Non ve ne sono. Neanche una. La Bibbia (soprattutto la Genesi) descrive perfettamente la cosa. Come siamo fatti, Laura. Quale la natura dei nostri rapporti con gli Altri e con Dio...
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Non ve ne sono. Neanche una. La Bibbia (soprattutto la Genesi) descrive perfettamente la cosa. Come siamo fatti, Laura. Quale la natura dei nostri rapporti con gli Altri e con Dio...
Seeeeee, bona Ugo!
turibolo, stai consumando troppo gas...fatti na canna così sei più lucido...
si amico. sull'alcol le parole si sprecano. ma sempre meglio ciò che è naturale. però l'oste pagalo...
Stiamo ineluttabilmente andando in quella direzione: La matematica è semplice. E non è un'opinione....
Non lo so se si vivrà meglio o peggio, Turbociclo. So che potremmo già da adesso, vivere meglio noi italiani. Tornando ad avere il coraggio di innamorarsi, di fidanzarsi, di sposarsi, di avere figli.....Tutte cose naturali, tutte cose che Dio ha pensato per la nostra Felicità....
Il guaio, è che noi pensiamo di saperne più di Lui. :(
O forse tu sempre più di tutti.
E vai di tiritere. Ti son rimaste solo quelle.
A me?!?! Ti sembra che l'ISTAT sia un ente che propugna tiritere?
"Dobbiamo evitare che l'Italia diventi un enorme ma disorganizzato ospizio nel quale resteranno pochi giovani costretti a lavorare a più non posso per sostenere milioni di anziani soli e disabili. Visto il numero di over 85, bisognerà far fronte alla inevitabile perdita di autonomia, investendo in reti assistenziali, competenze e tecnologia, come la famosa tecnoassistenza che propugniamo da anni: in altre parole, scommettere su una Long-Term Care matura e moderna, che si rivelerà il vero banco di prova per il futuro del Paese. Se perdiamo questa partita, i numeri, che grazie all'Istat già conosciamo, ci schiacceranno. E sarà vana qualsiasi altra riforma della sanità, del lavoro o della previdenza sociale".
"Le famiglie, pilastro del nostro welfare, saranno sempre meno numerose, pertanto i servizi sociosanitari, che già oggi coprono solo un quarto del fabbisogno, dovranno essere integrati sempre più dal supporto di badanti, da nuove forme di mutualità e, probabilmente, da un ritorno allo spirito di comunità. C'è poi la disabilità che nel 2030 interesserà 5 milioni di anziani, e diventerà la vera emergenza del futuro e il principale problema di sostenibilità economica nel nostro Paese. Essere disabile vuol dire avere bisogno di cure a lungo termine che, solo nel 2016, hanno assorbito 15 miliardi di euro, dei quali ben tre miliardi e mezzo pagati di tasca propria dalle famiglie".
Non è pensabile rispondere a una domanda crescente di assistenza di lungo periodo basandosi pressoché interamente sul contributo delle famiglie. "Ci vogliono politiche di conciliazione fra lavoro e responsabilità famigliari che modulino gli aiuti in base allo stato di bisogno, ad esempio sembra opportuno rimodulare i permessi della L. 104/92 in base al bisogno effettivo di assistenza".
https://www.repubblica.it/salute/med...75/?refresh_ce
Nel 2050 in Italia ci saranno due milioni e mezzo di persone in meno, mentre gli over65, oggi un quarto della popolazione, diventeranno più di un terzo, vale a dire 20 milioni di persone, di cui oltre 4 milioni avranno più di 85 anni. Lo segnalano le proiezioni sociodemografiche e sanitario-assistenziali al 2030 e al 2050 elaborate dall’Istat per Italia Longeva – Rete nazionale sull’invecchiamento e la longevità attiva, presentate oggi al ministero della Salute, nel corso della terza edizione degli Stati generali dell’assistenza a lungo termine, la due giorni di approfondimento e confronto sulle soluzioni sociosanitarie a supporto della Long-Term Care. “La ‘bomba dell’invecchiamento’, pronta a esplodere già dal 2030 se non adeguatamente gestita, innescherà tra l’altro un circolo vizioso”, si legge in una nota. Le conseguenze indicate dell’aumento della vita media sono: l’incremento di condizioni patologiche che richiedono cure a lungo termine e un’impennata del numero di persone non autosufficienti, esposte al rischio di solitudine e di emarginazione sociale. Ne saranno riflesso “la crescita inesorabilmente della spesa per la cura e l’assistenza a lungo termine degli anziani, ma anche quella previdenziale, mentre diminuirà la forza produttiva del Paese e non ci saranno abbastanza giovani per prendersi cura dei nostri vecchi. Infatti, oggi tre lavoratori hanno sulle spalle un anziano, domani saranno solo in due a sostenerlo”.
