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Specchio.
La sfrontata sicurezza di chi si batte esultando
L'indomito spirito incandescente di chi in fondo ama
L'ansia ruggente di una nube prima della tormenta
La fredda distanza di esotici mondi inesplorati
Il silenzioso dolore di un irragionevole vuoto
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Nella composizione delle frasi
dispiego lentamente le ali.
Nell'attenta scelta delle parole
e' il sapore della mia lingua.
Astrarre le parole cantate
gustarne i colori e gli odori.
Sublimare il pensiero in note
scandite dal battere del cuore.
Frantumerei questo insensato mondo cristallino
per vederne gli iridescenti riflessi in un bicchiere.
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Aleggi nell'aria come odore di chiuso
ti appropri del colore degli oggetti
e continui a permanere intorno a me.
Scricchioli nella neve sotto i piedi
riecheggi nelle voci dei familiari
e strappi via la carne sorridendo.
Sei nostalgia di una ferita aperta
ti muovi lento e non sei estraneo
ti avverto da sempre dentro me.
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Ed e' cosi' che ridiamo piroettando fra le parole,
avvicinandoci lentamente fino a non poterne piu'.
E riposiamo di nuovo nella solitudine.
E nuovi graffi adornano la nostra pelle.
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Non e' per paura della morte che andro',
e non per una lama saro' allontanato.
Sanguinando il mio tocco sara' morbido,
e morendo il respiro si fara' piu' lento.
La gelida prigione dell'anima
rapidamente sbrina.
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Attesa parossistica.
Alla forza della mia gravita' si affidano i pianeti
elettrizzo l'atmosfera con un sorriso eccitante
di viva fiamma e' l'essenza di un'anima rutilante
ogni rotazione m'inebria di detonazioni atomiche.
E la cometa s'avvicina esplodendo nella mia orbita
i suoi frammenti freddi precipitano innumerevoli
nel caos delle particelle si sublima ogni tensione
immensa sfrigoli su di me come pioggia prodigiosa.
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Avverto solo calma nel placido silenzio
disteso sogno di un divano condiviso.
Dall'etere giunge la tua voce ardente
ed il sonno si confonde con la veglia.
Inspirando sangue singhiozza il cuore
ed io posso solo sperare di non morire.
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Andiamo a caccia sempre pronti a morire
contraendo i muscoli divoriamo ogni cosa
il nostro cuore pulsa privo di ogni limite
ci gettiamo in cieli ignoti sfidando la gravita'.
Gridiamo il nostro furore ad orizzonti oscuri
arresi alla stessa nascita distruttiva dei demoni
ci stringiamo affondando denti artigli e zanne
nutrendoci solo di fiamme di sangue e di carne.
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Cio' che la mente crede.
Non e' solo luce riflessa ad eccitare i miei occhi
il vibrare della materia non soddisfa il mio udito.
Vedo ombre di rabbia nascoste nei tuoi capelli
la soffice melodia delle tue debolezze mi rapisce.
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Grande decisione fuori centratura.
Sembra proprio che non resterai nei paraggi
considerando il momento e il tuo umore
il cielo e' carico di nubi e un lupo ti chiama
gli somigli molto e non rimarrai a lungo
In questa mezza luce fra il giorno e la notte
non sei altro che una sfavillante fiamma elettrica.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
3:16
ammazzati sfigato
Che perla eh.
Non resistevi proprio a non condividerla con noi.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Kyra
Aleggi nell'aria come odore di chiuso
ti appropri del colore degli oggetti
e continui a permanere intorno a me.
Scricchioli nella neve sotto i piedi
riecheggi nelle voci dei familiari
e strappi via la carne sorridendo.
Sei nostalgia di una ferita aperta
ti muovi lento e non sei estraneo
ti avverto da sempre dentro me.
Bellissimo :)
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La Statua
E giaccio qui
fissando le stelle, ed il cielo
dimenticato dal tempo
in attesa
che i miei occhi ricordino il motivo per cui esisto.
Eppure tutti penseranno che io sia vuoto
privo d'anima
di sogni
di scopo.
