VEGA: Ecco, forse se aggiustava meglio il tiro fin da adamo ed eva si risparmiava la redenzione!!
iN QUESTO STà IL sUO AMORE PER L'UOMO: l'ha fatto libero, anche di sbagliare. E l'ha ritrovato dando Egli stesso la vita per Lui.....mirabile!
Visualizzazione Stampabile
VEGA: Ecco, forse se aggiustava meglio il tiro fin da adamo ed eva si risparmiava la redenzione!!
iN QUESTO STà IL sUO AMORE PER L'UOMO: l'ha fatto libero, anche di sbagliare. E l'ha ritrovato dando Egli stesso la vita per Lui.....mirabile!
EVIL: C'è chi si estingue, chi si evolve più degli altri e chi meno...Vedendola più dal tuo punto di vista, diciamo che Dio si è impegnato per l'uomo più che per le altre specie
E questa e' una bellissima riflessione!
[QUOTE=conogelato;768690]EVIL: C'
[QUOTE=conogelato;768690]EVIL: C'
[QUOTE=EloDron;768692]intendevo dire che l'evoluzione ha tempi e modalit
[QUOTE=Vega;768696]Da cosa lo deduci che si
MR:D Terra terra: la domanda è fintamente semplice. Scomponila.
__________________
Mi guardo intorno e vedo l'uomo come un essere ben distinto dagli altri animali, chiedendomi: Solo un differente meccanismo evolutivo o un input primordiale impresso nelle sue cellule? Io rispetto il vostro pensiero, ma propendo decisamente per la seconda ipotesi. Decisamente.
[QUOTE=Mr. D.;768697]Non credo/penso. Oddio, dipende anche dalla velocit
[QUOTE=The Evil Twin;768698]Ovviamente non parlavo in senso assoluto. Mi riferivo alla morale, all'etica, al ragionamento, all'inventiva....da questo punto di vista
io direi "diverso", anziché "" più rapido: come facciamo a mettere a paragone i tempi di evoluzione di un animale con quelli dell'uomo? Anche se si fosse andati "di pari passo" con le tappe evolutive credo (magari sbaglio) che la lucertola ( x es.) avrebbe raggiunto le SUE tappe evolutive, ma avrebbe sempre avuto peculiarità e capacità diverse rispetto all'uomo.
Onestamente non saprei. Se il parametro è l'intelligenza, intesa come creatività, inventiva, raziocinio, si....se cambia il parametro, forse no. Durante la nostra evoluzione abbiamo ad esempio perso gran parte dell'istinto animale che contraddistingueva i nostri paleoantenati.
Molto bene! Il resto vien da se'....negli animali prevale l'istinto, nell'uomo questo viene mediato dalla coscienza. (O morale, o etica)
E quindi?
AaaaAAArgh.
Mi farete fondere il cervello, un giorno... :no:
"Evoluzione" non significa necessariamente diventare "migliori" o "superiori": non parlo di un processo teleologico, né di una qualche forma di soteriologia atea (ma anche cristiana: Teilhard De Chardin la vedeva come progressivo affermarsi di un "Cristo cosmico") nemmeno di una qualche forma di apoteosi razziale, quando uso il termine "evoluzione"; purtroppo il lemma ha guadagnato nel tempo un'accezione, per così dire, maggiorativa: diventiamo sempre qualcosa di più, piuttosto che qualcosa d'altro.
Ora, l'unico senso in cui credo si possa accettare una tale lezione del termine, è quello riguardante la complessità organizzativa e degli organismi viventi e dei loro rapporti con l'ambiente in cui vivono; in tale caso allora sì che possiamo presupporre la presenza di una "freccia", di una direzione della spinta evolutiva in chiave quantitativa. In parole povere, dal semplice al complesso.