https://www.agensir.it/quotidiano/20...a-gli-over-65/
Eppure sei Scienziata. Sai cosa sono le proiezioni.
Conino, rileggiti il tuo discorso precedente prima di tirare fuori l'ISTAT, il signor nessuno, ecc...che tu vai costantemente di tiritere e quando ti senti colpito e rimbrottato, giri la frittata con gli articoli, il sociologo pinco pallino & c. per dirci che noi siamo ciechi sui problemi.
Oltre che avere numeri senza ricchezza per retribuirli adeguatamente moltiplica la miseria.
Diversamente la nigeria es. con le sue 100 milioni di bocche aperte dovrebbe essere un paradiso economico di servizi superlativi.
Oltre al fatto che una popolazione importata trasferisce ricchezza ai luoghi di provenienza sottraendoli ai consumi dei luoghi di accoglienza
Siccome parli di tiritere mie....
Ho spostato di proposito l'angolazione del problema: Da Etico a Matematico. Cosa che dovrebbe interessarti, no? Puoi confutare l'Etica. Non la Matematica, Laura. Se continuiamo a vivere in modo individualistico e non solidaristico, il risultato sarà purtroppo quello descritto da INPS e ISTAT, un ci piove.
Un continente semidertico da costruire e' un contesto diverso da un francobollo che non sostiene se stesso, infatti la migrazione ebraica produsse effetti diversi.
E sappiamo che sposti l'angolazione ogni volta che qualcosa riguarda te. Se tu ripeti le tiritere, che dobbiamo innamorarsi ecc...parli solo di una umanità nella tua testa.
Il problema demografico, dei figli, non lo risolvi con le tiritere sull'umanità vista con le fisime di conogelato, la cui percezione è spesso falsata.
Chi è che non si innamora, sta insieme, sposati o non sposati che siano ecc...?
Scendere dalle nuvole sarebbe meglio.
Mi sopravvàluti. Decisamente.
Umberto Galimberti: "Vivere da soli, il trionfo dell'egoismo"
Secondo il filosofo, questa scelta sempre più diffusa produrrà conseguenze negative per la società: "Manca la voglia di assumersi la responsabilità di un'altra persona o di una famiglia"
Umberto Galimberti: Vivere da soli, il trionfo dell'egoismo
«Una società atomistica, individualista, egoista». Per il filosofo Umberto Galimberti la scelta sempre più diffusa di vivere da soli produrrà conseguenze negative per la società. Anzi, le sta già provocando: «Il fenomeno attraversa l’Italia. È già visibile, Incluse le differenze tra Nord e Sud: al Sud c’è ancora un modo di essere uomini in relazione agli altri. L’aspetto interessante di questo processo è linguistico: chiamando “famiglia” anche la condizione di vivere da soli la riconosciamo cellula fondamentale e costitutiva della società».
La direzione è chiara. Ma con quali conseguenze?
«Saremo una società più egoista. Del resto, quando le società sono povere, i vincoli familiari sono più forti e prevale la solidarietà. Quando, invece, le società diventano opulente, o comunque libere dai bisogni fondamentali, individualismo ed egoismo, caratteristiche proprie del benessere, si fanno più radicali».
E si affermano nuovi modelli di vita.
«La gente non ha voglia di assumersi la responsabilità di un’altra persona e di una famiglia. Ha qualche piccolo privilegio e preferisce goderselo da solo. Ma una società individualista è indubbiamente più povera. Non solo.
