato a deselezionare quelle che non me l'avrebbero data comunque :D e ancora più tardi a intravedere segnali di nevrosi di un tipo non compatibile alle mie;
la verità è che se una non fa parte di quel target limitato è lei che si rompe i coglioni prima di subito del mio modo di essere.
la tua domanda è "sbagliata" - nel mio caso - perché contempla un sistema di valori diverso dal tuo:
poniamo che qualcuno ti dica: tu, a forza di tifare Empoli, collezioni una serie di frustrazioni; davvero hai rinunciato a vincere ? una cosa possibile tu tifassi per la Juventus...
tu, in queste cose, ragioni in termini strumentali: contempli un obiettivo, una finalità, che informa la volontà di una persona; nella fattispecie, la stessa condizione di solitudine è molto ambigua, oltre che smaccatamente materialista:
al contrario, io in queste faccende non "voglio", e prima di tutto perché non serve a nulla;
nel tuo mondo psichico si "conquista" una "cosa" - la disponibilità dell'altro - e si deve "combattere" per conservare quella "cosa" ove l'altro decida altrimenti;
nel mio mondo psichico le relazioni semplicemente accadono, perché il modo di essere di due persone crea una corrente in quel senso; se sopraggiungono difficoltà, si vivono lo stesso bene;
ma, se per qualsiasi motivo si determina una distanza, ogni sforzo è deteriore; la volontà è deteriore, la finalità è deteriore, il negoziato è deteriore, il patto/vincolo è deteriore; questa cosa la capisce meglio di tutti Lady, per via della sua frequentazione yoga;
ma non si tratta affatto di stipsi emotiva, per cui uno vuole evitare uno sforzo; è esattamente il contrario: se ti rendi conto che è necessario volere, piegare, significa che ci si sta anestetizzando rispetto alla realtà dei sentimenti e bisogni per costringerli al proprio "io", che si angoscia a dover dare risposte a se stesso e, per evitare, deve riempire quello spazio con altro, una persona, a prescindere dal benessere di quella;
a volte capita che nell'incontro si generi una liberazione di qualcosa che era compresso; più spesso, quando si "vuole", ci si indirizza su qualcuno che diventa strumento che puntella le difese contro la crescita, come i braccioli per chi ha paura di non galleggiare;
tu parli tanto della schiavitù all'"Io"; beh, "volere" è esattamente la premessa di quella schiavitù, anche se si traveste da abnegazione o virtù.
doppio
Ognuno di noi ha un "destino", un dharma-ruolo nella vita da svolgere, diverso da quello di altri e se le cose devono accadere accadono senza sforzi, altrimenti si vede che se non accade quella è la cosa giusta per noi.
"Lo scopo della vita? È essere felici"
Detto dal Dalai Lama.
Attenzione che secondo me Cono con sta domanda sta cercando di piazzare l'amica poetessa che non ha voluto il suo amico ad Axe.:D
Però tutto questo, riflettendoci, mi pare in contrasto con questo:Citazione:
"Lo scopo della vita? È essere felici"
Non è detto che quello scopo, cioè la felicità, venga raggiunto e se c'è un destino, vista la quantità di problemi ed eventi brutti che accadono, vuol dire che non è raggiungibile.Citazione:
Ognuno di noi ha un "destino", un dharma-ruolo nella vita da svolgere, diverso da quello di altri e se le cose devono accadere accadono senza sforzi, altrimenti si vede che se non accade quella è la cosa giusta per noi.
ecco, immaginavo saresti con-venuta :D
chissà... mai escludere nulla; magari è l'autrice dell'Ode al lubrificante, opera pregna di elevati ed edificanti contenuti morali :asd:Citazione:
Attenzione che secondo me Cono con sta domanda sta cercando di piazzare l'amica poetessa che non ha voluto il suo amico ad Axe.:D
Io non vedo la felicità come un obiettivo da raggiungere, ma come le piccole cose che trovo lungo il percorso. Persone, momenti, situazioni.
Anche coloro che entrano nella nostra vita hanno una funzione, nel bene e nel male. Se è nel bene, ci porteranno un po' di gioia, di serenità, di bellezza. Se è nel male, ci faranno crescere, maturare, evolvere. In ogni modo, avranno assolto al loro scopo.