Per questo non trovo differenze tra il meccanismo evolutivo di un uomo e quello di una lucertola: in entrambi i casi si tratterà di risposte adattive al proprio habitat. Il possedere un ciclo di vita più rapido significa soltanto che ci saranno maggiori probabilità di mutazioni nel dna dell'organismo, e quindi una maggiore varietà di risposte adattive. Il ciclo evolutivo è casuale, non dimentichiamolo: di tanto in tanto nasceranno individui fisicamente più adatti all'ambiente in cui vivono, e quindi con maggiori possibilità di riprodursi e di perpetuare il proprio codice genetico, diverso da quello dei propri genitori. Se l'avvicendarsi delle generazioni, in specie viventi in ambienti stabili, è maggiore in una specie rispetto alle altre, allora il percorso evolutivo sarà diverso, non il meccanismo. Ma questo non autorizza a credere che la specie in questione sia più evoluta in senso qualitativo. E' solo più adatta, con maggiori possibilità di sopravivvenza in un dato ambiente. Se l'ambiente cambia, una specie eccessivamente specializzata (scusate il gioco di parole) rischia seriamente di scomparire proprio in virtù della sua evoluzione. Ma se tale specie si riproduce molto rapidamente, allora è probabile riesca a cambiare per tempo. Ovviamente, se tale specie possedesse un ciclo vitale molto lungo, allora rischierebbe comunque l'estinzione per aver esaurito le risorse del proprio habitat, e quindi ancora una volta si verrebbe a ricreare un equilibrio di sorta.
Nel caso dell'uomo, per motivi che ora non ci interessano, i nostri antenati si ritrovarono a dover cambiare habitat. Ovvero, dalle fronde degli alberi alle savane.In qualche modo, scoprirono che il possesso di un pollice opponibile permetteva loro di manipolare gli oggetti (e questo è un know-how che dividiamo con gli altri primati); ora, rispetto agli altri ominidi dell'epoca, perché, non dimentichiamolo, scimpanzé e gorilla non esistevano allora, sono anch'essi risposte adattive di altre specie precedenti, noi umani ci sviluppammo in modo tale da poter correre e usare attrezzi: abbiamo mantenuto le nostre mani libere a prezzo della libertà di movimento sugli alberi. Questo perché i processi adattivi non accumulano capacità, ma sostituiscono quelle inutili con altre utili; e col tempo, sono riusciti a riprodursi quegli esemplari che mostravano una caratteristica particolare: la neotenia.
Ovvero, la persistenza di caratteri fisici e fisiologici infantili nell'individuo adulto. Il nostro essere glabri, il nostro essere privi di difese naturali, il nostro cervello così plastico, tutto questo deriva dalla diffusione di tale assetto fisico neotenico. Un'altra razza animale in cui la ritroviamo sono i cani, ad esempio
Tutte queste caratteristiche hanno fatto sì che il nostro cervello diventasse la nuova discriminante per la sopravvivenza, e ancora una volta il meccanismo evolutivo si rimise in atto, grazie alle maggiori possibilità di sopravvivenza degli individui più intelligenti.
Ma questo ha reso i nostri istinti meno assoluti, relegandoli allo stato inconscio. Questo perché certe azioni, necessarie alla sopravvivenza umana, come la comunicazione, non sono eseguibili in maniera istintiva, a dispetto di quanto si possa credere. In pratica, questo fà di noi delle creature in parte guidate dall'istinto, tutt'ora presente anche se non ci dice come costruire il nido, e dalla parte conscia della nostra mente. Ma il nostro istinto non è affatto scomparso. Negli animali serve per attivare delle strategie rapide di comportamento davanti a determinati eventi, nell'ottica di un risparmio di risorse anche cerebrali, ma pure nell'uomo riveste tale funzione...
Vabbeh, mi son stufato di scrivere, penso di essermi comunque spiegato... Aspetto che chi ne sappia qualcosa in più mi demolisca senza pietà. :asd:
Daje. Hai il pessimo vizio di giocare sui termini, sai?
"Coscienza" è un termine che significa molte cose, ma non tutte insieme. Posso anche considerarlo come equivalente all'inglese "self-awareness", ma allora la possiedono anche molte specie animali...