Si impoverisce la stessa struttura psichica dell’uomo, a causa del decadimento sentimentale. Vivere da soli depaupera i sentimenti».
Ma si può vivere da soli e avere amori e relazioni sentimentali.
«Avere relazioni fugaci, amicizie per trascorrere la serata, non basta per maturare in sensibilità, comprendere cosa significhino gli altri per noi, accogliere la sfida di amare senza considerare l’altro una proprietà. Se i rapporti sono intercambiabili, non avrò la possibilità di sviluppare l’impegno di una relazione. La continuità fa crescere i sentimenti».
E la società ne ha bisogno?
«La società sta in piedi su basi sentimentali. Quando collassano, quando la vita è dissanguata dei sentimenti, e risponde solo al lavoro e all’efficienza, viene meno una struttura portante del modo di essere uomo. Per effetto dell’impoverimento sociale, infatti, sta mutando la struttura genetica dell’uomo: non è più se stesso».
Ammetterà che vivere da soli ha dei vantaggi: più disponibilità di tempo, di denaro, di libertà.
«Certo: più tempo per il lavoro, per coltivare hobby... Ma quanti di questi impegni sono una forma di difesa?
È più difficile avere relazioni con gli altri che produrre risultati pratici: il solipsismo ci allontana da tutto ciò che
è fatica. Domandiamoci quanto quelle persone sole, che ci sembrano più produttive ed efficienti di noi, non siano così attive per riempire il vuoto intorno».
Per questo crescono i luoghi di aggregazione: circoli, associazioni...
«Socializzazione a sfondo narcisistico. Luoghi dove andare quando si ha voglia, dove farsi vedere. E dove coltivare l’ipocrisia delle buone maniere»
http://espresso.repubblica.it/plus/a...94163?ref=fbpr
Il nulla che avanza.
In un mondo immaginario... in un determinato futuro.... la società umana si era evoluta adattandosi a ciò che la natura aveva imposto per assicurare la sopravvivenza della specie.
Il genere umano femminile si trasformò, secoli, dopo secoli, ritornando alle origini primordiali. Il suo apparato riproduttivo ebbe un'involuzione, ritornando ad avere il cosiddetto periodo
"fertile", non più ogni ventotto giorni, ma solamente un mese l'anno circa. Il genere maschile si trasformò anch'esso... il testosterone andava in "letargo" per undici mesi l'anno,
svegliandosi solamente durante il mese del periodo fertile delle donne. Per il resto... "nisba", sempre moscio!!!
Ciò determinò un cambiamento delle abitudini secolari precedenti, determinando la fine dell'unione della coppia tradizionale "uomo-donna", fino a prima, al centro dell'universo,
sostituendolo in due distinte fazioni e società in cui gli uomini vivevano tra loro per circa 11 mesi l'anno e lo stesso facevano le donne, senza mai incontrarsi.
I due generi si incontravano solo durante il mese fertile delle donne, le quali, giravano tra i centri urbani maschili, per scegliere colui il quale sarebbe stato il candidato alla
fecondazione.
Tale società, divisa per genere, aveva i suoi vantaggi. Eliminando la coppia tradizionale "uomo-donna", limitava i conflitti e le incomprensioni, per sostituirla con una vita
sociale, di gruppo, in cui ogni genere si trovava, per indole e interesse, a proprio agio, tra i suoi simili, limitando le competizioni, lo stress e i disagi, che pesavano sulla
società precedente e tradizionale....
Quanto sopra è l'inizio di un romanzo di fantascienza che mi piacerebbe scrivere... uno di questi giorni. :D
Ne faremo un blockbuster!:D
Oh guarda... se mi incoraggi posso continuare.... la mia fantasia è infinita... se stuzzicata!! :D
To' un altro as-saggio :
In questa nuova condizione, anche il sentimento d'amore era cambiato. Non era più necessario che un uomo ed una donna si amassero, poiché le loro vite non erano legate
più dello stretto necessario per ottenere una gravidanza. Il sentimento d'amore era un sentimento più esteso e astratto allo stesso tempo.