Va interpretata:"Spesso mi chiedo quale sia lo scopo della vita. La conclusione a cui sono giunto è essere felici."
Infatti va "coltivata", bisognerebbe riuscire a provare felicità, trovare il bello in ogni piccola cosa, un atteggiamento positivo sempre anche nelle esperienze negative, appunto fanno crescere, evolvere.
In teoria bisognerebbe trovare il lato positivo anche nella negatività, trasformare crisi in opportunità.
E mi pare che ci siano persone che ci riescano, trasformando ad esempio una malattia in opportunità, di crescita e trovando un proprio equilibrio interiore e gioia di vivere, felicità. In pratica non fare dipendere il proprio stato di'animo e felicità interiore dagli eventi esterni, perchè se la felicità dipende da eventi esterni non è duratura.
Naturalmente lo so non è facile sembra impossibile anche per me, però ci si può provare certo bisogna probabilmente abbracciare certe filosofie di vita.
Doppio:mad:
Personalmente dividerei i concetti; sesso, amore, innamoramento, relazione.
Il “sesso” per le donne ha subito una grande trasformazione tra gli anni '60 e '70: l’emancipazione femminile ha giocato un ruolo fondamentale nel promuovere la liberazione sessuale femmine Questo periodo è stato caratterizzato da una maggiore apertura alla sessualità, con la discussione di temi come l'aborto, la contraccezione.
L’introduzione della pillola anticoncezionale ha avuto un impatto significativo, consentendo alle donne un maggiore controllo sulla propria fertilità e aprendo nuove possibilità in termini di relazioni sessuali. Fino agli anni Cinquanta la morale era controllata dallo stato o quasi, con forme sociali molto rigide. Probabilmente questo era dovuto alla necessità o al bisogno di far crescere la prole, assicurando loro la sopravvivenza. Per gli uomini era diverso, loro potevano avere relazioni sessuali ma con donne disponibili (alcune venivano anche emarginate dalla società), d’altro canto la prostituzione era largamente praticata e organizzata in luoghi preposti.
Sull’amore sono stati scritti fiumi d’inchiostro, che non possiamo certo negare Dante, Petrarca hanno scritto opere incredibili, e non sempre, anzi raramente sentimento era corrisposto, lasciamo un alone di mistero intorno a questo sentimento evitando di renderlo sterile. Nelle liriche provenzali la donna è un elemento centrale dell'amore cortese, spesso idealizzata e elevata al rango di un essere sublime e superiore “non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca”.
Innamoramento, questa fase che prima o poi ha convolto tutti e di cui tutti ricordano benissimo ogni fase, perché l’euforia che prende, la forte attrazione verso l’altro, che di sicuro sono tipici dell’adolescenza, e non solo, non è solo ed esclusivamente un’invenzione del corpo umano per perpetuare la specie (senza il quale forse l’umanità si sarebbe estinta” anche senza asteroide”).
La relazione può essere di qualsiasi natura, amicale, amorosa, può essere libera o chiusa all’esterno, ma anche privata dentro il proprio io (senza scomodare le psicosi). La nostra libertà è condizionata fortemente dalla società quello che crediamo un nostro diritto è stato conquistato bene o male con anni di lotte, ma ho un dubbio, la nostra è davvero una conquista o la visione di qualcuno che vuole una società più disgregata. Siamo tutti consapevoli che non sempre le” famiglie” funzionano, D’altro canto quando le famiglie si sciolgono (in nome della libertà) la prole è quella che paga un prezzo molto alto.
Però questo rimane sempre in contrasto con la teoria del destino. La ricerca della felicità avrebbe senso se non ci fosse quel qualcosa di predeterminato, altrimenti decadrebbe proprio lo sforzo e l'impegno per cambiare le cose, per essere felici se gli eventi accadono perché devono accadere e non ci sarebbe nemmeno quel libero arbitrio, spina nel fianco di tante discussioni:D.
Non fare dipendere il proprio stato d'animo dagli eventi esterni è un'utopia. Ci siamo evoluti per rispondere all'ambiente. Purtroppo anche queste filosofie propongono l'idealizzazione dell'uomo e del mondo, che nella realtà non esistono.