Quante volte ho morso ed afferrato l'aria
Quanti sospiri trattengo in me, inascoltati
Quante memorie custodisco, mai raccontate
La stessa aria voi potete respirarla
Emettete i sospiri che posso solo trattenere
Spargete nel tempo i ricordi che per me sono pietra.
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Vorrei saper soffrire senza la voglia mostrarlo a tutti.
Mi piacerebbe piangere senza fingere con me stesso.
Eppure desidero esplodere fragorosamente nel cielo,
in un'infantile richiesta d'attenzione io grido furente.
E mi piego.
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Pulsa con vigore brillante e sincero questa vita da re,
risvegliata dal torpore avvilente di antichi tormenti.
Freschi e puri i miei sentimenti lasciano le mie labbra
e cercano insistentemente la tua presenza ed essenza.
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In questa vita
che la mia anima calca vestita da uomo
ho trovato te
ti ri-conosco in quel tuo vestito da donna
Resto silente
le parole sono gli eserciti delle intenzioni
ti guardo sempre
nel rogo bruciano i dipinti che faccio di te
Ti cingo la vita
la tua pelle e' seta in fiamme sotto le dita
ti reggo con forza
il tuo corpo si piega in un balzo nel vuoto
Ci con-fondiamo
ogni bussola punta nella nostra direzione
siamo amanti
il destino ha un sopracciglio sollevato e ride
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Cosa sono non lo so dire
Sono un uomo senza massa
Dunque cosa sono adesso?
Il suono dei miei passi
Il mio sole filtra gia'
In questa fredda nebbia
Appena oltre eccolo la'
Il mio sole attendera'
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Era passato piu' di un mese dal giorno dell'incidente, e non era mai venuto qui.
Non aveva mai nemmeno preso in considerazione di venire qui.
Camminare in quel luogo era surreale, una lotta impari fra la verde vitalita' dell'erba ed il cielo plumbeo.
Un passo dopo l'altro, emotivamente esausto, raggiunse la propria destinazione, lesse le date:
22 anni - penso' - e un matrimonio alle porte.
Con lenta solitudine protese il braccio a sfiorare quella certezza esistenziale: la fredda inevitabilita' di quel contatto lo colpi' con violenza inaudita; doloroso rammarico prese a sgorgare dai suoi occhi mentre si accasciava a terra.
Nessuno dovrebbe sopravvivere alla propria morte - penso'.
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Senti' di stare annegando, dimenandosi convulsamente nel vuoto, e si sveglio'. Non riusciva a respirare, comincio' a tossire rumorosamente. Senti' del qualcosa di caldo e viscoso punteggiargli il palmo della mano.
Si alzo' di scatto, urtando malamente le dita del piede sul pavimento. Avrebbe imprecato, ma era troppo spaventato, e corse in bagno senza emettere un suono.
Apri' il rubinetto e si sciacquo' la mano lorda di sangue. Altre gocce di sangue cadevano silenziose sul bordo del lavandino, sul dorso della mano. Si fisso' allo specchio. Si osservo' sanguinare.
Si concentro' su quella sensazione. Gli piaceva. L'idea di stare morendo, in qualche misura, lo esalto'. Il cuore reagi' con altrettanto vigore, e persino i sensi sembrarono acuirsi.
Quel rivolo di sangue caldo sul viso lo fece sentire umano.
Il sapore del sangue sulle labbra lo fece sentire reale.
Quella sensazione lo fece sentire uomo.
E si colpi' con un pugno.
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I pensieri del legno.
E' stato uno di quei giorni.
Uno di quei giorni di cui non ti va di parlare perche' hai paura di non riuscire a spiegarti, hai paura che parlarne con qualcuno senza riuscire a farti capire aumenterebbe il senso di distacco. E' stato uno di quei giorni che cominciano presto, ed il tempo sembra infinito perch
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io cerco di intuire i suoi pensieri e i suoi sentimenti dalle sue parole, non mi arrogo certo il diritto di pontificare, c'