Se è pur vero che esisteva tra madri e figli, questi erano a loro volta amati dalle altre madri/sorelle, le quali condividevano e scambiavano i propri ruoli per la necessità di amalgamare
la propria società di genere. I figli maschi stavano con le madri fino alla pubertà. Poi, venivano inviati nella società degli uomini, dove iniziavano un percorso di adattamento e
integrazione tra i loro simili. Le figlie femmine andavano ad infittire le classi più giovani della società femminile, vivendo a stretto contatto e imparando ad amarsi tra "sorelle".
Per questa ragione, gli incontri tra uomini e donne avvenivano sulla base dell'attrazione prettamente fisica e non sentimentale. Ciò comportò un' evoluzione mirata, permettendo
a coloro che oggettivamente erano più belli, più attraenti, più "fisici", di prosperare a scapito di coloro che lo erano meno, migliorando la selezione.... anche se sembra spietato.
Tra i due generi quindi non vi era amore, ma rispetto, simpatia, amicizia... cordialità. Sentimenti che ponevano le due società di genere su un livello paritario, senza che lasciasse
che uno predominasse sull'altro. Per rafforzare questa parità, a capo delle due società vi era un gruppo di anziani e saggi che guidavano ognuno la propria fazione. Erano gli anziani
di una e dell'altra fazione ad incontrarsi periodicamente per risolvere eventuali conflitti e incomprensioni che potevano scaturire durante quei pochi incontri che avvenivano tra i due
generi. Tutto ciò per mantenere l'equilibrio ed impedire che si sbilanciasse verso una o l'altra società.
se volete.... continua!!!
:D
Il mondo nuovo:D
bumble, io ti consiglio una puntatina ai cavalli...:dentone:
In questo "Nuovo Mondo" come saggiamente Vega, l'ha battezzato, queste due società speculari, vivevano in grazia senza Dio, poiché nel tempo, le antiche religioni erano state rifiutate
affinché questo sistema potesse reggersi e prosperare. Insieme alle religioni, anche molto "sapere" del passato era stato gettato nell'oblio. La bibbia e altri libri, erano stati, per il "bene
comune", bruciati e, quei pochi rimasti, nascosti alla massa. Entrambi i cosiddetti nuovi sacerdoti delle due fazioni, gli anziani, erano depositari di tutta la conoscenza antica... ma era
vietato divulgarla.
Come avrebbero reagito, infatti, i componenti delle due fazioni, se fossero venuti a conoscenza di capolavori letterari come "Romeo e Giulietta", tanto per citare un esempio, dove,
l'amore tra due ragazzi, appartenenti a generi diversi, un uomo ed una donna, lottava contro tutto e tutti? E come questo capolavoro letterario, non vi erano altre centinaia, se
non migliaia... di altre opere letterarie che coinvolgevano entrambi i generi in un amore che, agli occhi di questa nuova visione della vita, era considerato una minaccia?
Tutto doveva rimanere oscuro. L'amore tra i generi doveva essere scoraggiato, vietato, altrimenti si sarebbe corso il rischio di una nuova promiscuità che avrebbe posto fine
alla moderna concezione della vita sociale. Gli anziani quindi, dell'una e dell'altra fazione, erano i gelosi depositari della conoscenza antica e non avrebbero permesso a nessuno,
sia uomo, che donna, di curiosare sul passato. L'amore era accettato solo se era finalizzato al bene collettivo, non individuale, tanto meno... promiscuo.
.......
Vabbè ragazzi, mi fermo qui altrimenti lo scrivo davvero un romanzo... :D
Comunque ci sarebbero dei buoni spunti per una discussione... notte!! :dentone:
«Dort, wo man Bücher verbrennt, verbrennt man am Ende auch Menschen»
«Là dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini»
(Heinrich Heine)
Cosa che avete fatto benissimo voi.
Non ho capito però il motivo di tale citazione. Ti sembriamo persone di tal sorta?
Suvvia Vega, sii indulgente, sono stato io ad immaginare la censura.:D
La storia non è altro che una sorta di ripetizione di eventi con diversi protagonisti. :dentone:
Ma c'è chi prende tutto troppo sul serio.