Originariamente Scritto da
axeUgene
mi devo essere spiegato male;
il piano B a cui mi riferivo non riguarda quello che si fa se le cose "vanno male", ma proprio un immaginario dei sentimenti diverso, essere preparati non alle guerre, ma alla serenità;
non essere educati alla circostanza per cui la favoletta del "e vissero per sempre felici e contenti..." con cui si descriveva l'amore romantico che sfocia nella famiglia è una finzione, una forzatura, è un sicuro viatico per l'infelicità; lo dice la realtà delle persone;
io non ho ricette, ma una volta capito che, per il tipo di esistenza che le persone conducono la condizione di coppia dei 20/30enni che fanno famiglia è instabile, perché a 40 o 50 non si sarà vecchi e si potrebbe facilmente volere altro, perché si è diventati persone diverse, dovrebbe essere una circostanza a cui siamo preparati anche come immaginario, avere una sua letteratura, suoi modelli di normalità, in cui la circostanza non è una sconfitta, non dovrebbe generare rancori o disperazione;
ora, io diffido sempre molto dell'uso della parola "amore" nella coppia, perché è qualcosa di molto inquinato da altro;
ma, per esempio, tu che hai dei figli e li ami, anche se ci sono ambivalenze anche in quel tipo di rapporto, sei preparata alla circostanza che quelli un giorno se ne andranno per conto loro e ti sentiresti un mostro se ti accorgessi di boicottare questa loro capacità;
ma se siamo preparati a farlo con i figli, una volta che diventa evidente anche la coppia come circostanza potenzialmente transitoria, perché non elaborare sistemi pacifici di ricollocamento, con una loro epica serena, dove il cambiamento è anche un'opportunità di ritrovare slancio, amore per la vita ?
ovviamente, la questione materiale della famiglia e degli strascichi economici è un capitolo a parte.